DIARIO DI VIAGGIO Urbino - 11 Maggio 2017 - ISC Luciani-SS ...

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DIARIO DI VIAGGIO Urbino - 11 Maggio 2017 - ISC Luciani-SS ...
DIARIO DI VIAGGIO

                 Urbino

11 Maggio 2017            Mirko Gentili
DIARIO DI VIAGGIO Urbino - 11 Maggio 2017 - ISC Luciani-SS ...
Urbino
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Oratorio di San Giovanni Battista

                     Fu sede dell'omonima Confraternita
                     di San Giovanni Battista, a cui fu
                     unita, agli inizi del XX secolo, anche
                     quella di sant'Antonio abate, a causa
                     dell'abbattimento dell'oratorio di
                     questi ultimi situato presso borgo
                     Mercatale, e di San Giacomo
                     Apostolo.
                     La facciata esterna è stata oggetto
                     di un restauro radicale in stile
                     neogotico agli inizi del XX secolo, su
                     progetto di Diomede Catalucci.
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All'interno è possibile ammirare un imponente ciclo d'affreschi rappresentante la Crocifissione di
Cristo, nella parete dietro l'altare maggiore, e le Storie della vita di san Giovanni Battista lungo le
pareti laterali, capolavoro dei fratelli Lorenzo e Jacopo Salimbeni da San Severino Marche, databile
tra il 1415 e il 1416.

                              Crocifissione di Cristo (dietro l’altare)
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Le storie della vita di San Giovanni Battista (ai lati)
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Palazzo Ducale
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FINESTRE DI PALAZZO DUCALE
recano lo stemma della famiglia Della Rovere e l’iscrizione FD o FE DUX
                che significano: Federico Duca di Montefeltro.
La stessa iscrizione la ritroviamo in ogni manufatto all’interno del Palazzo come
                          camini e complementi d’arredo.
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CORTILE INTERNO
   DEL PALAZZO
     DUCALE

 Fulcro del Palazzo di Federico fu
progettato e realizzato da Luciano
  Laurana tra il 1466 ed il 1472.
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PARTICOLARI DELLE STRUTTURE ARCHITETTONICHE
                   INTERNE
                CAMINI E PORTE
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FINESTRE CON
SGABELLI PER
 SEDERSI AD
  AMMIRARE IL
  PANORAMA
ALCOVA DI FEDERICO
Il termine “alcova” con cui viene indicato questo cubicolo di legno in
cui si suppone Federico da Montefeltro dormisse, deriva dall’arabo e
                  significa “tenda o stanza matrimoniale”.
          All’interno infatti era collocato il letto vero e prorpio.
Fu realizzata da Fra’ Carnevale intorno al 1459-60 in occasione delle
           nozze del Duca con la giovanissima Battista Sforza.
         Le pareti sono decorate con alberi e uccelli quasi a voler
                   rappresentare un rigoglioso giardino.
 L’alcova è stata ritrovata completamente smontata e si suppone che
 le pareti decorate fossero rivolte verso l’interno per dare appunto al
         suo ospite la sensazione di dormire in un giardino fiorito.
Questa ipotesi sembra essere confermata dal fatto che sui pannelli ci
      sono delle bruciature causate dalle candele usate per illuminare
                                  l’interno.
    E’ stata rimontata “al contrario” per permettere a tutti di vedere i
                       preziosi dipinti che la ornano.
RITRATTO DI
      FEDERICO DI
     MONTEFELTRO

 Realizzato da Pedro Barruguete,
  qui Federico viene ritratto con il
   figlio Guidobaldo, colui che gli
 succederà alla guida del Ducato e
che fonderà l’Università di Urbino.
      Sono evidenti le insegne
 dell’Ordine della Giarrettiera e la
  tiara papale a simboleggiare che
 era Gonfaloniere della Chiesa di
                Roma.
   Anche qui il Duca è ritratto di
  profilo a nascondere l’occhio che
 aveva perso durante una giostra a
               cavallo.
STUDIOLO DEL DUCA
Stanza molto piccola e particolare nella parte alta
        28 ritratti di uomini illustri dell’epoca.
     I ritratti sono di Giusto di Gand e Pedro
  Barruguete. Solo la metà sono originali poiché
            molti sono al Louvre di Parigi.
I personaggi rappresentati sono tutti morti tranne
              uno, Sisto IV della Rovere.
Lo studio è noto per la decorazione delle pareti e
delle porte: completamente intarsiate.
Tutte le pareti dello studiolo sono piatte ma sembra
che ci siano degli sportelli aperti grazie ad una
illusione ottica. Sono rappresentati uno scoiattolo
simbolo di intelligenza e quindi di Federico, un cesto
di frutta simboleggiante il benessere dei sudditi del
ducato, clessidre, strumenti musicali e un flauto che,
guardandolo da quando si entra quando si esce dallo
studiolo, è sempre rivolto verso il visitatore.
SOFFITTO DELLO STUDIOLO - PARTICOLARE
Predella dell’ostia profanata - Giusto di Gand
SALA DEL TRONO
sui piccoli risono posti sul soffitto c’è la scritta Federico Conte mentre
               già sui camini figura la scritta Federico Duca
RITRATTO DI GENTILDONNA (LA MUTA) - Raffaello Sanzio

Molto probabilmente la donna ritratta è Giovanna Feltria della Rovere, figlia di Federico, protettrice di Raffaello.
 Esaminando il ritratto ai raggi x si scopre che sotto c’è un altro ritratto della stessa donna in età più giovane.
  Forse sempre la stessa Giovanna ritratta da giovane dal pittore che era poi tornato in un secondo tempo ad
                                       aggiornare il ritratto in età più matura.
Santa Caterina di
Alessandria d’Egitto
 Raffaello Sanzio
 Santa protettrice degli studenti
             universitari
Dietro al quadro c’è una supplica
in tal senso, per questo è esposta
          in questo modo.
Alle pareti ci sono degli arazzi realizzati in filo di tessuto dalla manifattura Gheblen di
Parigi, la più famosa in questo tipo di realizzazioni, e rappresentano episodi tratti dagli
                                   Atti degli Apostoli.
      La sala del trono è la più grande del palazzo e misura 630 mq di superficie.
Sala Della Jole

Giovanni Antonio da Pesaro -
  Crocifissione tra i Santi

                                           Camino di Ercole Jole
LA CITTA’ IDEALE - LUCIANO LAURANA
Dipinto che rappresenta la città ideale o l’ideale di città dell’epoca.
  Nonostante ci troviamo in pieno Umanesimo quando viene realizzato, il
 quadro non rappresenta nessuna figura umana ma solo opera dell’uomo. In
questo periodo storico, infatti, vengono realizzati progetti di città utilizzando
 solo la matematica e la geometria. In questo dipinto in particolare vediamo
       ancora il forellino del chiodo usato per stabilire il punto di fuga.
 Al mondo esistono solo 3 esemplari di quadri di questo genere: questo ad
Urbino, uno a Baltimora negli Stati Uniti d’America e uno a Berlino. Solo
     in quest’ultimo sono presenti figure femminili peraltro in lontananza.
      Nel Medioevo le città sorgevano in maniera disordinata senza una
 progettazione come quella che si deduce dal quadro. Le vie erano spesso
                     intitolate alle corporazioni e mestieri.
Nel 1861, anno dell’unità d’Italia, il quadro fu valutato 6.000 lire e attribuito a
  Piero Della Francesca, successivamente a Leon Battista Alberti e ora
               Luciano Laurana, un noto architetto dell’epoca.
- VASCA DA BAGNO DI FEDERICO -

    Nei sotterranei del Palazzo Ducale non c’erano le prigioni poiché Urbino era talmente ben protetta e
                   fortificata che non era proprio possibile per i nemici arrivarci fisicamente.
Per questo motivo nei sotterranei c’erano una parte della stalla, le tubature che riscaldavano la vasca da bagno
  di Federico, la neviera. Il sistema di tubature che scaldava il palazzo e la stanza da bagno di Federico è di
                  ispirazione romana, la stessa cioè che usavano i Romani nelle loro Terme.
Lavanderia: stanza in cui venivano lavati panni e poi messi ad asciugare su
                     alcuni anelli piantati sul soffitto.
La NEVIERA
pozzo conico in cui si raccoglieva la neve che scendeva abbondantemente all’epoca e
 veniva utilizzata per conservare i cibi. Tutti i palazzi di un certo rango avevano una
                            neviera che fungeva da freezer.
TEATRO SANZIO
La costruzione del Teatro Sanzio di Urbino comincia nel 1845 e nel 1853 venne inaugurato con la
                                    rappresentazione de "Il trovatore" di G. Verdi.
  Prima di allora, gli spettacoli teatrali venivano nessi in scena nel Teatro dei Pascolini all’interno del Palazzo
                                                    Ducale stesso.

Per la realizzazione del progetto furono interpellati due architetti del tempo: il senigalliese Vincenzo Ghinelli ed il
 veneziano Giambattista Meduna, famoso all'epoca per aver diretto la ricostruzione del Teatro La Fenice di
                                                       Venezia.
  Venne scelto il progetto del marchigiano perché oltre ad essere più economico prevedeva delle interessanti
 soluzioni per la sistemazione di tutta l'area circostante il Teatro: il Portico di Corso Garibaldi fino al Palazzo
 Albani, la sistemazione a giardino del Pincio, l'esedra davanti l'ingresso realizzata per facilitare il transito delle
                                                       carrozze.

 La facciata in laterizio, è divisa in due ordini da un'alta fascia architravata sorretta da semicolonne doriche. La
 parte centrale è decorata da due sfingi a bassorilievo in pietra. All’interno i tre ordini di palco sono disposti a
  ferro di cavallo, he per la tradizionale disposizione a ferro di cavallo dei 3 ordini di palco, la volta presenta un
affresco di Raffaele Antonioli di Gubbio e il sipario è decorato con una scena raffigurante la Gloria d'Urbino,
                                  ad opera dell'artista urbinate Francesco Serafini.
   Sulle balaustre dei palchi erano dipinti ritratti gli uomini illustri di Urbino ma sono andati perduti nel corso
                                     dell’ultima ristrutturazione avvenuta nel 1970.
  Nell’atrio ci sono due busti, uno del 1853 raffigurante Raffaello Sanzio, opera di Carlo Finetti, e l'altro di
                              Bramante realizzato dallo scultore Giambattista Pericoli.
FINE
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