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Corso di Economia delle Istituzioni prof. Vincenzo Visco Comandini Slides no. 8 Profili economici del diritto d’autore Università di Roma “Tor Vergata” anno accademico 2019-2020
Oggi una grandissima parte dei testi scritti, audio, foto, video è prodotta direttamente in formato digitale La tecnologia digitale presenta questi tre fondamentali caratteri economici: 1) Il costo di produzione della prima copia è fisso, in genere molto elevato, irrecuperabile, normalmente sostenuto prima di passare alla fase produttiva e distributiva 2) Il costo di produzione della seconda copia e di quelle successive è molto basso (costo marginale ≈ a zero). I vincoli alla capacità produttiva sono quasi nulli 3) I beni prodotti non sono quasi mai perfettamente omogenei fra loro, ma tendono a differenziarsi agli occhi dei consumatori (es. concorrenza limitata fra film, più intensa fra generi simili; limitata concorrenza fra Giornale e Repubblica, più intensa fra quest’ultima i ill Corriere della Sera) 2
Il basso costo di riproducibilità ha rivoluzionato il mercato delle enciclopedie: in soli due anni la venerabile Enciclopedia Britannica è stata scalzata da Microsoft Encarta, che a sua volta è stata soppiantata dalla Wikipedia, enciclopedia di autore collettivo sul web. Nel nuovo ambiente digitale i diritti d’autore costituiscono un problema; sono difficili da far rispettare, possono creare problemi allo sviluppo del mercato, non sempre costituiscono la soluzione più efficiente 3
L’origine risale al 1600 in Inghilterra, quando agli editori venne richiesto di mostrare nomi, città e data di pubblicazione. Si racconta che i drammaturghi concorrenti di Shakespeare assoldassero degli stenografi per le prime rappresentazioni, incaricati di copiare i suoi testi I più grandi editori formarono la Stationers Company che nel 1662 ottenne il monopolio esclusivo di stampa, in cambio dell’obbligo di pubblicare solo lavori approvati dal Parlamento 4
Si trattava di un vero e proprio monopolio esclusivo e perpetuo concesso agli stampatori che, per gestirlo crearono proprie regole di registrazione, destinate a rimanere anche successivamente Il monopolio si applicava a qualunque opera registrata: la Vita dei Cesari dell’autore latino Svetorio era monopolio di chi la stampava 1694 fine della censura 1709 Queen Anne Statute che stabilisce il diritto di controllo sulle copie da parte dell’autore per 14 anni: è un’importante innovazione, perché il monopolio è limitato nello spazio e nel tempo 5
Come noto, il diritto d’autore protegge una specifica espressione di un’idea, non l’idea che, in quanto tale, non è proteggibile. Rispetto al brevetto, il diritto d’autore è economicamente più “stretto”, nel senso che non impedisce a terzi di creare o distribuire opere simili. La protezione è pensata per proteggere la copia letterale di un’opera. La concessione del diritto d’autore può essere pensato come un mini- monopolio: su quella specifica opera, corrispondente ad un unico prodotto differenziato, sussiste un monopolio in favore del detentore dei diritti. 6
In USA legge del 1790 proteggeva solo gli autori americani Nel 1850 USA, Russia e Impero Ottomano erano gli unici a non riconoscere il diritto d’autore internazionale Nell ’ Ottocento gli editori americani preferivano non correre mai rischi: ciò che si vendeva in Inghilterrra andava benissimo anche in America. Corsa per stampare opere inglesi prima della concorrenza perché non c’era copyright sugli stranieri: Un libro di Dickens costava 2,5 $ in UK, solo 6 cents in USA 7
Ai primi del Novecento la lobby del copyright internazionale andò al Congresso con queste motivazioni: 1) Aderire al copyright internazionale è un’azione morale 2) Stimola la produzione nazionale 3) Evita che gli inglesi piratino le opere americane (come fanno gli americani con quelle inglesi) 4) Si elimina la concorrenza distruttiva 5) Migliora la qualità 6) Siamo finalmente in grado di competere ad armi pari con l’Inghilterra Tutti favorevoli al nuovo regime, salvo il sindacato dei poligrafici Soluzione: comprarne il consenso, e fino al 1976 il copyright internazionale valeva solo per opere straniere stampate in USA 8
Le tipologie di contenuti soggette al copyright sono costantemente cresciute nel corso degli anni: Nel 1909 musica scritta, successivamente pianola automatica, fonografo, cassette, CD Ai titolari viene pagata una tariffa di riproduzione in forma di licenza obbligatoria fissata ogni 10 anni dal Congresso oggi 6,95 cents a canzone 1,3 cents a minuto 9
In Italia, il 9 maggio 1801 la Repubblica Cisalpina e il Regno Italico dichiararono il primo riconoscimento, con la legge 19 fiorile anno IX, della “più sacra e preziosa delle proprietà” Gli stati italiani si adeguarono ben presto: 1826 lo Stato Pontificio 1828 Il Regno delle Due Sicilie 1836 Regno Sabaudo 1865 neonato Regno d’Italia con la legge n.2337 10
Le tre dimensioni della protezione del diritto d’autore Altezza: lo standard di novità richiesto per proteggere un’opera, in pratica molto basso: le idee non sono proteggibili, l’espressione di idee si Larghezza: modalità d’uso in USA “fair use”, in Italia copia personale 14% fotocopia Lunghezza: la più facile ed oggettiva da identificare, ma difficile da stimare quella economicamente efficiente (socialmente ottima) 11
Modello semplice di confronto costi – benefici fra regime protetto (che applica diritto d’autore) e regime libero (dove l’opera è di dominio pubblico) Più lungo il periodo di protezione, più elevato il valore attualizzato del flusso di risorse che deriva dall’opera se T = periodo di protezione N = numero opere create grazie a protezione N sarà una funzione crescente di T Dall’altro lato, se Um = benefici per i consumatori dal regime protetto Uc = benefici per i consumatori dal regime libero UC > Um 12
Aumentando T, diminuisce U dei consumatori ma cresce N E’ quindi necessario trovare un ottimo bilanciamento fra i 2, che avviene quando Il valore addizionale dell’opera incrementale D N uguaglia il costo sociale (collettivo) determinato dal ritardo di disponibilità dell’opera già creata 13
ESTENSIONE DELLA DURATA DEL DIRITTO D’AUTORE Inizialmente era di 14 anni nel 1909 28 anni raddoppiabile nel 1962 47 anni nel 1967 a 67 anni nel 1976 vita dell’autore + 50 anni Nel 1998 vita dell’autore + 70 anni Il continuo allungamento è un non senso sotto il profilo economico (manifesto di 17 economisti accademici statunitensi) Infatti allungare di ulteriori 20 anni produce un aumento del valore di solo 0,33% per i primi 80 anni di protezione 14
Inoltre, il beneficio della protezione è accordato ad un numero risibile di opere: su 10027 libri pubblicati nel 1930, solo 127 avevano un’edizione del 2001. Il vero interesse dei “right owners” è l’applicazione retroattiva del diritto, che ha consentito a molte opere che stavano uscendo di rientrarvi. Es. Cartone di Topolino “ Steamboat Willies”. L ’ estensione retroattiva non ha alcun effetto positivo sul sistema economico, perché non stimola nessuna produzione di opere nuove, ossia la vera ratio della protezione. La Corte Suprema degli USA ha stabilito l’estensione dei termini costituzionale, con l’argomento che lo era già stata nel 1790, 1831, 1909 e 1976 in quanto “limitata”. Se questa è la regola c’è da attendersi ulteriori estensioni in futuro 15
Principali differenze fra: Diritto d’autore italiano e Copyright statunitense e continentale anglosassone Diritto assoluto Protegge da copie abusive dell’autore, scatta indipendentemente Se si copia senza procurare dalla volontà dell’autore danno economico si tratta di e protegge la creazione attività lecita, da dimostrare con la dottrina del “fair use” Si può copiare nei casi previsti dalla legge Fotocopia, copia privata per uso personale, equo compenso 16
Il copyright da diritto al suo possessore di restringere l’insieme degli usi ammessi: nell’ambiente digitale sia l’enforcement che le clusole tendono ad essere diverse. Es. Adobe (Acrobat Reader) vende un proprio E-book contenente il libro di Lewis Carroll Alice nel paese delle meraviglie il cui testo non è proteggibile essendo l’autore morto da moltissimi anni Il diritto d ’ autore consente di limitare la diffusione di un ’ opera: nel 1934 Adolf Hitler autore di Mein Kampf impedì la traduzione e pubblicazione del suo volume in Francia perché in quel paese c’erano troppi negri 17
Distinguiamo X da Y n.copie protette n. copie consumate Se non c’è possibilità di copia, X = Y Se si può copiare, X< Y Se si copia, il produttore venderà un n. di copie inferiore, ma quelle vendute potrebbero avere un valore più alto, disponendo di un maggior numero di usi leciti Consentire maggiore libertà di copia fa aumentare il profitto se il maggior prezzo (con connesso valore per il consumatore) più che compensa la riduzione del volume di vendite 18
Se, come nel caso del P2P, la copia diventa tecnicamente possibile , bisogna tenere conto, oltre che del prezzo, anche dei cosiddetti costi di transazione (ct) sopportati da chi copia illegalmente (tempo speso, rischi di qualità, tempo di connessione in rete, rischi penali) L’analisi economica descrive moto bene la dinamica perversa oggi esistente. Se il prezzo del CD/DVD è alzato per compensare la riduzione nelle vendite, si incoraggia il consumatore a copiare, ciò che spinge ad alzare ulteriormente il prezzo, in un crescendo vizioso I produttori intelligenti (non tutti) cercano di fissare un prezzo dei CD basso tale da scoraggiare il consumatore a copiare e contemporaneamente cerca di alzare i costi di transazione (ct) del consumatore, ad esempio chiedendo di inasprire le pene, uso di tecnologie che alzano i costi di copiatura 19
Il costo di un CD 70% dalla pre alla post-produzione Autore Dettaglio 8% Artista-esecutore 15% 8% Distribuzione 15% Casa discografica Stampa 39% 15% - elaborazioni e-Media France Telecom e musicaememoria 20
Distribuzione degli utenti Peer-to-Peer simultanei nei paesi OCSE - 2003 21
E’ probabile che la legge sul diritto d’autore diventi sempre più difficile da applicare in un ambiente interamente digitalizzato, dove contenuto e contenente tendono a perdere le diversità: si pensi ad esempio ad Acrobat reader, che offre gratuitamente il viewer (ossia l’equivalente dell’apparecchio TV) in cambio dei profitti che realizza vendendo il prodotto con cui si confezionano i contenuti (il file pdf) Possibili modelli di business: • Originale più economico della copia (salta i ct della copia) • Copia più costosa dell’originale (uso di DRM) • Vendita complementi fisici che alzano valore (T-shirt, poster in regalo • Vendita complementi informatici e pubblicitari (modello Google, product placement nei video) 22
L ’ abbandono della neutralità della rete potrebbe alterare anche profondamente questo equilibrio, mutando gli attuali rapporti conflittuali/competitivi esistenti lungo la catena del valore dei beni digitali Oggi i carrier (fornitori di servizi di connettività) sono neutrali/favorevoli alla pratica del P2P, che costituisce in alcuni casi un potente driver della loro domanda. Con l’avvento dei walled garden, il P2P potrebbe anche aumentare in dimensione e valore (caso Fastweb con contenuti di pregio facilmente raggiungibili perché la rete è “chiusa”), ma preparebbe il terreno per la trasformazione del mercato da semplice a due lati (quando un produttore acquisice ricavi sia dai clienti finali che da altre imprese, come nel caso delle carte di credito) Se questo scenario si realizzasse il fornitore di connettività diverrebbe interessato a ricavare risorse dal right owner (in forma di revenue sharing), e quindi il suo attuale interesse a “chiudere un occhio” sulla condivisione illegale è destinato a finire 23
Gli attuali interessi contrapposti : content owners vs providers • I content owners hanno necessità di vendere al pubblico e hanno bisogno che siano disponibili apparecchiature di riproduzione adatte. • I produttori di apparecchiature di riproduzione hanno necessità di vendere il loro devices, e dipendono dalla disponibilità di contenuti utlizzabili sulla loro produzione. • I fornitori di banda e di accesso Internet hanno bisogno che sulla loro rete circolino contenuti appetibili per gli utenti. • I fornitori di servizi online hanno bisogno di contenuti da vendere. • I right owners vogliono vendere attraverso la rete di distribuzione online, direttamente o attraverso i fornitori di servizi online, ma temono che la rete non garantisca la protezione dei contenuti dalla pirateria. 24
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Nella storia dell’industria della musica, le nuove tecnologie ed i nuovi dispositivi di riproduzione hanno portato opportunità e rischi. A parte l’influenza di altri fattori (circostanze economiche generali, tempo libero disponibile eccetera), lo sviluppo del settore è stato influenzato in larga misura dalla comparsa di nuovi format di vendita. Alcuni nuovi formati - come i CD - e nuove tecnologie sono state fattori importanti per l’aumento del consumo commerciale di musica, altre (nastri audio digitali) non sono state mai adottate dal pubblico. Tuttavia l'introduzione di nuova tecnologia è stata spesso dirompente per il mercato della musica e per i meccanismi di distribuzione consolidati. 26
I conflitti fra gruppi di interesse – detentori dei diritti, fornitori di apparecchiature di riproduzione, utenti - hanno accompagnato ogni significativo sviluppo tecnologico. Il caso più famoso è quello della lotta che le case discografiche hanno condotto alle cassette audio (che liberavano dalla schiavitù ai dischi di vinile) e le case cinematografiche alle cassette video. Questo naturalmente prima di accorgersi che i nuovi formati in realtà facevano aumentare vendite e consumi. In realtà, il tempo e le forze del mercato hanno condotto in ogni occasione, e meglio delle soluzioni legislative a soluzioni di mercato che equilibravano gli interessi delle aziende di tecnologia e dei proprietari di copyright. L’attuale contrapposizione (in gran parte inventata) tra venditori di banda larga e content owners è secondo me un altro esempio di questa ricorrente lotta per il controllo dei canali di distribuzione 27
Bisogna imparare a ragionare secondo più dimensioni, con una molteplicità di criteri di billing, come mostrato nella slide seguente T-commerce Pay per lead, pay per transaction, modelli misti, Mobi-tones, mobi pictures, Pay per download, flat fee, mobi-video/audio, mobi-logo, subscription moby karaoke Mobi pictures, Mobi video, Pay per upload dediche Concorsi, voting, quiz Per entry, flat fee Giochi Pay per play, per level, subscription Advertising Sponsorship, alerts, embedded, internet, portale video, e-mail
In che modo i DPI influenzano le strategie competitive nel settore dell’ICT Attraverso il controllo proprietario dell’interfaccia, Microsoft usa contemporaneamente: • Discriminazione di prezzo • Lock-in • Sfruttamento di effetti di rete Nel mondo digitale, le copie sono illegali, ma fare copie e tecnologicamente molto semplice. L ’ industria sta studiando i DRM (Digital Right Management), di cui i TPM (misure tecnologiche di protezione) sono un sottoinsieme. DRM ≠ TPM Esistono DRM che non vietano, ma consentono di utilizzare gratuitamente i contenuti, come il regime dei Creative Commons, che nonostante non imponga alcun pagamento per l’uso, regola alcuni possibili usi, vietando ad esempio il riutilizzo proprietario del contenuto protetto da CC 29
La tecnologia digitale dell ’ informazione altera le condizioni concorrenziali fra gli artisti sia in senso orizzontale che verticale Orizzontalmente, la tecnologia rafforza i rendimenti crescenti delle superstar accrescendo gli effetti di rete Un tempo c’erano molto ottimi tenori, ed Enrico Caruso, grande star, era uno di questi, ma oggi molti consumatori ritengono che solo Carreras, Domingo e Pavarotti siano tenori. La dominanza è tale che la FTC ha accusato Time Warner e Vivendi di ridurre la concorrenza Verticalmente, la tecnologia può funzionare in senso contrario, accrescendo la concorrenza attraverso la riduzione delle barriere all’entrata consentendo l’accesso ai mercati a nuovi artisti. Con 500 $ si acquista un camcorder e un sito e si offre un prodotto a tutto il mondo. 30
Il diritto d’autore applicato al software presenta serie implicazioni di concorrenza, molto più di musica, libri e video Infatti l ’ utilizzo di software protetto da diritti relativo alle interfacce assegna al suo possessore un forte potere di mercato Caso Lotus 1-2-3 – Borland primi anni Novanta Borland decise di offrire un prodotto rivale al popolare foglio elettronico all’epoca diffusissimo che emulava l’interfaccia e offriva compatibilità con le macro scritte in lotus. Lotus citò Borland per violazione di copyright, e inizialmente vinse, ma la Corte Suprema sostenne che il copyright di Lotus non consente di impedire a terzi (Borland) di emularne l’interfaccia. 31
I consulenti di Borland (ovvero i proff. Farrell e Shapiro) sostennero che se l’interfaccia per l’utilizzatore, se ex ante può essere considerata un’espressione di idea, ex post diventa potere di mercato a causa degli effetti di rete rilevanti (i consumatori scrivono macro e programmi) Un aspetto curioso del caso è che Borland ammise in via autonoma che Lotus aveva effettuato investimenti in ricerca rilevanti in 1-2-3. Questo punto avrebbe difeso Lotus in caso di brevetto, ma poiché si trattava di copyright rafforzava invece la tesi che l ’ interfaccia costituisce per i consumatori l’unica alternativa, una volta che questi hanno iniziato a scrivere macro e programmi, assegnando potere di mercato che non è certo lo scopo del diritto d’autore 32
L’introduzione dell’istituto dell’equo compenso nasce come possibile risposta ad una quadratura del cerchio: come mantenere vigenti i diritti nello scenario on-line senza criminalizzare la tecnologia file-sharing L ’ equo compenso interviene su un complesso di comportamenti e soluzioni tecnologiche diversi fra loro: • Pirateria digitale, per fini commerciali e non • DRM e TPM • uso legittimo di tecnologie file sharing • copia privata 33
L’ipotesi sottostante l’istituto dell’equo compenso è che esista un nesso causale forte fra utilizzo della tecnica P2P e diminuzione dei ricavi da parte delle industrie discografica e cinematografica Quest’ipotesi sembra essere ridimensionata dai risultati di una recente indagine Cap Gemini, ancora riservata, secondo cui solo il 18 % delle perdite di ricavo deriverebbe da pirateria, e la restante quota dell’82 % dalla strategia di spacchettatura (vendita separata on line dei singoli brani): il P2P entrerebbe in misura marginale 34
La Direttiva europea 2001/29 Infosoc, al considerando 35 riconosce l’equo compenso (tassa su tutte le memorie di PC fisse e mobili) come misura idonea a remunerare gli autori Tuttavia, studi di monitoraggio della Commissione Europea sull’applicazione di questa direttiva hanno mostrato che l’equo compenso è applicato in modo differente nei diversi stati membri 35
non ci sono alternative superiori ai meccanismi di mercato, ma l’equo compenso è (per il momento) il minore dei mali Se si vuole debellare l ’ uso illegale del P2P salvaguardandone gli usi legittimi, si debbono offrire ai consumatori soluzioni migliori in termini di mix prezzo/qualità/prestazioni POSSIBILI AZIONI: • rendere il costo totale della copia (monetario+ transazione) più alto del prezzo dell’originale legale • diversificare il prodotto a seconda dei diritti es. Itunes che offre i brani musicali a 99 cents con MTP e a 1,29 cents senza MTP 36
POSSIBILI AZIONI (segue): • sviluppare un mercato dei DRM finalizzati a ridurre i costi di raccolta e ripartizione dei diritti, ma poche chances di successo perché questo mercato è oligopolistico (4 grandi operatori coprono quasi tutto il mercato) • privilegiare tutte le soluzioni che riducono i costi di transazione – ovvero rendono la vita facile - per i soggetti che effettuano acquisti • fare versioning e insieme bundling: il caso dell ’ ultimo CD dei Radiohead In Rainbows, offerto quasi gratis (donazione libera) nella versione nacked e a 40 $ per quella de luxe 37
ARPU in US$ per tipologia contenuti digitali 38
Ricavi del mercato USA dei contenuti digitali (in mln US$) 39
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Nel 2016 la Corte suprema degli Stati Uniti ha emesso una sentenza che considera legittima la pratica di Google di mettere a disposizione estratti di libri (gli snippets) con il servizio Scholar, contestato dagli editori titolari dei copyrights. La Corte ha confermato la decisione della Corte di appello del secondo circuito, rilasciata il 16 ottobre 2015, che enunciava una tavola di interpretazioni molto favorevole a Google. 41
1) Il fair use, ossia l’uso lecito di opere altrui, presuppone l’esistenza di una trasformazione del testo tale da renderlo un sostituto e non una copia dello stesso. La Corte ha affermato che la funzione di ricerca delle parole chiave messe a disposizione da Google col suo motore di ricerca integra tale trasformazione legittima. 42
2) La circostanza che Google realizzi una copia integrale dei testi non costituisce violazione del copyright perché essa rende disponibili solo gli estratti e non l’integralità del documento; a questa condizione, non è rilevante che questa copia sia avvenuta senza il consenso del titolare; 3) Non c’è scopo di lucro nelle azioni di Google e quand’anche vi fosse andrebbe soppesato con l’effetto trasformativo dell’opera che fa aggio sulla sussistenza di una funzione economica; 4) La fruibilità di estratti del testo non costituisce un sostituto dello stesso che possa fargli concorrenza; 43
5) La perdita di entrate per gli autori, derivante dalla libertà di accesso agli estratti (“quello che ho letto mi convince a soprassedere all’acquisto del libro”) non è di tale entità da rendere illecito questo servizio, perché le parti di testo offerte al lettore non sono un sostituto dell’originale, ma un prodotto completamente diverso. 44
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