ROCK&GEMS OASIS E DIAMANTE SINTETICO

Pagina creata da Gaia Alfano
 
CONTINUA A LEGGERE
ROCK&GEMS OASIS E DIAMANTE SINTETICO
ROCK&GEMS
                                  OASIS E DIAMANTE SINTETICO

Gira in rete un meme che mi ha fatto riflettere. La scena rappresentata si svolge durante un compito in
classe/esame c’è lo studente bravo e quello che cerca di copiare senza farsi vedere. Sopra il primo c’è
la scritta Beatles e sopra il copione la scritta Oasis. Mi ha fatto sorridere perché è quello che ho sempre
pensato. Probabilmente l’associazione di oggi è un po' cattiva. Premetto che a me gli Oasis piacciono
parecchio ma, negli ultimi anni mi sono lasciata influenzare da mio marito che invece non li sopporta,
o meglio non sopporta i fratelli Gallagher, così ho iniziato a vedere anche io qualche difetto.
Perché li sto paragonando al diamante sintetico? Bè, se il vero diamante per me è il quartetto di
Liverpool, i Beatles, allora, i bulli di Manchester non possono che essere dei sintetici, ossia delle
fantastiche copie. Inutile negarlo gli Oasis erano fastidiosi e irritanti come dei sintetici mescolati nei lotti
melèe!
Mi piace il britpop, mi sono piaciute praticamente tutte le ondate di britpop, dalla prima con Beatles,
                                    Rolling Stones, Who, Animals, The Kinks, alla terza con Kaiser Chiefs,
                                    Franz Ferdinand, Kasabian e Arctic Monkeys. Nel mezzo ci sono stati
                                    gli anni ’90 e se da un lato impazzava il Sound di Seattle da quest’altra
                                    parte dell’Oceano c’erano i Blur, The Verve, Supergrass, Pulp e Oasis.
                                    Tutti pronti a prendere il posto dal vuoto lasciato il 5 Aprile 1994 dal
                                    suicidio di Kurt Cobain.
                                    Gli Oasis, mi piacciono un sacco, hanno belle melodie che entrano nel
                                    cervello e non lo lasciano più, pensate a Wonderwall. Ci sono alcune
                                    canzoni che reputo meravigliose, ma tra loro e i Blur ho sempre
                                    preferito questi ultimi. Un po' per le canzoni più spensierate (almeno
                                    quelle della prima edizione), ma molto per l’atteggiamento
                                    spocchioso dei fratelli Gallagher. Sempre ubriachi e arrabbiati, ma,
                                    soprattutto, dotati di un ego inverosimile.
                                    Gli Oasis fanno comunque parte della colonna sonora degli anni ’90 e
                                    se si riformassero andrei al loro concerto. Non ho dubbi e non vedo
                                    l’ora.
                                    Gli Oasis sono, o meglio, erano cinque ragazzi di Manchester,
disoccupati, proletari, incazzati e squattrinati. Tra questi spiccano i fratelli Gallagher. Noel e Liam
Gallagher, rispettivamente il cantante e il chitarrista/ compositore/autore della band. Per quanto
riguarda le capacità compositive di Noel non ho nulla da dire. Credo che a tratti sia geniale. Ma non si
può dire lo stesso del suo stile alla chitarra. Lo ha ammesso persino lui di non essere un granché come
chitarrista. Ha uno stile riconoscibile, ma con un modo di suonare rudimentale. Per Noel era sufficiente
che il suo strumento gli permettesse di svolgere il suo ruolo negli Oasis e non gli interessava il paragone
con chitarristi di alto livello.
Sicuramente però le canzoni scritte da Noel non sarebbero state le stesse se fosse stato lui a cantarle.
Liam ha una voce roca e graffiante, perfetta per gli anni ’90 e non solo. Credo sia stato uno dei più
celebri frontman degli anni ’90. Oltre alla voce aveva anche una posa caratteristica durante i live con le
mani unite dietro la schiena, microfono rivolto verso il basso e viso proteso in alto.
Gli Oasis si sono sempre ispirati ai Beatles, l’influenza del quartetto di Liverpool è evidente, si sono
addirittura proclamati i nuovi Beatles. I Beatles sono stati l'influenza unica e principale, a tratti ossessiva,
dei primi lavori degli Oasis. Anche Paul McCartney ha detto la sua su questo argomento: "Sono in realtà
in parte onorato, potrebbero copiare chiunque, alla pari anche quando accadono cose come quelle dette
dagli Oasis "Siamo i prossimi Beatles". Ma penso anche una cosa: Ascoltate ragazzi non potete dire
questo. E non ditelo perché è probabilmente il bacio della morte!... non è mai una buona idea! Povera
band. Ora andate a fate meglio dei Beatles, non è un compito facile..." Ovviamente la penso come lui.
ROCK&GEMS OASIS E DIAMANTE SINTETICO
Perché i Beatles rappresentano una fetta importante della storia della musica. Essere paragonati a loro
da qualcuno è un onore, paragonarsi da solo diventa ridicolo.
I Beatles sono i Beatles e voi li avete scopiazzati. Inutile giustificarsi
dicendo che l’intro al pianoforte di Don't Look Back in Anger è stata
ispirata da Imagine di John Lennon.
C’è anche da dire che i fratellini hanno plagiato diverse canzoni, tipo
Uptight di Stevie Wonder, Get it On dei T. Rex persino un verso della
famosissima Whatever è un plagio di una canzone di Neil Innes.
Per un bel po' di tempo le canzoni degli Oasis furono messe in ombra
dai titoli dei tabloid di mezza Europa a causa delle risse o dei litigi o
degli insulti rivolti al malcapitato di turno. Purtroppo faceva più
notizia la loro arroganza che la loro musica. E questo non mi piace.
I fratelli Gallagher non sono persone che le mandano a dire e durante
il corso degli anni spesso hanno riservato parole poco gentili a
parecchi colleghi rock come Pearl Jam, Kaiser Chief, Radiohead, o a
star dell’Hip pop come Eminem e 50cent, del pop come Madonna,
Lady Gaga, Miley Cyrus e tanti altri.
Le critiche rivolte a Kurt Cobain, che mal sopportava la celebrità o la
vita, spinsero Noel a scrivere Live Forever, uno dei loro brani di maggior successo.
Ma soprattutto entrambi i fratelli non si sono risparmiati sugli insulti al loro rivali Blur. Forse, la vera
protagonista di quegli anni di gloria del Britpop fu proprio la faida tra i Blur e gli Oasis.
La guerra con i Blur è iniziata nel 1995 e si è svolta a colpi di affermazioni al vetriolo (celebre l’augurio
rivolto al cantante e al bassista dei Blur di contrarre l’AIDS). Ma la loro guerra ha spronato entrambi i
gruppi a incidere brani che si sono fatti concorrenza nelle hit parade. Le band hanno programmato
l'uscita dei loro singoli "Roll With It" (Oasis) e "Country House” (Blur). Questa battaglia gli Oasis la
persero, ma poi, per alcuni, vinsero la guerra.
Debuttarono nel 1994 con l’album Definitely Maybe che arrivò al numero uno della classifica inglese
vendendo 7 milioni di copie, grazie anche ai singoli Supersonic, Rock 'n' Roll Star e Live forever.
Oltre ai fratelli Ghallagher con Liam alla voce e Noel alla chitarra, c’erano Paul Arthurs alla chitarra, Paul
McGuigan al basso e Tony McCarol alla batteria. Ma i fratelli Gallagher sono gli unici che rimasero fino
allo scioglimento.
Tredici mesi dopo il loro esordio pubblicarono (What’s the story) Morning Glory? Raggiungendo la
posizione numero 4 nella classifica americana mentre nel Regno Unito divenne il terzo album più
venduto di sempre (ventidue milioni di copie), dietro rispettivamente a Greatest Hits dei Queen e Sgt.
Pepper's Lonely Hearts Club Band dei Beatles.
Tra i brani più celebri c’è la già citata Don't Look Back in Anger ,definita da Paul McCartey “ delle melodie
più belle di tutti i tempi”, Wonderwall , Roll with It, Champagne Supernova e Morning Glory. Gli album
successivi, seppur con belle canzoni, non eguagliarono mai il loro secondo album.
Nel 2009 poco prima di salire sul palco per un concerto a Parigi, a tre date dalla conclusione della
tournée, i due fratelli hanno una lite violenta, con Liam che distrugge la chitarra di Noel e quest’ultimo
che dichiara di non poter più lavorare con il fratello un giorno in più. Così finisce la saga degli Oasis.
I fratelli continuano ad insultarsi ancora oggi. Noel a proposito di suo fratello Liam ha dichiarato: “ha
solo due problemi: tutto quello che dice e tutto quello che fa”.
Ogni tanto Liam prova a chiedere una reunion, ma sinceramente non la credo possibile, viste anche le
risposte, tutte rigorosamente a mezzo social, di Noel. Dalla loro super hit Don't Look Back in Anger non
hanno imparato niente. Come si dice, predicano bene e razzolano male!
Mi è venuto anche il dubbio che forse ci stiano solo prendendo in giro.
Sia Liam che Noel dopo lo scioglimento hanno intrapreso carriere soliste. Gli Oasis però resteranno per
sempre una delle più grandi band inglesi di questi ultimi anni.
Se gli Oasis hanno cercato anche di trovare una propria identità, allontanandosi piano piano dai Beatles,
non si può dire lo stesso del diamante sintetico. Anzi, l’uomo ha fatto di tutto per renderlo
ROCK&GEMS OASIS E DIAMANTE SINTETICO
inconfondibile con il naturale, non è così facile determinare se un diamante sia sintetico o naturale. E
no, i pennini che usate per distinguere un diamante da un’imitazione, nel caso di un diamante sintetico,
non vi saranno di nessun aiuto.
Su cosa sia il diamante e come si formi in natura l’ho scritto nel mio primissimo articolo di questa serie
Rock&Gems. Qui vorrei ampliare un attimo il discorso per poi descrivere le varie metodologie di sintesi.
Il diamante naturale è un minerale, costituito da carbonio e cristallizza nel sistema cubico. Si è formato
miliardi di anni fa a grandi profondità, raggiungendo la superficie terrestre grazie all’ attività vulcanica.
Il diamante sintetico è stato creato dall’uomo mediante particolari processi di laboratorio, soprattutto
per uso industriale fin dagli anni 50. Da qualche anno in laboratorio, e con processi relativamente brevi
(pochi giorni), si ottengono cristalli anche con ottime colorazioni.
All’interno del reticolo cristallino del diamante possono verificarsi delle sostituzioni con degli elementi
simili in grandezza al Carbonio, come Azoto e Boro. Questi due elementi non cambiano le proprietà
fisiche, chimiche ed ottiche del diamante, ma ne mutano il colore. Nello specifico l’azoto è il
responsabile della colorazione gialla e il boro di quella blu. Sulla base della presenza o meno dell’azoto
si ha una prima classificazione tra le varie tipologie di diamante: Tipo I e tipo II Attenzione perché quello
che seguirà è un vero “pippone”, resta concentrato!
Tutti i diamanti di tipo I contengono azoto e sono ulteriormente suddivisi in tipo Ia e Ib.
Circa il 96 - 98% di tutti i diamanti qualità da gemma appartiene al gruppo Ia. In particolare in quelli di
tipo Ia se gli atomi di azoto sono in coppia avremo la sottocategoria IaA, se si ha una combinazione di 4
                                                       o 6 atomi di Azoto avremo il tipo IaB. Avremo IaAB se
                                                       il legame è dato da 3 atomi di Azoto (centri N3).
                                                       Il rapporto azoto-carbonio è variabile: quando è circa
                                                       a 1:1.000.000 i cristalli assumono una colorazione tra
                                                       il bruno e il giallo e diventano invece giallo verdastri
                                                       se la concentrazione è maggiore; quando invece è
                                                       attorno a 1:1000 (cioè 0.1%) l’assorbimento della
                                                       luce non ha più luogo nella banda del blu ma in quella
                                                       dell’ultravioletto e i diamanti di questo tipo appaiono
                                                       incolori.
I diamanti di tipo Ia sono caratterizzati da una colorazione dall’incolore all’intenso giallo Cape.
Presentano fluorescenza blu più o meno intensa. Alcune anomalie reticolari determinano birifrangenza
anomala. Osservabile la linea di assorbimento nello spettro a 415 nm, mentre risultano opachi alla
radiazione infrarossa. Sono considerati ottimi isolanti elettrici.
Nel tipo Ib che rappresenta circa lo 0,1% dei diamanti di qualità gemma, è presente una concentrazione
di Azoto più bassa (circa 40 ppm), un singolo atomo di N occupa, in maniera casuale, il posto riservato
ad un atomo di C all’interno del lattice cristallino. Ciò determina un assorbimento generale da circa 560
nm fino all’ultravioletto, quindi diamanti con colorazioni più intense rispetto agli Ia, dal giallo al marrone
(Fancy color). Sono paramagnetici e quasi tutti i diamanti sintetici sono di questo tipo.
Appartengono invece al tipo II i diamanti che non rivelano tracce di azoto all'interno del reticolo. Anche
qui avremo una suddivisione in IIa e IIb. Il tipo IIa potrebbe mostrare tracce assolutamente insignificanti
di azoto. Ma, causa di difetti e di imperfezioni reticolari, questi diamanti generalmente manifestano un
significativo assorbimento nella banda del blu e sono caratterizzati da colorazioni gialle, marroni o rosa.
Hanno fluorescenza nulla, sono trasparenti alle radiazioni infrarosse, non presentano birifrangenza
anomala, non possiedono conducibilità elettrica e sono buoni conduttori termici. Rappresentano circa
l’1,8% dei diamanti da gemma.
ROCK&GEMS OASIS E DIAMANTE SINTETICO
Il tipo IIb rappresenta circa lo 0.1% di tutti i diamanti naturali. Contiene Boro che determina la
colorazione blu - grigiastra, anche se esistono diamanti di tipo IIb con bassi contenuti di boro che
risultano praticamente incolori. Sono semiconduttori elettrici e buoni conduttori termici. Fosforescenti
ai raggi UV ad onda corta.
Perché ti sto dicendo questo? Queste che ti ho appena descritto sono le nozioni base per poter capire
il diamante sintetico e come soprattutto funzionano gli strumenti in commercio per l’identificazione.
Il diamante sintetico è anche conosciuto come diamante HPHT o CVD, sigle che ne definiscono il metodo
produttivo: HPHT sta per sintesi ad elevata temperatura e elevata pressione, CVD significa sintesi a
deposizione chimica di vapore.
Nel 1797 il chimico inglese S. Temnant scoprì che il diamante è composto principalmente da carbonio.
Molti scienziati hanno tentato di produrre cristalli di diamante, ma senza considerevole successo. Tutti
gli scienziati erano a conoscenza che i diamanti cristallizzano ad altissima temperatura e pressione, in
un solvente, ma la relazione comunque, tra le differenti forme di carbonio, e le relative differenze di
cristallizzazione, non erano ancora conosciute a quel tempo.
Il primo diamante sintetico è stato prodotto nel 1953 da una compagnia svedese A.S.E.A.. Il cristallo
misurava solo un millimetro ed è stato accresciuto con pressione fino a 90Kbar e temperatura di 2700°.
Il successo svedese non fu annunciato fino al 1955, poiché non si erano resi conto della potenzialità
economica di tale scoperta!
Nel febbraio 1955, inconsapevole del successo della A.S.E.A., la General Electric annunciò che aveva
ottenuto piccoli cristalli di diamanti sintetici, la cui misura più grande pesava un millesimo di carato.
Nel 1970 la General Electric. annunciò la produzione limitata di cristalli di diamanti sintetici di qualità
gemmifera di circa 1 carato, con un esperimento in collaborazione con la De Beers.
Nell’Aprile del 1985, l’industria nipponica Simitomo annunciò di aver realizzato in larga scala una
produzione di diamanti sintetici con forme di singoli cristalli di qualità gemmifera. Tutti i diamanti erano
caratterizzati da un profondo colore giallo.
Nel 1990 i russi cominciarono a produrre diamanti sintetici di qualità da gemma, tuttavia questi
diamanti erano tipicamente gialli, arancione o giallo brunastro.
La vera ascesa dei diamanti sintetici prese inizio con la sintesi di CVD quasi incolori da parte della Apollo
Diamonds (USA) nel 2003.
Fino al 2010 erano disponibili in commercio quasi esclusivamente diamanti sintetici HPHT gialli e blu,
gli “incolori” erano raramente reperibili.
Sebbene si siano divulgate promesse di immediata commercializzazione dei diamanti CVD già nel 2003,
c’è voluto tempo, fino al 2010, per avere prezzi competitivi a causa degli elevati costi di produzione.
Poi sono arrivati i diamanti sintetici quasi incolori CVD trattati HPHT che furono immessi in vendita da
Genesis, che commercializzava anche diamanti sintetici colorati HPHT; questa fu la prima volta che
diamanti sintetici quasi incolori si resero disponibili ad un prezzo percentualmente poco inferiore a
quello dei diamanti naturali a loro paragonabili ed in misure molto grandi, fino a 10 carati.
L’anno della svolta fu il 2015 quando i diamanti sintetici hanno fatto un prodigioso balzo in avanti nel
mercato. La russa New Diamond Tecnology sviluppò nuove procedure di accrescimento con nuovi tipi
di presse HPHT. Queste nuove presse sono state fondamentali per produrre per lo più diamanti sintetici
quasi incolori, e finalmente da questo momento si rivelò il potenziale per ottenere diamanti incolori a
costi ragionevoli. I nuovi diamanti sintetici HPHT sono prodotti su cristalli seme in un solvente
catalizzatore, che generalmente è una lega Ni-Fe o Ni-Co. Recentemente si utilizzano anche leghe
metalliche alternative e catalizzatori con solventi non metallici, per accrescere cristalli singoli più grandi.
I diamanti sintetici HPHT prodotti per il commercio sono di tipo Ib, quindi contengono impurità di azoto
singolo e di conseguenza sono di colore giallo. Se si desidera un diamante sintetico incolore è necessario
utilizzare anche un cosiddetto assorbitore d’azoto, ad esempio Zr, Hf, Al o Ti per eliminare l’azoto
nell’ambiente di crescita attraverso la formazione di nitruri. Generalmente è possibile trovare tracce
dei catalizzatori in alcuni diamanti sintetici HPHT. Quindi così facendo avremmo un diamante privo di
azoto quindi, di tipo IIa.
I diamanti CVD sono molto diversi dai diamanti HPHT, ma le loro proprietà permettono di distinguerli
dal diamante naturale. I CVD a differenza dei diamanti sintetici HPHT non sono prodotti da grafite o da
polvere di diamante all’interno di un catalizzatore solvente in una pressa HPHT, ma da un gas
contenente carbonio sotto vuoto in un reattore CVD. Questi diamanti spaziano generalmente
dall’incolore al brunastro e sono virtualmente esenti da azoto, quindi di tipo IIa.
Alcuni sintetici HPHT, pre 2015, possono essere distinti dai naturali grazie alla presenza di tipiche
inclusioni, per esempio inclusioni puntiformi, inclusioni metalliche o strutture di accrescimento del
sintetico particolari. Generalmente gli HPHT reagiscono maggiormente alle Onde Corte rispetto alle
Onde Lunghe e sono fosforescenti o mostrano una caratteristica “croce” o modello a “clessidra”.
Tuttavia il miglioramento delle tecniche di sintesi hanno portato all’eliminazione di queste
caratteristiche, o comunque sono diventate meno comuni.
I passi in avanti della tecnologia e della ricerca nel 2015 hanno portato ad una nuova generazione di
diamanti sintetici. Questi sintetici vengono trattati con opportune radiazioni al fine di ottenere una
riduzione della fosforescenza, in questo modo si
riescono a bypassare i test di molti strumenti
sviluppati per individuare tale caratteristica.
Questi nuovi sintetici mostrano, inoltre, migliori
colori e purezze dei loro predecessori
Ma così come è andata avanti la produzione dei
sintetici, per fortuna, è andata avanti anche la
tecnologia per distinguere il naturale dal
sintetico.
La nuova strumentazione in commercio si basa sulla trasparenza agli ultravioletti alle onde corte, in
poche parole con questo metodo si identificano tutte le pietre di tipo Ia che sono la stragrande
maggioranza delle pietre in commercio e che al momento i processi di laboratorio non riescono ad
imitare.
Ricapitolando: la stragrande maggioranza della strumentazione si basa proprio sulla distinzione tra i
diamanti di tipo I e tipo II. Attenzione non dicono all’analista se quel diamante sia sintetico o naturale
tienilo bene a mente!!!
Se il diamante in questione è di tipo I stai tranquillo perché pietre con N3 o con azoto incolori sono
sempre naturali. Se invece lo strumento indica che il diamante è di tipo II, allora le cose sono due: o sei
di fronte ad un diamante naturale privo di azoto o hai un diamante sintetico. A mio parere, senza
complicarsi troppo la vita ti basta una strumentazione relativamente economica per avere un’idea di
cosa hai tra le mani. Ci sono diamond tester da 600 € per identificare tipo I e tipo II e lampade UV per
rilevare la fosforescenza da qualche centinaio di euro e stai a cavallo. Nel senso che se la pietra
appartiene al tipo I, il problema non sussiste, se invece, appartiene al tipo II o eviti di fare la
certificazione/acquisto, se non hai altra strumentazione, o richiedi un certificato ad un laboratorio
meglio attrezzato del tuo. Se poi invece vuoi essere necessariamente tu a distinguere la natura di quel
diamante di tipo II allora, inutile negarlo, la strumentazione in questione esiste ed è ovviamente molto
costosa e non di facile utilizzo.
Queste strumentazioni comportano l’uso dello spettrometro, dello spettrofotometro a IR/UV, del
microscopio a scansione elettronica, del DiamondView, della catodoluminescenza., ecc.
Quando la DeBeers se ne uscì dicendo che avrebbe commercializzato i diamanti sintetici qualcuno si è
fatto prendere dal panico. Ora, molti di questi non nemmeno in grado di identificare una moissanite, e
qui, amico mio, il problema è un altro e più serio.
Molti hanno avuto paura per quello che potrebbe accadere al mercato. Ma scusa, pensiero mio, il
rubino o lo smeraldo sintetico hanno fatto crollare i prezzi di queste gemme naturali? Perché, se
venduto con la giusta trasparenza, per un diamante non dovrebbe essere lo stesso? Il mercato non
dovrebbe risentirne. Probabilmente però si aprirà un mercato parallelo, le nuove generazioni sono più
attente all’ambiente ed un diamante sintetico è essenzialmente una pietra etica. Ma anche in questo
caso, potendoselo permettere, il cliente medio non preferirebbe il naturale al sintetico? L’originale alla
“patacca”? Così come, potendoselo permettere, non comprerebbe, per esempio, una borsa Luis
Vuitton originale invece di una copia? Non mi sembra che il signor Vuitton ne risenta, allora perché
dovrebbe risentirne il diamante naturale?

Prossimo appuntamento con Police e Pietra di Luna

                                                                             Dott.ssa Annalaura Sita
                                                        Geologa, gemmologa e musicista ...più o meno!
Puoi anche leggere