PRITZKER PRIZE 2020 A YVONNE FARRELL E SHELLEY MCNAMARA - AMAZON S3
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Pritzker Prize 2020 a Yvonne Farrell e Shelley McNamara La Biennale di Architettura di Venezia sembra portare molto bene agli architetti per il Premio Pritzker. Yvonne Farrell e Shelley McNamara entrano nel palmares del più importante premio di architettura al mondo. Le titolari dello studio irlandese Grafton Architects diventano il 47° e il 48° premiato nella storia del riconoscimento avviatosi nel 1979 con Philip Johnson. Sono anche le prime irlandesi a vincere il Nobel dell’architettura per il corpus dei lavori di uno studio dall’attività ormai più che quadridecennale. Grafton Architects è stato fondato a Dublino nel 1978 da due socie allora poco meno che trentenni: Yvonne Farrell è classe 1951, Shelley McNamara nasce invece nel 1952. Le motivazioni del Pritzker Prize I 9 membri della giuria 2020 hanno riconosciuto tra i valori peculiari delle irlandesi l’integrità di un approccio che hanno saputo infondere sia negli edifici che nella conduzione dello studio. Yvonne Farrell e Shelly McNamara “hanno perseguito in modo coerente e senza esitazioni la realizzazione di un’architettura di massima qualità sia per lo specifico sito in cui doveva essere costruita, che per la sua funzione. Ma soprattutto per le persone che avrebbero abitato i suoi spazi”. Il Premio Pritzker 2020 celebra l’architettura contemporanea e modernamente site-specific dello studio irlandese. Un’architettura che è riuscita a trovare il giusto rapporto tra le dimensioni, spesso importanti, e la scala umana. Celebra anche un percorso professionale che ha sempre visto un rapporto paritario tra le socie co-fondatrici e si è dedicato
alla progettazione di edifici di tipologia e scale diversa in Irlanda, Regno Unito, Francia, Italia e Perù. Alcuni dei progetti principali di Grafton Architects Molti sono i progetti a cui Yvonne Farrell e Shelly McNamara, che sono anche state insignite della RIBA Gold Medal 2020, si sono dedicate. Particolarmente significativi per il giudizio espresso sono i più recenti. Fra tutti, segnalano specificatamente l’housing di North King Street a Dublino (2000), l’ampliamento dell’Università Luigi Bocconi a Milano (2008, finalista al Mies van der Rohe 2009), gli uffici del Department of Finance di Dublino (2009), il campus UTEC di Lima (2015) e la Scuola di Economia dell’Université Toulouse 1 Capitole (2019). La giuria Era presieduta dal membro della Supreme Court of Justice degli Stati Uniti Stephen Breyer. Ha compreso, tra gli altri, il critico di architettura Barry Bergdoll e l’architetto italo- catalano Benedetta Tagliabue. Come di consueto includeva anche due premi Pritzker del passato: Kazuyo Sejima (con SANAA, 2010) e Wang Shu (il primo cinese, premiato nel 2012). Arata Isozaki vince il Pritzker 2019: che cosa ha fatto in Italia Pritzker 2018: Balkrishna Doshi è il vincitore del premio Donne e architettura: finalmente un cambio di rotta per il riconoscimento? La scelta 2020 rappresenta un passo avanti importante nella storia del Premio Pritzker e, si spera, anche nell’evoluzione
della professione. La promotrice Hyatt Foundation riconosce pienamente il ruolo femminile in un ambito professionale ancora estremamente difficile per le donne, facendo un importante passo avanti rispetto a un passato a chiari e scuri. Yvonne Farrell e Shelley McNamara sono dichiaratamente riuscite a essere “pioniere in una professione tradizionalmente dominata dagli uomini, in passato come ancora oggi”. Nel 2004 il premio andò a Zaha Hadid. Della prima donna celebrata la giuria sottolineava il suo “approccio davvero distintivo all’architettura“, sicuramente considernado anche la risonanza mondiale di un’archistar in piena ‘epoca archistar’ e il suo indiscusso ruolo nel panorama internazionale. Il 2010 fu la volta di Kazujo Sejima ma il Premio riconobbe lo studio SANAA, diretto con il co-fondatore Ryue Nishizawa. La giuria sottolineava come i due soci siano di fatto inscindibili:”è praticamente impossibile attribuire ai singoli i particolari aspetti dei progetti“. Il pieno riconoscimento femminile arriva quindi per la prima volta nella storia di un premio che in passato è stato attaccato per il suo maschilismo. Il Pritzker per molto tempo è stato lo specchio di regole non scritte di svolgimento di una professione che solo negli anni più recenti ha registrato l’incremento di una presenza femminile visibile e pubblicata. Ma nel vicino 2013 è stato tuttavia sordo alla richiesta avanzata a gran voce di riconoscimento postumo del Pritzker 1991, andato a Robert Venturi, anche alla socia e moglie Denise Scott Brown.
Photogallery Ampliamento dell'Università Luigi Bocconi di Milano (2008, © Federico Brunetti) Chiudi Ampliamento dell'Università Luigi Bocconi di Milano (2008, © Federico Brunetti) Chiudi Uffici del Department of Finance di Dublino (2009, photo courtesy of Grafton Architects) Chiudi Uffici del Department of Finance di Dublino (2009, photo courtesy of Grafton Architects) Chiudi Campus UTEC di Lima (2015, photo courtesy of Iwan Baan) Chiudi Campus UTEC di Lima (2015, photo courtesy of Iwan Baan) Chiudi School of Economics dell'Université Toulouse 1 Capitole (2019, photo courtesy of Dennis Gilbert) Chiudi School of Economics dell'Université Toulouse 1 Capitole (2019, photo courtesy of Dennis Gilbert) Chiudi Town House Building della Kingston University di Londra (2019,
photo courtesy of Dennis Gilbert) Chiudi London School of Economics and Political Science di Londra (in costruzione, courtesy of Grafton Architects) Chiudi Il Pritzker e la Biennale di Architettura di Venezia La Biennale di Architettura di Venezia, in eccezionale apertura posticipata a fine agosto causa coronavirus, conferma ancora una volta di avere un ruolo importante nel panorama mondiale dell’architettura. È la terza volta che nel recente passato la nomina a suo curatore viene anche in qualche modo accompagnata dall’assegnazione del Premio Pritzker. La giapponese Kazuyo Sejima, 32° Pritzker, fu nello stesso anno del premio la curatrice di ‘People meet in architecture’. Il 2016 è invece il momento del Pritzker ad Alejandro Aravena. All’apice di un forse irripetibile successo planetario, con i suoi 48 anni è stato anche il più giovane premiato nella storia del riconoscimento. L’architetto cileno nello stesso anno a Venezia fu curatore di una delle migliori edizioni recenti della Biennale, ‘Reporting from the front’. Il 2020 premia le curatrici di ‘Freespace’. E conferma sia la Fondazione Biennale di Venezia che il valore aggiunto al curriculum dall’essere curatori della sezione Architettura.
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