Mappare i ghiacci con i droni: gli obiettivi del progetto Dream

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Mappare i ghiacci con i droni: gli obiettivi del progetto Dream
Mappare i ghiacci con i
droni: gli obiettivi del
progetto Dream
Una valida alternativa, meno onerosa, quella portata avanti
dal Politecnico di Milano e di Torino: utilizzare i droni
quale risorsa strumentale per la mappatura dei ghiacciai.
Un’attività che unisce la formazione dei futuri professionisti
al monitoraggio territoriale dei ghiacciai, quale risorsa
naturale e riserva idrica che si sta inesorabilmente
consumando a causa di cambiamenti climatici.

“La variazione volumetrica del ghiacciaio Belvedere dal 1957
al 1991 è corrisposta ad un incremento di 22 milioni di metri
cubi, la medesima quantità si è persa dal 2009 al 2016, ovvero
l’accumulo che si è osservato in 34 anni si è perso in un arco
di tempo notevolmente inferiore, solo 7 anni”, afferma il
professore Carlo De Michele del Politecnico di Milano nonché
coordinatore del progetto DRone tEchnology for wAter resources
Monitoring (DREAM). L’attività svolta in DREAM ha ricevuto il
premio come miglior poster al 62° Convegno Nazionale SIFET
2017 e i risultati del progetto sono under review da parte
della rivista internazionale ISI “The Cryosphere”.

L’obiettivo del progetto dell’Alta Scuola Politecnica dei
Politecnici di Milano e Torino (ASP) corrisponde all’utilizzo
dei droni per mappare i ghiacciai e monitorare le risorse
idriche, proponendosi di misurare la variazione volumetrica
del ghiacciaio nell’arco temporale di un anno, più
precisamente da Ottobre ad Ottobre.

“Il motivo di iniziare l’attività ai primi di Ottobre consente
di valutare la variazione volumetrica prima che riparta la
stagione invernale, per poi ripeterla ad Aprile, ovvero al
termine della stagione di accumulo. La variazione prevista per
l’anno 2016-2017 potrebbe corrispondere a una diminuzione ≥ 3
milioni di metri cubi. Il progetto DREAM si propone di
generare il modello digitale delle quote di un ghiacciaio da
confrontare con quelli precedenti per un’analisi multi
temporale della dinamica glaciale, utile a comprendere lo
stato di salute del ghiacciaio stesso e a valutare gli
accumuli e le perdite a scala annuale”.
“Il ghiacciaio per sua definizione unitamente a nevai, fiumi,
laghi e falde sotterranee, rappresenta una riserva idrica
importante: basti pensare, ad esempio alla diga di Ceppo
Morelli, messa alle spalle della centrale idroelettrica”.

L’utilizzo del drone rappresenta una valida alternativa ai
metodi classici con velivolo. “L’uso dei droni, grazie a
tecniche fotogrammetriche, permette di ricostruire la
morfologia del ghiacciaio e collocare la sua dislocazione
geografica in un sistema geodetico di riferimento tramite dei
punti considerati fissi, e comunque misurati poiché facilmente
accessibili. Inoltre è possibile effettuare il volo ad altezze
dell’ordine dei 100 m, pertanto con un maggiore dettaglio di
rilievo, con una risoluzione spaziale di 15 cm, rispetto ai 60
cm ottenuti con il velivolo”.

Approfondimenti
Il rischio idrogeologico in Italia
Sara Frumento
Il volume affronta in termini pratici ed essenziali il tema
del dissesto idrogeologico, tenendo conto dell’evoluzione
della normativa, delle cause che possono generare il dissesto
(azioni antropiche incontrollate, inefficiente o inadeguata
pianificazione territoriale, cattiva manutenzione del
territorio), delle misure di salvaguardia, prevenzione e
strutturali necessarie al fine di limitare il problema.

Wolters Kluwer Italia Scarica un estratto
DREAM ha considerato come test site il ghiacciaio del
Belvedere (Piemonte, Macugnaga), scenario suggestivo alle
pendici del monte Rosa. Il ghiacciaio ha una estensione di
circa 3.2 km2, con variazioni di dislivello di circa 400 m ed è
racchiuso dall’imponente parete est del monte Rosa, che ha
circa 2000 m di dislivello.
Il Team di DREAM ha sviluppato un proprio sistema UAV
(Unmanned Aerial Vehicle) di tipo multi-rotore, e ha svolto
varie campagne di misura con una cadenza regolare di circa 4
mesi, al fine di assicurare un campionamento costante delle
variabili rilevate. L’alternanza stagionale ha inoltre
permesso di effettuare misure sia in presenza che in assenza
del manto nevoso. “Il ghiacciaio Belvedere si presta
particolarmente, in quanto tra le sue peculiarità vi è la sua
copertura detritica, la restituzione dei dati derivanti dal
volo del drone consente di rilevare variazione dello spessore,
misura ovviamente relativa in quanto confrontata con gli anni
precedenti di rilievo”.
“Il ghiacciaio per sua definizione è un ammasso glaciale con
un comportamento plastico che muta forma e spessore. Una volta
lo spessore del ghiacciaio era valutato conficcando una palina
nella lingua del ghiacciaio, ritenuta questa una misura
rappresentativa della situazione generale. In realtà si tratta
di un dato non molto attendibile, la mappatura dell’intero
ghiacciaio consente una valutazione più accurata”.
Altro aspetto molto incentivante del progetto DREAM consiste
nella costruzione del drone da parte degli studenti: “Nella
prima fase, DREAM 1, si trattava di un semplice drone
commerciale. Nella seconda fase si è passati al progetto
esecutivo del drone con la diretta costruzione. Adesso, sulla
scorta del progetto, l’ambizione è quella di creare uno sciame
di droni operanti contemporaneamente per continuare il
monitoraggio delle risorse idrico-nivali e glaciali e, allo
stesso tempo, per permettere di validare le metodologie
sviluppate per l’elaborazione automatica dei dati raccolti”.

Il drone, un quadrimotore con payload di circa 300g e
un’autonomia di volo di 40 minuti, è stato realizzato con un
budget limitato. L’economicità del drone stesso, associato al
basso prezzo della sensoristica utilizzata, due camere
operanti rispettivamente sullo spettro visibile e sul vicino
infrarosso, realizzate partendo da delle comuni “action-cam”
opportunamente modificate, rende possibile la realizzazione di
più esemplari mantenendo bassi i costi.

Il coinvolgimento di studenti, di Laurea Magistrale, ha un
carattere formativo rilevante della durata di un anno,
solitamente da settembre a settembre, “oltre all’attività
scientifica, tra cui analisi fotogrammetriche idrologiche, e
prospezioni geofisiche, non viene tralasciata la sicurezza
dell’attività   in   montagna   curata   dal   professor   Alberto
Bianchi”.

Photogallery

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Soggetto intervistato

                              E’ professore associato di
                         Costruzioni Idrauliche Marittime ed
                         Idrologia presso il Politecnico di
                                  Milano dal 2006.
                         è autore di pubblicazioni nazionali
                          ed internazionali, ha scritto più
                          di 100 lavori, tra cui 85 articoli
                             ISI ed un libro edito dalla
                           Springer. Fa parte del comitato
                               editoriale delle riviste
                           scientifiche Hydrology and Earth
                          System Sciences; Advances in Water
                           Resources; Journal of Hydrologic
                                 Engineering – ASCEE.
                            Website: //ecohys.blogspot.it/
Il progetto DREAM (DRone tEchnology for wAter resources
Monitoring) è coordinato dal Professor Carlo De Michele
(PoliMi) e co-adiuvato dai Proff. Livio Pinto(PoliMi), Marco
Piras (PoliTo), Riccardo Barzagli (PoliMi), Alberto Cina
(PoliTo), Alberto Bianchi (PoliMi), Ing. Paolo Maschio
(PoliTo), e Ing. Luca Comolli (RESTART).

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