MENINGITE: INQUADRAMENTO CLINICO - SEMINARIO DI MEDICINA DEL LAVORO EDIZIONE 2017 - SIMLII
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Meningite: inquadramento clinico Seminario di Medicina del Lavoro Edizione 2017 Le vaccinazioni ed il rischio meningite per i lavoratori Marco Russo Università degli Studi di Parma Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale
Definizione e classificazione La meningite è un’infiammazione delle meningi, le membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale, caratterizzata da alta mortalità e morbosità. Le meningiti si possono classificare in base a: Foglietto meningeo interessato (pachimeningite/leptomeningite) Decorso clinico (acuta/subacuta/cronica) Eziologia (infettiva/non infettiva, nell'ambito delle forme infettive virale/batterica/micotica/parassitaria)
Le meningiti infettive Le più frequenti in assoluto sono quelle a eziologia virale, una parte delle quali non ha conseguenze gravi (risoluzione nell'arco di 7-10 giorni). Le meningiti batteriche sono al secondo posto come frequenza e sono quelle che destano le maggiori preoccupazioni dal punto di vista clinico e di sanità pubblica. Più del 75% delle meningiti batteriche nel mondo e più del 90% di quelle dei bambini sono attribuibili a: Neisseria meningitidis Haemophilus influenzae di tipo b (Hib) Streptococcus pneumoniae (diplococco)
Principali agenti eziologici di meningite batterica in rapporto all’età Età Agente Streptococcus agalactiae Escherichia coli < 1 mese Klebsiella pneumoniae Listeria monocytogenes Streptococcus pneumoniae Neisseria meningitidis 1-23 mesi (< 2 anni) Streptococcus agalactiae Haemophilus influenzae altri Gram negativi (rari) Neisseria meningitidis 2-18 anni Streptococcus pneumoniae Haemophilus influenzae Neisseria meningitidis 18-50 anni Streptococcus pneumoniae Neisseria meningitidis > 50 anni Streptococcus pneumoniae Listeria monocytogenes Da Remaschi G et al, Prospettive in Pediatria 2014; 44:45-52.
La fascia della meningite I dati mondiali indicano alcune aree in cui la meningite ha un’incidenza elevata (fino a 1000 casi ogni 100 mila persone per anno), tanto da parlare dell’Africa subsahariana come della “fascia della meningite“. In Europa Occidentale l’incidenza è di 1-2 casi ogni 100 mila persone all’anno McGill F et al, Lancet 2016
Epidemiologia Picchi di incidenza: 3-8 mesi e > 60 anni di età. Meningite da Neisseria: 500.000 casi ogni anno nel Mondo, circa il 10% mortali. Mortalità: 10-40% (maggiore nei primi anni di vita, nei Paesi in via di sviluppo e se è implicato lo pneumococco). Sequele a lungo termine: 20% dei casi (Streptococcus pneumoniae). Da Centers for Disease Control and Prevention (CDC). Bacterial meningitis. Chapter 2: Epidemiology of meningitis caused by Neisseria meningitidis, Streptococcus pneumoniae, and Haemophilus influenzae.
La situazione italiana Casi e incidenza di malattia invasiva da meningococco per età e per anno (Fonte ISS- Sistema MIB, 2011-2016)
Andamento della malattia invasiva da meningococco C (numero di casi) nella Regione Toscana (2000-2015, primo bimestre 2016, la freccia indica l’anno di introduzione del vaccino coniugato anti meningococco C)
Dobbiamo preoccuparci? Anche tenendo conto dell’incremento dei casi, l’incidenza di meningite da meningococco in Toscana resta nell’ambito di quella registrata a livello europeo nei Paesi con buon livello sanitario. Al momento non esiste alcuna situazione epidemica, la circolazione dei germi che causano la malattia e nella norma attesa, in linea con i numeri degli ultimi anni.
Meningite in Italia: un’epidemia mediatica Nella stagione invernale 2016-2017 l’accavallarsi di notizie di cronaca che riportavano casi di meningite, molti gravi e alcuni fatali, ha destato preoccupazione nella popolazione e generato la convinzione che fosse in atto un’epidemia di meningite. Di fatto, con l’eccezione della Toscana, dove sono già stati posti in atto i provvedimenti necessari, i casi di meningite in Italia sono sostanzialmente stabili da anni.
Fisiopatologia Nelle meningiti batteriche l’agente causale raggiunge le meningi con diverse modalità: per via ematogena (colonizzazione asintomatica delle mucose del rinofaringe o di altri distretti; il germe può provenire da una sede di infezione remota); per contiguità (orecchio, seni paranasali, cavità orale, segmenti ossei contigui); per impianto diretto (fratture del cranio, interventi chirurgici, dispositivi di derivazione o cateteri permanenti).
Da Tunkel AR et al, Clin Microbiol Rev 1993;6:118-36.
Schematic diagram of the major pathogenic steps of pneumococcal meningitis Koedel et al, Current Opinion in Infectious Diseases 2010, 23:217–223
Vie di trasmissione La trasmissione interumana dei batteri responsabili delle meningiti batteriche segue diverse vie: esposizione prolungata per esempio in caso di convivenza (Neisseria meningitidis) contatto ravvicinato con germi veicolati dalle goccioline (droplet) provenienti dalle secrezioni respiratorie; la diffusione è facilitata da tosse o starnuti (Neisseria meningitidis, Haemophilus di tipo b, Streptococcus pneumoniae) trasmissione perinatale, durante il parto e dopo la nascita (streptococco di gruppo B ed Escherichia coli) trasmissione attraverso derrate alimentari contaminate (Listeria monocytogenes ed Escherichia coli)
Fattori di rischio età (pediatrica 65 anni) vita in comunità (caserme, collegi, classi scolastiche ecc.) malattie croniche (diabete mellito, IRC, fibrosi cistica ecc.) immunosoppressione (HIV, splenectomia, drepanocitosi) malattie oncologiche alcolismo ed epatopatia (cirrosi epatica) storia di abuso di sostanze per via ev esposizione professionale (operatori sanitari) viaggiatori in zone ad alta frequenza di malattia presenza di lesioni con perdita di continuità della dura madre (traumatiche, chirurgiche o congenite) o di dispositivi di DVP suscettibilità genetica a una risposta infiammatoria sostenuta (implicate mutazioni rare del TLR4)
Neisseria meningitidis (meningococco) Batteri aerobi Gram - circondati da una capsula polisaccaridica che consente di caratterizzarli in gruppi sierologici 13 sierogruppi, dei quali A, B, C, W135 e Y sono quelli più frequentemente implicati in malattie sistemiche dell’uomo In Italia e in Europa sono più frequenti i sierogruppi B e C Da [Pollard, AJ (2011) Nat. Rev. Neurol. 2011 ]
Malattia da meningococco Periodo di incubazione: 1-7 giorni Andamento stagionale (fine inverno-inizio primavera) Decorso fulminante nel 10-20% dei casi Mortalità elevata (10%) Sequele a lungo termine (20% dei sopravvissuti) Non provato il legame tra frequenza di portatori sani nella popolazione e probabilità di focolai o casi singoli. Evoluzione verso la malattia invasiva e la meningite legata alla situazione immunitaria della popolazione sana e alla ricettività individuale (immunità umorale) più che alla virulenza del sierotipo
Quadri clinici Meningite meningococcica Batteriemia meningococcica Sindrome di Waterhouse-Friderichsen (vomito, cianosi, diarrea, convulsioni, porpora, CID, insufficienza surrenalica acuta) Infezioni del tratto respiratorio Infezioni localizzate congiuntivite, artrite settica, uretrite, pericardite purulenta
Streptococcus pneumoniae (pneumococco) Batteri Gram +, anaerobi facoltativi dotati di capsula ben evidenziabile, importante sia per la classificazione in sierotipi che per la patogenicità legata alla presenza degli antigeni polisaccaridici (anche indicati come sostanze specifiche solubili SSS), che svolgono un’intensa attività anti fagocitaria.
Malattia da pneumococco Portatori asintomatici (5-90% pop. generale, 20-60% pop. pediatrica) Localizzazioni primarie associate a manifestazioni cliniche: apparato respiratorio (25%, polmonite), orecchio (30%, otite media o mastoidite), seni mascellari (10-15%, sinusite), cuore (5%, endocardite) Meningite secondaria a prima localizzazione, cui segue la diffusione per via ematica o per continuità (da infezioni dell’orecchio e dei seni paranasali). Forma di meningite più spesso associata a traumi cranici Andamento stagionale (autunno-inverno)
Haemophilus influenzae Batterio Gram +, aerobio (anaerobio facoltativo), circondato da una capsula polisaccaridica che permette di distinguere 6 sierogruppi, (a-f). Colonizza abitualmente il rinofaringe. Andamento stagionale (inverno). Prima del vaccino contro il tipo b, era responsabile del 95% dei casi di malattia batterica invasiva prima dei 5 anni di età. La malattia invasiva si manifesta come meningite (50-65%), epiglottite, otite, bronchite e polmonite, artrite ed osteomielite, pericardite o cellulite. Mortalità: 3-6%. Sequele neurologiche: 15-30%.
Altre meningiti batteriche Streptococcus agalactiae (streptococco B): colonizza la parte distale del tratto GI e l’apparato genitale femminile (meningite del neonato). Listeria monocytogenes Gram + che causa circa il 3% delle meningiti, elevata mortalità (20%). Trasmissione per contaminazione fecale degli alimenti. Bacilli aerobi Gram negativi (Escherichia coli, Klebsiella pneumoniae, Serratia marcescens, Pseudomonas aeruginosa, Salmonella spp) meningiti in neonati e anziani. Stafilococchi (es. Staphylococcus epidermidis) batteri Gram +, meningite favorita da interventi NCH, traumi cranici, dispositivi di derivazione endocranica, endocarditi infettive.
Sintomi e segni della meningite batterica Sintomi/segni Frequenza % Cefalea ≥ 90 Febbre ≥ 90 Meningismo ≥ 95 Alterazioni del sensorio > 80 Eruzione cutanea 50 Vomito 35 Convulsioni 30 Deficit neurologici focali 10-20 Papilledema 1 Mialgie 30-60 Altri focolai suppurativi (polmonite, otite, 0-30 sinusite ecc.)
Sintomi e segni della meningite batterica in funzione dell’età
Segni meningei Sono di entità variabile e possono essere limitati a una modesta resistenza alla flessione del collo o assenti, soprattutto in età pediatrica e in particolare sotto i 18 mesi di età. Capacità predittiva limitata con una sensibilità soltanto del 31% per la rigidità nucale, del 9% per il segno di Brudzinski e dell’11% per il segno di Kernig.
Diagnosi di laboratorio emocromo con formula proteina C reattiva fattori della coagulazione glicemia prove di funzionalità epatica e renale elettroliti lattato (soglia critica 18 mg/dl) emocolture NB: La presenza di una bassa conta leucocitaria e di una PCR normale non escludono la meningite batterica!!
Rachicentesi L’ispezione visiva del liquor, la pressione di apertura durante il prelievo, l’esame chimico-fisico e la colorazione di Gram forniscono un primo orientamento diagnostico. In un secondo momento, l'esame colturale permette l’isolamento e la tipizzazione del patogeno e fornisce indicazioni sulla sensibilità agli antibiotici. NB: Il prelievo dovrebbe essere effettuato prima dell’inizio della terapia antibiotica, dal momento che può essere sufficiente anche una sola somministrazione per abbassare la carica batterica e dare un risultato negativo della coltura.
Caratteristiche del liquor nella meningite
Diagnostica molecolare (real-time PCR) Vantaggi Svantaggi Identificazione anche a germe non Non fornisce dati sulla vitale antibioticoresistenza Basso volume di campione Disponibilità in pochi laboratori biologico Ininfluenza della terapia antibiotica Possibilità di utilizzare un campione esposto o conservato a condizioni non ideali Rapidità del risultato (
Ruolo del neuroimaging (TC e RM) Modesto contributo diagnostico, utili nel follow up delle complicanze Le indicazioni più recenti non prevedono che vada effettuata di routine una TC dell’encefalo prima della puntura lombare TC indicata prima della puntura lombare nei pazienti con: immunodepressione, storia di malattia neurologica (neoplasia, ictus, ecc.), storia recente di convulsioni, papilledema, alterazioni dello stato di coscienza, deficit neurologici focali
Complicanze A breve termine A lungo termine Stenosi dell’acquedotto di Silvio Ritardo mentale SIADH Ritardo nell’acquisizione del linguaggio Epilessia/convulsioni CID Idrocefalo Shock settico Disturbi comportamentali Encefalite Paralisi dei nervi cranici Ipoacusia/sordità neuro sensoriale Infarti cerebrali Cecità Empiema subdurale e ascesso Emiplegia, monoplegia cerebrale Amputazione di arto Polmonite ab ingestis Artrite settica Versamento pericardico Anemia emolitica Gangrena periferica con amputazione
Terapia antibiotica empirica Deve essere iniziata il più precocemente possibile, appena emerge il sospetto di una meningite batterica. La scelta del farmaco deve tener conto di: età del paziente probabilità di infezioni da patogeni specifici nelle diverse fasce di età situazione locale di antibiotico-resistenza/sensibilità a penicilline e cefalosporine di III generazione caratteristiche farmacocinetiche
McGill F et al, Journal of Infection (2016) 72, 405-438
Terapia antibiotica mirata Vanno tenute in considerazione l’epidemiologia locale con prevalenza di ceppi resistenti e la sensibilità riscontrata nel singolo caso. In particolare, questi elementi incidono sulla scelta di associare la vancomicina nella meningite pneumococcica. Durata del trattamento in base all'eziologia: Neisseria meningitidis 7 giorni Haemophilus influenzae 7-10 giorni Streptococcus pneumoniae 10-14 giorni Streptococcus agalactiae e Listeria monocytogenes 2-3 settimane
Van De Beek et al, Clin Microbiol Infect 2016; 22: S37–S62
Corticosteroidi I corticosteroidi per via sistemica (desametasone) sono utilizzati in associazione alla terapia antibiotica nelle meningiti batteriche. Azioni dei corticostreoidi: attenuazione dell’attivazione dei neutrofili inibizione della trascrizione e del rilascio di vari mediatori dell’infiammazione Inibizione degli effetti neurotossici della batteriolisi mediati dalle citochine, più marcati nei primissimi giorni di antibioticoterapia Controversia sugli esiti di mortalità e di conseguenze a lungo termine.
GRAZIE PER L’ATTENZIONE!!!
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