Neurologia 3ªed. Domande e controversie in Neonatologia - Antonio Delfino Editore
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Domande e controversie in Neonatologia Neurologia 3ªed. Jeffrey M. Perlman, MB, ChB Professor of Pediatrics Division of Newborn Medicine Department of Pediatrics New York Presbyterian Hospital Komansky Children’s Hospital Weill Cornell Medicine New York, New York Maria Roberta Cilio, MD, PhD Professor, Neurology and Pediatrics Director of Pediatric Epilepsy Research Director of Neonatal Neuromonitoring and Epilepsy Program University of California, San Francisco San Francisco, California Consulting Editor Richard A. Polin, MD William T. Speck Professor of Pediatrics College of Physicians and Surgeons Columbia University Director Division of Neonatology New York Presbyterian Morgan Stanley Children’s Hospital New York, New York
Prefazione Presentazione Il mondo La comprensione della neurologia dei meccanismi neonatale di base è ancora che contribuiscono un settore in forte alle espansione lesioni cerebrali che acquisi- perina- tali continua sce, costantemente, ad avanzare “nuove”come nozioni conseguenza di embriologia della ricerca neurologica, in corso, fisiopatologia che ha facilitato, respirato-in alcuni ria, neuroanatomia casi, l’introduzione con embricazioni di strategiechemirate. mantengono La terza iledizione Sistema di Nervoso questo(SN) libroalaffronta centro nuovamente di un sistemaalcuni di integrazione dei principali confattori altri organi che contribuiscono e/o apparati. alle Questalesioni sessione cerebrali di neurologia e descrive alcune delleesamina neonatale nuove opzioni i temi terapeutiche più caldi e più introdotte discussinell’ultimo dai neonatologi, decennio.che Sono affrontano stati aggiunti una due nuovi sfida quotidiana capitoliassistenziale, relativi alle epilessie nel riconoscere ad esordio e trattare, neonataleil più (vedi precocemente capitolo 8) epossibile, all’impattole della cardiopatia patologie neurologiche. congenita (CHD) sullo sviluppo cerebrale (Vedi capitolo 15). Nel quarto capitolo, I capitolii dati del libro emergenti sono stati indicano redatti che daiunacultori maggiore della materia durata dell’ipotermia e sono integrati terapeutica per dare al o una temperatura clinico evidenze scientifiche più bassa dello sulle standard quali basare puòildi percorso fatto essere diagnostico-terapeutico. dannosa per i neonati con l’encefalopatia Il neonatologoipossico-ischemica. potrà usufruire delInoltre, volumecidisononeurologia pochi dati neonatale, che indicano sfruttando un beneficio la diade dall’ipotermia per l’encefalopatia scienza-assistenza come alleata, per ipossico-ischemica poter affrontare tra le più neonati frequenti con encefalopatia patologie che lieve, coin- i neonatiilpretermine volgono Sistema Nervoso, o i neonati sia direttamente nei paesi a basso che indirettamente. o medio reddito. Tutto Il ciò nuovo permetterà capitolo di8 sulle epilessie diminuire sensibilmente, ad esordio nonneonatale solo la mette mortalità in evidenza neonatale, i progressi ma anchenellae soprattutto diagnosi l’indice precocedie nel trattamento morbidità neurologica di questeneonatale rare patologie che ancora resenon possibili tendedala ridursi, crescente nonostante utilizzo di le test implemen- neuro- diagnostici tazioni tecnologiche nell’unità“neurologiche” di terapia intensiva all’interno neonatale della TIN. (UTIN), compreso neuroimmaging e video-EEG, insieme ad analisi genetiche e metaboliche facilmente disponibili, consentono il riconoscimento e il trattamento personale dei nuovi Raffaele fenotipiFalsaperla – Mauro elettroclinici, ovveroStronati l’ence- falopatia KCNQ2. Nel capitolo 10 sull’iperbilirubinemia, gli autori propongono un nuovo termine ”Kernicterus Spectrum Disorders (KSDs)” per definire clinicamente e categorizzare i sottotipi della gravità del kernittero. Nel capitolo 12 sulla meningoencefalite virale, gli autori discutono sul virus Zika emer- gente e le sue devastanti conseguenze sullo sviluppo del cervello. Nel capitolo 16 dedicato al follow-up a lungo termine del neonato estremo prematuro, si sottolinea il fatto che questi neonati sono a rischio di deficit funzionali esecutivi chiave che possono predisporre a prestazioni scadenti. Il capitolo 15 si concentra sulla comprensione della fisiopatologia specifica delle lesioni cerebrali acquisite nei neonati CHD per ottimizzare il trattamento delle strategie di protezione cerebrale. I restanti aggiornamenti dei capitoli sono tutti ecce- zionali per la loro profondità e completezza di recensioni e rendono la lettura avvincente. L’obiettivo primario di questa terza edizione è quello di fornire al lettore una più chiara strategia di gestione dei disturbi neurologici comuni e rari del neonato sulla base della più aggiornata comprensione della patofisiologia di base. Un obiettivo secondario desiderato è che le lacune evidenziate nella conoscenza serviranno da forte stimolo per la ricerca futura. IX
Prefazione La comprensione dei meccanismi di base che contribuiscono alle lesioni cerebrali perina- tali, continua ad avanzare come conseguenza della ricerca in corso, che ha facilitato, in alcuni casi, l’introduzione di strategie mirate. La terza edizione di questo libro affronta nuovamente alcuni dei principali fattori che contribuiscono alle lesioni cerebrali e descrive alcune delle nuove opzioni terapeutiche introdotte nell’ultimo decennio. Sono stati aggiunti due nuovi capitoli relativi alle epilessie ad esordio neonatale (vedi Capitolo 8) e all’impatto della cardiopatia congenita (CHD) sullo sviluppo cerebrale (vedi Capitolo 15). Nel quar- to capitolo, i dati emergenti indicano che una maggiore durata dell’ipotermia terapeutica o una temperatura più bassa dello standard può, di fatto, essere dannosa per i neonati con encefalopatia ipossico-ischemica. Inoltre, ci sono pochi dati che indicano un beneficio dall’ipotermia per l’encefalopatia ipossico-ischemica, tra neonati con encefalopatia lieve, i neonati pretermine o i neonati, nei paesi a basso o medio reddito. Il nuovo Capitolo 8, sulle epilessie ad esordio neonatale, mette in evidenza i progressi nella diagnosi precoce e nel trattamento di queste rare patologie, resi possibili dal crescente utilizzo di test neuro- diagnostici nell’unità di terapia intensiva neonatale (UTIN), compresi neuroimaging e vide- o-EEG, insieme ad analisi genetiche e metaboliche facilmente disponibili, che consentono il riconoscimento e il trattamento personale dei nuovi fenotipi elettroclinici, ovvero l’ence- falopatia KCNQ2. Nel Capitolo 10 sull’iperbilirubinemia, gli autori propongono un nuovo termine ”Kernicterus Spectrum Disorder (KSD)” per definire clinicamente e categorizzare i sottotipi della gravità del kernittero. Nel Capitolo 12 sulla meningoencefalite virale, gli autori discutono sul virus Zika emer- gente e le sue devastanti conseguenze sullo sviluppo del cervello. Nel Capitolo 16 dedicato al follow-up a lungo termine del neonato estremo prematuro, si sottolinea il fatto che questi neonati sono a rischio di deficit funzionali esecutivi chiave che possono predisporre a prestazioni scadenti. Il Capitolo 15 si concentra sulla comprensione della fisiopatologia specifica delle lesioni cerebrali acquisite nei neonati CHD per ottimizzare il trattamento delle strategie di protezione cerebrale. I restanti aggiornamenti dei capitoli sono tutti ecce- zionali per la loro profondità e completezza di recensioni e rendono la lettura avvincente. L’obiettivo primario di questa terza edizione è quello di fornire al lettore una più chiara strategia di gestione dei disturbi neurologici comuni e rari del neonato sulla base della più aggiornata comprensione della fisiopatologia di base. Un obiettivo secondario desiderato è che le lacune, evidenziate nella conoscenza, servano da forte stimolo per la ricerca futura. Jeffrey M. Perlman Maria Roberta Cilio
Piano dell’opera CAPITOLO 1 Circolazione cerebrale e ipotensione nel neonato prematuro: diagnosi e trattamento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ....................................................................... 1 Shahab Noori, Claire McLean, Tai Wei-Wu e Istvan Seri CAPITOLO 2 Emorragia intraventricolare e lesione della sostanza bianca nel neonato pretermine . . . . . . . ..................................................................... 27 Vivien Yap e Jeffrey M. Perlman CAPITOLO 3 Strategie di gestione dell’idrocefalo postemorragico ............................ 47 Andrew Whitelaw CAPITOLO 4 Ipotermia nell’encefalopatia ipossico-ischemica neonatale: diversi regimi di raffreddamento e neonati non inclusi negli studi precedenti . . . . . . . . . . ..................................................................... 63 Adrienne Bingham e Abbot R. Laptook CAPITOLO 5 Gestione generale di supporto del neonato a termine con encefalopatia neonatale a seguito di ipossia-ischemica intrapartum ....... 77 Ericalyn Kasdorf e Jeffrey M. Perlman CAPITOLO 6 Infarto cerebrale focale. . . . . . . . ..................................................................... 93 Dawn Gano e Donna M. Ferriero CAPITOLO 7 Diagnosi e gestione delle crisi epilettiche acute nei neonati .............. 111 Francesco Pisani e Carlotta Spagnoli CAPITOLO 8 Epilessie a esordio neonatale: diagnosi precoce e trattamento mirato........ 131 Maria Roberta Cilio e Tristan T. Sands CAPITOLO 9 Glicemia e lesioni cerebrali perinatali: domande e controversie ......... 141 Jerome Y. Yager CAPITOLO 10 Iperbilirubinemia e rischio di lesioni cerebrali ...................................... 163 Jean-Baptiste Le Pichon, Sean M. Riordan e Steven M. Shapiro CAPITOLO 11 Meningite neonatale: opzioni di trattamento attuali ........................... 189 David Kaufman, Santina Zanelli e Pablo J. Sanchez CAPITOLO 12 Infesioni neonatali da virus herpes simplex, citomegalovirus congenito e virus Zika congenito .......................................................... 207 Nazia Kabani e David W. Kimberlin CAPITOLO 13 Ipotonia neonatale . . . . . . . . . . . . . . . .................................................................. 223 Adele D’Amico ed Enrico Bertini CAPITOLO 14 L’EEG ad integrazione di ampiezza e il suo ruolo potenziale nell’implementazione della gestione nelle NICU ................................. 235 Lauren C. Weeke, Mona C. Toet e Linda S. de Vries CAPITOLO 15 Cardiopatie congenite: una causa importante di lesioni cerebrali e dismaturazione..................................................... 257 Torin J.A. Glass, Michael Seed e Vann Chau CAPITOLO 16 Follow-up a lungo termine del prematuro estremo ............................. 281 Neil Marlow INDICE ANALITICO. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .................................................................. 293
CAPITOLO 1 Circolazione cerebrale e ipotensione nel neonato prematuro: diagnosi e trattamento di Shahab Noori, Claire McLean, Tai Wei-Wu e Istvan Seri 1 • L’ipotensione neonatale può essere definita da dati normativi basati sul- la popolazione, dai principi della fisiologia dello sviluppo cardiovascolare (soglie di pressione arteriosa autoregolatoria, funzionale e ischemica) o dalla fisiopatologia (morbilità e/o mortalità). • Durante il periodo di transizione immediato, un dato valore della pressione sanguigna in un dato momento in un dato paziente può essere associato al normale flusso sanguigno sistemico e di organi. Tuttavia, a seconda della patologia cardiovascolare sottostante e della capacità di compensazione del paziente, lo stesso valore della pressione sanguigna nello stesso pazien- te in un momento diverso può essere associato ad una compromissione del flusso sanguigno sistemico e degli organi e quindi dell’apporto di ossigeno. • È stata documentata solo un’associazione ma non una causa tra ipotensio- ne e danno cerebrale/scarso outcome neurologico. Pertanto, al momento, non si può dedurre che lo sviluppo neurologico a lungo termine migliorerà se l’ipotensione viene rigorosamente evitata. • Il trattamento dell’ipotensione neonatale migliora le principali variabili emodinamiche (pressione sanguigna, gittata cardiaca, flusso sanguigno degli organi e apporto di ossigeno) ma non è stato ancora documentato un miglioramento dell’outcome dello sviluppo neurologico. Con l’evoluzione della neonatologia negli ultimi decenni, sono stati sviluppati metodi miglio- ri di monitoraggio, interventi più efficaci per identificare e gestire anomalie respiratorie, fluidi ed elettroliti, e anomalie nutrizionali che si incontrano liberamente nei neonati di peso molto basso (VLBW). Tuttavia, la capacità di monitorare in modo efficace e continuo i cambiamenti emodinamici a livello di sangue sistemico e di organi e perfusione tissutale è ancora limitata. Nonostante ciò, progressi ottenuti con l’uso dell’ecocardiografia neonatale mirata e di altri dispositivi di monitoraggio bedside non invasivo, continua perfusione sistemica di organi e tessuti e il monitoraggio delle funzioni cerebrali hanno iniziato ad inaugurare una nuova era nello sviluppo dell’emodinamica. Le nuove modalità di monitoraggio includono, senza esserne limitate, la velocimetria dell’impedenza elettrica, l’ultrasonografia Doppler a onde continue, la spettroscopia nel vicino infrarosso (NIRS), la spettroscopia a luce visibile, alla tecnologia laser Doppler e l’elettroencefalografia ad integrazione di ampiezza (EEG, aEEG). Con i miglioramenti nel monitoraggio emodinamico e una migliore comprensione dei principi dello sviluppo della fisiologia cardiovascolare, si è capito che si sa poco sul compromesso circolatorio e sui suoi effetti sulla funzione degli organi, sul sangue cerebrale, sull’accoppia- mento metabolismo-flusso sanguigno e sui risultati a lungo termine. Sebbene sia possibi- le monitorare continuamente in modo affidabile la pressione arteriosa sistemica in numeri assoluti ed esista un gran numero di interventi proposti per “normalizzarla”, la pressione arteriosa è solo la componente dipendente tra i tre parametri emodinamici che regolano la perfusione sistemica. Di conseguenza, la pressione sanguigna è determinata dalle variazio-
Circolazione cerebrale e ipotensione nel neonato prematuro: diagnosi e trattamento 15 correlata con la bassa continuità EEG. Tuttavia, non vi era alcuna relazione tra ampiezza e flusso SVC. Sebbene di natura preliminare, questo studio è riuscito almeno ad attirare l’at- tenzione su un’associazione tra un parametro emodinamico di ampio uso clinico (pressio- ne sanguigna) e due modalità sperimentali di monitoraggio CBF (ecocardiografia e aEEG). Prese insieme all’evidenza che l’aEEG precoce nei neonati pretermine può essere utile per prevedere l’esito a lungo termine dello sviluppo neurologico, è ragionevole suggerire che l’a- EEG merita un ulteriore studio nella popolazione VLBW, specialmente insieme all’uso della NIRS, come mezzo per identificare i neonati a rischio di basso apporto di CBF e ossigeno e/o di fluttuazioni patologiche nel CBF. Sintesi dei metodi di monitoraggio discussi I metodi in grado di diagnosticare i CBF alterati e i cambiamenti associati nella funzione 1 cerebrale nella popolazione di VLBW nelle prime ore fino ai giorni dopo il parto sono anco- ra in gran parte nello stadio sperimentale. È estremamente improbabile che un parametro di monitoraggio sia sufficiente per incapsulare lo stato del CBF e dell’apporto di ossigeno. Invece, oltre alla valutazione clinica, una combinazione di una varietà di tecnologie si ri- velerà probabilmente utile; queste tecnologie vanno dai metodi convenzionali (frequenza cardiaca, pressione sanguigna, saturazione di ossigeno, CO2 transcutaneo) ai metodi avan- zati (ecodoppler, IEC, NIRS, aEEG). Sia il flusso sanguigno sistemico che il CBF, così come l’erogazione e l’estrazione dell’ossigeno cerebrale, devono essere valutati simultaneamente e continuamente per consentire la raccolta di informazioni approfondite che consentono di prendere decisioni più informate e immediate su come, quando e che cosa trattare. 6 5 CO 10 4 DOBUT 15 mcg/kg/min 13 12 10 9 87 6 54 3 0 (mL/min) 180 3 SV DOP 3 mcg/kg/min 2 1 0 (mL/min) 2 160 1 HR (1/min) 140 0 SVR (calcolata) 120 Altre variabili SPaO2 (%) 100 CrSO2 RrSO2 80 MrSO2 SBP 60 MBP DBP 40 RESP TC-CO2 20 0 10 20 30 40 50 60 Tempo (ore) Fig. 1.8 Parametri emodinamici continuamente monitorati dalla torre di monitoraggio emodinamico in un neonato a termine, neonato di 3 giorni con encefalopatia ipossico-ischemica in fase di riscaldamento da ipotermia terapeutica del corpo intero. I parametri continuamente monitorati includevano la saturazione arteriosa di ossigeno (SPaO2; %), frequenza cardiaca (HR; 1/min), frequenza respiratoria (RESP; L/min), sistolica (SBP, mmHg), diastolica (DBP; mmHg) e media (MBP; mmHg) pressione sanguigna, portata cardiaca beat-to-beat (CO; mL/min); e il volume dell’ictus (SV; mL/min) usando la cardio- metria elettrica ad impedenza, la saturazione di ossigeno venoso misto di tessuto venoso cerebrale (CrSO2), renale (RrSO2) e muscolare (MrSO2) usando la spettroscopia a raggi infrarossi e il diossido di carbonio transcutaneo (TC-CO2, mm Hg). Questi parametri sono rappresentati sull’asse Y, e l’età dopo il parto in ore è indicata sull’asse X. Il riavvio è iniziato a 30 ore di monitoraggio. La temperatura del nucleo (TEMP) è mostrata in piccole scatole e le dosi di dopamina (DOP) e dobutamina (DOBUT) sono rappresentate sui dati sulla gittata cardiaca e sul volume dell’ictus. È rappresentata anche la resistenza vascolare sistemica calcolata automaticamente (SVR, mmHg × min/mL). Vedi il testo per i dettagli.
34 Neurologia 2 A B C Fig. 2.3 A, scansione ecografica coronale della neonata nella prima settimana che mostra un aumento dell’ecogenicità periventricolare. B, scansione ecografica coronale della stessa neonata a 4 settimane che mostra una formazione cistica bilaterale nelle aree di precedente iperecogenicità. C, immagine di risonanza magnetica (vista assiale) prima della dimis- sione che mostra anomalie bilaterali con segnale iperintenso nella sostanza bianca periventricolare in T2, coerenti con la leucomalacia periventricolare cistica. Caso clinico (segue) mentre riceveva CPAP. È stata trattata con antibiotici per 7 giorni, in parte a causa dell’a- namnesi perinatale e degli indici ematici anomali (rapporto iniziale neutrofili immaturi sul totale 0.39, che si è normalizzato entro 24 ore). I risultati della coltura sono rimasti negativi. Il decorso clinico è stato caratterizzato da apnea ricorrente e bradicardia, per cui è stata somministrata caffeina. Un’ecografia cerebrale eseguita al DOL 5 ha rivelato un aumento delle ecodensità periventricolari bilaterali (Fig. 2.3A). Le ecografie eseguite a 28 DOL hanno mostrato l’evoluzione di un’encefalomalacia cistica bilaterale diffusa (vedi Fig. 2.3B). Una MRI eseguita a 36 settimane di età postmestruale ha rivelato una leu- comalacia periventricolare cistica estesa (PVL) con lieve e diffusa perdita di volume paren- chimale e assottigliamento diffuso del corpo calloso (vedi Fig. 2.3C). La patologia placentare ha dimostrato una placenta immatura con evidenza di corioamnionite acuta e funisite. Questo caso illustra l’espressione ecografica più tipica della lesione della sostanza bianca nel neonato prematuro, caratterizzata da iperecogenicità, seguita dall’evoluzione dei cambiamenti cistici in assenza di fattori clinici determinanti postnatali evidenti.1,13,102,103 Sebbene le cisti si manifestino solitamente entro le prime 2 o 3 settimane di vita, i dati hanno ora mostrato l’evo-
50 Neurologia 20 Larghezza ventricolare (mm) 4 mm sopra il 18 97° centile 16 97° centile 14 12 10 8 26 28 30 32 34 36 38 40 3 A Gestazione (settimane) B C Fig. 3.2 A, 97° centile per la larghezza ventricolare con la linea del 97° centile più 4 mm (“action line”) come criterio per la diagnosi di dilatazione ventricolare postemorragica. B e C, scansioni ecografiche cerebrali del neonato A (caso clinico) ottenuta il 18° giorno. Scansione coronale frontale (B) che mostra la larghezza del corno anteriore contrasse- gnato con i caliper (+). Vista parasagittale destra (C) che mostra la dimensione talamoccipitale con i caliper (×). (A, modificato da Levene M. Misurazione della crescita dei ventricoli laterali in neonati pretermine con ecografia in tempo reale. Arch Dis Child. 1981;56(12):900–904.)
Infarto cerebrale focale 101 Gestione della CSVT La gestione della CSVT neonatale comprende le cure di supporto, come la gestione della disidratazione, il trattamento delle infezioni, le crisi, così come la terapia anticoagulante. Le raccomandazioni dell’American Heart Association suggeriscono di prendere in conside- razione gli anticoagulanti in neonati selezionati con gravi disordini trombofilici, emboli ce- rebrali multipli o sistemici, o quando vi sono prove cliniche o radiologiche di propagazione del coagulo.84 Le raccomandazioni dell’American College of Chest Physicians sono più com- plete e suggeriscono gli anticoagulanti quando non c’è un’estesa emorragia intracranica.65 Raccomandano inoltre di prendere in considerazione il trattamento quando il coagulo si pro- paga anche in presenza di un’emorragia estesa. In uno studio retrospettivo, poco più della metà degli 81 nuovi nati con CSVT sono stati trattati con anticoagulanti e non ci sono stati 6 eventi avversi.85 In uno studio prospettico su 104 neonati con CSVT, la metà ha ricevuto una terapia anticoagulante con eparina non frazionata o eparina a basso peso molecolare.75 La terapia anticoagulante è iniziata alla diagnosi nei tre quarti dei neonati trattati e dopo la conferma della propagazione del trombo su immagini seriali in un quarto. Nel gruppo trat- tato, non ci sono stati eventi avversi gravi come emorragia sistemica o decessi correlati alla terapia anticoagulante. Quattordici neonati hanno avuto un’emorragia significativa prima di ricevere gli anticoagulanti e nessuno ha subito un peggioramento dell’emorragia con il trattamento. La propagazione del trombo si è verificata in un terzo dei neonati che non sono stati trattati con la terapia anticoagulante ma solo in un neonato trattato. L’infarto venoso era comune nei neonati con propagazione del coagulo. La propagazione del trombo era clini- camente silente in tutti i neonati, tranne uno, che ha sviluppato crisi epilettiche aggravanti. Nei neonati con CSVT che non sono trattati con terapia antitrombotica, l’imaging deve es- sere ripetuto per cercare la propagazione della trombosi. Non c’è consenso sui tempi di ripeti- zione dell’imaging, e 5-7 giorni è un approccio ragionevole in un neonato clinicamente stabile. I neonati con CSVT che sono trattati con terapia antitrombotica dovrebbero essere nuovamente sottoposti a imaging a 3 mesi per assicurarsi della completa ricanalizzazione dei seni venosi.65 Ictus emorragico L’ictus emorragico perinatale ha ricevuto poca attenzione. L’incidenza stimata dell’ictus emorragico perinatale è stata di 6,2 per 100.000 nati vivi in uno studio basato sulla popo- lazione.86 L’ictus emorragico può essere primario (Fig. 6.5) o secondario alla trasformazione emorragica di un infarto ischemico arterioso o venoso (vedi Fig. 6.2). Caratteristiche cliniche I neonati con ictus emorragico presentano encefalopatia o convulsioni, gli ictus sono tipi- camente unilaterali, e si verificano nei lobi frontali o parietali.86,87 In uno studio, le crisi A B C Fig. 6.5 Ictus emorragico in una bambina di 3 giorni che si presenta con stato epilettico. A, la scansione coronale mostra un’area di aumentata ecogenicità nella regione parieto-occipitale destra, corrispondente con (B) risonanza magnetica assiale T2-pesata che mostra una lesione ipointensa coerente con l’emorragia. C, la risonanza magnetica in diffusione mostra un’iperintensità che circonda l’emorragia e attraversa lo splenio coerente con una degenerazione pre-Walleriana.
8 134 Neurologia Fig. 8.2 Fenotipo di crisi elettroclinica nelle epilessie KCNQ2-associate. Le caratteristiche elettrocliniche delle crisi epilettiche nell’epilessia neonatale familiare benigna (BFNE) e nell’encefa- lopatia KCNQ2 sono condivise tra le due condizioni. Clinicamente, le crisi consistono in posture toniche asimmetriche accompagnate da apnea (A), seguite da spasmi clonici asincroni, come in questo caso di BFNE. L’EEG (B) ad ampiezza integrata mostra un’elevazione parossistica dei margini superiore e inferiore del tracciato seguita da una depressione, come in questo caso di encefalopatia KCNQ2. L’EEG ictale convenzionale (C) mostra un aumento dell’attività rapida all’insorgenza delle crisi (freccia) e un’attenuazione della tensione postictale (punta di freccia), come in questo caso di encefalopatia KCNQ2. (B, cortesia Ana Vilan.)
Ipotonia Neonatale 229 13 Fig. 13.2 A e B, imaging a risonanza magnetica dell’encefalo (MRI) di un bambino di 3 mesi con sindrome di Walker-Warburg corre- lata ad α-distroglicanopatia relativo ad una nuova mutazione p.W495R in omozigosi (c.1483T>C) nel gene LARGE; il bambino ave- va anche coartazione dell’aorta con persistente dotto arterioso. Sul pannello di destra, l’istopatologia mostra immunofluorescenza assente (pannello inferiore) per l’anti-mouse α-DG (VIA4-1, Upstate Biotechnology, Lake Placid, NY) nel paziente P contro il con- trollo C. Da C ad F, MRI di una bambina di 2 anni con ipotonia neonatale, ritardo dello sviluppo e ipoplasia cerebellare precoce (C ed E, MRI eseguita all’età di 1 anno; D e F, MRI eseguita all’età di 2 anni, che dimostrano un’ipoplasia cerebellare non progressiva); il livello di creatinfosfochinasi era di 720 U/L; il paziente aveva una mutazione c.860G>A (p.Arg287Gln) in GMPPB (GAP-mannosio pirofosforilasi B) (Carss et al.). Sul pannello di destra, le caratteristiche cliniche di una bambina con mutazioni bialleliche in GMPPB mostrano instabilità nella posizione seduta e debolezza antigravitaria dei flessori della testa. Da G ad M, caratteristiche cliniche, MRI, e istopatologiche di una bambina di 2 anni con una mutazione in omozigosi in LAMA2 (merosina). La ragazza era in grado di sedersi ma non di alzarsi; L’MRI dell’encefalo mostra una tipica iperintensità diffusa della sostanza bianca (H, I). L’istopatologia mu- scolare mostra fibrosi evidente (J) e alterazioni infiammatorie (K). L’etichettatura in immunofluorescenza con anticorpi anti-merosina da 80 kDa mostra un segnale assente nelle strutture nervose muscolari e intramuscolari del soggetto (L) rispetto al controllo (M).
Cardiopatie congenite: una causa importante di lesioni cerebrali e dismaturazione 261 Cuore normale Vena cava superiore AO Ai polmoni Ai polmoni Vene polmonari PA Vene polmonari (il sangue proviene (il sangue proviene dai polmoni) LA dai polmoni) Setto atriale RA Valvola Valvola mitralica tricuspide Vena cava RV Valvola 15 inferiore aortica LV Valvola Setto polmonare ventricolare A Trasposizione delle grandi arterie Vaso che connette aorta e arteria polmonare AO PA Comunicazione interatriale LA RA RV LV Vasi invertiti B Sindrome del cuore sinistro ipoplasico Aorta molto piccola Vaso che connette aorta e arteria polmonare AO PA Comunicazione LA interatriale RA LV RV C AO = Aorta PA = Arteria polmonare Sangue ricco di ossigeno LA = Atrio sinistro Sangue misto RA = Atrio destro LV = Ventricolo sinistro Sangue povero di ossigeno RV = Ventricolo destro Fig. 15.1 Immagini anatomiche di (A) cuore normale, (B) trasposizione delle grandi arterie e (C) sindrome del cuore sinistro ipoplasico
INDICE ANALITICO I numeri di pagina seguiti da “f” indicano le figure e “t” indicano le tabelle A B AABR. vedi Risposta automatizzata uditiva Background pattern, valutazione EEG ad del tronco cerebrale integrazione di ampiezza (aEEG), 236–237 Acetazolamide, 56 Baclofen, per distonia, 179 Acido lattico, durante ipoglicemia, 143–144 BAEP. vedi Potenziali evocati uditivi del Aciclovir tronco cerebrale per infezioni da HSV 212–214, 212t, BAER. vedi Risposta uditiva del tronco 213f–214f, 217–218 cerebrale ADNFLE. vedi Epilessia notturna del lobo Batteri, nella meningite neonatale, 188b Bayesia analisi, 68, 69f frontale autosomica dominante Bayley II Scal of infant Development, 66–67, 71 Agenti antimicrobici ad ampio spettro nelle Bayley Scal of infant Development II (BSID meningiti neonatali, 199 II), 244–245 Al Naqeeb, N, 237 Benzodiazepine, per convulsioni neonatali, 121 Allopurino, 85–86 BFNE. vedi Epilessia benigna familiare neo- Alterazioni biochimiche cerebrali nell’ipogli- natale cemia, 149–150 BFNIE. vedi Epilessia benigna familiare neo- Aminoacidi eccitatori, antagonisti degli, 86 natale-infantile Aminoglicosidi Bilirubina per meningite neonatale, 195 azione neuroprotettiva, 167 per sepsi, 192 carrello di emergenza per, 176 Ampicillina per meningite da GBS, 193–195 esposizione alla, 166 Anomalie endocrine, vs. Ipoglicemia ricorren- meccanismo di danno, 166 te, 148b neurotossicità, 165–168 ANSD. vedi Disordini di spettro nella neuro- nell’estremo prematuro, 179–181 patia uditiva suscettibilità alla, 181–182 Anticoagulanti, per CVST 107 non coniugata, 165 Anticolinergici, per distonia, 179 omeostasi del calcio, e 166–167 Antiossidanti, e bilirubina, 167-168 BIND. vedi Disordini neurologici indotti da Apnea ed encefalopatia acuta bilirubinemica, bilirubina 181 β-lattamasi ad ampio spettro determinate dai plasmidi, (ESBL) 193 Arresto circolatorio ipotermico profondo (DHCA), Botulismo, infantile, 232 nelle cardiopatie congenite (CHD), 267 Boylan, GB, 248–249 Artefatti per aEEG 246-248 Braun, AP, 166–167 Arteria vertebrale, misurazione nel CBF, 9-10 BSID II. vedi Bayley Scales Asfissia perinatale, ipoglicemia, 155 Burdjalov punteggio, 245–246 Atrofia muscolare spinale (SMA), 227–228 Bypass cardiopolmonare (CPB), per malattie tipo I, 227 cardiache congenite, 267 Atrofia muscolare spinale con distress respi- ratorio di tipo 1 (SMARD1), 228 C Autoregolazione 5-6 Calcio e calmodulina, protein-chinasi II dipen- del flusso ematico cerebrale (CBF) 5f dente da, (CaMKII), e bilirubina, 166–167
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