MICOSI OPPORTUNISTICHE - CANDIDA ALBICANS ASPERGILLUS SPP GIOVANNI DI BONAVENTURA, BSC, PHD
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MICOSI OPPORTUNISTICHE Candida albicans Aspergillus spp Giovanni Di Bonaventura, BSc, PhD CI “Microbiologia e Microbiologia Clinica” CL Medicina e Chirurgia Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara AA 2019-2020
MICOSI OPPORTUNISTICHE Caratteristiche generali I funghi opportunisti sono generalmente: apatogeni nell’ospite sano saprofiti in natura componenti della normale flora commensale umana La infezione si instaura soltanto in presenza di CONDIZIONI PREDISPONENTI: fisiologiche (gravidanza, età avanzata) eventi traumatici (lesioni, occlusioni) difetti immunità cellulo-mediata (linfociti T, macrofagi) dismicrobismo (antibioticoterapia prolungata e/o ad ampio spettro) immunosoppressione iatrogena (contraccettivi orali, antibiotici, steroidi, chemioterapia, cateteri) intrinseca (situazioni organiche preesistenti): AIDS, ematopatie, diabete mellito, endocrinopatie, ustioni
MICOSI OPPORTUNISTICHE Candidiasi (Candida spp) Aspergillosi (Aspergillus spp) Criptococcosi (Cryptococcus neoformans) Zigomicosi (Zygomices spp) altre: tricosporonosi (Trichosporon spp), fusariosi (Fusarium spp), penicillosi (Penicillium spp) QUALSIASI fungo presente in natura potrebbe, in teoria, causare micosi opportunistiche
CANDIDIASI - patogenesi Candida colonizza 80% della popolazione sana a livello cutaneo e mucosale (vaginale, orale, gastrointestinale, rettale) dove viene “controllata” dagli altri componenti la flora commensale e, in misura minore, dalla risposta immune Immunità vs Candida: cellulare: deficit immunitari associati a candidiasi mucocutanee; neutrofili vs candidiasi invasive umorale: bassi titoli anticorpali vs Ag glicoproteici parietali (scarsa colonizzazione gastrointestinale nei primi anni di vita); scarso (incerto) significato protettivo Alterazioni di questo equilibrio (dismicrobismo) favoriscono il sopravvento di Candida sulle altre popolazioni microbiche (es. lattobacilli) con insorgenza di candidiasi (o candidosi) Micosi opportunistica a più alta prevalenza nel mondo Infezioni “endogene” ad ampio spettro: da infezioni superficiali (cutanee) a gravi infezioni sistemiche Candida predilige cute o mucose (umide e/o danneggiate) perché aerobio obbligato Eziologia: Candida albicans ed altre specie non-albicans
Candidiasi CANDIDA SPP COMUNEMENTE ISOLATE Le candidiasi vengono causate principalmente, ma non soltanto, da C. albicans
Candida auris – un fungo “attuale” Isolato per la prima volta in Giappone nel 2009, dal canale uditivo di una donna ospedalizzata. Causa infezioni cutanee e profonde (sangue, cuore, cervello) soprattutto in pazienti critici. Mortalità rapida (90 giorni) e frequente (40- 70%) a causa di una diagnosi differenziale difficoltosa e di farmaco-resistenza multipla. Causa outbreaks nosocomiali, mediante trasmissione per contatto (mani e superfici). Comparso simultaneamente in differenti continenti (Asia, Sudafrica, America del sud) con relative cladi.
Candida auris – un fungo “attuale” L’emergenza simultanea di differenti cladi in differenti continenti potrebbe indicare una correlazione con il “climate change”. La gran parte dei funghi cresce soltanto a temperature ambientali. C. auris è in grado di crescere a temperature maggiori (40°C). La termotolleranza di C. auris può essere correlata al riscaldamento globale ed ha reso il fungo capace di resistere alla restrizione termica dei mammiferi, disseminando ai volatili e, quindi, all’uomo.
Candida albicans MORFOLOGIA Fungi Imperfecti (non è nota la riproduzione sessuata) Caratteri microscopici: cellule lievitiformi gemmanti (blastospore) pseudoife (abbondante pseudomicelio) clamidospore tubulo germinativo: 37°C in presenza di siero dimorfico: produce ife “vere” settate (37°C, pH neutro) cresce a 42°C Caratteri macroscopici: tubulo germinativo colonie cremose, bianche (37°C, Sabouraud Dextrose Agar) evidenziazione di pseudomicelio con alone opaco e sfrangiato (terreni poveri, 25°C) pseudomicelio
Candida albicans PATOGENICITA’ Adesività e formazione di biofilm: tubulo germinativo più adesivo delle cellule lievitiformi colonizzazione di superfici (biotiche e non) per mezzo di adesine, con formazione di biofilm Invasività: produzione di enzimi extracellulari che lisano la cellula ospite: proteasi, fosfolipasi, etc. Plasticità metabolica (utilizzo di differenti sorgenti di C) e morfologica (transizione ifa-lievito, dimorfismo) Produzione di micotossine Elusione della risposta immmunitaria: resistenza a fagocitosi, cambiamenti della struttura parietale depressione della risposta immune cellulo-mediata secondaria al rilascio in circolo di frammenti parietali di mannano (candidosi mucocutanea) Induzione di una intensa risposta immunitaria cellulo-mediata: responsabile di molte manifestazioni cliniche delle candidiasi
Candida albicans PATOGENICITA’
CANDIDIASI Manifestazioni cliniche Infezioni CUTANEE meno frequenti di quelle mucosali localizzate in sedi cutanee caldo-umide (pieghe cutanee, ascelle, inguine, spazi interdigitali) mimano le infezioni causate dai Dermatofiti: cute (intertrigine, candidosi da pannolino) intertrigine sottocutaneo dita (paronichia), unghia (onicomicosi) dermatite da pannolino paronichia onicomicosi
CANDIDOSI Manifestazioni cliniche Infezioni MUCOSALI (MUCO-CUTANEE) Mucosa orale: stomatite (associato a glossite) mughetto: macchie biancastre su lingua e mucosa orale; nel neonato (contaminazione durante il parto ad opera di secrezioni vaginali materne) e nell’adulto debilitato Mucosa esofagea: candidosi esofagea (neonati, HIV, diabetici, terapia antibiotica prolungata); si presenta con disfagia, dolore retrosternale Mucosa genitale: vulvo-vaginite (eritema su mucosa vaginale e genitali esterni, leucorrea) balanite (infiammazione della testa del glande, prurito e bruciore intensi) Candidosi mucocutanea cronica: infezioni croniche (cute, unghia, orofaringe) caratterizzate da placche ispessite rosse, pustolose, ricoperte da croste; resistenti alla terapia spesso associate a timoma ed a condizioni sottostanti (ipotiroidismo, iposurrenalismo, ipoparatiroidismo)
CANDIDOSI Manifestazioni cliniche-III Infezioni DISSEMINATE (SISTEMICHE) Nell’ospite immunocompromesso (neutropenico) Candida raggiunge la via ematogena attraverso lesioni della mucosa orofaringea o gastrointestinale; quindi, dissemina verso numerosi siti: Peritonite Epatosplenica Polmonite Endoftalmite Cistite Artrite Pielonefrite Osteomielite Endocardite Meningite Miocardite Una severa neutropenia è considerata il più importante fattore predisponente per infezioni disseminate potenzialmente letali.
PATOGENESI DELLE CANDIDOSI DISSEMINATE La transizione da una candidosi muco-cutanea ad una infezione disseminata prevede: 1. Adesione delle blastocellule alla mucosa 2. Proliferazione e produzione del tubulo germinativo 3. Produzione di acidi carbossilici a catena corta (piruvato ed acetato quali sottoprodotti del metabolismo degli zuccheri). L’acidificazione dell’ambiente causa irritazione mucosale ed attivazione delle proteasi fungine vs IgA secretorie protettive 4. Perforazione della membrana basale epiteliale, favorita dalla risposta infiammatoria tissutale e dalla liberazione di fattori di diffusione quali fosfolipasi e proteasi 5. Adesione delle pseudoife a coaguli fibrinosi ed endotelio 6. Disseminazione sistemica mediante sangue e linfa 7. Rilascio di mannani ad attività immunosoppressiva ed in grado di interferire con la presentazione antigenica ai monociti
CANDIDIASI Diagnosi Campioni frammenti di cute/unghia, tamponi (forme cutanee) escreato, urine, biopsie, sangue, liquor (forme sistemiche) Ricerca DIRETTA: Esame microscopico diretto Coltura Identificazione di C. albicans Ricerca INDIRETTA: Esame sierologico I lieviti fanno parte della flora microbica commensale oppure sono colonizzatori transitori. Pertanto, la rilevanza eziologica di un isolato da campione prelevato da siti sterili (sangue, liquor) è maggiore vs isolati da campioni provenienti da sorgenti fisiologicamente non sterili (espettorato, urine).
C. albicans Esame microscopico Clamidospore (esame microscopico a fresco) Blastoconidi e pseudoife in essudato vaginale (colorazione di Gram ) Test di filamentazione: produzione del tubulo germinativo (37°C, 2-3 h, in presenza di siero); esame microscopico a fresco
C. albicans Isolamento colturale B colonie cremose, opache e bianche cresciute su Sabouraud Dextrose agar (16-20 h, 37°C) pseudomicelio su agar (alone opaco-sfrangiato a 25°C)
C. albicans colonie: varianti fenotipiche B Varianti fenotipiche con ife Varianti fenotipiche a cervello Switching fenotipico quale possibile fattore di virulenza; osservato in episodi di vaginiti ricorrenti Varianti fenotipiche ad anello Varianti fenotipiche a stella
Candida spp identificazione di specie B identificazione biochimica Utilizzo di differenti substrati per la definizione di un corredo enzimatico specie-specifico identificazione mediante l’utilizzo di terreni “cromogenici” I substrati cromogenici contenuti nel terreno conferiscono alle colonie differenti colorazioni sulla base di reazioni enzimatiche specie-specifiche: esosaminidasi per l’identificazione di C. albicans fosfatasi, per l’identificazione presuntiva di C. tropicalis, C. glabrata, C. krusei
Candida spp esame sierologico L’indagine sierologica (per la ricerca di antigeni o anticorpi) non viene utilizzata di routine ELISA, immunofluorescenza, agglutinazione al lattice per la ricerca di: Ag mannanico parietale circolante Ag citoplasmatici (enolasi, 48 kDa) ricerca anticorpale non utile ai fini diagnostici, causa una scarsa reattività anticorpale vs Candida spp.
CANDIDIASI Terapia Infezione CUTANEA, MUCOCUTANEA Terapia ad uso topico (ketoconazolo, miconazolo, nistatina) Buona risposta clinica, eccetto per l’onicomicosi Infezione SISTEMICA* Amfotericina B (anche in combinazione con 5’-fluorocitosina) (fungicida ma associata a rilevante tossicità) Fluconazolo, itraconazolo (scarsa tossicità, ma fungistatici e quindi associati a recidive post-terapia) Infezione MUCOCUTANEA CRONICA* Amfotericina B, fluconazolo, itraconazolo * Nel paziente immunocompromesso, i migliori risultati si ottengono dopo aver corretto le condizioni sottostanti la immunocompromissione
Aspergillus spp
ASPERGILLOSI Caratteristiche generali Eziologia: appartengono al genere Aspergillus oltre 900 specie; solo 5 le principali a rilevanza medica (forme invasive): A. fumigatus (90%) A. flavus, A. niger, A. nidulans, A. terreus In realtà, nei soggetti immunocompromessi altre specie possono essere causa di infezione (A. amstelodani, A. ustus, A. versicolor, A. glaucus, etc.) Reservoir naturale: aria, terreno Infezioni esogene La gran parte delle specie si riproduce in maniera asessuata; alcune mediante ascospore (forma sessuata o telomorfo) Ampio spettro di manifestazioni cliniche Spesso l’infezione viene rilevata soltanto in sede autoptica
Aspergillus spp Caratteristiche macroscopiche bottom top A. niger A. flavus Caratteristiche macroscopiche coloniali: colonie con aspetto “polveroso” colore colonia (spore) specie-specifico A. fumigatus
Aspergillus spp Caratteristiche macroscopiche Caratteristiche microscopiche: ife settate (ramificazioni dicotomiche), vescicole, metulae, fialidi, (micro)conidi caratteri morfologici (conidi, fialidi, vescicola) con valenza identificativa (a livello di genere) Aspergillus niger Aspergillus flavus Aspergillus fumigatus
ASPERGILLOSI Patogenesi e sindromi cliniche I. Aspergillosi allergica Inalazione di spore la persistente colonizzazione induce reazioni di ipersensibilità Asma Broncopolmonite allergica (dispnea, bronchiectasie, fibrosi di segmenti polmonari) II. Aspergillosi locale non invasiva Inalazione di spore Colonizzazione micotica (di cavità preesistenti) senza invasione dei tessuti contigui Aspergilloma (polmone, seni paranasali) Esposizione locale a spore (contatto di spore con cute e/o mucose) Otomicosi (otite media esterna da A. niger) Onicomicosi Infezioni oculari (congiuntivale, corneale, intraoculare)
Aspergillosi polmonare non invasiva Aspergilloma: «fungus ball» Colonizzazione cronica di cavità pre-esistenti (sarcoidosi, tubercolosi, polmonite da P. jirovecii) Massa solida sferoidale formata da ife settate ramificate all’interno di una cavità Frequentemente asintomatico (contenuto da risposta allergica alla colonizzazione cronica) può causare emottisi Può evolvere verso forma invasiva o forma sub- acuta necrotizzante
ASPERGILLOSI Patogenesi e sindromi cliniche III. Aspergillosi invasiva Diffusione dalla sede primitiva di infezione (polmoni, seni paranasali) ai tessuti circostanti invasione ifale dei vasi (trombi, infarti, emorragie); elevata mortalità. polmonare (forma invasiva primaria) disseminata (gastrointestinale, cervello, fegato, rene, cute, occhio) IV. Micotossicosi Ingestione di prodotti (derrate per allevamento) contaminati con tossine prodotte da Aspergillus spp.: aflatossine (immunosoppressorie, epatocancerogene), gliotossine (inibiscono fagocitosi, pro-apoptotiche)
ASPERGILLOSI POLMONARE INVASIVA Patogenesi A. Inalazione dei conidi (2.5-3 μm); in caso di elusione di barriere primarie (movimento ciliare, filtro dimensionale), i conidi raggiungono gli alveoli polmonari. B. Agglutinazione dei conidi mediata da surfattanti (SP-A/SP-D) e conseguente fagocitosi da parte dei macrofagi alveolari polmonari. In caso di elevata dose conidiale e/o ridotta attività macrofagica: C. Interazione recettoriale dei conidi con il fibrinogeno. D. Conidi producono proteasi (serina-proteasi) che rompono le tight-junctions e migrano nell’epitelio. E. Ancoraggio alla membrana basale mediante interazione con recettori per laminina, fibronectina e collagene. F. Conidi producono elastasi e fosfolipasi che rompono la membrana basale promuovendo la transmigrazione nel parenchima polmonare. G. Trasformazione (gemmazione) dei conidi in ife (produzione di gliotossine a funzione antifagocitaria) con tropismo per i vasi sanguigni; angioinvasione che porta ad alterato flusso sanguigno causando necrosi ischemica. A questo livello, il meccanismo di difesa più efficace è rappresentato dai neutrofili.
Aspergillosi invasiva
ASPERGILLOSI Diagnosi La diagnosi è principalmente clinica ma può essere confermata da immagini radiologiche, dall'istopatologia, e da colorazione e coltura di campioni clinici. Campioni: sputo, BAL, ma biopsia polmonare per diagnosi definitiva (difficilmente ottenibile per grave trombocitopenia, viene generalmente prelevata in sede autoptica) Esame microscopico: ricerca di: ife settate/dicotomiche e conidi (sputo, BAL), ife intravascolari (tessuto) previa colorazione (Gram, ematossilina/eosina, tricromica di Gomori) Coltura: crescita su numerosi terreni (es. Sabouraud Dextrose Agar senza cicloesimide) ed a differenti temperature, sebbene soltanto le specie patogene crescano a 37°C isolamento significativo nel paziente compromesso; negativa in caso di aspergilloma e di infezione invasiva Sierologia allergia (ricerca di specifiche IgE in RAST-siero) infezione invasiva (ricerca di Ag galattomannano mediante ELISA su BAL o siero)
ASPERGILLOSI Diagnostica per immagini TC. Opacizzazione dei seni Rx. Probabile aspergilloma etmoidali e sfenoidali di destra del lobo superiore destro
ASPERGILLOSI Terapia Allergica: corticosteroidi (in immunocompetenti) Aspergilloma (se sintomatica): terapia chirurgica (exeresi) amfotericina B Infezioni locali, superficiali: nistatina ad uso topico (otomicosi) Infezioni invasive: terapia chirurgica voriconazolo molto efficace vs Aspergillus spp. la comparsa di resistenze richiede una terapia “combinatoria”: amfotericina B + 5’- fluorocitosina, echinocandina + voriconazolo
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