DAL BRAIN DRAIN ALLA BRAIN CIRCULATION - premesse al Concorso Fotografico "L'Umbria che attrae"
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in collaborazione con con il patrocinio dell’USR per la seguente attività DAL BRAIN DRAIN ALLA BRAIN CIRCULATION premesse al Concorso Fotografico “L’Umbria che attrae” Slide 2 – Cosa significa Brain Drain Se, in generale, parlare di brain drain, significa considerare il fenomeno della migrazione di persone altamente qualificate che, formatesi in un paese, si trasferiscono e lavorano in un altro; nel particolare, per poter valutare tale fenomeno occorre definire chi rientra nella categoria dei soggetti altamente qualificati e che cosa si intende per migrazione. Le difficoltà di definizione sono evidenti anche nell’utilizzo diffuso di differenti espressioni che indicano diverse sfaccettature del medesimo fenomeno: fuga dei cervelli, esodo dei talenti, emigrazione dei talenti, esportazione di cervelli, brain drain, brain circulation, brain waste, brain overflow, brain bank, brain trust, ecc. Quando si parla di “cervelli” in genere si pensa a dottori di ricerca e scienziati ma nell’accezione più ampia del termine e nelle analisi che vengono fatte circa il fenomeno della nuova emigrazione sono ricompresi anche coloro che hanno conseguito una laurea e non si occupano necessariamente di ricerca. Invece, dal punto di vista del termine “migrazione” si intende un periodo non definito a livello temporale, ma generalmente superiore a 6 mesi, in cui un soggetto si trasferisce all’estero per lavoro o studio. Per approfondimenti: AUR, Bendini V., “Talenti in fuga: quali strategie? Brain Back Umbria: dati, risultati ed idee per contrastare la fuga dei cervelli”, cap. “La storia della nuova emigrazione” p.7- 91 1 E’ possibile scaricare gratuitamente il volume dal sito www.brainbackumbria.eu alla sezione “Ricerca”. Agenzia Umbria Ricerche – Progetto Brain Back Umbria
Slide 3 – Perché il Brain Drain è un problema per il paese di origine? Esistono diverse motivazioni che evidenziano come il brain drain possa essere considerato un problema per il paese di origine. Le principali sono: Lo stato di origine ha investito risorse su persone che diventeranno produttive altrove. In particolare, si tratta di perdite in termini di spesa pubblica per istruzione terziaria. Infatti, l’OECD ha stimato che nel 2009 in Italia la spesa annuale per studente universitario è stata pari a circa €6.500 (OECD, 2009). Moltiplicando tale importo per il numero di laureati italiani che si è trasferito all’estero nel 2008, risulta che il costo diretto del brain drain è stato di circa 170 milioni di euro, pari al costo di ogni laureato per 4 anni di istruzione universitaria. Naturalmente, tale valutazione è da considerarsi approssimativa, in quanto non considera la natura pubblico-privata dell’istruzione universitaria ed il numero esatto di anni di studio dei laureati emigrati; Lo stato di origine perde forza-lavoro qualificata. Ad esempio, l’Istituto per Competitività I- Com ha cercato di valorizzare la perdita economica derivante dalla mancata registrazione di brevetti da parte dei top 20 scientists italiani emigrati. Gli obiettivi di questo studio sono duplici: stimare il valore dell’attività svolta dai top scientists italiani all’estero e fornire una stima della potenziale perdita derivante dal trasferimento all’estero di uno scienziato italiano con potenzialità di top scientist. L’analisi è improntata sui primi 20 top scientists italiani emigrati, quali autori principali dei brevetti registrati. Questi operano principalmente in tre settori: farmaceutico (15 soggetti), ICT (3), chimico (2). Il valore di un brevetto varia a seconda del settore: in ambito farmaceutico questi valgono mediamente 4,6 milioni di euro, nel campo dell’ICT 1,7 milioni di euro e per il chimico 19,1 milioni di euro. Il numero totale di brevetti registrati dai 20 soggetti considerati è pari a 155 per una stima del valore attuale dell’attività brevettuale pari a circa 860 milioni di euro. Se si riporta tale valore ai flussi di cassa in 20 anni, il valore cumulato si attesta sui 2 miliardi di euro. Se si includono anche i brevetti per i quali i top 20 hanno rilasciato solamente un contributo, il numero totale sale a 301, per un valore di 1,7 miliardi di euro attuali e 3,9 miliardi di euro in 20 anni. L’emigrazione all’estero di un potenziale top 20 scientist italiano comporta una perdita per il sistema della ricerca pari a 63 milioni di euro, che potrebbero toccare i 400 se il campo di attività è quello chimico; Lo stato di origine perde potenziali contribuenti, quindi subisce un minor gettito fiscale. Tale fattore dipende anche da un “degiovanimento” della popolazione. “Il processo di progressiva e decisa riduzione (in termini assoluti e relativi) della popolazione giovanile è normalmente denominato “invecchiamento” della popolazione. Il termine è evidentemente corretto ma rischia di essere fuorviante, poiché porta a concentrare l'attenzione solamente sulla crescita della popolazione anziana e sulle sue implicazioni sul benessere degli anziani. Il pericolo è, quindi, quello di ignorare completamente l'altro lato della medaglia: una prospettiva talmente innovativa che è necessario un neologismo per rappresentarla. Quando aumenta il numero dei più giovani si parla di “rin-giovanimento” della popolazione mentre, in presenza di un processo opposto, si parla di “invecchiamento”. La drastica riduzione della popolazione giovanile nel nostro Paese è conseguenza di una prolungata “de-natalità”, termine col quale si fa riferimento al calo delle nascite. In analogia con la “de-natalità” e in opposizione al “rin-giovanimento”, è Agenzia Umbria Ricerche – Progetto Brain Back Umbria
stato quindi proposto il neologismo “degiovanimento” della popolazione per descrivere questo processo in atto”. Per approfondimenti: AUR, Bendini V., “Talenti in fuga: quali strategie? Brain Back Umbria: dati, risultati ed idee per contrastare la fuga dei cervelli”, cap. “La storia della nuova emigrazione” p.10- 11 e www.degiovanimento.com Slide 4 – Quali sono le cause del Brain Drain Tra le principali cause del brain drain troviamo molti fattori legati al particolare periodo economico che stiamo vivendo: • precarietà del mercato del lavoro; • livello salariale più basso rispetto a quello di altri Paesi esteri, in particolare di Paesi europei le cui condizioni economiche sono più stabili di quelle italiane; • criteri di selezione del personale poco meritocratici; • mancanza di infrastrutture di supporto adeguate all’attività di studio e/o lavoro che i giovani intendono intraprendere. Tali dati sono confermati anche dalle informazioni raccolte grazie all’indagine condotta dal Progetto Brain Back Umbria. La maggior parte degli umbri intervistati si è trasferita per mancanza di opportunità di lavoro adeguato alle aspettative e desidera essere valorizzata professionalmente e crescere in un mercato del lavoro capace di offrire opportunità, prospettive, sicurezza contrattuale e riconoscimenti adeguati. Dal Paese estero in cui vivono “importerebbero” principalmente l’“apertura mentale” e il principio della meritocrazia. Per approfondimenti: AUR, Bendini V., “Talenti in fuga: quali strategie? Brain Back Umbria: dati, risultati ed idee per contrastare la fuga dei cervelli”, cap. “L’indagine sull’emigrazione umbra” p.49-59 Slide 5 – Siamo sicuri che il Brain Drain sia il vero problema? Il Report ISTAT "Migrazioni internazionali e interne della popolazione residente" (2012) evidenzia che aumentano gli espatri e calano i rientri dall’estero. Se si prende in considerazione la fascia di soggetti con più di 25 anni, la perdita netta di residenti è pari a circa 32.000 unità, di cui circa il 28% in possesso di un titolo di laurea. Le principali mete di emigrazione sono la Germania, il Regno Unito, la Svizzera e la Francia. Fuori dai confini europei, i laureati italiani come meta di emigrazione scelgono principalmente gli USA ed il Brasile. Infatti, possiede una laurea quasi un italiano su tre che emigra verso gli Stati Uniti, il Brasile ed il Regno Unito. Il problema è che tali dati si riferiscono solamente a coloro che cambiano la propria residenza e da diverse indagini risulta che i valori siano altamente sottostimati. Infatti, secondo l’OCSE, l’Italia è l’unico dei paesi europei più sviluppati ad avere più laureati che partono rispetto a quelli che arrivano. Se si analizzano i dati raccolti da AIRE e gli altri dati raccolti grazie ad altri Progetti nazionali di analisi del fenomeno della nuova emigrazione emergono informazioni differenti e a volte contrastanti in merito a molte delle caratteristiche degli emigrati (ad es. risultano essere diversi i principali paesi di destinazione, l’età media dei campioni, il livello di istruzione, ecc.). Agenzia Umbria Ricerche – Progetto Brain Back Umbria
Dall’indagine condotta grazie al Progetto Brain Back Umbria risulta che meno del 45% degli intervistati è iscritta all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (AIRE), iscrizione che viene effettuata esclusivamente in caso di cambiamento della residenza. Tra gli umbri indagati ad esempio risulta che in base ai dati AIRE il principale paese di emigrazione è la Francia, mentre in base ai dati raccolti dal Progetto Brain Back Umbria il paese verso il quale tendono maggiormente a trasferirsi i nuovi emigrati è il Regno Unito. Slide 6 – Ma allora quale è il problema? Slide 7 – Cosa si può fare? Nonostante la presenza di stranieri immigrati rappresenti per l’Italia il principale fattore di crescita della popolazione residente, l’Italia resta un Pase poco attrattivo e ciò è tanto più vero se si considerano i soggetti altamente qualificati. La soluzione alla “fuga dei cervelli” diventa quindi non solo quella di riattrarre i propri connazionali ma soprattutto quella di favorire la circolazione dei cervelli, la c.d. “brain circulation”, mettendo in connessione tutte le idee e le competenze disponibili anche fuori dai confini nazionali. Quest’ultimo obiettivo può essere raggiunto costruendo delle reti di contatti che vadano a costituire la c.d. “Italia diffusa”. Per approfondimenti: Il Mulino, Rosina A., Una idea di Italia diffusa file:///C:/Users/utente/Downloads/IlMulino-4.2011.pdf Slide 8 – Cosa sta facendo l’Umbria? Grazie al Progetto Brain Back Umbria, la nostra regione intende supportare la nascita e la crescita di reti permanenti tra emigrati umbri e mondo produttivo, culturale ed istituzionale al fine di facilitare lo scambio di esperienze e promuovere collaborazioni. Da qualche tempo l'attenzione dell'opinione pubblica italiana si sta orientando verso un fenomeno non nuovo ma in costante crescita: la c.d. fuga dei cervelli. Il difficile inserimento dei giovani nel mercato del lavoro gioca un ruolo fondamenta le sulla scelta, da parte soprattutto dei neolaureati, di oltrepassare i confini nazionali per trovare un lavoro che rispecchi la preparazione acquisita e le aspettative. E' molto complesso delineare le caratteristiche della nuova emigrazione perché spesso i soggetti coinvolti non si iscrivono all'Anagrafe degli Italiani Residenti all'Estero (AIRE), si muovono liberamente attraverso i confini dell'Area Schengen ed hanno destinazioni difficilmente rintracciabili. Per contrastare il c.d. brain drain, l'Agenzia Umbria Ricerche, ente strumentale della Regione Umbria, ha ideato e gestisce il progetto a carattere sperimentale ed innovativo denominato Brain Back Umbria. L'iniziativa ha messo in rete le competenze, le esperienze e le idee, dei nuovi emigrati umbri al fine di rendere economicamente e territorialmente sostenibili progetti di diverso carattere. Rispetto a questo complesso fenomeno, il progetto si è posto molteplici obiettivi che si sviluppano su tre direttrici: studiare la nuova emigrazione sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo, grazie a dati derivanti da diverse font i (AIRE, questionario Keep in Touch, indagine sui laureati presso l'Università degli Studi di Perugia); Agenzia Umbria Ricerche – Progetto Brain Back Umbria
creare un network tra emigrati umbri e mondo produttivo, culturale ed istituzionale al fine di facilitare lo scambio di esperienze e promuovere nuove forme di collaborazione; attrarre e ri-attrarre i cervelli emigrati, attraverso il supporto alla creazione di start up. Grazie all’Avviso Pubblico “Concorso di idee imprenditoriali finalizzato a favorire il rientro degli emigrati umbri nel territorio regionale attraverso lo start up d’impresa o di lavoro autonomo” Agenzia Umbria Ricerche ha finanziato l’avvio di 11 start-up con sede in Umbria e che operano nei settori della scrittura creativa, dell’e-commerce, dell’informatica, dell’ingegneria meccanica, della fotografia, della comunicazione, del turismo, dell’enogastronomia, dell’ingegneria del suono, della progettazione europea, della medicina Attualmente sono aperte due nuove opportunità al fine di favorire la circolazione dei talenti. La prima consiste nel promuovere la partecipazione di umbri emigrati all’estero a programmi dell’Unione Europea come ad esempio: Horizon 2020, Creative Europe, Erasmus+, Cosme, European Union Programme for employment and social innovation (EaSI) ecc., attraverso la creazione di partnership tra gli stessi e le imprese, le istituzioni ed i centri di ricerca della regione Umbria. Con l’Avviso Pubblico “Borsa di ricerca per emigrati all’estero dall’Umbria finalizzata alla partecipazione a programmi europei” si intende stimolare i potenziali beneficiari alla partecipazione a programmi europei a sostegno della ricerca, dell’innovazione e dello sviluppo attraverso l’acquisizione di nuove competenze, esperienze e know-how, anche tramite la creazione di reti internazionali con imprese, università, centri di ricerca e poli di innovazione umbri. Per la realizzazione di questi obiettivi con il presente avviso pubblico viene finanziata una borsa di ricerca di euro 5.000 a valere sull’Asse V Transnazionalità e Interregionalità, Obiettivo specifico “m” del POR UMBRIA FSE 2007-2013 OB. Competitività Regionale ed Occupazione, in favore dei soggetti che predispongano progetti da presentare a valere sui programmi a chiamata diretta dell'Unione Europea. Per maggiori informazioni è possible consultare il sito del Progetto al link che segue: http://www.brainbackumbria.eu/incentivi.php?idi=37&cat= La seconda attività consiste nell’organizzazione di Business Visit in Umbria. Una Business Visit è un soggiorno di circa tre giorni per un ristretto gruppo di professionisti e di soggetti economici che provengono dai settori chiave dell’economia umbra. Le Business Visit verranno organizzate nell’ambito del progetto BRAIN BACK UMBRIA per favorire l’incontro tra i soggetti economici pubblici e privati che operano nella regione e gli umbri rintracciati nella prima fase del progetto che vivono e lavorano all’estero, contribuendo a: consolidare e accrescere la propensione all’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese e di altri soggetti economici e culturali della regione, attraverso la rete formale e informale di rapporti con gli umbri emigrati all’estero; promuovere la partecipazione delle imprese e dei centri di ricerca umbri a progetti ai programmi europei Horizon2020, COSME, CREATIVE EUROPE, Erasmus+, etc. e dunque l’accesso a finanziamenti comunitari; supportare la brain circulation da e verso la regione Umbria, in un momento in cui il rientro dei cervelli non è più percepito come strategia vincente di sviluppo locale. Tali visite prevedranno momenti di scambio e confronto sul tema scelto, in forma strutturata e libera, in modo da combinare occasioni conviviali e di lavoro; visite a imprese e realtà culturali, sociali ed economiche che operano nel territorio regionale; la presentazione di opportunità di finanziamento all’interno dei nuovi programmi europei per il 2014-2020; la firma di un accordo di cooperazione tra i diversi soggetti intervenuti. Agenzia Umbria Ricerche – Progetto Brain Back Umbria
Gli emigrati dall’Umbria possono richiedere il rimborso delle spese di viaggio, alloggio e vitto (fino ad un massimo di €500,00 per ogni soggetto proveniente da paesi europei e di € 800,00 per coloro che provengono da paesi extraeuropei). Le Business Visit avranno carattere settoriale ed in particolare verranno affrontate le seguenti tematiche: AGROALIMENTARE AMBIENTE, CHIMICA VERDE, TESSILE, CASHMERE, E PRODOTTI TIPICI ENERGIA MODA Dicembre 2014 Febbraio 2015 Aprile 2015 L’analisi del contesto regionale E’ ormai imminente la partenza L’Umbria ha da sempre una che emerge dal Quadro del Cluster tecnologico nazionale vocazione per il tessile e Strategico regionale 2014-2020 della "Chimica verde", approvato abbigliamento e per produzioni di evidenzia come l’agricoltura lo scorso dicembre dal Ministero alta gamma nel cashmere e non continui a rappresentare un dell'Università e della Ricerca e solo. Sono 91 le realtà che hanno importante fattore di sviluppo ispirato al concetto di chiuso l'esercizio 2013 in utile economico, se si supera la logica bioeconomia. A questo si (78%), il fatturato complessivo assistenziale finalizzata alla mera accompagneranno altri 4 progetti risulta in crescita rispetto tutela del paesaggio e del di ricerca, sviluppo e formazione, all'esercizio precedente del 6% e territorio, per proiettarla verso di cui uno in particolare l'utile, solo in leggera flessione nuovi mercati e target di capitanato dall’umbra Novamont: del 4 per cento. Le aziende sotto consumatori, facendo leva su il progetto "Bioraffineria al milione di fatturato sono 43, innovazione, ricerca e integrata di terza generazione". quelle con valore della diversificazione. La nuova fase di Si svolgerà per una parte produzione compreso fra 10-100 programmazione del FEASR rilevante in Umbria, dove anche milioni di euro contano 9 unità. prevede quindi una l'Università di Perugia vi Cucinelli e Spagnoli sono i due concentrazione su obiettivi concorrerà per la ricerca. gruppi con un fatturato che chiave quali l’eccellenza Una vocazione quella dell’Umbria supera i 100 milioni di euro. Che agroalimentare, l’eccellenza verso la protezione ambientale, il la nostra regione abbia nel ambientale del territorio rurale riuso e la promozione delle settore una sua punta di dell’Umbria, l’eccellenza sociale energie rinnovabili che sta diamante è inoltre confermato e rurale, che richiedono un forte sempre più affermandosi con dalle numerose iniziative impegno verso il trasferimento di nuovi business e idee collaterali di successo, che conoscenze e innovazione nel imprenditoriali. vedono ad esempio nell’adesione settore agricolo e rurale e la D’altro canto gli obiettivi alla all’Itf, Italian Textile Fashion promozione della filiera agro- base della trasformazione della (l’associazione che raggruppa più alimentare. Considerando il buon chimica e del modo di produrre di 20 Camere di Commercio piazzamento di imprese e energia in maniera rinnovabile e italiane, con lo scopo di organismi di ricerca umbri nel programmabile, si inquadrano nel rafforzare e promuovere il Cluster tecnologico nazionale contesto più ampio della lotta ai comparto della moda in Italia) sull’Agrifood, l’Umbria rurale, cambiamenti climatici, dello un’occasione indiscussa di degli agriturismi e sviluppo sostenibile e di un dimostrare le eccellenza che la dell’agroalimentare è senza rapporto meno conflittuale con le contraddistinguono insieme alla Agenzia Umbria Ricerche – Progetto Brain Back Umbria
dubbio attrattiva anche per risorse naturali e con le risorse consolidata formula di UDCA – organismi stranieri intenzionati a destinata all'alimentazione Umbria Cashmere District Award cooperare in un ambito con umana e animale. Un impegno il prestigioso premio che scopre e ottime prospettive di sviluppo e particolarmente coerente con le valorizza i talenti emergenti nel caratterizzato da un’elevata peculiarità e le professionalità di settore. distintività delle produzioni (olio che caratterizzano la nostra e vino su tutti, ma anche tartufi, regione. lenticchie, cioccolato, etc.). La prima Business Visit coinciderà con l’evento MeeTalents, il meeting che mette a confronto i talenti espatriati con le istituzioni e le aziende italiane, organizzato da AUR in collaborazione con ITalents. Per maggiori informazioni: http://www.brainbackumbria.eu/bv.php?idbv=1 Slide 8 e successive L’Agenzia Umbria Ricerche ha ideato il Concorso Fotografico “L’Umbria che attrae” finalizzato a capire la percezione dei giovani umbri che frequentano le quinte classi degli istituti di istruzione superiore circa ciò che rende attrattiva la nostra regione rispetto alle opportunità che può cercare un soggetto interessato ad investire nel territorio per creare nuova bellezza nel modo di vivere, di spostarsi, di organizzare le città, nel modo di stare insieme, crescere, in tutti i settori della vita privata, pubblica e produttiva. Il regolamento ed i relativi moduli da compilare ed inviare sono scaricabili dal sito www.brainbackumbria.eu Agenzia Umbria Ricerche – Progetto Brain Back Umbria
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