Off-White primavera/estate 2019: intervista a Virgil Abloh - GLOBElife

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Off-White primavera/estate 2019: intervista a Virgil Abloh - GLOBElife
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Off-White primavera/estate 2019: intervista a Virgil Abloh

Virgil Abloh

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Virgil Abloh, Bella Hadid

Bella Hadid

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Bella Hadid

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Dilone

Dine Asher Smith, Katarina Johnson Thompson

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Primavera Estate 2019

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Primavera Estate 2019

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Dine Asher Smith

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Primavera Estate 2019

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Primavera Estate 2019

Prima arriva la voce poi il corpo. Virgil Abloh è un concentrato di energia dal primo istante in cui mettiamo piede nello studio di
Off-White nella zona nord est di Parigi. Non ti puoi distrarre un attimo che – puff! – è svanito in un altro angolo della stanza
dove chiacchiera con altre persone, l’iPhone perennemente in mano e il sorriso o una risata sempre pronti.

Suddiviso in due piani, lo studio è in pieno fermento: il catering e il team hair & make-up sono sul piano ammezzato mentre uno
studio fotografico improvvisato, l’atelier – indaffaratissimo – e l’angolo per i fitting occupano il piano di sotto in stile magazzino
industriale. Ci sono tavoli lungo le pareti di un’enorme stanza bianca con pile di scarpe da un lato e gli accessori dall’altro.
Dovunque si getti l’occhio si scorgono giganteschi mood board adagiati sui tavoli e gli appendiabiti, con titoli accurati come
“Atletica Leggera” (Track & Field). Da notare poi gli onnipresenti punti esclamativi di Virgil. Come il jazz che riempie
l’atmosfera in sottofondo, si tratta di un caos organizzato – centinaia di azioni che avvengono simultaneamente senza un ordine
apparente eppure in perfetta armonia.

È il giorno prima della sfilata Off-White e i fitting finali sono in pieno svolgimento. Jourdan Dunn attende pazientemente, Bella
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Hadid e Kaia Gerber entrano silenziose dando inizio a una catena di movimenti e attività non appena il team nota la loro
                                   presenza. Poi entrano le atlete olimpioniche.

                                   La velocista britannica Dina Asher-Smith e la star dell’atletica Katarina Johnson-Thompson entrano entusiaste in scena.
                                   Avevano mai immaginato di sfilare alla Settimana della Moda di Parigi? “Questa è la prima volta che qualcuno mi pone la
                                   domanda in questo modo,” dice Johnson-Thompson, ancora incredula di questa sua avventura nel mondo della moda.

                                   Con loro in passerella ci saranno anche le atlete del salto in alto Vashti Cunningham e Cecilia Yeung, la campionessa dei 100
                                   m English Gardner, la colombiana Caterine Ibargüen, la belga Nafissatou Thiam e la mezzofondista francese Rénelle
                                   Lamote. Insieme, indosseranno i capi dell’ultima collaborazione di Abloh per Nike, le sue Nike Running e Nike Women.
                                   Ovviamente, si tratta di un’evoluzione dei progetti passati. L’anno scorso aveva reinterpretato dieci modelli dell’archivio di
                                   sneaker della Nike, tra cui le classiche Air Jordan 1, Air Max 90 e Air Force 1. All’inizio dell’anno ha vestito Serena Williams per
                                   lo US Open. Questa volta si concentra invece sul total look. “[Mi sono chiesto] cosa potessi aggiungere a qualcosa che era
                                   perfetto!”, racconta l’eclettico designer.

                                   Di seguito, lo stilista americano, DJ e produttore musicale parla, in esclusiva con Vogue, di come abbia mixato abbigliamento
                                   atletico e moda (no, non l’athleisure), del supporto alle donne e di come approcci in maniera pragmatica così tanti progetti
                                   diversi allo stesso tempo.

                                   La collezione primavera/estate 2019 “Essenzialmente è una femminilità che si scontra con l’abbigliamento atletico e sportivo.
                                   Ci sono texture e ci sono silhouette. Prendiamo le scarpe, per esempio, ho iniziato con una scarpa molto atletica che si è poi
                                   scontrata con un tacco alto molto femminile. Passiamo ai completi: ci sono ciclisti, ma dalle linee sartoriali. Uno scontro in 3D. Il
                                   risultato finale è Off-White; è una metafora”.

                                   L’ispirazione per la collezione “Ogni volta che disegno una collezione mi ispiro al mondo attorno a noi. Non in maniera
                                   poetica, del tipo ‘Ho visto qualcosa dal finestrino della macchina’, si tratta [più] del contesto attuale della moda donna, delle
                                   donne nella cultura e di come vengono rappresentate. Ho anche notato, per lo meno in America e nel mio contesto sociale, che
                                   uno stile di vita attivo sta diventando la norma. È un vero e proprio lifestyle: condurre una vita sana, mangiare sano e fare
                                   esercizio. Personalmente, non trovavo che con il nome ‘atheleisure’ l’abbigliamento sportivo sposasse la moda in quanto
                                   concetto congiunto, quindi volevo accorpare questo abbigliamento atletico con la moda, ma in modo organico.”

                                    “Athleisure” vs “Nike Couture” “Sono totalmente diversi. Se potessi mettere assieme il meglio dell’abbigliamento atletico –
                                   la sua natura performante, la manifattura e la sensibilità – e tradurlo nel linguaggio della moda, come apparirebbe
                                   quell’abbigliamento tecnico? Oppure, come apparirebbe la moda filtrata attraverso questa linea di pensiero sportiva? È a
                                   partire da queste considerazioni che sono nati molti tessuti e silhouette. È ‘Nike Couture’.”

                                   Il cast olimpionico “Nella mia testa l’idea di avere vere atlete in passerella mi sembrava la scelta più naturale. Faccio moda
                                   per raccontare una storia. Nella mia mente, la musa è l’atleta. Queste atlete olimpioniche fanno sport per lavoro, vivono la
                                   giornata indossando abbigliamento sportivo. Quindi volevo vedere come sarebbero apparsi questi abiti su donne vere che
                                   vivono questa vita. Ma penso che il concetto si possa estendere alla donna che ama fare sport e indossare abbigliamento
                                   atletico.”

                                   La collaborazione con Nike e il valore aggiunto di Virgil Abloh “Questa volta la collaborazione con Nike era più incentrata
                                   sull’abbigliamento; si è trattato più di un total look che di una semplice T-shirt. Quello che mi pare di poter portare è quel flair
                                   per l’attualità o lo stile di vita. Non tanto il prodotto stesso ma il perché indossare quel prodotto, o in che modo il prodotto
                                   diventa accattivante? Cosa inorgoglisce l’atleta? Cosa lo rende sicuro? Cosa gli dà quella sensazione di sentirsi al meglio di
                                   sé? Credo che quell’elemento extra, che va ben oltre il prodotto, può contribuire a mettere qualcuno nella condizione di fare
                                   una performance migliore, ottenendo a sua volta migliori risultati.”

                                   Come bilanciare così tanti progetti e marchi “Potrà sembrare assurdo ma il segreto consiste nel non pensarci. Non mi metto
                                   a sedere a pensare ‘Sto lavorando davvero tanto’. Cerco una strada per realizzare ogni idea che mi viene in mente. Il segreto
                                   è ‘just do it’.”

                                   di Sam Rogers

                                   L'articolo Off-White primavera/estate 2019: intervista a Virgil Abloh sembra essere il primo su Vogue.it.

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