Strategie di Migrazione - I Migratori Notturni

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Strategie di Migrazione - I Migratori Notturni
Strategie di Migrazione

  I Migratori Notturni
Strategie di Migrazione - I Migratori Notturni
Migrazione notturna
Perché migrare di notte?

o Minore pressione da parte dei predatori
o Efficienza temporale. (Ipotesi pasti diurni): la
caccia, ricerca del cibo avviene esclusivamente
durante il giorno, durante la notte inattività
o Risparmio energetico. (Ipotesi Atmosferica):
durante la notte l’aria è più fresca e più densa
richiede meno dispendio energetico. Mediamente
le velocità del vento di notte sono più basse e
regolari.
o Minore rischio di disidratrazione
o Applicabilità della bussola stellare
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Balia nera ♀ (Ficedula hypoleuca)
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Lui’ Verde (Phylloscopus sibilatrix)

Le piccole isole come stazioni di servizio…
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Altre strategie e aspetti
        della migrazione:

• Comportamento migratorio differenziale:
Classi di età (adulti-giovani) e sesso
(maschi-femmine), in specie dimorfiche e
monomorfiche
• Migrazioni periodiche stagionali a
carattere pendolare
• Fenomeni invasivi
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Proterandria (arrivo anticipato maschi)

Specie con dimorfismo
sessuale

                                                     ♂

                                Fringuello
                               (Fringilla coelebs)
                        ♀
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Pendolarismo

               Peppola     ♂
         (Fringilla montifringilla)
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Invasioni periodiche
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Meccanismi di orientamento
  Bussola Solare
  Bussola Magnetica
  Bussola Stellare

 Altre possibili grandezze di riferimento:
• La Luna
• Il Vento
• Mappe terrestri, elementi del territorio…

Ma se è coperto?
• Percezione del campo Magnetico, la Declinazione
magnetica (studi su specie Artiche…)
• Luce Polarizzata del Sole al tramonto e all’alba
Strategie di Migrazione - I Migratori Notturni
Capinera
                                   (Sylvia atricapilla)

                                          Mediterranee

                                   Continentali

      Fenologia
 della Migrazione
(es: date transito differenti,
popolazioni diverse in transito)
Beccafico
(Sylvia borin)

                 Maggiore Longitudine
                 Ala più lunga

                 Migrazione ad arco
Stazione Ornitologica del Lago Boscaccio
Pr.I.S.Co.
                         Anno 2005-8

Progetto Inanellamento
   Sforzo Costante
Distribuzione delle catture 2007
                Altri                                      Silvidi
                 4%                                         21%
 Turdidi
                                                                          Sturnidi
  29%
                                                                             2%

                                                                     Non passeriformi
                                                                           19%
   Aegitalidi                                     Paridi
      8%          Fringillidi      Passeridi       9%
                      3%              5%

I Turdidi rappresentano in percentuale il
gruppo più catturato con il 28 % del totale
delle seguito dai silvidi con il 21%
Autoricatture 2007        Altri
                                                    3%
   Turdidi
    50%                                                         Silvidi
                                                                 15%

                                                            Non passeriformi
             Aegitalidi        Passeridi                          10%
                                           Paridi
               5%                 2%
                                            15%

Le autoricatture rivestono un aspetto importante
permettono di: Valutare la mortalità, il successo
riproduttivo, le dinamiche di popolazione, i tassi di
emigrazione.
La storia di un Usignolo

                                              Autoricattura Usignolo Anello L673726

                           40                                                                    36,9
                           35
                           30                 23,2
                                                         21,3
                           25                                       20,3

                           20

                           15
                           10
                                          1                                                  6
                            5       3                0          0
                                0             2          2                                                peso (g)
                                                                                         2               grasso (0-8)
                                                                                                        muscolo (0-3)
                                    4

                                             4
                                r-0

                                          -0

                                                      04

                                                                   4
                            ap

                                         ag

                                                    u-

                                                                -0

                                                                               04

                                                                                         4
                                        m

                                                  gi

                                                                g

                                                                            o-

                                                                                     t-0
                                                             lu

                                                                           ag

                                                                                    se
Cormorano (Phalacrocorax carbo)
Inanellato al nido in Svezia il 25 giugno 2007
   Ricattura al Boscaccio l’8 gennaio 2008
La colonia di topino (Riparia riparia)
nella stagione riproduttiva 2007
Fase di cattura
                   all’alba

Un esemplare
inanellato
Alcune ricatture italiane di Topino

Verbania – Boscaccio
Distanza: 74 km
Tempo: 294 giorni

                              Porto Tolle - Boscaccio
                              Distanza: 270 km
                              Tempo: 289 giorni
Gabbiano comune (Larus ridibundus):
¾ Catturato il 30 nov 96 a Losanna (CH)

¾   Ricatturato alle Saline di Comacchio 20 lug 04,
¾   Per tutto Dicembre 04 riavvistato a Losanna,
¾   Lug-ago-sett 05 Saline di Comacchio
¾   19 dic 06 nuovamente riavvistato a Losanna…
Beccapesci (Sterna sandvicensis) inanellati la stessa notte, 9 mag 2005 nelle Saline
di Comacchio, fotografati insieme in Laguna di Venezia 23 sett 2005.
Il 3 feb 2007 avvistato SJ a Richards Bay (Natal, Sud Africa) circa 8500 km

                                                                     A. De Faveri
I Centri di Recupero: il caso degli uccelli

  Abbiamo raccolto negli anni moltissime
  informazioni come esposto, sui comportamenti
  degli uccelli, attraverso svariate tecniche di
  ricerca, ma c’è ancora molto da scoprire…
  Conosciamo molto e grandi passi sono stati fatti
  nelle tecniche di recupero e riabilitazione della
  fauna selvatica in modo particolare per quanto
  riguarda i rapaci…

  Molto poco sappiamo su cosa accade dopo il
  rilascio. Le domande aperte sono moltissime e
  forse solo il marcaggio, associato alla
  osservazione diretta possono aiutarci nel
  trovare risposte.
Perché un Centro Recupero?
Le cause che portano a dover intervenire per curare
uccelli selvatici possono essere di svariate origini:

o naturali come:
   • denutrizione, debilitazione
   • malattia
   • predazione
   • caduta accidentale …

o “umana”:
   • caccia o bracconaggio
   • persecuzione diretta
   • ingestione pallini in piombo (saturnismo)
   • impatto con veicoli o linee elettriche
   • ingestione di bocconi avvelenati …
La riabilitazione: numeri in evoluzione

Con la riabilitazione l’uccello ferito, malato, od
orfano viene curato fino alla sua totale
indipendenza “motoria” e “alimentare”, in
preparazione alla reintroduzione nel suo ambiente
naturale.
Le percentuali degli animali che recuperano
pienamente la forma fisica e sono in grado di
tornare in libertà variano molto.

Normalmente solo il 50% degli animali ricoverati,
verrà rilasciato dopo la cura (C.R.A.S. Vanzago
1996-2000, 51,1%, CRAS Parma, 34%,…)
La riabilitazione: favorevoli/contrari
Proprio causa questa alta percentuale di “insuccessi”,
alcuni reputano ingiustificato il grande investimento
per la riabilitazione.

Altri ancora dubitano del reale valore biologico della
riabilitazione stessa e del suo contributo alla
conservazione delle popolazioni selvatiche.

D’altra parte è indubbio l’oggettivo valore etico
dell’operato svolto dai CR, che tentano con grandi
sforzi di “riparare” ciò che altri uomini hanno spesso
danneggiato.

A questo si aggiunge il valore scientifico delle
conoscenze che vengono ad incrementarsi lavorando
con specie rare e difficilmente avvicinabili in natura.
La riabilitazione: favorevoli/contrari
Per non parlare dei benefici aspetti educativi
per il pubblico, es: le liberazioni. Attraverso
questo tipo di attività è possibile sensibilizzare
molte persone con un’opera di educazione
ambientale preziosa.

Ultimo ma non certo di minor valore è il fatto
che un Centro di Recupero è in grado di
“fornire” animali per reintroduzioni in aree dove
la densità di popolazione è bassa o la specie è
scomparsa del tutto.

Inoltre l’inanellamento di tutti gli esemplari
liberati è di importanza per avere dati sugli
spostamenti e tempi di permanenza nei vari siti.
Il caso dell’Aviaria: H5N1

Da non dimenticare l’importanza che ricoprono i
CRAS, nella raccolta di dati e nel monitoraggio
del fenomeno dell’influenza aviaria e di altri
agenti patogeni.
Si ha sempre a disposizione uno staff
veterinario in grado di effettuare diagnosi
dettagliate sugli uccelli acquatici consegnati a
ciascun Centro e di prelevare campioni fecali e
di sangue da analizzare.
Questi dati, usati in coordinamento con gli
Istituti di Profilassi, e l’INFS possono
sicuramente aiutarci ad allertare e individuare
possibili focolai anche sul nostro territorio
nazionale.
Progetto Anatre (I.N.F.S.)
Monitoraggio virus influenza aviaria H5N1
La cattività: problematiche
Per le cure, gli uccelli andranno tenuti in
condizioni controllate e non potranno per questo
essere mantenuti in totale libertà.

Il tenere in cattività presenta alcuni punti da
tener conto:

Imprinting: è un fenomeno molto conosciuto
secondo il quale i nidiacei di una certa specie
fissa nella propria mente le caratteristiche
morfologiche della figura che vede nei primi
giorni della sua vita e la associa alla mamma.
Nel caso di piccoli caduti dal nido è un fattore
da tener in considerazione, specialmente nei
rapaci.
La cattività: problematiche
Cattività prolungata:
           “prima torno libero, meglio è!”

Una regola semplice e allo stesso tempo banale, ma
importantissima, specialmente per specie di grandi
dimensioni, quali i rapaci. Si è infatti trovata una
correlazione negativa tra la durata della cattività e
il successo della reintroduzione.
Le possibili cause sono:
¾ assuefazione all’uomo, sempre negativa per un
animale selvatico
¾ mancanza di vita “sociale”
¾ modifica dei comportamenti abituali: ricerca del
cibo, cura del piumaggio,…
Il rilascio: Dove?
La liberazione è sicuramente il momento anche
emotivamente più appagante di tanti sforzi.

Ricopre un’importanza vitale per il successo di tutto
il lavoro svolto il luogo scelto che dovrà essere:

ƒ Idoneo come ambiente
ƒ Senza disturbo (no caccia, disturbo antropico)
ƒ Ricco di prede
ƒ Ampio come superficie
ƒ Senza rischi (linee elettriche, strade grande
scorrimento…)

Una volta individuato il sito ad esempio un Parco, o
un sito protetto di adeguata estensione (es. Vanzago)
Il rilascio: Quando?

Si deve scegliere il momento opportuno:

¾ Ovviamente l’animale da liberare deve essere
completamente ristabilito: in grado di volare e
nutrirsi autonomamente e con tono muscolare
sufficiente… questo possibile dopo un adeguato
tempo in voliere predisposte.

¾ Le condizioni meteo devono essere idonee, no
pioggia, nebbia, neve…
Il rilascio: Quando?
¾ Scegliere il periodo dell’anno: MOLTO DIFFICILE!
  • Non dovremmo liberare adulti ad inizio
  primavera, perché interferiscono con i nidificanti
  (ma… se è un migratore?)
  • Ovviamente specie che svernano in Africa
  (Lodolaio, Pecchiaiolo, Nibbio bruno…) non vanno
  liberate in inverno
  • I giovani di uccelli migratori andrebbero liberati
  a metà/fine estate, per agevolare le aggregazioni
  pre-migratorie…
  • Molte domande su quando è il momento giusto
  per rilasciare sono ancora aperte…
Quali uccelli?
Gli ordini sicuramente più rappresentati nelle
specie inanellate in un Centro di Recupero
sono quelli degli Accipitriformi/Falconiformi e
Strigiformi. Fanno parte di questi ordini i
Rapaci diurni e notturni, specie purtroppo
ancora considerate da molti “nocive” per la
fauna di interesse venatorio e di conseguenza
cacciate e perseguitate.
Se parliamo di Strigiformi nel periodo estivo
si hanno molti ritrovamenti di giovani ancora
inetti al volo, caduti dal nido.
Poi nel periodo estivo arrivano giovani Rondoni
e Rondini/Balestrucci, che pur essendo molto
simili, fanno parte di 2 ordini diversi
(fenomeno di convergenza evolutiva eclatante)
Quali uccelli?
Altri ordini meno rappresentati, sono i
Charadriformi e gli Anseriformi.
Anatre spesso ferite da arma da fuoco, mentre
i laridi a volte possono incorrere in ami, lenze o
anche in fenomeni di saturnismo. Saturnismo
frequente nel caso di specie quali i cigni reali.
Episodicamente in occasione di sequestri da
parte delle guardie venatorie arrivano ai CRAS
Passeriformi di ogni specie e anche in grandi
quantità (anche esotici)
Vista la scarsa mole di informazioni che si
hanno sui “grandi” uccelli, in questi anni si è
privilegiato l’inanellamento solo dei non
passeriformi.
Alcuni risultati…

Grazie anche all’aiuto dell’inanellamento abbiamo
informazioni sulla sopravvivenza e sugli
spostamenti dei soggetti recuperati e rilasciati.

Es: femmina di Falco pellegrino, ricoverata
presso CR di Ripasottile, “sparata” il 10
settembre 2006, curata ed inanellata e liberata
il 22 novembre, ricatturata il 28 giugno 2007 a
Szombathely in Ungheria.

Dopo 214 giorni e 487 km di distanza
Alcuni dati … di Vanzago
¾ Allocco (Strix aluco) inanellato ritrovato morto
dopo pochi mesi, investito da un’auto a pochi km.

¾ Gabbiano reale zampegialle (Larus cachinnans)
portato al Centro, poi morto, era stato
inanellato nel nido 7 anni prima nell’isola di
Bergeggi.

¾ Sparviero (Accipiter nisus) recuperato in
autunno inoltrato debilitato, inanellato 3 mesi
prima in Heidelberg (Germania).

¾ Labbo codalunga (Stercorarius longicaudus)
ritrovato 1 settembre 2004 a Gallarate morto
dopo pochi giorni.
Work in progress e questioni aperte

Con l’avvento del radio-tracking satellitare, si
cominciano ad avere dati dettagliati sugli
spostamenti una volta reintrodotti in natura.

Ad oggi sappiamo che normalmente il comportamento
è di tipo “esplorativo” per i primi giorni dal rilascio,
con voli più o meno lunghi, fino al completo
allontanamento. Questo è anche in relazione alla
specie e alla sua più o meno spiccata vocazione
migratrice.

Pochissimo si sa ancora sul comportamento dopo la
cattività. Cosa fanno? Sono cambiate le abitudini?
Come avviene la reintegrazione con i conspecifici?
CRAS Vanzago e Inanellamenti…

Collaboro con il CRAS di Vanzago a partire dal
dal 2003 inanellando gli uccelli pronti per
essere liberati
Ad oggi sono stati inanellati e liberati dal
quasi 300 animali (principalmente rapaci).
Siamo in attesa di ricatture da parte di altri
inanellatori o di ritrovamenti degli animali
liberati.
Tra gli altri abbiamo inanellato anche…
Finalmente libero!

                                    n e !
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