STREHLER, Giorgio Olimpio Guglielmo

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               STREHLER, Giorgio Olimpio Guglielmo
               di Alberto Bentoglio - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 94 (2019) Condividi
               STREHLER
               , Giorgio Olimpio Guglielmo. – Nacque a Trieste, il 14 agosto 1921, da Bruno Andrea Vittorio (di
               origini viennesi, ma nato a Trieste l’11 agosto 1896 e morto a Vienna il 14 settembre 1924),
               industriale, impresario e gestore del cinema teatro Fenice, e da Alberta Lovri (nata a Zara in
               Croazia il 3 maggio 1900 e morta a Milano il 18 gennaio 1986), ottima violinista (conosciuta con
               lo pseudonimo di Albertina Ferrari).
               Nonostante la precoce perdita del padre, gli anni triestini di Strehler trascorsero sereni al fianco
               della madre. In casa imparò quattro lingue: l’italiano, il tedesco (lingua del padre), il francese
               (lingua della nonna materna Maria Firmy, parigina di nascita), e il croato, lingua della madre e di
               nonno Olimpio Lovri , celebre cornista (ma anche direttore di orchestre e cori, impresario del
               teatro Verdi di Trieste e proprietario di due sale cinematografiche), originario del Montenegro,
               dal quale Strehler ricevette un’ottima educazione musicale. All’età di sette anni, nel 1928, si
               trasferì a Milano con la madre che abbandonò la carriera solistica per dedicarsi all’insegnamento.
               Compì studi regolari presso il Convitto nazionale Pietro Longone fino alla maturità classica,
               conseguita al liceo Parini. Nel 1936 cominciò a frequentare le sale teatrali cittadine e, in
               particolare, il teatro Odeon di cui animò la claque. Nel 1938 si iscrisse all’Accademia dei
               Filodrammatici dove seguì i corsi di recitazione e dizione tenuti da Ettore Berti, Emilia Varini e,
               nell’ultimo anno, da Gualtiero Tumiati. Assistente di quest’ultimo era il giovane Paolo Grassi con
               il quale Strehler strinse un’amicizia alimentata anche dal comune amore per la musica. In
               Accademia, ottenne la medaglia d’oro per la recitazione e, nel maggio del 1940, si diplomò con
               tutti gli onori e iniziò la sua attività di attore in compagnie di giro. Recitò quindi con Annibale
               Ninchi e Tumiati per entrare poi nella compagnia Pilotto-Dondi e successivamente nella
               Melato-Giorda. Deluso dalla routine del teatro di quegli anni, Strehler – che, nel frattempo, si era
               iscritto alla facoltà di giurisprudenza di Milano – si accostò al gruppo teatrale Palcoscenico, nato
               su idea di Grassi nel febbraio 1941 nell’ambito del mensile
               Posizione(rivista della Federazione universitaria fascista di Novara nella quale Strehler pubblicò
               le sue prime osservazioni critiche sul teatro italiano). Pur impegnato nel servizio militare, il 24
               gennaio 1943 firmò, mentre era in licenza a Novara, la sua prima regia composta da
               L’uomo dal fiore in bocca, All’uscitae Sogno (ma forse no)di Luigi Pirandello. L’8 maggio 1943,
               sempre con gli amici di Novara, mise in scena
               Un cielo di Felice Gaudioso e Il camminodi Beniamino Joppolo, testi che evidenziarono subito il
               suo interesse per la drammaturgia italiana contemporanea.
               L’11 ottobre 1943 sposò a Milano la danzatrice Rosita Lupi. Richiamato alle armi quale
               sottotenente di fanteria, non aderì alla Repubblica di Salò e si unì alla Resistenza milanese.
               Riconosciuto quale militante socialista, attivo antifascista e condannato a morte in contumacia,
               nel gennaio del 1944 riparò in Svizzera dove fu internato nel campo militare di Mürren. Qui mise
               in scena tre atti unici di Pirandello:
               L’imbecille, L’uomo dal fiore in boccae La patente. L’anno successivo si trasferì a Ginevra –
               centro di raccolta di fuorusciti, soprattutto francesi – dove fondò la Compagnie des Masques. Il
               14 aprile 1945, diresse, con lo pseudonimo di Georges Firmy (cognome della nonna materna), per
               il Théâtre de la Comédie di Ginevra, Assassinio nella cattedraledi Thomas Stearns Eliot al quale
               seguì il 27 giugno la prima mondiale di
               Caligoladi Albert Camus e, inoltre, Piccola cittàdi Thornton Wilder. Mentre stava allestendo
               quest’ultimo testo, il Comitato di Liberazione nazionale lo richiamò a Milano. Nella città liberata
               nacquero i primi progetti con il ritrovato amico Grassi. Dopo essere stato commissario liquidatore
               della Federazione dello spettacolo ed essere diventato critico teatrale di
               Milano sera, propose all’amico di creare subito un teatro (Officina 45), ma Grassi non fu

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               d’accordo e i due diedero vita nell’estate del 1945 a Diogene, circolo di cultura teatrale intorno al
               quale si raccolsero Vittorio Gassman, Tino Carraro, Ruggero Jacobbi, Ettore Gaipa, Mario Landi
               e, non ultima, Nina Vinchi. Qui Strehler incontrò l’attrice Diana Torrieri per la quale firmò la
               regia di
               Il lutto si addice a Elettradi Eugene O’ Neill che andò in scena il 15 dicembre 1945. Lavorò poi
               con Renzo Ricci per una nuova edizione di
               Caligoladi Camus, in scena a Firenze il 5 gennaio 1946. Dal 1946, abbandonò l’attività di critica
               drammatica per dedicarsi esclusivamente all’impegno registico, dirigendo al teatro Odeon la
               compagnia composta da Evi Maltagliati, Salvo Randone, Franco Parenti e Carraro, con i quali
               mise in scena in meno di due mesi quattro testi (
               Thérèse Raquindi Émile Zola, Desiderio sotto gli olmidi O’ Neill, Una donna liberadi Armand
               Salacrou, Wintersetdi Maxwell Anderson). Indi lavorò per la compagnia del teatro Excelsior per
               allestire
               La guerra spiegata ai poveridi Ennio Flaiano e La rivolta contro i poveridi Dino Buzzati. In stretta
               sinergia con Grassi, organizzò eventi culturali e spettacoli per la celebrazione della pace e si
               impegnò nella campagna elettorale della primavera 1946 per il socialista Antonio Greppi,
               appassionato autore di teatro, che fu riconfermato sindaco. Il 19 aprile 1946, al teatro lirico di
               Milano, mise in scena l’oratorio drammatico
               Giovanna d’Arco al rogocon musiche di Arthur Honegger, inaugurando con questo allestimento
               una fortunata attività di regista per il teatro musicale. Infine, in occasione del decennale della
               morte di Maksim Gor kij, firmò al teatro Excelsior di Milano, con le scene di Gianni Ratto, la
               regia di
               Piccoli borghesi(26 novembre 1946), con Lilla Brignone, Gianni Santuccio, Randone, Antonio
               Battistella, Marcello Moretti, Franco Parenti, Mario Feliciani, Lia Zoppelli, Lia Angelieri,
               Armando Alzelmo, gruppo di attori che andò a formare il nucleo della prima compagnia del
               Piccolo Teatro. Il mese successivo mise in scena al teatro Nuovo di Milano
               Pick-up girl di Elsa Shelley con Ruggero Ruggeri e Laura Adani. Nel frattempo, il 21 gennaio
               1947, la giunta municipale di Milano, presieduta da Greppi, approvò la proposta di utilizzare per
               spettacoli teatrali l’ex cinema Broletto e nominò la commissione artistica: Mario Apollonio,
               Grassi, Strehler e Virgilio Tosi. Nel marzo del 1947, su incarico del sovrintendente Antonio
               Ghiringhelli, firmò alla Scala la regia della
               Traviatadi Giuseppe Verdi e, il 14 maggio, dopo dodici giorni di prove, inaugurò il Piccolo
               Teatro, primo teatro di arte stabile pubblico d’Italia, con
               L’albergo dei poveridi Maxsim Gor kij. Da quella ormai storica data la sua vita andò a coincidere
               (a parte una breve parentesi dal 1968 al 1972) con quella dell’istituzione milanese, che diventò la
               sua prima e più amata casa.
               Impossibile fornire qui l’elenco degli spettacoli firmati da Strehler dal 1947 al 1967: dall’
               Arlecchino servitore di due padroni(1947) di Carlo Goldoni con Marcello Moretti (spettacolo
               manifesto del Piccolo Teatro grazie anche al genio di Ferruccio Soleri che subentrò a Moretti
               dopo la sua morte avvenuta nel 1961) ai
               Giganti della montagna(1947) di Pirandello, dai classici stranieri allora poco rappresentati quali lo
               Shakespeare del
               Riccardo II(1948), dell’ Enrico IV(1951), del Giulio Cesare(1953), del Coriolano(1957) e delle
               tre parti dell’
               Enrico VI(che costituirono Il gioco dei potenti, 1965) alle riletture critiche della
               Trilogia della villeggiatura(1954) e delle Baruffe chiozzotte(1964) di Goldoni, dal Carlo
               Bertolazzi in milanese di
               El nost Milan(1955) alla drammaturgia contemporanea di Federico Zardi o di Alberto Moravia. Il

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               1956 rappresentò inoltre uno snodo cruciale nell’esperienza artistica di Strehler: infatti, il regista
               mise in scena
               L’opera da tre soldi(1956) di Bertolt Brecht, punto fermo non solo nel suo itercreativo, ma anche
               nella fortuna critica del testo e dell’autore. A quello spettacolo seguirono altre memorabili regie
               di testi brechtiani fra le quali
               Vita di Galileo(1963) con l’interpretazione di Tino Buazzelli.
               I vent’anni del Piccolo Teatro, che si celebrarono il 14 maggio 1967, furono per Strehler
               occasione di bilancio: in tale torno di tempo egli aveva firmato la regia di oltre 80 testi teatrali e
               aveva presentato con la compagnia del Piccolo più di 4300 recite di spettacoli in 142 località
               italiane e in 116 città straniere dell’Europa dell’Est e dell’Ovest, degli Stati Uniti, del Canada, del
               Sudamerica e del Nordafrica. Né meno intenso era stato il suo lavoro di regista per il teatro
               musicale, in special modo per la Scala, dove aveva firmato oltre 30 regie liriche (da Domenico
               Cimarosa ad Alban Berg, da Wolfgang Amadeus Mozart a Sergej Prokof ev) contribuendo
               all’affermazione della figura del regista quale elemento indispensabile alla realizzazione
               dell’opera lirica. Strehler aveva infatti posto in primo piano la necessità di un apparato
               scenografico non più generico ma originale e studiato in funzione della partitura da
               rappresentarsi, di una recitazione che abbandonasse la convenzionale staticità proposta dai
               cantanti lirici e, soprattutto, la necessità di un responsabile unico che connettesse e integrasse i
               differenti elementi compositivi dello spettacolo musicale.
               Dal 1947 al 1967 l’attività di Strehler non si esaurì nel solo, seppure primario, operato di regista:
               in questi anni emersero alcuni fra gli interessi che lo spinsero a vivere il mondo dello spettacolo
               in tutte le sue componenti. Il 1951 coincise, ad esempio, con la fondazione della milanese Scuola
               d’arte drammatica del Piccolo Teatro (l’attuale Civica scuola di teatro Paolo Grassi), dove, per
               alcuni anni, insegnò recitazione (una passione, quella pedagogica, che lo accompagnò per tutta la
               vita). Nel 1957 si impegnò nella stesura – a quattro mani con Grassi – di un primo progetto
               legislativo di interesse nazionale inteso a formulare una normativa organica per il teatro di prosa,
               cui fece seguito, nel 1964, il manifesto
               Un teatro nuovo per un nuovo teatro, lucida analisi della situazione del Piccolo Teatro nei suoi
               primi quindici anni di vita.
               Nella vita privata, conclusosi il rapporto con Rosita Lupi – dalla quale avrebbe divorziato nel
               1971 – dopo brevi e tempestose storie d’amore, fra le quali quella con Ornella Vanoni iniziata nel
               1955 – trovò in Valentina Cortese un’affascinante compagna. Con lei, dagli inizi degli anni
               Sessanta, condivise per lungo tempo vita artistica e privata.
               Deluso dalle strutture politiche e amministrative italiane e segnato dalle contestazioni che stavano
               investendo i teatri stabili a finanziamento pubblico e la stessa figura del regista (ritenuto un
               ‘despota della scena’), nel luglio del 1968 si dimise dal Piccolo. Consegnò il suo teatro nelle mani
               di Grassi e si trasferì con alcuni attori e collaboratori a Roma dove il 18 febbraio 1969 presentò il
               gruppo Teatro e azione che esordì con
               La cantata di un mostro lusitano(1969) di Peter Weiss. La seconda produzione fu Nel
               fondo(1970) di Gor kij, nuova edizione di
               L’albergo dei poveri. Concluse quindi l’avventura teatrale del gruppo Teatro e azione con
               Referendum per l’assoluzione o la condanna di un criminale di guerra (Walter Reder)(1971) di
               Roberto Pallavicino e Gian Franco Venè. In questo stesso periodo, allestì anche
               Santa Giovanna dei macelli(1970) di Brecht, spettacolo coprodotto dal Maggio musicale
               fiorentino e dal Piccolo Teatro. Nonostante la lontananza fisica, gli occhi di Strehler non
               cessarono mai di essere rivolti alla sua città e quando Grassi lasciò nel 1972 il Piccolo per
               assumere la carica di sovrintendente della Scala, il regista tornò al teatro che aveva fondato,
               affiancato da Nina Vinchi, segretaria generale e profonda conoscitrice della macchina
               organizzativa. Nominato direttore unico dal sindaco Aldo Aniasi il 5 maggio 1972, Strehler
               proseguì la sua attività firmando, nel corso degli anni Settanta, straordinarie regie destinate a

                                                                                                      Tutti i diritti riservati
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               diventare storiche sia per il teatro in prosa, sia per quello musicale.
               Con l’allestimento di Re Lear(1972) di William Shakespeare il regista festeggiò il proprio ritorno
               ufficiale. Dopo una seconda edizione dell’
               Opera da tre soldi(1973) di Brecht, allestì un’indimenticabile edizione del
               Giardino dei ciliegi(1974) di Anton echov e proseguì il suo itinerario critico con la regia del
               Campiello(1975) di Goldoni, di Le balcon(1976) di Jean Genet e della
               Tempesta(1978) di Shakespeare. Il gruppo originario di artisti, tecnici e musicisti che
               accompagnò Strehler dal suo rientro al Piccolo fino alla conclusione della sua vita, si mantenne
               sempre fedele al maestro, aprendosi tuttavia a nuovi contributi. Accanto a Tino Carraro, Renato
               De Carmine, Milva, Giulia Lazzarini, Franco Graziosi, Ferruccio Soleri, Giancarlo Dettori,
               Umberto Ceriani, Gianfranco Mauri, ai quali si aggiunse, nel 1973, Andrea Jonasson (che Strehler
               incontrò a Salisburgo durante l’edizione tedesca del
               Gioco dei potentidi Shakespeare e sposò a Milano il 12 giugno 1981), si posero i registi Lamberto
               Puggelli, Enrico D’Amato, Carlo Battistoni e artisti quali gli scenografi Luciano Damiani ed Ezio
               Frigerio, la costumista Franca Squarciapino, il musicista Fiorenzo Carpi, Marise Flach per i
               movimenti mimici. Con questi e altri ottimi collaboratori e allievi (da Patrice Chéreau a Klaus
               Michael Grüber, da Henning Brockhaus a Stefano De Luca) Strehler condivise gli altissimi
               risultati di arte da lui conseguiti. Anche per la scena musicale firmò in questi anni storiche regie:
               Il ratto dal serraglio(1965), Le nozze di Figaro(1973), Il flauto magico(1974) di Mozart,
               Cavalleria rusticana(1966) di Pietro Mascagni con la direzione di Herbert von Karajan,
               Fidelio(1969) di Ludwig van Beethoven, Simon Boccanegra(1972) e Macbeth(1975) di Verdi,
               entrambe dirette da Claudio Abbado.
               A tale indefesso impegno artistico, il regista coniugò un impegno civile e politico che divenne via
               via sempre più importante. Nel 1979, si candidò nelle liste del Partito socialista al Parlamento
               europeo dove, subentrato a Bettino Craxi, fu impegnato dal 26 settembre 1983 al 23 luglio 1984,
               battendosi per un’Europa che mettesse al centro gli uomini, le comunità, le idee e la cultura. Nel
               1987 lasciò il Partito socialista e si candidò quale indipendente nelle liste elettorali del Partito
               comunista. Eletto senatore della Repubblica nella X legislatura, nel 1988 presentò con il deputato
               Willer Bordon un progetto di legge per il teatro di prosa.
               Nel corso degli anni Ottanta continuò la sua attività artistica firmando acclamate regie per la
               scena della prosa e della musica:
               Temporale(1980) di August Strindberg, L’anima buona del Sezuan(1981) di Brecht,
               Attosenzaparole tra giorni felici(1982) di Samuel Beckett, Minna von Barnhelm(1983) di
               Gotthold Ephraim Lessing, La grande magia(1985) di Eduardo De Filippo, Elvira, o la passione
               teatrale(1986) da Louis Jouvet, Come tu mi vuoi
               (1988) di Pirandello, L’isola degli schiavi(1994) di Pierre de Marivaux. Alla Scala presentò
               Falstaff(1980) di Verdi diretto da Lorin Maazel, Lohengrin(1981) di Richard Wagner diretto da
               Claudio Abbado, Don Giovanni(1987) di Mozart diretto da Riccardo Muti.
               Nel 1983 diede vita a un progetto di teatro europeo che, grazie allo sforzo congiunto del ministro
               della Cultura francese Jack Lang e del presidente della Repubblica François Mitterrand, si
               concretizzò il 16 giugno 1983, con la nascita del théâtre de l’Europe (spettacolo inaugurale fu
               La tempestadi Shakespeare/Strehler) con sede presso il théâtre National de l’Odéon a Parigi.
               Strehler ne fu nominato direttore per il primo triennio e presentò nella seconda stagione
               L’illusion(1984) da L’illusion comiquedi Pierre Corneille. Nell’ottobre del 1989 fu nominato
               presidente dell’Unione dei teatri d’Europa, ente finalizzato al coordinamento di molti fra i più
               significativi teatri nazionali europei.
               Nel 1987 inaugurò, all’interno del Piccolo Teatro, una scuola di teatro (il primo corso fu intitolato
               a Jacques Copeau), improntata ai più aggiornati criteri pedagogici e fornita di infrastrutture di

                                                                                                    Tutti i diritti riservati
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19 giugno 2019 - 10:39                                                                                                 > Versione online

               eccellenza (fra cui il teatro Fossati, restaurato e riaperto con il nome di teatro Studio). Nell’ambito
               dei corsi della scuola di teatro si collocò anche il lungo studio da lui condotto sul capolavoro di
               Johann Wolfgang von Goethe e confluito nei due spettacoli presentati al teatro Studio
               Faust-Frammenti. Parte prima(1989) e Parte seconda
               (1991), che videro il regista tornare a recitare per interpretare il ruolo del protagonista.
               Negli ultimi anni, la vita di Strehler fu segnata da un doloroso contenzioso con l’amministrazione
               civica, che lo indusse a compiere gesti clamorosi, mettendone in discussione il ruolo all’interno
               del Piccolo Teatro. Mentre tutto il mondo gli attribuiva premi, riconoscimenti e onorificenze, la
               giunta milanese il 3 giugno 1996 ne accolse le dimissioni.
               Ritornato alla direzione del Piccolo, Strehler non ebbe tempo di programmare la stagione
               inaugurale della nuova sede (attesa da decenni), perché si spense improvvisamente la mattina del
               25 dicembre 1997 alle ore 4:30 per un attacco cardiaco nella sua casa di Lugano, dove viveva con
               Mara Bugni, sua compagna dal 1991. Aveva da poco terminato una prova di
               Così fan tuttedi Mozart che avrebbe dovuto inaugurare il suo Nuovo Piccolo Teatro (ora teatro
               Strehler a lui dedicato). I funerali si svolsero a Milano il 27 dicembre e, poco dopo, Giorgio
               Strehler partì per il suo ultimo viaggio terreno alla volta della natia Trieste dove riposa nella
               tomba di famiglia nel cimitero di Sant’Anna.
               Opere. Il re Lear di Shakespeare, introduzione di L. Lunari, Verona 1973; Per un teatro umano.
               Pensieri scritti, parlati e attuati, a cura di S. Kessler, Milano 1974; Santa Giovanna dei macelli di
               Brecht, introduzione di A. Lazzari, Verona 1974; Io, Strehler. Una vita per il teatro.
               Conversazioni con Ugo Ronfani, Milano 1986; Il lavoro teatrale. 40 anni di Piccolo Teatro
               1947-1955, Milano 1987; Shakespeare, Goldoni, Brecht,a cura di G. Soresi, Milano 1988;
               Inscenare Shakespeare, Roma 1992; Fermare l’attimo. 50 fotografie di Luigi Ciminaghi, Milano
               1997; Due volte sola. Tre soggetti cinematografici, a cura di S. Casiraghi, prefazione di T.
               Kezich, Torino 2000;
               Lettere sul teatro, a cura di S. Casiraghi, prefazione di G. Raboni, Milano 2000;
               Intorno a Goldoni. Spettacoli e scritti, a cura di F. Foradini, Milano 2004; Memorie. Copione
               teatrale da Carlo Goldoni, a cura di S. Casiraghi, introduzione di S. Ferrone, Firenze 2005;
               Nessuno è incolpevole. Scritti politici e civili, a cura di S. Casiraghi, Milano 2007; Non
               chiamatemi maestro: selezione di alcune pagine di G. S., a cura di S. Casiraghi, Milano 2007;
               Autobiografia per immagini, a cura di P. Bosisio - G. Soresi, Corazzano 2009; Il metodo Strehler.
               Diari di prova della Tempesta scritti da Ettore Gaipa, a cura di S. Casiraghi, Milano 2012;
               Mémoires: sceneggiature per l’originale televisivo sulla vita di Carlo Goldoni, a cura di P.
               Quazzolo, Venezia 2013.
               Fonti e Bibl.: Milano, Archivio storico del Piccolo Teatro, Fondo Giorgio Strehler; Trieste,
               Civico museo teatrale Carlo Schmidl, Fondo Giorgio Strehler.
               Nella vastissima bibliografia critica dedicata a Strehler, si segnalano alcuni riferimenti di base: A.
               Lazzari - S. Morando, 1947-1958. Piccolo Teatro, Milano 1958; E. Gaipa, G. S., Bologna 1959;
               L’opera da tre soldi di Bertolt Brecht e Kurt Weill: uno spettacolo del Piccolo Teatro di Milano,
               regia di G. S., fotocronaca di U. Mulas, a cura di G. Guazzotti, Bologna 1961;
               Schweyk nella seconda guerra mondiale di Bertolt Brecht, regia di G. S., fotocronaca di U. Mulas
               - M. Mulas, a cura di L. Lunari - R. Orlando, Bologna 1961; E. Fechner, S. inszeniert, Hannover
               1963; G. Guazzotti, Teoria e realtà del Piccolo Teatro di Milano, Torino 1965; A. echov, Il
               giardino dei ciliegi, a cura di L. Lunari, con note di regia di G. Strehler, Milano 1974; C. Goldoni,
               Il campiello, a cura di L. Lunari, con note di regia di G. Strehler, Milano 1975; P. Grassi,
               Quarant’anni di palcoscenico, a cura di E. Pozzi, Milano 1977; C. Goldoni, Arlecchino servitore
               di due padroni, a cura di L. Lunari, con nota di G. Strehler, Milano 1979; M.G. Gregori, Il signore
               della scena, Milano 1979, pp. 145-150 e passim; F. Battistini, G. S., prefazione di P. Grassi,
               Roma 1980; C. Goldoni, La trilogia della villeggiatura, a cura di L. Lunari, con un saggio di G.

                                                                                                      Tutti i diritti riservati
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19 giugno 2019 - 10:39                                                                                                 > Versione online

               Strehler, Milano 1982; C. Meldolesi, Fondamenti del teatro italiano. La generazione dei registi,
               Milano 1984 (in partic. Demiurgia e disumanità. L’approdo di S. alla regia, pp. 94-102 e S. Tra
               favola e angoscia, pp. 301-359); I. Moscati, S. Vita e opere di un regista europeo, Brescia 1985;
               S. Porto, S. e il teatro dell’Europa, Catania 1985; R. Trousdell, G. S. in rehearsal, in The drama
               review, 1986, n. 4, pp. 65-83; Il Piccolo Teatro d’arte. Quarant’anni di lavoro teatrale 1947-1987,
               a cura di M. G. Gregori - E. Pozzi, presentazione di G. Strehler, Milano 1988;
               Les voies de la création theâtrale, 1989, n. 16, monografico:
               S.; P. Bosisio, La Trilogia della villeggiatura di G. S., in Il castello di Elsinore, 1992, n. 14, pp.
               5-20; C. Douël dell’Agnola, Gli spettacoli goldoniani di G. S. (1947-1991), Roma 1992; A.
               Lombardo, S. e Shakespeare, Roma 1992; P. Bosisio, Il teatro di Goldoni sulle scene italiane del
               Novecento, Milano 1993, passim; C. Goldoni, Le baruffe chiozzotte, a cura di P. Vescovo,
               introduzione di G. Strehler, Venezia 1993; D.L. Hirst, G. S., Cambridge 1993;
               Goldoni e il Piccolo Teatro 1947-1993(catal.), Milano 1993; R. Alonge, Il maestro e Pirandello.
               S., Come tu mi vuoi, I giganti della montagna, in Il castello di Elsinore, 1994, n. 19, pp. 107-118;
               C. Douël dell’Agnola, S. e Brecht. L’anima buona di Sezuan, 1981: Studio di regia, Roma 1994;
               C. Dvo ák, Passione teatrale. G. S. und das Theater, Berlin 1994; R. Alonge, G. S. L’anima buona
               del Sezuan di Bertolt Brecht, in R. Alonge - R. Tessari, Lo spettacolo teatrale. Dal testo alla
               messinscena, Milano 1996; G. Stampalia, S. dirige. Le fasi di un allestimento e l’impulso
               musicale nel teatro, prefazione di R. Wilson, Venezia 1997; G. S. e il suo teatro, a cura di F.
               Mazzocchi - A. Bentoglio, Roma 1997;
               Il Piccolo Teatro di Milano. Cinquant’anni di cultura e spettacolo, a cura di M. G. Gregori,
               Milano 1997; P. Bosisio, Tra profezia e testamento spirituale: “I giganti della montagna” di
               Strehler,in ACME, LI (1998), 3, pp. 249-257; S. Ferrone, S., in Drammaturgia, 1998, n. 5, pp.
               7-15; G. S. alla Scala. 1947-1997, a cura di P. Guadagnolo, Milano 1998;
               G. S. e il suo teatro. Parte seconda. Contributi critici, Roma 1998; G. S. o la passione teatrale.
               L’opera di un maestro raccontata al Premio Europa per il teatro, a cura di R. Tian (con A.
               Martinez), Milano 1998;
               Ricordiamo G. S.,a cura di M.G. Gregori - G. Soresi, Milano 1998;
               S.: nasce un regista 1940/47,a cura di F. Battistini, Milano 1998; Les cités du théâtre d’art de
               Stanislavski à Strehler, a cura di G. Banu, Paris 2000; S. in Europa: la trilogia, Milano 2001; A.
               Bentoglio, Invito al teatro di G. S., Milano 2002, S. Bajma Griga, La tempesta di Shakespeare per
               G. S., Pisa 2003; P. Grassi, Lettere 1942-1980,a cura di G. Vergani, Milano 2004; M. Bruni, Il
               maestro e il suo dottore, S., Milano, il Piccolo, Milano 2007; S. privato: carattere affetti passioni,
               a cura di R. Canziani, Trieste 2007; G. S. Gli spettacoli che ho amato di più, a cura di F. Foradini
               - E. Vasta, Milano 2008; G. S. Atti del Convegno..., Roma... 2008, a cura di E. Testoni, Soveria
               Mannelli 2009; Paolo Grassi. Una biografia tra teatro, cultura e società, a cura di C. Fontana,
               Milano 2011; C.E. Mambrini, Il giovane S.: da Novara al Piccolo Teatro di Milano, con un
               intervento di S. Casiraghi, Vignate 2013; S. Malia, G. S. directs Carlo Goldoni, Lanham 2014; A.
               Benedetto, Brecht e il Piccolo Teatro: una questione di diritti, introduzione di S. Escobar,
               postfazione di S. Massini, Milano-Udine 2016; E. Frigerio, Ezio Frigerio: cinquant’anni di teatro
               con G. S., Milano 2016; L. Lunari, Il Maestro e gli altri, Milano 2016; B. Portesan, Lettere a un
               Maestro e per conoscenza a uno scrittore di drammi,Milano 2016; L. Arruga, S. fra Goldoni e
               Mozart, Milano 2017; D. Barzi - C. Riva - A. Ambrosoni, G. S. Un fumetto da tre soldi, Milano
               2017; M. Bucciantini, Un Galileo a Milano, Torino 2017; V. Crespi Morbio, G. S. e i suoi
               scenografi

                                                                                                      Tutti i diritti riservati
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