Milano anni '50 - '60 crocevia della Cultura - ALDAI Gruppo - Federmanager ...
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LA LETTERATURA ITALIANA AL TEMPO DEL BOOM ECONOMICO Introduzione (1 di 2) Il secondo dopoguerra è un'epoca di fervori, di entusiasmi, di rinati fermenti culturali. Giovani generazioni di poeti e di scrittori maturano al fuoco di questa stagione, legandosi in particolare a certe città o a certi centri culturali. Accanto ad essi mantengono una costante creatività e vitalità autori che si erano formati nel primo Novecento e che, attraversata la profonda crisi della dittatura e della guerra, si ripropongono da protagonisti. Lo stretto legame della Letteratura italiana del periodo con Milano è dovuto al fatto che più del 70% delle case editrici sono presenti sul suo territorio: Milano diventa la capitale dell'editoria.
LA LETTERATURA ITALIANA AL TEMPO DEL BOOM ECONOMICO Introduzione (2 di 2) Molti scrittori, pur non essendo nati a Milano, vi trascorsero periodi della loro vita per poter sviluppare la loro carriera artistica, poiché Milano negli anni '60 era una eccezionale “macchina culturale”. La Milano del boom economico è stata anche una grande fonte di ispirazione per scrittori, commediografi, pittori e registi che ne hanno raccontato la vita che si esprimeva nelle fabbriche, nelle balere, nelle polisportive, nei bar e nei quartieri di periferia.
LA LETTERATURA ITALIANA AL TEMPO DEL BOOM ECONOMICO Il periodo che si prende in considerazione: gli anni 50-60 Suddiviso in due fasi: ●la prima (1945-1956) che corrisponde all'epoca della “ricostruzione”dopo gli immensi disastri provocati dalla seconda guerra mondiale; ●la seconda (1956-1968), quella del “miracolo economico” fino agli anni intorno al '68 che sono caratterizzati da profondi movimenti sociali e politici di contestazione.
LA LETTERATURA ITALIANA AL TEMPO DEL BOOM ECONOMICO “La ricostruzione” Gli anni che seguono la fine della guerra in Italia sono caratterizzati dall'entusiasmo per il rovesciamento della dittatura, per il ritorno alla libertà e per la fiducia nel rinnovamento del paese. Questo clima si riflette anche nella letteratura, attraverso l'insofferenza verso la produzione che aveva caratterizzato i decenni precedenti, e in particolare l'ermetismo e il decadentismo, di cui vengono stigmatizzati il culto della forma, la concezione aristocratica dell'arte, il lirismo evasivo.
LA LETTERATURA ITALIANA AL TEMPO DEL BOOM ECONOMICO Il Neorealismo Viceversa, diventa sempre più forte l'idea che l'intellettuale abbia una responsabilità civile e sociale, e che il suo compito sia quello di prendere contatto con la realtà del paese, così da arrivare a conoscerne chiaramente i problemi e contribuire alla loro soluzione. Si rimette in moto una concezione della letteratura segnata dall'impegno politico-civile, che avrà nel NEOREALISMO il suo momento culminante.
IL NEOREALISMO 7
IL SUPERAMENTO DEL NEOREALISMO Numerosi autori si allontanano progressivamente dall'esperienza del Neorealismo per soddisfare il bisogno di una più originale e matura ricerca letteraria, anche attraverso l'elaborazione di uno stile inedito e personale. Il Neorealismo sarà spazzato via dallo sperimentalismo proposto dalle nuove tendenze letterarie che si affermeranno alla fine degli anni '50 e all'inizio degli anni '60 (Pasolini, poeti “novissimi”, riviste Officina e Il Verri). 8
IL SUPERAMENTO DEL NEOREALISMO AUTORE CARATTERISTICHE Elio Vittorini Parte da episodi di cronaca per offrire riflessione generale della storia e del destino umano. Descrizione cruda, oggettiva e momenti lirici. Cesare Pavese Realismo:nella scelta di temo, ambienti, lingua, stile + Simbolismo: supera i dati oggettivi per un'interpretazione metaforica della realtà. Alberto Moravia Neorealismo: celebrazione vitalità popolare vs decadenza borghesia; anni '60: impossibilità costruire rapporti umani autentici. Mescolanza realismo e fantasia. Pier Paolo Pasolini Descrive l'ambiente del sottoproletariato nelle borgate romane celebrandone il vitalismo e l'autenticità, in polemica opposizione alla degradazione della società dei consumi. Leonardo Sciascia Impegno civile: analizza la condizione di arretratezza del Meridione, denunciando soprattutto i fenomeni di tipo mafioso; scrittura che mira alla chiarezza. Italo Calvino Tema Resistenza senza toni retorici; filone fantastico-allegorico: tono fiabesco per esprimere significati storico-politici; filone realistico: problemi legati alla società neocapitalistica. Carlo Emilio Gadda Sarcasmo che smaschera l'ipocrisia della borghesia; sperimentalismo linguistico e stilistico (pastiche). Quer pasticciaccio brutto de via Merulana (1957) inaugura una stagione di forti sperimentazioni 9
IL PANORAMA CULTURALE ITALIANO Principali istituzioni culturali EDITORIA GIORNALI TELEVISIONE ISTRUZIONE ●creazione di una hanno un pubblico principale mezzo di ● ● istituzione scuola ● vera e propria ancora ristretto (1 comunicazione di media unica (1962) industria editoriale copia ogni 10 massa abbonamenti) è in grado di avviamento del ● settore dominato ● ● condizionare le processo di dalle opinioni, i consumi e scolarizzazione di grandi case editrici il linguaggio del massa) pubblico ●scelte editoriali influenzate dalle leggi del mercato
LA CULTURA ITALIANA TRA METÀ ANNI '50 E INIZIO ANNI '70 Viene meno l'entusiasmo del neorealismo: la letteratura italiana si muove tra il recupero della tradizione e la ricerca. Importante ruolo delle riviste: ●Il Menabò (1959) di Vittorini e Calvino: produzione di consumo vs letteratura impegnata; temi legati a nuova società. ●Officina (1956-59) di Leonetti, Pasolini, Roversi: rinnovamento formale che non prescinda dalla tradizione e tenga conto della realtà. ●Il Verri (1956) di Anceschi: apertissima a ogni sperimentazione (teorie ●della Neoavanguardia).
LA NARRATIVA DEGLI ANNI '60 GENERE AUTORI CARATTERISTICHE Prime esperienze neorealiste, ma poi si Romanzo di consumo Carlo Cassola volgono verso forme più libere e meno (ripresa della narrativa tradizionale; Giorgio Bassani impegnate; alcuni mostrano racconti ben confezionati che ritraggono Dino Buzzati predisposizione per il racconto storie intimistiche, esperienze di viaggio, Mario Soldati grottesco/fantastico (influsso favole, Alberto Moravia surrealistico)/umoristico. vicende irreali in mondi lontani o Scrittori borghesi che scrivono sulla immaginari) borghesia ●guasti del miracolo economico P.P. Pasolini ●analizzano il mondo della fabbrica, i suoi Romanzo di critica sociale Ottiero Ottieri meccanismi produttivi e le ripercussioni Paolo Volponi sul piano della psicologia sociale e delle (letteratura industriale) Lucio Mastronardi abitudini di vita Nanni Balestrini ●nuove forme narrative per adeguarsi ai radicali cambiamenti sociali e culturali degli anni '60 ●confronto con epoche passate per Già nel 1958 Giuseppe Tomasi di comprendere meglio i problemi del Lampedusa con Il Gattopardo presente Romanzo storico Leonardo Sciascia: Il giorno della civetta ●diverse concezioni della storia: 1961 ripetizione inevitabile di errori/fuga dal presente ●violenta reazione contro la letteratura Giorgio Manganelli consumistica Narrativa della Neoavanguardia Edoardo Sanguineti ●scelgono ottica degradata della Luigi Malerba quotidianità (Gruppo 63) Alberto Arbasino ●dissoluzione della trama tradizionale
La letteratura industriale Definizione: per letteratura industriale si intende un insieme di opere omogenee per area tematica nate negli anni in cui l'Italia abbandona l'economia agricolo- artigianale per compiere il passo verso l'industrializzazione. ●E', quindi, strettamente collegata all'industrializzazione e al conseguente formarsi della classe operaia. Il dibattito teorico su definizione e aspetti della letteratura d'industria fu lanciato nel 1961 sulle pagine del Menabò di letteratura n.4, la rivista fondata e diretta da Elio Vittorini e Italo Calvino, e continuò nell'anno successivo senza tuttavia arrivare ad una rigorosa definizione di genere. La discussione si concentrò sui temi ● ● - dell'alienazione causata dal lavoro seriale meccanizzato e parcellizzato, ● - del ruolo dello scrittore ● - dell'aspetto formale ●Vittorini:“[...] E lo scrittore, tratti o no della vita di fabbrica, sarà a livello industriale solo nella misura in cui il suo sguardo e il suo giudizio si siano compenetrati di questa verità e delle istanze […] ch'essa contiene”.
L'unico modo di esprimere efficacemente i problemi della società industriale è quello di ricorrere ad una letteratura di avanguardia che utilizzi lo stesso linguaggio alienato in cui il mondo si esprime. Tra i rinnovamenti linguistici più significativi ci fu la messa in circolazione di termini tecnici appartenenti al mondo del lavoro e di varietà linguistiche informali proprie del parlato delle varie regioni. Nel corso degli anni '50-'60 al dibattito teorico si accompagnò una vasta produzione narrativa. Tempi Stretti di Ottiero Ottieri (1957) è uno dei primi esempi di romanzo industriale, in cui si descrive la vita dell'operaio in fabbrica, scandita dal ritmo di produzione che mal si concilia con i bioritmi degli individui. Emerge il tema dell'alienazione in un ambiente degradante come la fabbrica. Donnarumma all'assalto di Ottiero Ottieri (1959), Italia del Sud, fine anni Cinquanta. Una grande azienda settentrionale ha deciso di impiantare una nuova fabbrica nel cuore del Mezzogiorno. E' il 1954 quando Giovanni Testori pubblica Il dio di Roserio, il primo atto di quella che diventerà una “commedia umana” lombarda; per setta anni, Testori tornerà sempre sugli stessi temi: due raccolte di racconti, Il ponte della Ghisolfa, La Gilda di Mac Mahon, due testi teatrali, La Maria Brasca, dove il mondo è quello delle operaie di Niguarda, L'Arialda e un romanzo, Il Fabbricone. Al centro c'è il mondo della periferia milanese.
La trilogia di Lucio Mastronardi: Il calzolaio di Vigevano, che viene pubblicato nel 1959 sul primo numero de Il Menabò e che gli procura attenzione e considerazione dalla critica. Il maestro di Vigevano, finito di scrivere nel 1960 e pubblicato due anni dopo grazie alle referenze di Italo Calvino. Il meridionale di Vigevano, terminato nel 1963 e pubblicato nel 1964. In questi romanzi emergono i caratteri assurdi della realtà moderna nel passaggio dalla civiltà contadina a quella industriale tra violenze, ricatti e ipocrisie in una piccola città di provincia. Del '62 tre romanzi: Una nuvola d'ira di Giovanni Arpino, che tratta del disagio esistenziale di tre operai militanti comunisti che a Torino, scoprendo la loro fragilità, individuano nella progressiva integrazione nella società consumistica l'unica possibilità di salvezza. La vita agra di Luciano Bianciardi, che mette in luce le tare della nuova società capitalistica con la surclassante cultura di massa, il benessere consumistico, l'alienazione. Memoriale, di Paolo Volponi, che tratta del rapporto tra uomo e lavoro industriale. E' la storia dell'ex contadino Albino Saluggia, che all'indomani della guerra trova lavoro in un'impresa in Piemonte, con cui però entra in conflitto e da cui finisce per essere allontanato. Del '65, Il padrone, di Goffredo Parise, un Bildungsroman il cui giovane protagonista viene assunto in una ditta commerciale milanese in cui vige il culto assoluto del padrone, il quale dispone degli operai come di puri oggetti. Il giovane ben presto viene a conoscenza di questa amara verità e, dopo inutili tentativi di ribellarsi al sistema, arriverà ad una completa sottomissione e a una morte metaforica.
Alcuni autori hanno intravisto nel lavoro industriale “una via di libertà” (Calvino), una condizione favorevole all'emancipazione sociale per le classi meno agiate, spesso di origini meridionali o all'acquisizione di una più matura coscienza di classe. Non tutta la letteratura industriale si concentra sulle figure di operai. Ne esiste un'altra, parallela, sulla condizione degli intellettuali. Anche in questo caso, il panorama mostra una serie di personaggi delineati con effetti di parodia o di straniamento: La nuvola di smog (1958) di Italo Calvino, che narra le vicende di un giornalista ossessionato dallo smog, impiegato presso una rivista sensibile ai problemi ambientali, “La Purificazione”, finanziata da una ditta tra le più attive a inquinare l'aria. Il senatore (1958) di Giancarlo Buzzi, dove il protagonista è un dirigente che lavora in un'azienda immersa dentro la nebbia, a cui non riesce di incontrare, malgrado gli sforzi, il suo capo, mentre continua ad avere colloqui con il fantasma del vecchio fondatore, morto ormai da diversi anni.
CARTOLINE DA MILANO
Quartiere QT8
Cuore di Brera
Ponte della Ghisolfa
La Maria Brasca
Rocco e i suoi fratelli
La ragazza Carla di Elio Pagliarani
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