RAPPORTO D'INDAGINE SUL FABBISOGNO FORMATIVO - CITTA' DI GALATINA UFFICIO SERVIZIO CIVILE - Comune di Galatina

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CITTA’ DI
       GALATINA

       UFFICIO
       SERVIZIO CIVILE

RAPPORTO D’INDAGINE SUL
FABBISOGNO FORMATIVO
Analisi dei fabbisogni degli studenti - Iniziativa orientamento in uscita
A cura dei volontari del Servizio Civile Nazionale Progetto “Circuitazioni”
PREMESSA

Nel vasto mare della formazione emerge in modo significativo la necessità di assumere
nuovi paradigmi teorici e metodologico-operativi a cui ancorarla, laddove la formazione è
oggi intesa come processo intenzionale, organizzato al fine di promuovere e facilitare
l’apprendimento nei diversi soggetti e non soltanto come percorso da far compiere per
conseguire il “risultato” e cioè l’acquisizione di un titolo, di un attestato, di un credito, etc.
In quest’ottica, il “risultato” è rappresentato dagli apprendimenti realmente conseguiti dagli
studenti in termini di conoscenze, competenze e capacità e dall’attribuzione di un
significato al proprio e all’altrui agire.
È possibile affermare che nei prossimi anni vedremo, in Italia, una forte crescita della
domanda di apprendimento permanente e ciò nell’ottica sempre di un qualificato sistema
di lavoro che, non a caso, tenderà sempre più a premiare il “merito”. Questo è
principalmente dovuto alle dinamiche del mercato del lavoro, divenuto più flessibile e
globalizzato, che incentiva gli individui ad investire tempo e risorse personali nella
formazione.
Per poter soddisfare e incrementare la domanda è, però, necessaria un’offerta formativa
adeguata, fatta con nuove metodologie e risorse (e-learning, riconoscimento degli
apprendimenti acquisiti, organizzazioni didattiche adatte alle persone adulte, etc.),
impegno questo per il quale gli organismi deputati già da tempo stanno operando.
Pertanto, dovrà essere realizzata un’adeguata politica di sostegno, in particolare nelle
regioni meridionali, per realizzare concretamente politiche di integrazione di sistema;
un’opportuna finalizzazione dei finanziamenti del FSE, sia regionali che nazionali, potrà
consentire di realizzare le infrastrutture per il sistema di apprendimento permanente a
base regionale che potranno da subito rendersi disponibili per la crescita del mercato della
formazione permanente, sostenuto da risorse private (investimenti individuali, Fondi
Interprofessionali, etc).
Già da diversi anni l’Unione Europea si è data da fare in tale direzione istituendo di fatto il
Life Long Learning Programme che raggruppa un’ulteriore serie di sottoprogrammi, i
quali hanno lo scopo di valorizzare e promuovere sempre più tenacemente l’azione di
rafforzamento e consolidamento della “formazione lungo tutto l’arco della vita”. Gli obiettivi
prioritari che tale azione si è voluta imporre, anche con riferimento alla Strategia di
Lisbona e ad Europa 2020 possono essere così sintetizzati:
a) contribuire allo sviluppo di un apprendimento permanente di qualità e promuovere
risultati elevati (l'innovazione è una dimensione europea nei sistemi e nelle prassi del
settore);
b) sostenere la realizzazione di uno spazio europeo dell'apprendimento permanente;
c) contribuire a migliorare la qualità, l'attrattiva e l'accessibilità delle opportunità di
apprendimento permanente disponibili negli Stati membri;
d) rafforzare il contributo dell'apprendimento permanente alla coesione sociale, alla
cittadinanza attiva, al dialogo interculturale, alla parità tra le donne e gli uomini e alla
realizzazione personale;
e) contribuire a promuovere la creatività, la competitività, l'occupabilità e lo sviluppo di
uno spirito imprenditoriale;

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f) contribuire a una maggior coinvolgimento di persone di tutte le età, comprese le
categorie svantaggiate e quelle con particolari esigenze, all'apprendimento permanente a
prescindere dal background socioeconomico;
g) promuovere l'apprendimento delle lingue e la diversità linguistica;
h) promuovere lo sviluppo, nel campo dell'apprendimento permanente, di contenuti,
servizi, soluzioni pedagogiche e prassi a carattere innovativo basati sulle TIC
(Innovation Communication Tecnology);
i) rafforzare il ruolo dell'apprendimento permanente per la consapevolezza di una
cittadinanza europea basato sulla comprensione e sul rispetto dei diritti dell'uomo e della
democrazia, e nella promozione della tolleranza e del rispetto degli altri popoli e della
altre culture;
j) promuovere la cooperazione in materia di garanzia della qualità in tutti i settori
dell'istruzione e della formazione in Europa;
k) incoraggiare il migliore utilizzo di risultati, di prodotti e di processi innovativi e
scambiare le buone prassi nei settori disciplinati dal programma di apprendimento
permanente, al fine di migliorare la qualità dell'istruzione e della formazione.
Inoltre, i su richiamati obiettivi, sono parte integrante di specifici “piani settoriali” che fanno
parte del programma Life Long Learning:
 Comenius, riguarda tutto l'arco dell'istruzione scolastica dalla scuola dell'infanzia fino al
   termine degli studi secondari superiori; questi risponde alle esigenze didattiche e di
   apprendimento di tutte le persone, gli istituti e le organizzazioni coinvolte in questo tipo
   di istruzione.
 Erasmus, vuole rispondere alle esigenze didattiche e di apprendimento di tutte le
   persone coinvolte nell’istruzione superiore di tipo formale e nell’istruzione e formazione
   professionale di terzo livello, nonché degli istituti e delle organizzazioni preposte.
   Gli Istituti di istruzione superiore eleggibili, interessati a partecipare, devono essere in
   possesso della Carta Universitaria Erasmus (EUC).

Nell’ambito del Programma per l’Apprendimento Permanente (2007–2013), istituito con
Decisione del 15.11.2006 (n. 1720/2006/CE) si distinguono.
 Leonardo da Vinci, risponde alle esigenze didattiche e di apprendimento di tutte le
  persone coinvolte nell'istruzione e formazione professionale, nonché degli istituti e delle
  organizzazioni preposte o interessate allo sviluppo di questa tipologia.
 Grundtvig, risponde alle esigenze didattiche e di apprendimento delle persone
  coinvolte in ogni forma di istruzione degli adulti, nonché degli istituti e delle
  organizzazioni che sono preposti a questo tipo di istruzione o lo agevolano. Gli
  Obiettivi specifici del programma, poi, sono così enunciati:
  1) rispondere alla sfida educativa posta dall’invecchiamento della popolazione europea;
  2) fornire agli adulti, percorsi nuovi volti al miglioramento delle loro conoscenze e
  competenze.
 L’architettura del Programma di apprendimento permanente 2007-2013 si completa con
  il Programma trasversale, incentrato su obiettivi non legati ad un singolo settore
  dell’istruzione e della formazione ma all’intero processo dell’apprendimento
  permanente. È, quindi, una sorta di ponte sui quattro “pilastri” (i piani settoriali
  Comenius, Erasmus, Leonardo e Grundtvig) ed ha una funzione di connessione e

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complementarietà per sostenere le attività finalizzate a raggiungere gli obiettivi politici
  dell’LLP. Il Programma presenta nello specifico due obiettivi:
    - promuovere la cooperazione europea in settori relativi a due o più programmi
    settoriali;
    - promuovere la qualità e la trasparenza dei sistemi di istruzione e formazione degli
    Stati membri.
  Il programma trasversale si sviluppa in quattro attività chiave ed è gestito interamente
  dalla Commissione europea attraverso l’Agenzia esecutiva. Le attività in oggetto sono:
  Attività chiave 1 - Politiche di cooperazione e innovazione
  Attività chiave 2 - Lingue
  Attività chiave 3 - Nuove tecnologie
  Attività chiave 4 - Disseminazione e utilizzo dei risultati.

 Il programma Jean Monnet, sostiene l’insegnamento, la ricerca e lo studio di temi
    connessi all’integrazione europea ed è interamente gestito dalla Commissione europea
    attraverso l'Agenzia esecutiva per l'istruzione, gli audiovisivi e la cultura (EACEA). Oltre
    a stimolare le attività didattiche di ricerca e di riflessione nel settore degli studi, supporta
    l'esistenza di un'opportuna serie di istituzioni e associazioni europee che si concentrano
    su temi connessi all'integrazione e sull'insegnamento e formazione in una prospettiva
    europea.
Ora, proprio in virtù di tali specifiche indicazioni, appare quanto mai utile riflettere sui dati
emersi dall’intervento realizzato negli Istituti di Istruzione Superiore della Città di Galatina
per trarre alcune considerazioni di genere.
Al raggiungimento della formazione prevista dal sistema formativo integrato concorrono tre
fondamentali categorie di apprendimento diversamente orientate:
• l’apprendimento formale, che si svolge negli istituti d’istruzione e di formazione e porta
all’acquisizione di diplomi e di qualifiche riconosciute;
• l’apprendimento non formale, che si svolge al di fuori delle principali strutture
d’istruzione e di formazione e, di solito, non porta a certificati ufficiali. L’apprendimento non
formale è dispensato sul luogo di lavoro o nel quadro di attività di organizzazioni o gruppi
della società civile (associazioni giovanili, sindacati o partiti politici). Può essere fornito
anche da organizzazioni o servizi istituiti a complemento dei sistemi formali (quali corsi
d’istruzione artistica, musicale e sportiva o corsi privati per la preparazione degli esami);
• l’apprendimento informale, che è il corollario naturale della vita quotidiana e
contrariamente all’apprendimento formale e non formale, non è necessariamente
intenzionale e può, pertanto, non essere riconosciuto dallo stesso interessato come
apporto alle sue conoscenze e competenze.
         L’istruzione formale è stata per lunghissimo tempo riconosciuta come l’unica e
legittima protagonista dei sistemi formativi e questo suo dominio ha portato a sottostimare
l’apprendimento non formale, a cui non veniva riconosciuto carattere formativo, ed a
trascurare completamente quello informale, nonostante esso rappresenti la forma di
apprendimento primaria e il presupposto dello sviluppo della persona. Tuttavia si
apprende, non soltanto attraverso i percorsi progettati e proposti dalle istituzioni educative,
ma c’è anche un ambito dell’apprendimento che si potrebbe definire “invisibile”, che si
attiva in ogni contesto della vita quotidiana nei luoghi e nelle situazioni più disparate come

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ad esempio nei mezzi pubblici o al supermercato, al cinema o in pizzeria, conversando,
osservando il comportamento di altri, giocando, etc (Peer Education).
Per valutare la portata di questo apprendimento basta riflettere sulle tecnologie
informatiche che, entrate solo di recente e neppure in tutte le scuole, sono l’esempio
eclatante di quanto l’ambiente informale rappresenti un’importantissima fonte di saperi.
Con l’accoglimento del concetto di lifelong learning, che valorizza l’apprendimento
lungo l’intero arco della vita, gli apprendimenti non formale e informale vengono
riconosciuti facenti parte del processo di “istruzione e formazione permanente”, e con
l’autonomia entrano a far parte a pieno titolo del processo di formazione scolastico
integrandone di fatto i diversi settori nel complessivo sistema d’istruzione.
La complementarietà degli apprendimenti, mette in luce quanto le attività legate
all’insegnamento-apprendimento riguardino ogni aspetto della vita e possano ricoprire ruoli
intercambiabili a seconda delle situazioni e dei luoghi. Si evidenzia, inoltre, come le
conoscenze possano essere acquisite nei contesti più vari, nell’ambito della famiglia o
nella società civile, in situazioni gradevoli o sgradevoli, nelle attività del tempo libero che
comunque costituiscono fonti di preziose informazioni utili anche all’adozione di
comportamenti corretti.
L’apprendimento informale appartiene al naturale svolgersi delle attività quotidiane e, non
essendo necessariamente intenzionale ma considerato casuale, non sempre viene
riconosciuto. La quotidianità è, invece, fonte di continui spunti per nuovi saperi e dovrebbe
rappresentare un’occasione di riflessione e d’innovazione delle prassi d’insegnamento.
Tra le numerose aree dei saperi previsti dall’istruzione dell’obbligo è certamente quella
tecnologica che può trarre maggior linfa vitale dai contesti informali e dall’interazione tra i
diversi sistemi d’apprendimento, infatti, soltanto da una formazione integrata la disciplina
Tecnologia può trarre i costrutti di base che concorrono alla creazione di quella autonomia
cognitiva flessibile necessaria per relazionarsi con il complesso mondo tecnologico che
caratterizza il nostro vivere a partire dalla quotidianità. Ma il sistema formativo integrato
non ha ancora raggiunto la fruibilità che la realtà contemporanea richiederebbe e
sussistono molte situazioni territoriali in cui questi sistemi coesistono isolati o dialogano a
stento anziché procedere in sinergia come previsto e consigliato dagli orientamenti
pedagogici e didattici più attuali.
Gli studenti di oggi sono “nativi digitali”: venuti al mondo insieme alle Nuove Tecnologie
e cresciuti a base di dieta mediale. La scuola che li educa, cercando di amplificare le
potenzialità insite in ognuno, lamenta invece un forte ritardo nell’utilizzo di tecnologie e
supporti didattici multimediali.
Il digital divide, il divario tra chi ha accesso effettivo alle nuove tecnologie
dell’informazione e chi ne è escluso, risulta purtroppo molto robusto anche in ambito
scolastico, rivelando una preoccupante disparità tra le attuali modalità di insegnamento e
quelle di apprendimento.
L’effetto più evidente di questa situazione è che i tradizionali sistemi pedagogici risultano
sempre più incapaci di attrarre giovani abituati a guardare ben oltre il libro di testo,
affascinati da ciò che consente loro di entrare in comunicazione diretta con le tematiche e
col mondo ad esse correlato.

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Il clima che si deve quindi instaurare, all’interno della scuola, e del quale si iniziano a
vedere i primi virtuosi esempi, è quello di cambiamento e ripensamento dell’intera azione
didattica.
La didattica digitale si offre ai docenti come strategia di insegnamento attivo, capace di
valorizzare la partecipazione del discente e di metterlo alla prova in un ambiente più
“reale”, in un connubio di sapere e saper fare, da sempre poco sperimentato all’interno
della scuola “cattedratica”. L’educazione che utilizza le nuove tecnologie, miscelandole
con i metodi canonici, dota docenti e studenti di strumenti che possono portare a una vera
innovazione, necessaria allo sviluppo sociale e tecnologico di questo secolo. Le ICT
offrono strumenti di lavoro, di condivisione e cooperazione, consentendo ai docenti di
“erogare educazione” in modo integrato e potenziando anche le competenze
necessarie all’apprendimento indipendente.
Il mondo sta cambiando e anche la scuola deve necessariamente adeguarsi, lasciarsi
contagiare, raggiungendo un livello di e-maturity superiore a quello dei suoi fruitori.
Da anni il MIUR sostiene progetti per l’introduzione delle tecnologie in classe e per la
loro integrazione con le risorse tradizionali (il piano nazionale di diffusione delle Lavagne
Interattive Multimediali - LIM, il progetto Cl@ssi 2.0, il percorso iTEC…); gli obiettivi sono
quelli di diffondere conoscenza sui nuovi modelli di apprendimento e formazione, di
dotare la scuola di linee guida per l’inserimento di nuove tecnologie alla base della
metodologia didattica, nonché di vincere la diffusa resistenza al loro uso, promuovendo
l’interattività tra docenti e studenti e tra studenti stessi.
Contenuti digitali, learning objetcs, serious game, alternate reality game,
piattaforme digitali di condivisione, pratiche di edutainment devono diventare
strumenti di un’esperienza sistematica e non episodica della didattica italiana, una sua
condizione essenziale.
Lungi dall’averne timore, l’educazione digitale continua rappresenta oggi, il sistema più
efficace per rendere gli studenti cittadini attivi, critici e consapevoli, oltre che soggetti
più competitivi, in una società che fa dell’informazione e della conoscenza i propri pilastri
fondanti. Ma, a ciò, va ad aggiungersi anche quanto indicato dallo Youth Forum e
dall’Eurofound. Infatti, in questi tempi di recessione globale, una delle principali
preoccupazioni dei policy makers europei riguarda i giovani e, soprattutto, il successo
della loro transizione dalla scuola al mercato del lavoro.
Dati allarmanti di Eurostat e indagini svolte al livello europeo dallo Youth Forum e da
Eurofond mettono in luce l’aumento preoccupante dei NEET, “not in employment,
education or training”, ossia giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni, inoccoputai e/o
disoccupati e al di fuori di ogni ciclo di istruzione e formazione. Gli ultimi dati Eurostat che
abbiamo detto sono allarmanti mostrano i giovani come i più colpiti dall’attuale crisi
economica. Si rileva inoltre, che sebbene vi siano differenze significative tra gli Stati
membri dell’UE, in tutti la disoccupazione dei giovani ha risentito dei cambiamenti del PIL
in misura maggiore rispetto alla disoccupazione generale; infatti, a fronte del rallentamento
della crescita economica, si registra un aumento del tasso di disoccupazione dei giovani, i
più vulnerabili nei periodi di recessione, in quanto, in un mercato che offre minori
opportunità lavorative, essi devono competere con persone in cerca di lavoro che hanno
acquisito molta più esperienza di loro.

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Proprio partendo da questa generale visione critica, i responsabili delle decisioni politiche
dell’UE hanno iniziato a concentrare la loro attenzione sui NEET. L’acronimo NEET,
 nasce per la prima volta nel Regno Unito alla fine degli anni 80, per definire una modalità
alternativa di classificazione dei giovani a seguito dei cambiamenti avvenuti nelle politiche
in materia di indennità di disoccupazione.
Da allora l’interesse per i NEET è cresciuto a livello politico europeo, e definizioni
equivalenti a questa sono state coniate in quasi tutti gli Stati membri. L’importanza
assegnata a questo tema è tale oggi da essere diventata una delle flagship delle politiche
economiche e occupazionali proposte dalla Commissione europea.
La dimensione del problema è notevole: nel 2010 la percentuale di giovani NEET era del
12,8% nei 27 Paesi dell’UE, percentuale che corrisponde circa a 7,5 milioni di giovani;
questa percentuale varia in modo significativo tra gli Stati membri, spaziando dal 4,4% dei
Paesi Bassi al 21,8% della Bulgaria. In tutti gli Stati membri, ad eccezione del
Lussemburgo, è stato registrato un aumento rilevante dei NEET all’insorgere della crisi.
Nel 2010 in Italia e nel Regno Unito le dimensioni del fenomeno NEET hanno raggiunto la
cifra di 1,1 milioni tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni, specificatamente in
Italia circa ottocentomila giovani, pari al 18% del totale, hanno lasciato prematuramente gli
studi. Nel mezzogiorno quasi la metà dei ragazzi che abbandonano la scuola lo fa senza
aver trovato un’occupazione.
Ma quali sono i giovani che rischiano di diventare NEET. Ci sono dei fattori sociali,
economici e personali che possono aumentare le probabilità che una persona entri a far
parte del gruppo NEET?
L’indagine condotta su vasta scala a livello transnazionale da Eurofound, ha rilevato che
sono a rischio i soggetti che presentano delle disabilità, i giovani con un background di
immigrazione, i giovani con bassi livelli di istruzione e di reddito familiare, i cui genitori
sono stati disoccupati o che a loro volta hanno un livello di istruzione di tipo elementare.
Dai risultati dell’indagine si deduce che il gruppo NEET è alquanto eterogeneo e può
suddividersi in tanti sottogruppi a seconda delle condizioni prese in considerazione:
fisiche, economiche, sociali. Ognuno di essi presenta delle esigenze diverse, alcuni hanno
il controllo della propria condizione (come ad esempio coloro che sono usciti dalla scuola e
non cercano lavoro), altri invece si trovano in questa categoria indipendentemente dalla
loro volontà, come chi presenta una disabilità.
Pertanto, potremmo dire che con il termine NEET si andrebbe a designare “lo svantaggio”
in tutta la sua multiforme accezione. L’appartenenza alla categoria NEET, oltre ad essere
uno spreco del potenziale dei giovani, ha ripercussioni negative per l’economia e la
società.
Trascorrere dei periodi di tempo come NEET può condurre all’isolamento, all’insicurezza,
alla criminalità, ad avere problemi di salute fisica e mentale. Ognuna di queste
conseguenza implica un costo sociale: appartenere al gruppo NEET non costituisce solo
un problema individuale ma anche un problema per le società e l’economia nel suo
complesso, basti pensare ai costi per le finanze pubbliche (come l’indennità di
disoccupazione, gli assegni familiari, etc.) oppure ai costi per le risorse.
Negli ultimi anni gli Stati membri dell’UE hanno predisposto politiche nazionali ed europee
destinate ad aumentare l’occupabilità giovanile e a promuovere maggiore partecipazione
all’occupazione da parte dei giovani, sia attraverso misure relative all’istruzione, come il

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prevenire e ridurre l’abbandono scolastico e incrementare i corsi di istruzione e formazione
professionali, sia attraverso misure che facilitano la transizione dalla scuola al lavoro.
Una volta che gli studenti dispongono delle abilità e competenze necessarie sono
disponibili iniziative politiche che possono favorire il loro ingresso nel mercato del lavoro.
Molti paesi hanno introdotto una serie di incentivi, agevolazioni fiscali, sovvenzioni, tagli
dei costi non salariali del lavoro, al fine di incoraggiare le aziende ad assumere, formare i
giovani e a creare occupazioni supplementari destinate a loro.
In questo contesto si può dire che tutti gli Stati membri dell’UE hanno adottato o stanno
adottando misure per affrontare le sfide poste dalla crisi economica e dalle sue
conseguenze sulla gioventù, per reintegrare i giovani nel mondo del lavoro o
dell’istruzione, ma i risultati di queste azioni potranno essere valutati e apprezzati solo in
un prossimo futuro.
Ora, passando alla comparazione dei report realizzati dai volontari del Servizio Civile
Nazionale “CIRCUITAZIONI”, progetto in atto presso il Comune di Galatina sede del
Centro Progetto Giovani, un’attenta analisi dei dati complessivi fa rilevare la situazione di
incertezza degli studenti degli Istituti di Istruzione Superiore che necessita di un maggior
potenziamento delle attività di tipo orientativo con un’azione forte per quanto attiene
all’orientamento professionale.
La stessa indagine, rileva poi, che:
- per gli studenti è importante approfondire la conoscenza delle politiche e dei sistemi di
orientamento lungo tutto l’arco della vita, attraverso la predisposizione di percorsi formativi
che si distacchino dagli istituzionali curricola scolastici;
- mentre, tra i vari punti di debolezza, spicca la scarsa informazione e l’incapacità a saper
utilizzare i social network per attività formative (proprio ad integrazione di quanto
specificato per i NEET).
         Da tali riflessioni una domanda nasce spontanea: ma le istituzioni scolastiche e le
agenzie del territorio sono o no demandate anche a sopperire alla mancanza di ciò? Da
qui una proposta operativa che, partendo da un progetto di Servizio Civile può porre le
basi per un lavoro sinergico: “mettiamoci intorno a un tavolo anche con le rappresentanze
studentesche e studiamo il da farsi”.

               IL RESPONSABILE DEL CENTRO PROGETTO GIOVANI Raffaele Astore
                   I VOLONTARI DI SCN Chiara Chiriatti, Marta Patera, Alessio Prastano

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COS’È IL SERVIZIO CIVILE NAZIONALE1

Il Servizio Civile Nazionale nasce nel 1972 in alternativa al servizio militare obbligatorio
come obiezione di coscienza, ed è riconosciuto ufficialmente con la Legge n. 64 del
6 Marzo 2001. Esso concorre alla difesa della Patria,con mezzi ed attività non militari e dal
1° gennaio 2005 si svolge su base esclusivamente vo lontaria – è un modo di difendere la
Patria, il cui "dovere" è sancito dall'articolo 52 della Costituzione; una difesa che non
deve essere riferita al territorio dello Stato e alla tutela dei suoi confini esterni, quanto alla
condivisione di valori comuni e fondanti l'ordinamento democratico.
Per i giovani, il SCN è la possibilità di dedicare un anno della propria vita a favore di
un impegno solidaristico inteso come impegno per la collettività tutta. Destinatari del
Servizio Civile sono i giovani dai 18 ai 28 anni che al momento della presentazione della
domanda abbiano compiuto il diciottesimo e non abbiano superato il ventottesimo (28 anni
e 364 giorni – riferito a specifica sentenza della Corte Costituzionale) anno di età,
interessati a dedicare un anno della propria vita in favore della comunità, impegnandosi
quotidianamente in attività e settori diversificati. L’esperienza del Servizio Civile
garantisce ai partecipanti una forte crescita educativa, formativa e personale, in
quanto contribuisce all’arricchimento di conoscenza e formazione civica.

COS’È L’ORIENTAMENTO

Orientare non significa solo trovare la risposta giusta ai propri bisogni, ma diventa un
ulteriore possibilità per mettere il soggetto in orientamento in grado di conoscersi, scoprire
e potenziare le proprie capacità, le proprie attitudini, capire meglio i propri interessi e
costruire un’autonomia personale per affrontare in maniera consapevole i propri problemi.
Quanto più il soggetto è portato ad acquisire consapevolezza delle proprie capacità, tanto
più diventerà soggetto attivo, capace di auto-orientarsi e di delineando, un personale
progetto di vita formativo che, con il supporto di esperti, dovrà prevedere successivi
momenti di verifica e di correzione in itinere.
In un contesto di appartenenza europeista, non si può oggi non guardare a quanto
l’Unione Europea nella sua complessità ci indica. Nelle linee guida in materia di
orientamento lungo tutto l’arco della vita2 (Life Long Learning) viene chiaramente
enunciato che l’orientamento mira a mettere i soggetti nelle condizioni di gestire e
pianificare il proprio apprendimento e le esperienze di lavoro in coerenza con i propri
obiettivi di vita, con le proprie competenze ed interessi, contribuendo al personale
soddisfacimento.
L’ orientamento viene inteso come bene individuale, in quanto principio organizzatore
della progettualità di una persona capace di agire attivamente con il proprio contesto
sociale e come bene collettivo, in quanto strumento di promozione del successo
formativo e di sviluppo economico del paese.

1
(http:// www.serviziocivile.gov.it).
2
 Linee guida in materia di orientamento lungo tutto l’arco della vita (http://www.pubblica.istruzione.it/dgstudente) –
Tavolo per l’orientamento – Tione (Trento), 2007

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La dimensione orientativa dell’attività in questione è da intendersi dapprima come
processo e poi come azione; capacità di capire cosa serve alla persona, in relazione con
la realtà sociale ed il mondo del lavoro. Fondamentalmente, quindi, l’ipotesi è che
l’orientamento debba essere l’esito di un processo di elaborazione di saperi ed esperienze
variamente acquisite e realizzate. Questo processo è alla base dello studio delle
competenze individuali (Bilancio delle competenze).

EDUCAZIONE FORMALE E NON FORMALE

Nell’incontro con le classi di riferimento, si è ritenuto importante far comprendere agli
studenti la differenza tra educazione formale e non formale.3
L’educazione formale ha luogo nell’intero sistema scolastico, che va dalla scuola primaria
fino, eventualmente, all’Università.
L’educazione non formale, invece, è un’attività intrapresa al dì fuori del sistema formale e
perciò al dì fuori della scuola e delle attività curriculari (giusto quanto indicato dal Consiglio
d’Europa) e consiste essenzialmente nell’imparare facendo. Inoltre, questo tipo di
educazione consente ai giovani di acquisire competenze essenziali e contribuisce al loro
sviluppo personale, all’inserimento sociale e alla Cittadinanza Attiva, aumentandone così
le prospettive occupazionali.
Attraverso l’educazione formale e non formale, le persone possono essere padrone della
propria vita, del proprio destino e garantire il proprio personale sviluppo. Attraverso
l’espressione “Cittadinanza Attiva”4 si è soliti indicare la partecipazione consapevole di
una persona alla vita politica e il suo pieno inserimento nella rete diritti e doveri che sono
costitutivi dell’essere cittadino.
Promuovere la cittadinanza attiva è diventato, anche secondo la Strategia Europa 2020
(proseguo della Strategia di Lisbona), uno degli obiettivi principali dei sistemi educativi in
tutta Europa nell’istruzione e formazione.
In un’ipotesi di lavoro come la nostra, fondamentale è stato far conoscere il ruolo
importante delle competenze per ciascun individuo.

LE COMPETENZE CHIAVE

Nell’ambito della “Strategia di Lisbona” il Consiglio Europeo del marzo 20055 determinò
l’importanza e lo sviluppo di competenze chiave6 che diventarono uno dei cinque

3
    E – learning di Filippo Dal Fiore e Guido Martinotti. Casa editrice McGraw-Hill
4
    Progettazione e valutazione dell’intervento formativo. A cura di Salvatore Colazzo. Casa editrice McGraw-Hill
5
    Consiglio Europeo marzo 2005 sugli obiettivi futuri concreti dei sistemi di istruzione e formazione europei.
6
 I formatori: l’educatore. Competenze, tecniche e strumenti per la formazione. A cura di Franco Bochicchio per
CO.IN.FO. (consorzio interuniversitario sulla formazione). Casa Editrice Celid.

                                                                                                                    10
obiettivi per rafforzare l’efficacia e la qualità dei sistemi d’istruzione. Infatti, le
competenze individuate dall’Unione Europea corrispondono alle abilità e capacità di cui
tutti hanno bisogno per la propria realizzazione, lo sviluppo personale, l’occupazione.
Tali competenze dovrebbero essere acquisite durante il percorso dell’istruzione e fare da
base al proseguimento dell’apprendimento nel quadro dell’educazione e della formazione.
Nel 2006 il Consiglio e il Parlamento Europeo hanno individuato Otto Competenze
Chiave, così meglio esplicitate sulla base dello stesso documento europeo che le
descriveva:
    1. Capacità di comunicare nella lingua madre;
    2. Capacità di comunicare in lingua straniera;
    3. Competenza matematica e competenza di base in scienza e tecnologia;
    4. Competenza digitale;
    5. Imparare ad imparare;
    6. Competenze sociali e civiche;
    7. Competenza spirito d’iniziativa e di imprenditorialità;
    8. Consapevolezza ed espressione culturale.
Durante l’esposizione con le classi coinvolte nell’azione si è ritenuto opportuno
approfondire la conoscenza della competenza chiave “IMPARARE AD IMPARARE” in
quanto questa rappresenta la base di partenza della formazione, soprattutto per i giovani,
perché implica la capacità di proseguire nell’apprendimento, di organizzarlo in modo
personalizzato anche mediante una gestione efficace del tempo e delle informazioni sia a
livello individuale che di gruppo. La motivazione e la fiducia sono elementi essenziali
affinché una persona possa acquisire tale competenza.

Le attività espletate, sono state realizzate alla presenza degli studenti delle ultime classi, e
dei docenti referenti secondo un calendario strutturato nel modo seguente:
- Presentazione dei volontari di Servizio Civile Nazionale progetto “Circuitazioni”;
- Introduzione al Servizio Civile Nazionale (storia e aspetti fondamentali);
- Cos’è l’orientamento;
- Educazione Formale e non formale;
- Cittadinanza Attiva;
- Competenze Chiave;
- Somministrazione test di auto-valutazione delle competenze.

                                                                                                   11
RAPPORTO D’INDAGINE
                                    ISTITUTO TECNICO-COMMERCIALE
                                                     “M. LAPORTA”
                                                                                         21/11/2012

                                       RINGRAZIAMENTI

Prima di presentare gli esiti della ricerca vogliamo rivolgere un ringraziamento al Dirigente
Scolastico e agli insegnanti dell’Istituto Tecnico-Commerciale “M. Laporta” di Galatina per la
cortese disponibilità e la collaborazione prestata per il raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Un particolare ringraziamento poi agli studenti delle classi quinte che hanno preso parte all’attività
di orientamento dimostrando grande interesse e partecipata motivazione.

SOMMINISTRAZIONE DEL QUESTIONARIO

Successivamente alla fase espositiva dell’azione in questione, si è proceduto alla somministra-
zione di un questionario finalizzato a rilevare alcuni aspetti ritenuti fondamentali per la conoscenza
sia degli stessi studenti, che delle motivazioni personali che li spingono a compiere le scelte future
professionali. Il questionario redatto in forma anonima comprendeva alcuni parametri fondamentali
tra cui:
   Aspirazioni personali
   Conoscenza di strumenti multimediali e social network
   Capacità e conoscenze acquisite.
Il questionario è stato strutturato in: 5 domande a risposta aperta e 3 a risposta chiusa (multiple
choice).
Dai questionari somministrati è stato desunto il seguente quadro di riferimento:

1) COSA VOGLIO FARE DA GRANDE

                                                                                                         12
Finanziere               6
                                                                             Barista                  1
                                                                             Interprete               3
                                                                             Carriera Militare        16
                                                                             Professionista           10
                                                                             Giornalista              1
                                                                             Commercialista           7
                                                                             Commerciante             1
                                                                             Parrucchiera             2
                                                                             Cantante                 1
                                                                             Universitario            2
                                                                             Informatico              5
                                                                             Amm. Pubblica            4
                                                                             Agenzia Viaggi           1
                                                                             Estetista                1
                                                                             Professore               4
                                                                             Manager                  5
                                                                             Banchiere                1
                                                                             Moda                     1
                                                                             Avvocato                 1
                                                                             politico                 1
                                                                             Ambito Sanitario         6
                                                                             Grafico                  2
                                                                             Meccanica                1
                                                                             Non riconosciuto         11

Come si può osservare dal grafico, emerge chiaramente che la scelta di orientarsi nel mondo del
lavoro è preponderante rispetto a chi vuole proseguire gli studi universitari.
Tra le professioni, la maggior parte degli studenti opta per la carriera militare; seguono le
professioni di libero professionista, di commercialista, di interprete, quelle in ambito sanitario, di
informatico e manager. Da rilevare, inoltre, che una minima parte degli studenti si è mostrata
indecisa nell’effettuare scelte obiettive che avranno un peso notevole sul proprio futuro.

2) DOVE

                                                                  Ovunque                        49
                                                                  Lecce                          11
                                                                  Italia                         14
                                                                  Locale                          7

Nel grafico qui rappresentato, si riscontra che la maggior parte degli studenti è propensa a
continuare gli studi e/o lavorare ovunque. Una buona parte ha intenzione di rimanere in Italia, con
una buona percentuale di preferenza per il proprio territorio.

                                                                                                           13
3) COSA DEVO SVILUPPARE E/O ACQUISIRE PER IL MIO FUTURO?

                                                                Conoscenze linguistiche            10
                                                                Capacità generali                  35
                                                                Conoscenze
                                                                matematiche                         4
                                                                Esperienza                          7
                                                                Fiducia                             3
                                                                Costanza                            3
                                                                Diploma                             2
                                                                Concentrazione                      3

Come illustra il grafico, la maggioranza degli studenti vuole poter ampliare le capacità già
possedute; una minima parte degli studenti vuole, invece, approfondire le proprie conoscenze
linguistiche, altri le conoscenze matematiche. A seguire, infine, gli studenti che vogliono acquisire
maggiore esperienza, fiducia in se stessi, costanza e concentrazione.

4) QUALI SONO GLI ASPETTI CRITICI NEL MIO METODO DI STUDIO?

Dall’analisi dei dati più significativi dell’indagine, è emerso che l’aspetto più critico nello studio è la
mancanza di applicazione (lo sostiene il 21%). Seguono poi, la distrazione con il 19%, la
mancanza di volontà con il 17%, la fretta con il 13%, la mancanza di metodo con il 10%, la poca
attenzione a ciò che si studia con l’8%. Il 6% degli studenti sostiene, infine, di adottare il metodo
dell’imparare a memoria.

                                                                                                              14
5) STRUMENTI MULTIMEDIALI E SOCIAL NETWORK CHE UTILIZZO

                                                                   P.C.                55%
                                                                   Laptop               3%
                                                                   Tablet               7%
                                                                   Netbook              3%
                                                                   Smartphone          32%

                                                                  Facebook           74%
                                                                  Twitter            15%
                                                                  Linkedin            1%
                                                                  Netlog              3%
                                                                  Badoo               7%

Dai dati raccolti sul grado di conoscenza e utilizzo degli strumenti informatici, è risultato che il 55%
degli alunni utilizza il Personal Computer, il 32% lo Smartphone, il 3% il Laptop, il 7% il Tablet e
solo il 3% il Netbook. Per quanto riguarda l’utilizzo dei social network, invece, è emerso che la
maggior parte dei ragazzi conosce e usa Facebook (83%), mentre un buon 15% utilizza Twitter.
Ciò fa desumere quanto la multimedialità sia a portata dei giovani e quanto poco la stessa venga
utilizzata nelle metodologie di insegnamento a discapito di una formazione umana e professionale
degli stessi. L'Unione Europea ha da sempre sottolineato l'importanza delle tecnologie
informatiche e delle competenze digitali dei cittadini, infatti, il Consiglio, la Commissione, il
Parlamento Europeo sono concordi nel riconoscere che la capacità di sfruttare al meglio le
tecnologie sia un fattore essenziale per lo sviluppo economico e sociale dei singoli paesi europei e
dell'Unione medesima.
Ad esempio, la stessa Commissione Europea ha pubblicato una “Guida per l'insegnante” in cui è
enunciato che “senza le competenze informatiche, si riducono in qualche misura per i giovani le
possibilità di trovare un lavoro buono e gratificante”.

                                                                                                           15
6) HO LE CAPACITA’ DI:

Per la domanda in esame, è stato chiesto di indicare una sola risposta tra quelle suggerite.
Dall’analisi dei dati il 20% ritiene di avere un’alta capacità di agire in modo autonomo; seguono la
capacità di collaborare/partecipare con il 18%, quella di comunicare con il 17% ed imparare ad
imparare con il 14%. L’8% delle risposte lo riscontriamo nelle seguenti capacità: progettare,
acquisire ed interpretare, risolvere i problemi. Solo un 7% nella capacità di individuare i
collegamenti.

7) HO CONOSCENZA/E:

Relativamente al grado di conoscenza/e appresa/e nel corso degli studi specifici dell’Istituto
Tecnico Commerciale “M. Laporta” di Galatina, si evince che il 23% degli studenti ha ottima
conoscenza linguistica e di nozioni amministrative; mentre il 20% ha espresso di avere ottime
conoscenze giuridico – economiche e di calcolo; segue il 14% con le conoscenze informatiche.

                                                                                                       16
CONCLUSIONI

Con riferimento agli obiettivi relativi all’azione di SCN, i risultati ottenuti hanno evidenziato che gli
scopi prefissati sono stati abbondantemente raggiunti.
Da un’analisi dei dati complessivi, si rileva una situazione di incertezza che necessita di un
maggior potenziamento nello sviluppo di attività orientative con uno sguardo, anche, al mondo del
lavoro e della formazione.
La stessa indagine, poi, rivela che: per gli studenti è importante approfondire la conoscenza delle
politiche e dei sistemi di orientamento lungo tutto l’arco della vita, attraverso la predisposizione di
percorsi formativi che si distacchino dagli istituzionali curricola scolastici; mentre tra i vari punti di
debolezza, spicca la scarsa informazione e l’incapacità a saper utilizzare i social network per
attività formative.

                                                                                                             17
RAPPORTO D’INDAGINE
                      LICEO DELLE SCIENZE UMANE
                             “P. COLONNA”
                                            26/11/2012

                                       RINGRAZIAMENTI

Prima di presentare gli esiti della ricerca vogliamo rivolgere un ringraziamento al Dirigente
Scolastico e agli insegnanti del Liceo delle Scienze Umane “P. Colonna” di Galatina, per la
cortese disponibilità e la collaborazione prestata per il raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Un particolare ringraziamento, poi, alle studentesse delle classi quinte che hanno preso parte
all’attività di orientamento dimostrando grande interesse e partecipata motivazione.

SOMMINISTRAZIONE DEL QUESTIONARIO

Successivamente alla fase espositiva dell’azione in questione, si è proceduto alla somministra-
zione di un questionario finalizzato a rilevare alcuni aspetti ritenuti fondamentali per la conoscenza
sia delle stesse studentesse, che delle motivazioni personali che li spingono a compiere le scelte
future professionali. Il questionario redatto in forma anonima comprendeva alcuni parametri
fondamentali tra cui:
     Aspirazioni personali
     Conoscenza di strumenti multimediali e social network
     Capacità e conoscenze acquisite.
Il questionario è stato strutturato in: 5 domande a risposta aperta e 3 a risposta chiusa (multiple
choice).
Dai questionari somministrati è stato desunto il seguente quadro di riferimento:

                                                                                                         18
1) COSA VOGLIO FARE DA GRANDE

                                                               Ambito sanitario              9
                                                               Interprete                    2
                                                               Psicologa                     9
                                                               Logopedista                   3
                                                               Odontoiatria                  2
                                                               Insegnante                   13
                                                               Studio                        2
                                                               Carriera militare             2
                                                               Avvocato                      1
                                                               Animalista                    1

Come si può osservare dal grafico, emerge chiaramente che la maggior parte delle studentesse
intende proseguire gli studi con quelli universitari.
L’evidenza delle risposte dimostra che il percorso scolastico, di questa Istituzione, mira a far
approfondire e a sviluppare sia conoscenze che abilità attraverso il potenziamento delle
competenze necessarie per cogliere la complessità e la specificità dei fenomeni, collegati alla
costruzione dell’identità personale e delle relazioni umane e sociali.
Inoltre, dalla specificità dell’istituto consegue una propensione alla scelta di facoltà ad indirizzo
psicopedagogico, psicosociale e sanitario.

2) DOVE

                                                                    Italia         45%
                                                                    Estero         37%
                                                                    Locale         18%

Nel grafico qui rappresentato, si riscontra che la maggior parte delle studentesse è propensa a
continuare gli studi e/o lavorare in Italia (45%). Il 37% è disposta a spostarsi all’estero per la
propria realizzazione; solo il 18% tende a scegliere il territorio locale.
Tali dati, evidenziano la difficoltà d’inserimento nel mondo del lavoro a livello nazionale
(contingenza collegata al costante aumento della disoccupazione e dell’inoccupazione giovanile
direttamente legata alla crisi economica internazionale), la scarsa conoscenza del sistema
lavorativo in vigore, e in particolar modo, la necessità di integrare nelle attività formative
scolastiche opportuni intrecci con il mondo del lavoro e le agenzie esistenti sul territorio.

                                                                                                        19
3) COSA DEVO SVILUPPARE E/O ACQUISIRE PER IL MIO FUTURO?

                                                               Autonomia                          1
                                                               Sicurezza                          1
                                                               Conoscenze linguistiche            4
                                                               Conoscenze generali               20
                                                               Determinazione                     3
                                                               Valori                             1
                                                               Studiare                           2
                                                               Partecip. Attiva                   1
                                                               Conoscenze mat.                    1
                                                               Conoscenze info.                   1
                                                               Maturità                           2
                                                               Conoscenze scientif.               1
                                                               Fiducia                            7

Il grafico evidenzia, esplicitamente che la maggior parte delle studentesse mira ad ampliare le
conoscenze generali di cui è già in possesso. Una minima parte delle stesse, vuole poter
accrescere le conoscenze linguistiche con eventuale possibilità di esperienze all’estero; in tal caso,
si propone di stimolare l’informazione e la partecipazione ai programmi europei delle suddette,
come ad esempio il programma Comenius - LLP (o il Servizio Volontario Europeo), che potrebbe
dar loro la possibilità di un’esperienza all’estero in grado di potenziare le conoscenze concrete
della diversità fra i sistemi scolastici europei e non.
Per quanto riguarda gli aspetti personali, poche hanno espresso la volontà di voler sviluppare e/o
acquisire maggiore fiducia e determinazione (3). Gli altri aspetti sono stati equamente presi in
esame.

4) QUALI SONO GLI ASPETTI CRITICI NEL MIO METODO DI STUDIO?

                                                                                                         20
Dall’analisi dei dati più significativi dell’indagine, emerge che l’aspetto più critico nel metodo di
studio è il poco tempo che si dedica a quest’ultimo, infatti il 22% delle studentesse sostiene di
applicarsi poco; seguono poi, la mancanza di volontà con il 18%, la mancanza di metodo con il
12%, la costanza con il 9%.

5) STRUMENTI MULTIMEDIALI E SOCIAL NETWORK CHE UTILIZZO

                                                                      P.C             63%
                                                               Laptop                  1%
                                                               Tablet                  6%
                                                               Netbook                 3%
                                                               Smartphone             27%

                                                                Facebook        91%
                                                                Twitter          6%
                                                                Linkedin         0%
                                                                Netlog           3%
                                                                Badoo            0%

Dai dati raccolti sul grado di conoscenza e utilizzo degli strumenti informatici, è risultato che il 63%
delle studentesse utilizza il Personal Computer, il 27% lo Smartphone, il 6% il Tablet, il 3% il
Netbook e solo l’1% il Laptot. Per quanto riguarda l’utilizzo dei social network, invece, emerge che
la maggior parte delle studentesse conosce e usa Facebook (91%), mentre solo il 6% utilizza
Twitter.
Ciò fa desumere quanto la multimedialità sia a portata dei giovani e quanto poco la stessa venga
utilizzata nelle metodologie di insegnamento a discapito di una formazione umana e professionale
delle stesse. L'Unione Europea ha da sempre sottolineato l'importanza delle
tecnologie informatiche e delle competenze digitali dei cittadini, infatti, il Consiglio, la
Commissione, il Parlamento Europeo sono concordi nel riconoscere che la capacità di sfruttare al
meglio le tecnologie sia un fattore essenziale per lo sviluppo economico e sociale dei singoli paesi
europei e dell'Unione medesima.
Ad esempio, la stessa Commissione Europea ha pubblicato una “Guida per l'insegnante” in cui è
enunciato che “senza le competenze informatiche, si riducono in qualche misura per i giovani le
possibilità di trovare un lavoro buono e gratificante”.

                                                                                                           21
6) HO LE CAPACITÀ DI:

Per la domanda in esame, è stato chiesto alle studentesse di indicare una sola risposta tra quelle
suggerite. Dall’analisi dei dati il 21% ritiene di avere un’alta capacità di agire in modo autonomo;
segue un ex aequo tra la capacità di collaborare-partecipare ed imparare ad imparare con il 16%
delle risposte, comunicare con il 12%, saper progettare con l’11%. Il 10% ha risposto di saper
acquisire ed interpretare, l’8% di risolvere i problemi.

7) HO CONOSCENZA/E:

Relativamente al grado di conoscenza/e appresa/e nel corso degli studi specifici del Liceo delle
Scienze Umane, si evince chiaramente che il 34% delle studentesse ha ottima conoscenza di
calcolo; il 26% ha conoscenze linguistiche e il 21% ha conoscenze relazionali – comunicative.

                                                                                                       22
Inoltre l’indagine evidenzia che solo l’11% ha buone conoscenze umanistiche e l’8% conoscenze
socio – psico metodologiche.

CONCLUSIONI

Con riferimento agli obiettivi relativi all’azione di SCN svolta, i risultati ottenuti hanno evidenziato
che gli scopi prefissati sono stati abbondantemente raggiunti.
Da un’analisi dei dati complessivi, si rileva una situazione di incertezza che necessita il
potenziamento nello sviluppo di attività orientative con uno sguardo, anche, al mondo del lavoro in
particolare.
La stessa indagine, poi, rivela che: per le studentesse, è importante approfondire la conoscenza
delle politiche e dei sistemi di orientamento lungo tutto l’arco della vita, attraverso la
predisposizione di percorsi formativi che si distacchino dai tradizionali curricola scolastici; mentre
tra i vari punti di debolezza, spicca la scarsa informazione e l’incapacità a saper utilizzare i social
network per attività formative. Inoltre, va sottolineata la mancanza di obiettivi più ampi che facciano
poi maturare le capacità di scelta per il proprio futuro.

                                                                                                           23
RAPPORTO D’INDAGINE
                             LICEO “P. COLONNA”
                             INDIRIZZO ARTISTICO
                                            27.11.2012

                                       RINGRAZIAMENTI

Prima di presentare gli esiti della ricerca vogliamo rivolgere un ringraziamento al Dirigente
Scolastico e agli insegnanti del Liceo Artistico “P. Colonna” di Galatina, per la cortese
disponibilità e la collaborazione prestata per il raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Un particolare ringraziamento poi agli studenti delle classi quinte che hanno preso parte all’attività
di orientamento dimostrando grande interesse e partecipata motivazione.

SOMMINISTRAZIONE DEL QUESTIONARIO

Successivamente alla fase espositiva dell’azione in questione, si è proceduto alla somministra-
zione di un questionario finalizzato a rilevare alcuni aspetti ritenuti fondamentali per la conoscenza
sia degli stessi studenti, che delle motivazioni personali che li spingono a compiere le scelte future
professionali. Il questionario redatto in forma anonima comprendeva alcuni parametri fondamentali
tra cui:
   Aspirazioni personali
   Conoscenza di strumenti multimediali e social network
   Capacità e conoscenze acquisite.
Il questionario è stato strutturato in: 5 domande a risposta aperta e 3 a risposta chiusa (multiple
choice).
Dai questionari somministrati è stato desunto il seguente quadro di riferimento:

                                                                                                         24
1) COSA VOGLIO FARE DA GRANDE

                                                                           Grafico                     11
                                                                           Restauratore                 1
                                                                           Progettista                  1
                                                                           Medico                       1
                                                                           Imprenditore                 1
                                                                           Fotografa                    7
                                                                           Infermiera                   2
                                                                           Ballerino                    1
                                                                           Beni Culturali               1
                                                                           Illustratore                 1
                                                                           Polizia                      1
                                                                           Architetto                   2
                                                                           Operatore
                                                                           ecologico                    2
                                                                           Orafo                        1
                                                                           Ingegnere                    1
                                                                           Operaio                      1

Come si può osservare dal grafico, emerge chiaramente che la scelta di orientarsi nel mondo del
lavoro è preponderante rispetto a quanti vogliono proseguire gli studi.
Scelta conforme all’offerta formativa della scuola che, “dovrebbe” permettere secondo la metodica
orientativa, se non nell’immediato, un precoce inserimento nel mondo del lavoro.
Le scelte professionali degli studenti del Liceo Artistico sono in linea con gli indirizzi di studio, tra le
professioni 11 studenti optano per il lavoro di grafico; seguono quella di fotografo (7), architetto (2),
operatore ecologico (2), e ambito sanitario (2).

2) DOVE

                                                                     Italia          35%
                                                                     Ovunque         38%
                                                                     Locale          27%

Nel grafico qui rappresentato, si riscontra che il 38% degli studenti è propenso a continuare gli
studi e/o lavorare ovunque. Con uno scarto di soli tre punti, il 35% degli studenti, ha dichiarato di

                                                                                                               25
voler rimanere in Italia. Il 27% ha espresso, invece, la volontà di fermarsi sul territorio e
preferibilmente nella provincia di appartenenza.

3) COSA DEVO SVILUPPARE E/O ACQUISIRE PER IL MIO FUTURO?

                                                                   Responsabilità                  2
                                                                   Competenze tecniche             7
                                                                   Sicurezza                       8
                                                                   Preparazione                    2
                                                                   Competenze
                                                                   medicina                        2
                                                                   Impegno                         1
                                                                   Autocritica                     1
                                                                   Conoscenze                      3
                                                                   Intraprendenza                  1

Come si evince dal grafico, la maggioranza degli studenti vuole poter acquisire più sicurezza
personale (8); seguono gli studenti (7) che dichiarano di voler accrescere le competenze tecniche
di cui sono già in possesso; una minima parte vuole, invece, poter ampliare le conoscenze generali
(3).

4) QUALI SONO GLI ASPETTI CRITICI NEL MIO METODO DI STUDIO?

                                                                     Scarsa memoria             5%
                                                                     Poca teoria                5%
                                                                     Strumenti
                                                                     tecnologici               19%
                                                                     Poco interesse            14%
                                                                     Mancanza di stimoli        9%
                                                                     Distrazione               29%
                                                                     Discontinuità             14%
                                                                     Fretta                     5%

Dall’analisi del grafico, emerge che l’aspetto più critico nel metodo di studio è la distrazione (29%)
la cui principale causa è riconducibile all’uso di strumenti tecnologici e/o informatici (19%).
Seguono poi lo scarso interesse per lo studio e la discontinuità con il 14%, la mancanza di stimoli

                                                                                                         26
con il 9%. Scarsa memoria, fretta e poca teoria sono altrettanti aspetti critici nello studio segnalati
dal 5% degli studenti sul campione complessivo.

5) STRUMENTI MULTIMEDIALI E SOCIAL NETWORK CHE UTILIZZO

                                                          P.C.                       50%
                                                          Laptop                      2%
                                                          tablet                     14%
                                                          Netbook                     3%
                                                          Smartphone                 31%

                                                                     Facebook         88%
                                                                     Twitter          12%
                                                                     Linkedin          0%
                                                                     Netlog            0%
                                                                     Badoo             0%

Dai dati raccolti sul grado di conoscenza e utilizzo degli strumenti informatici, il 55% degli studenti
dichiara di utilizzare il Personal Computer, il 31% lo Smartphone, il 14% il Tablet, il 3% il Netbook e
solo il 2% il Laptop.
Per quanto riguarda l’utilizzo dei Social Network, invece, è emerso che la maggior parte dei
ragazzi conosce e usa quotidianamente Facebook (88%), mentre uno scarso 12% utilizza Twitter.
Ciò fa desumere quanto la multimedialità sia a portata dei giovani e quanto poco la stessa venga
utilizzata nelle metodologie di insegnamento a discapito di una formazione umana e professionale
degli stessi. L'Unione Europea, ha da sempre sottolineato l'importanza delle
tecnologie informatiche e delle competenze digitali dei cittadini, infatti, il Consiglio, la
Commissione e il Parlamento Europeo, sono concordi nel riconoscere che la capacità di sfruttare
al meglio le tecnologie sia un fattore essenziale per lo sviluppo economico e sociale dei singoli
paesi europei e dell'Unione medesima; ad esempio, la stessa Commissione Europea ha pubblicato
una “Guida per l'insegnante” in cui è enunciato che “senza le competenze informatiche, si riducono
in qualche misura per i giovani le possibilità di trovare un lavoro buono e gratificante”.

                                                                                                          27
6) HO LE CAPACITA’ DI:

Per la domanda in esame, è stato chiesto di indicare una sola risposta tra quelle suggerite.
Dall’analisi dei dati, il 20% dei presenti ha ritenuto di avere un’alta capacità di agire in modo
autonomo; seguono le capacità di collaborare e partecipare e quella di comunicare con il 14%
delle risposte, progettare con il 13%, imparare ad imparare con il 12%. Un 10% delle risposte
fornite, lo riscontriamo nelle seguenti capacità: acquisire ed interpretare, risolvere i problemi;
mentre solo il 7% nella capacità di individuare i collegamenti.

7) HO CONOSCENZA/E:

Dai dati raccolti sul grado di conoscenza/e apprese nel corso degli studi specifici del Liceo Artistico
“P. Colonna” di Galatina, si desume che il 27% degli alunni afferma di avere un’ottima conoscenza
linguistica e di calcolo; il 23% ha espresso di avere buone conoscenze relazionali – comunicative,
seguito dal 16% con le conoscenze tecnico – professionali ed il 7% con le conoscenze artistico –
creative.

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CONCLUSIONI

Con riferimento agli obiettivi relativi all’azione di SCN svolta, i risultati ottenuti hanno evidenziato la
necessità di azioni orientative integrative supportate da personale specializzato.
Dalle scelte post-diploma ESPRESSE dagli studenti del Liceo Artistico “P. Colonna” di Galatina, è
ben visibile la situazione di incertezza che caratterizza la necessità di uno sviluppo di modalità
orientative incentrate in particolar modo sul mondo del lavoro e della formazione.
La stessa indagine, ci pone nelle condizioni di formulare le seguenti conclusioni:
- si evidenzia la necessità di una approfondita lettura dei dati, di realizzare specifici interventi di
approfondimento in materia di politiche orientative anche attraverso la predisposizione di percorsi
formativi paralleli che si distacchino dagli istituzionali curricola scolastici;
- si segnala, inoltre, tra i punti di debolezza, la scarsa informazione e l’incapacità a saper utilizzare
i social network per attività formative.
È necessaria, quindi, una maggiore interazione con altri servizi esistenti sul territorio al fine di
ampliare l’offerta formativa degli studenti preparandoli, così, oltre che da un punto di vista
meramente “nozionistico”, anche sotto l’aspetto “sociale”. Preparare gli individui ad affrontare le
difficoltà di ogni giorno, soprattutto con riferimento all’inserimento nel mondo del lavoro, attraverso
skills ben definite, è il compito che ciascuno di noi deve porsi.

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