Orchestra Sinfonica della Radio Nazionale Ucraina Kiev - 4 Concerto in abbonamento - Amici della ...

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4 Concerto in abbonamento

   55º anno dalla fondazione
                               Orchestra
                               Sinfonica
Stagione Sinfonica
2017/2018

                               della Radio
                               Nazionale
                               Ucraina
                               Kiev
Venerdì                        Giuseppe Albanese
8 dicembre                     pianoforte
2017
ore 20,45                      Volodymyr Sheiko
                               direttore
Teatro Sociale,
Sondrio
La 55ª stagione 2017-2018 è realizzata in collaborazione con:

                                      ORCHESTRA ANTONIO VIVALDI
                                      orchestra in residenza del Teatro Sociale di Sondrio

                           con il sostegno di:
                           PROVINCIA DI SONDRIO
                           COMUNE DI SONDRIO
                           COMUNE DI SONDALO

                           con il contributo di
                           B.I.M. BACINO IMBRIFERO MONTANO DELL’ADDA
                           FONDAZIONE PRO VALTELLINA ONLUS
                           FONDAZIONE CREDITO VALTELLINESE

                           ASSOCIAZIONE ALPINSCENA, Sondrio (Progetto PERFORMARE)

AMICI DELLA MUSICA
           SONDALO           Consiglio direttivo in carica per il triennio 2017/18 - 2019/20
   Periodico di cultura
 musicale e spettacolo       NOMINA ASSEMBLEARE:
                             Sergio Dagasso, presidente
Direttore Responsabile:      Edoardo Trinca Colonel, vicepresidente - Roberto Spagnoli, segretario
          IRENE TUCCI
                             Silvia Bettini, Franca Della Patrona, Flavia Gobbi Frattini,
                Editore:     Annalisa Graneroli, Marco Leone, Massimo Brambilla, Lucio Schiantarelli,
          AMICI DELLA        Carlo Varenna, consiglieri
     MUSICA, Sondalo
Autorizzazione Tribuna-      NOMINA CONSIGLIARE:
   le di Sondrio nr. 214     Comitato artistico: M.o Lorenzo Passerini, direttore musicale -
   Registro Stampa del       M.o Piergiorgio Ratti, compositore in residenza
             2.10.1990       Gianna Manoni, settore danza - Ernesto Colombo, consulente e segretario
                Stampa:      Collaboratori:
  Lito Polaris - Sondrio     M.o Alfonso Alberti, autore testi di sala - Ivan Mambretti, ufficio stampa
                             Bianca Bianchi e Alba Pasquinoli, biglietteria - Erminia Peiti, soci
                             Daniela Maffi, rapporti con la Scuola - Jacques Guilbaud, palcoscenico
                             Carlo Bonazzi, Elisabetta Mevio e Elia Maria Tomè, sala teatro e foyer
                             Bruno Pozzi, servizi tecnici

                           Associazione Amici della Musica, Sondalo
                           Via Vanoni, 32 - 23035 Sondalo (SO) - Tel. 348 3256939 - Fax 0342 803082
                           www.amicidellamusica.org - info@amicidellamusica.org
                           Cod. Fisc.: 83002220149 - P. IVA 00553720145
Programma
                Piotr Iliic Ciaikovskij
                (1840-1893)

                Concerto per pianoforte n. 1
                in si bemolle minore, op. 23
                Allegro non troppo e molto maestoso. Allegro con spirito
                Andantino semplice
                Allegro con fuoco
                Finale. Allegro con fuoco

                Sinfonia n. 4 in fa minore, op. 36
                Andante sostenuto - Moderato con anima
                Andantino in modo di canzona
                Scherzo. Pizzicato ostinato - Allegro
                Finale. Allegro con fuoco

Durata
1ª parte: 40’
pausa: 15,
2ª parte: 45’   Pianoforte gran coda da concerto Fazioli 278
L’emicrania   Il Concerto n. 1 per pianoforte e orchestra in si bemolle minore
              (1874–1875) di Pëtr Il’ič Čajkovskij (1840–1893) si apre con una
 del giorno   delle più note melodie del compositore russo. Melodia splendente e
      dopo    perentoria (il pianoforte la sostiene con alcuni degli accordi più mas-
              sicci della storia), ma al tempo stesso così sensuale. Uno dei colpi
              da maestro di Čajkovskij, autore dalla straordinaria vena melodica
              (basti citare Romeo e Giulietta e Francesca da Rimini e non c’è più
              null’altro da aggiungere), autentico fabbro della bellezza musicale
              nel suo significato più diretto e conturbante.
              L’ascoltatore, affascinato, chiede magari a se stesso: «chissà quante
              volte potrò ancora risentire questo tema; chissà quali vicissitudini in-
              contrerà; chissà come cambierà, se cambierà». E invece no, questa
              bellissima melodia non torna più, non una volta in tutto il concerto.
              Che spreco, si potrebbe quasi commentare. (E in questo senso
              l’incipit del Concerto fa il paio con quello, altrettanto celebre, di
              Così parlò Zarathustra di Richard Strauss: chi aspettasse il ritorno
              dell’indimenticabile appello di trombe e timpani dell’inizio, che Stan-
              ley Kubrick elesse a leitmotiv del suo 2001: Odissea nello spazio, lo
              aspetterebbe invano per più di mezz’ora). La maggior parte degli
              autori si fanno un vanto dell’economia compositiva: tirar fuori il molto
              dal poco, costruire un grande edificio a partire da pochissimi tipi
              diversi di mattoni, elaborare gli elementi minimi per dare coerenza
              al tutto. Perché qui no? Perché quel bellissimo tema, nel Concerto
              di Čajkovskij, è il sipario.
              Già: un sipario che si alza. E perciò è normalissimo che resti separato
              dal resto. Il sipario (certo, non scelto a caso: magari in un grande
              teatro ne hanno diversi fra cui scegliere) resta sempre lo stesso, nulla
              sa delle vicende che di lì a poco agiteranno la scena.
              Su cosa si alza questo sipario? Su quello che probabilmente è uno
              dei concerti per pianoforte e orchestra più noti del repertorio. Cer-
              tamente uno dei più battuti, se non proprio il più battuto, dai pianisti
              soprattutto giovani, in età da concorso. Chi scrive non può produrre
              statistiche aggiornate in merito, ma se dovesse azzardare delle
              percentuali, così per gioco, direbbe: in un concorso con prova per
              pianoforte e orchestra un buon 40% dei candidati sceglierà il Primo
              di Čajkovskij, un altro 40% se lo spartiranno il Secondo e Terzo di
              Rachmaninov e il Primo di Liszt, e gli spiccioli andranno a Beethoven,
              Schumann, Prokof’ev e altro.
              Il motivo di questa predilezione è che il Primo di Čajkovskij è un
brano in cui il pianista, se provvisto di particolari doti di virtuosismo
pianistico, può mostrarle tutte. Il clou del pezzo, da questo punto di
vista, si trova in tre celebri passi di doppie ottave. La situazione l’ha
spiegata molto bene Piero Rattalino in un suo testo, perciò volentieri
usiamo le sue parole. «I tre grandi passi di ottave del Concerto arri-
vano al culmine di tre perorazioni dell’orchestra e lasciano comple-
tamente scoperto il pianista: il pianista deve subentrare all’orchestra
e reggere la tensione dinamica che l’orchestra ha progressivamente
accumulato; e siccome una perorazione comporta, inevitabilmente,
una accelerazione del tempo, il pianista deve mantenere il tempo
che l’orchestra gli lascia». L’effetto è da restar basiti, soprattutto
nel secondo passo (circa a metà del primo movimento) e nel terzo
(verso la fine del terzo movimento): l’orchestra cresce e accelera,
facendo montare l’emozione, e a un certo punto il solista tutto solo
lascia esplodere tutta l’energia accumulata.
Chi di queste pagine a suo tempo dette un’interpretazione imponen-
te fu Vladimir Horowitz, che questo concerto molto amò e suonò.
Merita di essere menzionata una particolarità dell’esecuzione di
Horowitz proprio negli ultimi secondi minuti di musica (il momento in
cui il sipario vien giù, si potrebbe dire). In questo passo, al culmine
dell’eccitazione sonora, il pianista percorre la tastiera dall’alto verso
il basso e viceversa. L’ultima risalita delle mani dell’interprete verso
l’alto consiste, nella partitura di Čajkovskij, in una successione di
ottave alternate che copre quasi tutta l’estensione della tastiera.
Quasi. Questo «quasi» non doveva star del tutto simpatico a Ho-
rowitz, che chiaramente immaginava un effetto drammatico ancora
più colossale qualora le mani del pianista fossero giunte proprio fino
al limitare della tastiera, quasi volendosi rovesciare nella direzione
del pubblico. Soltanto che, messa così, questa idea era di difficile
realizzazione, per via della velocità del passo (un conto è suonare
trentasei ottave nel giro di un paio di secondi, un altro conto è snoc-
ciolarne quarantotto) ma soprattutto per via del fatto che lassù, nel
registro sovracuto, suonare ottave alternate con una certa efficacia
è praticamente impossibile perché l’avambraccio sinistro si trova in
una posizione totalmente innaturale.
Horowitz, da sublime illusionista, escogitò un «trucco»: il passo, così
modificato (cioè, con più note rispetto a quelle scritte da Čajkovskij),
non si può fare, ma lo si fa lo stesso.
È difficile dire cosa Horowitz davvero suoni in quei due secondi, nelle
registrazioni che abbiamo. Certamente non suona tutte le note che
separano la più grave dalla più acuta, in particolare nell’ultima parte
del tragitto. Sta di fatto che, come nella migliore tradizione dell’illu-
sionismo l’occhio non vede ciò che accade veramente ma ciò che
è indotto a credere, in questo caso l’orecchio sente ciò che viene
indotto a sentire. In questo ultimo momento di clangore del concerto,
con gli applausi che stanno per esplodere o che già in alcuni casi
cominciano a scrosciare, l’illusione è che davvero Horowitz arrivi fino
in fondo e percorra quattro ottave sulla tastiera nel tempo in cui in
genere se ne percorrono tre. Con effetto colossale.
Non stupisca questo insistere sugli aspetti fisici del concerto. Viene
detto e ripetuto in tante occasioni che la musica è la più spirituale
fra le arti. L’aspetto prepotentemente fisico dell’emozione musicale
non è stato del tutto trascurato da millenni di estetica della musica,
ma si può ben dire che statisticamente abbia parecchio sofferto.
C’è però un’osservazione semplicissima, persino banale, che do-
vrebbe dar da pensare. Ossia, che l’orecchio è un organo aperto. Il
visitatore di un museo, di fronte a un’opera d’arte, può chiudere gli
occhi, e poi riaprirli, e poi chiuderli ancora; oppure può decidere di
visitare un’altra stanza per poi tornare a quell’opera specifica. (Chi
abbia visto Arancia meccanica del poc’anzi citato Stanley Kubrick
ricorderà come la cura Ludovico, per agire, abbia bisogno che le
palpebre del malcapitato vengano continuamente tenute aperte). Chi
ascolta un pezzo di musica non può chiudere le orecchie se non con
le mani, e malauguratamente il bon ton esclude questa soluzione.
L’ascoltatore è terribilmente in balia del musicista. E proprio questo
è il punto. L’esecuzione di un pezzo di musica può agire in maniera
forte sull’ascoltatore; in maniera fisica, appunto. Questo aspetto
dell’emozione musicale viene chiamato in causa in modo eclatante
da talune pagine: il Concerto di Čajkovskij è fra queste.
Fra i due pezzi in programma ci siamo concentrati maggiormente
sul Concerto sia per l’interesse del brano e delle riflessioni che su-
scita, sia perché solo un paio di anni fa per questa stessa stagione
si è dedicato un testo proprio alla Sinfonia n. 4 in fa minore op. 36
(1876–1878).
Ricordiamo ciò che lo stesso Čajkovskij scriveva a quella straor-
dinaria corrispondente e amica a distanza che fu per lui Nadežda
von Meck. Del tema iniziale disse: «Questo è il Destino, quella forza
fatale che impedisce all’aspirazione alla felicità di raggiungere il
suo obiettivo, che sta sulla sua testa come una spada di Damocle.
È invincibile, e non potrai mai averne ragione». Aggiungiamo, a
proposito di quell’incipit, qualcosa in cui chi scrive si è imbattuto di
recente. Il terzo atto dell’opera Eugenio Onegin, composta a bre-
vissima distanza dalla Quarta sinfonia, comincia esattamente con
lo stesso richiamo e lo stesso ritmo; interrompendosi a metà, dove
la citazione diventerebbe lapalissiana, e lasciando perciò un’ambi-
guità, un “vedo e non vedo”, un “riconosco e non riconosco”. Non
stupisce questa comunanza: così come anche la Dama di picche,
Eugenio Onegin è un’opera sul destino: è destino che Onegin, do-
po aver rifiutato Tat’jana, la incontri di nuovo anni dopo in un luogo
dove assolutamente non si aspetterebbe di trovarla, ed è destino
che a quel punto tutto avvenga poi alla rovescia e sia Tat’jana ad
allontanare Onegin.
Il parallelo fra musica e teatro, di nuovo. Nel Concerto abbiamo
un sipario e nella Sinfonia un legame motivico molto scoperto con
un’opera per le scene. Nella citata lettera a Nadežda von Meck,
Čajkovskij prosegue nel raccontare il programma (cosa che non fece
così spesso nella sua vita e mai in occasioni pubbliche: ricordiamo
che questa è una lettera privata e non destinata alla pubblicazione)
e conclude: «Tutta la vita non è che un incessante alternarsi di dura
realtà, sogni fuggevoli e visioni di felicità. Il Paradiso non esiste».
In qualche forma questa è la “trama” del primo movimento, o dell’in-
tero pezzo; ma è comunque vero che la musica resta musica, può
avvicinarsi quanto vogliamo a narrazione e teatro ma ne resta comun-
que separata. Condannata a non poter esprimere compiutamente
concetti, trame e parole, elabora le sue cicatrici nella forma che le
è consentita: quella sonora, fisicamente sonora.
Un personaggio di Proust, l’inizialmente goffa e poi elegante signora
Verdurin, proprio questa fisicità non riusciva a sopportare: «Se il
pianista voleva suonare la cavalcata della Valchiria o il preludio del
Tristano, la signora Verdurin protestava, non già che quella musica
le dispiacesse, anzi, perché le faceva troppa impressione. “Allora
ci tenete proprio che mi venga l’emicrania? Lo sapete che succede
sempre così, quando lui suona quella roba. So ben io quel che mi
aspetta! Domani, quando vorrò alzarmi, buonanotte, sarò distrutta!”»
Forse anche un ascolto “riuscito”, partecipe, della musica di
Čajkovskij si può misurare dall’emicrania del giorno dopo.

                                                        Alfonso Alberti
Giuseppe Albanese, pianoforte
           Tra i più richiesti pianisti della sua generazione, Giuseppe Albanese
           debutta nel 2014 su etichetta Deutsche Grammophon con un concept
           album dal titolo “Fantasia”, con musiche di Beethoven, Schubert e
           Schumann. Segue nel 2015 il suo secondo album DG “Après une lecture
           de Liszt”, interamente dedicato al compositore ungherese. Nel marzo
           2016 Decca Classics inserisce nel box con l’opera omnia di Bartók in
           32 cd la sua registrazione (in prima mondiale) del brano “Valtozatok”
                                               (Variazioni).
                                               Invitato per recital e concerti con or-
                                               chestra da autorevoli ribalte internazio-
                                               nali quali – tra gli altri – il Metropolitan
                                               Museum, la Rockefeller University e la
                                               Steinway Hall di New York; l’Auditorium
                                               Amijai di Buenos Aires; il Cenart di Mexico
                                               City; la Konzerthaus di Berlino; la Laeisz
                                               Halle di Amburgo; la Philharmonie di Es-
                                               sen; il Mozarteum di Salisburgo; St. Martin
                                               in the Fields e la Steinway Hall di Londra;
                                               la Salle Cortot di Parigi; la Filarmonica di
                                               San Pietroburgo; la Filharmonia Narodo-
                                               wa di Varsavia; la Filarmonica Slovena
                                               di Lubiana; la Gulbenkian di Lisbona,
                                               ha collaborato con direttori del calibro di
                                               Christian Arming, John Axelrod, James
           Conlon, Lawrence Foster, Will Humburg, Dmitri Jurowski, Julian Ko-
           vatchev, Alain Lombard, Nicola Luisotti, Othmar Maga, Fabio Mastran-
           gelo, Henrik Nanasi, Anton Nanut, Tomas Netopil, Daniel Oren, George
           Pehlivanian, Donato Renzetti, Alexander Sladkowsky, Hubert Soudant,
           Pinchas Steinberg, Michel Tabachnik, Jeffrey Tate, Jurai Valcuha, Jo-
           nathan Webb.
           Tra i festival, di particolare rilievo gli inviti al Winter Arts Square di Yuri
           Temirkanov a San Pietroburgo, al Castleton di Lorin Maazel (USA),
           all’Internazionale di Brescia e Bergamo e al MiTo SettembreMusica,
           alla Biennale Musica di Venezia, oltre al Mittlefest, il Tiroler Festspiele
           di Erl, il Festival di Colmar, En Blanco y Negro di Mexico City, il Festival
           di Sintra (Portogallo), il Tongyeong Festival (Corea).
           In Italia ha suonato per tutte le più importanti stagioni concertistiche
           (incluse quelle dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di S. Cecilia e
           della RAI di Torino) e in tutti i più importanti teatri.
           Negli ultimi tempi il Mº Albanese si è distinto per essere stato invitato a
           suonare in ben undici delle tredici Fondazioni Liriche italiane: il Petruz-
           zelli di Bari, il Comunale di Bologna, il Teatro Lirico di Cagliari, il Teatro
           del Maggio Musicale Fiorentino, il Carlo Felice di Genova, il Teatro San
Carlo di Napoli, il Massimo di Palermo, il Teatro dell’Opera di Roma, il
                  Verdi di Trieste, la Fenice di Venezia, l’Arena di Verona.
                  Prima di “Fantasia” e “Après une lecture de Liszt”, Albanese ha riscos-
                  so singolare successo con il CD monografico con musiche di Debussy
                  pubblicato a gennaio 2012 per il mensile “Amadeus” in occasione
                  dell’anniversario dei 150 anni della nascita del compositore francese. Il
                  suo CD “1900 – Yearbooks of 20th Century Piano, dedicato all’anno
                  solare 1900 e contenente musiche di Skrjabin, Szymanowski, MacDo-
                  well e la prima registrazione assoluta delle Variazioni di Bartók è stato
                  recensito come CD del mese dal mensile Suonare News e 5 stelle sia
                  nel giudizio tecnico che artistico dal mensile Amadeus.
                  Già “Premio Venezia” 1997 (assegnato all’unanimità da una giuria pre-
                  sieduta dal Mº Roman Vlad) e Premio speciale per la miglior esecuzione
                  dell’opera contemporanea al “Busoni” di Bolzano, Albanese vince nel
                  2003 il primo premio al “Vendome Prize” (presidente di giuria Sir Jeffrey
                  Tate) con finali a Londra e Lisbona: un evento definito da Le Figaro “il
                  concorso più prestigioso del mondo attuale”.
                  Giuseppe Albanese è laureato in Filosofia col massimo dei voti e la lo-
                  de (con dignità di stampa della tesi sull’Estetica di Liszt nelle “Années de
                  Pèlerinage”) ed a soli 25 anni è stato docente a contratto di “Metodologia
                  della comunicazione musicale” presso l’Università di Messina. Insegna
                  attualmente Pianoforte al Conservatorio “Tartini” di Trieste.

Orchestra Sinfonica della Radio Nazionale Ucraina
(OSRNU) Ha al suo attivo oltre ottantacinque anni di attività e di grandi successi
                  in tournées realizzate in tutto il mondo.
                  Il 5 ottobre 1929 è iniziata l’attività concertistica della OSRNU, con
                  quarantacinque musicisti stabili che proposero al pubblico di Kharkov
                  (la precedente capitale dell’Ucraina) un ciclo con le sinfonie ed i poemi
sinfonici composti da Cajkovskij. In seguito l’Orchestra fu trasferita a
           Kiev ed i musicisti stabili divennero sessanta.
           Nel corso della sua pluridecennale attività, la OSRNU è stata diretta dai
           più importanti direttori russi da Klimov a Rozhdestvenskiy, e si è con-
           traddistinta per il rilievo dato nella conservazione e valorizzazione delle
           tradizioni musicali dell’Europa orientale, con un archivio che comprende
           più di diecimila incisioni di composizioni orchestrali effettuate a Kiev in
           uno dei più grandi studi di registrazione a livello europeo.
           L’incessante attività istituzionale in patria ed oltre confine e la partecipa-
           zione a vari prestigiosi Festival musicali, propendo anche brani in prima
           esecuzione assoluta, ha consentito all’ Orchestra Sinfonica della Radio
           Nazionale di raggiungere lo status di migliore compagine strumentale
           dell’ Ucraina.

Volodymyr Sheiko, direttore
           Nel 2005 il M° Volodymyr Sheiko è stato nominato direttore princi-
           pale e direttore artistico della OSRNU. Nato a Kharkov, ha studiato al
           Conservatorio di Kiev. Kappelmeister all’Opera Nazionale di Kiev si è
                                         perfezionato al Teatro Bolshoj di Mosca
                                         sotto la guida di Fuat Mansurov.
                                         Con la direzione di Sheiko, la OSRNU ha
                                         realizzato oltre 250 registrazioni di musiche
                                         ucraine ed internazionali a favore del Fondo
                                         Nazionale della Radio, effettuando nume-
                                         rose tournées all’estero negli ultimi anni, in
                                         ben 11 nazioni: Italia, Spagna, Portogallo,
                                         Belgio, Olanda, Lussemburgo, Polonia, Bie-
                                         lorussia, Algeria, Iran, Corea del Sud.
                                         Nel corso della sua carriera, il M° Sheiko
                                         è stato insignito di varie onorificenze dallo
                                         Stato Ucraino per l’intensa opera svolta a
                                         favore della diffusione musicale: dal “Diplo-
                                         ma Onorario del Parlamento” (2005), fino al
                                         recente titolo di “Artista del Popolo” (2015).
Ingressi
SOCI: ingresso con abbonamento alla 55ª Stagione 2017-2018
NON SOCI: biglietto posto numerato - PLATEA € 25 (ridotto fino a 25 anni: € 15)
1ª GALLERIA € 20 (ridotto € 12) - 2ª GALLERIA € 15 (ridotto € 9)
in vendita presso: U.R.P. Ufficio Relazioni con il Pubblico del Comune di Sondrio (tel. 0342 526312)
- Biglietteria del Teatro Sociale, a partire dalle ore 19 del giorno del concerto, secondo disponibilità
- Vendita online (non sono acquistabili online i biglietti con riduzioni) sul sito del Teatro www.teatroso-
cialesondrio.it, o su www.vivaticket.it, oppure nei seguenti Punti vendita Vivaticket in provincia:
SONDRIO, La Pianola - MORBEGNO, VanRadio - TIRANO, Libreria Il Mosaico.

Progetto “-25”
Grazie al contributo stanziato da Fondazione Pro Valtellina onlus e da Associazione Alpi in scena, agli
studenti delle scuole primarie e secondarie di I e II grado, agli universitari e agli allievi delle Scuole di
Musica della Provincia di Sondrio, di età non superiore a 25 anni, sono riservati ingressi di particolare
favore per tutti i concerti in abbonamento della Stagione: Studenti: 5 euro; accompagnatore adulto di
studente minorenne: 10 euro. E’ richiesta la prenotazione entro i 10 giorni che precedono la manife-
stazione presso la Civica Scuola di Musica, Danza e Teatro di Sondrio (tel. 0342 213136).

Servizio bus navetta gratuito per i soci
SEMOGO                                     18,35           POSCHIAVO stazione                         19,20
Isolaccia                                  18,42           Li Curt, stazione                          19,25
Piandelvino/Fiordalpe                      18,45           Le Prese                                   19,30
Premadio, bivio                            18,50           Brusio (La Pergola)                        19,38
BORMIO Perego                              19,00           Campascio                                  19,40
Santa Lucia, ponte                         19,04           Campocologno, stazione                     19,45
SONDALO, Viale Libertà                     19,20           Madonna di Tirano - V.le Elvezia           19,50
Grosio                                     19,27           SONDRIO,Teatro - Via Alessi                20,20
Grosotto                                   19,30
Mazzo/Tovo/Lovero                          19,35
Sernio                                     19,38
TIRANO - P.za Marinoni                     19,45           PIANTEDO                                   19,25
Madonna di Tirano/ via Elvezia             19,50           Delebio                                    19,30
Villa di Tirano staz.F.S.                  19,55           Cosio, bivio centro                        19,40
Bianzone staz F.S.                         19,58           Regoledo, farmacia rotonda                 19,43
Tresenda staz. F.S                         20,01           MORBEGNO, stazione                         19,50
S.Giacomo staz. F.S.                       20,05           Talamona, bivio                            19,54
Chiuro staz. F.S.                          20,08           Ardenno, bivio                             19,58
Ponte staz.F.S.                            20,10           San Pietro, bivio                          20,03
Tresivio/Piateda staz.F.S.                 20,13           Castione And. - bivio centro               20,10
Montagna piano - loc.Trippi                20,15           Sondrio - rotonda via Milano               20,15
SONDRIO - Teatro Via Alessi                20,20           SONDRIO - Teatro Via Alessi                20,20

 PARCHEGGIO AUTO Parcheggio interrato P.za Garibaldi, aperto 24 ore, dopo le ore 19:
 € 0,50/ora (entrata da Via Alessi)
PROVINCIA DI SONDRIO

     COMUNE DI
    PROVINCIA DISONDRIO
                 SONDRIO

      COMUNE DI SONDALO
                SONDRIO

      COMUNE DI SONDALO

Associazione Amici del Teatro Sociale
             di Sondrio

                                                 SUPPLEMENTO NR.1 AL PERIODICO             N. 10 - 2014
                                                Poste Italiane S.p.A. Spedizione in Abbonamento Postale
                                        “AMICI DELLA      MUSICA-SONDALO” NR. 5/2014
                                                                D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)
                                                                             art. 1, comma 1, DCB Sondrio

                                                 SUPPLEMENTO NR.1 AL PERIODICO             N. 10 - 2014
                                                Poste Italiane S.p.A. Spedizione in Abbonamento Postale
                                        “AMICI DELLA      MUSICA-SONDALO” NR. 5/2014
                                                                D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)
                                                                             art. 1, comma 1, DCB Sondrio

                                                                                                                       N. 5 - 2017
                                                                        Poste Italiane S.p.A. Spedizione in Abbonamento Postale
                                                                                      D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)
                                                                                                   art. 1, comma 1, DCB Sondrio
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