La classe diventa un set: come creare il nostro primo video
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STRUMENTI • La classe diventa un set: come creare il nostro primo video La classe diventa un set: come creare il nostro primo video ■ Monica Banzato, Domenico Corcione, Università Ca’ Foscari, Venezia [banzato, corcione]@unive.it STRUMENTI «Fare un film significa migliorare la vita, gliato nel quale sono indicati i movimenti sistemarla a modo proprio, significa pro- della macchina da ripresa, come devono esse- lungare i giochi dell’infanzia». re truccati i personaggi, il tono della loro vo- [François Truffaut] ce nelle battute, i movimenti che devono fa- re, le descrizioni delle location, e così via. Realizzare un video, oggi, nell’era del mon- taggio digitale, è facile. Basta accontentarsi Come scrivere una sceneggiatura di un qualità accettabile, di riprese occasio- Esistono almeno due modi diversi per scri- nali effettuate con videocamere non profes- vere una sceneggiatura: quella italiana (sot- sionali e di un montaggio veloce. Ma se vo- to) e quella americana (a pagina 50). gliamo realizzare un buon video, dovremo Nella forma italiana il foglio è diviso in due usare “cuore” e “testa”. colonne: nella colonna di sinistra vengono 1 Se vogliamo trasformare la nostra classe in date tutte le indicazioni relative alla parte In alcune sceneggiature sono indicate anche le in- un vero e proprio set cinematografico, oltre visiva, le azioni dei personaggi e le descri- quadrature: campo lun- alla vena artistica, dovremo usare razionalità zioni1 degli ambienti. In quella di destra ci go, campo medio, piano e applicare delle regole precise in tutte le fa- sono quelle relative al sonoro, cioè i dialo- americano, piano se- si della realizzazione: dalla divisione dei ghi, i rumori e, alle volte, anche le musiche. quenza e così via. compiti e dei ruoli, alla pianificazione di tutte le strategie iniziali prima delle riprese, al rispetto delle regole durante l’azione di 138 - EST. RETRO DEL TEATRO - NOTTE (sceneggiatura “italiana”) regia, alle tecniche per un montaggio tanto semplice quanto efficace. Plissken esce in strada e da un’occhiata alla Musica proveniente Se il soggetto delle nostre riprese è un even- radiobussola, poi si guarda intorno e cammina dall’interno del teatro. to come una recita scolastica, ci dovremo do- verso la macchina da presa fino ad una rampa cumentare attentamente per sapere prima di di scale che scende. Inizia a scendere. iniziare a “girare a zonzo”, quali sono i mo- Si sente sbattere la porta menti principali da riprendere. Dovremo de- del teatro cidere in anticipo le postazioni di ripresa, controllare le luci, decidere quali inquadratu- Plissken si volta di scatto a fucile spianato 49 re effettuare: le scene d’insieme, gli spettato- Cabbie fa un passo verso Plissken con le mani ri prima che si abbassino le luci, gli attrezzisti in alto. È tranquillo. dietro al sipario, il primo piano degli occhi dell’attrice principale, i visi sorridenti degli CABBIE: Ehi... Sei Iena Plissken, è vero? insegnanti che hanno allestito lo spettacolo, e così via. In fase di montaggio è molto im- Plissken lo fissa senza abbassare il fucile portante poi non lasciarsi prendere dalla foga di inserire tutte le transizioni possibili e più PLISSKEN: Che cosa vuoi? strane. Al cinema, quello vero, usano passag- CABBIE (fuori campo): gi semplici tra una scena e l’altra. Niente. LA SCENEGGIATURA Plissken abbassa il fucile. Per realizzare un buon video ci vuole una ot- Cabbie sorride. Si avvicina a Plissken, ma CABBIE: Io ti credevo tima sceneggiatura. La sceneggiatura parte questi ricomincia a scendere le scale. morto. da un’idea: un’ispirazione, uno spunto crea- Cabbie si avvicina alla rampa e lo guarda. tivo, una parola, una sensazione, un’immagi- numero 1-2007 TD40 ne che ci appare nella mente. L’idea poi è svi- CABBIE: Ehi... Non vorrai luppata in un racconto estremamente detta- gironzolare là sotto, Iena.
STRUMENTI • La classe diventa un set: come creare il nostro primo video 138 - EST. RETRO DEL TEATRO - NOTTE (sceneggiatura “americana”) La grande porta si apre e Plissken esce chiudendosela alle spalle. Da un’occhiata alla radiobussola, poi osserva la strada e cammina fino a che non raggiunge una rampa di scale che scende. Da un’oc- chiata giù, poi inizia a scendere. D’improvviso la porta del teatro si apre! Plissken si volta di scatto a fucile spianato. Cabbie cammina verso di lui, con le mani alzate. Non sembra per niente spaventato. CABBIE Ehi... Sei Iena Plissken, è vero? Plissken lo guarda, un po’ sorpreso. PLISSKEN Che cosa vuoi? CABBIE Niente. Plissken abbassa il fucile. CABBIE (continua) Io ti credevo morto. Plissken si volta e riprende a scendere le scale. Cabbie si avvicina e lo guarda. CABBIE Ehi... Non vorrai gironzolare là sotto, Iena. Nessuna risposta. La forma americana è quella che, come im- paginazione, si avvicina di più ad un roman- zo. Si riempie il foglio dal margine sinistro a quello destro, e si cerca di dare al racconto una scorrevolezza letteraria. I dialoghi sono scritti al centro della pagina, con un piccolo rientro su entrambi i lati rispetto al testo normale, in modo da permettere di capire immediatamente se nella pagina sia raccon- tato un dialogo o una scena d’azione. Non ci sono indicazioni tecniche per non rende- re troppo “pesante” la lettura a persone che non hanno una perfetta conoscenza della tecnica cinematografica. Questi sono due modi diversi di narrare la stessa scena: il primo incontro tra Iena Plis- sken (Kurt Russell) e Cabbie (Ernest Bor- 50 figura 1 La locandina di 1997: fuga da New York figura 2 Un esempio di story- board. numero 1-2007 TD40
STRUMENTI • La classe diventa un set: come creare il nostro primo video gnine) in 1997: Fuga da New York. Per i “ci- nefili irriducibili” e per completezza delle informazioni riportiamo qui di seguito la trama (in estrema sintesi) e il manifesto del film nell’edizione italiana (figura 1). La trama. 1988, a causa del dilagante au- mento della criminalità, l’isola di Manhat- tan è stata trasformata in un carcere fortifi- cato di massima sicurezza al cui interno vengono abbandonati a se stessi i criminali condannati a vita. C’è una sola legge, quel- la del più forte. 1997: ora. Mentre l’eroe di guerra ‘Iena’ Plis- sken attende di venir trasferito nel carcere, l’Air Force One viene dirottato e si schianta dentro le mura. Dietro la promessa della li- bertà, Iena viene mandato a Manhattan con il compito di recuperare il Presidente ed un im- portantissimo nastro registrato. Ha venti- quattr’ore di tempo prima che due minusco- le cariche esplosive iniettategli nel sangue lo uccidano, ma per un uomo, che già tutti cre- dono morto, l’impresa non è impossibile. In pratica, dunque, la sceneggiatura è il ro- manzo del film, una storia che narra ciò che si vedrà poi sullo schermo. Il racconto, in- figura 3 in alto figura 4 vece di essere diviso in capitoli, è diviso in Esempio di storyboard: Esempio di storyboard scene. Ogni scena inizia con un titolo, che Volere volare di Mauri- dal film Il codice da Vin- ne definisce il tempo ed il luogo. zio Nichetti. ci. Scena di chiusura della grata e assassinio SCRIVERE PER IMMAGINI: di Sauniére. LO STORYBOARD Lo storyboard è la storia rappresentata per immagini. Alcuni sceneggiatori e registi di- segnano solo le immagini più importanti e rappresentative della storia, altri invece ri- portano delle versioni dettagliatissime delle singole scene, commentandole anche dal punto di vista tecnico-registico. Per costruire uno storyboard bastano pochi tratti. Non bisogna essere dei “Raffaello” 51 per abbozzare la scene che bisogna girare. Se poi, riusciamo a trovare un amico dise- gnatore che ci possa aiutare, ancora meglio. Per la costruzione di uno storyboard vi con- sigliamo, una volta terminata la sceneggiatu- ra, di disegnare senza preoccuparvi del lato artistico. Vi consigliamo anche di scrivere ac- canto agli schizzi le vostre note, con le indi- cazioni di come deve essere composta la loca- tion e di quello che i personaggi devono fare. Magari completate lo storyboard con delle indicazioni per la ripresa (nell’esempio sopra riportato i rettangoli indicano dei primi piani) e delle didascalie per i dialoghi (figura 2). Facciamo ora una riflessione: rileggendo con attenzione queste ultime indicazioni numero 1-2007 TD40 non vi sembra di essere proiettati nel dise- gno delle strisce di un fumetto? (figure 3-4)
STRUMENTI • La classe diventa un set: come creare il nostro primo video 2 In rete esistono tantissimi manualini ed Help di Mo- vie Maker. Quello chi ci ha colpiti per chiarezza e lucidità e senz’altro quello di Francesco Caccavella che qui volentieri citiamo. figura 5 Anteprima di Adobe Premiere PRO 2.0. DALLA REGIA AL MONTAGGIO Movie Maker 2.0 Una volta terminata la sceneggiatura ed Di converso esiste un programma semplice, identificate le location, le scene, i personag- che si padroneggia in pochissimo tempo (il gi e i dialoghi, non ci resta altro che munir- tempo di questo saggio), gratuito e al tem- ci di videocamera ed iniziare a girare le sce- po stesso capace di accontentare la nostra ne del nostro primo video. voglia di cimentarci a diventare registi: Terminati i “ciak” dovremo riversare le sce- Windows Movie Maker2. ne girate dalla telecamera al nostro PC. Con Movie Maker si può importare, modi- Scegliere il programma ficare, corredare di audio e salvare un video Esistono tantissimi programmi per costrui- digitale acquisito dalla videocamera o con- re un video: tra i tanti, Adobe Premiere servato sul computer. Si può utilizzare il PRO 2.0 (Windows e Macintosh) (figura 5) software anche per pubblicare un video sul e Final Cut Express HD (Macintosh) (figu- proprio sito, per inviarlo via e-mail o per ra 6). Questi due pur essendo in assoluto i creare una presentazione d’impatto (ad programmi migliori comunque presentano esempio, la presentazione del prof. Robert figura 6 degli svantaggi: sono piuttosto complessi, Langdon nella scena del seminario iniziale non si padroneggiano in breve tempo, ma del film Il codice da Vinci). Anteprima di Final Cut soprattutto non sono gratuiti. Express HD. 52 LA CLASSE DIVENTA UN SET Capita di non avere tanta fantasia nello scri- vere oppure di non avere idee. Possiamo di- ventare lo stesso degli sceneggiatori, dei re- gisti e dei raffinati tecnici di montaggio? Possiamo provare a realizzare un “piccolo” film? La risposta non può che essere affermativa. Apriamo un libro di racconti brevi e provia- mo ad inventarci delle sceneggiature. In una esperienza fatta in una scuola media, ci siamo divertiti a realizzare un “corto” sulla scena del battesimo del figlio di Peppone, appartenente al libro Mondo Piccolo di Gio- vannino Guareschi. Per realizzare l’impresa abbiamo diviso il la- voro in sei fasi: numero 1-2007 TD40 1. gli allievi, insieme all’insegnante di lette- re, hanno letto approfonditamente il ca-
STRUMENTI • La classe diventa un set: come creare il nostro primo video pitolo “il battesimo”, tratto dal libro no montato il film con “Windows Movie Don Camillo - Mondo piccolo; Maker”. Ovviamente in questa fase il re- 2. gli allievi e gli insegnanti coinvolti nel gista era prodigo di consigli; progetto (l’insegnante di lettere, l’inse- 6. ogni gruppo ha presentato alla classe il gnante di educazione artistica e l’inse- suo risultato. gnante di educazione tecnica) hanno vi- L’esperienza è stata esaltante; insegnanti e sto più volte la realizzazione della scena studenti sono diventati un vero e proprio del film (il primo della serie) Don Ca- cast in cui i ruoli di regista, sceneggiatore, millo; operatore, montatore, fonico di ripresa e at- 3. agli allievi, dopo avere dato le istruzioni tori sono stati distribuiti in base alle aspira- su come scrivere una sceneggiatura (nel- zioni e competenze. la modalità italiana), è stato affidato il Gli allievi, sia in itinere sia al termine del la- compito di scriverla (gli allievi erano sta- voro, si sono resi conto che dietro la produ- ti divisi in gruppi di quattro); zione di un solo minuto c’è il lavoro di gior- 4. gli allievi sono stati diretti dal regista (un ni e che i titoli di coda di un film, pur se giovane studente del DAMS con espe- estesi (abbiamo mostrato loro i titoli di co- rienza di regia di “corti”) e “girati” i co- da di in film di successo a cui a vario titolo sì detti giornalieri; avevano partecipato solo duecento perso- 5. nell’aula di informatica gli allievi con ne), non rendono giustizia al lavoro vera- l’insegnante di educazione tecnica han- mente impiegato. riferimenti bibliografici SULLA SCENEGGIATURA re, Dino Audino Editore, Roma. una grande sceneggiatura, Di- AA.VV. (1992), Script - Scrivere Calvino I. (1998), Sulla Fiaba, no Audino Editore, Roma. fiction per la tv, Dino Audino Mondatori, Segrate (MI). Kundera M. (1988), L’arte del Editore, Roma. romanzo, Adelphi Edizioni, Mi- Syd Field (2001), Come risolve- Carver R. (1997), Il mestiere di lano. re i problemi di sceneggiatura, AA.VV. (1992), Script 1 - Il me- scrivere, Einaudi, Torino. Dino Audino Editore, Roma. stiere di sceneggiatore, Dino Llosa M. V. (1998), Lettere ad un Audino Editore, Roma. Cremonini G., Frasnedi F. aspirante romanziere, Einaudi, Vanoye F. (1997), La sceneggia- (1982), Vedere e scrivere, Il Mu- Torino. tura forme dispositivi modelli, Age (1990), Scriviamo un film, lino, Bologna. Edizioni Lindau, Torino. Pratiche Editrice, Parma. Lukacs G. (1981), Teoria del ro- manzo - Fratelli Melita Editori, Wolff J. (2000), Come funziona Aimeri L. (1998), Manuale di Fabbio P.C. (1979), Guida al ci- La Spezia. una sit-com - Dino Audino Edi- sceneggiatura cinematografica, nema comico, Gammalibri. tore, Roma. Utet, Torino. Marquez G. (1997), Come si Ferrari L. (2000), Come funzio- scrive un racconto, Giunti. Amadori A., Piepoli N. (1992), na una soap opera, Dino Audi- SUL MONTAGGIO DIGITALE Come essere creativi, Sperling no Editore, Roma. Mazzoni R. (1995), Scrivere, Il Bazin A. (1973), Che cosa è il 53 Kupfer, Milano. Saggiatore, Milano. cinema, Garzanti, Milano. Forlai L., Bruni A. (1997), Come Auerbach E. (1971), La tecnica raccontare una grande storia, Moscati M. (1989), Manuale di Borin F., Ellero R. (a cura di) di composizione della novella, Dino Audino Editore, Roma. sceneggiatura, Mondadori, Se- (1998), Il montaggio, Circuito Edizioni Teoria, Roma. grate (MI). Cinema, Venezia. Forlai L., Bruni A. (1998), Ar- Battistrada L., Felisatti M. chetipi mitici e generi cinemato- Muscio G. (1981), Scrivere il Maggioni D. (1997), Professio- (1993), Corso di sceneggiatura, grafici, Dino Audino Editore, film, Savelli Editore, Roma. ne Film Maker, Mondatori, Se- Universale Sansoni, Milano. Roma. grate, Milano. Pirro U. (1982), Per scrivere un Bonfantini M., Oliva C. (1990), Giacovelli E. (1990), La comme- film, Rizzoli, Milano. Masi S. (1985), Nel buio della I maestri del giallo, Lucchetti dia all’italiana, Gremese Edito- moviola, Lanterna Magica, L’A- Editore, Bergamo. re, Roma. Salerno P. (1999), (a cura di) La quila. fiction in italia, Dino Audino Caillois R.(1985), Dalla fiaba Gulli D. M. (2000), Manuale di Editore, Roma. Reisz K., Millar G. (1981), La alla fantascienza, Edizioni Teo- sceneggiatura: dal fumetto al ci- tecnica del montaggio cinema- ria, Roma. nema, Lexy produzioni audiovi- Salizzato C., Zagarrio V. tografico, Sugarco, Carnago sive, Terni. (1985), Effetto commedia, Di (Va). Calvino I. (1998), Lezioni ame- Giacomo Editore, Roma. numero 1-2007 TD40 ricane, Mondatori, Segrate Howard D. Mabley E. (1999), Villain D. (1996), Il montaggio (MI). Gli strumenti dello sceneggiato- Seger L. (1997), Come scrivere al cinema, Lupetti, Milano.
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