Onna: dalla strage nazista alla tragedia del terremoto

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Tra storia e attualità

Un ponte ideale con Sansepolcro e i ragazzi delle scuole

Onna: dalla strage nazista
alla tragedia del terremoto
                                     l 2 giugno 1944 alcuni cavalli furono         Tuttavia il maresciallo tedesco pretese da
di Andrea Bertocci
                                 I   razziati ad Onna da un maresciallo ed
                                     un sottufficiale tedeschi, che attraver-
                                 so le viuzze del paese li condussero da-
                                                                                   Cristina Papola (che aveva diciassette an-
                                                                                   ni) di indicargli dove fosse scappato il ra-
                                                                                   gazzo.
                                 vanti a palazzo Pica Alfieri. I cavalli era-      Dinanzi al suo silenzio, l’ufficiale la pre-
                                 no la preda più ambita per i soldati della        se a randellate per le vie del paese fino ad
                                 114a Divisione Cacciatori che, in quanto          ucciderla con tre colpi di pistola in fondo
                                 divisione di montagna (appartenente al            a Via del Fiume, forse perché credeva
                                 LI Corpo d’Armata alpino), era invece             che i due ragazzi fossero fidanzati, oppu-
                                 dotata di muli. La requisizione di quei           re perché la povera giovane non gli ave-
Parlando con                     cavalli (insieme ad alcune vacche) non            va rivelato dove il Ludovici fosse nasco-
Giustino Parisse                 era però stata autorizzata e, in quanto           sto.
il giornalista                   tale, corrispondeva ad un furto.                  Nino andò a farsi medicare a Montic-
                                 I giovani Nino Ludovici e Maria Cristina          chio, poi il giorno successivo andò prima
che ha visto morire              Papola (insieme alla sua famiglia) rag-           a Paganica, poi sul Monte Archetto dove
i due figli.                     giunsero il luogo per reclamare la resti-         si trovava un pastore con il suo gregge
La solidarietà                   tuzione dei propri cavalli.                       ma anche i partigiani e quegli onnesi
e l’affetto                      Ne nacque una colluttazione durante la            che, per sfuggire ai rastrellamenti, vive-
degli italiani                   quale tre colpi vennero esplosi casual-           vano grazie agli aiuti che da Onna parti-
con la gente                     mente dalla pistola che il Ludovici riuscì        vano regolarmente.
                                 a sottrarre al sottufficiale tedesco, appa-       Proprio in queste zone, a Filetto di Ca-
de L’Aquila                      rentemente ubriaco.                               marda, in quello stesso periodo un dis-
                                 Nino Ludovici fuggì immediatamente,               taccamento tedesco aveva provveduto a
                                 ma sembra da escludere che avesse ucci-           smontare una potente ricetrasmittente in
                                 so (se non addirittura ferito) il militare.       vista di un ripiegamento, verso nord, che
                                 Il terzo rapporto dei carabinieri riportò         avrebbe dovuto avere inizio nella sera del
                                 infatti che il giovane Ludovici sciolse la        7 giugno.
                                 briglia dei due cavalli, che erano tratte-        Nel tentativo di impossessarsi del mate-
                                 nuti dai soldati tedeschi per il laccio della     riale caricato sugli autocarri, una dozzina
                                 briglia, così che i cavalli, sentendosi liberi,   di partigiani scese lungo i fianchi del
                                 corsero per le vie del luogo e tornarono al-      Gran Sasso ed attaccò i soldati tedeschi
                                 la stalla. I soldati reagirono sparando al-       che nello scontro persero due uomini,
                                 cuni colpi di pistola che andarono a vuoto,       mentre un terzo, ferito gravemente, mo-
                                 ma il giovane si buttò sul sottufficiale          rì il giorno dopo.
                                 riuscendo a disarmarlo e a esplodere alcu-        La confusione di quei giorni era totale e
                                 ni colpi su di lui con la sua stessa pistola,     diveniva impossibile prevedere esatta-
  I funerali degli uccisi nel-
  la strage nazista dell’11      poi si diede alla fuga. Probabilmente il          mente ogni possibile conseguenza. Il
  giugno 1944.                   sottufficiale fu ferito.                          maresciallo maggiore che comandava il
                                                                                   distaccamento perì a causa di un colpo di
                                                                                   fucile, non si sa bene se partito acciden-
                                                                                   talmente mentre con il calcio del mo-
                                                                                   schetto batteva contro la porta di una ca-
                                                                                   sa, oppure se sparato da un soldato irri-
                                                                                   tato perché il sottufficiale aveva ripreso
                                                                                   aspramente la truppa, colpevole dell’as-
                                                                                   sassinio gratuito di un civile di sessanta-
                                                                                   cinque anni.
                                                                                   Allo stesso tempo, dalla parte opposta
                                                                                   l’azione era stata sconsigliata sia dai pa-
                                                                                   stori del luogo, sia dagli stessi coman-
                                                                                   danti partigiani, che mal sopportavano
                                                                                   l’idea di essere guidati da un ufficiale
                                                                                   monarchico e badogliano (il maggiore

                                                                                         patria indipendente l 27 settembre 2009 l 35
degli alpini Aldo Rasero), designa-               ni, più altri due uccisi successiva-   Onna) cercasse di convincere la
to dal Comitato di Liberazione                    mente.                                 gente a fermarsi davanti a casa sua,
Nazionale di Roma per dirigere le                 Ad Onna, invece, dopo l’assassinio     allettandola con boccali di vino
formazioni partigiane operanti in-                di Maria Cristina Papola niente la-    che uscivano continuamente dalla
torno a L’Aquila, rassicurando co-                sciava presagire la tragedia che, a    sua cantina.
sì le autorità alleate sul fatto che la           distanza di oltre una settimana,       I tedeschi lanciarono un messag-
resistenza armata non fosse sola                  stava per abbattersi sul paese.        gio:
prerogativa dei comunisti.                        Gli alleati erano vicinissimi a L’A-   «Dov’è Nino? Portatelo qui e sal-
Comunque quell’attacco sconside-                  quila, così lo stesso generale Boel-   verete i vostri uomini!».
rato provocò la pronta reazione                   sen decise di riesumare il rapporto    Le donne del paese videro Bartoli-
dei comandi tedeschi a L’Aquila,                  redatto dai carabinieri in merito ai   na De Paulis e Rosmunda Ludovi-
in particolare la rappresaglia voluta             fatti di Onna decretando una pu-       ci (madre e sorella di Nino) e ri-
dallo stesso generale Boelsen.                    nizione esemplare.                     volsero loro la stessa domanda, ma
Malgrado alcuni tentativi da parte                Tre camionette arrivarono nel tar-     non vi fu alcuna possibilità di ri-
del sottotenente Ehlert (per ragio-               do pomeriggio di domenica 11           sposta, anche perché, con gli allea-
ni morali e religiose, avendo stu-                giugno, sorprendendo gli uomini        ti vicini, i tedeschi avevano conces-
diato teologia) e dal suo superiore               che, come solitamente accadeva         so soltanto dieci minuti prima del-
(il capitano Defregger, che diven-                nei villaggi di campagna, si intrat-   lo scadere dell’ultimatum.
terà addirittura vescovo ausiliario               tenevano in corrispondenza della       Le due donne e quindici degli uo-
dell’arcidiocesi di Monaco di Ba-                 piazza o di qualche crocevia. Ad-      mini catturati furono condotti al
viera) per far revocare l’ordine, l’e-            dirittura ad alcuni parve evidente     primo piano della casa dei Ludovi-
secuzione avvenne falciando con                   che Alvaro De Felice (divenuto         ci in Via del Fiume (oggi Via dei
una mitragliatrice quindici uomi-                 negli anni il capo dei fascisti di     Martiri) e qui ammazzati con le
                                                                                         mitragliette, quindi la casa fu fatta
                                                                                         saltare in aria.
                                                                                         L’operazione fu poi completata fa-
                                                                                         cendo esplodere in serata altre do-
                                                                                         dici case, i cui proprietari erano
                                                                                         stati additati come ostili al regime
                                                                                         fascista.
                                                                                         Durante i funerali, che avvennero
                                                                                         due giorni dopo, le bare delle due
                                                                                         donne furono tenute a distanza
                                                                                         dalle altre. I feretri furono poi tra-
                                                                                         sportati ciascuno con un carro
                                                                                         agricolo al cimitero di Paganica,
                                                                                         mentre nello stesso giorno arrivava
                                                                                         ad Onna una pattuglia italiana del-
                                                                                         la compagnia motociclisti Nembo,
                                                                                         avanguardia delle truppe alleate
                                                                                         dell’VIII Armata.
                                                                                         Per Onna e Filetto fu aperta un’in-
                                                                                         chiesta, ma il destino di quei rap-
                                                                                         porti è simile a quello relativo ai
                                                                                         crimini commessi dalla medesima
                                                                                         114a Divisione Cacciatori (citata
                                                                                         tra i notable offenders durante il
                                                                                         processo di Norimberga) durante
                                                                                         la sua ritirata, tutti finiti nel cosid-
                                                                                         detto armadio della vergogna e ri-
                                                                                         scoperti ad oltre cinquant’anni
                                                                                         dalla fine della guerra con l’estra-
                                                                                         dizione di Priebke.
                                                                                         Impuniti furono quindi anche i
                                                                                         crimini di Gubbio (con la strage
                                                                                         dei quaranta martiri), di Sanse-
                                                                                         polcro (nei cui dintorni, nella se-
                                                                                         conda metà di agosto, furono uc-
                                                                                         cisi almeno cinquanta uomini e
                                                                                         donne), alla Madonna dell’Albero
                                                                                         nei pressi di Ravenna (dove venne-
  Il giornalista Giustino Parisse tra le macerie della sua casa.
                                                                                         ro trucidate cinquantasei persone,

36 l patria indipendente l 27 settembre 2009
tra cui sedici ragazzi e bambini in
fasce).
Come avvenne per la quasi totalità
delle stragi nazifasciste, i colpevoli
non furono mai perseguiti consen-
tendo loro di condurre una vita
normale. Al contrario, essi assun-
sero i connotati di un’entità astrat-
ta e indefinita (gli stessi reparti,
appartenenti alla Wehrmacht, ov-
vero un esercito regolare, furono
vagamente qualificati spesso come
SS).
In maniera fatalistica, la guerra fu
sentita come una sventura che in-
vestiva tutti indistintamente.
Non è un caso che questi fatti (la
violenza sulle donne, ad esempio)
si siano addensati sempre nelle zo-
ne a cavallo della linea del fronte e
pochi giorni prima del suo arretra-
mento, confidando sull’impunità
dovuta anche all’effettiva impossi-
bilità di individuazione e denuncia
degli autori materiali. Gli ordini
emanati dai comandi superiori,
inoltre, si appellarono spesso a
motivi più politici (il tradimento
perpetrato dal popolo italiano
contro l’alleato tedesco) che pura-
mente militari.
La successione di tali eventi, tanto
rapida quanto nuova, non ne con-
sentì l’immediata comprensione             I resti della chiesa distrutta dal terremoto.
delle ragioni e della dimensione
complessiva della tragedia.              città la pubblicazione di un volu-                anche dell’autonomia, della dispo-
Nino Ludovici fu ritenuto il re-         me che raccolga gli elaborati pro-                nibilità delle proprie cose...
sponsabile morale della rappresa-        dotti dagli studenti, guidati con                 Alla fine, cosa porteremo in più o
glia di Onna, sebbene questa non         grande passione dalla professoressa               di diverso rispetto all’impegno
si fondasse su alcun ragionevole         Patrizia Fabbroni: un modo per                    profuso, invece, da tanti volontari?
motivo. Ma esistono, in fondo,           attualizzarne i contenuti e scoprire              Se oggi la solidarietà sociale è un
“ragionevoli motivi” che possano         le radici del diritto, proprio isti-              principio e un dovere sancito an-
giustificare una rappresaglia, ovve-     tuendo un “ponte” con Onna, il                    che dalla Costituzione, è vero che
ro la responsabilità solidale di una     paese distrutto due volte.                        l’aspirazione ad un mondo miglio-
comunità per atti commessi da al-        Un’idea nebulosa e nemmeno ori-                   re passa proprio attraverso quelle
tre persone?                             ginale, da definire con i diretti in-             tragedie che costringono una so-
Nella lapide apposta nel 1945 sul-       teressati, ma forse adatta per coin-              cietà civile ad adottare o perfezio-
la facciata della casa dei Ludovici      volgere anche i più giovani in                    nare determinati strumenti di tu-
(il luogo della strage) non figura-      qualcosa che nascesse dal loro stes-              tela. Dai diritti umani alle miglio-
rono quelli di Bartolina De Paulis       so impegno, per proiettarne le ri-                rie di una strada, un sentimento di
e di sua figlia Rosmunda, inseriti       cerche nella concretezza di un ri-                gratitudine deve essere avvertito
solo successivamente insieme a           sultato tangibile, seppur così pic-               nei confronti di quelle che sono le
quello di Maria Cristina Papola.         colo davanti all’immensità del                    vittime della storia dell’uomo.
                                         dramma.                                           Perciò la solidarietà non è una fun-
             * * *                       Gli effetti del sisma hanno real-                 zione facoltativa, ma un obbligo,
Esiste quindi un legame che asso-        mente molti punti in comune con                   l’esatta controprestazione per
cia idealmente la mia città, Sanse-      la guerra: le distruzioni su vasta                qualcosa che in maniera di rado
polcro, con Onna e Filetto di Ca-        scala di quanto emerga dal suolo,                 avvertita incide positivamente (e
marda.                                   la scomparsa dei propri cari, degli               non solo nel senso sociologico del
Il terremoto, allora, mi ha spinto a     amici, dei vicini di casa... (che mi-             termine) sulla nostra esistenza.
proporre alla II B dell’Istituto         na inesorabilmente tutto il sistema               Si può pensare che il dolore ri-
Tecnico Commerciale della mia            di affetti), la perdita del lavoro, ma            guardi solo l’intimità della persona

                                                                                           patria indipendente l 27 settembre 2009 l 37
dere il paesaggio quasi monoco-
                                                                                                     lore.
                                                                                                     Ritornano alla mente le parole
                                                                                                     scritte da un amico infermo ispi-
                                                                                                     randosi ai ruderi medievali che
                                                                                                     aveva rinvenuto vicino a casa: con
                                                                                                     i sassi del fiume e del monte, ho
                                                                                                     costruito il castello del niente.
                                                                                                     Ad Onna c’è il fiume, c’è il monte,
                                                                                                     e soprattutto tanti sassi.
                                                                                                     Una collinetta di terra, prodotta
                                                                                                     dallo sbancamento dell’area su cui
                                                                                                     è stato realizzato il campo, divide
                                                                                                     questo dalle macerie del borgo. Ai
                                                                                                     suoi piedi è un piccolo cimitero
                                                                                                     d’auto, un ammasso di carcasse
                                                                                                     schiacciate e parabrezza infranti.
                                                                                                     L’area è interdetta alle persone
                                                                                                     non autorizzate. C’è il pericolo di
                                                                                                     crolli, ma occorre tenere lontani
                                                                                                     anche i curiosi che arrivano da lon-
                                                                                                     tano come si trattasse di una classi-
                                                                                                     ca gita fuori porta. Mentre i figli
                                                                                                     imprecano per quel viaggio, i ge-
                                                                                                     nitori chiamano a casa con il cellu-
                                                                                                     lare:
                                                                                                     «Ciao, indovina dove siamo? Sia-
                                                                                                     mo ad Onna, il paese del terre-
                                                                                                     moto!».
                                                                                                     Pare quasi una famiglia uscita da
                                                                                                     un film di Verdone, ma a riportare
                                                                                                     la scena alla dimensione reale del
                                                                                                     dramma è l’arrivo in auto di una
                                                                                                     psicologa, che preannuncia l’arrivo
                                                                                                     di una collega della guardia fore-
                                                                                                     stale che presidia l’accesso.
  Sulla facciata della casa, prima distrutta dai nazisti ed ora dal terremoto, è stata ricollocata   Attendo l’arrivo di Giustino Paris-
  la lapide che ricorda la strage.                                                                   se che, presente ad un convegno,
                                                                                                     sta sopraggiungendo in auto.
ed è indubbio, ma ancora non ho                   La discesa verso la conca aquilana                 In realtà non ne conosco il volto e,
trovato chi sia disposto a chiudere               sembra un lento avvicinamento al                   allo stesso modo, egli non conosce
irrevocabilmente dietro di sé la                  nucleo di una cava, dove la polve-                 il mio, quindi mi sfila davanti agli
porta del proprio dolore.                         re che imbianca le strade rende                    occhi senza che me ne accorga.
Tramite il sito di Paganica avevo                 sempre più accecante la luce del                   Erroneamente, me lo immagino
inviato un messaggio, spiegando                   giorno.                                            come un uomo anziano, probabil-
in poche righe cosa intendessimo                  Le lesioni a croce che partono da-                 mente legato all’attività della pro
fare sia come scuola che come                     gli angoli delle finestre e le mace-               loco. Quando finalmente ci incon-
Museo della Resistenza, quindi                    rie delle case collassate richiamano               triamo, gli dico che ho una ghir-
nella risposta di ritorno mi venne                alla mente uno scenario di guerra                  landa in omaggio ai martiri della
dato come riferimento il nome di                  e, per semplice associazione di                    guerra, e dei mazzi di fiori per le
Giustino Parisse con relativa e-                  idee, l’espressione di Tacito dove                 vittime del terremoto. Però ho sa-
mail.                                             hanno fatto il deserto, ora lo chia-               puto che le salme sono state tutte
Tutta la storia fin qui raccontata è              mano pace.                                         tumulate nel cimitero nuovo di
infatti ripresa dal suo libro Indagi-             Ma più che un deserto fisico (e co-                L’Aquila.
ne su un massacro, scritto insieme                me potrebbe esserlo, con il conti-                 Prendendo in consegna i fiori, mi
ad Aldo Scimia che, all’epoca dei                 nuo andirivieni di mezzi ed il bru-                risponde:
fatti, aveva quattordici anni e                   lichìo di gente attiva intorno ai                  «Sì, i nostri figli sono a L’Aquila».
scampò alla strage.                               cantieri?), quello che si presenta                 Già, ingannato dalla cortesia con
Potevo essere ad Onna sabato 25                   davanti pare più un deserto dell’a-                cui aveva risposto ai miei messag-
luglio, quindi proposi un incontro                nima.                                              gi, fino a quel momento non ave-
per tale data, che Giustino Parisse               La luce della mattinata tarda am-                  vo pensato che anche la famiglia di
confermò.                                         manta le case calcinate fino a ren-                Giustino Parisse potesse essere sta-

38 l patria indipendente l 27 settembre 2009
ta colpita da un lutto e, soprattut-     un’auto in regalo, ma in questo           re sul capoluogo e suo padre ha
to, che i Parisse fossero un simbo-      momento è difficile pensare a             commentato: «È la polvere delle
lo di questa tragedia.                   qualche tipo di progetto futuro.          case distrutte».
Mentre Giustino mi mostra (man-          «So solo che torneremo ad Onna,           Al ritorno a casa ho cercato di de-
tenendoci a distanza) le rovine del      appena ci verrà assegnato un allog-       scrivere quanto visto e sentito ed
suo paese ed il faro che alcuni tec-     gio. La nostra casa è qui».               anche questo resoconto è un ten-
nici tedeschi hanno già eretto vici-     L’incertezza regna sovrana. L’eco-        tativo di far capire, ma credo sia
no alla scuola materna, mia moglie       nomia locale, fondata in buona            difficile immaginare la situazione
ha modo di trattenersi con la si-        parte sulle rendite degli affitti, è      per chi non ci vive a contatto. So-
gnora Dina.                              saltata, chi non è ospite di parenti      lo il buon vecchio Giuliano ne ca-
Si commuove ascoltando il rac-           o amici è stato accolto negli al-         pisce il senso. Costretto a sfollare
conto di quella notte, di come si        berghi e nei campeggi della costa,        in una casa con altre venti persone,
siano trovati a camminare sulle          ma presto molti saranno trasferiti        con una sorella di appena tre mesi
macerie della propria casa e abbia-      senza conoscere la nuova destina-         che stava in una botticella trasfor-
no parlato con i figli Domenico e        zione.                                    mata in culla, la sua abitazione fu
Maria Paola che erano vivi, ma poi       Una signora vive in un bungalow           requisita dai soldati della medesi-
non hanno potuto far niente per          con una bambina di diciotto mesi;         ma 114a Divisione Cacciatori, gli
salvarli, sebbene Giustino abbia         trascorre da sola l’intera settimana,     stessi che poi gli uccisero il padre
cercato (ferendosi anche alla testa)     poiché il marito lavora lontano.          che cercava di recuperare qualcosa
di liberarli scavando con le mani.       Ora che, però, la madre deve sot-         da mangiare:
Ogni altro dettaglio è inutile e         toporsi a chemioterapia a L’Aqui-         «Ma scherzi?! Lì hanno perso tut-
non aggiunge altro a quanto già          la, vuole rientrare nella sua abita-      to...!».
pubblicato il 14 aprile da Il Cen-       zione.                                    Una volta lasciati i Parisse, penso a
tro, il giornale per cui Giustino Pa-    Lavorava per un’agenzia di pulizie,       loro come persone di studio, ai lo-
risse lavora in veste di responsabile    ma ora tutti gli uffici sono distrut-     ro libri che certamente sono an-
della redazione di L’Aquila.             ti, le banche, le scuole... Se la scos-   ch’essi sotto le macerie. Un’ulte-
Ad Onna non ci vengono mostra-           sa fosse venuta di giorno, forse ci       riore spoliazione che oggi rende il
te le tende perché il caldo all’inter-   sarebbero stati anche più morti.          valore di un libro ancora più pre-
no è insopportabile.                     Abitava fuori di L’Aquila, ma solo        zioso.
Giustino Parisse chiede ad un ami-       dopo tre giorni ha compreso la di-        Mi pento di aver accettato quello
co se possa darmi una copia del          mensione del disastro, quando una         ricevuto in dono, lo restituirò
libro pubblicato sulla strage di         coltre gialla continuava a staziona-      quanto prima.
Onna.                                                                                       Decido di metterne insie-
Forse prossimamente il vo-                                                                  me un po’, magari con la
lume sarà ristampato.                                                                       collaborazione di qualche
L’amico ne ha solo una co-                                                                  amico e associazione, in vi-
pia nel camper e va a pren-                                                                 sta di quello che sarà il
derlo. L’autore l’apre a pa-                                                                Centro della Memoria che
gina 164, dove si trova la                                                                  si vuole realizzare ad Onna.
foto in bianco e nero di un                                                                 Giustino Parisse mi rispon-
diciottenne dallo sguardo                                                                   de che ai libri non ha mai
abbassato che osserva la                                                                    detto di no, sono l’unico
bara del fratello.                                                                          regalo che accetta sempre
È Bernardino Pezzopane,                                                                     volentieri.
amico fraterno del padre di                                                                 Se non possiamo restituire
Giustino, anch’egli morto                                                                   loro i figli, possiamo alme-
nel crollo della casa. Il                                                                   no aiutarli nel ricostituire la
giorno del funerale, Ber-                                                                   loro biblioteca.
nardino si è gettato in lacri-                                                              E per il 7 agosto, giorno
me sul feretro sussurrando:                                                                 in cui il figlio Domenico
«Anche questa mi è toccata                                                                  avrebbe compiuto diciotto
di vedere».                                                                                 anni, i colleghi di Giustino
Prima dei saluti, chiediamo                                                                 hanno pensato di racco-
se si possa fornire loro già                                                                gliere in un volume gli arti-
qualcosa.                                                                                   coli dell’amico giornalista.
Giustino dice di aver rice-                                                                 Giustino Parisse ci ringra-
vuto tante manifestazioni                                                                   zia per la solidarietà e l’a-
di solidarietà. Una coppia                                                                  micizia dimostrata, in real-
emiliana, avendo saputo                                                                     tà siamo noi a ringraziare
che nel terremoto aveva                                                                     perché ci sono ancora tanti
perso l’automobile, lo pre-                                                                 abruzzesi e tanti italiani co-
gava di accettare almeno                                                                    me i Parisse.

                                                                                   patria indipendente l 27 settembre 2009 l 39
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