Tuscia Film Fest, il Premio Pipolo ad Alessandro Borghi - Tuscia Times

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Tuscia Film Fest, il Premio Pipolo ad Alessandro Borghi

 di MARIELLA SPADAVECCHIA -
VITERBO - E' stata la serata del Premio Pipolo, quella di ieri, per il Tuscia Film Fest. Sul palco di piazza San Lorenzo, a ricevere
il prestigioso riconoscimento, che viene consegnato ogni anno ad un personaggio emergente del cinema italiano, è stato il
ventinovenne attore romano Alessandro Borghi, protagonista del film ?Non essere cattivo?, presentato come evento speciale alla 72ª
Mostra del Cinema di Venezia e candidato italiano al premio Oscar 2016.

 ?Credo che Pipolo avrebbe scelto proprio Alessandro Borghi, per la sua particolarità di essere attore e perché raffigura appieno lo
spirito di questo riconoscimento? ? ha sottolineato, consegnando il Premio, lo scrittore Federico Moccia, figlio del celebre
sceneggiatore viterbese Giuseppe, meglio conosciuto col nome d'arte Pipolo. Accanto a Moccia, in questa tredicesima edizione del
Tuscia Film Fest, Andrea De Simone, di Confartigianato, partner del Premio Pipolo dal 2012.
?E' bellissimo ? ha detto Borghi ricevendo il premio ? Lo voglio dedicare a Claudio Caligari, che ora non c'è più. Con questo suo
film, Claudio mi ha regalato la cosa più bella della mia vita. E' stato magico. Vi auguro di godere di questa pellicola, in cui emerge il
cuore enorme con cui è stata fatta?.

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E prima della proiezione di ?Non essere cattivo?, ultima opera del regista Caligari (scomparso proprio poco dopo la fine delle riprese
del film), ambientato nella Ostia della metà degli anni '90, che racconta un mondo ruvido, aspro e sgradevole in cui i due
protagonisti, Cesare (Luca Martinelli) e Vittorio (Alessandro Borghi) vengono trascinati in una vita vorticosa, fatta di soldi,
macchine potenti e droga, l'attore ha parlato al pubblico viterbese di se stesso e della sua carriera. Ha ricordato i suoi esordi come
stuntman, le sue prime parti in qualche fiction televisiva e l'approdo al cinema.

 ?Sono felice di vedere così tanta gente ? ha affermato Alessandro Borghi, intervistato dal critico cinematografico Enrico
Magrelli, consulente editoriale del TFF - questo significa che dopo un anno dall'uscita del film il pubblico ha ancora voglia di
vederlo.
Tempo fa non avevo alcuna intenzione di fare l'attore. Facevo arti marziali e avevo un amico stuntman e così, ogni tanto, ho iniziato
a fare qualche particina come stuntman a Cinecittà, ma non avevo idea di ciò che sarebbe accaduto. Una sera, all'uscita dalla
palestra, sono stato avvicinato da Danilo Cesarano, che è poi diventato il mio agente, che mi ha detto che avevo una faccia
interessante e mi ha proposto di fare un provino per Distretto di Polizia. Era il 2006. Così è cominciato tutto.
Ho avuto qualche particina in alcuni sceneggiati televisivi che mi hanno consentito di guadagnare qualcosa e di iniziare a studiare
seriamente, dai corsi di dizione e recitazione alla scuola di Gianni Tamburi. Per pagarmi gli studi, intanto, facevo il cameriere a
Roma, da Cesare al casaletto?. RIS 5, Squadra Narcotici, Romanzo Criminale? poi la grande occasione del debutto cinematografico,
quando Stefano Sollima, dopo il successo riscosso con la serie tv Gomorra, gli ha affidato il ruolo di Numero 8, boss della mala di
Ostia, in Suburra, pellicola tratta dall'omonimo romanzo di Carlo Bonini e Giancarlo De Cataldo.

?L'incontro con Claudio Caligari ? ha aggiunto Borghi ? è stato decisivo per la mia carriera di attore. Avevo visto tutti i suoi film e
ho fatto un provino con lui per Non essere cattivo. Per tre settimane ho lavorato come spalla per i provini e non sapevo che proprio
io sarei stato il vero protagonista del film. E' stata l'esperienza più bella della mia vita. Ancora oggi quando rivedo questo film penso
di assistere al documentario di me a 20 anni. Lavorare con un regista come Claudio Caligari è stato fantastico. Per lui fare cinema
significava catturare dei momenti. Senza alcuno stress emotivo e senza la paura di metterti continuamente in gioco. Ti senti
veramente un attore solo quando ti rendi conto che ti viene facile, spontaneo, naturale, quando non fai nessuna fatica. Claudio mi ha
insegnato molto. Anche nei momenti peggiori della sua malattia, era sempre presente. Con un filo di voce e poche parole, è stato

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capace di darmi consigli e suggerimenti preziosi. Per questo voglio dedicare il Premio Pipolo a questo mio grande Maestro?.

 Federico Moccia
La terza serata del Tuscia Film Fest si è aperta con il Prefestival, un appuntamento alle 19.30 in piazza della Morte, con lo scrittore
e regista Federico Moccia, intervistato da Franco Grattarola. Moccia ha ricordato, a dieci anni dalla scomparsa, il padre
Giuseppe, nato a Viterbo nel 1933 e sceneggiatore cinematografico di enorme successo insieme a Franco Castellano della celebre,
inossidabile coppia Castellano e Pipolo, con cui ha firmato più di 120 film. Dopo aver raccontato il suo legame col padre e le
collaborazioni cinematografiche, ha parlato del suo percorso professionale come scrittore e regista. Federico Moccia ha presentato il
suo ultimo libro Tu sei ossessione , uscito a dicembre scorso.

?E' un libro che racconta la storia di uno scrittore trentacinquenne di successo ? ha spiegato l'autore ? ossessionato dai social
network, che riceve un messaggio su facebook da una ragazza?. Tra i progetti cinematografici di Federico Moccia, un film che
rivaluta i sentimenti puri, raccontando come sarebbe la vita senza telefonino, o quali difficoltà si potrebbero incontrare quando non
c'è campo.

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