Percorsi d'esperienza Sezione FARFALLE
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Idee e azioni a cura di: Adjia Alessandro Ali Anita F. D. Anita L. Arone Chloe Daniele Delia Diego Giovanni Giulia Giuseppe Kevin Irene Leonardo Matilde Matteo Mia Nicolò Riccardo M. Riccardo T. Sofia Vittoria Immagini e racconti a cura di: Claudia, Francesca, Gea, Roberta, Silvia V.
Alle mani sapienti Agli audaci corpi Alle idee nascenti Ai Bambini e alle Bambine Che hanno dato vita ad ogni istante di questo percorso
Cari mamme e papà, cari bambini, ecco arrivato il tempo dei racconti, il tempo in cui prendono forma i ricordi del tempo trascorso insieme. Vogliamo provare a riassumere in questo piccolo libro l’Anno Educativo che volge al termine, con la moltitudine di emozioni che ci ha regalato. Abbiamo imparato ogni giorno di più l'importanza di stupirci e di meravigliarci, come voi, di ogni nuovo incontro e di ogni nuova scoperta, con entusiasmo e fiducia. In un perfetto alternarsi tra gli spazi interni e il grande giardino, le vostre azioni ci hanno guidato nella costruzione di percorsi d'esperienza che hanno visto crescere competenze, linguaggi e relazioni. È difficile, o forse impossibile, condensare in queste pagine la quantità di momenti a cui, ognuno di voi in modo diverso, ha saputo dare significato. Ma proveremo a descrivere l'evolversi dei vostri interessi e le nostre scelte per sostenerli, nel pieno rispetto delle soggettive attitudini, con l’obiettivo di costruire intorno a voi un tempo ed uno spazio in cui sperimentare e sperimentarvi. Un luogo denso di opportunità ed occasioni in cui essere bambini nella pienezza del suo significato. Da settembre ad oggi sono nati questi tre percorsi: ❖ Suoni e movimento ❖ Dieci piccole dita ❖ Dagli impasti ai fiori Tutto è accaduto in un ambiente in cui fossero possibili l’errore e l’autocorrezione, l’ipotesi e la verifica, l’esperienza del rischio e la scoperta del limite, sempre mutevole e mai definitivo e la possibilità di affinare le proprie abilità manuali e di creare connessioni tra teoria e pratica attraverso l’esperienza del riflettere e del progettare. Il contributo di tutti voi bambini li ha resi ricchi, interessanti, coinvolgenti e soprattutto indimenticabili. Il nostro compito è stato quello di osservare e attribuire significato al vostro agire, predisponendo strumenti che lo sostenessero in ogni sua espressione. “L’apprendimento non avviene attraverso la trasmissione o la riproduzione, l’apprendimento è un processo di costruzione nel quale ciascun individuo costruisce le ragioni, i “perché” e i significati delle cose.” Carla Rinaldi
Suoni e movimento Nasce tra i bambini un grande interesse: cantare, e battere sul tunnel in giardino come fosse un tamburo, e passare dei legnetti sulla ringhiera ascoltando divertiti il suono prodotto. Al grande piacere di produrre suoni si unisce il grande piacere che scaturisce dal gioco senso-motorio. Con questo percorso, che stiamo per raccontarvi, ci siamo poste l’obiettivo di sostenere l’uno e l’altro bisogno dei bambini. Correre ….. ….. Suonare “Il gioco senso-motorio si caratterizza per la presenza di brusche rotture toniche e di sollecitazioni intense che si esprimono con corse, salti, rotolamenti, cadute, equilibri e disequilibri. In generale, è presente un coinvolgimento corporeo intenso sia sul piano emotivo che fisico: il corpo viene usato per conoscere il mondo e conquistarlo; al bambino non interessa il risultato della sua azione, quanto piuttosto l’intenso piacere di essere dentro il movimento e di sperimentare il proprio corpo nelle sue potenzialità. Spesso questo gioco non viene percepito dagli adulti come gioco, ma come semplice “movimento” fine a se stesso. In realtà, da circa 18 mesi fino ai 7-8 anni, il gioco senso-motorio ha un’importanza significativa nello sviluppo del bambino e nella sua esperienza di sé. Attraverso quest’attività il bambino arriva a sentirsi autonomo, indipendente e acquisisce la consapevolezza di essere un corpo intero e integro.” P.F. 0-6
Decidiamo di assecondare la curiosità sonora dei bambini e di sfruttare le belle giornate di inizio autunno per “ascoltare” il giardino Silvia: “Che rumori ci sono oggi?” G.: “Sento gli uccellini” R.: “Anche le foglie!” G.: “Lanciamo le foglie!” Lanciamo le foglie, le guardiamo e le sentiamo cadere, passiamo con i nostri piedi sulle foglie e le sentiamo scricchiolare. E le foglie diventano protagoniste: il loro scricchiolio prodotto dai piedi si trasforma in un’esperienza. _________________________ E dall’ascolto si passa al movimento: ❖ Entrare uscire ❖ Scavalcare ❖ Saltare ❖ in equilibrio su superfici instabili _________________________
Correre tra le foglie diventa un appuntamento ed un piacere quotidiano In diversi punti del giardino si formano distese sonore che i bambini cercano e sfruttano con grande entusiasmo. All’arrivo dei giardinieri, che avevano il compito di pulire il giardino dalle foglie decidiamo di preservare questo interesse e, con l’occasione, di diversificarlo dandogli la forma di un vero e proprio percorso… ____________________ Iniziano i lavori: selezione dei materiali … ____________________ _____________ … Trasporti _____________
_______________________ ….Posa e sperimentazione _______________________ Per diverso tempo questo percorso sensoriale attrae molti bambini. Diventa ad un certo punto lo scenario della storia “A caccia dell’orso” : ➢Il campo di erba frusciante ➢Il fiume freddo e fondo ➢Melma densa e limacciosa ➢Il bosco buio e fitto ➢La tempesta di neve che fischia E poi tutti sotto al piumone…
Nel frattempo anche nella mud Kitchen pentole, piatti, forchette e mestoli diventano produttori si suoni e rumori che generano molta soddisfazione e suggeriscono nuove sperimentazioni. I gesti e le azioni dei bambini sono tutte finalizzate alla produzione di suoni e rumori…. Battere i cucchiai sulle pentole; Soffiare in un imbuto di metallo; Passare un bastoncino sulla tavola di legno
Per rilanciare il percorso decidiamo di utilizzare gli stessi materiali (legno e metallo) inserendoli in un pannello mobile. _____________________ Scopriamo che si possono ottenere molti suoni sul pannello con varie combinazioni dei materiali e degli strumenti proposti, ai quali la libera e spontanea iniziativa dei bambini aggiunge ciò che l’ambiente circostante offre. _____________________
In un giorno di pioggia decidiamo di proseguire il percorso all’interno del salone mettendo il pannello del suono nella zona che utilizziamo per le attività motorie. Ed ecco ricrearsi spontaneamente l’intreccio tra suono, azione e corpo. I bambini prendono possesso dello spazio dove sono presenti scatole di cartone, sedie e triangolo di Pikler; entrano ed escono dai cartoni, suonano sulle sedie e sulle panchine, cantano usando il pannello.
Questa ambientazione fatta di motorio e sonoro viene proposta più volte e con la ripetitività delle azioni arriva anche l’intenzionalità. Ripetendo esperienze o azioni si arriva a padroneggiare un determinato gesto per ottenere una certa qualità di suono. L’attenzione si sposta dal gesto al risultato sonoro, per arrivare all’intenzionalità musicale. Contemporaneamente il piacere senso motorio inizia a focalizzare movimenti sempre più diversificati. ______________________________ L’indagine sulla produzione di suoni procede anche con strumenti ludici diversi: una macchinina che si muove su superfici diverse produce suoni diversi. La stessa ricerca coinvolge bambini diversi…. ______________________________
“La capacità di comprendere la musica è importante perchè l’ascolto e la produzione musicale diretta sono esperienze quotidiane: sviluppando questa attitudine il bambino imparerà ad apprezzare e ascoltare la musica con una consapevolezza che renderà la sua vita più ricca di significato”. Edwin Gordon ____________ Cercare, produrre, ascoltare suoni diventa per molti bambini motivo di costante ricerca ed interesse…… ____________
“Dal punto di vista cognitivo: Il cervello stimolato musicalmente è più ricco di connessioni sinaptiche, più malleabile ed è dimostrato come la musica supporti tutte le attività cognitive, a partire dall’apprendimento del linguaggio. Studi recenti sostengono che il canto possa aiutare il bambino a imparare le lingue, in quanto ne facilita la segmentazione, ossia l’estrapolazione e il riconoscimento delle parole. Linguaggio e musica per svilupparsi coinvolgono le stesse funzioni cognitive e in parte anche le stesse strutture neurali. Intonazione, ritmo, durata, tono, intensità e accenti sono elementi comuni a linguaggio e musica.” (P.F. 0-6) ____________________________________________________ “Dal punto di vista emotivo: La musica insegna fin da subito ad ascoltare se stessi, la propria voce e le proprie emozioni, per dar loro una forma. L’uso consapevole della voce e di un movimento esplorativo e fluido migliorano la conoscenza del proprio corpo e della propria interiorità. Tutti possiamo cantare, tutti nasciamo con un’attitudine musicale che ci dà la possibilità di esprimerci creativamente e di entrare in relazione con gli altri. L’ascolto, fin dalla più tenera età, di musica cantata con sillabe neutre in un ambiente curato e attento alle esigenze del bambino, facilita l’apprendimento musicale e favorisce la sua crescita affettiva e relazionale.” (P.F. 0-6)
In gioco senso-motorio in giardino ha mantenuto un grande coinvolgimento dei bambini prendendo via via forme e percorsi diversi ed articolati . Lo abbiamo sostenuto e rilanciato utilizzando strumenti di recupero: grossi tubi di cartone, bobine, pneumatici, assi di legno. Con tutti questi elementi i bambini hanno liberamente agito nella costruzione stessa dei setting su cui sperimentarsi. La stessa progettazione è diventata occasione di coinvolgimento ed elaborazione, sostenendo parallelamente la relazione ed il confronto tra i bambini. ____________________________________________________
IL GIOCO SENSO-MOTORIO “Attraverso quest’attività il bambino arriva a sentirsi autonomo, indipendente e acquisisce la consapevolezza di essere un corpo intero e integro. Il motore del gioco è il piacere fisico ed emotivo derivante dal movimento che porta alla ricerca continua dello stesso. Gli psicomotricisti lo definiscono centripeto (diretto verso di sé) oppure centrifugo (diretto verso l’esterno). Nel primo caso abbiamo giochi di contatto con se stessi, sensazioni propriocettive e cinestesiche; nel secondo caso, il movimento è attuato per conoscere cose nuove, a scoprire lo spazio e il mondo oggettuale. Entrambi possono essere settoriali (coinvolgendo solo alcuni segmenti corporei) o globali attraverso l’interezza del corpo del bambino). Nel gioco sensomotorio, in generale, è importante che l’adulto: strutturi un ambiente favorevole a permettere l’esperienza; colga l’attività del bambino in modo positivo e la sostenga.” Percorsi Formativi 0-6
Arrampicata: tra 2-3 anni. È un passaggio importante nella maturazione del bambino sia dal punto di vista motorio per la coordinazione richiesta dall’azione sia perché, arrampicandosi, il bambino sfida se stesso e il mondo, cercando di conquistarlo da una nuova posizione. Salto verso il basso, che viene dopo la scalata: Il bambino mette alla prova il proprio potere per vincere la forza di gravità e volare. A seguito dell’atterraggio, inoltre, sperimenta una aumentata consapevolezza dei propri limiti, il ritrovamento di sé (come corpo intero) e sviluppa il principio di realtà. ___________________ CHILDREN YOGA POSES Il movimento spontaneo del corpo è un’irrinunciabile fonte di benessere per i bambini, che in uno dei momenti di igiene e cura in bagno decidono di fare la posizione del delfino ….. ____________________
Dieci piccole dita Nello nostro spazio dedicato alla motricità fine, un vassoio molto apprezzato era quello delle scatole a sorpresa, in cui alcuni contenitori, in particolare i barattoli con tappo a vite, risultavano sempre troppo difficili per i bambini da aprire autonomamente. A partire da questo osservazione abbiamo pensato di proporre, come centro di interesse, del materiale che offrisse l’occasione di sperimentare insieme la motricità fine e la coordinazione oculo-manuale. La viteria grossa, con dadi e bulloni, catenelle, ganci a vite, piccole rondelle, si prestava particolarmente a offrire spunti interessanti: è un materiale inusuale per i bambini, che di solito lo vedono maneggiare dagli adulti, e per questo ne sono incuriositi; attira per la sua lucentezza, per le forme e le finiture diverse che presenta al tatto; consente esplorazioni diverse a ciascun bambino, secondo il proprio istinto e la propria curiosità. Nel “centro di interesse” l’esperienza nasce dal desiderio spontaneo del bambino di partecipare.
Il primo setting prevedeva il lavoro al tavolo, con la viteria al centro in un vassoio grande e un vassoio più piccolo per ogni bambino. Ciascuno ha scelto i propri pezzi e si è messo a studiarli con interesse, cercando di scoprire che cosa “poter fare”. Il fulcro principale del loro lavoro era proprio il cercare di interesse “combinare” insieme i diversi elementi che avevano a disposizione, più che cercare di accoppiare viti e bulloni per avvitarli insieme, cosa cui si è interessato solo a uno di loro. La concentrazione era visibile nelle espressioni del viso di ciascuno e nel silenzio con cui tutti accompagnavano il lavoro delle mani. concentrazione “La mano è quell’organo, fine e complicato nella sua struttura, che permette all’intelligenza non solo di manifestarsi, ma di entrare in rapporti speciali con l’ambiente: l’uomo prende possesso dell’ambiente con la sua mano e lo trasforma sulla guida dell’intelligenza, compiendo così la sua missione nel gran quadro dell’universo.” M.Montessori Il segreto dell’infanzia silenzio
Nella fase successiva, abbiamo introdotto un altro materiale che consentisse ai bambini maggiore interazione con quanto avevano già sperimentato: barattoli in metallo, con fori di dimensioni diverse che si adattavano a quelle della viteria a disposizione. Infilo… soddisfacenti tentativi… Il setting così predisposto ha attirato l’interesse di un maggior numero di bambini: al gruppo iniziale, composto da Delia Diego, Giuseppe, Chloe e Matteo, si sono aggiunti Riccardo T., Riccardo M., Anita L. e, in un secondo momento, anche Leonardo e Alessandro. “guarda!”
Il maggior interesse continuava evidentemente ad essere quello di infilare, inserire ed estrarre, molto più che non avvitare/svitare come avevamo pensato in un primo momento. Per questo, nella proposta successiva abbiamo introdotto un materiale che potesse essere forato dai bambini stessi utilizzando le viti a disposizione: un grande pannello di polistirolo. Abbiamo portato il lavoro all’esterno, posizionando il pannello su un telo a terra con al centro la cassetta contenente viti e barattoli. L’attenzione iniziale si è comunque concentrata sul barattolo, replicando l’esperienza fatta al tavolo… …ma ad un certo punto si è rivolta decisamente al pannello di polistirolo, che i bambini hanno iniziato a forare non solo con le viti a disposizione, ma anche con rametti raccolti in giardino.
Scoperte… Inserire… Estrarre… Cosa sono quei pallini bianchi? Estrarre… Anita iniza a staccare pezzetti Inserire… di polistirolo l’azione di Anita usando le dita e li incuriosisce mette in uno dei Mia che la osserva contenitori a attentamente disposizione… Anche Mia inizia a interessarsi a queste “palline” bianche…
Lavorare all’aperto ha messo in qualche modo più “in luce” il nostro centro di interesse, al quale si sono avvicinati anche bambini che prima non avevano mai sperimentato con questi materiali. Mentre l’attenzione degli esperti era decisamente ormai catalizzata dal pannello di polistirolo e dal micro-lavoro che staccarne pezzetti sempre più piccoli, fino ad arrivare alle singole palline, per gli ultimi arrivati l’elemento di interesse rimaneva invece la ferramenta, e con i loro gesti ripercorrevano le esperienze fatte dai compagni durante gli step precedenti. . Adjia studia il funzionamento del moschettone a vite: vuole estrarre l’anello Giuseppe fora Arone infila
Per permettere ai bambini di ripetere l’esperienza finchè non avessero esaurito l’interesse, in una giornata di pioggia abbiamo riproposto il setting all’interno, sul tavolo, prima utilizzando il pannello di polistirolo intero e poi preparando spazi di lavoro singoli, in cui ogni bambino aveva a disposizione tutti i materiali utilizzati sin dall’inizio: il vas- soio in cui raccogliere i “propri” pezzi, un barattolo forato e il polistirolo. In questo modo, anche l’esplo- razione si è diversificata i bambini hanno: ● raccolto tanti pezzi di ferramenta sul polistirolo; ● sperimentato la diversa sensazione che dà infilare nel polistirolo e nel ba-rattolo forato; ● infilato con ordine e grande concentrazione le sue viti nel polistirolo.
Qualcuno si è dedicato ad esplorare l’uno o l’altro degli elementi: ● dopo un breve interesse per la ferramenta, la concentrazione si è spostata sul pannello di polistirolo, lavorando con minuzia, facendo tanti piccoli buchi con le dita, e sbriciolandolo e osservando le palline che ne risultavano e che si attaccavano alle mani; ● per quaklcuno il pannello di polistirolo è diventato un vassoio per appoggiare le proprie viti, per poi ha continuare ad infilare nei buchi del barattolo di acciaio.
Successivamente, decidiamo di riproporre l’esperienza con viti, bulloni e barattolo nella nostra area dedicata alla motricità fine e al gioco logico- strategico. In questo modo, anche bambini che prediligono il lavoro individuale, in cui si possono concentrare singolarmente, decidono di sperimentare questi materiali, e chi già ne aveva fatto esperienza li ritrova sempre a disposizione. Chi aveva già sperimentato con viti e . bulloni, può decidere di continuare a farlo finché la sua curiosità lo sostiene Per qualche settimana, questo diventa il lavoro preferito di alcuni bambini …e il polistirolo? Un giorno arriva al tavolo dell’atelier e qualcuno decide di provare a colorarlo
Dagli impasti ai fiori Il grande interesse dei bambini per il tavolo degli impasti, durante l’accoglienza del mattino, ci ha suggerito di proporre un percorso specifico in cui sostenere la scoperta e il piacere delle mani di plasmare e modellare. La manipolazione è un’esperienza che ha molteplici valenze e permette al bambino di acquisire fiducia e sicurezza nelle proprie abilità. Sul piano emotivo spesso rappresenta un’occasione per scaricare alcune tensioni, rivivere il distacco attraverso la capacità della materia di separarsi e riunirsi tornando ad essere un tutt’uno. Schiacciare, tagliare battere, manipolare l’impasto con forza oppure con delicatezza, separare e unire pezzi grandi o piccoli, creare forme che talvolta danno vita a simbolici immaginari, attraverso la manipolazione i bambini sperimentano la possibilità di agire nel mondo e sul mondo, modificandolo secondo la propria intenzionalità attraverso il corpo e soprattutto attraverso le mani. Attraverso la manipolazione, il bambino può elaborare il suo vissuto legato alla nutrizione, fisica e affettiva, con la madre. Inoltre, la materia plasmabile e modellabile gli consente di sperimentare l’autoefficacia, che va a rinforzare il senso di autostima e l’autonomia.
Ho iniziato offrendo ai bambini la pasta di sale ed alcuni utensili come mattarello, coltelli, formine, forchette. I bambini hanno subito provato il piacere di manipolare il mate- riale e si sono lasciati incuriosire dalle scoperte che pian piano facevano. Ognuno di loro ha lasciato il proprio segno sulla pasta di sale scegliendo strumenti e modalità diverse: Anita usava forchetta e coltello per tagliare l’impasto Irene, dopo aver formato Matilde ha lavorato con le una pagnottella, ha fatto tanti mani e con il mattarello buchini con le dita. Diego ha usato il coltello per tagliare l’impasto
Le mani rappresentano la capacità di fare e modificare il mondo a propria immagine, così come anche la capacità di prendere e dare: prendere ciò di cui si ha bisogno e dare agli altri, in un confronto arricchente che è insito nella nostra natura di esseri profondamente sociali ed orientati alla relazione di scambio, emotivo e materiale, con l’altro.
All’aperto… L’esperienza in giardino ha consentito ai bambini di arricchire liberamente la proposta iniziale, andando alla ricerca di materiali naturali che attirassero la loro curio-sità e il loro interesse. Alcuni hanno raccolto legnetti, altri erba e fio-ri, e li hanno aggiunti ai loro impasti come elementi decorativi, o li hanno impiegati come utensili.
Nella successiva proposta ho offerto ai bambini dei rametti di rosmarino e la curcuma. Li hanno toccati, osservati ed annusati, lasciando coinvolgere la vista, l’olfatto e il tatto in questa nuova esperienza. Sostenendo la grande curiosità che mostravano per questi nuovi elementi ho proseguito aggiungendo insieme a loro la curcuma alla pasta di sale. Con le loro piccole dita spingevano la sostanza dentro all’impasto che diventava giallo e aggiungeva stupore alla soddisfazione…anche la punta elle dita avevano cambiato colore!!! Anche i rametti di rosmarino hanno suscitato molto interesse e sostenuto diverse azioni… Per Adjia, un rametto era la candelina di una torta Matteo, Alessandro, Sofia e Leonardo invece li usa- vano per fare tanti buchini nell’impasto. Li infilavano e poi, stac- candoli, osservavano se i rametti erano sporchi; quindi ripetevano il lavoro. LA CONCENTRAZIONE ERA ALTISSIMA!!
Osservando le molteplici azioni ed interazioni, messe in atto dai bambini, con gli elementi naturali scelti liberamente (erba e rametti) o da me offerti (curcume e rosmarino) ho pensato di aggiungere conchiglie e sassi. Dopo aver formato una specie di tortina i bambini hanno affondato nell’impasto i sassi e le conchiglie. Ripetevano più volte il gesto, togliendo gli elementi, osservando il buco rimasto nella pasta di sale e poi di nuovo, con elementi diversi in cerca di diversi effetti. I bambini procedono nella scoperta delle proprietà fisiche del mondo attraverso il principio di causa- effetto, nel susseguirsi di tentativi e verifiche, fino a quando trovano soddisfazione alla curiosità che li spinge ad apprendere.
Abbiamo pensato di offrire una diversa occasione di scoperta portando un melograno. Lo abbiamo tagliato e osservato insieme i chicchi color rosso intenso e li abbiamo anche assaggiati!! Alcuni bambini si sono divertiti a sgranare il frutto con le dita, chicco per chicco, e ad inserirli nell’impasto, che dopo un po’ si è colorato di rosa. Altri, invece, hanno preferito usare il coltello per togliere i grani.
Abbiamo riproposto l’impasto ai bambini partendo dall’inizio, cioè offrendo loro la possibilità di unire da soli gli ingredienti. Ognuno di loro aveva a disposizione un barattolino con un po’ di sale, uno con la farina e una bottiglietta con dell’acqua. I. Versare II. Mischiare III. impastare Alcuni impasti sono risultati troppo molli aggiungendo un po’ di farina, l’impasto diventava più compatto e non si attaccava alle mani. Al contrario altri erano troppo duri e serviva l’aggiunta di altra acqua. La soddisfazione di mischiare da soli gli ingredienti per formare un impasto personale era evidente quanto la meticolosa attenzione per ogni gesto.
Dopo aver lavorato con la pasta di sale, abbiamo pensato di far conoscere ai bambini l’argilla. E’ un materiale naturale, piacevole al tatto perché fresca e si lascia modellare con facilità, perché molto morbida. Partendo dal presupposto che l’apprendimento si sviluppa attraverso l’agire, abbiamo dato ai bambini la possibilità di fare, senza pensare al risultato finale. La prima volta, mostrando loro il panetto di argilla, di colore marrone e la prima sensazione è stata: ” Sembra cioccolato”. L’approccio al nuovo materiale è stato positivo, infatti i bambini l’hanno toccato e manipolato incuriositi. Ognuno aveva a disposizione un pezzetto d’argilla da conosce con i propri tempi. I bambini toccandola hanno notato che le mani si sporcavano di marrone.
Manipolare l’argilla è un’esperienza creativa e sensoriale davvero unica. L’argilla ha in sé tutte le caratteristiche per consentire un’esperienza manipolativa libera, autonoma, che coinvolge tutti i sensi. È un materiale naturale, proviene dalla terra, è umida, ha un buon profumo, è piacevole al tatto, è fresca, morbida e si lascia modellare con facilità. È una materia affascinante, non solo per la sua straordinaria plasticità, ma anche perché si trasforma in modi diversi. Vediamone alcuni: ❖- si può utilizzare in forma solida, in polvere o liquida; ❖- al tatto si presenta fredda, ma manipolandola si scalda; ❖- sotto l’azione dell’acqua si scioglie e all’aria si asciuga. Quest’ultimo aspetto, in particolare, entusiasmato i bambini. Più manipolavano e più le mani prendevano colore.
I bambini hanno toccato, impastato, schiacciato, spezzettato e appallottolato. Ad ognuna di queste azioni corrispondeva un modo diverso di usare le mani e quindi di accrescere le competenze e la loro soddisfazione. ”Torta Una mattina, durante tortina, se l’appuntamento diventi bella quotidiano con l’argilla si ti do la intona questa caramella…”. canzoncina che presto diventa contagiosa, e soprattutto si ripete spesso, non solo durante la manipolazione dell’argilla , ma anche fuori in giardino.…. Ed è così che il nostro percorso cambia scenario, si allarga a nuove scoperte, nuove sensazioni, e nuovi apprendimenti.
Inizia un periodo di grandi scavi che coinvolge sempre più bambini. L’interesse per la manipolazione e gli impasti non viene meno, ogni mattina infatti, durante l’accoglienza non ci facciamo mai mancare un lungo tempo dedicato alla ripetizione di questa scoperta. Ma appena arriviamo in giardino i bambini cercano il contatto con la terra, A volte si presenta umida, altre asciutta ma, proprio come l’argilla regala lunghi momenti di piacevole concentrazione •Scavare •Riempire •Rovesciare •Cantare •Osservare •Intuire •Apprendere
Durante le attività di scavo hanno iniziato a nascere, insieme a torte e tortelle, buchi e buche, su cui i bambini ogni giorno tornavano a portare il proprio interesse e un alacre lavoro. Arrivata la primavera abbiamo pensato di finalizzare la creazione di queste buche all’accoglienza e custodia di bulbi, di cui poterci prendere cura, e da cui poter osservare la nascita di fiori. Dopo averli sotterrati abbiamo iniziato ad innaffiarli quotidianamente in attesa di qualche risultato. I lavori di giardinaggio che hanno appassionato tutti per qualche settimana ci hanno suggerito una grande idea…..
Avvicinandosi la festa della mamma abbiamo pensato che nessuno più delle nostre mamme avrebbe potuto dare un grande significato a questa passione. Preparare insieme a loro un giardino di cui continuare a prenderci cura le avrebbe rese ancora più presenti e partecipi delle nostre giornate. Abbiamo quindi predisposto con i bambini una grande aiuola e atteso il loro arrivo….. ...Ed ecco il magnifico risultato
________________________________ Ed ecco un giorno davvero speciale: per arricchire il nostro “giardino delle mamme” decidiamo di andare al mercato a comprare qualche piantina. Con il nostro pedibus siamo partiti , attraversato strade, incontrato persone e animali, cantato canzoni e poi finalmente abbiamo trovato tantissimi fiori profumati e colorati…. c’era solo l’imbarazzo della scelta!!!! ________________________________
____________________ Li abbiamo trapiantati e ora non resta che innaffiare e …. Continuare a vederli crescere …….. ____________________ Anche voi cari bambini e bambini continuerete a crescere e a noi non resta che lasciarvi andare. Ci mancheranno i vostri gesti, i vostri sorrisi, le vostre voci e i vostri abbracci, vi auguriamo buona vita, buone intuizioni, tanto amore e tante tante SODDISFAZIONI! Claudia , Daniela, Gea, Francesca, Roberta, Silvia G,. Silvia V., Virginia
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