Nastri d'Argento 2021: I verdetti - Smart Marketing
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Nastri d’Argento 2021: I verdetti Il premio cinematografico più antico d’Europa e il secondo al mondo dietro gli Oscar americani, è giunto alla sua 75esima edizione. Un’edizione, quella svoltasi nella giornata di martedì 22 giugno, fortemente declinata al femminile, con il trionfo della regista Emma Dante e il suo Le sorelle Macaluso, che vince ben 5 Nastri (i più importanti: miglior film, regia, produzione). L’edizione al “femminile” continua con il Nastro Speciale a Susanna Nicchiarelli per Miss Marx, dichiarato Film dell’Anno; con Teresa Saponangelo vincitrice del Nastro come miglior attrice per Il buco in testa; con l’ex aequo di Miriam Leone (L’amore a domicilio) e Valentina Lodovini (10 giorni con Babbo Natale) come migliori attrici di commedia; e con Sara Serraiocco vincitrice come miglior attrice non protagonista per Non odiare. Al maschile exploit di prestigio come Elio Germano che si aggiudica il Nastro come miglior attore di commedia per L’incredibile storia dell’Isola delle Rose, a proposito, questa pellicola si è aggiudicata ben 4 premi, tra cui quello alla miglior commedia; come Kim Rossi Stuart, altra vecchia gloriosa conoscenza del nostro cinema, che si aggiudica ben 2 Nastri in un colpo solo, quello al miglior attore protagonista per Cosa sarà e quello alla migliore sceneggiatura in coppia con Francesco Bruni, proprio per lo stesso film; per concludere con Massimo Popolizio e Pietro Castellitto, vincitori rispettivamente del premio come miglior attore non protagonista e miglior regista esordiente, entrambi per I predatori. U n a s c e n a d e l f i l m “ L e s orelle Macaluso”, di Emma Dante, che ha vinto ben 5 Nastri fra cui Miglior film e Miglior Regia. Di livello assoluto poi, la categoria dei Nastri Speciali, praticamente quelli “alla carriera”: tra
applausi scroscianti, Sophia Loren si aggiudica il Nastro di Platino per i 75 anni di carriera; mentre Renato Pozzetto ottiene il Nastro alla Carriera per l’interpretazione “sofferta, sorprendente e carica di emozione” del film di Pupi Avati Lei mi parla ancora. Completano questa speciale categoria Colin FIrth (Nastro europeo), Giuliano Sangiorgi (Nastro come miglior cameo) e Laura Pausini, reduce dal trionfo dei Golden Globe e dalla nominations agli Oscar (Nastro come miglior canzone originale) per La vita davanti a sé. I Nastri d’Argento si mantengono dunque più giovani che mai, arrivati al 75esimo anno di età. Rispetto al “fratello minore” dei David di Donatello, continuano ad avere una loro identità, una loro indipendenza nelle scelte e nelle tendenze, avendo adottato, soprattutto negli ultimi anni, uno stile sobrio, meno incline alla spettacolarizzazione e al commerciale. Per cui lunga vita ai Nastri d’Argento e buon cinema italiano a tutti! Ti è piaciuto? Cosa ne pensi? Faccelo sapere nei commenti. Rispondiamo sempre. Resta aggiornato sulle nostre pubblicazioni e sulle ultime novità dal mondo del marketing e della comunicazione. Nome Cognome Email * Consenso Consentici di usare i tuoi dati Qui, se vuoi, puoi consultare la nostra Privacy Policy Iscriviti alla newsletter Intervista a Massimo Cantini Parrini, il pluripremiato costumista italiano I costumi dei film italiani più apprezzati del momento portano tutti la sua firma. La sua professionalità è motivo di orgoglio per il nostro paese, un artista che permette di tenere alto il nostro nome in tutto il mondo. Parliamo del costumista Massimo Cantini Parrini, reduce dal David
di Donatello per “Pinocchio” e il Nastro d’Argento per “Favolacce” e “Pinocchio”. La sua arte, la sua creatività ed il suo talento partono da lontano, dall’infanzia, e con tanto studio e accesa passione, arrivano a raggiungere importanti traguardi. In questo periodo così delicato per il cinema italiano, abbiamo avuto il piacere e l’onore di intervistarlo. F o t o d i P a o l o G a l l e t t a Come è nata la sua passione, che le ha permesso di diventare oggi ciò che è, un professionista nel suo settore? “La mia passione è nata con la frequentazione della sartoria dove lavorava mia nonna, così ho iniziato a scoprire vecchi abiti presenti in casa e ho iniziato a chiedere il motivo per cui li avessero conservati. Il fascino per il costume è iniziato da qui, nel momento in cui scovavo un abito, ne chiedevo sempre la storia, così, attraverso i racconti, ho conosciuto tutto quel mondo pieno di magia. In seguito ho deciso di proseguire i miei studi con l’Istituto d’Arte a Firenze, il Polimoda, il Centro sperimentale, concentrandomi soprattutto sulla storia del costume, che è diventato il centro del mio mestiere.” Scopri il nuovo numero: Just Working La pandemia è stato un fortissimo shock che ha interessato tutti gli aspetti della nostra vita e il mondo del lavoro è certamente tra questi. Dal telelavoro allo smart working, passando per il south working, vedremo come sta velocemente cambiando il concetto di lavoro. Nella sua vita c’è stata una particolare fonte d’ispirazione o un professionista che l’abbia ispirata o guidata in questo percorso?
“Ci sono stati i miei maestri: la prima è stata Cristina Giorgetti, grandissima storica del costume, che ho incontrato al Polimoda ed è stata la prima volta che incontravo qualcuno con cui poter parlare della mia passione e con lei ho potuto trascorrere giornate intere a parlare di costume; in seguito c’è stato l’incontro con Piero Tosi al Centro sperimentale di Cinematografia, che è stato il mio maestro a tutti gli effetti e sono rimasto con lui per venticinque anni, fino alla sua morte lo scorso anno, e con lui si è instaurato un rapporto che è andato al di là dello studio, è diventato amicizia; poi c’è stata Gabriella Pescucci, di cui sono stato assistente per dieci anni e con lei ho potuto mettere in pratica tutti gli insegnamenti ricevuti sia da Cristina Giorgetti, che da Piero Tosi.” F o t o d i G r e t a D e L a z z a r i s E’ di pochi giorni fa la notizia che è diventato un membro dell’Academy Awards, quindi, il suo talento, il suo percorso e i numerosi premi le hanno permesso di raggiungere questo ambito riconoscimento, immagino che per arrivare a questi alti livelli, credo che debba dedicare al suo lavoro tanto tempo. “È la passione che ti spinge a dare sempre il meglio; i premi sono un bellissimo riconoscimento, ma non lavoro per raggiungere questi obiettivi. Solo l’amore per il mio mestiere mi spinge a pretendere sempre tanto da me stesso e quando viene riconosciuto non solo dagli addetti ai lavori è una felicità immensa, vuol dire che il mio messaggio è universale.” Durante questo periodo difficile che tutto il mondo sta attraversando sotto tanti punti di vista e in particolare anche nel mondo del lavoro e soprattutto in Italia nel mondo del cinema, come continua a svolgere il suo lavoro, come affronta le difficoltà del momento? “Nel nostro mestiere si lavora anche tre, quattro, cinque mesi di fila e poi può capitare di stare fermi
per altrettanti mesi. Può succedere, però questa volta nasceva da un motivo molto diverso. Il lockdown è stato per me anche occasione di riflessione e di studio. Adesso stiamo lavorando nuovamente, con tutte le precauzioni necessarie.” F o t o d i G r e t a D e L a z z a r is Cosa pensa della situazione generale del cinema in Italia, cosa si augura che possa accadere nel mondo del cinema nel nostro paese? “Io credo che il mondo del cinema già da prima non navigasse in buone acque, il covid poi ha accentuato questa sorta di tragedia, quindi mi auguro che tutto torni meglio di prima.” In quale prossimo film vedremo le sue creazioni? “Al momento ci sono dei lavori, di cui, però, per contratto non posso parlare, quindi presto ci saranno delle novità.” Quando inizia il suo processo creativo, quando comincia a ideare e disegnare un abito, inizia dalla sceneggiatura, dalla storia, dalla personalità del personaggio, qual è il punto di partenza? Delinea anche il tratto psicologico del personaggio che lo indurrà poi ad indossare quell’abito? “Nel mio lavoro inizia tutto dalla sceneggiatura. Quando veniamo contattati per un film, da un regista o da una produzione, la prima cosa che chiedo è quella di leggere, leggere la storia che dovrò affrontare. La leggo generalmente tre volte, prima da spettatore poi da costumista. Tradurre il pensiero del regista per me è la cosa più difficile, come tracciare il profilo psicologico dei personaggi attraverso il costume. Appena si accende la lampadina parte tutto. L’idea è il mio motore.”
F o t o d i G r e t a D e L a z z a r is In questo periodo così difficile, in cui il mondo del lavoro e del cinema devono affrontare inedite ed ardue sfide, leggere le parole di un artista che, con cuore ed impegno, porta avanti il suo lavoro e lo fa anche toccando alte vette, è sicuramente una scintilla che possiamo utilizzare quando guardiamo al momento attuale con preoccupazione, perché anche la peggiore delle crisi può rivelarsi un momento di grande cambiamento. F o t o d i P a mela Gori Massimo Cantini Parrini Nato a Firenze, da bambino subisce il fascino del costume grazie alla nonna, sarta fiorentina. Consegue il diploma di Perito di costume e moda presso l’Istituto d’Arte di Firenze, prosegue gli studi al Polimoda per poi conseguire la laurea in Cultura e Stilismo della Moda presso la Facoltà di Lettere e Filosofia di Firenze; frequenta il Centro Sperimentale di Cinematografia a Roma, dove diventa allievo del costumista Piero Tosi. Entra poi nella Sartoria Tirelli come assistente
costumista e accanto alla costumista premio Oscar Gabriella Pescucci, collabora per grandi produzioni quali “Sogno di una notte di mezza estate” e “La fabbrica di cioccolato”. Premi Massimo Cantini Parrini: European Film Awards per i Migliori costumi per “Dogman”; David di Donatello per “Il Racconto dei Racconti”, “Indivisibili”, “Riccardo va all’inferno” e “Pinocchio”; Nastro d’Argento per “Il Racconto dei Racconti”, “Indivisibili”, “Pinocchio” e “Favolacce”; Ciak d’Oro per “Il Racconto dei Racconti” e “Indivisibili”; Numerosi altri premi nazionali ed internazionali. Ti è piaciuto? Cosa ne pensi? Faccelo sapere nei commenti. Rispondiamo sempre. Resta aggiornato sulle nostre pubblicazioni e sulle ultime novità dal mondo del marketing e della comunicazione. Nome Cognome Email * Consenso Consentici di usare i tuoi dati Qui, se vuoi, puoi consultare la nostra Privacy Policy Iscriviti alla newsletter Ecco i vincitori dei Nastri d'Argento 2020 Si è svolta il 6 luglio, presso il Museo MAXXI di Roma, la cerimonia dei Nastri d’Argento, il premio del cinema italiano assegnato dal Sindacato nazionale giornalisti cinematografici italiani (SNGCI), un’edizione all’insegna del ricordo del grande maestro compositore e musicista Ennio Morricone, scomparso lo stesso giorno.
Molti artisti presenti hanno dedicato un pensiero all’icona della musica da film, che ha lasciato nel mondo colonne sonore di sconfinata bellezza e che ha permesso al nostro paese di avere numerosi importanti riconoscimenti. Ci aspettavamo una cerimonia nel rispetto delle norme di sicurezza e così è stato, non ci aspettavamo però una cerimonia molto poco coinvolgente: il periodo non è dei migliori e la ripresa è difficile, ma proprio per questo motivo, quel che era possibile fare si sarebbe dovuto fare con molto più trasporto ed emozione. Paradossalmente la cerimonia dei David di Donatello dell’8 maggio scorso, svolta in piena pandemia e alla presenza del solo presentatore, si è rivelata essere molto più sentita e brillante. Scenografia e musica quasi inesistenti, sembrava tutto molto improvvisato e preparato con superficialità; fuori luogo sarebbero stati sicuramente i lustrini delle scorse edizioni, ma dell’emozione avevamo davvero bisogno e qualche piccola attenzione in più avrebbe decisamente aiutato. La situazione è stata aggravata dallo spoiler già dalla mattina di tutti i vincitori, su numerose testate giornalistiche e su profili social, che sicuramente ha smontato il brivido dell’attesa, rendendo ancor più piatta la serata. Mettendo da parte la cerimonia in sé, per fortuna ci hanno pensato i vincitori e il valore delle opere a trasmetterci l’arte e la bellezza che tanto serve al nostro paese in un momento decisivo come questo. Di seguito i vincitori: Miglior film
Favolacce Migliore regia Matteo Garrone – Pinocchio Miglior regista esordiente Marco D’Amore – L’Immortale Miglior commedia Figli di Giuseppe Bonito Miglior produttore Agostino, Giuseppe e Mariagrazia Saccà – Favolacce e Hammamet Miglior attore protagonista Pierfrancesco Favino – Hammamet Miglior attrice protagonista Jasmine Trinca – La Dea Fortuna Miglior attore non protagonista Roberto Benigni – Pinocchio Miglior attrice non protagonista Valeria Golino – 5 è il numero perfetto, Ritratto della giovane in fiamme Miglior attore di commedia Valerio Mastandrea – Figli Miglior attrice di commedia Paola Cortellesi – Figli Miglior soggetto Il Signor Diavolo di Pupi, Antonio e Tommaso Avati Miglior sceneggiatura Favolacce – Damiano e Fabio D’Innocenzo Migliore fotografia Paolo Carnera – Favolacce Migliore scenografia Dimitri Capuani – Pinocchio Miglior montaggio Marco Spoletini – Pinocchio, Villetta con ospiti Migliori costumi Massimo Cantini Parrini – Pinocchio, Favolacce
Miglior sonoro Maricetta Lombardo – Pinocchio Migliore colonna sonora (ex aequo) Brunori Sas – Odio l’estate Pasquale Catalano – La Dea Fortuna Miglior canzone originale Che vita meravigliosa di Diodato – La Dea Fortuna Oltre a questi, una lunga lista di premi speciali, assegnati dal Direttivo con il Consiglio Nazionale: Film dell’anno a “Volevo nascondermi” del regista Giorgio Diritti; Nastro alla carriera all’attore Toni Servillo; Nastro europeo al regista Pedro Almodovar per il film “Dolor y Gloria”; Nastro d’oro al direttore della fotografia Vittorio Storaro per “Un giorno di pioggia a New York”; Premio speciale a “La famosa invasione degli orsi in Sicilia” del regista e illustratore Lorenzo Mattotti; Nastro della legalità al film “Aspromonte” di Mimmo Calopresti; Miglior casting director a Davide Zurolo per “L’Immortale”; Premi Guglielmo Biraghi all’attore Giulio Pranno per “Tutto il mio folle amore” e Menzione speciale all’attore Federico Ielapi per “Pinocchio”; Premio Graziella Bonacchi all’attrice Barbara Chichiarelli per “Favolacce”; Miglior cameo dell’anno alla scrittrice Barbara Alberti per il ruolo nel film “La Dea Fortuna”; Premio Nino Manfredi all’attore Claudio Santamaria per il ruolo di padre in “Tutto il mio folle amore” e “Gli anni più belli”; Premio Nastri SIAE per la sceneggiatura del film “Buio” ad Emanuela Rossi; Premio Nuovo IMAIE per il doppiaggio a Stefano De Sando, Claudia Catani ed Emanuela Rossi. Vincitori indiscussi risultano così essere i film “Favolacce” dei fratelli D’Innocenzo e “Pinocchio” di Matteo Garrone, che pare non abbiano però esaltato tutto il pubblico, come magari ha fatto “La Dea Fortuna” di Ferzan Ozpetek, che qui ha trionfato con il Nastro alla Miglior attrice protagonista per Jasmine Trinca, il Miglior cameo, la Miglior colonna sonora e il terzo importante premio dell’anno
al cantautore Diodato che, dopo il Festival di Sanremo, si è aggiudicato grazie al brano “Che vita meravigliosa”, anche il David di Donatello ed il Nastro d’Argento come Miglior canzone originale. Poche sono state le parole durante la serata, dedicate alle maestranze del cinema in estrema difficoltà, agli esercenti e a tutti gli operatori del cinema e del teatro, ma restiamo convinti che, in questa estate strana, il cinema (all’aperto e in sicurezza) possa essere una delle valide alternative per trascorrere il tempo in modo rilassante e costruttivo e per questo motivo speriamo che in Italia si punti sempre più, anche economicamente, su prodotti di qualità, su giovani talenti, sulla sperimentazione e la creatività per poter adoperare il meraviglioso strumento del cinema per creare un futuro sempre più splendente e fruttuoso. Si avvicina l'attesa edizione 2020 dei Nastri d'Argento del cinema italiano Periodo non facile anche per il cinema, ormai lo diciamo da un po’, ma questo non ha mai fermato la sua voglia di ripartire e di riprendersi i suoi spazi. Così assistiamo, in questa strana estate 2020, alla creazione di nuove aree di cinema all’aperto, a nuove modalità di fruizione del prodotto film e alla trasformazione di formule collaudate per conformarsi alle necessarie regole di sicurezza. In questo scenario si inseriscono premi, festival e anche la cerimonia dei Nastri d’Argento, il più antico premio cinematografico italiano, assegnato ogni anno dal Sindacato nazionale giornalisti cinematografici italiani (SNGCI), dal 1946; quest’anno la cerimonia, spostata al Museo MAXXI di Roma, si svolgerà in presenza il 6 luglio.
Sarà un’edizione necessariamente diversa dalle altre; la diretta, che andrà in onda su Rai Movie, si svolgerà sicuramente nel rispetto delle norme di sicurezza e adotterà inevitabilmente un registro meno sfavillante e più pacato rispetto alle scorse edizioni, ma quello che possiamo dire è sicuramente che il nostro paese ha bisogno di tornare a sognare e di conseguenza ha bisogno del cinema per farlo, qualsiasi forma esso adotti. Il pensiero va automaticamente ad un altro premio cinematografico importante, svolto in piena pandemia, il David di Donatello, che l’8 maggio scorso, in presenza solo del presentatore Carlo Conti, ha avuto luogo con una cerimonia, sicuramente sottotono, ma che è ugualmente riuscita a regalare momenti d’emozione agli attori e professionisti protagonisti e anche al pubblico a casa. Diversi saranno, per fortuna, i Nastri d’Argento che si svolgeranno in presenza a Roma, ma ciò che resta uguale è l’esigenza che abbiamo di andare avanti e di riappropriarci di una sorta di normalità che ci faceva sentire tranquilli, quella parte di normalità sana, che produce bellezza, arte e cultura. Scopri il nuovo numero: Tutto è Comunicazione La comunicazione è diventata centrale nella vita di tutti noi ed è cambiata molto nell’ultimo periodo a causa dell’epidemia. Abbiamo assistito all’esplosione di nuove piattaforme digitali come Zoom, alla comparsa degli scienziati nei talk show televisivi e ad una comunicazione di brand incentrata su valori diversi rispetto al recente passato. In attesa del 6 luglio, qui i film, gli attori ed i professionisti del settore candidati all’ambito premio: Miglior film Gli anni più belli Hammamet La Dea Fortuna Favolacce Pinocchio Migliore regia Gianni Amelio – Hammamet Pupi Avati – Il Signor Diavolo Cristina Comencini – Tornare Fratelli D’Innocenzo – Favolacce Matteo Garrone – Pinocchio Pietro Marcello – Martin Eden Mario Martone – Il sindaco del rione Sanità Gabriele Muccino – Gli anni più belli Ferzan Ozpetek – La Dea Fortuna Gabriele Salvatores – Tutto il mio folle amore Miglior regista esordiente Stefano Cipani – Mio fratello rincorre i dinosauri Marco D’Amore – L’Immortale
Roberto De Feo – The Nest Ginevra Elkann – Magari Carlo Sironi – Sole Igor Tuveri (IGORT) – 5 è il numero perfetto Miglior commedia Figli di Giuseppe Bonito Il Primo Natale di Salvo Ficarra e Valentino Picone Lontano lontano di Gianni Di Gregorio Odio l’estate di Massimo Venier Tolo Tolo di Luca Medici Miglior produttore Marco Belardi e Paolo Del Brocco – Gli anni più belli Agostino, Giuseppe e Mariagrazia Saccà – Favolacce e Hammamet Attilio De Razza e Giampaolo Letta – Il primo Natale Luca Barbareschi e Paolo Del Brocco – L’ufficiale e la spia Matteo Garrone e Paolo Del Brocco – Pinocchio Miglior attore protagonista Stefano Accorsi, Edoardo Leo – La Dea Fortuna Pierfrancesco Favino – Hammamet Luca Marinelli – Martin Eden Francesco Di Leva – Il sindaco del rione Sanità Kim Rossi Stuart – Gli anni più belli Miglior attrice protagonista Giovanna Mezzogiorno – Tornare Micaela Ramazzotti – Gli anni più belli Lunetta Savino – Rosa Lucia Sardo – Picciridda Jasmine Trinca – La Dea Fortuna Miglior attore non protagonista Roberto Benigni – Pinocchio Carlo Buccirosso – 5 è il numero perfetto Carlo Cecchi – Martin Eden Massimiliano Gallo e Roberto De Francesco – Il sindaco del rione Sanità Massimo Popolizio – Il primo Natale, Il ladro di giorni Miglior attrice non protagonista Barbara Chichiarelli – Favolacce Matilde Gioli – Gli uomini d’oro Valeria Golino – 5 è il numero perfetto, Ritratto della giovane in fiamme Benedetta Porcaroli – 18 Regali
Alba Rohrwacher – Magari Miglior attore di commedia Luca Argentero – Brave ragazze Giorgio Colangeli – Lontano lontano Valerio Mastandrea – Figli Giampaolo Morelli – 7 ore per farti innamorare Gianmarco Tognazzi – Sono solo fantasmi Mi gli or at tri ce di co m m ed ia An to ne lla Att ili – Tolo Tolo Paola Cortellesi – Figli Anna Foglietta – D.N.A. – Decisamente Non Adatti Lucia Mascino – Odio l’estate Serena Rossi – Brave ragazze, 7 ore per farti innamorare Miglior soggetto Bar Giuseppe di Giulio Base Buio di Emanuela Rossi Il grande salto di Daniele Costantini Il Signor Diavolo di Pupi, Antonio e Tommaso Avati L’uomo del labirinto di Donato Carrisi Miglior sceneggiatura Favolacce – Damiano e Fabio D’Innocenzo Il sindaco del rione Sanità – Mario Martone, Ippolita Di Majo La Dea Fortuna – Gianni Romoli, Silvia Ranfagni, Ferzan Ozpetek Martin Eden – Pietro Marcello, Maurizio Braucci
Tutto il mio folle amore – Umberto Contarello, Sara Mosetti Migliore fotografia Luan Amelio – Hammamet Paolo Carnera – Favolacce Daniele Ciprì – Il primo Natale Daria D’Antonio – Tornare, Il ladro di giorni Italo Petriccione – Tutto il mio folle amore Migliore scenografia Dimitri Capuani – Pinocchio Emita Frigato, Paola Peraro, Paolo Bonfini – Favolacce Giuliano Pannuti – Il Signor Diavolo Luca Servino – Martin Eden Tonino Zera – L’uomo del labirinto Miglior montaggio Esmeralda Calabria – Favolacce Marco Spoletini – Pinocchio, Villetta con ospiti Jacopo Quadri – Il sindaco del rione Sanità Patrizio Marone – L’Immortale Claudio Di Mauro – Gli anni più belli, 18 Regali Migliori costumi Massimo Cantini Parrini – Pinocchio, Favolacce Cristina Francioni – Il primo Natale Alessandro Lai – Tornare Andrea Cavalletto – Martin Eden Nicoletta Taranta – 5 è il numero perfetto Miglior sonoro Maurizio Argentieri – Il sindaco del rione sanità, Tornare Gianluca Costamagna – L’Immortale Denny De Angelis – Martin Eden Maricetta Lombardo – Pinocchio Gilberto Martinelli – Tutto il mio amore folle Migliore colonna sonora Brunori Sas – Odio l’estate Pasquale Catalano – La Dea Fortuna Dario Marianelli – Pinocchio Mauro Pagani – Tutto il mio amore folle Nicola Piovani – Gli anni più belli Miglior canzone originale Che vita meravigliosa di Diodato – La Dea Fortuna
Gli anni più belli di Claudio Baglioni – Gli anni più belli Il ladro di giorni di Alessandro Nelson Garofalo, cantata da Nero Nelson e Claudio Gnut – Il ladro di giorni Rione Sanità di Ralph P. – Il sindaco del rione Sanità Un errore di distrazione di Brunori Sas – L’ospite We come from Napoli di Liberato, con Gaika e Robert Del Naja – Ultras Pr ot ag on ist i an ch e qu i, fil m pl uri pr em iat i, ap pr ez zati da pubblico e critica, come “La Dea Fortuna” di Ferzan Ozpetek, “Gli anni più belli” di Gabriele Muccino, “Hammamet” di Gianni Amelio e “Favolacce” dei fratelli D’Innocenzo. Due importanti premi saranno assegnati: il Nastro alla Carriera al bravissimo attore napoletano Toni Servillo e il Nastro dell’Anno al film “Volevo nascondermi” del regista Giorgio Diritti, che narra la storia del pittore Ligabue, interpretato da un eccellente Elio Germano. Mesi di ripartenza questi per l’Italia e per il cinema italiano, diamo anche noi il nostro contributo, quindi, popolando le arene estive e andando a recuperare opere di grande valore che non abbiamo visto, riprendendoci così, con le dovute accortezze, anche un po’ di socialità che è momentaneamente venuta meno, e quale miglior scusa per farlo, se non quella della visione di un bel film. Ti è piaciuto? Cosa ne pensi? Faccelo sapere nei commenti. Rispondiamo sempre.
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del cinematografo ottiene la sua massima espressione, ovvero in sala. Favolacce è uno di questi “eroi” che cercano di prendere in mano il cinema italiano. Una favola nerissima, ma vera, in cui la coppia di autori ha riversato, attraverso la voce di un narratore, il vuoto pneumatico di figure parentali (con in più un docente) che dovrebbero insegnare a vivere ai propri figli mentre invece hanno perduto qualsiasi capacità di positività e di sguardo sul futuro. I D’Innocenzo ci propongono solo tinte scure e a uno sguardo superficiale si potrebbe pensare che di pessimismo oggi ne circola già abbastanza senza bisogno di ulteriore impegno. Di fatto però non è così. Perché questa più che una favola nera è (ci si perdoni il gioco di parole) una favola ‘vera’. Basta leggere le cronache quotidiane per rendersene conto. E se nelle favole nere non ci sono principi azzurri qui invece ce ne sono ben due. Sono i D’Innocenzo che, concentrando in una sorta di overdose narrativa il negativo sempre più presente nella società contemporanea, anche se con una diffusione a macchia di leopardo, ci vogliono ammonire. Ci ricordano che sempre più spesso i draghi dell’insensibilità e dell’amoralità (travestita da perbenismo di facciata) si annidano in quelle grotte che sono diventate certe abitazioni in cui solo apparentemente c’è tutto ciò che occorre. Questo film è la lancia che utilizzano per aiutarci a prenderne coscienza e ad iniziare a stanarli per poi sconfiggerli. Il film, tutto poggiato sulle meravigliose spalle di Elio Germano, ormai l’attore italiano più importante del panorama nazionale, ha ottenuto anche 9 nominations ai Nastri d’Argento, tra cui quella più prestigiosa come Miglior film. In questa speciale categoria, il film sembra essere il favorito alla vittoria finale. Nella 75esima edizione, del prossimo 6 luglio, sapremo il verdetto. Ti è piaciuto? Cosa ne pensi? Faccelo sapere nei commenti. Rispondiamo sempre.
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I Nastri d’argento, come sempre assegnati dai giornalisti cinematografici, hanno visto la presenza di numerose star nazionali ed internazionali, nonché di un’attenzione mediatica sempre crescente. La copertina d’onore è tutta per Gianni Amelio, che con La tenerezza, ha sbancato ai Nastri, aggiudicandosi non solo il premio come miglior film, ma anche quello alla regia, fotografia, attore protagonista (Renato Carpentieri). L a t e n e r e z z a d i G i a n n i Amelio trionfa ai Nastri d’Argento Vola però anche Indivisibili di Edoardo De Angelis con ben cinque riconoscimenti per la gran parte tecnici. Prestigioso premio per Ficarra & Picone che con il delizioso L’ora legale si sono aggiudicati il Nastro d’argento come miglior commedia dell’anno. Per gli attori verdetto in parte annunciato: Jasmine Trinca, reduce dal trionfo di Cannes, fa il bis come migliore attrice protagonista per Fortunata di Sergio Castellitto che raccoglie tre Nastri nel palmarès, lo seguono con due ciascuno, Fai bei sogni di Marco Bellocchio, L’ora legale di Ficarra e Picone, che si aggiudica anche il Nastro come miglior produzione, e Sicilian Ghost Story di Antonio Piazza e Fabio Grassadonia.
J a s m i n e T r i n c a a i N a s t r i d ’ A a r g e n t o
Al grande Renato Carpentieri, tornato sul set con Amelio dopo alcuni anni di assenza, il Nastro come miglior attore protagonista per La tenerezza. Ad Alessandro Borghi invece il Nastro come miglior attore non protagonista (ancora per Fortunata e per l’opera prima di Michele Vannucci, Il più grande sogno). S a b r i n a F e r i l l i a i N a s t ri d’Argento Ex aequo, infine, tra le attrici, per le non protagoniste: Sabrina Ferilli (Omicidio all’italiana, di Maccio Capatonda) e Carla Signoris per Lasciati andare di Francesco Amato. A Monica Bellucci va il Nastro d’ Argento europeo per On the Milky Road-Sulla via lattea di Emir Kusturica. Nella categoria dei Premi speciali, assegnati per particolari interpretazioni degne di nota, va menzionato quello assegnato ai due protagonisti di Monte di Amir Naderi, Claudia Potenza e Andrea Sartoretti. Infine Premio ‘Nino Manfredì per la commedia’ a Pierfrancesco Favino e Kasia Smutniak. Natale a Londra - Il Film
Domenico Palattella (122)
Ai “Nastri d’argento” del 2015 Lillo & Greg si aggiudicarono il “Nastro d’argento speciale” intitolato a Nino Manfredi con la seguente motivazione: “per le loro indubbie qualità comiche, in grado di elevare il livello delle commedie brillanti della nuova commedia all’italiana, un auspicio a continuare su questa strada cinematografica per gli impegni futuri”. Si iniziò dunque a comprendere, che l’intuizione di Dino De Laurentiis di affidare il Natale cinematografico a quella coppia così sofisticata, surreale, che sembrava inizialmente poco adatta al cinema, non fu poi così bislacca. Già i primi tentativi del 2012 e del 2013, “Colpi di fulmine” e “Colpi di fortuna” ebbero riscontri positivi presso la critica specializzata, grazie all’apporto della funambolica comicità di Lillo & Greg, diventata oggi la “nuova” grande coppia del cinema italiano. Quel “Nastro d’argento” vinto nel 2015, si basa sull’interpretazione del film “Un Natale stupefacente”(2014), il primo film autonomo della coppia dopo l’abbandono di Christian De Sica. Al primo colpo Lillo & Greg fanno centro, il loro primo film come protagonisti assoluti è anche il primo cine-panettone in grado di vincere un importante premio a livello nazionale, merito della ventata di novità portata dal loro stile comico, lontano dalle volgarità imperanti del periodo, e con una comicità intelligente ed efficace. Si badi bene, anche la critica specializzata, vorrebbe non si parli più di cinepanettone, “non se questo significa un prodotto scadente: il fatto che i film interpretati da Lillo & Greg, escano proprio sotto Natale e che parte dei loro film siano ambientati durante il Natale non basta a ridurre il loro prodotto al mero ruolo di cinepanettone. Le loro sono commedie ben scritte, ben interpretate, ben girate e ben montate, sopra la media del film comico nazionale”. Anche la loro fatica successiva, quella del Natale 2015, ovvero “Natale col boss”, aveva soddisfatto tanto la critica, quanto il pubblico, che ha risposto entusiasta, affollando le sale e decretando il meritato successo di una coppia che si è guadagnata il suo spazio cinematografico. “Natale col boss”, ottenne un considerevole successo di pubblico: secondo posto
assoluto della stagione 2015, con oltre 7 milioni di euro di incassi. Rinvigorito da questo successo De Laurentiis, dopo alcuni anni di sperimentazioni, ha capito, che con la coppia a disposizione si può anche osare di più, e così insieme al suo fido regista Volfango De Biasi, ha progettato per il Natale 2016, quei trasferimenti all’estero, tanto cari almeno fino a 10 anni fa. La nuova commedia di Natale targata “Filmauro” si svolge infatti a Londra e porta il titolo di “Natale a Londra-Dio salvi la regina”, una sorta di “Ocean’s Eleven” in salsa italiana. Ritmo serrato, trama ambiziosa, comicità verbale e slapstick, sono gli ingredienti di questo film, arricchito da un cast variegato e ben assortito, anche se forse un po’ troppo affollato. La trama è presto detta, ed è quella di rapire i cani della regina intrufolandosi dentro Buckingham Palace per pagare un debito con un noto boss londinese, un plot degno dei migliori action comedy americani. E infatti l’omaggio al genere action comedy americano funziona bene grazie a Lillo e Greg, Nino Frassica, Ninetto Davoli, Uccio De Santis e Vincent Riotta, attori con la giusta verve per essere divertenti tanto individualmente quanto nel quadro della parodia. Allo stesso modo Paolo Ruffini e Eleonora Giovanardi interpretano gli opposti che si attraggono, lui uno sous chef senza palle, lei una donna che non le manda a dire. Capofila dell’operazione rimangono però Lillo & Greg, che come lo scorso anno sono anche autori del film, e non ci si sorprenda più di tanto, la loro è una coppia abituata in teatro e in radio a scriversi i testi da sè. Il che dimostra come Lillo & Greg non abbiano soltanto tempi comici perfetti, dato dal loro ventennale affiatamento, ma abbiano dietro di sè solide basi comico-culturali, per innovare ed innervare finalmente il genere comico all’italiana con stile ed eleganza…e tutto ciò con l’appoggio ( inusuale ) della critica contemporanea. “Natale a Londra”, quindi, nonostante metta forse troppa carne al fuoco, regge l’impianto farsesco, e soprattutto fa una cosa fondamentale, che lo eleva dalla mediocrità dilagante a buon film, non cede mai alla tentazione dell’idiozia e assolve il suo compito: diverte senza volgarità spicciole e fini a se stessi. Del film rimangono anche alcune scene dal forte impatto comico: le gag visive di Lillo & Greg, la guerra psicologica che vede coinvolto Greg dinanzi ad uno specchio, tra la parte onesta e naif di sé con quella più scafata e criminale; i calembour verbali di Nino Frassica; e una nostalgica scazzottata, omaggio tutt’altro che velato a Bud Spencer e Terence Hill. Mi si permetta, in conclusione, una menzione piena di affetto per il “nostro” Uccio De Santis, che a 50 anni arriva finalmente al successo cinematografico a carattere nazionale. E’ qui il tecnico dell’operazione furtiva, e diverte, trovando il suo spazio, con alcune battute tipiche del repertorio comico pugliese, fatto di freddure repentine e salaci giochi di parole.
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