Martiri delle Foibe, a Viterbo si ricordano l'8 febbraio a Valle Faul

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Martiri delle Foibe, a Viterbo si ricordano l'8 febbraio a Valle Faul
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Martiri delle Foibe, a Viterbo si ricordano l'8 febbraio a Valle Faul

 di WANDA CHERUBINI-
Una pagina drammatica della storia d'Italia, caduta nell'oblio per troppi anni, che soltanto recentemente è riuscita a tornare alla luce,
ricordando il martirio di tante vite umane. Stiamo parlando dei martiri delle Foibe. Questa mattina, presso la sala consiliare di
Palazzo dei Priori,si è tenuta una conferenza stampa sul giorno del Ricordo, istituito con la legge del 2004 a firma di Roberto Menia.
L'8 febbraio, alle ore 11,30, a Valle Faul, il Comitato 10 Febbraio - Viterbo renderà omaggio ai martiri delle Foibe,ricordando
anche l'esodo di 350 mila italiani, istriani, giuliani e dalmati. La giornata del Ricordo si svolge con la partecipazione del Comune e
della Provincia di Viterbo. Presente stamani,

Marcello Meroi
a Palazzo dei Priori, con l'assessore comunale alla Cultura, Antonio Delli Iaconi, il presidente dell'ente provinciale Marcello Meroi,
che ha affermato: "Ricordiamo i caduti nelle foibe

Antonio Delli Iaconi
ed i deportati dai comunisti tititni e gettati nell'oblio anche politico ed istituzionale. Il gruppo di An con il deputato Roberto Menia,
nel 2004 fece passare con voto quasi unanime la legge che ricorda i nostri caduti italiani nelle foibe. E' bello il riconoscimento
unanime e che oggi tutte le istituzioni partecipino con unità d'intenti. E' una manifestazione che si ripete da molti anni e che segue
una serie di eventi. E' un salto di qualità da un punto di vista culturale. Ringrazio l'amministrazione comunale ed il Comitato 10
febbraio per ricordare questa pagina tragica per tanti anni dimenticata della storia italiana".
Ha preso, quindi, la parola il consigliere comunale Marco Ciorba, che dopo aver ricordato

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Marco Ciorba
la legge a firma di Menia del 2004 ha aggiunto: "Fino al 2004 questa pagina tra le più drammatiche della nostra storia italiana fu
inghiottita nel silenzio, come le persone nelle foibe, quelle voragini carsiche dove venivano gettati vivi o morti tanti uomini e donne
per mano dei partigiani titini. Noi abbiamo registrato 14 infoibati della provincia, tra cui Carlo Celestini di Viterbo". Ciorba ha poi
ricordato l'esodo di oltre 350mila italiani costretti a scappare dalle loro terre ed ha rimarcato come ancora oggi nelle scuole questa
drammatica vicenda venga poco trattata. "Mi auguro che anche attraverso il sostegno del Comitato 10 febbraio si possa far conoscere
alle nuove generazioni un episodio così importante e drammatico della nostra storia".
E' spettato al segretario del Comitato 10 febbraio, Silvano Olmi ribadire come la Giornata del Ricordo sia stata riconosciuta a tutti
gli effetti,con la legge n°92 del 2004, dalla Repubblica

Silvano Olmi
italiana ed ha poi affermato: "La nostra è un'associazione di volontari che fanno della commemorazione un punto di riferimento per
non far perdere le tracce del passato. Ricordo Antonio Fracassini - ha proseguito - che sotto l'allora amministrazione Gabbianelli
recuperò un masso deposto a valle Faul e Viterbo fu una delle prime città ad avere una piazza con un monumento ai caduti delle
Foibe a costo zero, intitolata a Carlo Celestini". Olmi ha poi ricordato come nella legge del 30 marzo del 2004 vi sia un articolo che
istituisce un riconosicmento ai parenti dei martiri delle foibe. "La legge però ha un piccolo difetto - ha sottolineato - in quanto mette
un limite temporale di dieci anni. Quindi, stando all'articolo 4 di tale legge, le ultime concessioni per i parenti si possono fare entro il
2015. Ci sembra di mettere così una pietra tombale su queste cose, per questo chiediamo che venga fatto un ordine del giorno da
approvare nei consigli comunali e provinciali per chiedere l'eliminazione di questo termine, che bloccherebbe la ricerca storica. Tale
proposta la lanceremo anche il 10 febbraio alla manifestazione di Roma".
Olmi ha anche toccato il tema dell'esodo, specificando come lo spostamento di 350mila persone, che qualche storico avrebbe
minimizzato, in realtà, a guerra finita, non può non considerarsi un esodo incredibile.
Il consigliere Ciorba ha accolto subito la proposta di Olmi di presentare un ordine del giorno sulla legge del 2004.
Le conclusioni

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Maurizio Federici
sono spettate a Maurizio Federici, responsabile provinciale del Comitato 10 Febbraio, che ha aggiunto: "Questa città ha un intero
quartiere dedicato a queste terre (Istria, Fiume, Dalmazia). I titini davano agli alleati le coordinate dei cimiteri perchè c'erano le
lapidi con i nomi italiani. Volevano così distruggere anche la memoria. Ricordiamo anche che migliaia di italiani furono legati e
gettati vivi nell'Adriatico. A Vergassola, sulla spiaggia, avvenne un'esplosione dove morirono una settantina di bambini. Dovremmo
ricordare anche questo. Chi ricorda solo l'Olocausto per me è complice di questi assassini. Non è possibile dimenticare tutti questi
morti". Federici ricorda anche come Trieste non fu italiana fino al 1954, in quanto "occupata dagli ufficiali inglesi e militi slavi".
"Degli italiani esposero il tricolore sul municipio di Trieste - ha raccontato - Si sparò sulla folla, uccidendo, tra i tanti, anche un ex
partigiano ed un ex combattente della Repubblica sociale". Poi una curiosità: "La canzone con cui nel 1952 Nilla Pizzi vinse
Sanremo, ovvero "Vola colomba bianca, vola" si riferisce proprio alla condizione della città di Trieste. La colomba volava a
Trieste". Federici conclude con un desiderio: "Vorrei che i ragazzi delle scuole, oltre a sapere cosa sia un lager sappiamo anche che
cosa sia un gulag".

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