Maria Teresa Rinarelli IRCCS Ambulatori - Rete Oncologica ...

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Maria Teresa Rinarelli IRCCS Ambulatori - Rete Oncologica ...
Maria Teresa Rinarelli

       IRCCS Ambulatori
breast-nurse
Maria Teresa Rinarelli IRCCS Ambulatori - Rete Oncologica ...
Ilenia ha 34 anni

 addensamento alla mammella destra di 5 cm:
 ago-biopsia con diagnosi di carcinoma duttale
infiltrante mammario
 determinazione dei bio-marcatori su
biopsia(ER95% PRR 85% HER2 3+)
 si decide per chemioterapia neo-adiuvante con
schema FEC con trastuzumab e paclitaxel
 maggio 2014 finisce la terapia neoadiuvante
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viene sottoposta ad intervento di mastectomia più
dissezione ascellare, con inserimento di espansore
cutaneo
 G2ypT2mN2(4/12)
 Luglio 2014 avvia terapia adiuvante con trastuzumab
più terapia ormonale con tamoxifene
 Agosto 2014 effettua radioterapia adiuvante 50 Gy
 Aprile 2015 termina trastuzumab
 Gennaio 2016 intervento di rimozione espansore e
sostituzione con protesi e mastopessi controlaterale. Ilenia
rifiuta l’ intervento di ricostruzione con gran dorsale
perché è molto provata dalle cure e decide con il
chirurgo di posizionare la protesi.
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Stabilità / instabilità                                       Contesto
clinica                                                       facilitatore
                                         Responsività

                             Paura di aver
                             dolore

                             Paura che la ferita si apra o
                             sanguini col movimento

                          Insicurezza sulla postura
                          da assumere
                                                               Ostacolante
                    Insicurezza sui movimenti
                    che si possono eseguire                  Indipendenza
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Ragionando su tali dati si può inoltre asserire che non
    solo queste persone hanno bisogno di essere
  informate, ma che spesso hanno preconcetti o
         conoscenze insufficienti o scorrette.
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    L'alterazione dell'immagine
     non riguarda solo ciò che i
     pazienti vedono o
     osservano di se', ma anche
    la percezione che hanno del
             loro corpo.
    Durante la fase di
     adattamento ai
     cambiamenti del corpo, la
     persona assistita necessita
     di supporto.
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   Il carcinoma mammario è una
    patologia cronica
   L'intervento    chirurgico    con
    inserimento di protesi o espansore
    determina un cambiamento
    delle abitudini di vita
   L'intervento che deve essere
    messo in atto dall'infermiere, è di
    educazione terapeutica
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Il linfedema del braccio è causato all'asportazione dei linfonodi
              del cavo ascellare che hanno il compito di filtrare la linfa del
              braccio, del torace e della mammella. La linfa trova di solito vie
              secondarie attraverso cui defluire; tuttavia vi può essere una
              tendenza al ristagno nei tessuti dell'arto, con la comparsa di
              gonfiore a livello della mano, dell'avambraccio, del gomito o
              dell'arto nella sua interezza

L’infermiere ha un ruolo fondamentale nella prevenzione e cura
del linfedema
 obiettivi principali :
 - prevenzione della sua insorgenza
 - controllo della sua evoluzione ed alla possibilità di subire il
minor danno possibile riguardo la qualità della vita.
Gli obiettivi sono, necessariamente improntati ad una filosofia di
“riduzione del rischio” più che di cura
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E’ dimostrato il valore aggiunto dell’assistenza
infermieristica operando in stretto rapporto con
il gruppo interdisciplinare di cura potrà creare
una rete assistenziale ed essere di grande aiuto
per affrontare il percorso di diagnosi e cura.
L'intervento per l'asportazione del carcinoma mammario e dei linfonodi
ascellari può presentare delle complicanze che non devono essere
trascurate.
L'affezione più frequente, in seguito a tale intervento, potrebbe essere la
comparsa del linfedema (o gonfiore) dell'arto corrispondente alla
mammella operata.
Tale complicanza può causare inabilità di vario grado ed è importante
agire nell'immediato post-operatorio seguendo uno stile di vita che rispetti
le regole di prevenzione di questa evenienza.
La prevenzione del linfedema deve iniziare subito dopo
l'intervento con semplici accorgimenti che la paziente
deve attuare nella sua quotidianità:
 evitare attività faticose e movimenti
  ripetitivi eseguiti con sforzo;

 evitare di sollevare pesi, ma compiere
  solo movimenti semplici per il primo mese
  dopo l’intervento;

 evitare di portare manici e tracolle di
  borse dal lato oggetto dell'intervento;

 non indossare anelli o braccialetti che
  stringano l’arto corrispondente al lato
  operato;

 non indossare un reggiseno troppo stretto
  o con ferretti, né sulle spalle né sul torace,
  la spallina deve essere larga ed
  eventualmente prevedere una protezione
  soffice tra spallina e la cute della spalla;
 è consigliato evitare di praticare iniezioni,
  prelievi, fleboclisi, misurazioni della pressione
  arteriosa sul braccio dal lato dell’intervento per
  evitare il rischio di infezioni e/o infiammazione.
 Recenti studi (Ahn and Elisa R. Port JCO, 34(7), 2016)
  non supporterebbero tali pratiche, sono
  tuttavia necessari ulteriori dati e si consiglia
  dunque prudenza nell’abbandonare queste
  indicazioni
 mantenere la cute idratata procedendo
  con l’applicazione di creme idratanti
  neutre senza profumazioni a distanza di
  circa 20 giorni dall’intervento.
 La pelle idratata ed elastica è meno
  soggetta a screpolature: una lesione
  anche piccola può essere infatti una
  potenziale via d’accesso per batteri o
  funghi;

 È sconsigliabile l’utilizzo di deodoranti
  fino a che non siano stati rimossi i punti di
  sutura. È molto importante una corretta
  igiene dell’area intorno alla
  medicazione, dove è possibile applicare
  anche un deodorante neutro senza gas,
  in crema che non contenga alcool.
 evitare di tagliare le cuticole delle
  unghie durante la manicure, fare
  attenzione ad utilizzare strumenti ben
  puliti, ed usare le tronchesine per
  evitare di ferirsi;

 usare il rasoio elettrico per la
  depilazione del braccio e
  dell’ascella rispetto a cerette e
  creme depilatorie che possono
  causare microlesioni o irritazione
  cutanea a causa delle sostanze
  chimiche contenute nei prodotti
  depilatori;
 usare il ditale per cucire per evitare di ferirsi
  con l’ago;

 usare i guanti per le faccende domestiche o
  giardinaggio, per il ‘fai-da-tè’, o per accudire
  animali. Non usare detersivi a contatto diretto
  con la pelle al fine di prevenire dermatiti che
  possono complicarsi in linfangite;

 porre attenzione alle punture di insetti, ai tagli,
  alle ferite e alle ustioni: in questi casi occorre
  disinfettare accuratamente e coprire
  eventuali ferite da graffi o tagli. Indossare
  pertanto abbigliamento idoneo per evitare
  tagli o graffi o punture d’insetto se soggetti a
  questi rischi;
 controllare il peso, poiché il grasso si
  deposita maggiormente nel braccio che
  ha un deficit circolatorio; inoltre l’eccessivo
  aumento ponderale rende più impacciati i
  movimenti e sottopone a stress osteo-
  articolare la colonna vertebrale, il bacino
  e gli arti

 Non esporsi al sole nelle ore più calde ed
  utilizzare una crema solare con foto-
  protezione a schermo totale ; durante la
  chemioterapia la pelle è molto più
  delicata quindi un’ esposizione diretta ai
  raggi UV può causare scottature o
  macchie sulla pelle che potrebbero
  restare in modo permanente.
 evitare fonti di calore troppo elevate sul braccio
  come: fanghi, sabbiature, tutto ciò che è
  termoterapia (es. termoforo, tecar-terapia, sauna,
  bagno turco).

 riprendere gli sport a distanza di circa 1 mese
  dall’intervento (per la ripresa di attività sportive
  agonistiche concordare con il medico il periodo di
  ripresa) perché un’attività fisica regolare è uno degli
  elementi più importanti per mantenersi in buona
  salute;
 se, nonostante tutte le precauzioni adottate,
  si verificassero i segni di infezione e di
  infiammazione come aumento di volume
  del braccio (anche se di lieve entità),
  rossore, dolore è necessario contattare il
  medico curante in primis ed eventualmente
  il medico fisiatra presso un centro di
  riabilitazione per la terapia più idonea e per
  la prescrizione di eventuali presidi e/o ausili
  ritenuti utili per il miglioramento del quadro
  clinico
Diversi  autori    pubblicano   risultati   favorevoli   della
mobilizzazione sul linfedema:
La Cochrane dopo una importante REVISIONE della letteratura
disponibile ha riconosciuto come la mobilizzazione abbia effetto positivo
sulla funzionalità globale dell’arto superiore, ma che non ci siano
differenze significative sull’insorgenza di linfedema. Sono necessari
comunque studi di qualità che confermino tali dati.
RECUPERO FUNZIONALE NEGLI INTERVENTI ALLA
MAMMELLA CON DISSEZIONE DEL CAVO ASCELLARE

NELL’IMMEDIATO POST-OPERATORIO IN REPARTO È
CONSIGLIATO:

 tenere il braccio su un cuscino per favorire il
  defluire della linfa

    è bene cominciare a muovere il braccio subito
    facendolo scorrere sul piano del letto ed
    innalzandolo in modo graduale al di sopra della
    testa, per mantenere una buona escursione
    articolare e ripristinare la funzione motoria

 per aiutare e alleviare lo stress e la tensione
  muscolare del braccio si può usare una pallina
  antistress, che stretta nella mano e manipolata
  con le dita, permette di esercitare i muscoli della
  mano riducendone lo stress e rafforzando i
  muscoli stessi della mano e del polso.
A DOMICILIO È CONSIGLIATO:

 svolgere una regolare attività fisica, che non
  richiede molto tempo né molte energie: può
  essere sufficiente fare delle passeggiate, andare
  con maggior frequenza in bicicletta, prendere le
  scale più spesso,o eseguire gli esercizi proposti
 Gli esercizi sono utili al fine di:
 favorire la circolazione linfo-venosa;
 impedire danni secondari dovuti all’ipomobilità
  e ridurre la sensazione di pesantezza;
 per ampliare progressivamente i movimenti
  dell’arto, migliorando l’elasticità e l’estensibilità
  dei muscoli che altrimenti andrebbero incontro
  ad accorciamento e a dolore;
 per recuperare precocemente le normali
  attività quotidiane come lavarsi, vestirsi,
  pettinarsi,…
 E’ pertanto necessario a domicilio proseguire gli esercizi
    appresi , (durante la degenza ospedaliera e in ambulatorio,
    a domicilio).

 Tutti gli esercizi andrebbero ripetuti
più volte al giorno per pochi minuti,
con lentezza, concentrazione,
armonia e ricerca della simmetria,
seguendo il ritmo del respiro.
Occorre sottolineare che il
trattamento va continuato con
insistenza anche per tutto il periodo di
una eventuale terapia radiante, o
chemioterapica.
Numerosi studi indicano che una
L'attività fisica riveste, quindi, una   regolare attività fisica riduce non
notevole importanza nella fase           solo il rischio d’insorgenza di
immediatamente successiva                cancro mammario , ma anche il
                                         rischio di recidiva e la mortalità in
all'intervento di dissezione del         donne operate di cancro
cavo ascellare. Si possono ad            mammario (Ballard-Bardash et
esempio eseguire degli esercizi di       al,JNatlCancerIns 2012). Come ad
ginnastica dolce per prendersi           esempio 30/40 minuti di
                                         camminata a passo veloce. Due
cura del proprio corpo.                  studi dimostrano che questa
                                         moderata ma regolare attività
                                         fisica sia sufficiente per dimezzare
                                         l’incidenza di recidiva e la
                                         mortalità in donne operate di
                                         cancro mammario rispetto a
                                         quelle rilevabili in donne operate
                                         ma sedentarie (www.stivi.net)
Una revisione di 19 studi di coorte e 29 di caso-
controllo ha analizzato la relazione tra attività fisica e
carcinoma della mammella, concludendo che ad
ogni età le donne che svolgono regolarmente attività
fisica presenterebbero una riduzione del rischio
relativo del 15-20% di sviluppare tale tumore.
(Monninkhof EM, 2007)
L’effetto sembrerebbe maggiore nel periodo post-
menopausale che in età fertile e proporzionale alla
quantità di attività praticata [Friedenreich, 2004],
con una riduzione del rischio relativo del 6% ogni
ora/settimana di AF svolta, purché l’esercizio fisico sia
intenso.
POST-OPERATORIO IN OSPEDALE:

ll giorno dell’intervento la paziente non verra’ mobilizzata (posizione
supina a letto).
In prima giornata potra’ deambulare all’interno della stanza
limitando l’uso del braccio, non sollevandolo più di 90°.

Se nella ricostruzione mammaria è stata utilizzata una protesi, sia
definitiva che provvisoria, essa è un corpo estraneo per il nostro
organismo. I tessuti devono abituarsi alla sua presenza. La protesi
viene posizionata dietro un muscolo che normalmente è piatto sul
torace. E’ una situazione anatomica diversa che richiede del tempo
per l’adattamento e la detensione muscolare che può variare da 3
a 4 mesi circa.
 Molte donne riferiscono di “sentire” la protesi con una
gamma di sintomi che vanno dal lieve/medio dolore alla
sensazione di corpo estraneo

 Nel caso di posizionamento di espansore cutaneo al
momento dell'inserimento, viene parzialmente riempito con
soluzione fisiologica, affinché la regione mammaria
acquisisca subito un minimo volume iniziale.
 Una volta raggiunta la guarigione della cicatrice della
mastectomia (circa 1-2 settimane), si procede ai periodici
riempimenti dell'espansore. I riempimenti, eseguiti ogni
settimana, vengono effettuati in ambulatorio, richiedono 5
minuti e sono assolutamente non dolorosi:
- con una siringa dotata di un piccolo ago ipodermico si
raggiunge la valvola all'interno dell'espansore e si
inseriscono circa 40-50 cc di soluzione fisiologica; la valvola
metallica viene reperita dall'esterno grazie ad una calamita.
Questi riempimenti devono essere effettuati per circa 1-2
mesi fino al raggiungimento dell'espansione desiderata.
Raggiunta l'espansione, dopo qualche mese si effettua un
secondo intervento chirurgico in cui l'espansore viene
sostituito con la protesi mammaria definitiva, di forma e
dimensioni adeguate.
 Dopo  ricostruzione con protesi/espansore, cautela dovrà essere
posta nei    movimenti che prevedono l’uso dei muscoli pettorali
(sollevamento di pesi non superiori ai 2 kg), evitando di affaticare il
braccio del lato operato,

 Non sollevarlo oltre i 90° per circa un mese.

 La normale motilità del braccio, del collo e del torace dalla parte
operata dovrà essere mantenuta fin dal primo giorno

 Compiere tutte le attività di igiene e cura quotidiana nel rispetto della
propria soglia del dolore evitando eccessivi e bruschi stiramenti
(l’attività agonistica può riprendere dopo 6 mesi)
Dormire mantenendo una posizione supina perché
per almeno due mesi le protesi dovrebbero stare il
più ferme possibili per l’assestamento

La sensibilità cutanea può essere alterata soprattutto
a livello delle ferite

 E’ importante mantenere la cute idratata
applicando creme neutre idratanti sulla cute.

 E’ sconsigliabile prendere il sole per un mese.
 Per tutte le ricostruzioni alla prima
medicazione ambulatoriale verrà consigliato
l’uso di un reggiseno contenitivo post-
mastectomia, rigorosamente senza ferretti,
allacciato davanti, per permettere di tenere il
seno in una posizione stabile; per un mese il
reggiseno andrà indossato giorno e notte.

 Si potrà fare la doccia (con acqua tiepida)
solo alla completa guarigione delle ferite;
mentre prima di 6 settimane dall’intervento,
non sarà possibile immergersi nella vasca da
bagno, in piscina o in mare
Per sei mesi dopo l’intervento è utile proteggere dal
sole la cute operata applicando una crema solare a
protezione totale, utilizzando il costume, nelle ore
meno calde

Evitare fonti di calore troppo elevate come: fanghi,
sabbiature, tutto ciò che è termoterapia es. termoforo,
tecar-terapia, sauna, bagno turco.

 Non esistono controindicazioni particolari alla guida,
tuttavia è consigliabile non
guidare per circa 2-3 settimane dal giorno
dell’intervento chirurgico
 L’attività lavorativa di qualunque tipo e per qualunque
indicazione lo si effettui, è sempre un evento stressante
per l’organismo, che quindi ha bisogno di tempo per
ristabilirsi. La durata della convalescenza si decide con il
medico curante, in relazione alle condizioni generali.
 La presenza di protesi non compromette la qualità dei
controlli radiologici essendo esse inserite in un piano
anatomico profondo. Con espansori cutanei non si può
eseguire la risonanza magnetica alla mammella
La ricostruzione del seno dopo
     mastectomia è ormai
     universalmente consigliata
      Sebbene la ricostruzione del seno
     non possa mai supplire alla perdita
     del proprio seno, i risultati in genere
     sono molto soddisfacenti.

È stato dimostrato scientificamente che
l’intervento di ricostruzione mammaria, ha
un’influenza positiva sull’equilibrio psicologico
, sulle difese immunitarie e pertanto sulla qualità
di vita della paziente. La ricostruzione è ormai
considerata parte integrante del
l trattamento oncologico a seguito di una
mastectomia.
Studio pilota sperimentale unicentrico in pazienti affette da carcinoma della
mammella sottoposte a mastectomia per valutare l'influenza di un piano
educativo per la gestione di protesi/espansore sulla corretta mobilizzazione, sul
controllo del dolore, sul dislocamento della protesi, sull'immagine corporea
dopo la dimissione.
Il responsabile del progetto è Aloe Alessandro: infermiere presso la chirurgia
oncologica FPO IRCCS e Tutor clinico per il Corso di Laurea Infermieristica del
Cottolengo e del San Luigi. Attualmente due studentesse del Cottolengo
stanno collaroborando allo sviluppo del progetto attraverso le loro tesi.
Una delle due andrà a verificare l'ipotesi della presenza di dolore a tre e sei
mesi dall'ntervento chirurgico di mastectomia con ricostruzione tramite
espansore.
L'altra, dopo accurata ricerca bibliografica, ha identificato uno strumento di
misurazione(per il quale è in atto il processo di validazione in lingua italiana)
dell'immagine corporea da adattare al nostro contesto di cure.
   Ampia casistica di interventi di chirurgia plastica
    ricostruttiva senologica con inserimento di protesi o
    espansore cutaneo per carcinoma mammario

   Informazioni relative alla gestione di protesi/espansore con
    modalità non strutturata e codificata quindi soggette alla
    variabilità individuale

   Momento delicato: diagnosi di cancro e intervento
    chirurgico demolitivo dell'immagine corporea --> ridotta
    capacità di recepire informazioni
   Elaborazione di un piano educativo terapeutico
    standardizzato per la gestione di protesi/espansore
    mammario da parte della persona assistita, condiviso con
    equipe medica e infermieristica

   Attuare il piano educativo dall’intervento chirurgico alla
    visita post dimissioni

   Rilevare la percezione delle donne rispetto alla propria
    immagine corporea

   Identificare e documentare il bisogno di assistenza
    infermieristica
   Studio pilota sperimentale unicentrico in
    pazienti affette da carcinoma della mammella
    sottoposte a mastectomia per valutare
    l'influenza di un piano educativo per la
    gestione di protesi/espansore sulla corretta
    mobilizzazione, sul dislocamento della protesi e
    sull'immagine corporea dopo la dimissione e
    sul dolore
   Corretta mobilizzazione da parte delle pazienti alla
    dimissione dopo degenza chirurgica e alla visita
    ambulatoriale
   Alterazione dell'immagine corporea
   Dolore
   Numero di dislocazioni della protesi/numero di
    interventi
   Donne responsive con un'età > di 18
    anni, ricoverate nell'unità operativa di
    ginecologia oncologica per intervento
    chirurgico di mastectomia (mono o
    bilaterale) e contestuale ricostruzione
    con espansore o protesi mammaria e
    successivo follow-up ambulatoriale.
   Lo strumento per andare a valutare la percezione dell’immagine
    corporea è la scala validata in lingua Inglese: “Body image after
    breast cancer”. Con la sua tesi la studentessa cercherà di
    adattare la suddetta scala al nostro contesto lavorativo dell’IRCCS
La cosa importante in Medicina?

Non è tanto la malattia di cui il paziente è affetto,

quanto la persona che soffre di quella malattia”

                                          Ippocrate

Grazie per l’attenzione
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