MILAB MILITARY ARBUCTION - MIND CONTROL

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MILAB-MILITARY ARBUCTION-MIND CONTROL

    MILAB MILITARY ARBUCTION – MIND CONTROL

    Esperimenti segreti condotti nei paesi imperialisti occidentali
        nascosti sotto il paravento di falsi sequestri alieni.

   Nelle persone coinvolte nei “rapimenti, alieni”, si riscontrano nei
racconti molti omissioni, volute o meno, che rappresenta un
ostacolo per la ricerca, poiché racconti monchi non forniscono un
quadro completo e attendibile del fenomeno. Un esempio chiaro
sono le cosiddette esperienze virtuali note con il termine VRS
(Virtual Reality Scenario), ossia scenari di realtà virtuale, indotti
dall’esterno, e per il soggetto in sostanza indistinguibile della realtà
oggettiva. L’individuo può sperimentare una determinata situazione
attraverso input sensoriale totale e reagire con spontanee risposte
fisiche ed emotive, anche se nella realtà si trova sdraiato su di un
lettino per esami clinici o sta dormendo nel suo letto senza ricevere
alcun segnale esterno che lo disturbi.
  Secondo il professor Helmut Lamner (scienziato austriaco) i falsi
rapimenti alieni sono eseguiti da militari: “dobbiamo cercare di
comprendere qual è il programma che si cela dietro il fenomeno
delle abductions aliene e qual è lo scopo delle MILAB. C’è un forte
interesse dei militari nello sviluppo d’impianti cerebrali, bio-chip per
la realtà virtuale, proiezione d’immagini oleografiche, dispositivi di
occultamento e armi che alterano la mente”.
   L’esistenza di queste tecnologie induce a formulare le seguenti
ipotesi:
1° Si stanno compiendo, da qualche tempo, esperimenti segreti
sugli esseri umani.
2° Tali esperimenti sono nascosti ai cittadini della propria nazione, e
finanziati segretamente.
3° Che ufologi e studiosi “ufficiali” non si sono mai dimostrati molto
entusiasti di affrontare eventuali violazioni dei diritti umani da parte
della classe dirigente politico militare, probabilmente intimoriti da
eventuali rappresaglie personali.

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                     ESPERIMENTI CONTRO I CIVILI.

  Dice ancora Lamner “Tutti quelli che si rifiutano di credere che
siano stati compiuti esperimenti segreti sulla gente, inclusi i
bambini, dovrebbero visionare i documenti comprovanti gli
esperimenti effettuati da servizio segreti militari, prima,
durante e dopo la guerra fredda e che sono ormai di dominio
pubblico”.
   In U.S.A. le vittime da tempo denunciarono tutto quello avevano
subito. Alla fine sembrava qualcosa cominciava a muoversi quando
nel 1994 Clinton creava l’ACHRE (Advisory Commission on
Human Radiation Experiments) che nel suo ACHRE Report
rileverà i terribili esperimenti condotti nel periodo della cosiddetta
Guerra Fredda.1
   Il 15 marzo 1995, dinanzi all’ACHRE, le vittime, comprese che gli
esperimenti su di loro furono eseguiti sin da quando erano piccoli,
fornirono testimonianze raccapriccianti. Esse affermarono che
durante gli esperimenti della CIA furono sottoposte a radiazioni e/o
lavaggio del cervello, ipnotizzate, drogate, torturate
psicologicamente, minacciate e persino violentate. Le
raccapriccianti dichiarazioni includono:
    - La testimonianza di Cristina De Nicola, secondo cui il “dottor
       B” aveva condotto a Tucson (Arizona) esperimenti sul controllo
       della mente usando farmaci, iniezioni e rappresentazioni
       postipnotiche ed esperimenti d’irradiazione sul collo, gola e
       utero. Gli esperimenti erano cominciati quando Cristina aveva
       4 anni.
    - La testimonianza di Claudia Mullen, secondo cui il dottor
       Sideny Gottlieb (sempre lui) aveva usato prodotti chimici,
       radiazioni, ipnosi, farmaci, isolamento in vasche di acqua,
       privazione del sonno, scosse elettriche, lavaggio del cervello e
       abusi emotivi, sessuali e verbali tra esperimenti sul controllo
       della mente che avevano l’obiettivo di trasformarla, da quando
       era solo una bambina, in una “spia perfetta”. Secondo le
       dichiarazioni rese al comitato, i ricercatori avevano giustificato
       gli abusi dicendole che stava servendo il suo paese “nel suo
       coraggioso sforzo di combattere il comunismo” (e proprio vero
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      l’anticomunismo come una volta il patriottismo è il rifugio delle
      canaglie).
   - La testimonianza di Suzzane Starr, secondo cui “un dottore,
      ritiratosi dall’esercito, aveva prelevato bambini dalle montagne
      dl Colorado per esperimenti”. Poiché parte del gruppo, Su
      zanne era stata sottoposta a esperimenti che includevano
      privazioni ambientali fino alla psicosi forzata, iniezioni, abusi
      sessuali, frequenti sedute di elettroshock e controllo della
      mente. “Ho lottato contro messaggi programmati autodistruttivi
      per suicidarmi, so che cosa è un messaggio programmato e
      non lo seguo”, dichiarò al comitato a proposto degli effetti a
      lungo termine, ance in età adulta, degli esperimenti.
  L’ex presidente degli Stati Uniti d’America Clinton, nel 1995, dopo
le proteste del Comitato dei sopravvissuti degli esperimenti di
controllo mentale su esseri umani ha chiesto pubblicamente scusa
al paese e alle vittime di questi esperimenti, affermando che non se
ne sarebbe più fatto uso.
  Ormai è noto che non solo negli U.S.A. ci sono stati questi
esperimenti ma anche in Canada, Gran Bretagna, Svezia e Italia.

                    POSSIBILI SCOPI DELLE MILAB

  Uno dei possibili scopi delle MILAB è che si tratti di esperimenti
su controllo mentale e comportamentale. Esistono prove di
esperimenti in istituti di ricerca su deprivazione sensoriale,
respirazione liquida, stimolazione elettromagnetica dei lobi
temporali, ricerca sul cervello e innesto d’impianti.
  Ormai è noto che nel periodo successivo alla seconda guerra
mondiale, ci furono esperimenti segreti sul controllo della mente e
del comportamento a partire dal famigerato MK ULTRA.
  Pare ovvio che i militari U.S.A. continuino anche oggi questi
esperimenti. In un documento del 1996 dell’Aeronautica Militare
Statunitense (USAF) denominato “Air Force 2025” e più
precisamente nella sezione intitolata “Information Operations: A
New War” (una nuova capacità di combattimento in guerra), dove
vengono presi in esame scenari tecnologici/bellici nel 2025. In
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questo rapporto si accenna alla possibilità microscopici chip
nel cervello, i quali svolgerebbero due funzioni:
1° Il bio-chip impiantato connetterebbe l’individuo a una rete di
sistemi satellitari o smart satelites (IIC) in orbita bassa attorno
alla Terra, creando un’interfaccia tra la persona impiantata e
incredibili risorse informatiche. L’impianto rilascerebbe le
informazioni elaborate dallo IIC direttamente al cervello dell’utente.
2° Il bio-chip potrebbe creare una visualizzazione mentale
dell’ambiente circostante, generata dal computer e basata
sulle richieste dell’utente. La visualizzazione sarebbe di 360°,
non più limitata dal campo visivo umano, e permetterebbe al pilota
di un aereo da caccia di porsi in una zona di guerra a lui
perfettamente visibile. Inoltre, una vasta gamma di armi sarebbe
collegata al sistema satellitare, permuterebbe agli utenti impiantati,
in possesso di autorizzazioni speciali (soldati cibernetici), di usare
direttamente queste armi. Questo significa che un soldato potrebbe
mantenere la vista nella maniera normale, con più una sfumatura
d’informazioni che identifichino e descrivano oggetti specifici che
non rientrano direttamente nel suo campo visivo.
  Si può osservare da tali studi che la ricerca segreta sulle human-
brain-machine (cervello umano/macchina) e impianti di realtà
virtuale, è già stata intrapresa.

               Armi per la manipolazione mentale

  Dal centro Informazioni Tecniche di Fort Belvoir, Virginia, emerge
un fascicolo, Information Warfare, che studia le informazioni
olografiche, i dispositivi di occultamento e mimetica multispettrale
che fornirà ai militari capacità strategiche. E’ questa la tecnologica
più promettente, quella atta a creare ambienti fittizi che un
avversario potrebbe credere reali. E’ uno strumento ideale per
le operazioni di PSYWAR (guerra psichica) dove si tenta di
influenzare le persone che sono bersagliate, proiettando
immagini olografiche che trasmettono l’effetto desiderato.
  All’inizio degli anni ’80 il dottor Eldon Byrd era a capo di un
progetto americano sulle armi elettromagnetiche. Gran parte di
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queste ricerche erano condotte nell’Istituto di Ricerca Radiobiologia
di Bethesda, (Maryland). Scopo di queste ricerche era di rilevare le
attività elettriche del cervello e il modo di influenzarle. Usando onde
a frequenze molto basse per stimolare il cervello che rilasciava
alcune sostanze chimiche capaci di regolare il comportamento
umano. Questo sistema applicato agli uomini usati come cavie
provocava immediatamente nausea e sintomi influenzali.

    I presunti rapimenti “alieni” – bande armate in divisa per
                       operazioni sporche

   Molte persone che sono passate attraverso l’esperienza anno
rilevato, i seguenti elementi:
1° Attività di elicotteri senza insegne.
2° L’apparizione di strani furgoni e veicoli nelle finanze delle
abitazioni dei rapiti.
3° Esposizione a campi magnetici che disorientano
4° Trasporto in strutture segrete sotterranee dopo essere stati
drogati.
   Nei rapiti venivano riscontrati effetti collaterali quali spossatezza e
senso di nausea.

                       CORPI ESTRANEI NEI RAPITI

  Uno dei principali elementi narrativi ricorrenti consiste
nell’introduzione da parte dei rapitori, in corrispondenza di varie
locazioni anatomiche corpi estranei (C.E.) che è designato con il
termine tecnico di microimpianti (AMI).
  Questi C.E. Avrebbero dimensioni ridotte, da 05-0,7 mm a 7-10
mm e caratteristiche mordo-strutturali molto eterogenee. Nella
letteratura specializzata, non sempre attendibile, si legge che, a
seguito di esami diagnostici radiologici, quali i raggi x, la TAC, e la
Risonanza Magnetica Nucleare, esami ad alcuni presunti rapiti si
sarebbero sottoposti per avere la diagnosi di un disturbo di cui
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erano affetti o in taluni casi desiderosi di verificare l'eventuale
presenza di Corpi Estranei.
   Le locazioni anatomiche in corrispondenza delle quali sarebbero
stati rilevati Corpi Estranei sono: il Sistema Nervoso Centrale, il
canale uditivo, i globi oculari (sotto e dietro di essi), il setto nasale,
l'addome, i gomiti e le ginocchia, in particolare quello sinistro, le
mani e i piedi.
   Di particolare interesse sono i Corpi Estranei la cui presenza
sarebbe stata rilevata nel setto nasale; questi piccoli oggetti
sarebbero stati introdotti in tale sede attraverso la cavità nasale
sinistra, mediante l'utilizzo di una sorta di ago manovrato da un
braccio meccanico e recante all'estremità il Corpo Estraneo stesso.
   Attualmente grazie al connubio fra psiconeurofisiologia, la
microelettronica, l'informatica e la bioenergetica è stato possibile
sviluppare progetti d'avanguardia volti a realizzazioni quali l'utilizzo
di Microimpianti sia sul settore civile che in quello militare.
    Si sa che i microchip impiantati sono in grado di agire sulla
neurofisiologia delle persone “ospiti”, influenzandola. E noto che
Delgado condusse una serie di studi sull'elettrostimolazione
cerebrale, nel corso dei quali realizzò un dispositivo, denominato
Stimoceiver, con il quale era in grado di esercitare un controllo a
distanza su animali ed esseri umani. A un dato soggetto cavia, sia
esso animale o umano, venivano infissi nel cervello alcuni elettrodi i
quali andavano a stimolare determinate aree cerebrali. A loro volta,
tali elettrodi erano collegati a un ricevitore di onde radio a media
frequenza che si attivavano, selettivamente o in modo combinato,
secondo gli impulsi radio ricevuti. In questo modo, un operatore - da
una località anche lontana - agendo opportunamente sullo
Stimoceiver, era in grado di far percepire ed eseguire - al soggetto
in questione - tutta una vasta serie di ben determinate sensazioni e
azioni. In uno di tali esperimenti su di un "paziente"2 umano,
Delgado annotò come, il soggetto in esame, avesse percepito - in
successione - le sensazioni di perdita dei sensi, terrore e
galleggiamento a mezz’aria. Quest’ultima sensazione, peraltro, è
stata indotta ripetutamente nel paziente - nei giorni successivi al
primo test - mediante la stimolazione elettrica di aree cerebrali
diverse.
   In seguito, diversi altri studiosi hanno portato avanti tale genere di
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ricerche, delle quali i mass-media hanno sempre parlato troppo
poco (ma il perché è ovvio e fa rima con potere e controllo
dell’informazione) nonostante la loro natura davvero inquietante.
Uno di questi, Robert G. Heath, della Tulane University, oltre ad
essere riuscito a impiantare fino a un massimo di 125 elettrodi nel
cervello delle sue cavie, ha anche scoperto di poterne controllare la
memoria, cancellando certi ricordi o evocandone altri. Inoltre, questi
era in grado di indurre - nei suoi ‘pazienti’ - il desiderio sessuale, e
sensazioni come la paura e il piacere associandoli ad allucinazioni
percettive. Un altro ricercatore, James Olds della McGill University,
invece, ha individuato le aree cerebrali che - opportunamente
elettro-stimolate - fanno insorgere (nei soggetti cavia umani)
sentimenti quali l’attrazione o la repulsione, e altre che inducono
una sensazione di piacere talmente intensa che il soggetto
dimentica ogni altra cosa. A tale riguardo, fu condotta una serie di
esperimenti su dei topi i quali, agendo su di una levetta, potevano
autostimolarsi. Il risultato fu che, tali animali, rinunciavano ad
alimentarsi, bere e dormire, pur di attivare continuamente e
freneticamente l’elettrodo fino, ovviamente, a crollare sfiniti. Un altro
ricercatore, Bryan Robinson, ha studiato il modo di controllare, con
il sistema sopra descritto, il comportamento sociale di animali
evoluti come le scimmie. Questi difatti, usando un comando a
distanza, riusciva a trasformare gli individui dominanti di un dato
gruppo in individui sottomessi, e viceversa. Robinson - inoltre -, era
riuscito finanche a controllare i comportamenti riguardanti l’istinto, di
tali animali giungendo, tra le altre cose, a fargli venir meno l’istinto
di sopravvivenza, o inducendo le madri a ignorare il richiamo dei
propri piccoli.

         SVILUPPO DELLE RICERCHE SUL CONTROLLO MENTALE

  John C. Lilly, un ricercatore divenuto famoso per i suoi studi sui
delfini (fra le altre cose convinse la marina USA a utilizzare tali
animali, controllati appunto mediante l’elettrostimolazione cerebrale,
in operazioni di guerriglia subacquea), in un articolo sulla rivista
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The Scientist ha rivelato l’esistenza di un’evoluzione - ancora più
inquietante - in tale campo delle neuroscienze legate al controllo
mentale. ‘…Il Dott. Antoine Remond di Parigi - afferma Lilly nel
suo scritto - sviluppando queste tecniche ha dimostrato che, la
stimolazione del cervello, può essere attuata su soggetti umani
anche senza l’intervento del neurochirurgo, cioè senza dover
necessariamente ricorrere all’impiego di elettrodi nella massa
cerebrale. Questo significa che chiunque, purché sia in
possesso dell’idonea strumentazione, possa influenzare e
controllare a distanza il comportamento di un dato individuo
senza che, peraltro, ciò sia visibile dall’esterno, come nel caso
- appunto - di elettrodi fuoriuscenti dal suo cranio, il quale
attesterebbe il controllo in atto sulla persona in questione.
Temo - aggiunge sempre Lilly - che, se una tecnologia del
genere cadesse in mano a qualche gruppo o struttura segreta
deviata, questa potrebbe ‘impossessarsi’ - letteralmente - di un
essere umano, giungendo perfino a modificare - dalla sera alla
mattina - le sue più profonde convinzioni, senza lasciare
alcuna traccia del suo operato’.
  E’ facile intuire come il Dott. Lilly stia alludendo a organismi
d’intelligence governativi statunitensi quali la NSA o la CIA e alle
accuse - più volte formulate nei confronti di queste e fondate su dati
di fatto come, ad esempio, l’esistenza di documenti concernenti il
programma MK- ULTRA - di perseguire in segreto scopi quali il
controllo dei singoli individui finalizzato, questo, alla costituzione di
una società umana “accondiscendente”, e “attenta alla volontà del
potere istituzionale”.
  Ritornando all’articolo del Dott. Lilly, quest’ultimo dovrebbe
saperne parecchio circa gli scopi di detti programmi segreti visto
che, egli stesso, sta portando avanti una serie di ricerche
concernenti il controllo a distanza dei primati (ossia - guarda caso -
proprio le scimmie più simili all’uomo dal punto di vista genetico).
  Il ricercatore Martin Cannon sostiene - nel suo libro - che la CIA
disporrebbe già di una tecnologia chiamata ‘ RHIC-EDOM’. Il
significato letterale della prima parte di tale sigla sarebbe ‘Radio
Hipnotic Intracerebral Control’ (controllo radio-ipnotico cerebrale),
mentre - la seconda parte - sarebbe ‘Electronic Dissolution of
Memory’ (cancellazione elettronica della memoria). In sintesi, tali
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tecniche consentirebbero di indurre a distanza - in un soggetto
umano - uno stato di trance ipnotica, di inviargli sensazioni, di fargli
percepire allucinazioni, di inviargli comandi motori, e di cancellare il
ricordo sia delle istruzioni ricevute sia delle azioni conseguenti. Per
ottenere tutto ciò, si farebbe uso di una versione molto complicata e
miniaturizzata dello ‘ stimoceiver ‘ realizzato da Delgado, che deve
essere inserito nel corpo del soggetto, a contatto con una
terminazione nervosa la quale, nel caso specifico, funziona come
una sorta di ‘terminale remoto’ collegato all”elaboratore centrale’,
cioè il cervello. L’apparecchio in questione, dunque, sarebbe in
grado di inviare stimoli e - finanche - suggestioni post-ipnotiche, in
grado di indurre il soggetto a compiere azioni al di fuori della propria
volontà. La cancellazione della memoria - sempre nel caso di un
soggetto umano - si otterrebbe interferendo, opportunamente, nella
trasmissione dei segnali elettro-chimici tra gli assoni ed i neuroni
cerebrali, mediante campi elettrici indotti da fasci di microonde.
   Nel 1974, J.F.Scapitz, un ricercatore finanziato dal Dipartimento
della Difesa, ebbe un’intuizione agghiacciante: combinare i risultati
degli studi sull’ipnosi raggiunti nel programma MK-ULTRA con la
più recente tecnologia delle microonde. In una breve nota inviata al
Dipartimento della Difesa, Scapitz scriveva: “si dimostrerà che una
parola pronunciata dall’ipnoterapeuta può essere convogliata da
energia elettromagnetica modulata direttamente alle parti del
cervello che sovrintendono al subconscio, senza l’impiego di alcun
dispositivo tecnologico per ricevere o decodificare i messaggi”.
   Per la prima volta, si veniva a conoscenza del fatto che, le
agenzie d’intelligence statunitensi, avevano la possibilità di
manipolare a distanza la mente di un individuo. Ma Scapitz andò
anche oltre, dichiarando che tutto questo si poteva fare senza che il
soggetto ‘prescelto’ si accorgesse di quello che stava accadendogli.
Da allora, l’argomento del controllo mentale è stato sottoposto a
regime di ‘massima segretezza’. Nonostante tale censura, però,
continuano a essere diffuse ’schegge’ di verità, provenienti
principalmente da fonti non statunitensi, dalle quali emerge uno
scenario desolante e agghiacciante. Sussistono indizi sostanziali e
prove circostanziali secondo cui, le tecnologie relative al controllo
della mente ed alla modificazione del comportamento umano, sono
attualmente nascoste dietro un programma denominato Non Lethal
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Defence (NLD).
   L’annuncio, dato nel 1995, che le “armi non letali”, come le
microonde ad alta energia e i dispositivi a radiofrequenza, stanno
per essere date in dotazione’ alle forze di polizia, ha destato
sgomento e allarme in vasti strati dell’opinione pubblica
internazionale. Questo progetto congiunto chiamato Operations
Other Than War (Operazioni Diverse Dalla Guerra), conferisce ai
militari la possibilità di intervenire in ambito civile con la scusa
dell'ordine pubblico e della ‘difesa delle istituzioni’, cosa - questa -
assolutamente contraria alla costituzione degli Stati Uniti. Ma,
com’è facile intuire, basterebbe che un qualsiasi governo di un
paese imperialista governo invocasse, pretestuosamente, uno stato
di “emergenza nazionale” (innescato, ad esempio, da una
situazione come una catastrofe naturale di vaste proporzioni, una
qualche epidemia su scala continentale o globale, oppure una
presa di contatto - palese e diffusa - con intelligenze aliene) per
giustificare il ricorso alla legge marziale, perché le fragili libertà
democratiche sancite da qualsiasi costituzione, vadano -
definitivamente - a farsi benedire.
   Dai primi megacomputer grandi quanto un intero appartamento
fino agli odierni palmari, veri uffici in miniatura, la tecnologia sembra
aver voluto percorrere un solo percorso preferenziale: la
miniaturizzazione estrema. In abbinamento a ciò c’è stata una
considerevole evoluzione dal punto di vista delle velocità dei
processi di calcolo. Si è passati dalle giornate intere dei primi
cervelloni elettronici per fare semplici calcoli, alle frazioni di
nanosecondi per gli attuali per il calcolo di miliardi di operazioni.
   Tutto ciò non è stato fine a se stesso, come i più potrebbero
pensare forse per mancanza di dimestichezza con i mezzi
informatici, ma con un obbiettivo ben preciso ed utile: giungere a
calcolatori sempre più piccoli e potenti tanto da competere con le
potenzialità del cervello umano. Tale obiettivo, infatti, se raggiunto
potrebbe aprire scenari futuri molti instabili che da chi ne trarrebbe
vantaggi è decantato come fantastici e utili al genere umano. Gli
attuali indirizzi d’impiego delle tecnologie scaturite dalla
miniaturizzazione e dal potenziamento della sono una sintesi di
fantascienza e incubo. Proprio in virtù del confronto e il futuro
eventuale superamento delle capacità del cervello umano, stanno
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portando i tecnici di tutto il mondo a varare esperimenti di bio-
informatica: si sta tentando di interfacciare computer e cervello
umano. Ma, al di là delle retoriche di parte portate avanti da chi ha
l’interesse a finanziare certi programmi di ricerca e
sperimentazione, tutto questo a che scopo viene fatto? Basandoci
su i dati che la letteratura in merito ci fornisce, ci si dipana uno
scenario tutt’altro che tranquillizzante.

                         MINIATURIZZAZIONE

  È fra i luoghi comuni della cultura borghese e revisionista che la
macchina è sempre stata al servizio dell’uomo a prescindere dal
contesto dei rapporti di produzione e dell'insieme dei rapporti sociali
rendere in cui è utilizzata. Certamente lo sviluppo tecnologico può
rendere più facili e leggeri certi lavori fisici o mentali da compiere.
Ma da qualche tempo la miniaturizzazione e il potenziamento di
calcolo stanno rendendo possibile il raggiungimento di un traguardo
insperato già solo fino a sette anni fa. Non ci sarà più bisogno di
utilizzare il corpo intero per dire a una macchina, cosa deve fare.
Sarà direttamente il cervello umano a comandare il computer.
Cioè, in altre parole, il computer sarà capace di interpretare i
segnali del cervello. Ma ciò, è utile da un lato poiché rende tutto più
veloce e facile, ma d’altro canto rende anche possibile il contrario.
Un computer interfacciato con un cervello, potrà essere comandato
di leggere o di comandarne un altro. Impossibile? Gli esperimenti
sempre più numerosi in tal senso dimostrano il contrario:
  Il CNRS francese, ci riporta il volume 265 di Science del 16
settembre 1994, ha sintetizzato un transistor completamente
composto in materiale organico. Non vi sono elementi metallici. Si
parla già di ‘cellule elettroniche’. Sarà utilizzabile per applicazioni
biologiche ed è tanto resistente ed efficiente da poter soppiantare in
pochi anni i microchip attuali.
  Riporta il numero 11 di Défense News del 20-26 marzo 1995, che
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il Laboratorio di Ricerche Navali a Washington, come affermato
dall’ex direttore At Cooper, sarebbe riuscito a far crescere neuroni
viventi su chip di computer. La ricerca, portata avanti dal dottor Joel
Schnur, ha condotto alla creazione della tecnica Hippocampal
Neuron Patterning (Modellazione Neurone Ippocampale), la quale
apre prospettive di utilizzo di animali ed umani comandati via
computer per azioni di guerra. Il risvolto ‘positivo’ delle ricerche
potrebbe essere quello di ampliare infinitamente la memoria umana
utilizzando questi chip per l’immagazzinamento d’informazioni.
Tutto questo, prima coperto dal più stretto riserbo, è trapelato in un
congresso della Difesa americana.
   All’Istituto di biochimica Max Planck a Martinsried in Germania dei
biologi sono riusciti a interfacciare un chip con un neurone di una
sanguisuga. Il chip emettendo segnali elettrici interagisce con il
neurone della sanguisuga riuscendo a stabilire un contatto che
determina un vero e proprio dialogo con l’animale. Il risultato è stato
quello di riuscire a indurre l’organismo a procedere in avanti o
indietro ‘a comandò.
   Il Daily Mail del gennaio 1997 ci riporta la notizia riguardante gli
esperimenti condotti da ricercatori dell’Università di Tokyo. Questi
hanno testato un sistema in grado di robotizzare uno scarafaggio
sostituendo alle antenne e alle ali di questo un microchip. Possono
quindi ‘controllare’ lo scarafaggio e munirlo di telecamera per
utilizzarlo in situazioni ove sarebbe impossibile l’utilizzo di mezzi più
ingombranti.
   I laboratori di ricerca inglesi del gruppo Thorn-EMI ha preparato
un chip a effetto di campo sensibile agli ioni che permetterà di
creare veri e propri laboratori chimici in miniatura.
   Un’équipe di ricercatori della British Telecom ha prodotto un
particolare tipo di chip in grado di immagazzinare una quantità di
dati finora inimmaginabile. L’applicazione prevista sarà quella di
utilizzare questo chip in’registratore vitali’ in grado di rendere
possibile l’immortalità (almeno si pensa) potendo trasportare un
chip riempito di tutte le emozioni e conoscenze dell’individuo ‘di
origine’ su un ‘individuo ricevente’ che automaticamente,
interfacciando opportunamente questo chip al cervello, diventerà
l’individuo di origine. Una sorta di ’scatola nera dell’individuo o ’soul
catcher’ (acchiappa-anima).
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   All’Atlanta Veterans Affaire Medical Centre, è stato sperimentato
con successo un tipo di chip introdotto nel cervello di un uomo
colpito da ictus. Questi, prima impossibilitato anche nelle funzioni
respiratorie come nell’articolazione delle parole, riprende possesso
del suo corpo grazie alle stimolazioni elettriche indotte dal chip nei
centri nervosi cerebrali. Parla tramite un computer che riceve gli
impulsi mandati dal chip ad un ricevitore che trasforma questi in
modulazioni sonore che permettono la sintesi di parole.
   Al MIT di Cambridge, negli Stati Uniti, si stanno sperimentando i
primi chip farmacologici. Piccoli computer che ingeriti come delle
pillole, erogheranno, all’interno dell’organismo del paziente, le
sostanze di cui ha bisogno.
   Ricercatori inglesi stanno pensando di collegare in rete le menti
delle persone in un’internet mentale. Attraverso un chip impiantato
nel cervello, sarà possibile collegarsi direttamente alla linea
telefonica e percepire, tramite stimolazioni elettriche del nervo
ottico, le immagini mandate dalla rete direttamente sulla retina,
gestendo il collegamento solo col pensiero.
   Il 2 marzo 1990 la Banca Nazionale di Westminster e il Gruppo
NatWest inventa il sistema MONDEX, sistema di pagamento
elettronico internazionale. Oggi tale sistema è stato sottoscritto da
moltissimi colossi industriali, bancari e del settore telefonico e si
stanno sperimentando chip multifunzionale innestato sottopelle per
fare pagamenti, e per l’identificazione degli individui e per la
localizzazione globale.
   Il traguardo s’intuisce. Lontani da ogni citazione da “grande
fratello”, l’impressione che si hanno dei nuovi limiti che la ricerca sta
infrangendo, è che un domani a qualcuno farà comodo un mondo
interconnesso direttamente fra le persone. Da almeno una decina
anni si controllano gli animali con ogni sorta di impianti.
   C’è tutta una folta schiera di tecnici ed ingegneri che sta
riducendo ai minimi termini i wearable computer rendendoli
utilizzabili ad un’interfaccia cervello-chip. Dall’esperienza più che
decennale dell’utilizzo d’impianti radio sugli animali, si stanno
iniziando a produrre degli impianti dagli utilizzi più vari. C’è chi fra
gli industriali statunitensi, ritenendosi a rischio rapimento, si sta
facendo impiantare sotto pelle dei chip satellitari per la
localizzazione in caso di sequestro; c’è chi fra gli ingegneri
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informatici più all’avanguardia, si è fatto impiantare del radio chip in
grado di far funzionare tutti gli elettrodomestici al solo avvicinarsi
della persona; c’è chi, inoltre, sta pensando di impiantare su tutti
noi, sin dalla nascita, un chip personale e identificativo unico per
ogni individuo, che registri in sé tutte le informazioni dell’‘ospite’,
cosicché semplicemente passando appositi scanner sulla persona
si sappia vita, morte e miracoli in barba a tutti i diritti di privacy.
Ma naturalmente, è inutile negarlo, chi muove le redini della ricerca
e delle industrie affinché tali sistemi si diffondano, pensa più alle
ricadute economiche piuttosto che a quelle etiche o evolutive. Se
un’idea, qualsiasi essa sia, muove soldi, è una buona idea. Ciò
equivale anche a dire che se qualcuno può far affluire a sé fiumi di
denaro con idee che esteriormente semplificano qualche aspetto
della vita comune, cercherà in tutti i modi di promuovere e
diffondere tale idea.
  Ma che succede allora quando un’idea ha come ricaduta la
revisione del concetto di moneta, pagamento e danaro? Visto
l’andamento scientifico che sembra tendere a una diffusione
internazionale forzata tramite mezzi informatici che tendono sempre
più a controllare gli individui, come si può non guardare con
sospetto alla creazione di un nuovo tipo di moneta elettronica
impiantata sotto pelle?

                        IL CONCETTO DI MONDE

   Quest’ultima applicazione della miniaturizzazione e
dell’informatizzazione delle azioni umane sembra essere ben più
drammatica e potenzialmente dannosa di quanto appaia. Se da un
lato un sistema di pagamento elettronico potrebbe, di fatto,
eliminare in un attimo il soldo fisico, sostituendolo con uno virtuale,
il suo abbinamento a tecnologie invasive come quella dell’impianto
di chip multifunzione sotto pelle per essere identificato al solo
passaggio di uno scanner sul proprio corpo, fa certamente venire in
mente, ripetiamo, ciò che noi facciamo con gli animali per fini di
controllo e di studio. Ma tali tecnologie (per schedare gli individui e
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per utilizzi economici) applicate agli esseri umani, in mano a
qualche uomo potente (economicamente e politicamente) non
potranno essere utilizzate in modo sbagliato? Oggi ciò che una
persona possiede (economicamente) può anche essere riposto in
un cassetto e contato ed accumulato autonomamente; domani ciò
sarà virtualmente fatto da macchine che attribuiranno un valore
economico allo spazio disponibile nella memoria di un computer,
gestito da qualche azienda specializzata. Sarà impossibile poter
prelevare dei soldi dalle banche poiché i soldi (e le banche come le
concepiamo oggi) non esisteranno.
    A tutto questo scenario, tutt’altro che ‘tangibile’, si aggiunge che
non avremo neanche la possibilità di attribuire un valore monetario
a una semplice carta magnetica, così come avviene oggi con le
carte di credito o i bancomat: queste saranno sostituite da chip
impiantati sotto pelle che oltre a contenere le informazioni sul
nostro conto bancario, conterranno informazioni quali l’identità, la
residenza, lo stato sociale di un individuo. Al solo passaggio della
nostra persona nei pressi di appositi rilevatori di chip come questi si
potrà pagare, comunicare il nostro codice fiscale, far conoscere al
medico le malattie avute nell’infanzia e quant’, altro si possa
immaginare (e si voglia magari tenere riservato). Si capirà bene che
tutto ciò non è altro che un’equivalenza fra individuo e ciò che è e
che possiede. Dato che il sistema MONDEX è stato brevettato in
tutto il mondo (in società con la MasterCard), è stato sottoscritto
dalle più grandi aziende mondiali che offrono servizi come la
telefonia cellulare (si ricorda che è la stessa Motorola che ha
prodotto tale tecnologia), il mondo informatico e le software house,
consorzi bancari e tanti altri settori economici.
    C’è il reale rischio che fra breve ogni individuo sarà esattamente
ciò che possiede! Ognuno di noi non avrà più la possibilità di gestire
materialmente denaro o valori di altro genere ma trasporterà con sé
‘l’informazione di ciò che possiede. Tutto questo gestito da
un'oligarchia d’individui che ben conoscono già oggi i vantaggi di
una moneta mondiale virtuale, non controllabile se non da chi ne ha
i mezzi e le autorizzazioni (queste ultime potranno anche essere
negate al singolo individuo che vorrà semplicemente controllare il
proprio conto bancario o quanto possiede nel proprio portafoglio
virtuale), ben sanno quanto le economie mondiali siano da traino
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per tutti gli altri settori dell’agire umano (già oggi il consumismo è
addirittura alla base delle ricerche scientifiche). Tutto questo vuol
dire che un sistema di moneta elettronica sotto pelle potrà
rappresentare un cavallo di Troia presente in ognuno di noi,
una falsa tecnologia che rende più semplici le attività umane
ma che, di fatto, renderà schiava la popolazione mondiale che
accetterà il compromesso (e annullerà chi non potrà o non
vorrà farlo), schiava di un nuovo bisogno creato a tavolino da
chi oggi muove le leve del sistema.
    I microchip brevettati e prodotti dalla Motorola per la MONDEX
(US. Pat. No. 5,513,272) hanno caratteristiche che per i profani
possono sembrare la giusta e prevista evoluzione delle tecnologie
in uso già da un decennio per l’identificazione animale. Ma le
caratteristiche di tali chip sono ben più peculiari di quanto sembrino.
Questi microchip misurano tra i 5 e i 7 millimetri di lunghezza e 0.75
millimetri di larghezza. Il chip consente di contenere fino a 34
miliardi di combinazioni di codici identificativi. Sarà quindi possibile,
a dire dalle documentazioni disponibili, memorizzare il nome e il
cognome della persona; la foto del suo viso; il numero di sicurezza
sociale con codici internazionali inclusi; le impronte digitali; la
descrizione fisica; la genealogia della famiglia; l’indirizzo;
l’occupazione; l’appartenenza religiosa; la certificazione penale; dati
sulla storia medica della persona.
    Al loro interno occupa posto una batteria ricaricabile agli ioni di
litio (si ricaricherebbe grazie alle minime fluttuazioni di temperatura
del corpo umano) e un minuscolo trasmettitore radio in grado di
colloquiare con i 66 satelliti in orbita bassa per determinare in ogni
momento la posizione dell’individuo con un errore massimo di un
metro. Proprio per il principio di ricarica della batteria utilizzata, si
sono spesi più di un milione e mezzo di dollari per la ricerca del
posto del corpo umano dove la temperatura varia più velocemente.
I siti migliori sono risultati la fronte, alla radice dei capelli, e sul
dorso della mano destra.

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                       Utilizzo delle tecnologie.

   A questo punto sono plausibili i dubbi sulle reali finalità di tali
sistemi applicati sugli esseri umani, sulla loro reale utilità
confrontata con i relativi svantaggi che potranno procurare, sulle
normali proteste di violazione della privacy che naturalmente
scaturiranno. Se quindi si considerano anche le caratteristiche
peculiari degli impianti dei “presunti” alieni, non si potranno che
fare le seguenti considerazioni:
1° I rapimenti alieni non esistono: non sono gli alieni che
rapiscono gli umani ma organismi occulti che tentano di
sperimentare, senza il consenso delle cavie, mezzi e metodi di
controllo di massa grazie agli impianti per riconoscimento e
rilevamento geografico;
2° Le tecnologie come quella alla base del sistema MONDEX e
simili sono la ricaduta tecnologica dello studio da parte di organismi
governativi occulti;

                 TECNOLOGIE PER UNA GUERRA TOTALE

  Nel 2001 uscì un libro dal titolo indicativo Guerra senza limiti,
Libreria editrice goriziana, gli autori Qiao Liang e Wang Xiangsui,
sono due colonnelli cinesi dell'Aeronautica Militare Cinese che
hanno svolto incarichi come Commissari politici o presso i
Dipartimenti politici dei comandi superiori come addetti alla morale,
disciplina, supervisione dei Comandanti e delle attività di
propaganda.
  In questo libro c'è la codificazione delle nuove regole dell'arte
militare.
  Nei nuovi conflitti dove le finalità non sono mai esplicite si tratta di
combattere la guerra adatta alle armi di cui si dispone e costruire le
armi adatte alla guerra.3 Secondo la tesi di questo libro spazio
convenzionale e spazio tecnologico s’intersecherà. Che il soldato
digitale assumerà il ruolo che prima apparteneva al guerriero
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“sangue e ferro” sostituito o affiancato dal pirata informatico che
può creare danni immensi con intrusioni nelle reti di difesa,
bancarie o finanziare.
    Un esempio di quello che può essere un potenziale conflitto sul
terreno dell'informatica è stato l'interruzione delle comunicazioni
internet che ci fu il 30.01.08,4 quando gran parte dell'Asia,
dell’Africa settentrionale e del Medio Oriente. La causa ufficiale è
che erano stati spezzati tre, forse quattro cavi sottomarini.
   Secondo la CNN: “Egitto, Arabia Saudita, Qatar, gli Emirati,
Bahrein, Pakistan e India stanno subendo danni economici” perché
molti affari avvengono via web”. Aggiunge sempre la CNN: “Alcune
nazioni sono state risparmiate dal caos: Israele – che usa una
sua differente via di traffico – il Libano e l'Iraq”.
   Ovviamente anche le comunicazioni voce e TV furono in pratica
paralizzate nell'area che abbraccia due continenti ed ha come
epicentro il Golfo Persico.
   L’India e in altri paesi per cui internet è la spina dorsale della
nuova economica hanno compiuto enormi sforzi per riconvogliare il
traffico sui cavi del Pacifico, oppure su satellite.
   Uno dei paesi più colpiti è l'Iran, gli esenti (guarda caso) sono
Israele, il Libano e l'Iraq occupato. Le ipotesi possono essere una
prova di attacco, uno strumento di pressione per una guerra
economica, oppure una prova generale di paralisi di Internet a
livello globale, poiché la rete ha dato troppi dispiaceri alle versioni
ufficiali.
   Poi ci sono le guerre commerciali fatte da sanzioni, status della
nazione maggiormente favorita. Le guerre finanziarie fatte per
piegare l'economia di un altro paese. L'uso del terrorismo sia quello
tradizionale fatto di attentati, assassini ma soprattutto per ottenere il
massimo terrore far credere nell'utilizzo di armi biochimiche o
nucleari e utilizzando la tecnologia dei media e della rete (questi
ultimi sistemi utilizzati dalla Falange armata in Italia).
   L'elenco potrebbe continuare poiché in alternativa alla guerra
convenzionale o alle guerre sopracitate (o accanto a esse) ci sono:
la guerra ecologica fatta per influenzare lo stato naturale dei fiumi,
dei mari, dei ghiacci polari; la guerra psicologica fatta di
controinformazione/disinformazione; la guerra degli standard
tecnologici che la si combatte creando monopoli, fissando standard;
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la guerra di contrabbando, la guerra la guerra dei mezzi
d'informazione e in rete; la guerra di aiuti economici che la si
combatte concedendo apertamente favori e cercando di controllare
le cose in segreto; la guerra culturale che la si combatte cercando
di orientare le tendenze culturali per assorbire quanti hanno punti di
vista diversi e la guerra del diritto commerciale dove si attende la
prima occasione per creare regolamenti.
  In sostanza la guerra non consisterà più solamente nell'utilizzo di
mezzi che coinvolgono la forza degli armamenti per costringere il
nemico ad accettare la propria volontà ma consisterà nell'usare tutti
i mezzi possibili per obbligare il nemico a servire i propri interessi.
  Da tempo la tendenza per arrivare alla vittoria nelle guerre attuali
(e future) è la combinazione dei metodi operativi che si usano e che
possono variare a secondo degli scopi che si vogliono raggiungere.
I metodi da combinare possono essere militari, trans-militari
(guerra diplomatica, guerra di network, guerra di intelligence, guerra
psicologica, guerra tattica, guerra di contrabbando, guerra di droga,
guerra di droga, guerra virtuale di deterrenza), oppure non militari
(guerra finanziaria, guerra commerciale, guerra di risorse, guerra di
aiuto economico, guerra di sanzioni, guerra mediatica, guerra
ideologica).
  Ad esempio la cosiddetta “guerra al terrorismo” lanciata da Bush
dopo l'11 settembre è una combinazione di guerra d'intelligence +
guerra finanziaria + guerra di network + guerra ideologica + altri tipi
di conflitti. I conflitti contemporanei sono dei grandi contenitori e la
vittoria è che tutto ciò che si può mettere in questo contenitore.

                        CONSIDERAZIONI FINALI.

  Se le guerre contemporanee sono dei grandi contenitori, non ci si
deve meravigliare, che anche la mente sia diventata un terreno di
guerra, tanto che nel 1984 uscì un libro Mind Wars (Guerre Mentali,
1984) del corrispondente dal Pentagono Ronald M. McRae. Tutto
ciò potrebbe apparire un frutto di uno scrittore di fantascienza, ma
in una lettera scritta l’19.11.1976 da Robert L. Gilliat5 (Assistente
Generale e Consigliere per la Salute, le Potenzialità Umane e gli
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Affari Pubblici del Dipartimento della Difesa U.S.A.) e pubblicata nel
libro di Paul Brodeur The Zapping of America, conferma l'esistenza
di una macchina in grado di leggere il pensiero: “Come dichiarato
nella mia precedente lettera del 12 novembre 1976, le informazioni
che ho ricevuto dall'Agenzia per i Progetti di Ricerca Avanzata
sostengono che la macchina in questione esiste”.
  Che il mettere in giro notizie riguardanti alieni, sia in realtà un
sistema di disinformazione per coprire armi top secret.
  C'è da disperarsi?. Assolutamente no, noi abbiamo un
retroterra formidabile che sono la classe operaia e le masse
popolari, che quando è convinte danno il meglio di se stessi.
   “Non dobbiamo assolutamente perdere un'altra mossa di fronte al
nemico, dobbiamo sfruttare a fondo questa mossa, la mossa, la
mobilitazione politica, per trarne vantaggio.
   Questa mossa è cruciale; è, infatti, di primaria importanza mentre
la nostra inferiorità in armi e in altre cose è solo secondaria. La
mobilitazione del vasto mare nel quale annegherà il nemico, creerà
le condizioni che suppliranno alla nostra inferiorità in armi e in altre
cose, e creerà i requisiti per superare ogni difficoltà. Per
conquistare la vittoria, dobbiamo perseverare nella guerra di
resistenza, nel fronte unito e nella guerra di lunga durata. Ma tutto
questo è inseparabile dalla mobilitazione della popolazione.
Desiderare la vittoria è trascurare la mobilitazione politica è
come “desiderare di andare a nord dirigendo il carro a sud”, e
il risultato sarebbe inevitabilmente quello di essere privati
della vittoria.
   Che cosa è la mobilitazione politica? Primo, significa dire al
popolo ed all'esercito quale è lo scopo politico della guerra. E'
necessario che ogni soldato ed ogni civile capisca perché la
guerra deve essere combattuta e quanto la guerra lo riguarda”
(Mao Tse-tung, Sulla guerra di lunga durata, maggio 1938).

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  Questo accadeva non certo perché Clinton era più “democratico” degli altri presidenti USA, ma poiché in questo periodo
stavano emergendo le notizie sulla sperimentazione nucleare negli U.S.A. sugli esseri umani negli anni ’50 e ’60. Il
problema per il governo U.S.A. consisteva nel gestire queste notizie per evitare eventuali effetti devastanti sulla popolazione
statunitense . stavano emergendo notizie agghiaianti, che in parte erano già state rilevate nel libro di Howard, Soldati
atomici uscito nel 1981, dove si parlava delle migliaia di soldati militari che negli anni ’50 furono mandati a compiere delle
esercitazioni all’ombra delle esercitazioni nucleari.
  Il 4 gennaio 1994 sull’Il Manifesto uscì un articolo su questo argomento dal titolo Cavie umane per la guerra segreta del
dott. Stranamore.
2
    Metto tra virgolette paziente, perché in realtà è una cavia.
3
    Nella guerra assimetrica non si va a combattere sul terreno scelto dall’avversario, ma dove esso è più vulnerabile. Questo
4
    Internet failure hits two continents, CNN, 31 gennaio 2008
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    http://www.ecplanet.com/print.php?id=25641&madre=5
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