Periodic tables - Ic Zanellato - classe 2 b - Federchimica
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Un po’ di storia Lavoisier e la sua lista La maggior parte degli storici della scienza fa risalire le origini della tavola periodica agli studi condotti dal chimico francese Antoine-Laurent de Lavoisier, alla fine del XVIII secolo. Prima di fare una bruttissima fine, condannato a morte per decapitazione dal tribunale rivoluzionario francese, Lavoisier fu l’artefice di alcuni dei progressi più importanti nella ricerca scientifica del suo tempo . Nel 1789 Lavoisier listai dei 33 elementi fino all’epoca identificati, sapendo che probabilmente molti altri dovevano essere ancora scoperti (il suo elenco ne mostrava circa un quinto di quelli oggi noti). Oro, ferro e zolfo erano conosciuti fino dall’antichità, mentre altri erano stati scoperti più di recente. Benché incompleta, la lista era il primo tentativo di mettere ordine tra gli elementi, un puzzle molto complicato che avrebbe richiesto più di un secolo per essere risolto e molti altri decenni per essere completato con quasi tutti i suoi pezzi.
Cinque anni dopo la pubblicazione della sua lista, Lavoisier fu condannato a morte dal tribunale del popolo rivoluzionario e decapitato. Era il 1794, lo stesso anno in cui un altro scienziato, Louis-Joseph Proust, era arrivato alla conclusione che se la legge della conservazione di Lavoisier era valida, allora se ne doveva aggiungere un nuovo pezzo legato alle “proporzioni definite”. Proust enunciò la sua nuova legge nel 1799: quando due o più elementi reagiscono tra loro, formando un composto, si compongono sempre secondo Ritornano gli atomi proporzioni in massa definite e costanti. Nonostante la sua legge suggerisse che i composti chimici dovessero essere fatti di particelle con peso differente, ciascuna riconducibile a un dato elemento, Proust non ci arrivò. Fu lo scienziato britannico John Dalton, a dimostrare all’inizio dell’Ottocento che quando due elementi si combinano tra loro per formare composti, una quantità di un elemento si combina con quantità multiple dell’altro, che stanno tra loro come numeri piccoli e interi. Per spiegare la sua legge, Dalton assunse che ogni elemento fosse composto da minuscole cose invisibili all’occhio umano, aventi tutte le stesso peso. Le chiamò “atomi”, riprendendo la parola greca utilizzata per definire qualcosa di indivisibile. In pochi anni Lavoisier, Proust e Dalton avevano formalizzato le tre leggi classiche della chimica (leggi ponderali), dimostrando le potenzialità del metodo scientifico e i rapidi avanzamenti in una disciplina fondamentale per capire come funziona il mondo, ma occorreva fare ordine tra così tante novità.
Berzelius Tra i primi a farlo ci fu il chimico svedese Jöns Jacob Berzelius, che introdusse le abbreviazioni per gli elementi, utilizzando una o due lettere come “C” per carbonio e “Fe” per il ferro. Alle abbreviazioni aggiunse i numeri, per indicare le proporzioni dei vari elementi: come il “2” in H2O, che indica le due parti di idrogeno legate a una di ossigeno per formare la molecola dell’acqua. Quelle lettere e quei numeri sarebbero finiti nella tavola periodica degli elementi e ancora oggi sono essenziali. Fe O Nascono i simboli degli elementi!!!!
Arriva Dimitriii!!!! Nei primi anni Sessanta dell’Ottocento i chimici avevano a disposizione tre leggi fondamentali, decine di elementi, la conoscenza di qualche caratteristica ricorrente tra loro, ma nessun sistema di catalogazione per orientarsi nel mondo che avevano scoperto. Mettere ordine nella chimica divenne quasi un’ossessione per un professore di chimica presso l’Università di San Pietroburgo in Russia: Dmitrij Ivanovič Mendeleev. Tra fine febbraio e i primi giorni di marzo del 1869, Mendeleev lavorò per dare un senso agli elementi. Fu letteralmente un impegno senza sosta: lavorò giorno e notte, finendo per perdere la cognizione del tempo e arrivando a dire, in seguito, che l’intuizione definitiva per risolvere il puzzle della chimica gli fosse venuta dopo essersi brevemente assopito. Mendeleev creò una tavola nella quale gli elementi erano elencati secondo un preciso criterio, che teneva conto delle relazioni tra le loro caratteristiche. Il suo sistema era migliore di altri tentativi fatti in precedenza per un semplice motivo: era più onesto. Contemplava, cioè, la possibilità che vi fossero altri elementi ancora da scoprire e che fosse quindi normale che alcune caselle dello schema fossero vuote. Mendeleev attirò numerose critiche per avere lasciato quei buchi, ma le scoperte dei decenni seguenti gli avrebbero dato ragione.
La bellezza della tavola periodica degli elementi, probabilmente la griglia più amata dai chimici, è che non si presenta come uno schema uniforme. In alcune righe ci sono una manciata di elementi, mentre altre sono complete con 18 elementi. Si chiama “periodica” perché Mendeleev sfruttò la ricorrenza delle proprietà chimiche, raggruppando gli elementi con caratteristiche chimiche simili. Senza volerlo, Mendeleev aveva ordinato gli elementi in ordine di numero atomico, anni prima che fosse introdotto questo stesso concetto. La sostituzione con i numeri atomici nei valori della tabella portò alla sequenza definitiva che conosciamo oggi della tavola periodica. Oltre alla scoperta della struttura dell’atomo, nel Novecento la meccanica quantistica avrebbe portato a ulteriori evoluzioni e affinamenti della tavola periodica, che sono riflessi nell’attuale modello con 18 colonne.
Alcuni tentativi di ridisegnare la tavola periodica sono stati fatti . infatti nel corso del tempo la tavola di Mendeleev ha subito una sorta di restyling che, pur lasciando integra la sostanza, ne ha cambiato invece la forma. Moltissime le versioni, secondo alcuni sarebbero addirittura 800 e dalle forme più svariate: circolari, cubiche, a elica, piramidali, a spirale, a triangolo. Addirittura una versione ha disposto gli elementi secondo uno schema che segue il tracciato della metropolitana di Londra! C’è n’è per tutti i gusti!!
150 anni.....Augurii! Nonostante qualche aggiustamento, nel complesso nei suoi 150 anni di esistenza la tavola periodica degli elementi si è rivelata essenziale non solo per mettere ordine tra gli elementi che formano tutto, compresi gli occhi che state usando per leggere queste parole, ma anche per analizzare le reazioni chimiche, scoprire relazioni tra diversi composti e studiare la fisica nucleare. Le righe e le colonne della tabella sono una sintesi impareggiabile di ciò che è stato della ricerca scientifica che ha permesso di crearla
• Ma gli elementi sono sempre esistiti? • Gli elementi esisteranno per sempre o si estinguono come il resto degli animali?
No, Non sono sempre esistiti Subito dopo c'erano giusto idrogeno, elio e litio: poi, a "grandi passi", gli elementi che progressivamente si sono aggiunti. La cronologia è rappresentata dai colori: in blu gli elementi generati dal Big Bang; in rosa quelli formati dall'azione dei raggi cosmici sugli elementi esistenti; in verde quelli generati dall'esplosione delle prime stelle massicce; in arancione gli elementi generati dalla fusione di stelle di neutroni in collisione; in giallo quelli nati da stelle di piccola massa; in azzurro gli elementi generati dall'esplosione delle nane bianche. Se 8 miliardi di anni dopo il Big Bang un lontano antenato di Mendeleev avesse anticipato il suo lavoro, avrebbe composto una tavola molto simile a quella odierna: nell'ultima parte dell'infografica sono indicati in grigio elementi dei quali non c'è traccia nota nell'Universo, perché, essendo altamente radiottivi, decadono molto rapidamente in altri elementi noti.
“No, non esisteranno per sempre! Quello che Mendeleev non avrebbe mai potuto prevedere, è che molti degli elementi della sua tavola, noti e ancora ignoti, sarebbero stati utili e necessari per rivoluzionare la vita dell’uomo, fino a diventare vitali, introvabili e in via di esaurimento. Così come siamo abituati a vederla e a usarla, difficilmente guardiamo alla tavola cercando informazioni sulle riserve degli elementi. Che aspetto avrebbe invece se ci potesse dire anche quanto abbiamo già consumato di tutto il silicio, l’oro, il magnesio o l’elio presenti sul pianeta? tal proposito, l’EuChems (European Chemical Society) ha avuto un’idea in , di IYPT2019: realizzare una “tavo
Per poter conoscere un argomento devi farlo tuo! Bisogna entrare nella tavola periodica ed essa nel nostro quotidiano!!
Trasformiamo i banchi in parti della tavola...
Fasi di preparazione 1- taglio dei pannelli 3- ricerca ed approfondimenti 2 - colorazione 4- assemblaggio
La nostra nuova classe
Come sono fatti i singoli top dei banchi Oggetto /situazione che ne attesta presenza/utilizzo Testi o estratti di opere che narrano di particolari elementi Qr code contenente testi immagini o link ( inquadralo con il tuo smartphone...)
Ogni elemento ha quindi Scheda chimica QR code Esperienze di laboratorio Riferimenti Letterari QR code QR code
Carte periodiche
La tavola periodica è uno spazio senza fine in cui poter giocare... Un gioco per capire il mondo!
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