CASTIGLIONE D'ADDA RONICON - N. 11 - OTTOBRE 2019 PARROCCHIA ASSUNZIONE BEATA VERGINE MARIA - PARROCCHIA DI CASTIGLIONE D'ADDA
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Chonicon Periodico della parrocchia dell’Assunzione della Beata Vergine Maria Periodico della parrocchia dell’Assunzione della Beata Vergine Maria in Castiglione d’Adda, diocesi di Lodi. in Castiglione d’Adda diocesi di Lodi www.parrocchiacastiglionedadda.it www.parrocchiacastiglionedadda.it N. 11 - Ottobre 2019 Contatti: Pro manuscripto mons. Gabriele Bernardelli, parroco 0377.900.421 dgbernardelli@gmail.com don Luigi Donati, vicario parrocchiale 0377.909.142 don Manuel Forchetto, vicario parrocchiale 0377.900.584 manuel_forchetto@libero.it don Abele Uggè, collaboratore pastorale 0338.8397.222 abeleugge@teletu.it Orario Sante Messe: Feriale 8.30 - 18.00 Festivo durante anno scolastico 8.30 (Incoronata); 9.45 (dei ragazzi e delle famiglie); 11.00 (Messa grande); 18.00 Festivo estivo 8.30 (Incoronata); 10.30 (Messa grande); 18.00 Ogni domenica ore 16.30 (17.00 estivo): vespri, catechesi e benedizione Eucaristica Ogni giorno ore 8.05, lodi mattutine; ore 17.30, recita del santo Rosario Ogni martedì ore 20.30 (all’Annunciata), recita della coroncina della Divina Misericordia Ogni giovedì dalle 9.00 alle 11.30 adorazione Eucaristica per le vocazioni sacerdotali dalle 20.45 alle 21.45, preghiera personale dinanzi all’Eucaristia con possibilità di confessarsi Confessioni: ogni giovedì dalle ore 20.45 alle 21.45 ogni sabato dalle ore 16.00 alle ore 18.00 In copertina: Battesimi: Terza domenica del mese Il gruppo marmoreo dell’Assunta, realizzato nel 1857/58 dallo scultore G. M. Benzoni in marmo di Carrara, benedetto dal beato Pio IX, collocato nella chiesa parrocchiale nell’ottobre 1858 CHRONICON - 3
Editoriale Parroco Editoriale Parroco “Vi ho tr asmesso ciò che anch’io ho ricevuto” (1 Cor 15,3) 2. Il cammino di quest’anno Linee pastor ali per l’anno 2019/2020 Quest’anno, come già annunciato nel momento di “chiusura” dell’anno pastorale, al termine cioè della processione del Corpus Domini, la pista o il tema è desunto dalla prima lettera di San Paolo ai Corinti nella quale, in due passaggi, al cap. 15 e, prima, Cari fedeli e cari amici, abbiamo cominciamo il al cap.11 l’Apostolo parla della “trasmissione della fede”. Si tratta di due passaggi nuovo anno pastorale che è il quinto da quanto molto importanti. don Manuel e il sottoscritto hanno iniziato il ministero in questa parrocchia. Vi ricordo, fratelli, il vangelo che vi ho annunciato, che voi avete anche ricevuto, nel quale state anche saldi, mediante 1. Il cammino di questi ultimi quattro anni il quale siete salvati, purché lo riteniate quale ve l’ho Ciascuno di questi anni ha avuto una pista o, se annunciato; a meno che non abbiate creduto invano. Poiché volete, un tema. I primi tre anni l’hanno mutuata vi ho prima di tutto trasmesso, come l’ho ricevuto anch’io, dalla riflessione che avevo offerto nell’omelia che Cristo morì per i nostri peccati, secondo le Scritture; che del mio ingresso in parrocchia, il 27 settembre fu seppellito; che è stato risuscitato il terzo giorno, secondo 2015, lasciandomi guidare dal vangelo di Marco. le Scritture; che apparve a Cefa, poi ai dodici. Poi apparve a Dicevo allora che il vangelo di Marco riporta una più di cinquecento fratelli in una volta, dei quali la maggior triplice chiamata degli apostoli. Egli li chiama parte rimane ancora in vita e alcuni sono morti. Poi apparve una prima volta mentre passava lungo il mare di a Giacomo, poi a tutti gli apostoli; e, ultimo di tutti, apparve Galilea (Mc 1,16). Questa chiamata realizza una anche a me, come all’aborto (1 Cor 15, 1-8). grossa novità nella vita loro vita perché passano dalla dispersione ad avere un centro e questo centro è Gesù. C’è poi una seconda Voglio sottolineare soprattutto questo aspetto: Paolo trasmette ciò che ha ricevuto. chiamata; dice il Vangelo: ne costituì Dodici che stessero con lui (Mc 3,14); essa indica La fede cioè “non si inventa”, la fede “si riceve” e si “trasmette”. il passaggio dal semplice fare gruppo intorno a Gesù a qualcosa di più profondo: Ma che cosa si riceve? “Cristo morì per i nostri peccati, secondo le Scritture; che fu “perché stessero con lui”, indica cioè il passaggio dalla aggregazione intorno a lui alla seppellito; che è stato risuscitato il terzo giorno, secondo le Scritture; che apparve comunione con lui. E c’è infine la terza chiamata; dice Marco: Allora chiamò i Dodici, a Cefa, poi ai dodici”. Si riceve il cd. “kerigma”, ossia l’annuncio centrale della vita ed incominciò a mandarli a due a due e diede loro potere sugli spiriti immondi (Mc cristiana. Come potete vedere, non si tratta di una “presa di coscienza”, di una 6,7). Questa terza chiamata è per inviarli, ossia è per la missione. “illuminazione”, ma si tratta di “eventi”, di fatti storici concreti. “All’inizio dell’essere Su queste tre chiamate abbiamo “costruito” per così dire il cammino della comunità cristiano – ha detto papa Benedetto ripreso poi molte volte da papa Francesco – parrocchiale. Il primo anno, quello dell’accoglienza della chiamata di Gesù e del non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, radunarsi intorno a lui è coinciso a livello di Chiesa universale e diocesana con con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva” l’Anno Santo della Misericordia. Il secondo anno, quello della seconda chiamata per (Deus caritas est 1). “fare comunione con Gesù”, per “stare con lui” è coinciso a livello diocesano con il Sempre nella prima lettera ai Corinti al cap. 11,23-25, Paolo si rifà ancora al dinamismo piano pastorale del Vescovo imperniato sulla comunione, che ha alla sua scaturigine “ricevere – trasmettere” quando parla dell’Eucaristia. Scrive: la comunione con Cristo nell’Eucaristia. Il terzo anno, quello della terza chiamata Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho per essere “inviati”, l’anno cioè della missione, è coinciso col piano pastorale del trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese Vescovo dal titolo “ … per il mondo” e ha conosciuto l’esperienza della “missione del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il parrocchiale” con la fraternità dei minori di Loreto e delle Alcantarine. Il quarto anno, mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso quello appena trascorso, ha avuto come pista il tema: “Dalla religione alla fede” e modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo ha visto soprattutto nelle lectiones divinae e nella predicazione un approfondimento calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta di questa tematica. che ne bevete, in memoria di me». Tutto ciò senza dimenticare lo snodarsi dell’Anno Liturgico, in cui si celebra tutto il In questo modo l’Apostolo ci dice che l’Eucaristia, il vertice dei sacramenti, mistero di Cristo, che è il “piano pastorale” per eccellenza. sta dentro la stessa dimensione kerigmatica della Chiesa. L’evento cioè di cui ci ha Evidentemente, ciò che abbiamo vissuto nei precedenti quattro anni non deve essere detto al cap. 15,1-8 viene “riattualizzato” nell’Eucaristia e significa che è sempre semplicemente “archiviato”. Si tratta infatti di dimensioni dell’unica fede che sempre “alla portata di mano”, per cui ne possiamo fare esperienza, in certo qual modo siamo ritornano, quasi a cerchi concentrici e ci stimolano ad una costante verifica. “tirati dentro”. 4 - CHRONICON CHRONICON - 5
Editoriale Parroco Editoriale Parroco L’enciclica di papa Francesco, scritta a quattro mani con il papa emerito Benedetto, Lumen 4. La trasmissione della fede dentro la “città degli uomini” fidei, ci sarà di grande aiuto in questo anno pastorale. Nei suoi quattro capitoli essa può La trasmissione della fede passa anche attraverso la testimonianza dentro la città scandire tutta la pastorale di quest’anno. Essi sono: Cap. 1° “Abbiamo creduto all’amore” degli uomini. Un capitolo di Lumen fidei, sopra citata, parla proprio di questo e ad (Gv 4,16); Cap. 2° “Se non crederete non comprenderete” (Is 7,9); Cap. 3° “Vi trasmetto esso potremo rifarci. Mi chiedo spesso: qual è il “nesso” tra la comunità cristiana e ciò che ho ricevuto” (1Cor 15,3); Cap. 4° “Dio prepara per loro una città” (Ebr 11,16). la vita del nostro borgo? Quali sono le sue emergenze sociali? Che cosa – e come Desidero e chiedo pertanto che tutti i cammini di fede della parrocchia tengano – può dire e può fare la nostra comunità cristiana? Che cosa ha fatto finora? Quali conto di questo percorso. Poi lo approfondiremo soprattutto nella predicazione, nelle sono i suoi progetti futuri? Chi è intenzionato a dare il proprio fattivo contributo, lectiones divinae, nei centri di ascolto della Parola, nella ripresa del tema pastorale spendendosi sulle frontiere del sociale, del politico da cristiano? dopo pasqua, ma tenerlo presente in modo trasversale in tutte le declinazioni pastorali di quest’anno mi sembra importante. Anche così si cammina insieme. 5. La trasmissione della fede e la cultura La trasmissione della fede trova nella cultura uno dei suoi naturali alleati. In che 3. La trasmissione della fede alle giovani generazioni considerazione tiene la cultura la nostra comunità? Quali sono le modalità con cui La trasmissione della fede è l’impegno che riguarda tutta la comunità e, al suo possiamo “creare” cultura cristiana anche nella nostra non grande realtà? Quali interno, ciascuno dei suoi membri. Ma è sotto gli occhi di tutti come essa rappresenti risorse abbiamo a nostra disposizione? Come possiamo valorizzarle? un’autentica sfida quando parliamo delle giovani famiglie e, in filiera, delle giovani generazioni. Come è possibile avviare un cammino, oltre a quanto abbiamo già in 6. Maria è la “forma” compiuta del credente atto, che non deve essere disprezzato, che possa rappresentare se non un’inversione Maria è la forma più compiuta del credente. Per questo ho voluto – ed è stata quasi di rotta una seminagione almeno promettente? un’ispirazione – avviare il nuovo anno pastorale rinnovando la consacrazione fatta Ho detto che non bisogna disprezzare l’esistente. Mi riferisco: 60 anni fa, l’11 ottobre 1959, celebrando il centenario dell’arrivo in parrocchia del - alla richiesta – ancora maggioritaria – del battesimo e degli altri sacramenti da par- gruppo marmoreo rappresentante l’Assunta. te delle famiglie; La consacrazione al Cuore Immacolato di Maria, che abbiamo vissuto il 6 ottobre come - all’incontro dei genitori dei battezzandi con la coppia di “catechisti battesimali”; un’autentica festa della fede, riprende anche la consapevolezza del ruolo “profetico” - al coinvolgimento della famiglia nella preparazione dei figli agli altri sacramenti della Vergine e, nello stesso tempo, del ruolo “profetico” della Chiesa, e quindi (catechesi, Messa, confessioni …); anche di quella manifestazione locale della Chiesa che è la parrocchia. Possiamo dire - al coinvolgimento – anche se (molto) inferiore – dei genitori nella professione di che la nostra parrocchia viva la dimensione “profetica” della fede, che significa avere fede dei 14enni. uno sguardo “lungo e profondo” alla luce della Parola di Dio sulla vita degli uomini Quali sentieri si devono però percorre affinché le famiglie non siano solo “oggetto” e delle donne del nostro tempo? La nostra comunità è capace di indicare un futuro di questa attenzione pastorale della comunità, ma diventino esse stesse “soggetti” buono, operando le scelte necessarie affinché esso si realizzi? Quali parole profetiche di evangelizzazione? abbiamo detto come comunità? Quali gesti profetici abbiamo messo in atto? Ho chiesto alla Commissione Famiglia del Consiglio Pastorale Parrocchiale di pensare Affido a tutti – agli operatori pastorali, ma anche a quanti guardano un po’ da lontano ad un “progetto” nel giro di poco tempo, facendo tesoro soprattutto delle famiglie alla parrocchia e anche a chi le fosse addirittura ostile – queste riflessioni. Se qualcuno dei bambini che frequentano la Scuola Materna Parrocchiale, ma anche delle giovani volesse offrire il proprio contributo lo può fare scrivendo direttamente al sottoscritto famiglie che chiedono il battesimo. La maggior parte di queste, una volta celebrato il al seguente indirizzo mail: dgbernardelli@gmail.com rito, si eclissa. Come è possibile coinvolgerle in un cammino che comprenda amicizia, Con amicizia saluto ciascuno di voi scambio, condivisione, crescita nella fede? Don Gabriele La trasmissione della fede riguarda, evidentemente, le giovani generazioni. Ho chiesto alla Commissione incaricata di definire un progetto di pastorale giovanile e qualche passo è stato compiuto ma c’è ancora molto da fare. In questo settore della pastorale giovanile mi sento di dovere fare un riferimento anche alle Società sportive della parrocchia. É risaputo quanto sia complesso annodare questi settori con la pastorale, tanto che non poche parrocchie – visto anche il venir meno dei sacerdoti giovani e degli educatori – sono tentate di lasciar perdere. É necessario coinvolgere sempre più i dirigenti delle società – a cui va la nostra gratitudine per l’impegno davvero gravoso che sostengono – affinché lo sport in oratorio non sia collaterale alla cosiddetta pastorale ordinaria. 6 - CHRONICON CHRONICON - 7
Itinerari Formativi Itinerari Formativi Itiner ario formativo e spirituale proposto dalla parrocchia Itiner ario formativo e spirituale proposto dalla parrocchia PER IL “GRUPPO FAMIGLIE” ADULTI / GIOVANI OLTRE I 30 ANNI in via di definizione ■ Domenica 29 settembre festa anniversari di matrimonio, inizio del cammino OTTOBRE ■ Domenica 20 ottobre ore 17.00, gruppo famiglie • Mercoledì 6: Scuola di Preghiera ■ Domenica 17 novembre ore 17.00, gruppo famiglie • Mercoledì 23: Scuola di Preghiera ■ Domenica 22 dicembre • 24 - 25 - 28 - 29 - 30: Novena dei Morti con predicazione ritiro di Natale ■ Domenica 19 gennaio ore 17.00, gruppo famiglie NOVEMBRE ■ Domenica 16 febbraio ore 17.00, gruppo famiglie • Mercoledì 6: Centri di ascolto della Parola ■ Domenica 15 marzo ore 17.00, gruppo famiglie • Mercoledì 21: Centri di ascolto della Parola ■ Domenica 5 aprile ritiro di Pasqua ■ Giugno momento conclusivo DICEMBRE • Mercoledì 4 - 11 - 18: Lectio divina d’Avvento • Domenica 22: Ritiro di Natale con confessioni • 16 - 17 - 18 - 19 - 20 - 23: Novena di Natale Itiner ario formativo e spirituale proposto dalla parrocchia GENNAIO PER LE “GIOVANI FAMIGLIE” • Mercoledì 22: Scuola di preghiera FEBBRAIO Programma in via di definizione • Domenica 2: Giornata Nazionale della Vita: Incontro formativo • Mercoledì 5: Scuola di Preghiera • Mercoledì 12: Centri di ascolto della Parola • Mercoledì 19: Centri di ascolto della Parola • Mercoledì 26: Le Ceneri. Inizio cammino quaresimale con Messa e imposizione delle ceneri MARZO • Mercoledì 4 - 11 - 18: Lectio divina di Quaresima • Venerdì 6 - 13 - 20 - 27: Via Crucis APRILE • Venerdì 3: Via Crucis • 9 - 12: Triduo Pasquale • Mercoledì 22: ripresa del tema pastorale dell’anno MAGGIO • Mercoledì 6: ripresa del tema pastorale dell’anno GIUGNO • 11 - 14: SS. Quarantore con adorazione notturna Inoltre, tutte le domeniche, alle ore 16.30: Vespri e catechesi 8 - CHRONICON CHRONICON - 9
Itinerari Formativi Itinerari Formativi Itiner ario formativo e spirituale proposto dalla parrocchia Itiner ario formativo e spirituale proposto dalla parrocchia GIOVANI (DUE GRUPPI) GIOVANISSIMI La domenica alle 19.00 OTTOBRE: OTTOBRE FEBBRAIO • Lunedì 7 - 14 - 21 Domenica 12 Domenica 9 • Sabato 26: ACR + Domenica 27 Domenica 23 • Lunedì 28: ore 18.30, Confessioni NOVEMBRE MARZO NOVEMBRE: Domenica 10 Domenica 8 • Lunedì 4 - 11 - 18 Domenica 24 Domenica 22 • Sabato 9: Per te mi spendo • Lunedì 21: ore 18.30, Confessioni Avvento DICEMBRE APRILE • Lunedì 28 Domenica 1 Domenica 5: Ritiro di Quaresima Domenica 15: Ritiro di Avvento Domenica 19 DICEMBRE: • Lunedì 2 GENNAIO MAGGIO • Lunedì 9: ore 18.30, Ritiro d’Avvento Domenica 3 • Lunedì 16 Domenica 12 • Lunedì 23: ore 18.30, Confessioni Natale Domenica 26 GENNAIO: Oltre al momento di catechesi sono previsti i momenti di adorazione Eucaristica • Lunedì 13 - 20 preparata dagli stessi giovani, con cadenza ogni 40 giorni circa. • Lunedì 27: Confessioni Le altre iniziative saranno presentate di volta in volta sul Notiziario e sul Sito parrocchiale, oltre che sul Gruppo di WhatsApp. FEBBRAIO: Sono invitati alle Lectiones Divinae di Avvento e di Quaresima con gli adulti e gli • Lunedì 3 - 10 - 17 altri giovani, così come ai Centri di ascolto della Parola, alla Via Crucis dei venerdì di • Sabato 22: ACR + quaresima, all’adorazione – anche notturna – delle SS. Quarantore. • Lunedì 24 • Mercoledì 26: ore 21.00, S. Messa con imposizione delle Ceneri • Venerdì 28: ore 21.00, via crucis MARZO • Venerdì 6 - 13 - 20 - 27: ore 21.00, via crucis • Lunedì 2: ore 18.30, Confessioni Quaresima • Sabato 7: Per te mi spendo • Lunedì 16: ore 18.30, Ritiro di Quaresima • Lunedì 23 - 30 APRILE • Lunedì 6: ore 18.30, Confessioni Pasquali • 9 - 10 - 11: Triduo Pasquale • Lunedì 20 - 27 10 - CHRONICON CHRONICON - 11
Itinerari Formativi Itinerari Formativi Itiner ario formativo e spirituale proposto dalla parrocchia Itiner ario formativo e spirituale proposto dalla parrocchia GIOVANISSIMI ELEMENTARI E MEDIE MAGGIO OTTOBRE • Domenica 3: FestAnimatori • Domenica 6: Inizio anno catechistico • Lunedì 4: ore 18.30, Confessioni • Domenica 13: Festa del Ciao • Lunedì 11 - 18 - 25 • Domenica 20: Festa diocesana 14enni • Sabato 26: Confessioni GIUGNO • Sabato 26: ore 18.30, ACR + (medie e superiori) • Lunedì 8: Grest NOVEMBRE Anche per i giovanissimi, come per i giovani, sono previsti momenti di adorazione • Domenica 3: ore 9.45, presentazione alla comunità dei confessandi Eucaristica disposti lungo l’anno pastorale. • Sabato 16: I incontro PdF 14enni • Domenica 17: ore 9.45, presentazione alla comunità dei comunicandi • Domenica 17: ore 15.30, Domenica IN (elementari) • Sabato 23: ore 18.30, ACR + (medie e superiori) • Sabato 30: Confessioni • Sabato 30: ore 18.30, ritiro d’Avvento (medie) Itiner ario formativo e spirituale proposto dalla parrocchia PROFESSIONE DI FEDE DEI 14ENNI DICEMBRE • Sabato 14: ore 10.00, ritiro d’Avvento (elementari) • Da Lunedì 16: ore 16.30, novena di Natale OTTOBRE • Sabato 21: Confessioni (elementari e medie) • Domenica 20: ore 17.30 a Casalpusterlengo, Festa diocesana 14enni • Domenica 22: ore 9.45, Santa Messa e benedizione bambinelli • Mercoledì 23: ore 21.00 a Casalpusterlengo (Casa del giovane), Incontro di preparazione con i catechisti GENNAIO • Domenica 12: ore 9.45, presentazione alla comunità dei cresimandi NOVEMBRE • Domenica 19: ore 15.30, Domenica IN (elementari) • Sabato 16: ore 18.00 a Casalpusterlengo, I incontro PdF 14enni: • Sabato 25: ore 18.30, ACR + (medie e superiori) II media presso l’Oratorio dei Cappuccini • Domenica 29: FESTA DI SAN GIOVANNI BOSCO III media presso la Casa del Giovane. FEBBRAIO GENNAIO • Sabato 1: Confessioni • Mercoledì 22: ore 21.00 a Casalpusterlengo, incontro preparazione PdF • Sabato 15: II incontro PdF 14enni • Domenica 16: ore 15.30, Domenica IN (elementari) FEBBRAIO • Sabato 22: ore 18.30, ACR + • Sabato 15: ore 18.00, II incontro PdF 14enni • Mercoledì 26: ore 16.30, celebrazione della Parola e imposizione delle Ceneri • Venerdì 28: ore 16.30, via crucis MARZO • Sabato 29: Confessioni (elementari e medie) • 24 - 25 - 26: Pellegrinaggio PdF 14enni a Roma MAGGIO • SABATO 9: Celebrazione PdF 14enni 12 - CHRONICON CHRONICON - 13
Itinerari Formativi Itinerari Formativi Itiner ario formativo e spirituale proposto dalla parrocchia Itiner ario formativo e spirituale proposto dalla parrocchia ELEMENTARI E MEDIE PREPAR AZIONE AI SACR AMENTI DELL’INIZIAZIONE CRISTIANA MARZO • Venerdì 6 - 13 - 20 - 27: ore 16.30, via crucis • Sabato 7: ore 10.00, ritiro di quaresima (elementari) • Sabato 14: ore 18.30, ritiro di quaresima (medie) • Sabato 21: III incontro PdF 14enni • Domenica 22: Festa diocesana Cresimandi • Sabato 28: ore 18.30, ACR + APRILE • Venerdì 3: ore 21.00, via crucis per le vie del paese • Sabato 4: Confessioni Pasquali • Venerdì 10: ore 16.30, via crucis • 9 - 10 - 11: Triduo Pasquale • 18 - 19: Due giorni Cresimandi • 24 - 25 - 26: Pellegrinaggio PdF 14enni a Roma MAGGIO • Sabato 9: Ritiro confessandi • Sabato 9: ore 21.00, celebrazione PdF 14enni a Somaglia • Domenica 10: ore 15.00, PRIMA CONFESSIONE • Sabato 13: Confessioni • Sabato 16: Ritiro comunicandi • Sabato 23: Confessioni (elementari e medie) • Domenica 28: ore 11.00, PRIMA COMUNIONE • Domenica 31: ore 18.00, CRESIME Cammino di preparazione alla S. Cresima • Domenica 12 gennaio: ore 9.45, presentazione alla comunità dei cresimandi GIUGNO • Sabato 18 e domenica 19 aprile: Due giorni Cresimandi a Pontenure • Lunedì 8: Inizio Grest • Domenica 31 maggio: ore 18.00, S. Cresima Cammino di preparazione alla Prima Comunione • Domenica 17 novembre ore 9.45, presentazione alla comunità dei comunicandi • Sabato 16 maggio Ritiro comunicandi a Pontenure • Domenica 24 maggio ore 11.00, S. Messa di prima comunione Cammino di preparazione alla prima confessione • Domenica 3 novembre ore 9.45, presentazione alla comunità dei confessandi • Sabato 9 maggio ore 10.00, ritiro confessandi • Domenica 10 maggio ore 15.00, celebrazione della Prima Confessione 14 - CHRONICON CHRONICON - 15
Itiner ario formativo e spirituale proposto dalla parrocchia Itiner ario formativo e spirituale proposto dalla parrocchia PREPAR AZIONE AI SACR AMENTI PREPAR AZIONE AL MATRIMONIO DELL’INIZIAZIONE CRISTIANA Vicariato di Casalpusterlengo Incontri dei genitori dei ragazzi che riceveranno il Sacramento 1° 19 - 26 settembre, • Domenica 3 novembre e domenica 2 febbraio: 3 -10 -17- 24 ottobre, ore 10.30/12.00 in oratorio, incontro formativo genitori Confessandi 7 - 14 - 21 novembre. Conclusione domenica 24 novembre • Domenica 17 novembre e domenica 9 febbraio: ore 10.30/12.00 in oratorio, incontro formativo genitori Comunicandi 2° 23 - 30 gennaio, 6 - 13 - 20 -27 febbraio, • Venerdì 22 maggio: 5 - 12 - 19 marzo. ore 21.00 all’Annunciata, ritiro per i genitori dei comunicandi con possibilità Conclusione domenica 22 marzo di confessarsi 3° 23 - 30 aprile, • Domenica 12 gennaio e 16 febbraio: 7 - 14 - 21 - 28 maggio, ore 10.30/12.00 in oratorio, incontro formativo genitori Cresimandi 4 - 11 - 18 - giugno. Conclusione domenica 21 giugno • Venerdì 29 maggio: ore 21.00 all’Annunciata, ritiro per i genitori, padrini e madrine dei Cresimandi Sede: Casa del Giovane, Via Cesare Battisti, Casalpusterlengo alle ore 21. con possibilità di confessarsi Itiner ario formativo e spirituale proposto dalla parrocchia GRUPPO MINISTR ANTI • Domenica 20 ottobre: ore 15.00 in Oratorio • Domenica 10 novembre • Domenica 9 febbraio • Domenica 8 marzo Lo-Sposalizio della Vergine - PERUGINO • Giovedì 9, venerdì 10, sabato 11: prove per le celebrazioni del triduo pasquale Sono previsti inoltre due momenti di “gita”: dopo Pasqua e a settembre 16 - CHRONICON CHRONICON - 17
Itinerari Formativi La parola del Papa Itiner ario formativo e spirituale proposto dalla parrocchia Discorso all’inizio del lavori del Sinodo dei Vescovi per l’Amazzonia MOMENTI DI ADOR AZIONE EUCARISTICA 1. Le quattro dimensione del Sinodo per l’Amazzonia: la dimensione pastorale Il Sinodo per l’Amazzonia, possiamo dire che ha quattro dimensioni: la dimensione pastorale, la dimensione culturale, la dimensione sociale e la dimensione ecologica. La prima, la dimensione pastorale, è quella essenziale, quella che comprende tutto. Noi la affrontiamo con cuore cristiano e guardiamo alla realtà dell’Amazzonia con occhi di discepolo per comprenderla e interpretarla con occhi di discepolo, perché non esistono ermeneutiche neutre, ermeneutiche asettiche, sono sempre condizionate da un’opzione previa, la nostra opzione previa è quella di discepoli. E anche con occhi di missionari, perché l’amore che lo Spirito Santo ha posto in noi ci spinge all’annuncio di Gesù Cristo; un annuncio - lo sappiamo tutti - che non va confuso con il proselitismo. Noi cerchiamo di affrontare la realtà dell’Amazzonia con questo cuore pastorale, con occhi di discepoli e di missionari, perché quello che ci preme è l’annuncio del Signore. 2. La dimensione culturale E inoltre ci avviciniamo ai popoli amazzonici in punta di piedi, rispettando la loro storia, le loro culture, il loro stile del buon vivere nel senso etimologico della parola, non nel senso sociale che spesso attribuiamo loro, perché i popoli hanno una propria identità, tutti i popoli hanno una loro saggezza, una consapevolezza di sé, i popoli hanno un modo di sentire, un modo di vedere la realtà, una storia, un’ermeneutica ADORAZIONE NOTTURNA e tendono a essere protagonisti della loro storia con queste cose, con queste SS. QUARANTORE 2018 qualità. E noi ci avviciniamo estranei a colonizzazioni ideologiche che distruggono o riducono le specificità dei popoli. Le colonizzazioni ideologiche oggi sono molto * Tutti i giovedì: dalle ore 9.00 alle ore 11.30 (per le vocazioni sacerdotali e religiose) diffuse. E ci avviciniamo senza ansia imprenditoriale di proporre loro programmi * Tutti i giovedì: dalle 20.45 alle 21.45 preconfezionati, di “disciplinare” i popoli amazzonici, di disciplinare la loro storia, (con disponibilità dei sacerdoti ad ascoltare le confessioni) la loro cultura; ossia quest’ansia di “addomesticare” i popoli originari. Quando la * 1 gennaio 2020: dalle ore 16.30 alle 17.30 (all’Incoronata, per la Pace) Chiesa si è dimenticata di questo, cioè di come deve avvicinarsi a un popolo, non si * 9 aprile 2020, giovedì santo: dopo la Missa in Coena Domini è inculturata; è arrivata addirittura a disprezzare certi popoli. E quanti fallimenti di e durante tutta la notte cui oggi ci rammarichiamo. Pensiamo a De Nobile in India, a Ricci in Cina e tanti altri. * 11,12,13,14 giugno 2020: dalle ore 9,00, alle ore 21.00 Il centralismo “omogeneizzante” e “omogeneizzatore” non ha lasciato emergere (solenne esposizione eucaristica annuale; l’autenticità della cultura dei popoli. venerdì 21, adorazione notturna) Le ideologie sono un’arma pericolosa, abbiamo sempre la tendenza ad aggrapparci * il cammino formativo dei giovani e dei giovanissimi prevede momenti a un’ideologia per interpretare un popolo. Le ideologie sono riduttive e ci portano di adorazione Eucaristica disposti lungo l’anno pastorale all’esagerazione nella nostra pretesa di comprendere intellettualmente, ma senza accettare, comprendere senza ammirare, comprendere senza assimilare. E allora si coglie la realtà in categorie, e le più comuni sono le categorie degli “-ismi”. Allora, 18 - CHRONICON CHRONICON - 19
La parola del Papa La parola del Papa quando dobbiamo avvicinarci alla realtà di qualche popolo originario, parliamo di Quindi, quale sarà il nostro lavoro, qui, per assicurare che questa presenza dello indigenismi, e quando vogliamo dare loro qualche via di uscita per una vita migliore, Spirito Santo sia feconda? Prima di tutto, pregare. Fratelli e sorelle, vi chiedo di non glielo chiediamo, parliamo di sviluppismo. Questi “ismi” riformulano la vita a pregare, molto. Riflettere, dialogare, ascoltare con umiltà, sapendo che io non so partire dal laboratorio illuminato e illuminista. tutto. E parlare con coraggio, con parresìa, anche se mi vergognerò a farlo, dire Sono slogan che si stanno radicando e programmano l’avvicinamento ai popoli quello che sento, discernere, e tutto questo qui dentro, custodendo la fraternità che originari. Nel nostro paese, uno slogan: “civiltà e barbarie” è servito a dividere, ad deve esistere qui dentro, per favorire questo atteggiamento di riflessione, preghiera, annientare, e ha raggiunto il suo apice verso la fine degli anni Ottanta, ad annientare discernimento, di ascoltare con umiltà e parlare con coraggio. Dopo quattro interventi la maggior parte dei popoli originari, perché erano “barbarie” e la “civiltà” proveniva avremo quattro minuti di silenzio. Qualcuno ha detto: «è pericoloso, Padre, perché da un’altra parte. È il disprezzo dei popoli, - e prendo l’esperienza della mia terra, si addormenteranno». Nell’esperienza del Sinodo sui giovani, dove abbiamo fatto la questo “civiltà e barbarie” che è servito ad annientare popoli, continua ancora stessa cosa, è accaduto invece il contrario: tendevano ad addormentarsi durante gli oggi nella mia patria, con parole offensive, e allora si parla di civiltà di secondo interventi - almeno, durante alcuni - e si risvegliavano durante il silenzio. livello, quelli che vengono dalla barbarie; e oggi sono i “bolitas, los paraguayanos, Infine, stare nel sinodo significa incoraggiarsi ad entrare in un processo. Non è los paraguas, los cabecitas negras”, sempre questo allontanarci dalla realtà di un occupare uno spazio all’interno della sala. Entrare in un processo. E i processi ecclesiali popolo qualificandolo e mettendo distanza. Questa è l’esperienza del mio paese. hanno una necessità: devono essere protetti, curati come un bambino, accompagnati all’inizio, curati con delicatezza. Hanno bisogno del calore della comunità; hanno 3. La dimensione sociale ed ecologica bisogno del calore della Madre Chiesa. È così che un processo ecclesiale cresce. Non siamo venuti qui per inventare programmi di sviluppo sociale o di custodia di Per questo l’atteggiamento di rispetto, di curare il clima fraterno, l’aria di intimità culture, di tipo museale, o di azioni pastorali con lo stesso stile non contemplativo con è importante. Si tratta di non riferire tutto, così come viene, fuori. Ma non si tratta cui si stanno portando avanti le azioni di segno opposto: deforestazione, uniformazione, rispetto a coloro che dobbiamo informare di un segreto più proprio delle logge che sfruttamento. Fanno anche programmi che non rispettano la poesia - mi permetto di della comunità ecclesiale; ma di delicatezza e di prudenza nella comunicazione che dirlo - , la realtà dei popoli che è sovrana. Dobbiamo anche guardarci dalla mondanità faremo con l’esterno. E questa necessità di comunicare fuori a tanta gente che vuole nel modo di esigere punti di vista, cambiamenti nell’organizzazione. La mondanità si sapere, a tanti nostri fratelli, giornalisti, che hanno la vocazione di servire perché si infiltra sempre e ci fa allontanare dalla poesia dei popoli. sappia, e per aiutarli in questo sono previsti servizi stampa, briefing etc. Siamo venuti per contemplare, per comprendere, per servire i popoli. E lo facciamo Ma un processo come quello di un sinodo si può rovinare un po’ se io, quando esco percorrendo un cammino sinodale, lo facciamo in sinodo, non in tavole rotonde, non dalla sala, dico quello che penso, dico la mia. E allora ci sarà quella caratteristica che in conferenze e ulteriori discussioni: lo facciamo in sinodo, perché un sinodo non è un si è vista in alcuni sinodi: del “sinodo di dentro” e del “sinodo di fuori”. Il sinodo di parlamento, non è un parlatorio, non è dimostrare chi ha più potere sui media e chi ha più dentro che segue un cammino di Madre Chiesa, di attenzione ai processi, e il sinodo potere nella rete, per imporre qualsiasi idea o qualsiasi piano. Questo configurerebbe di fuori che, per una informazione data con leggerezza, data con imprudenza, porta una Chiesa congregazionalista, se intendiamo cercare per mezzo di sondaggi chi ha chi ha il dovere di informare a equivoci. Quindi, grazie per quello che state facendo, la maggioranza. O una Chiesa sensazionalista così lontana, così distante dalla nostra grazie perché pregate gli uni per gli altri e coraggio. E, per favore, non perdiamo il Santa Madre la Chiesa cattolica, o come amava dire Sant’Ignazio: «la nostra Santa senso dell’umorismo. Grazie. Madre la Chiesa gerarchica». Sinodo è camminare insieme sotto l’ispirazione e la guida dello Spirito Santo. Lo Spirito Santo è l’attore principale del sinodo. Per favore non lo scacciamo dalla sala. Sono state fatte consultazioni, si è discusso nelle Conferenze episcopali, nel Consiglio pre-sinodale, è stato elaborato l’Instrumentum Laboris che, come sapete, è un testo-martire, destinato ad essere distrutto, perché è punto di partenza per quello che lo Spirito farà in noi. E ora camminiamo sotto la guida dello Spirito Santo. Ora dobbiamo consentire allo Spirito Santo di esprimersi in questa assemblea, di esprimersi tra noi, di esprimersi con noi, attraverso di noi, di esprimersi “nonostante” noi, nonostante le nostre resistenze, che è normale che ci siano, perché la vita del cristiano è così. 20 - CHRONICON CHRONICON - 21
Vescovo - Sinodo Verso il Sinodo Diocesano Nel corso dell’omelia della Messa Crismale, il giovedì santo 2019, il nostro vescovo Maurizio ha confidato ai sacerdoti, che con lui concelebravano, ai diaconi, alle religiose, ai religiosi e ai fedeli presenti, il desiderio di convocare il Sinodo Diocesano. Che cosa è il Sinodo Diocesano? É l’assemblea di sacerdoti, diaconi, religiosi e fedeli laici di una diocesi scelti per prestare aiuto al Vescovo in ordine al bene di tutta la comunità diocesana. La “forma” a cui il Sinodo diocesano si ispira è quella della celebrazione Eucaristica. Quando si celebra il Sinodo? Il Sinodo si celebra quando, a giudizio del Vescovo, che deve sentire prima il Consiglio Pastorale del Vescovo Presbiterale (un organismo composto da sacerdoti eletti dagli altri Giovanni Battista Rota, sacerdoti e da alcuni scelti dal Vescovo, chiamato anche “senato adoperato dal suo attuale successore il Vescovo del Vescovo”), è ritenuto necessario per il bene della diocesi. Maurizio a Castiglione Perché il nostro Vescovo intende celebrare il Sinodo? Ce lo spiega egli stesso nella Lettera Pre-sinodale “Insieme sulla via” laddove asserisce: "Il Convegno Ecclesiale di Firenze ha affidato l’importante discorso del Papa alla Chiesa Italiana e la nostra Conferenza Episcopale traduce attentamente il magistero pontificio nella attuale situazione del Paese. Matura così la convinzione che una più cosciente sinodalità, che si esprima nella celebrazione di un Sinodo Diocesano, costituisca la Via da percorrere. Non per desiderio di originalità o emulazione tra Chiesa. Piuttosto per il fatto che ‘l’appello sinodale è molto autorevole’: l’ho sottolineato ai componenti dei Consigli presbiterale e pastorale riuniti il 15 giugno 2019 a Villa Barni di Roncadello. É papa Francesco, infatti, a spronare le Chiesa diocesane e nazionali ad accogliere questo dono" (l.c., p. 26-27). Ma che cosa è la “sinodalità”? É sempre il nostro Vescovo che risponde nella stessa lettera sopra indicata: “La sinodalità, ossia il confronto e il discernimento che coinvolgano tutte le componenti ecclesiali a servizio della missione, sembra imporsi come via maestra (l.c., p. 27). Quali sono le tappe del cammino sinodale intrapreso? “Anzitutto un itinerario “pre” sinodale, volto alla sua preparazione e alla designazione dei delegati che ne prenderanno parte. É la fase già avviata. (…). Le comunità parrocchiali e le espressioni associative, le più varie, saranno richieste di ogni possibile collaborazione nella raccolta di istanze e suggerimenti per arricchire la preparazione e il lavoro del Sinodo. Ma la definizione di “chi” compone l’insieme col quale dialogare, come pure il contenuto specifico su cui riflettere e decidere, nonché il percorso pre-sinodale spetterà alla Commissione (Commissione Presinodale, nominata l’8 settembre c.a. dal Vescovo, ndr), che sollecitamente offrirà gli indispensabili elementi programmatici. La preparazione, comunque, si intensificherà una volta completata nella prossima domenica “Gaudete” (il 15 dicembre 2019) la Visita Pastorale alle parrocchie della città di Lodi (…). Il 2020 sarà tutto concentrato sulla preparazione e nel 2021 avrà luogo la celebrazione. Non potrà certo mancare la fase † Maurizio Malvestiti post-sinodale nella quale sintetizzare quanto sembrerà giusto allo Spirito Santo di “dire” Chiesa di Lodi per la gloria di Dio e il nostro bene terreno ed eterno” (l.c. p. 51-54). 22 - CHRONICON CHRONICON - 23
Vita di Parrocchia Vita di Parrocchia Celebr azione della Pasqua Omelia del Parroco nella Missa in Coena Domini Per comprendere veramente l’ultima Cena bisogna vedere in essa il termine del Giovedì Santo 2019 grande movimento dell’amore divino, cominciato con la creazione del mondo, e che ora si consuma nella morte e risurrezione di Cristo. 1. Due avvenimenti strutturano la liturgia di questa sera Dio è amore (1 Gv 4,8). Il primo dono dell’amore è stato la vita. E la vita ci è stata Cari fratelli e sorelle, data affinché potessimo vivere in una comunione d’amore con Dio. Sì, siamo stati fatti sono due gli avvenimenti che strutturano la liturgia di questo primo momento del per questa comunione, che era gioia purissima, descritta nel libro della Genesi con Triduo Pasquale: l’ultima cena di Cristo coi suoi discepoli e il tradimento di Giuda. un genere letterario colmo di immagini meravigliose: il giardino terrestre, il paradiso, Come qualcuno ha notato, l’uno e l’altro trovano il loro senso nell’amore. l’uomo e la donna dati l’uno all’altra nella perfetta reciprocità e nell’estasi dell’amore, Infatti, l’Ultima Cena è la definitiva rivelazione dell’amore di Dio per l’uomo, anzi la relazione con Dio descritta come un suo “passeggiare con l’uomo” nel giardino dell’amore in quanto essenza stessa della salvezza. dell’Eden alla brezza della sera. Sono immagini che restituiscono ciò che possono, E il tradimento di Giuda mostra che il peccato, la morte e la distruzione di se stessi ciò che propriamente non si può esprimere, ma che è la verità sulla nostra origine vengono anch’essi dall’amore quando però è sfigurato e distorto, diretto cioè a ciò che e il nostro rapporto con Dio. L’uomo e la donna dalla creazione di Dio ricevevano il non merita di essere amato. loro nutrimento e, trasformandolo nel loro corpo e nella loro vita, lo trasformavano di Questo è il mistero di questa Liturgia; impregnata allo stesso tempo sia di luce che perciò stesso in vita con Dio e in Dio. L’amore di Dio aveva dato vita all’uomo e l’amore di tenebra, di gioia e di dolore. Essa ci mette davanti ad una scelta decisiva da cui dell’uomo per Dio trasformava questa vita in comunione con lui. In questo Paradiso la dipende il destino eterno di ciascuno di noi. vita dell’uomo era veramente eucaristica, cioè un rendimento di grazie, era gratitudine. 2. Il grande movimento dell’amore divino 3. La perdita della vita eucaristica Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo Ma con il peccato l’uomo ha perduto questa vita eucaristica, perché ha cessato di aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine (Gv 13,1). considerare il mondo come un mezzo di comunione con Dio e la vita come adorazione e rendimento di grazie. L’uomo, infatti, ha cominciato a mettere al centro se stesso e le sue voglie e ha cominciato a guardare al mondo unicamente come ad una realtà che lo potesse soddisfare. Dirà S. Agostino: “E io, brutto, mi gettavo sulle belle sembianze delle tue creature (…) inesistenti se non esistessero in te” (Confessioni). E così il mondo e le sue creature, privati dalla loro verità di essere mezzi per vivere la comunione con Dio, non hanno più potuto soddisfare alcuna fame in quanto, privati dal loro legame con Dio, non hanno vita in se stessi. E così è venuta la morte, che è l’inevitabile “decomposizione” della vita tagliata dalla sua unica fonte, cioè Dio. L’uomo trova la morte là dove pensava di trovare la vita. 4. Se l’uomo ha tradito, Dio però rimane fedele. In Cristo, Dio ha assunto su di sé la nostra natura con la sua fame e la sua sete e con il suo desiderio per la vita e il suo amore per essa. In Gesù la vita è diventata una perfetta eucaristia. Cristo ha rigettato la tentazione dell’uomo di vivere “solo di pane” e ha rivelato che sono Dio e il suo regno il vero cibo, la vera vita dell’uomo. E di questa perfetta vita eucaristica, riempita di Dio, Cristo ne ha fatto dono a tutti coloro che credono in lui. Questo è il significato straordinario dell’ultima Cena. Cristo si è offerto come vero cibo dell’uomo, perché la vita manifestata in lui è la vera vita. Così il movimento di amore Giovedì santo - Reposizione del Santissimo Sacramento nella cappella di San Girolamo iniziato in paradiso con le parole di Dio: “Prendete e mangiate” i frutti della creazione 24 - CHRONICON CHRONICON - 25
Vita di Parrocchia Vita di Parrocchia Celebr azione della Pasqua (perché per vivere l’uomo si deve nutrire) raggiunge la sua pienezza con il “Prendete Omelia del Parroco nell’Azione Solenne per la Morte del Signore e mangiate” di Cristo (perché Dio è la vita dell’uomo). L’ultima Cena ricrea - se lo Venerdì Santo 2019 vogliamo - il paradiso, restaura la vita in quanto eucaristia - cioè rendimento di grazie - e comunione. 1. Le tenebre del venerdì santo non sono solo simboliche e commemorative Questa è la vostra ora: è l’ora dell’impero delle tenebre, dice Gesù a capi dei sacerdoti 5. L’ora dell’amore estremo e anche l’ora dell’estremo tradimento nella passione di Luca. Quest’ora di amore estremo è anche quella dell’estremo tradimento. Giuda lascia la luce del Cenacolo, la “camera alta” per immergersi nella notte. Era notte (Gv 13,30) ci Le tenebre del Venerdì santo non sono solo simboliche e commemorative. Dobbiamo ha detto il testo di Giovanni appena letto. stare attenti a non “commemorare” ciò che duemila anni fa uomini malvagi hanno Perché Giuda se ne va? Perché egli ama – risponde il Vangelo. E anche il suo è un fatto a Cristo perché il Venerdì santo non riguarda solo il passato. Esso, infatti, è il amore fatale. Importa poco, infatti, che questo amore riguardi il denaro. Qui il denaro giorno del peccato, del male; il giorno in cui la Chiesa ci sprona a cogliere la terribile è simbolo di ogni amore pervertito e distorto, che conduce l’uomo a tradire Dio. É un realtà del peccato e della sua potenza “in questo mondo”. Perché il peccato e il male amore rubato a Dio, e Giuda è dunque il ladro. non sono scomparsi, ma, al contrario, restano la legge fondamentale del mondo e L’uomo, quando non ama Dio e in Dio, non finisce con ciò di amare e di desiderare, della nostra vita. Noi che ci diciamo cristiani non facciamo forse spesso nostra questa perché è stato creato per l’amore, e l’amore è la sua stessa natura; ma si tratta ora di una logica del male che ha portato il Sinedrio e Pilato, i soldati romani e tutta la folla ad passione cieca e autodistruttrice, e la morte ne è la conclusione. Ogni anno, quando odiare, torturare e a uccidere Cristo? Da quale parte, con chi ci saremmo schierati se ci immergiamo nella luce e nelle profondità insondabili di questo Giovedì santo, ci è fossimo vissuti a Gerusalemme ai tempi di Pilato? É la domanda che ci è posta da ogni posta la stessa questione cruciale: Rispondo all’amore di Cristo e lo accetto come mia parola di questa Liturgia. Il Venerdì santo è davvero il giorno del giudizio reale non vita, oppure seguo Giuda nel buio della sua notte? (Cf Alexander Schmemann – Olivier rituale della nostra vita. Ed è anche la rivelazione della vera natura del mondo che ha Clément Il mistero pasquale, Lipa, pp. 22-26). preferito allora e continua a preferire le tenebre alla luce, il peccato al bene, la morte alla vita. 6. La domanda che ci pone dinanzi il Giovedì santo è dunque questa: a quale amore ho consacrato io la mia vita? Se accolgo il Prendete e mangiate di Cristo, riscopro la vita come rendimento di grazie, come comunione. La vivo cioè nella dimensione della sua vera fecondità, perché non vivo più per me stesso. Ed è in questo tirocinio del non vivere più per se stessi, che si cammina verso quella autentica “adultità” che dona al mondo personalità robuste e armoniche, serene e affidabili. Se vivo per me stesso, sono un ladro, come Giuda, “rubo la vita” e resto nella condizione di immaturità tipica di chi gira attorno a se stesso. Quante forme di immaturità di sono oggi! Si direbbe che il grosso problema delle nostre società e delle nostre famiglie stia proprio in questo. Lo sforzo a cui una comunità parrocchiale si deve dedicare senza riserve è senz’altro quella di accompagnare ragazzi, adolescenti, giovani ed adulti a intraprendere un cammino verso questa “adultità”, che trova nella formazione alla fede con ogni possibile impegno e nel servizio, soprattutto nella restituzione verso i più giovani del bene che è stato fatto a noi, senza fughe egoistiche, due piste insostituibili. Ci aiuti questa notte di luce e di tenebra a dare a Cristo la risposta che egli attende da ciascuno di noi. Amen Venerdì Santo - Adorazione della Croce 26 - CHRONICON CHRONICON - 27
Vita di Parrocchia Vita di Parrocchia Condannando Cristo a morte, “questo mondo” ha condannato se stesso alla morte quando la tragedia umana è al suo culmine, appaiono progressivamente in piena e, nella misura in cui noi accettiamo il suo spirito, il suo peccato e il suo tradimento di luce il suo trionfo, la sua vittoria sul male e la sua glorificazione. Ad ogni passo, Dio, anche noi siamo condannati. questa vittoria è riconosciuta, confessata, proclamata: dalla moglie di Pilato, da Tale è il primo significato terribile e realista del Venerdì santo: una condanna a morte. Giuseppe d’Arimatea, dal buon ladrone, dal centurione romano. Quando egli muore sulla croce, dopo aver accettato il supremo orrore della morte, la solitudine assoluta, 2. Venerdì santo è anche il giorno della redenzione: la morte diventa uno non resta che confessare: Veramente quest’uomo era figlio di Dio. Così questa stupendo atto di amore morte, questo amore, questa obbedienza, questa pienezza di vita distruggono ciò Ma questo giorno di male, la cui manifestazione e il suo trionfo giungono al loro che fa della morte il destino universale. Dopo la morte di Cristo, infatti, l’evangelista parossismo, è anche il giorno della redenzione. La morte di Cristo si è rivelata come Matteo annota: E si aprirono i sepolcri (Mt 27,52). Già appaiono i primi barlumi della una morte salvifica per noi e per la nostra salvezza. risurrezione (Cf Alexander Schmemann – Olivier Clément Il mistero pasquale, Lipa, É salvifica perché è il supremo e perfetto sacrificio. Cristo dona la sua morte a suo pp. 29-32). Padre e la dona anche a noi. Dio poteva liberarci dal peccato e dalla morte con un atto di potenza, ma ha scelto un’altra strada: quella di sperimentare la morte 4. Infine, la morte di Cristo in croce rivela definitivamente il male come menzogna in se stesso. Noi sappiamo che la morte è il frutto naturale della scelta dell’uomo e come realtà destinata ad essere sconfitta. di non essere più in comunione con Dio – lo abbiamo meditato ieri sera. Ma non In ogni istante della passione il male cerca di attestare se stesso come la vera avendo la vita in se stesso l’uomo, che non è più in comunione con Dio, si corrompe forza che vince nel mondo. Il male, accanendosi su Cristo, vuole accreditarsi come e muore. Cristo, tuttavia, sempre come abbiamo visto ieri sera, non ha interrotto la verità del mondo. Essere furbi, farla franca, orchestrare sistemi di falsità, pur di mai questa comunione col Padre, in lui non c’è peccato, dunque non c’è morte. É guadagnare, dire il contrario del vero pur di accaparrarsi qualche voto in più in solo per amore nostro che accetta di morire: egli vuole assumere e condividere la campagna elettorale, creare paradisi artificiali redditizi, incrementare il mercato della nostra condizione umana fino alla fine. Accetta il castigo della nostra natura, allo pornografia che sempre genera violenza, irridere chi vive la solidarietà e divide il suo stesso modo in cui ha assunto il peso della natura umana. Egli muore perché si è pane con l’affamato, fare i bulli, sfilarsi dagli impegni e dalle responsabilità spesso veramente identificato con noi, ha preso su di sé la tragedia della vita dell’uomo. La con fare omertoso… sono tutti modi per dire che è il male che vince. Cristo, invece, sua morte è la rivelazione piena della sua compassione e del suo amore. E poiché ad ogni passo della sua passione, fino alla morte, smaschera il male e lo fa apparire la sua morte è amore, compassione e co-sofferenza, in essa la natura stessa della per quello che è: menzogna ed inganno. E la risurrezione di Cristo è la definitiva morte è stata cambiata. Da castigo diventa uno splendido atto di amore. Possiamo sconfitta del male, ma anche di quelli che lo hanno scelto come motore della loro averne un barlume pensando a quelle mamme che per non fare morire il bambino vita. Davvero nella croce risplende il potere regale di Cristo crocifisso e la croce è che portavano in grembo, hanno rifiutato le cure che lo avrebbero potuto far morire, il grande esorcismo del mondo: lasciamo esorcizzare da Cristo crocifisso affinché accettando di morire loro per far vivere lui. Questo stupendo atto di amore ci può emerga tutto il male per poterne essere liberati. Amen descrivere un po’ che cosa sia la morte di Cristo. In essa la condanna è trasformata in perdono. 3. La morte di Cristo è una morte salvifica perché distrugge la fonte stessa della morte: il male. Accettandola per amore, consegnandosi ai suoi carnefici, permettendo loro una vittoria apparente, Cristo manifesta che in realtà questa vittoria è la sconfitta decisiva e totale del male. In effetti, per essere vittorioso, il male deve annientare il bene, deve dimostrare – il male – di essere tutta la verità della vita, deve screditare il bene e, in una parola, mostrare la sua superiorità; ma, per tutta la Passione, è Cristo e lui solo che trionfa. Il male non può niente contro di lui, perché non lo può portare ad accettare il male come verità. L’ipocrisia si rivela ipocrisia, l’assassinio assassinio e la paura paura. E, mentre Cristo avanza silenziosamente verso la croce e la fine, 28 - CHRONICON CHRONICON - 29
Vita di Parrocchia Vita di Parrocchia per amore, come abbiamo meditato ieri Celebr azione della Pasqua e l’altro ieri, ha svelato la menzogna del male e con la risurrezione ha ratificato che essa – la risurrezione – non è un’idea, Omelia del Parroco nella Veglia Pasquale 2019 la trovata di un gruppo di esaltati, perché la risurrezione è lui, lui stesso. La risurrezione non sta in una credenza, ma 1. “Non cercate tra i morti colui che è sta in una persona: Gesù di Nazareth, vivo” (Lc 24,6). il crocifisso risorto. E la risurrezione è L’invito che gli angeli della risurrezione anche la nostra nella misura in cui noi rivolgono alle donne ci restituisce una siamo in relazione con lui, anzi, di più, costante della nostra vita: noi cerchiamo siamo inseriti in lui, secondo il suo invito: sempre qualcosa. Siamo esseri in ricerca “Rimanete in me!” ad ogni età della nostra vita. Cerca il bambino le cose che lo soddisfano; 4. L’esperienza della liturgia di questa cerca l’adolescente la strada della sua notte vita; cerca il giovane ciò che lo possa La liturgia di questa notte ha cercato di realizzare; cerca l’adulto – smentendo la esprimere questa novità, tirandoci dentro facile logica che avrebbe dovuto già aver un’esperienza fatta di segni e di parole: trovato il suo “luogo”; cerca l’anziano “per ritus et preces”: la luce che vince la dove possa riporre la speranza dei suoi notte – con il cero pasquale; l’acqua che giorni che passano. Si cerca sempre! dona la vita – nella liturgia battesimale che avrà luogo tra poco; la Parola che ci 2. Qual è però il luogo in cui cerchiamo? accompagna alla scoperta della Verità; Gli angeli han detto alle donne: “Perché il pane eucaristico, culmine della veglia, cercate tra i morti”. Cercare tra i morti che è la comunione alla vita del Risorto: significa non avere speranza. La grossa “Chi mangia la mia carne e beve il mio pietra rotolata sull’imboccatura del sangue, rimane in me ed io in lui”. Pasqua - La Croce gloriosa del Signore Risorto sepolcro di Cristo è spesso l’icona del nostro stato d’animo. Siamo assediati 5. “Perché cercate tra i morti colui che è vivo?”. da tanti problemi, tante delusioni, tanti Egli, il Risorto, dicono gli Angeli, “vi precede in Galilea”. La Galilea è il luogo della dolori al punto tale che la ricerca è più vita feriale e ordinaria di Gesù: lì ci sono Nazareth, dove egli ha vissuto per trent’anni, che altro un rimestare il passato con e c’è Cafarnao, la sua città, dove egli ha stabilito la sua casa dopo l’inizio della vita la convinzione, magari non sempre pubblica. Egli, il Vivente, ci precede proprio lì, nel luogo di tutti i giorni. Ora è il nostro Veglia pasquale - Benedizione del fonte battesimale espressa, ma pervicacemente presente compagno di viaggio, la nostra mano è nella sua. Nella fede – perché tutto passa da in noi, che non è una gran cosa la vita, lì come per una porta – noi siamo con lui e continuiamo a voler contagiare il mondo al punto che la definizione sciagurata del noto filosofo francese, cioè che essa sia col nostro piccolo cuore che arde raccontando la “vera notizia”, che in mezzo a tutte le “nausea” e “passione inutile”, cerca di prendere quota dentro di noi. Cerchiamo sì, ma fake news e tutti gli inviti al pessimismo è la sola che in definitiva ci restituisce il senso tra i morti, facendoci del male da soli. Anche le donne al sepolcro cercavano un morto, di questa nostra unica vita e ci infonde la serena certezza che essa è custodita da un cercavano, cioè, il passato, i ricordi, la speranza delusa, il dolore, la fatica inutile. amore che la morte non è stata in grado di annientare. Sì, Cristo è risorto e noi in lui siamo già dei risorti. Restiamo ancora nel “sabato santo” 3. “Non cercate tra i morti colui che è vivo. Non è qui. É risorto!”. del tempo, tra contraddizioni e sfide, che stanno prima di tutto dentro ciascuno di noi, L’invito pasquale ci dice che bisogna cercare sì, ma fuori dalla morte, da tutte le nostre ma il fremito della risurrezione è già in noi e nessuno ci potrà togliere questa gioia. morti. Il sepolcro, che avrebbe dovuto contenere un cadavere, è vuoto! L’ovvietà è stata disattesa! La certezza di non trovare che la morte è dunque una falsità! Gesù, morto 30 - CHRONICON CHRONICON - 31
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