PALANZO IN MOSTRA - JSC15

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PALANZO IN MOSTRA - JSC15
PALANZO IN MOSTRA
PALANZO IN MOSTRA - JSC15
Crediti fotografici
Pagine 12 e 14-15, foto di Maurizio Gabbana.
La fotografia di copertina e delle opere esposte
sono di Luigi Siclari.

                                      CON IL PATROCINIO DEL
                                        COMUNE DI
                                      FAGGETO LARIO

© New Press Edizioni 2019
PALANZO IN MOSTRA - JSC15
PALANZO IN MOSTRA
   15 - 29 giugno 2019

           A cura di
        Roberto Borghi
        Stefano Ceresa

      NEW PRESS
      edizioni
      DRIOLI
      agende
PALANZO IN MOSTRA - JSC15
SOMMARIO

 7   Preludio al silenzio
11   Glosse a Palanzo

     ITINERARIO ESPOSITIVO

16   Carmen Molteni
20   Alberto Colombo
24   Jeannette Müller
28   OLO creative farm
34   Ornella Piluso Topylabrys
38   Roberto Biondi

45   I volti di Palanzo
47   Coro Voci del Lario
49   Laboratorio espressivo per bambini
51   Associazione Amici del Torchio di Palanzo

53   Programma degli eventi
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PALANZO IN MOSTRA - JSC15
PRELUDIO AL SILENZIO
Stefano Ceresa

Palanzo è una della tre frazioni di cui           L’abitato presenta un assetto compatto
è composto il comune di Faggeto                   in cui si può ancora oggi distinguere la
Lario. Situato a mezza costa sul monte            gerarchia dei percorsi tra le abitazioni
Palanzone, con i suoi 596 metri s.l.m.            e delle vie che portavano ai campi.
è uno dei paesi più elevati del Lario.            La struttura organizzativa del nucleo
Il suo vero primato tuttavia consiste             non è ascrivibile a una pianificazione
nella posizione privilegiata in direzione         di epoca antica, è piuttosto d’impianto
sud-ovest: qui il sole risplende                  medievale come si può rilevare
per la maggior parte della giornata               dall’irregolarità dei tracciati interni.
garantendo al paese una fertilità                 Nonostante ciò si possono individuare
ottimale del suolo. Nel corso dei secoli          due vie principali: la prima collega
questa peculiarità è stata incrementata           longitudinalmente il borgo ai terreni
trasformando il ripido pendio                     agricoli scendendo fino al lago,
montuoso in pianeggianti                          la seconda congiunge la cima
terrazzamenti agricoli, che ancora oggi           della montagna con la riva di Palanzo
circondano il nucleo abitativo.                   attraversando verticalmente il paese.
Un tempo, tra la fine                             Via all’Approdo – come si chiama
di un terrazzamento e l’inizio dell’altro,        quest’ultima strada sulla quale
crescevano delle viti da cui                      si affacciano gli edifici più antichi
si ricavavano abbondanti quantità                 e significativi – costituisce l’asse
d’uva nera. L’intero terrazzamento,               prioritario al cui margine si trova
fino al successivo filare, veniva coltivato       la chiesa e al centro il torchio.
a frumento, verdura o alberi da frutto.           La chiesa con la sua piazza, pur inserita
L’abilità degli abitanti nel realizzare           nel borgo, è dislocata in una posizione
i muri terrazzati con il solo impiego             predominante che ne evidenzia
della pietra ricavata in loco, e posata           il ruolo di guida spirituale
poi a secco, ha fatto sì che queste vere          della comunità.
e proprie architetture siano tuttora ben          A uno sguardo dall’alto, Palanzo risulta
visibili, e rappresentino pertanto degli          un borgo costituito da fabbricati
elementi caratterizzanti del territorio.          omogenei, come se fosse un unico
Palanzo sorge su un territorio solido e           edificio articolato in più cellule
asciutto, costituito in modo prevalente           abitative dalla struttura labirintica.
da materiale morenico-calcareo, da cui            Le case sono accostate tra loro senza
a volte emergono i massi erratici.                cesure: in questo modo non si rilevano

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spazi aperti all’interno del paese.           in quel determinato momento.
Nel suo complesso il paese è tuttora          Palanzo invita a rallentare il proprio
com’era all’origine: ancora oggi              ritmo di vita e accompagna a riflettere:
l’architettura sembra essere nata             non lo si può percorrere senza sentire
spontaneamente, priva com’è                   il bisogno di fermarsi a pensare.
di un’organizzazione preordinata              Attraversare Palanzo è come
del tessuto urbano.                           percorrere un sentiero in alta
Palanzo non è un paese per tutti.             montagna sospeso su ripidi pendii,
Saper trascorrere del tempo                   come muoversi in uno spazio senza
al suo interno è un’esperienza carica         limiti qual è il deserto, come
di emotività, e chi sa fermarsi               camminare sulla gola di un ghiacciaio
per ascoltare può capire il dramma            o nuotare in mezzo al mare, come
che c’è nel suo intimo.                       percepire l’atmosfera di un’antica
Ci sono luoghi, più di altri,                 rovina. C’è qualcosa di drammatico
che suscitano emozioni, fanno affiorare       e di eterno in tutti questi paesaggi così
ricordi che possono avere le più varie        come a Palanzo. Sostarvi non è facile,
sfumature. Luoghi capaci di riportarci        richiede fatica, ma chi riesce a farlo
alla mente impressioni passate                è appagato da una vista bellissima,
o desideri futuri, o più semplicemente        ricca di pathos, di emozione interiore
il piacere di trovarsi proprio lì             e commozione estetica.

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Palanzo non è un paese per tutti.              i materiali – pietra e legno –
Non può essere capito da chi                   per costruirvi nello stesso luogo
non ha la pazienza di ascoltare                le strade, le case e poi ancora le stanze.
i suoi lunghi silenzi o, al contrario,         La natura si è poi ripresa ciò che è suo
da chi non riesce a trascorrere                di diritto: muschi e licheni ricoprono
la propria esistenza in questa intensa         la superficie delle cose e tutto ritorna
condizione di silenzio interiore.              al suo posto sotto altre forme.
Il suono che rintocca nel paese è muto         L’uomo ha costruito sapientemente
e sordo, ed è lo stesso che si ripete          Palanzo con ciò che era a disposizione
da sempre: il silenzio d’altra parte           sul territorio. Ora sono invece
non conosce varianti di timbri. Palanzo        gli edifici che plasmano la vita
è fatto dalle stesse componenti di ogni        dei suoi abitanti.
luogo: le sue montagne, le valli,              Palanzo non è un paese per tutti,
e poi ancora le pozze d’acqua abitano          ma chi sceglie di viverci lo fa in quanto
questi scenari prim’ancora dei padri           è consapevole che una realtà
e dei loro figli, ma ciò che il padre          architettonica in simbiosi con la natura
ha fatto è stato di chiedere in prestito       consente di vivere bene.

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GLOSSE A PALANZO
Roberto Borghi

Nel significato corrente, la glossa            inspiegabile che è propria
è un commento posto a margine                  di ogni creazione artistica
di un testo, oppure tra le linee               – così come delle «locuzioni
delle pagine sulle quali fluisce               arcaiche e rare» –. D’altra parte
la scrittura, finalizzato a chiarire           neppure il “dettaglio” di Palanzo
il significato di alcuni termini               sul quale ciascun artista
o di certi passi oscuri. All’origine           si è focalizzato ha bisogno di essere
però questa bella parola designava             chiarito, semmai di venir avvolto
essa stessa, come si può leggere               da una luce che ne rilevi
sulla Treccani, «una lingua                    l’indecifrabile attrattiva.
o un vocabolo che ha bisogno                   Perché questo discorso abbia
di spiegazione», e in particolare              un senso, è necessario immaginare
«certe locuzioni arcaiche,                     Palanzo come un testo: magari
dialettali, o comunque rare»                   come un racconto. E in effetti
che, soprattutto in età alessandrina,          l’itinerario espositivo all’interno
erano «oggetto di studio                       del borgo ha una sorta
da parte dei grammatici o dei poeti            di andamento narrativo
dotti». Gli artisti coinvolti                  che si snoda dalla zona intorno
in “Palanzo in mostra” hanno creato            al torchio – fulcro sociale, ancor
opere che rappresentano delle                  prima che economico, della vita
glosse a Palanzo, nell’accezione               del paese fin dal tardo Medioevo –
odierna del termine: i loro lavori             alla chiesa della Madonna
infatti sono come delle chiose,                del Soldo.
dei commenti a margine                         Si inizia da una corte in cui
del paese, e in alcuni casi delle vere         sono esposte delle grandi tele
e proprie postille interlineari situate        di Alberto Colombo che si
fra le traiettorie dei vicoli.                 misurano con la visione del lago
Richiamandosi al significato                   offerta da Palanzo. Una presenza
originario di glossa, però,                    imponente, finanche determinante,
tali opere non hanno alcun intento             quella del lago, eppure remota,
esplicativo, non sono finalizzate              forse perché mediata,
alla chiarezza razionale,                      anzi propriamente interrotta
ma possiedono anzi quel carattere              dalla vegetazione che si incunea
indeterminato e quella suggestione             nello sguardo – proprio come

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fanno gli alberi del dipinto –.          che Andrea Corti, Max De Ponti
Andando non molto lontano                e Mattia Amadori, le tre persone
dalla corte, si prosegue                 che compongono OLO creative
con un portale – prerogativa             Farm, hanno scattato durante
di un paese di lapicidi – un tempo       le loro peregrinazioni per il borgo.
presente sulla facciata di una casa,     Letteralmente “peregrinazioni”:
poi distrutto, e ora idealmente          nel senso cioè di “vagare fuori
ricostruito dall’opera di Carmen         dal proprio agro”, dalla propria
Molteni. Anche qui a essere              area di riferimento, ma con
protagonista è la natura: le forme       un senso di sacralità nei confronti
che inquadrano parzialmente              di quel nuovo territorio in cui
l’ingresso all’edificio richiamano       ci si aggira – da qui l’idea
delle foglie e una goccia d’acqua,       del pellegrinaggio –. La sensazione
quasi a ribadire che la pietra,          che si ricava da queste immagini
a Palanzo, non può fare a meno           è che nel borgo ci sia qualcosa
di rapportarsi con la dimensione         di misterioso e vitale
organica.                                da contemplare, e probabilmente
Risalendo verso il centro                da preservare al chiuso dei suoi
del borgo si incontra il bar             chiavistelli. Alcune delle foto
di Dolores, un luogo che sembra          esposte si focalizzano sull’acqua,
davvero uscito da un racconto            un elemento che a Palanzo
– non si sa se di Simenon                ha una sorta di “tempio funzionale”
o di Guareschi, probabilmente            nel lavatoio. Non certo
di tutti e due allo stesso tempo –.      un lavatoio qualsiasi: una struttura
Qui Jeannette Müller ha incontrato,      ampia, quasi sproporzionata
conosciuto, fotografato                  rispetto alle dimensioni raccolte
gli avventori storici, e ha poi          del paese, comunque
collocato i loro ritratti alle pareti    significativamente maestosa.
del locale. L’effetto è quello           Qui Ornella Piluso, in arte
di presenze letteralmente                Topylabrys, ha collocato
“naturali”, come si trattasse            delle sculture in plastica
di entità organiche, quasi               che mimano dei panni bagnati,
mimetizzate, all’ambiente                ma sono a tutti gli effetti
in cui si trovano.                       delle stele, degli elementi
In un edificio a breve distanza          che segnalano un evento:
dal bar, Palanzo ospita la sua           nel nostro caso la presenza
minuscola e accurata biblioteca:         evidente, tangibile, dell’acqua
qui sono esposte le foto                 che, nella visione del lago resta,

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alla lettera, sottintesa.              come la cornice sul paesaggio
E di nuovo l’acqua torna a farsi       delineata dal porticato
sentire, stavolta in chiave            della chiesa –.
simbolica, nella scultura              Riepilogando: Palanzo potrebbe
che Roberto Biondi ha realizzato       essere un racconto; se lo fosse
per il portico antistante la chiesa    si svolgerebbe con estrema
della Madonna del Soldo.               naturalezza e avrebbe l’acqua
L’acqua qui congiunta                  per protagonista; la narrazione
inestricabilmente all’aria             si concentrerebbe sul suo essere
e alla terra, anch’esse trasposte      una presenza, allo stesso tempo,
in emblematiche cornici vuote          implicita, manifesta e simbolica;
– cornici, cioè contenitori,           eventuali glosse al testo
elementi universali da declinare       non potrebbero che ribadire il suo
in particolare, ma anche cornici       essere una locuzione arcaica e rara.

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ITINERARIO ESPOSITIVO

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CARMEN MOLTENI

Goccia, 2019
via Stretta, 3
multistrato, ferro, mosaico, acrilici,
resina
180 x 180 cm

L’intervento è stato pensato
per due lati del portone
per non irrompere la natura
dell’esistente.
Le forme sinuose si armonizzano
e al tempo stesso contrastano
con la rigidità della pietra,
pur tentando di non essere
troppo invasive.
La natura la fa da padrona
con l’abbraccio di due foglie
e un’enorme goccia d’acqua.

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ALBERTO COLOMBO

Palanzo, 2019
olio su tela,
185 x 145 cm

Sul lago delle ombre della Pliniana,
delle breve, delle rocce e dei pontili,
alzo lo sguardo e vedo Palanzo.
Ben costruito su un ripido pendio
a mezza costa, assolato fino a sera,
discreto ma determinato
nella sua presenza.
Non si può capire la verità di questo
luogo se non guardandolo attraverso
la natura che qui vive in un equilibrio
straordinario tra monte, aria e lago.
L’aria è lago e monte, il monte è aria
e acqua, il lago è aria e monte.
Il dipinto racconta di questo lago
e di questi monti visti attraverso
la vegetazione, all’inizio della primavera,
dove il verde è ancora trattenuto,
i tronchi sono duri e spogli,
dove qualcosa sta per accadere.

Alberto Colombo nasce a Milano
nel 1953 da famiglia brianzola.
Vive e studia tra Milano e la Brianza,
si diploma al Liceo Artistico “Beato
Angelico”, frequenta la Facoltà
di Architettura e l’Accademia di Brera.
Dal 1975 dipinge ed espone:

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Alberto Colombo

è del 1978 la sua prima personale
alla Galleria “La Cripta” di Milano
dove presenta tele di soggetti
architettonici affioranti da superfici
materiche (rosoni di chiese, Venezie,
architetture classiche) e pale d’altare
interpretate come “meditazioni”
su dipinti storici..
Le successive opere, nature, paesaggi
e figure, di contatto diretto
con una realtà più vicina, tra visione
e non visione, gli valgono
l’apprezzamento di Giovanni Testori
che lo sceglie per “Segnalati Bolaffi”
1981.
In questi anni, oltre alle collettive,
espone in mostre personali a Novate,
Monza e Milano.
Dopo essersi dedicato per un lungo
periodo alla produzione di vetrate
artistiche, sculture e oggetti in vetro,
riprende il suo percorso pittorico
nel suo nuovo studio a Torno
dove dipinge grandi “tele di lago”,
quel lago che, con il passare
del tempo, è diventato il suo luogo,
la sua realtà, il suo spazio vitale.
“Nel lago”, “L’entrata del molo”,
“Acqua”, “Láach”, “Di bianco e di buio”,
“Lagodalago”, sono i titoli
delle sue ultime personali
le quali segnano la forte appartenenza
di Alberto Colombo a questi luoghi.

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JEANNETTE MÜLLER

Momenti di paese
presso il bar Dolores, 2019
fotografie su carta,
formati vari

Nata a Zofingen (Svizzera, Canton
Argovia), Jeannette Müller
vive dal 1974 in provincia di Como.
Iscritta alla FIAF – Federazione Italiana
Associazioni Fotografiche e al Foto
Club Lugano, ha ottenuto premi
e riconoscimenti di pubblico e critica
in ambito nazionale e internazionale
sia per il suo lavoro fotografico
sia per quello pittorico.

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Jeannette Müller

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OLO creative farm
Mattia Amadori
Andrea Corti
Max De Ponti

OLO creative farm nasce nel gennaio               Mattia Amadori
2005 per opera di Mattia Amadori,                 Salomone, 2019
Andrea Corti e Max De Ponti                       Tre foto
nel centro della città di Como                    30 x 16,5 cm
e da allora si propone di coltivare
la creatività per emozionare, stupire             I chiavistelli di Palanzo antichi
e ispirare le persone.                            e moderni, in attesa di essere aperti
Dalle video-installazioni ai video                o prontamente richiusi, nascondono
musicali, dai visual ai concerti,                 e rivelano un mistero.
dalla videoarte alle installazioni di luce        Guardiani di una soglia, strumenti
interattive, OLO creative farm spazia             umani che riflettono l’essere umano
in ogni ambito della comunicazione                stesso, sono sigilli di mondi
visiva.                                           immaginari che attendono di essere
L’interattività e le esperienze                   scoperti.
immersive giocano inoltre un ruolo                L’esposizione si chiude
cardine nella sperimentazione                     la proiezione di un video.
dello studio, sempre dedito a trovare
nuove strade per avvicinare
la tecnologia all’uomo.
La forte propensione verso le arti
cinematografiche spinge inoltre
lo studio a ideare e scrivere
sceneggiature e a realizzare corti
e lungometraggi.

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OLO creative farm
Mattia Amadori
Andrea Corti
Max De Ponti

                         Andrea Corti
                         Agricoltori del cielo, 2019
                         3 foto
                         30 x 17 cm

                         Il riflesso nel cielo delle vie strette
                         e intricate traccia un percorso
                         all’interno di un paese in contatto
                         con la natura in cui l’uomo ha saputo
                         coglierne l’essenza e l’armonia.

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OLO creative farm
Mattia Amadori
Andrea Corti
Max De Ponti

                         Max De Ponti
                         Pelle, 2019
                         Tre foto
                         30 x 20 cm

                         L’acqua di Palanzo è elemento vitale
                         e pulsante, apparentemente sempre
                         uguale a se stessa, come pelle riveste
                         tutto ciò su cui scorre, lo protegge
                         e lo trasforma.
                         Gli scatti macrofotografici le donano
                         la plasticità che fa apprezzare
                         un istante della sua forma sempre
                         cangiante, pur mettendola in relazione
                         con lo scorrere del tempo e la sua
                         costante volubilità e mutevolezza.
                         Una pelle che ricopre la storia
                         di un paese in costante mutamento,
                         ma in fondo, nel suo Genius Loci,
                         sempre uguale a se stesso.

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ORNELLA PILUSO
Topylabrys

I panni sporchi
non si lavano in casa, 2019
Installazione
materiale plastico, ferro
formati vari

Acqua come elemento aggregante               realizzate in materiale plastico,
per ogni essere vivente umano, animale       secondo la propria ricerca che
e vegetale; da sempre infatti fiumi,         predilige questo materiale, mostrando
rogge, pozze d’acqua, ghat, fontane          il frutto di un progetto che da anni
e lavatoi hanno raccolto e adunato           interessa Topylabrys per la trasmissione
attorno la vita e il senso universale        di segni, pieghe, sfumature, strappi
di “comunità”.                               e rammendi molto suggestivi;
Attraverso l’installazione site specific     un alfabeto comune per il trascorrere
di Topylabrys il lavatoio si presenta        di una vita fatta di semplicità, modestie,
come luogo della tradizione italiana         spesso difficile da capire e vissuta
ma anche come spazio della memoria           fra ansie mai identificate, passioni
privata, un andirivieni fra                  e rancori mai confessati.
la “destinazione pubblica” dell’impianto     Paradossalmente, il lenzuolo nero,
destinato alla lavatura a mano degli         senza macchie e strappi diviene
indumenti e la “dimensione privata”          fra questi un simbolo di pace
delle donne che qui si ritrovavano           e tranquillità. La camiciola rappresenta
per fare il bucato. Un’oscillazione          la sintesi del concetto di “pulizia”
continua, dunque, fra luogo pubblico         e “purezza” per le donne, un pezzo
per il lavoro domestico, della fatica        di lenzuolo da indossare che ancora
privata, dello scambio di “confessioni”      una volta testimonia l’oscillazione
di vario tipo, sfoghi emozionali, notizie    fra dimensione pubblica e privata.
e commenti, spesso arguti,                   Fra stracci appesi ad asciugare appare
sugli abitanti del paese. Al lavatoio,       dalla superfice enigmatica
spesso, quello che apparteneva               di una “stoffa plastica” un viso
alla sfera privata veniva consegnato         enigmatico, forse un osservatore
al dominio pubblico e viceversa.             della vita attorno al lavatoio sospeso
L’artista presenta delle lenzuola            ad asciugare in un’attesa metafisica.

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Ornella Piluso
Topylabrys

Alla fine si intravedono delle grucce
in ferro assemblate fra loro
in una unione scheletrica, sintesi
di più vite che si sono saldate fra loro.

Monica Scardecchia

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ROBERTO BIONDI

Aria - Terra - Acqua, 2019
Chiesa della Madonna del Soldo
ferro, varie dimensioni

L’invito a partecipare a Palanzo               Roberto Biondi, architetto, laureato
in Mostra 2019, mi ha portato                  a Firenze nel 1978, dopo trent’anni
a scegliere il portico di ingresso             di professione decide di iscriversi
della chiesa della Madonna del Soldo.          all’Accademia “Aldo Galli” di Como,
Ho riflettuto a lungo su come                  seguendo per cinque anni i corsi
interpretare e creare una relazione            di Pierantonio Verga, grande Maestro
tra il luogo sacro e la bellezza del luogo.    e uomo di rara umanità. Dopo varie
Pensando al fantastico panorama                partecipazioni a mostre collettive,
del lago sono arrivato a rifiutare             nel 2010 presenta a Milano la sua prima
il posizionamento di un’opera                  personale; seguono mostre
tradizionale e produrre attraverso             a Domodossola, Cernobbio, Pietrasanta,
le cornici, fulcro di tutti i lavori           Milano, Parma, Venezia, Lugano,
del 2018, un’installazione che invita          Bellagio, Como.
a un nuovo sguardo. La soluzione               Le sue opere da anni si focalizzano
si propone, attraverso tre cornici             nella trasformazione di un piano
che si compenetrano, di creare                 in volume, utilizzando cartone,
tre riquadri uno sopra l’altro atti            alluminio, acciaio, rame.
a osservare il cielo, i monti e il lago.       Recentemente si è cimentato
Questo lavoro, anche muovendosi,               anche nell’utilizzo di legno,
permette diverse visioni dei tre               cemento e ferro.
elementi: aria, terra, acqua, facendo          L’ultima personale a Como
di questo luogo sacro un momento               nell’ex Chiesa di San Pietro in Atrio,
di ricerca della comprensione                  terminata a metà gennaio, intitolata
del mondo naturale in modo religioso,          “Oltre”, propone un incontro
a volte privo di credenze e rituali,           tra i vari materiali e la cornice, usata
tentando di amalgamare la realtà               e trasgredita, diventando il punto
con esperienze sensoriali di spiritualità.     di partenza per oltrepassarla.

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Torchio e torre medievale

Chiesa di Sant’Ambrogio

Chiesa della Madonna del Soldo

Via all’Approdo

Roberto Biondi

Topylabrys, Carmen Molteni

OLO creative farm

Alberto Colombo

Ornella Piluso

Jeannette Müller
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I VOLTI DI PALANZO
Il 15 giugno dalle ore 17, chiesa della Madonna del Soldo
Irina Solinas e il suo violoncello

Talento naturale, continua ricerca  delle loro terre, da Oriente a Occidente.
                                    A Palanzo, che ha per lei un ruolo
e collaborazioni importanti nel mondo
della musica, in produzioni teatraliimportante nel percorso di ricerca
                                    e cura musicale, Irina ritrae in musica
e cinematografiche, sono gli ingredienti
che alimentano il percorso artisticoi volti che incontra.
                                    Ascolto ed empatia prendono forma
del Maestro Irina Solinas, violoncellista
e compositrice d’improvvisazioni    sonora. Percezioni che si trasformano
musicali.                           in composizioni originali.
                                    Una melodia fluida, un’istantanea
Irina Solinas è Direttore Artistico musicale, che coglie l’essenza
di MAME, Mediterranean Ambassadors di un incontro e del ricordo,
Music Experience, circuito          che testimonia il valore universale
internazionale di musicisti         che la pratica musicale da sempre
professionisti che si incontrano    custodisce: integrare differenza
e condividono i racconti sonori     e bellezza.

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CORO VOCI DEL LARIO
Il 29 giugno dalle ore 21.15, chiesa di Sant’Ambrogio

Cantano, raccontano storie e poesie        e dal 1998 con il Maestro Nicola Franchi,
che sgorgano dal cuore, narrate            il Coro si è esibito in molte città italiane
o vissute sulle sponde del nostro lago;    e ha partecipato con successo
basta un rintocco di una campana           a numerosi concorsi e rassegne
o il fruscio lieve di una barca            sia in Italia sia all’estero.
che scivola sull’acqua, oppure, alzare     Affrontando diverse tipologie di canti
lo sguardo per scoprire i nostri monti     che spaziano dai quelli alpini
e le nostre valli che si specchiano        a quelli popolari, ma che solo
nelle sue acque. Sotto la guida            il connubio tra poesia e musica
dei precedenti Direttori prima,            sa stimolare emozione.

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LABORATORIO ESPRESSIVO PER BAMBINI
Il 29 giugno dalle ore 15, via all’Approdo 10

Sin dall’epoca degli uomini primitivi      o sui muri di casa, sono
si sono lasciate tracce: sulla sabbia,     una testimonianza di sé.
sulla neve, sul fango e sulla pietra.      Crescendo il disegno assumerà forme
Noi esseri umani siamo stati capaci        sempre più complesse, alle sue tracce
di leggere le tracce e di interpretarle    il bambino aggiungerà parole
a nostro favore e, per primi,              e racconti. Una finestra sul mondo
gli abbiamo dato un significato.           che nasconde dentro.
Lasciare traccia di sé è stata             L’adulto ha il compito di preservare
una necessità per marcare il territorio    e stimolare la potenza espressiva
e lasciare una testimonianza               e creatrice racchiusa nel disegno
della propria esistenza.                   di un bambino.
Il bambino già nel primo anno              Significa rispetto: per i colori e le forme
di vita scopre che può produrre            che sceglie, per il piacere motorio
dei segni nel mondo esterno,               e tattile e per la sua giocosa o faticosa
utilizzando qualsiasi strumento            ricerca di strategie per organizzare
che lasci una traccia.                     la complessità in un sistema coerente,
Le linee tracciate, siano su carta         simbolico ed estetico.

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ASSOCIAZIONE AMICI DEL TORCHIO DI PALANZO
Eventi settembre - ottobre 2019

L’Associazione nasce nel settembre               assaggiare prodotti gastronomici tipici
2004 con lo scopo di promuovere                  abbinati, sono circa trenta i vini proposti,
e organizzare festeggiamenti, gare,              il tutto animato da un concerto in piazza
spettacoli pubblici e attività culturali,        e da musicisti itineranti.
sempre nell’ottica di valorizzare
e tutelare le bellezze naturali,                 SAGRA DEL TORCHIO
artistiche e monumentali del luogo.              Seconda domenica di ottobre.
                                                 Per l’occasione verrà messo
Le manifestazioni organizzate                    in funzione l’antico torchio e si potrà
dall’Associazione:                               assaggiare il succo della prima
                                                 spremitura delle uve, il tutto
CANTIN VERT                                      contornato da musiche tradizionali,
Primo sabato di settembre.                       bancarelle con prodotti artigianali
Manifestazione dedicata                          ed enogastronomici, esposizioni
alla degustazione di vini locali                 artistiche, attività culturali e laboratori
e nazionali che verranno serviti                 per i più piccoli. Diversi i punti
nelle antiche cantine del borgo                  di ristoro dove verranno proposte
allestite per l’occasione. Si potranno           le specialità locali.

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PALANZO IN MOSTRA

Programma degli eventi
15 - 29 giugno 2019

15 giugno                                     Ore 18, chiesa della Madonna
Ore 17, piazza della chiesa                   del Soldo, gli scrittori Giuseppe Guin
della Madonna del Soldo,                      e Vito Trombetta leggeranno alcuni brani
esporranno gli artisti Roberto Biondi         scelti dai loro libri.
e Alberto Colombo.                            Cena presso la sede
La giornata sarà dedicata alla musica.        della Associazione Nazionali Alpini.
Ore 17, chiesa della Madonna
del Soldo, si esibirà Irina Solinas           29 giugno
con il suo violoncello.                       Ore 15, via all’Approdo 10,
                                              Laboratorio espressivo per bambini.
Cena presso la sede
                                              Ore 17, piazza della chiesa
della Associazione Nazionali Alpini.
                                              della Madonna del Soldo, esporranno
Ore 21.30, piazza della chiesa                gli artisti Jeannette Müller
di Sant’Ambrogio, proiezione                  e OLO creative farm.
di Racconti da Palanzo. Storie,               La giornata sarà dedicata
testimonianze, memorie,                       alla fotografia.
video di Marzio Tomasini
e Alessandro Verga.                           Cena presso la sede
                                              della Associazione Nazionali Alpini.
22 giugno                                     Ore 20.30, piazza della chiesa
Ore 17, piazza della chiesa                   di Sant’Ambrogio, sarà premiato
di Sant’Ambrogio, esporranno                  il vincitore del concorso fotografico
gli artisti Carmen Molteni                    indetto per l’occasione.
e Ornella Piluso (Topylabrys).                La giuria sarà presieduta dall’artista
La giornata sarà dedicata alla letteratura.   Maurizio Gabbana.
Le opere resteranno esposte per tutta         Ore 21.15, chiesa di Sant’Ambrogio,
la durata della manifestazione.               si esibirà il Coro Voci del Lario.
SPONSOR
RINGRAZIAMENTI

Mattia Amadori                   Maurizio Gabbana
Amministrazione Comunale         Paolo Giomo
  di Faggeto Lario               Giuseppe Guin
Associazione Amici del Torchio   Home Restaurant La Curta
Associazione Via De Benzi 17,    Home Restaurant Palanzo
  Torno                          Jeannette Müller
Biblioteca di Veronica           Carmen Molteni
Roberto Biondi                   Alessio Molinari
Roberto Borghi                   Franco Monti
Dolores Bernasconi               Romina Ostinelli
Stefano Branca                   Don Attilio Pandolfi
Sara Castelnuovo                 Ornella Piluso
Raffaele Ceresa                  Famiglia Roccaro
Alberto Colombo                  Monia Salidu
Dario Comerio                    Luigi Siclari
Lorenza Ceruti                   Irina Solinas
Coro Voci del Lario              Marzio Tomasini
Andrea Corti                     Vito Trombetta
Max De Ponti                     Alessandro Verga
Finito di stampare nel mese di giugno 2019
       da New Press, Cermenate (CO)
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