Wine Experience Tour - ITALY 2021 La Thailandia e - L'ASEAN - KL ...
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Wine Experience Tour - ITALY 2021 La Thailandia e L'ASEAN Analisi e opportunità del mercato "Wine" Dal 2016 la Thailandia è ufficialmente il Gateway per l'ASEAN, un Hub naturale in forza della sua posizione geografica e di una politica di sviluppo economico che ha visto il governo in prima fila nella realizzazione del Corridoio Economico Orientale (EEC), una piattaforma logistica d'avanguardia. EEC - Approfondimenti / --
Contenuti Il presente documento contiene una prima analisi del mercato thailandese al cui ingresso - da parte di produttori di vino italiani - mira proprio il progetto WET - ITALY 2021. 1. Il mercato del vino in 8. Fattori di successo Thailandia 9. Fattori di successo 2. Il mercato... grafici 1 francesi 3. Quote di mercato... 10. Vino in Thailandia - le Grafici 2 tendenze 4. Quote di mercato... 11. Tendenze... tabella comparativa 12. Perché il Wine 5. Quote di mercato... Experience Tour prezzo medio per bottiglia 13. Perché WET - Ingresso nel mercato 6. Quote di mercato... Thailandese Accise 14. Richiedi 7. La presenza francese Appuntamento /
Il mercato del vino in Thailandia Introduzione La Thailandia è l'economia emergente più solida e promettente del Sud Est Asiatico i cui indici altamente performanti preludono a una sempre maggiore capacità di acquisto, del cittadino medio-borghese, dovuta a una spettacolare trasformazione strutturale che, negli ultimi anni, ha consentito al Regno di intraprendere un percorso virtuoso verso l'acquisizione di un reddito medio-alto. L'economia thailandese è cresciuta rapidamente dagli anni '80, con la liberalizzazione economica e uno spostamento del lavoro dall'agricoltura alla produzione e ai servizi; questa tendenza emerge dalla strategia nazionale ventennale della Thailandia e dalla sua politica economica "Thailand 4.0" che pone il focus sullo sfruttamento di nuovi motori di crescita come tecnologia, innovazione e servizi. Il Paese ha attratto investimenti diretti esteri ed è diventato una potenza esportatrice. La crescita è stata in media del 6% all'anno nel periodo 1980-2015, attestandosi a una media di circa il 3,5- 3,8% fino all'attuale contingenza. Il vantaggio competitivo della Thailandia derivante dalla trasformazione strutturale, dipende sempre di più dall'innovazione e dalla produttività nei settori manifatturiero e dei servizi. I servizi ora rappresentano circa la metà della produzione e circa il 40% dell'occupazione. /
Il mercato del vino in Thailandia Il mercato ufficiale di importazione del vino complessivo vale più di 58 milioni di euro (era oltre 60 M nel 2018)* I vini francesi e australiani rappresentano il 62% del mercato, contro il 70% dell'anno precedente. Come nel 2018, i primi 5 paesi (tra i quali, ancorché per ultima, l'Italia) rappresentano il 90% della quota di mercato complessiva. La Francia rimane in testa al mercato del vino importato in Thailandia, e ciò anche se Australia, Nuova Zelanda e Cile hanno firmato accordi di libero scambio con la Thailandia anni fa e beneficiano di un trattamento tariffario preferenziale (ved. tabella qui sotto. Fonte: Royal Thai Custom 2019 ). Il confronto con i dati del 2018 (ved. tabella successiva, fonte: RTC 2018 ) e le quote di mercato dal 2017 al 2020, ci dimostra come il Sud-Est asiatico sia completamente inesplorato da parte di un'ampia generalità del comparto vitivinicolo italiano. __________________ *) Questi e i successivi dati si riferiscono al 2019, tranne ove indicato anno diverso. /
Benchmarking Tabella confronti del 2018 Lo scenario finora descritto palesa una situazione anomala: la penetrazione dei vini italiani in questo importante mercato appare oltremodo inappropriata per il primo produttore mondiale. È una questione di metodo che analizzeremo nelle prossime pagine. Quote di mercato per l'export di vino in Thailandia - 2017-20 /
Quote di mercato Le quote di mercato nel commercio del vino in Thailandia, ad oggi , non corrispondono a un'equa penetrazione da parte dei principali produttori mondiali (Italia in primis, come si vede dai grafici) ma sono invece caratterizzate dalla maggiore o minore efficacia delle strategie commerciali dei singoli Paesi. Tenendo conto dei 5 Paesi che, da soli, detengono più del 90% delle quote di mercato nell'esportazione di vino in Thailandia (ved. tabelle con i dati del 2018 e 2019 nelle pagg. precedenti), cioé: Francia Australia Stati Uniti Cile Italia analizzeremo di seguito i fattori di successo dei nostri principali concorrenti e le criticità che il comparto vitivinicolo italiano può e deve superare per competere in questo mercato il quale costituisce la prima porta di accesso ad un'area (ASEAN) da 650 milioni di abitanti; in un momento in cui i trend all'acquisto di vino stanno assumendo valori sempre più significativi. / --
Quote di mercato Raccogliendo i dati dei grafici dal 2017 al 2020 ci troviamo di fronte a uno scenario che si trascina da troppo tempo, in cui l'Italia partecipa solo marginalmente a un business dove invece potrebbe esserne leader. Tabella comparativa - Valori espressi in Baht thailandesi (Thai Baht: THB - simbolo ฿ ) Paese 2017 2018 2019 2020 Francia 656.999.926 973.916.086 762.468.029 428.198.824 Australia 430.386.371 637.877.015 502.058.157 445.301.407 Stati Uniti 123.218.688 213.203.090 181.816.790 214.973.612 Cile 133.386.371 161.414.077 226.710.831 150.469.756 Italia 120.239.665 136.037.997 162.598.726 140.487.052 In volume, Australia, Francia, Cile e Italia sono rispettivamente i paesi più importanti. Tra i 13 principali paesi esportatori, 3 paesi produttori di vino hanno un valore CIF superiore al prezzo medio di 161 THB: Stati Uniti, Francia e Australia. Questi paesi detengono le prime 3 posizioni in termini di valore delle importazioni e raccolgono il 77% del mercato, la Francia rimane costantemente al primo posto con quote di mercato decisamente spropositate, rispetto all'Italia, seguita dall'Australia con quote non meno importanti. / --
Balza subito all'occhio l'anomalia americana; gli USA, nonostante esportino circa la metà del volume italiano, ne triplicano però il valore (circa 3,5 volte maggiore di quello italiano); le dichiarazioni doganali indicano un vino USA importato a un prezzo medio, nel 2018, di 299 THB (8,11 EUR), quello Francese di 216 THB (5,86 EUR), quello Italiano di 84 THB (2,28 EUR); per ora non considereremo l'Australia e la Nuova Zelanda le quali, assieme al Cile, godono di benefici derivanti da accordi di libero scambio con la Thailandia. Tenendo conto che i prezzi indicati dal Royal Thai Custom vengono dichiarati dagli importatori, possiamo considerare come i produttori italiani stiano vendendo i migliori vini del mondo ad un prezzo esrtremamente inferiore a quello potenziale, salvo ammettere che la California, produttrice per il 90% del vino USA, stia offrendo un vino quasi quattro volte migliore del nostro (?). Si noti che i due principali concorrenti occidentali dell'Italia (USA e Francia), sono soggetti alle tasse d'importazione esattamente come tutti i Paesi che non hanno siglato accordi di libero scambio con il Regno, pertanto non hanno alcun vantaggio sui produttori italiani, in termini di dazi e accise le quali, per altro, sono state riviste fin dalla revisione della legge sulle accise del 2017 che ha permesso un considerevole aumento dei prezzi medi per bottiglia, l'anno seguente (ved. tabella seguente con le medie dei prezzi CIF per bottiglia nei due anni considerati). La Thailandia impone accise indipendentemente dal fatto che il prodotto sia stato fabbricato internamente o importato e, secondo le nuove disposizioni, le aliquote di accise vengono calcolate in modo diverso, sulla base dei prezzi al dettaglio e del volume mentre il sistema precedente era basato sui prezzi franco fabbrica o CIF (costo, assicurazione e trasporto). / --
Il dipartimento delle accise thailandese afferma di imporre zero accise sul vino a un prezzo al dettaglio inferiore a 1.000 ฿ per bottiglia (ca. 27 €.), ma 1.500 ฿ per litro di alcol che contiene (ca. 150 ฿, cioè ca. 4 €. in più per bottiglia da 75 cl al 13% di alcool). Se il prezzo al dettaglio è superiore a 1.000 ฿, il tasso sale da zero al 10 per cento (ad es. per una bottiglia venduta a 35 €. l'aliquota applicata sarà di 3,5 €. in più). A tali condizioni appare evidente che i prodotti economici pagano in proporzione più accise degli altri, almeno entro certi parametri; identificato - come soglia parametrica - il marketing-Mix francese (ved. grafico "Prezzo medio CIF per bottiglia" alla pag. preced.), tenuto conto dell'andamento statistico degli ultimi 3-4 anni (ved. grafici delle quote di mercato dal 2017 al 2020) e accreditata una pari, se non migliore, qualità del nostro vino rispetto ai concorrenti, risulta conveniente l'importazione di prodotto italiano attestata su un valore variabile tra i 5 e gli 8 €. Mentre noi stiamo smerciando a 2 €. Se rivalutate le nostre offerte secondo questi termini, allora appare realistico anche l'obiettivo di soglia da raggiungere come quota di mercato, determinato dalle linee di tendenza dei grafici suddetti, potendo erodere le quote-parti eccedenti tali linee, di Francia e Australia. Ma come riuscire ad eguagliare la Francia, che surclassa persino l'Australia: il più agguerrito dei concorrenti del settore, beneficiario di agevolazioni fiscali che gli consentono di esportare a dazio 0%? /
L'industria vinicola thailandese e i legami di lunga data con la Francia Strategicamente i Francesi (ma non solo, in parte anche gli americani) hanno creato, nel tessuto commerciale thailandese del vino, unità locali, si sono consorziati, hanno uffici in loco e ambasciate (uffici commerciali) che li aiutano concretamente; l'italia, allo stato attuale, vi partecipa in modo approssimativo e per nulla pianificato, pagandone il prezzo. L'uva da vino fu introdotta per la prima volta in Thailandia dalla Francia nella seconda metà del XVII secolo, insieme a una mezza dozzina di bottiglie di chiaretto, come regalo al re Narai da Luigi XIV di Francia. Il consumo di vino, tuttavia, è rimasto la riserva delle classi superiori e la vinificazione dell'uva non è emersa in Thailandia fino alla seconda metà del XX secolo. L'esplosione di attività vinicola in Thailandia si ha negli anni '80, '90 e rispecchia quella di altri produttori asiatici di "nuova latitudine" e "nuovo mondo". Anche lo sviluppo dei vigneti in Cina e in India, ad esempio, si è espanso rapidamente in questo periodo. Tutti i produttori di vino thailandesi, di qualsiasi scala, hanno sviluppato la loro produzione con l'assistenza della tecnologia e della competenza europea e/o antipodea. La maggior parte utilizza tini di acciaio inossidabile importati, alcuni usano botti o trucioli di rovere francese e in molti vigneti thailandesi sono impiegati personale o esperti europei. L'enologo di Siam (una delle principali cantine del Regno), Kathrin Puff, proviene dalla Germania, per esempio, e Siam invia regolarmente il suo personale in Francia per la formazione. Village Farm, e i loro vini Chateau des Brumes, sono prodotti da un team di vinificazione francese e, quando la loro stagione è scarsa, il vigneto utilizza effettivamente succo di Cabernet Sauvignon francese importato per miscelare e sfornare la propria produzione. Silverlake ha fatto altrettanto con la stessa rete francese. Altri si avvalgono di competenze più specializzate con, ad esempio, personaggi di fama internazionale che di volta in volta forniscono consulenza viticola esperta in una serie di operazioni. Fattori di successo... / --
I fattori di successo francesi La Francia ha sempre sostenuto grandi volumi di prodotto nelle proprie esportazioni, ed è il fornitore che detiene il valore più alto. Ciò dimostra il riconoscimento del Paese non solo come fornitore di vini premium, ma anche un forte riconoscimento del marchio delle sue regioni in crescita all'interno della Thailandia. Ecco che cosa determina la leadership francese, la sua costante presenza sul territorio e l'impegno continuo alla formazione enologica del suo target: Gli importatori sono stati ben istruiti e si sono consolidati nella selezione dei vini procurandosi spesso nuovi prodotti per sostituire i marchi più costosi considerati di qualità inferiore rispetto alle nuove offerte. Il vino premium, sebbene rimanga un mercato di nicchia, è in crescita, guidato in gran parte dalla promozione delle regioni vinicole francesi, che in parte rappresenta il predominio di quel paese nelle vendite premium e come scelta per i consumatori premium. Questo è ciò che ha affermato anche l'Australian Trade and Investment Commission, un'agenzia del Governo australiano - sull'importanza che riveste la conoscenza delle regioni - per spiegare i motivi di una eterna seconda posizione nel Rank dei fornitori del mercato thailandese: "In generale, i thailandesi preferiscono vini forti, audaci, incisivi. Le varietà più vendute sono Shiraz e le miscele Shiraz. I vini del nuovo mondo vengono compresi e accettati dalla gente del posto, tuttavia la conoscenza delle regioni in crescita dell'Australia rimane bassa." / --
Vino in Thailandia - le tendenze La cultura del vino thailandese sta crescendo, creando un nuovo dinamismo nel mercato del vino importato. Spinto da un mercato turistico molto ampio e vivace e da una maggiore consapevolezza e consumo di vini come collante sociale da parte dei thailandesi, ci sono continue opportunità per i produttori italiani in questo mercato, dal valore entry level ai vini premium. Il consumo di bevande alcoliche in tutta la Thailandia è di circa 3,1 miliardi di litri all'anno. Circa il 75% del volume consumato è birra seguita da alcolici bianchi prodotti localmente. I vini importati rappresentano circa l'1,5% del consumo di alcol (46,5 M di lt. anno), ma tra il 10% e il 15% dell'intero valore. In termini di consumo interno di vino, ci sono prove di una crescente cultura del vino in Thailandia. Il vino è apprezzato da una matura classe media di giovani thailandesi urbani, istruiti e con esperienze internazionali. Alcuni studi rilevano che la Thailandia sta vivendo una maggiore urbanizzazione (con i thailandesi che vivono nelle città che costituiscono il 33% della popolazione) e un cambiamento demografico accompagnato da un aumento esponenziale del reddito disponibile e la tendenza alla riduzione dei tempi per la preparazione dei cibi a casa; ciò determina l'aumentando della domanda di cibi preconfezionati e pronti. Inoltre, gli studi all'estero, i viaggi internazionali e Internet hanno portato a una popolazione più giovane sempre più occidentalizzata, che è aperta a nuovi gusti alimentari e sta aumentando la domanda di prodotti enogastronomici importati. I ricercatori documentano la lunga associazione culturale del vino con lo status e si sostiene che ancora oggi il vino segnala sia la ricchezza (che tipo di vino si può permettersi) sia la raffinatezza (quanto si sa del vino) come mezzo per stabilire una distinzione sociale. L'adozione di una cultura del vino in Thailandia segnala anche la mondanità e la familiarità con la cultura occidentale. Allo stesso modo, c'è chi sostiene che la rapida crescita economica in Asia (e nell'Europa orientale) ha guidato nuove richieste dei consumatori e che, in larga misura, i prodotti richiesti sono icone del consumismo occidentale, sia che si tratti di auto tedesche di lusso firmate dai designer, abbigliamento o vini bordolesi. / --
Le tendenze Certamente la fiorente cultura del vino di Bangkok è evidente nel numero di nuove enoteche e ristoranti che aprono in città, e la maggior parte di questi offre vini importati piuttosto che annate di produzione locale. In effetti questo è un punto di contesa tra i produttori di vino thailandesi. Sfortunatamente per i produttori thailandesi, parte del fascino del vino all'interno del mercato interno è proprio la sua estraneità, e lo status può essere associato alla conoscenza dei vini francesi e italiani, piuttosto che thailandesi. Questo "campanilismo inverso" è evidente anche nelle critiche di esperti bevitori thailandesi di vino, quando lamentano che i vini thailandesi sono di qualità inferiore rispetto ai vini francesi di prezzo simile. La cultura del consumo si estende oltre la bottiglia nei paesaggi e nelle esperienze tipicamente associate al vino. L'associazione del vino in Thailandia con lo status, la raffinatezza, la ricchezza e la mondanità è visibilmente evidente nelle tenute stesse, la maggior parte delle quali include edifici grandiosi ed evocativi, ristoranti francesi, italiani, thailandesi o "fusion", pensioni di lusso e/o centri termali, e paesaggi accuratamente coltivati. I nomi dei vigneti spesso reinscrivono l'attaccamento culturale all'Europa (GranMonte, Chateau des Brumes, Chateau de Loei) e gli eventi enologici spesso presentano musica jazz o classica europea (come i "deliziosi concerti di Antonio Vivaldi" offerti alla festa del raccolto di Silverlake). Secondo gli importatori locali, di tutto il vino consumato in Thailandia il maggior volume di vendite è di bottiglie da 750 ml con una fascia di prezzo al dettaglio da 10€. a 25 €. Pertanto, gli importatori thailandesi di solito selezionano vini con un prezzo al dettaglio compreso tra 14 €. a 28 €. FOB / cassa (12 bottiglie), ma ci sono anche opportunità di esportare volumi minori di vini di qualità superiore con prezzi superiori a 65 €. / cassa. I principali rivenditori stanno creando cantine specializzate per il vino e la maggior parte ora porta un gran numero di marchi europei riconoscibili. Esistono opportunità per un imbottigliamento a marchio privato a basso costo per i principali ipermercati o grossisti, nonché per gli hotel a cinque stelle. L'opportunità di promuovere e vendere al fiorente commercio HORECA di alta qualità non dovrebbe essere trascurata. Il vino da tavola viene generalmente venduto a una fascia di prezzo al dettaglio equivalente locale di: a basso costo: da 9,5 €. a 19,5 €. medio: da 19,5 €. a 32 €. alto / premio: da 32 €. a 161 €. super premium: da 161 €. / --
Perché il Wine Experience Tour Una logica formale, nel campo degli a ari, impone che in tempo di crisi l'attenzione sia rivolta a tutte le opportunità esistenti. Questa iniziativa risponde innanzitutto a tale regola. / --
Ingresso nel mercato thailandese Prima che qualsiasi vino possa essere importato in Thailandia, ogni singola etichetta di vino deve essere registrata presso il Dipartimento delle accise del Ministero delle finanze in Thailandia. Una volta completata la registrazione, verrà rilasciato un permesso di importazione che consente a quella particolare azienda di importare il vino. Questa operazione viene eseguita dall'importatore / distributore. Solo un'azienda thailandese può registrare un vino e richiedere un permesso di importazione, quindi nominare un importatore/distributore locale per gestire l'importazione e le formalità governative è un must. Il prezzo e il supporto promozionale sono i principali fattori determinanti nella decisione di acquisto. Mentre la legge thailandese vieta la promozione di tutti gli alcolici, gli eventi combinati di degustazione enogastronomica su invito sono comuni nel mercato. Una volta che i vini sono nel mercato thailandese, una strategia di marketing efficace (date le restrizioni sulla pubblicità aperta di alcolici) consiste nel condurre promozioni enogastronomiche rivolte al pubblico di destinazione dei principali hotel e ristoranti, in collaborazione con importatori/distributori locali. Questo tipo di promozione non è contro la legge in quanto si svolge in un momento e in un luogo specifici. KL International (Thailand) Co. Ltd. può aiutare nella ricerca di potenziali importatori di vino o organizzando funzioni di Wine Tasting & Evaluation per esportatori di vino italiani al fine di raggiungere gruppi target e potenziali importatori / distributori. / --
Wine Experience Tour - ITALY 2021 È tutto questo: la presenza dei buyer in cantina; la concreta possibilità di nominare il proprio importatore; International Business Forum a Bangkok per pianificare lo sviluppo della rete commerciale nel mercato di destinazione ed estendere i contatti in ASEAN; Promozione del Brand e dei prodotti, Brand Experience, Pubbliche Relazioni di alto profilo, formazione dei distributori, educazione dei consumatori, ecc. Abbiamo predisposto un modulo nel nostro sito per agevolare l'organizzazione dei vostri tempi in relazione alla richiesta di briefing coinvolgenti dove potrete soddisfare ogni desiderio di approfondimento in merito al progetto. Il form lo trovate in fondo alla pagina collegata al pulsante ↓ RICHIEDI UN APPUNTAMENTO /
KL INTERNATIONAL (Thailand) Fornire al comparto vitivinicolo italiano l'approccio ad un nuovo mercato emergente da 650 M di abitanti Contatti Italia: CEO KL International: Massimiliano Baggio ✉ Via Angarano, 32 - 36061 Bassano del Grappa VI ✆ +39 391 348 0804 - office@klinternational.net Market Research Analyst: Alberto Sgarbossa ✆ +39 351 866 3136 - alberto@klinternational.net www.linkedin.com/in/albertosgarbossa /
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