PALANZO IN MOSTRA - JSC15
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Crediti fotografici Pagine 12 e 14-15, foto di Maurizio Gabbana. La fotografia di copertina e delle opere esposte sono di Luigi Siclari. CON IL PATROCINIO DEL COMUNE DI FAGGETO LARIO © New Press Edizioni 2019
PALANZO IN MOSTRA 15 - 29 giugno 2019 A cura di Roberto Borghi Stefano Ceresa NEW PRESS edizioni DRIOLI agende
SOMMARIO 7 Preludio al silenzio 11 Glosse a Palanzo ITINERARIO ESPOSITIVO 16 Carmen Molteni 20 Alberto Colombo 24 Jeannette Müller 28 OLO creative farm 34 Ornella Piluso Topylabrys 38 Roberto Biondi 45 I volti di Palanzo 47 Coro Voci del Lario 49 Laboratorio espressivo per bambini 51 Associazione Amici del Torchio di Palanzo 53 Programma degli eventi
PRELUDIO AL SILENZIO Stefano Ceresa Palanzo è una della tre frazioni di cui L’abitato presenta un assetto compatto è composto il comune di Faggeto in cui si può ancora oggi distinguere la Lario. Situato a mezza costa sul monte gerarchia dei percorsi tra le abitazioni Palanzone, con i suoi 596 metri s.l.m. e delle vie che portavano ai campi. è uno dei paesi più elevati del Lario. La struttura organizzativa del nucleo Il suo vero primato tuttavia consiste non è ascrivibile a una pianificazione nella posizione privilegiata in direzione di epoca antica, è piuttosto d’impianto sud-ovest: qui il sole risplende medievale come si può rilevare per la maggior parte della giornata dall’irregolarità dei tracciati interni. garantendo al paese una fertilità Nonostante ciò si possono individuare ottimale del suolo. Nel corso dei secoli due vie principali: la prima collega questa peculiarità è stata incrementata longitudinalmente il borgo ai terreni trasformando il ripido pendio agricoli scendendo fino al lago, montuoso in pianeggianti la seconda congiunge la cima terrazzamenti agricoli, che ancora oggi della montagna con la riva di Palanzo circondano il nucleo abitativo. attraversando verticalmente il paese. Un tempo, tra la fine Via all’Approdo – come si chiama di un terrazzamento e l’inizio dell’altro, quest’ultima strada sulla quale crescevano delle viti da cui si affacciano gli edifici più antichi si ricavavano abbondanti quantità e significativi – costituisce l’asse d’uva nera. L’intero terrazzamento, prioritario al cui margine si trova fino al successivo filare, veniva coltivato la chiesa e al centro il torchio. a frumento, verdura o alberi da frutto. La chiesa con la sua piazza, pur inserita L’abilità degli abitanti nel realizzare nel borgo, è dislocata in una posizione i muri terrazzati con il solo impiego predominante che ne evidenzia della pietra ricavata in loco, e posata il ruolo di guida spirituale poi a secco, ha fatto sì che queste vere della comunità. e proprie architetture siano tuttora ben A uno sguardo dall’alto, Palanzo risulta visibili, e rappresentino pertanto degli un borgo costituito da fabbricati elementi caratterizzanti del territorio. omogenei, come se fosse un unico Palanzo sorge su un territorio solido e edificio articolato in più cellule asciutto, costituito in modo prevalente abitative dalla struttura labirintica. da materiale morenico-calcareo, da cui Le case sono accostate tra loro senza a volte emergono i massi erratici. cesure: in questo modo non si rilevano 7
spazi aperti all’interno del paese. in quel determinato momento. Nel suo complesso il paese è tuttora Palanzo invita a rallentare il proprio com’era all’origine: ancora oggi ritmo di vita e accompagna a riflettere: l’architettura sembra essere nata non lo si può percorrere senza sentire spontaneamente, priva com’è il bisogno di fermarsi a pensare. di un’organizzazione preordinata Attraversare Palanzo è come del tessuto urbano. percorrere un sentiero in alta Palanzo non è un paese per tutti. montagna sospeso su ripidi pendii, Saper trascorrere del tempo come muoversi in uno spazio senza al suo interno è un’esperienza carica limiti qual è il deserto, come di emotività, e chi sa fermarsi camminare sulla gola di un ghiacciaio per ascoltare può capire il dramma o nuotare in mezzo al mare, come che c’è nel suo intimo. percepire l’atmosfera di un’antica Ci sono luoghi, più di altri, rovina. C’è qualcosa di drammatico che suscitano emozioni, fanno affiorare e di eterno in tutti questi paesaggi così ricordi che possono avere le più varie come a Palanzo. Sostarvi non è facile, sfumature. Luoghi capaci di riportarci richiede fatica, ma chi riesce a farlo alla mente impressioni passate è appagato da una vista bellissima, o desideri futuri, o più semplicemente ricca di pathos, di emozione interiore il piacere di trovarsi proprio lì e commozione estetica. 8
Palanzo non è un paese per tutti. i materiali – pietra e legno – Non può essere capito da chi per costruirvi nello stesso luogo non ha la pazienza di ascoltare le strade, le case e poi ancora le stanze. i suoi lunghi silenzi o, al contrario, La natura si è poi ripresa ciò che è suo da chi non riesce a trascorrere di diritto: muschi e licheni ricoprono la propria esistenza in questa intensa la superficie delle cose e tutto ritorna condizione di silenzio interiore. al suo posto sotto altre forme. Il suono che rintocca nel paese è muto L’uomo ha costruito sapientemente e sordo, ed è lo stesso che si ripete Palanzo con ciò che era a disposizione da sempre: il silenzio d’altra parte sul territorio. Ora sono invece non conosce varianti di timbri. Palanzo gli edifici che plasmano la vita è fatto dalle stesse componenti di ogni dei suoi abitanti. luogo: le sue montagne, le valli, Palanzo non è un paese per tutti, e poi ancora le pozze d’acqua abitano ma chi sceglie di viverci lo fa in quanto questi scenari prim’ancora dei padri è consapevole che una realtà e dei loro figli, ma ciò che il padre architettonica in simbiosi con la natura ha fatto è stato di chiedere in prestito consente di vivere bene. 9
GLOSSE A PALANZO Roberto Borghi Nel significato corrente, la glossa inspiegabile che è propria è un commento posto a margine di ogni creazione artistica di un testo, oppure tra le linee – così come delle «locuzioni delle pagine sulle quali fluisce arcaiche e rare» –. D’altra parte la scrittura, finalizzato a chiarire neppure il “dettaglio” di Palanzo il significato di alcuni termini sul quale ciascun artista o di certi passi oscuri. All’origine si è focalizzato ha bisogno di essere però questa bella parola designava chiarito, semmai di venir avvolto essa stessa, come si può leggere da una luce che ne rilevi sulla Treccani, «una lingua l’indecifrabile attrattiva. o un vocabolo che ha bisogno Perché questo discorso abbia di spiegazione», e in particolare un senso, è necessario immaginare «certe locuzioni arcaiche, Palanzo come un testo: magari dialettali, o comunque rare» come un racconto. E in effetti che, soprattutto in età alessandrina, l’itinerario espositivo all’interno erano «oggetto di studio del borgo ha una sorta da parte dei grammatici o dei poeti di andamento narrativo dotti». Gli artisti coinvolti che si snoda dalla zona intorno in “Palanzo in mostra” hanno creato al torchio – fulcro sociale, ancor opere che rappresentano delle prima che economico, della vita glosse a Palanzo, nell’accezione del paese fin dal tardo Medioevo – odierna del termine: i loro lavori alla chiesa della Madonna infatti sono come delle chiose, del Soldo. dei commenti a margine Si inizia da una corte in cui del paese, e in alcuni casi delle vere sono esposte delle grandi tele e proprie postille interlineari situate di Alberto Colombo che si fra le traiettorie dei vicoli. misurano con la visione del lago Richiamandosi al significato offerta da Palanzo. Una presenza originario di glossa, però, imponente, finanche determinante, tali opere non hanno alcun intento quella del lago, eppure remota, esplicativo, non sono finalizzate forse perché mediata, alla chiarezza razionale, anzi propriamente interrotta ma possiedono anzi quel carattere dalla vegetazione che si incunea indeterminato e quella suggestione nello sguardo – proprio come 11
fanno gli alberi del dipinto –. che Andrea Corti, Max De Ponti Andando non molto lontano e Mattia Amadori, le tre persone dalla corte, si prosegue che compongono OLO creative con un portale – prerogativa Farm, hanno scattato durante di un paese di lapicidi – un tempo le loro peregrinazioni per il borgo. presente sulla facciata di una casa, Letteralmente “peregrinazioni”: poi distrutto, e ora idealmente nel senso cioè di “vagare fuori ricostruito dall’opera di Carmen dal proprio agro”, dalla propria Molteni. Anche qui a essere area di riferimento, ma con protagonista è la natura: le forme un senso di sacralità nei confronti che inquadrano parzialmente di quel nuovo territorio in cui l’ingresso all’edificio richiamano ci si aggira – da qui l’idea delle foglie e una goccia d’acqua, del pellegrinaggio –. La sensazione quasi a ribadire che la pietra, che si ricava da queste immagini a Palanzo, non può fare a meno è che nel borgo ci sia qualcosa di rapportarsi con la dimensione di misterioso e vitale organica. da contemplare, e probabilmente Risalendo verso il centro da preservare al chiuso dei suoi del borgo si incontra il bar chiavistelli. Alcune delle foto di Dolores, un luogo che sembra esposte si focalizzano sull’acqua, davvero uscito da un racconto un elemento che a Palanzo – non si sa se di Simenon ha una sorta di “tempio funzionale” o di Guareschi, probabilmente nel lavatoio. Non certo di tutti e due allo stesso tempo –. un lavatoio qualsiasi: una struttura Qui Jeannette Müller ha incontrato, ampia, quasi sproporzionata conosciuto, fotografato rispetto alle dimensioni raccolte gli avventori storici, e ha poi del paese, comunque collocato i loro ritratti alle pareti significativamente maestosa. del locale. L’effetto è quello Qui Ornella Piluso, in arte di presenze letteralmente Topylabrys, ha collocato “naturali”, come si trattasse delle sculture in plastica di entità organiche, quasi che mimano dei panni bagnati, mimetizzate, all’ambiente ma sono a tutti gli effetti in cui si trovano. delle stele, degli elementi In un edificio a breve distanza che segnalano un evento: dal bar, Palanzo ospita la sua nel nostro caso la presenza minuscola e accurata biblioteca: evidente, tangibile, dell’acqua qui sono esposte le foto che, nella visione del lago resta, 12
alla lettera, sottintesa. come la cornice sul paesaggio E di nuovo l’acqua torna a farsi delineata dal porticato sentire, stavolta in chiave della chiesa –. simbolica, nella scultura Riepilogando: Palanzo potrebbe che Roberto Biondi ha realizzato essere un racconto; se lo fosse per il portico antistante la chiesa si svolgerebbe con estrema della Madonna del Soldo. naturalezza e avrebbe l’acqua L’acqua qui congiunta per protagonista; la narrazione inestricabilmente all’aria si concentrerebbe sul suo essere e alla terra, anch’esse trasposte una presenza, allo stesso tempo, in emblematiche cornici vuote implicita, manifesta e simbolica; – cornici, cioè contenitori, eventuali glosse al testo elementi universali da declinare non potrebbero che ribadire il suo in particolare, ma anche cornici essere una locuzione arcaica e rara. 13
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ITINERARIO ESPOSITIVO 15
CARMEN MOLTENI Goccia, 2019 via Stretta, 3 multistrato, ferro, mosaico, acrilici, resina 180 x 180 cm L’intervento è stato pensato per due lati del portone per non irrompere la natura dell’esistente. Le forme sinuose si armonizzano e al tempo stesso contrastano con la rigidità della pietra, pur tentando di non essere troppo invasive. La natura la fa da padrona con l’abbraccio di due foglie e un’enorme goccia d’acqua. 16
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ALBERTO COLOMBO Palanzo, 2019 olio su tela, 185 x 145 cm Sul lago delle ombre della Pliniana, delle breve, delle rocce e dei pontili, alzo lo sguardo e vedo Palanzo. Ben costruito su un ripido pendio a mezza costa, assolato fino a sera, discreto ma determinato nella sua presenza. Non si può capire la verità di questo luogo se non guardandolo attraverso la natura che qui vive in un equilibrio straordinario tra monte, aria e lago. L’aria è lago e monte, il monte è aria e acqua, il lago è aria e monte. Il dipinto racconta di questo lago e di questi monti visti attraverso la vegetazione, all’inizio della primavera, dove il verde è ancora trattenuto, i tronchi sono duri e spogli, dove qualcosa sta per accadere. Alberto Colombo nasce a Milano nel 1953 da famiglia brianzola. Vive e studia tra Milano e la Brianza, si diploma al Liceo Artistico “Beato Angelico”, frequenta la Facoltà di Architettura e l’Accademia di Brera. Dal 1975 dipinge ed espone: 20
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Alberto Colombo è del 1978 la sua prima personale alla Galleria “La Cripta” di Milano dove presenta tele di soggetti architettonici affioranti da superfici materiche (rosoni di chiese, Venezie, architetture classiche) e pale d’altare interpretate come “meditazioni” su dipinti storici.. Le successive opere, nature, paesaggi e figure, di contatto diretto con una realtà più vicina, tra visione e non visione, gli valgono l’apprezzamento di Giovanni Testori che lo sceglie per “Segnalati Bolaffi” 1981. In questi anni, oltre alle collettive, espone in mostre personali a Novate, Monza e Milano. Dopo essersi dedicato per un lungo periodo alla produzione di vetrate artistiche, sculture e oggetti in vetro, riprende il suo percorso pittorico nel suo nuovo studio a Torno dove dipinge grandi “tele di lago”, quel lago che, con il passare del tempo, è diventato il suo luogo, la sua realtà, il suo spazio vitale. “Nel lago”, “L’entrata del molo”, “Acqua”, “Láach”, “Di bianco e di buio”, “Lagodalago”, sono i titoli delle sue ultime personali le quali segnano la forte appartenenza di Alberto Colombo a questi luoghi. 22
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JEANNETTE MÜLLER Momenti di paese presso il bar Dolores, 2019 fotografie su carta, formati vari Nata a Zofingen (Svizzera, Canton Argovia), Jeannette Müller vive dal 1974 in provincia di Como. Iscritta alla FIAF – Federazione Italiana Associazioni Fotografiche e al Foto Club Lugano, ha ottenuto premi e riconoscimenti di pubblico e critica in ambito nazionale e internazionale sia per il suo lavoro fotografico sia per quello pittorico. 24
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Jeannette Müller 26
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OLO creative farm Mattia Amadori Andrea Corti Max De Ponti OLO creative farm nasce nel gennaio Mattia Amadori 2005 per opera di Mattia Amadori, Salomone, 2019 Andrea Corti e Max De Ponti Tre foto nel centro della città di Como 30 x 16,5 cm e da allora si propone di coltivare la creatività per emozionare, stupire I chiavistelli di Palanzo antichi e ispirare le persone. e moderni, in attesa di essere aperti Dalle video-installazioni ai video o prontamente richiusi, nascondono musicali, dai visual ai concerti, e rivelano un mistero. dalla videoarte alle installazioni di luce Guardiani di una soglia, strumenti interattive, OLO creative farm spazia umani che riflettono l’essere umano in ogni ambito della comunicazione stesso, sono sigilli di mondi visiva. immaginari che attendono di essere L’interattività e le esperienze scoperti. immersive giocano inoltre un ruolo L’esposizione si chiude cardine nella sperimentazione la proiezione di un video. dello studio, sempre dedito a trovare nuove strade per avvicinare la tecnologia all’uomo. La forte propensione verso le arti cinematografiche spinge inoltre lo studio a ideare e scrivere sceneggiature e a realizzare corti e lungometraggi. 28
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OLO creative farm Mattia Amadori Andrea Corti Max De Ponti Andrea Corti Agricoltori del cielo, 2019 3 foto 30 x 17 cm Il riflesso nel cielo delle vie strette e intricate traccia un percorso all’interno di un paese in contatto con la natura in cui l’uomo ha saputo coglierne l’essenza e l’armonia. 30
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OLO creative farm Mattia Amadori Andrea Corti Max De Ponti Max De Ponti Pelle, 2019 Tre foto 30 x 20 cm L’acqua di Palanzo è elemento vitale e pulsante, apparentemente sempre uguale a se stessa, come pelle riveste tutto ciò su cui scorre, lo protegge e lo trasforma. Gli scatti macrofotografici le donano la plasticità che fa apprezzare un istante della sua forma sempre cangiante, pur mettendola in relazione con lo scorrere del tempo e la sua costante volubilità e mutevolezza. Una pelle che ricopre la storia di un paese in costante mutamento, ma in fondo, nel suo Genius Loci, sempre uguale a se stesso. 32
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ORNELLA PILUSO Topylabrys I panni sporchi non si lavano in casa, 2019 Installazione materiale plastico, ferro formati vari Acqua come elemento aggregante realizzate in materiale plastico, per ogni essere vivente umano, animale secondo la propria ricerca che e vegetale; da sempre infatti fiumi, predilige questo materiale, mostrando rogge, pozze d’acqua, ghat, fontane il frutto di un progetto che da anni e lavatoi hanno raccolto e adunato interessa Topylabrys per la trasmissione attorno la vita e il senso universale di segni, pieghe, sfumature, strappi di “comunità”. e rammendi molto suggestivi; Attraverso l’installazione site specific un alfabeto comune per il trascorrere di Topylabrys il lavatoio si presenta di una vita fatta di semplicità, modestie, come luogo della tradizione italiana spesso difficile da capire e vissuta ma anche come spazio della memoria fra ansie mai identificate, passioni privata, un andirivieni fra e rancori mai confessati. la “destinazione pubblica” dell’impianto Paradossalmente, il lenzuolo nero, destinato alla lavatura a mano degli senza macchie e strappi diviene indumenti e la “dimensione privata” fra questi un simbolo di pace delle donne che qui si ritrovavano e tranquillità. La camiciola rappresenta per fare il bucato. Un’oscillazione la sintesi del concetto di “pulizia” continua, dunque, fra luogo pubblico e “purezza” per le donne, un pezzo per il lavoro domestico, della fatica di lenzuolo da indossare che ancora privata, dello scambio di “confessioni” una volta testimonia l’oscillazione di vario tipo, sfoghi emozionali, notizie fra dimensione pubblica e privata. e commenti, spesso arguti, Fra stracci appesi ad asciugare appare sugli abitanti del paese. Al lavatoio, dalla superfice enigmatica spesso, quello che apparteneva di una “stoffa plastica” un viso alla sfera privata veniva consegnato enigmatico, forse un osservatore al dominio pubblico e viceversa. della vita attorno al lavatoio sospeso L’artista presenta delle lenzuola ad asciugare in un’attesa metafisica. 34
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Ornella Piluso Topylabrys Alla fine si intravedono delle grucce in ferro assemblate fra loro in una unione scheletrica, sintesi di più vite che si sono saldate fra loro. Monica Scardecchia 36
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ROBERTO BIONDI Aria - Terra - Acqua, 2019 Chiesa della Madonna del Soldo ferro, varie dimensioni L’invito a partecipare a Palanzo Roberto Biondi, architetto, laureato in Mostra 2019, mi ha portato a Firenze nel 1978, dopo trent’anni a scegliere il portico di ingresso di professione decide di iscriversi della chiesa della Madonna del Soldo. all’Accademia “Aldo Galli” di Como, Ho riflettuto a lungo su come seguendo per cinque anni i corsi interpretare e creare una relazione di Pierantonio Verga, grande Maestro tra il luogo sacro e la bellezza del luogo. e uomo di rara umanità. Dopo varie Pensando al fantastico panorama partecipazioni a mostre collettive, del lago sono arrivato a rifiutare nel 2010 presenta a Milano la sua prima il posizionamento di un’opera personale; seguono mostre tradizionale e produrre attraverso a Domodossola, Cernobbio, Pietrasanta, le cornici, fulcro di tutti i lavori Milano, Parma, Venezia, Lugano, del 2018, un’installazione che invita Bellagio, Como. a un nuovo sguardo. La soluzione Le sue opere da anni si focalizzano si propone, attraverso tre cornici nella trasformazione di un piano che si compenetrano, di creare in volume, utilizzando cartone, tre riquadri uno sopra l’altro atti alluminio, acciaio, rame. a osservare il cielo, i monti e il lago. Recentemente si è cimentato Questo lavoro, anche muovendosi, anche nell’utilizzo di legno, permette diverse visioni dei tre cemento e ferro. elementi: aria, terra, acqua, facendo L’ultima personale a Como di questo luogo sacro un momento nell’ex Chiesa di San Pietro in Atrio, di ricerca della comprensione terminata a metà gennaio, intitolata del mondo naturale in modo religioso, “Oltre”, propone un incontro a volte privo di credenze e rituali, tra i vari materiali e la cornice, usata tentando di amalgamare la realtà e trasgredita, diventando il punto con esperienze sensoriali di spiritualità. di partenza per oltrepassarla. 38
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Torchio e torre medievale Chiesa di Sant’Ambrogio Chiesa della Madonna del Soldo Via all’Approdo Roberto Biondi Topylabrys, Carmen Molteni OLO creative farm Alberto Colombo Ornella Piluso Jeannette Müller
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I VOLTI DI PALANZO Il 15 giugno dalle ore 17, chiesa della Madonna del Soldo Irina Solinas e il suo violoncello Talento naturale, continua ricerca delle loro terre, da Oriente a Occidente. A Palanzo, che ha per lei un ruolo e collaborazioni importanti nel mondo della musica, in produzioni teatraliimportante nel percorso di ricerca e cura musicale, Irina ritrae in musica e cinematografiche, sono gli ingredienti che alimentano il percorso artisticoi volti che incontra. Ascolto ed empatia prendono forma del Maestro Irina Solinas, violoncellista e compositrice d’improvvisazioni sonora. Percezioni che si trasformano musicali. in composizioni originali. Una melodia fluida, un’istantanea Irina Solinas è Direttore Artistico musicale, che coglie l’essenza di MAME, Mediterranean Ambassadors di un incontro e del ricordo, Music Experience, circuito che testimonia il valore universale internazionale di musicisti che la pratica musicale da sempre professionisti che si incontrano custodisce: integrare differenza e condividono i racconti sonori e bellezza. 45
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CORO VOCI DEL LARIO Il 29 giugno dalle ore 21.15, chiesa di Sant’Ambrogio Cantano, raccontano storie e poesie e dal 1998 con il Maestro Nicola Franchi, che sgorgano dal cuore, narrate il Coro si è esibito in molte città italiane o vissute sulle sponde del nostro lago; e ha partecipato con successo basta un rintocco di una campana a numerosi concorsi e rassegne o il fruscio lieve di una barca sia in Italia sia all’estero. che scivola sull’acqua, oppure, alzare Affrontando diverse tipologie di canti lo sguardo per scoprire i nostri monti che spaziano dai quelli alpini e le nostre valli che si specchiano a quelli popolari, ma che solo nelle sue acque. Sotto la guida il connubio tra poesia e musica dei precedenti Direttori prima, sa stimolare emozione. 47
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LABORATORIO ESPRESSIVO PER BAMBINI Il 29 giugno dalle ore 15, via all’Approdo 10 Sin dall’epoca degli uomini primitivi o sui muri di casa, sono si sono lasciate tracce: sulla sabbia, una testimonianza di sé. sulla neve, sul fango e sulla pietra. Crescendo il disegno assumerà forme Noi esseri umani siamo stati capaci sempre più complesse, alle sue tracce di leggere le tracce e di interpretarle il bambino aggiungerà parole a nostro favore e, per primi, e racconti. Una finestra sul mondo gli abbiamo dato un significato. che nasconde dentro. Lasciare traccia di sé è stata L’adulto ha il compito di preservare una necessità per marcare il territorio e stimolare la potenza espressiva e lasciare una testimonianza e creatrice racchiusa nel disegno della propria esistenza. di un bambino. Il bambino già nel primo anno Significa rispetto: per i colori e le forme di vita scopre che può produrre che sceglie, per il piacere motorio dei segni nel mondo esterno, e tattile e per la sua giocosa o faticosa utilizzando qualsiasi strumento ricerca di strategie per organizzare che lasci una traccia. la complessità in un sistema coerente, Le linee tracciate, siano su carta simbolico ed estetico. 49
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ASSOCIAZIONE AMICI DEL TORCHIO DI PALANZO Eventi settembre - ottobre 2019 L’Associazione nasce nel settembre assaggiare prodotti gastronomici tipici 2004 con lo scopo di promuovere abbinati, sono circa trenta i vini proposti, e organizzare festeggiamenti, gare, il tutto animato da un concerto in piazza spettacoli pubblici e attività culturali, e da musicisti itineranti. sempre nell’ottica di valorizzare e tutelare le bellezze naturali, SAGRA DEL TORCHIO artistiche e monumentali del luogo. Seconda domenica di ottobre. Per l’occasione verrà messo Le manifestazioni organizzate in funzione l’antico torchio e si potrà dall’Associazione: assaggiare il succo della prima spremitura delle uve, il tutto CANTIN VERT contornato da musiche tradizionali, Primo sabato di settembre. bancarelle con prodotti artigianali Manifestazione dedicata ed enogastronomici, esposizioni alla degustazione di vini locali artistiche, attività culturali e laboratori e nazionali che verranno serviti per i più piccoli. Diversi i punti nelle antiche cantine del borgo di ristoro dove verranno proposte allestite per l’occasione. Si potranno le specialità locali. 51
PALANZO IN MOSTRA Programma degli eventi 15 - 29 giugno 2019 15 giugno Ore 18, chiesa della Madonna Ore 17, piazza della chiesa del Soldo, gli scrittori Giuseppe Guin della Madonna del Soldo, e Vito Trombetta leggeranno alcuni brani esporranno gli artisti Roberto Biondi scelti dai loro libri. e Alberto Colombo. Cena presso la sede La giornata sarà dedicata alla musica. della Associazione Nazionali Alpini. Ore 17, chiesa della Madonna del Soldo, si esibirà Irina Solinas 29 giugno con il suo violoncello. Ore 15, via all’Approdo 10, Laboratorio espressivo per bambini. Cena presso la sede Ore 17, piazza della chiesa della Associazione Nazionali Alpini. della Madonna del Soldo, esporranno Ore 21.30, piazza della chiesa gli artisti Jeannette Müller di Sant’Ambrogio, proiezione e OLO creative farm. di Racconti da Palanzo. Storie, La giornata sarà dedicata testimonianze, memorie, alla fotografia. video di Marzio Tomasini e Alessandro Verga. Cena presso la sede della Associazione Nazionali Alpini. 22 giugno Ore 20.30, piazza della chiesa Ore 17, piazza della chiesa di Sant’Ambrogio, sarà premiato di Sant’Ambrogio, esporranno il vincitore del concorso fotografico gli artisti Carmen Molteni indetto per l’occasione. e Ornella Piluso (Topylabrys). La giuria sarà presieduta dall’artista La giornata sarà dedicata alla letteratura. Maurizio Gabbana. Le opere resteranno esposte per tutta Ore 21.15, chiesa di Sant’Ambrogio, la durata della manifestazione. si esibirà il Coro Voci del Lario.
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RINGRAZIAMENTI Mattia Amadori Maurizio Gabbana Amministrazione Comunale Paolo Giomo di Faggeto Lario Giuseppe Guin Associazione Amici del Torchio Home Restaurant La Curta Associazione Via De Benzi 17, Home Restaurant Palanzo Torno Jeannette Müller Biblioteca di Veronica Carmen Molteni Roberto Biondi Alessio Molinari Roberto Borghi Franco Monti Dolores Bernasconi Romina Ostinelli Stefano Branca Don Attilio Pandolfi Sara Castelnuovo Ornella Piluso Raffaele Ceresa Famiglia Roccaro Alberto Colombo Monia Salidu Dario Comerio Luigi Siclari Lorenza Ceruti Irina Solinas Coro Voci del Lario Marzio Tomasini Andrea Corti Vito Trombetta Max De Ponti Alessandro Verga
Finito di stampare nel mese di giugno 2019 da New Press, Cermenate (CO)
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