Miti del rancore, miti per la crescita: verso un immaginario collettivo per lo sviluppo
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Indice 1. Il senso di un progetto e i primi risultati 7 1.1. La destinazione necessaria 7 1.2. I primi risultati 7 2. Perché è importante l’immaginario collettivo 9 2.1. Componente decisivo della vita individuale e delle comunità 9 2.2. Miti e riti dell’Italia di ieri, per esempio 9 2.2.1. Dalla ricostruzione al miracolo economico, il vitalismo 9 che costruisce giorno per giorno il futuro 2.2.2. La vittoria dell’immaginario dell’individualismo consumistico 10 2.2.3. La fine della storia e il suo nuovo inizio fino alla crisi 11 2.2.4. L’icononografia di inizio millennio 12 2.3. Il peso dei mezzi di comunicazione: il tempo di cinema e tv pubblica, 12 poi della tv commerciale 2.4. Con l’arrivo del digitale a ciascuno il suo immaginario 13 3. L’immaginario infetto del rancore 15 3.1. Quando e perché siamo diventati rancorosi 15 3.2. Io starò peggio degli altri: la mutazione delle aspettative soggettive 15 prevalenti e il caos che spaventa 3.3. Come riuscire nella vita 16 3.4. La mappa dei pregiudizi, anticamera dei rancori 16 4. Un immaginario regressivo nemico dello sviluppo 19 4.1. Soldi fermi se vince la paura: meglio non spendere, non si mai 19 4.2. La social reputation del consumo 19 4.3. Nostalgia canaglia 20 5. L’altro immaginario collettivo che fa crescere 21 5.1. Verso dove andare 21 5.2. L’egemonia di web e social nella formazione del senso comune 21 5.3. Le cose che contano per le diverse generazioni 21 6. A mo’ di conclusione 23 7. Tavole 25
1. Il senso di un progetto e i primi risultati 1.1. La destinazione necessaria di vita saranno sempre più condizionati dalla La storia italiana dal dopoguerra ai nostri giorni voglia di alzare muri e trincee nell’ossessione mostra il ruolo e la potenza dell’immaginario e nelle paure dell’altro da sé; collettivo nel rapporto con la materialità dei - gli effetti perversi e nocivi di un immaginario processi economici e sociali: così ricostruzione, collettivo infetto tipico di una società del miracolo economico, secondo rinascimento rancore. E di conseguenza la necessità di economico degli anni Ottanta e tutta la lunga rilanciare un diverso immaginario collettivo, saga del benessere che di fatto arriva fino alla non con un nostalgico e impossibile ritorno crisi epocale, la tempesta perfetta dal settembre a riti e miti degli anni dello sviluppo, ma 2008 in avanti, è segnata da un immaginario elaborando e offrendo visibilità alta a collettivo vitale, palpitante, ottimista, inclusivo. esperienze e pratiche positive troppo spesso In quei tempi grandi miti e riti di massa patrimonio di piccole comunità che lanciano convergono nel generare energie decisive per lo segnali deboli. sviluppo del Paese. Nel progetto grande attenzione viene data agli Poi, dalla grande crisi fino all’attuale strumenti e meccanismi di formazione del senso stentata e discutibile ripresa, sono prevalse comune e dei componenti dell’immaginario le disuguaglianze sociali, le aspettative collettivo: l’era della conquista di consumi decrescenti, il blocco della mobilità verso l’alto per tutti e del benessere è stata segnata e la paura del declassamento, generando le da cinema, televisione e stampa, laddove basi materiali e psicologiche della società del oggi, soprattutto per le nuove generazioni, rancore, dall’immaginario collettivo regressivo, contano il duo smartphone-web e i derivati, chiuso, infetto. in particolare in questa fase i social, con una La verità è che un immaginario collettivo del evidente personalizzazione e desincronizzazione rancore è disfunzionale rispetto a ogni ipotesi di dei palinsesti che modifica radicalmente la sviluppo: questo il punto di partenza del progetto formazione dell’immaginario delle persone, Censis-Conad, nato dalla consapevolezza che rendendo meno diretta la formazione di un sarà molto difficile praticare sviluppo se la immaginario condiviso. E anche questo è tema società resta pietrificata nelle paure di chi pensa decisivo del progetto. In sostanza, un progetto che sia prioritario chiudersi per difendere con originale che va dritto al cuore della grande le unghie e coi denti quel che si ha da minacce questione del nostro tempo: come rilanciare lo reali o presunte, piuttosto che prendere rischi e sviluppo italiano senza rassegnarci a improbabili opportunità del nuovo per conquistare una più decrescite felici o alla regressiva e autolesionista elevata qualità della vita individuale e collettiva. spirale delle paure e dei rancori. Il progetto, pertanto, vuole inserire nel dibattito pubblico alcuni temi-chiave e di assoluta attualità: 1.2. I primi risultati - l’importanza dell’immaginario collettivo e il E allora da dove si parte? Di certo dalla suo nesso stretto e incisivo con il tema del destrutturazione dell’immaginario collettivo rilancio dello sviluppo. Non basta la politica infetto del rancore, da convinzioni, falsi miti, economica e di bilancio per rifare crescita, propensioni che finiscono per alimentare occorre un immaginario collettivo inteso comportamenti sociali regressivi, disfunzionali come miti, riti, sogni e aspirazioni per la rispetto allo sviluppo. Di seguito ecco una crescita. Non ci sarà rilancio dei consumi e indicazione sintetica, ma precisa, di alcune di crescita della ricchezza del Paese, se gli stili queste disfunzionalità immateriali. 7 Miti del rancore, miti per la crescita: verso un immaginario collettivo per lo sviluppo
- Io ho meno opportunità e sto peggio degli impenetrabilità della realtà, tanto che altri e sarà sempre più così. È convinto di prevale la spinta a tenere i soldi fermi per avere pari opportunità rispetto alle altre far fronte a eventi imprevisti. Il 59,7% delle persone il 45% degli italiani, mentre è il famiglie risparmia per poter gestire eventi 60% in Francia, il 70% in Germania, il 52% inattesi, +6 punti percentuali rispetto al in Spagna, il 58% nella media dei Paesi Ue, 2012. Ed è aumentata, rispetto al passato oltre l’81% in Svezia. Inoltre, se il 28% degli recente, la quota di famiglie risparmiatrici. italiani all’inizio dell’anno ha dichiarato che Di fronte all’incertezza le famiglie reagiscono la propria condizione economica migliorerà, astenendosi dallo spendere e tenendo cash il 35% è convinto che migliorerà di più quella fermo per ogni evenienza. degli altri. Nel 1998 invece il 27,7% degli Pertanto, sul piano economico, incertezza italiani era convinto che la propria condizione e bassi rendimenti spingono a tenere i economica sarebbe migliorata, e il 23% che soldi fermi con conseguente ristagno dei sarebbe migliorata di più quella degli altri. consumi, malgrado numerose finte ripartenze. - Ma quale merito, per avanzare nella vita E i consumi internalizzano le dinamiche contano conoscenze, agiatezza d’origine e divaricanti della società, perché se fermi fortuna. In Italia per i cittadini non basta in generale per l’evidente difficoltà di tante lavorare sodo e conseguire un buon titolo famiglie, al contempo vivono il decollo della di studio per avanzare nella vita, ma conta vendita di prodotti più sofisticati e a prezzo conoscere le persone giuste, provenire mediamente più alto rispetto ad altri prodotti da una famiglia agiata e/o avere i giusti sugli stessi bisogni. È il caso dei prodotti contatti politici, fattori per i quali è più alta la bio, vegan, rich in o anche di quelli certificati quota di italiani rispetto ai principali paesi nella loro italianità, che portano a un trend omologhi. E su tutto poi per gli italiani di consumo orientato a una dimensione più vince la fortuna, considerata essenziale dal egoriferita che non di sensibilità sociale per un 34% degli italiani, dal 20% dei tedeschi, futuro sostenibile del pianeta. dall’11% dei francesi, dal 6% degli svedesi e In generale, emerge una tirchieria dall’8% dei residenti nel Regno Unito. autoimposta legata al risparmio impaurito, una - Tanto le cose andranno sempre peggio. Il 60% micromicragnosità esito dell’incertezza espressa (incremento di 8 punti percentuali rispetto al dall’adagio popolare non si sa mai. 2008) degli italiani è convinto che in Italia le E allora, che fare? Intanto occorre evidenziare cose stanno andando nella direzione sbagliata con forza che: (solo in Grecia e Spagna peggio); in Italia poi, - garantire più reddito è una condizione dopo la Grecia, si registra la quota più alta di necessaria ma non sufficiente per il rilancio cittadini che non ha fiducia nel futuro. Prevale dei consumi, epicentro ineludibile dei inoltre l’incertezza, con il 35% degli italiani che processi di innalzamento della qualità della dichiara di non capire quel che gli sta accadendo vita; intorno. Solo in Spagna il dato è più alto. - un immaginario infetto del rancore genera - Nostalgia canaglia. Per il 69% degli italiani la danni economici e sociali di lungo periodo, qualità della vita era meglio prima, e solo in facendo da ostacolo rilevante alla crescita; Grecia il dato è più alto. Inoltre, l’Italia ha la - è decisivo promuovere un percorso più bassa quota di cittadini (38%) convinti collettivo e condiviso di generazione che rispetto a 30 anni fa le opportunità per di un immaginario collettivo altro, che avanzare nella vita sono diventate più eguali non potrà nascere dal ritorno al buon tra i cittadini . tempo antico e ai suoi riti (fosse anche - Il rancore infetta la vita nel quotidiano. la domenica in famiglia), ma piuttosto, È quanto emerge dalla mappa dei pregiudizi una volta preso atto della nuova geografia negativi relativi a determinate persone, fatti degli strumenti di formazione del senso emergere raccogliendo l’opinione rispetto comune, dall’individuazione e selezione all’ipotesi di matrimonio del figlio o della delle più significative e rilevanti esperienze figlia con persone dalle caratteristiche di pratiche, valori, miti e riti che disegnano specifiche. Il 68% si è dichiarato contrario idee di se stessi, del proprio itinerario, all’eventuale matrimonio di una figlia con del futuro individuale e collettivo vitali, una persona con almeno 20 anni di distanza, orientate in avanti e soprattutto funzionali con una dello stesso sesso o con una che ha allo sviluppo, senza il quale mai potrà già figli; il 66% al matrimonio con persone di esserci felicità. Diventa decisiva la capacità altra religione, in particolare islamica, il 44% di costruire condivisione e riconoscimento con immigrati, asiatici o persone di colore. di tali pratiche e idee, offrendo una sponda - Non si sa mai. Incertezza, paura e solida per andare oltre l’attuale condanna rancore vanno di pari passo, generando a emettere segnali flebili, perennemente una percezione di instabilità e di cupa coperti dal rumore invasato dei rancori. 8 Miti del rancore, miti per la crescita: verso un immaginario collettivo per lo sviluppo
2. Perché è importante l’immaginario collettivo 2.1. Componente decisivo della vita individuale ambito della società e che hanno direzioni e delle comunità precise: L’immaginario collettivo è l’insieme di - verso le città, più ancora verso il triangolo valori, simboli, miti e tabù che condizionano industriale tra Milano, Torino e Genova. e connotano le aspirazioni e i percorsi Si attivano flussi migratori colossali dalle esistenziali individuali e che contribuiscono a campagne alle città, dal Sud al Nord; definire l’agenda sociale condivisa. - verso l’industria, in particolare quella più L’immaginario ha un impatto concreto nella grande, in particolare quella pesante o di vita sociale perché veicola bisogni, mette beni di massa durevoli tra automobili ed in circolazione sogni e desideri, accende elettrodomestici. Forza lavoro chiamata le fantasie, orienta in modo tangibile a far andare la colossale piattaforma comportamenti e stili di vita, attivando così produttiva delle fabbriche taylorizzate. Il energie che spingono in avanti l’orizzonte del lavoro operaio, a cominciare da quello Fiat, possibile. come mito mobilizzatore sia ideologico sia, Nel nostro Paese un immaginario collettivo a livello micro, come fonte di reddito stabile condiviso ha operato come fattore di per uscire dalla povertà e precarietà del espansione della soggettività, poiché la mondo contadino; forza evocativa ed esemplificativa delle - verso la soddisfazione di bisogni primari, immagini riusciva a fare di sentimenti e di base, dall’alimentazione quotidiana su aspirazioni individuali altrettante motivazioni tre pasti all’abitazione, all’abbigliamento, e passioni mobilitanti verso traguardi comuni: alla mobilità. Nella memoria delle storie l’immaginario ha operato come un sogno familiari viene fissata in questa epoca che chiedeva di essere realizzato, e la sua l’uscita concreta dalla scarsità, grazie a condivisione ha generato una coinvolgente e flussi retributivi adeguati per acquistare omogenea agenda per la comunità. quei beni e servizi che significano la fine definitiva della povertà di massa; 2.2.Miti e riti dell’Italia di ieri, per esempio - verso forme di postscarsità nei consumi, ben 2.2.1. Dalla ricostruzione al Miracolo economico, il oltre i confini della limitatezza contadina. vitalismo che costruisce giorno per giorno il futuro Iniziano, man mano che ci si addentra negli Nell’Italia della ricostruzione, del boom anni Sessanta, la sperimentazione di massa e del miracolo economico, della crescita di nuovi consumi e la prima dotazione per proliferazione dell’imprenditoria e del ampia e articolata di beni strumentali nelle lavoro autonomo, i cicli espansivi erano abitazioni. I nuovi elettrodomestici, che accompagnati da miti positivi, vero motore cambiano la vita alle persone, arrivano a della lunga saga del ceto medio: una grappolo e si diffondono rapidamente, in progressione vitalistica fondata sulla forza di una rincorsa sociale incessante indotta riscatto del lavoro, sulla spinta trasformatrice dal mito mobilizzatore della modernità. dei consumi, sulla leva securizzante della Case moderne in grandi condomini, patrimonializzazione. con bagno e acqua corrente, con mobili, Sin dalla primissima fase della ricostruzione, divani e lampadari di serie, negli infiniti risalendo sino al miracolo economico e oltre, edifici in costruzione nelle città piccole gli italiani dispiegano volontà ed energie nelle e grandi. Adriano Celentano, icona di trasformazioni epocali che connotano ogni massa sin dai primi anni del miracolo 9 Miti del rancore, miti per la crescita: verso un immaginario collettivo per lo sviluppo
economico, fotografa nel pezzo Il ragazzo Nella visione collettiva ogni miseria diventa della via Gluck l’intensità irreversibile della uno stadio puramente transitorio e reversibile, trasformazione sociale e antropologica che da cui si può uscire per sforzo personale o per muta definitivamente persone, paesaggi e lotta collettiva o per entrambi. valori. L’Italia che si racconta incarna questa Da subito emerge una doppiezza nei miti di energia vitale trasformatrice: film, pubblicità, massa: programmi televisivi, romanzi, canzoni… tutta - da un lato quelli classisti, della rivoluzione la produzione culturale high e pop, visuale futura attesa che poi diventerà rivoluzione o scritta, traccia le linee discriminanti tra tradita. L’idea che si migliora la propria il passato e i suoi retaggi culturali e sociali vita migliorando la vita collettiva, e anzi è additati come premoderni, poveri, gretti, quest’ultima che fa da volano della crescita destinati a sparire o perire, e il presente che è del benessere anche individuale; già futuro, fatto di benessere, libertà di scelta, - dall’altro, i miti della società industriale, possibilità hic et nunc di vivere meglio. del consumo individuale come volano per L’immaginario collettivo riflette la somma conquistare più alta collocazione sociale, straordinaria di sforzi individuali e collettivi, verso il ceto medio. a volte sovraumani e dagli altissimi costi, che Nel lungo periodo i miti individualisti e del sempre convergono nella grande saga del consumo vinceranno e tuttavia va sottolineata benessere: l’Italia contadina e della scarsità la potente retroazione tra i due sistemi che lascia il posto, non senza sofferenze e simbolici che coesistono nelle stesse persone e dolori, alla nuova Italia della produzione e negli stessi territori con intensità diversa. del consumo di massa, e di tutto ciò miti Tutti vogliono e tutti agiscono per uscire dalla e riti sono motori decisivi dell’incessante scarsità, diventare benestanti accedendo cambiamento. all’Eldorado dei consumi di massa che cambiano la vita. 2.2.2. La vittoria dell’immaginario Che sia lo sforzo individuale quotidiano nel dell’individualismo consumistico. lavoro o che sia nelle mobilitazioni e lotte Il dopo ’68 e gli anni Settanta sono in Italia la collettive, tutto viene veicolato funzionalmente fase della massima commistione tra i sistemi a migliorare la condizione socioeconomica simbolici e mitologici di massa con, da un lato, degli italiani, e ogni energia viene orientata a la radicalizzazione delle forme di antagonismo questo grande e condiviso obiettivo di massa. sociale collettivo e, dall’altro, la proliferazione E sono funzionali all’obiettivo anche i miti: delle forme di emancipazione individuale, - della fuga verso il benessere, con dalla autoimprenditorialità di massa alla logica la neoemigrazione fuori dai luoghi combinatoria dei redditi. resi marginali dalla nuova modernità Sono gli anni in cui la crisi sembra diventare dell’industria e del consumo di massa, definitiva, epocale, mondiale e dove, però, come le montagne, le campagne e intere dietro la retorica della crisi finale, nel nostro aree del meridione; Paese prendono forza linee di mutamento - dell’operaio, come soggetto ideologico e sommerse, orizzontali, che coinvolgono milioni come incarnazione del lavoro e del reddito di persone in uno sviluppo incessante che fa sicuro. letteralmente decollare il benessere soggettivo. Gli anni del miracolo economico oggi non Cresce la disponibilità di reddito delle famiglie possono non essere rivisitati con la meraviglia a supporto della propensione al consumo: che si riserva alle cose formidabili: la si moltiplicano le famiglie a redditi multipli, motorizzazione di massa, il primo intasamento spesso sommersi al fisco, che generano un delle abitazioni con elettrodomestici che mare di black cash che consente un balzo in alleviano la fatica del lavoro domestico alto del consumo soggettivo. e allietano le serate in famiglia, con un E sono gli anni in cui si consuma il mito arredamento fatto di cucine componibili classista nella sua forma sino ad allora più e mobili adatti alla moltiplicazione di attraente: l’eguaglianza portata all’estremo. appartamenti nelle città piccole e grandi, con L’accordo sul punto unico di contingenza del la scolarità di massa che intasa le scuole dei meccanismo di adeguamento automatico delle doppi e tripli turni, con il grande esodo estivo e retribuzioni, la scala mobile, segna il momento i tormentoni canori. più alto della stagione egualitaria e, poi, l’inizio Un ottimismo vitale che riesce anche a della reazione sociale anche a livello simbolico. raccontare come assolutamente curabili gli E così accade anche per i miti inevitabili mali del progresso, che sia il lavoro dell’assemblearismo, che arriva sin dentro la alla catena di montaggio delle grandi fabbriche normazione di ambiti di vita collettivi come i o l’affollamento impietoso dei quartieri e delle processi consultivi nelle fabbriche o i decreti case popolari. delegati nelle scuole. 10 Miti del rancore, miti per la crescita: verso un immaginario collettivo per lo sviluppo
Nel finale degli anni Settanta l’immaginario primissima fascia, a cominciare da Romiti, che collettivo è l’epicentro di una discontinuità sono al centro dell’immaginario degli italiani, assoluta rispetto ai miti mobilizzatori del post paradigmi della riuscita sociale. ’68, molti dei quali costitutivi dell’immaginario Vince una soggettività che impone i suoi codici antagonista e rivoluzionario: così mentre il in ogni ambito, che arriva ad assumere tratti Paese è chiuso nella morsa del terrorismo e narcisisti ed esprime l’identità tramite consumi della radicalizzazione del mito della rivoluzione individuali, tanto da avere nell’attenzione al qui e ora, l’immaginario collettivo, in primo look, nella cultura dell’apparire una ossessione luogo dei giovani ormai protagonisti della di massa. società, viene letteralmente requisito dalle Decolla il mito degli stilisti italiani e in generale onde generate da un prodotto hollywoodiano dell’abbigliamento italico, quintessenza straordinario: La febbre del sabato sera. dell’eleganza, dello stile, del modo giusto di Film, musica, abbigliamento, stili di vita: tutto apparire. E l’Italia vive una propria versione viene ridefinito dalla nuova moda, che sposta della fenomenologia degli yuppie, giovani il baricentro delle vite individuali sul tempo arrembanti, autocentrati, cinici e tutti votati libero, che fa della discoteca il regno delle all’arricchimento individuale da esibire. Il nuove identità e del ballo il suo meccanismo di decollo di Mtv e della musica da vedere è in manifestazione. Fine delle identità classiste, al linea con culture giovanili e non che mettono centro c’è l’identità individuale in costruzione l’apparire al centro. tramite i consumi: dal taglio di capelli, Si impone come canale di formazione all’abbigliamento, alle discoteche frequentate dell’immaginario collettivo la televisione ecc. E inizia potente la retorica del riflusso, commerciale, con una moltiplicazione della fine dell’impegno, della riscoperta della della presenza e del peso del messaggio propria soggettività. pubblicitario e del rapporto con il consumo. L’esito sarà liberatorio, poiché ciascuno può E diventa centrale nell’arena pubblica la vivere la voglia di consumare senza complessi, comunicazione, i suoi riti e contenuti, la sensi di colpa, spianando così la strada capacità di soggetti individuali e collettivi all’individualismo ad alta intensità di consumi di gestire la propria presenza pubblica e degli anni Ottanta. l’immagine di essa. Episodio emblematico di cesura socioculturale e sociopolitica tra gli anni Settanta e gli anni 2.2.3. La fine della storia e il suo nuovo inizio fino Ottanta è la marcia dei quarantamila capi della alla crisi Fiat a Torino, che chiude una delle vertenze Gli anni Novanta hanno come base mutamenti più dure della storia sindacale e sancisce quasi epocali a livello globale, che segnano la fisicamente l’inizio di una fase delle relazioni discontinuità totale rispetto ai decenni industriali e sociali completamente diversa, precedenti e che nelle retoriche globali sono dove l’antagonismo viene messo nell’angolo interpretati come fine della storia, mentre nei e l’impresa e le sue culture tornano al centro fatti ne sono un riavvio. della scena. Cambia la base materiale delle La fine della guerra fredda, del socialismo relazioni sociali accelerando la ridefinizione reale, non è certo la fine della storia, piuttosto dell’immaginario collettivo, con relativi riti e miti. il punto di arrivo di una delegittimazione Gli anni Ottanta segnano il trionfo di un e perdita di attrattività del modello in atto immaginario di potenza delle soggettività da molto tempo, e tuttavia scuote dalle espresso tramite i consumi, che diventano fondamenta l’immaginario collettivo degli misura dell’identità individuale. italiani. Prodotto iconico del decennio diventa La corsa verso i beni di consumo dei il walkman, che consente la fruizione tedeschi dell’est in fuga dal muro in macerie individualizzata e ovunque della musica: simbolicamente rappresenta la realtà di un inventato alla fine degli anni Settanta, diventa consumo come vero epicentro della superiore un successo commerciale planetario a metà attrattività dell’economia di mercato rispetto a del decennio interpretando gli stili di vita ogni altra alternativa sistemica. altamente individualizzati anche nella fruizione La chiave retorica nel nostro Paese diventa il della musica, che sino a pochi anni prima era nuovo, il nuovismo che assume tanti, diversi stata al centro di riti di massa entrati di forza volti: nell’immaginario collettivo: da Woodstock - della legalità con le icone dell’antimafia e all’Isola di Wight alle tante versioni nostrane. della lotta alla corruzione; In Italia, poi, miti collettivi di riferimento - della celebrazione della libertà individuale diventano grandi imprenditori, ricchi e famosi, contro burocrazie, bardature corporative, che sino a pochi anni prima erano catalizzatori statalismi; di odio sociale: Gianni Agnelli, Raul Gardini, - del produttivismo contro assistenzialismi Carlo De Benedetti e con loro manager di più o meno reali. 11 Miti del rancore, miti per la crescita: verso un immaginario collettivo per lo sviluppo
Se l’immaginario collettivo si lacera a livello e welfare, svela la fuga verso l’alto e verso sociopolitico e socioculturale, è però ancora l’indefinito dei poteri reali tra mercati e Unione dentro la lunga deriva della corsa al benessere, Europea, percepita sempre più come una con una strutturazione delle identità soggetti- matrigna ostile e lontana. ve fortemente condizionata dalla matrice dei La crisi i porta ai giorni nostri, con il mito della consumi. globalizzazione in frantumi, e incertezza e Sono anche gli anni in cui decolla rancori compagni di vita di ogni giorno. definitivamente la Grande distribuzione organizzata come componente del quotidiano 2.3. Il peso dei mezzi di comunicazione: il minuto delle famiglie italiane, di cui potenzia tempo di cinema e tv pubblica, poi della tv il potere d’acquisto per i beni di base, a commerciale cominciare dall’alimentare, liberando risorse Il sintetico ma indicativo excursus fatto per i consumi immateriali, dai viaggi e alle sull’evoluzione di base e contenuto vacanze più distribuite in corso d’anno ai dell’immaginario collettivo degli italiani dalla consumi culturali. Un salto quantitativo nel ricostruzione ai giorni nostri consente di consumo che ne supporta un’evoluzione evidenziare che: qualitativa, confermandone ulteriormente la - l’immaginario collettivo ha un rapporto centralità nella definizione della soggettività stretto e di retroazione con la realtà delle persone. socioeconomica e socioculturale del Decennio che vede l’Europa come un’entità Paese. Il catalogo dei miti di massa aiuta non più suddivisa in due parti contrapposte a interpretare la società, a starci dentro separate da un muro, in cui l’analogico vive la in modo appropriato e al contempo ne è sua ultima fase aurea e cosi i tanti prodotti del componente attiva, parte integrante; cartaceo, dai giornali, ai libri, alle enciclopedie. - nella lunga deriva la saga del benessere Arrivano i pc fissi e portatili, i floppy disk, con i vissuta dagli italiani ha beneficiato di primi significativi passi nel digitale. un immaginario collettivo positivo, ottimista, orientato al futuro, al prendere 2.2.4. L’icononografia di inizio millennio rischi per migliorare. Un immaginario Il catalogo iconografico collettivo della fase aperto, vitale, palpitante, inclusivo anche iniziale del nuovo Millennio è fatto delle quando ha assunto forme conflittuali strazianti immagini dell’11 settembre con le e di antagonismo. La vicenda italiana Torri Gemelle incendiate che crollano su se del secondo dopoguerra è segnata da stesse, immagini che saranno presto raggiunte miti mobilizzatori progressivi capaci di da quelle omologhe nelle strade di Londra, innescare e stimolare energie sociali e Madrid e Parigi, che innestano l’idea che la culturali che hanno generato valore su ogni guerra non è solo quella delle immagini di dimensione; Baghdad e Bassora, ma arriva al centro delle - decisivi sono stati anche i mezzi e le nostre vite. L’islamismo radicale con la sua forme di produzione dell’immaginario chiamata alla guerra santa dispiegata semina collettivo, che nel passaggio dalla società una nuova insicurezza nelle società occidentali. contadina a quella industriale avanzata L’immaginario degli italiani però preserva, è stato sempre più plasmato da canali almeno sino all’esplosione della crisi, la e strumenti della produzione culturale sensazione di una irriducibile diversità, resa di massa. L’editoria, la stampa, la radio, possibile dalla originale capacità di ruminare il cinema e poi via via la televisione ogni paura e incertezza, riuscendo a incassare pubblica, e venendo più vicini a noi quella i benefici della globalizzazione tenendosi al commerciale, sono stati gli efficienti canali riparo dai costi. di generazione e disseminazione di miti e La crisi è la cesura che riporta la società alla riti dell’immaginario collettivo. bronzea realtà di un mondo da cui nessuno In particolare, dalla ricostruzione in avanti può escludersi; simbolicamente le immagini cinema e televisione hanno dato un contributo degli impiegati licenziati della Lehman Brothers decisivo all’affermarsi di modelli di un che sfilano silenziosi nelle vie di Manhattan immaginario collettivo funzionale ai processi dopo aver svuotato le scrivanie marcano sociali di crescita di massa, dal basso, di l’inizio di un tempo nuovo, di cui oggi viviamo popolo. gli effetti. Al termine immaginario si poteva con assoluta Il lavoro che è precario, l’immigrazione che tranquillità affiancare il termine collettivo, è incontrollabile e rinvia ai barconi affondati perché le modalità tecniche e sociali di nelle acque cimiteriali del Mediterraneo, formazione dell’immaginario avevano il lo spread che è una inquietante presenza marchio del processo sociale collettivo, in linea quotidiana che salendo alle stelle stringe la coi grandi processi produttivi e di riproduzione cinghia dell’austerità, fa tagliare spesa pubblica sociale. 12 Miti del rancore, miti per la crescita: verso un immaginario collettivo per lo sviluppo
Cinema e tv trovano una lunga coesistenza, contenuti attraverso blog e social network, il la quale forgia una grammatica dell’identità broadcasting personale di massa grazie agli nazionale che ha proprio nella lunga corsa smartphone e ai selfie e il gioco delle micro e al benessere il suo sabbioso fondamento macro influenze incontrollabili e reversibili di dell’identità. L’italianità si materializza in un influencer e follower sul web. carattere nazionale accattivante e tuttavia La forza iconoclasta della rete assume un ruolo potente nella sua azione emancipatoria. primario nella frammentazione, riproduzione, Emblematico l’esempio della stagione della trasmissione e condivisione infinita di commedia all’italiana, fase apicale del nostro immagini e contenuti, e i media digitali cinema, che seppe mettere in scena, tra vizi personali si affermano come le tecnologie e tic da strapaese, il desiderio degli italiani dell’immaginario dominanti: un immaginario di emanciparsi dai vincoli di tanti pregiudizi iperindividualizzato, debolmente ordinato retaggio di culture premoderne raccontati dalle istituzioni convenzionali e debolmente come ostacolo allo sviluppo, a vantaggio dello negoziato dai media mainstream tradizionali. stimolo verso quella mutazione antropologica Non solo: gli immaginari personalizzati si fatta di capacità di adattamento al nuovo, consumano rapidamente, e sono soggetti a marchio di fabbrica dell’identità nazionale. una friabile reversibilità altamente emozionale, E negli anni Ottanta e Novanta i blockbuster tanto più che la facilità di autoproduzione hollywoodiani e la televisione commerciale incontrollata li espone peraltro al fake. conquistano l’egemonia nei processi mediatici E assurge a problema reale, addirittura di di formazione dell’immaginario collettivo, democrazia, la possibilità tecnica di poter lanciando nuove icone della modernità alimentare il web, i social e i dispositivi funzionali al radicamento di nuove pratiche individuali con immagini e contenuti iconici collettive di edonismo acquisitivo, di corsa ai ma assolutamente falsi, che si impongono per consumi anche voluttuari. la capacità di suscitare emozioni inconsce, Il trionfo della soggettività passa comunque paure, ecc. anche da processi collettivi di condivisione Ciascuno crea un proprio mondo simbolico dell’immaginario, che resta collettivo perché secondo un relativismo autocentrato, collettivi sono i miti e i riti. all’insegna dell’eclettismo e del sincretismo, Se ogni famiglia guarda la televisione in casa diventando al contempo il destinatario propria, in fondo tutti guardano e assorbono lo disarmato di flussi incontrollati. stesso set di programmi e contenuti, con una Per questo emergono alcuni quesiti decisivi. inedita e altamente efficace omogeneizzazione - Può sedimentarsi un immaginario collettivo delle individualità. in un contesto dominato dai media personali, con audience così ristrette e 2.4. Con l’arrivo del digitale a ciascuno il suo fortemente segmentate? immaginario - L’abbassamento delle barriere di La vera grande novità sul piano della produzione e accesso ai canali e formazione dell’immaginario collettivo è luoghi di formazione degli immaginari l’esito potente della trasformazione dei media individualizzati non potenzia i rischi di dell’ultimo decennio, innescata dalla diffusione strumentalità, soprattutto di innesco dei dispositivi digitali. spregiudicato e interessato di paure, in Infatti, Internet soppianta i grandi mezzi funzione di nuove modalità di controllo di comunicazione di massa, imponendo sociale e orientamento dei processi meccanismi inediti di generazione socioculturali? Non tanto la retorica del dell’immaginario con la personalizzazione Grande Fratello o del Circolo Bildemberg, dell’impiego dei media, la desincronizzazione piuttosto la concretezza di utilizzi dei palinsesti collettivi (sia per l’accesso alle intenzionali e interessati della potenza informazioni, sia per la fruizione dei contenuti del web nell’orientare psicologia e di intrattenimento), l’autoproduzione dei comportamento sociale. 13 Miti del rancore, miti per la crescita: verso un immaginario collettivo per lo sviluppo
3. L’immaginario infetto del rancore 3.1. Quando e perché siamo diventati rancorosi indietro, perché ha radici materiali nelle Il rancore nella nostra società nasce dal condizioni economiche e perché tocca con blocco verso l’alto dell’ascensore sociale profondità irreversibile la psicologia collettiva, e dalla percezione che il nostro destino e che cambia senza possibilità di ritorno. La crisi quello dei nostri figli non abbiano orizzonti è stata il grande trauma, dal quale la società e di miglioramento reale: è una condizione i suoi protagonisti non sono riusciti a gestire oggettiva e soggettiva che genera un clima lo stress post traumatico. Utili sono alcuni sociale dagli imprevedibili sfoghi. esempi paradigmatici dei mutamenti avvenuti. Vince la paura di cadere più in basso, la Il primo tocca il rapporto tra le persone e vertigine del declassamento che alimenta una gli altri e per interpretarne il senso occorre mentalità “da fortezza assediata” in cui diventa considerare che la vita quotidiana è fatta di normale rimarcare le distanze dagli altri, in passaggi di routine, che nel tempo tendono particolare da chi è percepito come più in a ripetersi e che finiscono per diventare basso o diverso. comportamenti e opinioni sentinella Le radici socioeconomiche indicate sono dell’evoluzione di pratiche e psicologie profonde e visibilmente legate al trauma individuali e collettive. Così per le aspettative irrisolto della crisi, evento epocale che ha di inizio anno, analizzando le quali è possibile cambiato le basi materiali e psicologiche della enucleare il mood prevalente della società. nostra vita collettiva, lasciando in eredità un Per questo è molto utile interpretare i dati sulla sottofondo emotivo che diventa facile ostaggio evoluzione in venti anni delle aspettative delle di spregiudicate imprenditorie sociopolitiche persone sulla propria condizione economica e rese ancor più potenti dalle nuove opportunità su quella degli altri: Emerge che (tavola 1): del digitale. - nel 1998 il 27,7% degli italiani era convinto Ecco perché non può sorprendere che la che la propria condizione economica società del rancore abbia un immaginario sarebbe migliorata e il 23% che sarebbe collettivo regressivo, chiuso, infetto, proiezione migliorata quella in generale; di paure inconsce diffuse, intime e personali, - nel 2008, anno uno della crisi, era il 19,6% a lungo inconfessabili e ora percepite a pensare che la propria condizione sarebbe come legittime, anzi portate a imporsi con migliorata e il 20,8% a pensare che sarebbe incontenibile prepotenza come le uniche migliorata quella degli altri; legittime, perché autenticamente sentite e - nel 2018 è il 28% a dire la mia condizione condivise dal popolo. economica migliorerà, e ben il 35% a pensare che migliorerà quella in generale, degli altri. 3.2. Io starò peggio degli altri: la mutazione Una evidente e potente inversione di percezioni: delle aspettative soggettive prevalenti e il caos un tempo la convinzione che per me andrà che spaventa meglio che per gli altri; dalla crisi in avanti l’idea La crisi cominciata nel 2008 è stata senz’altro che agli altri andrà meglio che a me. uno spartiacque memorabile che, oltre a E la prevalenza sociale dell’idea che gli altri mutare le radici materiali della condizione staranno meglio di me, e che le cose in generale sociale, ha mutato la percezione che le persone andranno meglio agli altri che a me. Un visibile hanno di se stesse e della propria condizione capovolgimento del rapporto tra aspettative socioeconomica. personali e generali rispetto al prima della È un passaggio epocale da cui non si torna crisi, quando le aspettative positive sulla 15 Miti del rancore, miti per la crescita: verso un immaginario collettivo per lo sviluppo
situazione personale erano sistematicamente sulla vita familiare come una minaccia: è superiori a quelle riferite all’intera società, questo il cuore del sentiment sociale nel alimentando la convinzione che io starò meglio nostro Paese in questa fase e l’humus su degli altri. cui poi si innesta il rancore di chi non vede E in parallelo, in Italia è bassa la percezione sbocchi e soprattutto non vede uscite in avanti di avere le stesse opportunità degli altri per per la condizione propria e dei propri figli. avanzare nella propria vita: infatti, è convinto Pensare che le cose vadano male, e che a se di avere pari opportunità rispetto alle altre stessi vadano peggio che agli altri, fa crescere persone il 45% degli italiani, mentre è il 60% in malanimo e rabbia interiore, che si innestano Francia, il 70% in Germania, il 52% in Spagna, nei circuiti delle relazioni sociali alimentando le il 58% nella media dei Paesi Ue oltre l’81% in derive peggiori. Svezia (tavola 2). Una società che per la maggioranza degli 3.3. Come riuscire nella vita italiani non è in grado di offrire chance di Per progredire nella vita, per gli italiani sono crescita o che in ogni caso spinge le persone importanti lavorare sodo e il titolo di studio e a pensare che gli altri hanno maggiori tuttavia contano anche molto, soprattutto in opportunità. confronto con altri paesi Ue, la provenienza da E poi c’è la percezione che occorra difendersi una famiglia agiata, le conoscenze o anche gli da incertezze e paure. L’instabilità della propria agganci politici. condizione è la base di una sensazione più Infatti, per progredire nella vita ritengono generale di incertezza, che rende vulnerabili e essenziale (tavola 6): pronti a cedere a ogni paura. In ogni ambito - conoscere le persone giuste il 28% degli occorre difendersi mettendosi nelle condizioni italiani, il 22% dei tedeschi, il 16% dei di affrontare situazioni impreviste. francesi, il 15% degli svedesi e il 15% dei L’ossessione dell’essere soli di fronte residenti nel Regno Unito; all’incertezza guida scelte essenziali della - provenire da una famiglia agiata, il 18% vita propria e familiare, a cominciare dalla degli italiani, il 7% dei tedeschi, il 4% dei destinazione del reddito. Ulteriori dati di francesi, solo l’1% degli svedesi e il 6% dei percezione collettiva consentono di focalizzare residenti nel Regno Unito; il clima sociale che fa da sfondo e alimenta - avere i giusti contatti politici, il 22% degli l’immaginario collettivo infetto, esito appunto italiani, il 5% dei tedeschi, il 3% dei francesi, di incertezze e paure. solo l’1% degli svedesi e il 4% dei residenti Il 60% degli italiani è convinto che in Italia le nel Regno Unito. cose stanno andando nella direzione sbagliata Lavorare sodo è essenziale per la mobilità e solo in Grecia e in Spagna si registrano quote sociale in alto per il 26% degli italiani, il 23% più elevate che fanno propria tale opinione; dei tedeschi, il 25% dei francesi, 22% degli in Italia rispetto al 2007, cioè l’ultima anno svedesi e il 45% dei residenti nel Regno Unito. precrisi, la quota di coloro che considerano Per gli italiani poi la fortuna è essenziale per sbagliato il sentiero su cui si muovono le cose il 34%, di contro al 20% dei tedeschi, 11% dei è cresciuto di 8 punti percentuali (tavola 3). francesi, 6% degli svedesi e 8% dei residenti Il 39% degli italiani non ha fiducia nel futuro: nel Regno Unito. in questo caso, addirittura, nel panel di paesi Ue presi in considerazione, solo la Grecia 3.4. La mappa dei pregiudizi, anticamera dei mostra una quota nettamente più alta; la stessa rancori Spagna ha nel corpo sociale una propensione I rancori seguono la traccia dei tanti più positiva verso il futuro (tavola 4). e sollecitati pregiudizi, sempre meno Percezione che le cose non vanno nella inconfessabili, che afferiscono a dimensioni direzione giusta e sfiducia nel futuro sono quotidiane quasi intime. La retorica pubblica probabilmente l’esito di una situazione del politically incorrect ha progressivamente generale che sorpassa le persone, le mette sdoganato la caccia alla diversità come di fronte a una complessità del reale di ogni bersaglio su cui concentrare il fuoco del giorno che stentano a capire e più ancora a rancore. gestire. Emerge una mappa di pregiudizi sociali, Infatti, ben il 35% degli italiani dichiara di non razziali, culturali sorprendente, che disegna capire quel che gli sta accadendo intorno e, fatta una trama che avvolge la quotidianità. Trama salva la Spagna, questa percezione di realtà che resta sottotraccia ma che sempre più opaca e impenetrabile connota gli italiani è pronta a salire in superficie, tanto più se in misura più marcata rispetto al resto delle sollecitata o solleticata. società della Unione Europea (tavola 5). Ecco il sostrato emozionale, istintivo del Una incertezza che promana da una realtà rancore, che alimenta immaginari personali impenetrabile nelle sue logiche, che incombe che trovano un filo unitario in immagini 16 Miti del rancore, miti per la crescita: verso un immaginario collettivo per lo sviluppo
o racconti che alimentano l’immaginario - il 58,1% con persone di altra religione, in collettivo regressivo. particolare islamica; È stato chiesto alle persone di esprimere un - Il 35,9% con immigrati, asiatici o persone giudizio all’idea che la propria figlia sposi di colore. una persona con specifiche caratteristiche La mappa dei pregiudizi individuali riflette etniche, economiche o sociali ed è emerso che altrettante linee di diversità socioculturale l’83% degli italiani ha almeno un pregiudizio che andrebbero trattate con grande cautela negativo e in particolare (tavola 7): e su cui invece si applicano le sollecitazioni - il 68% è contrario al matrimonio della del fake digitale intenzionale e delle folate propria figlia con una persona con almeno neopopuliste. 20 anni di distanza, con una dello stesso Le paure o semplici resistenze inconsce sesso o con una che ha già figli; verso le diversità incontrano la rabbia - il 66% al matrimonio con persone di altra sorda dell’insoddisfazione socioeconomica: religione, in particolare islamica; se questa miscela esplosiva inerte viene - il 44% con immigrati, asiatici o persone di sollecitata con la moltiplicazione di un colore. immaginario collettivo divisivo, che addita In caso di matrimonio dei figli maschi è l’80% le diversità come origine dei mali e la loro ad avere almeno un pregiudizio, di cui esclusione come soluzione, allora si arriva - il 68,2% è contrario al matrimonio con una ai giorni nostri con rancori che diventano persona con almeno 20 anni di distanza, micidiali navigatori dei comportamenti sociali dello stesso sesso e che ha già figli; e una deriva sociale patologica. 17 Miti del rancore, miti per la crescita: verso un immaginario collettivo per lo sviluppo
4. Un immaginario regressivo nemico dello sviluppo 4.1. Soldi fermi se vince la paura: meglio non Si consideri che tra 2008 e 2013 si è perso spendere, non si mai quasi il 6,5% in termini reali del valore della Se l’immaginario collettivo è un motore spesa per consumi, e ancora oggi i consumi di sviluppo, o almeno uno dei motori sono dell’1,5% inferiori a quelli di dieci anni fa. irrinunciabili, allora un immaginario come Valori e volumi del largo consumo aggregato di miti collettivi chiuso, gretto, confezionato non hanno recuperato lo slancio divisivo è una zavorra che tiene a terra la del passato, e si è anche registrata una mongolfiera della crescita. ridefinizione della composizione della spesa, E così facendo previene la soluzione del con una sorta di polarizzazione indotta dalla rancore stesso, perché il solo vero lenitivo del dinamica più positiva di alcune tipologie di rancore è lo sviluppo, cioè la moltiplicazione consumi più sofisticati – e di fatto di prezzo delle opportunità di crescita individuale e del più alto – rispetto ai prodotti competitor sugli benessere collettivo. stessi bisogni: sono i casi dei prodotti rich in Ecco perché la riflessione sull’immaginario (integrale, calcio, ecc.), di quelli contro le collettivo non è operazione puramente intolleranze (poche calorie, senza zucchero speculativa, così come l’idea di un immaginario o senza sale ecc.), dei prodotti bio o vegani non segnato dal rancore non è un inutile e o, ancora, di quelli certificati espressione costoso buonismo, ma l’esito migliore della di italianità. Mentre i consumi complessivi consapevolezza che senza un immaginario stentano visibilmente, la riarticolazione porta collettivo aperto, vitale, proattivo, positivo, non dentro l’universo dei consumi la dinamica ci sarà crescita. divaricante della società, in cui coesistono E invece oggi incertezza, paura e rancore opulenza e cinghia stretta. vanno di pari passo e vince una percezione Allo stadio attuale quindi la neosobrietà è di instabilità e cupa impenetrabilità di quel visibilmente arrivata a un bivio, da cui dipende che succede; e allora in questa fase postcrisi, lo sviluppo: connotata da un aumento della quota di - da un lato, una sorta di tirchieria famiglie che dichiara di riuscire a risparmiare – autoimposta fatta di risparmio impaurito, dal 25% del 2012 al 33% del 2016 – ben il 59,7% micromicragnosità esito dell’incertezza risparmia per poter gestir eventi inattesi, con dell’adagio popolare non si sa mai. Si è visto un salto di quasi 6 punti percentuali rispetto al come la grande incertezza porti a generare 2012 (tavola 8). risparmio per gestire ogni evenienza Sono dati che certificano l’evidenza di una avversa in cui non si sa bene cosa fare; crescita dell’incertezza senza coperture, che - dall’altro, un consumo consapevole che spinge persone preoccupate e impaurite a significa più consumo e consumo migliore, tenere fermo il contante (in continua crescita un salto quali-quantitativo nei consumi che anche a seguito dei bassi rendimenti), in non mette quantità e qualità una contro sintonia con la massima non si sa mai. l’altra. Il rapporto con i consumi è stato al centro 4.2. La social reputation del consumo dei processi di formazione dell’immaginario La crisi ha imposto un mutamento dei collettivo, sia nelle fasi di sviluppo che in quelle modelli di consumo, rompendo con la logica di crisi. compulsiva e della dinamica di incremento E la verità che emerge dalla storia sociale quantitativo esponenziale dei consumi. italiana, dal dopoguerra a oggi, è che senza 19 Miti del rancore, miti per la crescita: verso un immaginario collettivo per lo sviluppo
consumi non c’è sviluppo e senza un realtà nazionali molto diverse tra loro e che immaginario collettivo che dia un senso più vivono fasi storiche distinte a cui afferiscono ampio, e un di più di valore immateriale ai immaginari collettivi radicalmente diversi, consumi, questi stentano a decollare. tuttavia le quote di nostalgici sono minoritarie, Il consumo non è più solo funzione del reddito, addirittura molto minoritarie in Germania. che diventa sempre più condizione necessaria Anche in Francia e Spagna i nostalgici della ma non sufficiente; i consumi decollano se buona qualità della vita d’antan sono in quota e quando sono socialmente motivati, perché inferiore rispetto al nostro Paese. È chiaro che le persone attribuiscono loro un significato la nostalgia è sintomo di un disagio verso il che va oltre lo stesso contenuto merceologico presente che però tende a guardare indietro, dell’oggetto di consumo. spesso mitizzando il passato, piuttosto che a Ecco perché alcune verità elementari sul nesso scommettere sul futuro. tra immaginario collettivo e consumi vanno E tranne Francia e Grecia, l’Italia è il paese Ue enfatizzate: in cui è più bassa la quota di cittadini convinti - che alcuni dei miti degli anni Duemila, che rispetto a 30 anni fa le opportunità per dal no logo alla decrescita felice, al avanzare nella vita siano diventate più eguali neopauperismo solidale hanno effetti tra i cittadini. Ne è convinto il 38% degli deprimenti sul benessere individuale e italiani, contro al 46% media Ue, al 48% della collettivo; Spagna, 54% della Germania, 55% del Regno - che nell’attuale fase, i consumi che più Unito, 63% della Svezia. hanno forza attrattiva sono quelli che più È un immaginario che è probabilmente anche introiettano valore immateriale, perché la naturale proiezione di una composizione esprimono identità soggettive, perché sono sociodemografica tutta concentrata verso le espressione di valori sentiti, dal salutismo classi di età più avanzate, dagli adulti agli al social-equo, all’ecologia. L’esempio anziani, e in cui i giovani sono una minoranza paradigmatico è il cibo, ormai svincolato destinata a restringersi ulteriormente, con un dalla pura funzionalità e proiettato verso potere economico e sociale che negli ultimi significati simbolici e valoriali che gli danno venti anni ha avuto una vera e propria debacle. potenza espansiva inattesa. Cosi i giovani che tradizionalmente hanno Il consumo non è solo una categoria rappresentato nella percezione collettiva la economica, non dipende da variabili vitalità, il futuro, il vigore anche in forme meramente economiche, è inestricabilmente altamente conflittuali, incarnano oggi dipendente da riti e miti collettivi nelle fenomenologie di vulnerabilità, dalla precarietà molteplici traduzioni soggettive possibili. alla povertà, all’assenza di prospettive. Una società dai bassi consumi o senza La torsione dell’immagine dei giovani consumi è una società dagli stati stazionari se nella società – da motore di cambiamento, non regressivi; e un immaginario impaurito, innovazione e crescita a paradigma del disagio dominato dall’ansia di proteggersi piuttosto della civiltà – impatta negativamente sulla che da una salutare cultura del rischio e concreta dinamica sociale. dell’edonismo maturo non stimola i consumi, I giovani nella ricostruzione sono stati i li deprime e con essi deprime lo sviluppo e la grandi protagonisti dei fenomeni epocali di crescita della società. trasformazione, dall’emigrazione di massa alla corsa ai nuovi consumi, e altrettanto 4.3. Nostalgia canaglia è stato nella esplosione della soggettività L’immaginario regressivo, quasi violento sul postmaterialistica, con la contestazione presente, è anche pervaso da una incontenibile antiautoritaria e la scalata alle nuove libertà nostalgia, che opera come un rifugio verso un individuali; paradossalmente la potenza delle tempo che non si ama. nuove tecniche e culture del digitale coincide Il 69% degli italiani è convinto che nel con una fase storica di fragilità giovanile che complesso la qualità della vita fosse meglio quasi tende a confinarsi nei propri ristretti prima, e solo in Grecia si registra una quota confini di pura lamentazione, senza mai più alta, pari addirittura al 92% (tavola 9). In diventare conflitto, vertenza, richiesta di spazi Germania e nel Regno Unito, che pure sono e potere sociale. 20 Miti del rancore, miti per la crescita: verso un immaginario collettivo per lo sviluppo
5. L’altro immaginario collettivo che fa crescere 5.1. Verso dove andare processo di adattamento degli adulti. Vitale, palpitante, che guarda agli altri e al Guai a sottovalutare la persistente influenza futuro, che è concretamente ottimista: ecco di televisione e carta stampata, ma nei in sintesi estrema il profilo dell’immaginario processi di formazione della cultura sociale collettivo che in passato ha fatto crescere collettiva, e quindi anche dell’immaginario l’Italia, e che costituisce la sfida sul quale il collettivo, è ormai decisivo il ruolo del web e presente progetto si vuole cimentare. dei suoi derivati, con un trionfo delle forme di Un immaginario per lo sviluppo, in grado di espressione di una soggettività dispiegata. contribuire ad alimentarlo, richiede: - un consumo ispirato alla logica di più e 5.3. Le cose che contano per le diverse generazioni meglio; La frattura generazionale è un punto di - una propensione a crescere, dalla famiglia partenza ineludibile per capire le dinamiche all’economia alle condizioni del vivere civile, future attese, possibili e auspicabili del nuovo come cifra del pensare e dell’agire; immaginario collettivo. - un’idea del futuro come piattaforma di Esempi di questa dinamica differenziante opportunità e non come fonte di rischi e sull’immateriale, dai sogni ai desideri, alle cose negatività; che contano nella vita, emerge dai risultati di - la convinzione che il contesto offra le una indagine del Censis che ha consentito di opportunità giuste per migliorarsi, crescere, individuare il punto di vista dei cittadini sulle ottenere il giusto beneficio quando si investe. cose che contano nell’immaginario collettivo Questo è l’orizzonte di riferimento per un im- (tavola 11). Emerge che i millennials danno un maginario collettivo positivo, che non irrigidisca rilievo maggiore a social e smartphone, e che paure, arroccamenti, chiusure; che sia ottimistico, questa centralità dei nuovi device Ict è ancora più virtuoso, positivo. alta per i più giovani di età 18-29 anni, i quali sono portatori di una rottura ancora maggiore perché 5.2. L’egemonia di web e social nella hanno un’attenzione inferiore per miti decisivi formazione del senso comune delle generazioni precedenti, come il posto fisso I media che più contano variano significativamente o la proprietà della casa, nettamente inferiore. per età delle persone; tra i millennials e più E d’altro canto i giovani sono molto più attenti ancora tra i giovani con età tra 18 e 29 anni alla cura del corpo (dai tatuaggi al fitness, alla vincono internet e i social network, che sono chirurgia estetica, cui si ricorre per rimodellare centrali anche per i baby boomers, tra i quali il il proprio aspetto): 21,8%. E prevale il richiamo successo di alcune piattaforme, da facebook a al selfie (19,3%) rispetto al buon titolo di studio whats app, è decisivo (tavola 10). come strumento per accedere ai processi di ascesa Per gli anziani invece sono la televisione e i sociale e all’automobile nuova come oggetto del giornali a guidare la graduatoria dei media desiderio (rispettivamente, il 15,5% e il 7,6%). che più influenzano. In sostanza, è in atto I pilastri dell’immaginario collettivo una profonda ridefinizione generazionale tradizionale della crescita, dal posto fisso alla dei media di riferimento, che notoriamente casa di proprietà, all’automobile nuova, oggi hanno una influenza decisiva nella formazione sono meno valutati dai giovani, fortemente dell’immaginario collettivo di oggi. orientati verso quelle tecnologie della È evidente una faglia decisiva tra le generazioni quotidianità che strutturano vite individuali e più giovani e gli anziani, con un evidente relazioni sociali. 21 Miti del rancore, miti per la crescita: verso un immaginario collettivo per lo sviluppo
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