Lunedì 2 maggio a Cremona processione
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
Lunedì 2 maggio a Cremona torna la processione lauretana ad apertura del mese mariano Ritorna, dopo i cambiamenti imposti dalla pandemia, il tradizionale pellegrinaggio cittadino al Santuario lauretano, presso la chiesa parrocchiale di Sant’Abbondio, ad apertura del mese di mariano. L’appuntamento è per la serata di lunedì 2 maggio, con il ritrovo fissato alle 21 in Cattedrale. Da qui si snoderà la processione con i flambeaux che percorrerà piazza del Comune, largo Boccaccino, via Mercatello, corso Mazzini, corso Matteotti, vicolo Lauretano e piazza S. Abbondio. La preghiera mariana sarà guidata dal vescovo Antonio Napolioni e vedrà la presenza del Capitolo della Cattedrale e, insieme alle proprie comunità, i sacerdoti della zona pastorale 3, in veste e cotta e stola bianca (personale da portare). Ad accogliere vescovo e pellegrini nella chiesa di Sant’Abbondio sarà il parroco don Andrea Foglia. Conclusa la preghiera del Rosario il vescovo terrà l’omelia. Quindi, al canto del Magnificat, accompagnato dai sacerdoti presenti, monsignor Napolioni si recherà all’interno del santuario per l’omaggio alla Madonna Nera. Al termine della celebrazione anche tutti i fedeli potranno accedere alla Santa Casa e sostarvi in preghiera. L’origine del Santuario
Nel 1625 il Consiglio Generale di Cremona decretò che la città fosse posta sotto la protezione della Vergine Lauretana di S. Abbondio. L’anno precedente, per volere del giureconsulto Gian Pietro Ala, si iniziò la costruzione del santuario riproducendo la Santa Casa custodita a Loreto. Nel 1630 l’effige della Vergine Lauretana fu portata per le vie della città in una grande processione in cui si invocò la sua protezione per la liberazione dalla peste. Risale al 1634 la prima incoronazione della statua; il 17 agosto 1732 si svolse un’altra importante celebrazione quando il Capitolo Vaticano la incluse tra le Madonne riconosciute come “coronate”. Turismo e cultura: monumenti diocesani i più visitati nel weekend di Pasqua I monumenti e i tesori dell’arte custoditi nel polo culturale ed ecclesiastico che comprende la Cattedrale, il Torrazzo con il suo Museo Verticale, il battistero e il nuovo Museo Diocesano, sono stati i luoghi più visitati nel weekend della Pasqua dai tanti turisti che hanno scelto Cremona meta per trascorrere un momento di relax. I dati raccolti dal Servizio di Informazioni turistiche del Comune di Cremona e pubblicati nei giorni scorsi dal quotidiano locale “La Provincia di Cremona” mostrano infatti la distribuzione degli accessi turistici alla città di Cremona nei giorni tra il 16 e il 18 aprile scorsi. È la Cattedrale di Santa Maria Assunta, con il suo fascino monumentale e i capolavori artistici custoditi al suo interno, a far registrare il dato più alt, con 2076 accessi, registrati
peraltro solo nelle fasce orarie di apertura garantita dai Volontari del Touring Club Italiano (dalle 12 alle 15). Segue il Museo Verticale del Torrazzo con ben 1500 salite, mentre il Battistero e il Museo Diocesano hanno staccato rispettivamente 620 e 200 biglietti nei giorni 16 e 18 aprile, mentre l’intero polo dei Musei della Diocesi di Cremona è rimasto chiuso nel giorno di Pasqua. In tutto quasi 4400 ingressi registrati dunque in 48 ore, che confermano il grande interesse suscitato nei turisti dal patrimonio artistico e culturale che esprime secoli di tradizione e di devozione della comunità cristiana cremonese. «I dati del Sabato Santo e del Lunedì di Pasquetta – commenta Stefano Macconi, conservatore dei Musei della Diocesi di Cremona – confermano quanto stiamo osservando dai nostri poli, cioè che c’è davvero un desiderio di tornare a vivere anche gli spazi della cultura, sia da parte dei cremonesi, sia per i turisti stranieri che finalmente stanno tornando a visitare la città dopo il lungo periodo di chiusure e di difficoltà causate dalla pandemia». «Da parte nostra – aggiunge Macconi – siamo molto contenti perché è la conferma che si sta affermando il Polo museale ecclesiastico diocesano composto da Museo Verticale del Torrazzo, Museo Diocesana, Battistero e naturalmente dalla Cattedrale». Tra gli altri luoghi di interesse cittadini, dal report spicca il Museo del Violino, con 1010 visite, a cui si aggiungono i 395 biglietti venduti per le audizioni con strumenti della liuteria storica in Auditorium “G. Arvedi”, mentre 424 sono state le visite ai Musei Civici e 347 gli ingressi al Palazzo Comunale.
Acli Casalmaggiore celebra il 25 aprile con “la forza delle donne liberate” In occasione delle celebrazioni per la Festa della liberazione 2022, il Circolo ACLI di Casalmaggiore, in collaborazione con ANPI e Fotocine Casalasco 1966 aps, propone una riflessione sul tema della liberazione al femminile. Tre donne di origine migrante, da molti anni residenti in Italia, sono protagoniste del film intervista “Women’s fortress. Storie di donne liberate”, la cui idea è rappresentare la complessa capacità tipicamente femminile di risolvere conflitti e perseguire progetti attraverso il riscatto personale, l’emancipazione culturale e l’indipendenza economica. Liberazione e lavoro, connubio duro a morire, lungi da mode e conflitti ideologici o politici. Non c’è libertà senza lavoro giustamente retribuito e tutelato. E se non c’è lavoro non c’è salario per dare ai propri figli un futuro ricco di possibilità. «In un tempo in cui la vita di tante donne in Ucraina è segnata dall’assenza di libertà e da una guerra a tratti definita “partigiana” -dichiara il Presidente Provinciale delle ACLI Bruno Tagliati- le ACLI cremonesi hanno voluto riflettere attorno al ruolo della donna nei processi di liberazione». E prosegue «Ci sono varie forme di conflitti e di rinascita. Quelle in guerra sono una parte. Esiste anche la sofferenza di tante donne che nella loro vita quotidiana lottano ogni giorno per un futuro migliore. E di queste non si parla mai. Con questo film abbiamo voluto mettere in luce ciò che spesso è tacitato, partendo però non dalle ferite ma dai successi personali, sperando diventino esempio per tante altre storie».
La proiezione di “Women’s fortress. Storie di donne liberate” avverrà il 25 aprile alle ore 15 presso il Centro Sociale Primavera in via Formis n. 14 a Casalmaggiore. Sabato 7 maggio visite al Campus Santa Monica con il FAI Sabato 7 maggio la Delegazione FAI di Cremona propone, in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore, la riapertura del Campus Santa Monica, dopo il successo riscosso in occasione delle Giornate FAI di Autunno 2021. Per partecipare all’evento è necessario effettuare la prenotazione sul sito www.faiprenotazioni.it (link diretto: https://faiprenotazioni.fondoambiente.it/evento/visite-al-camp us-santa-monica-14689/), versando online un contributo di 3 euro. Le visite si svolgono dalle ore 10 alle ore 12.45 (ultimo ingresso ore 12) e dalle ore 14 alle ore 18 (ultimo ingresso ore 17.20) con partenza di ogni gruppo ogni 20 minuti. Durante la visita sarà necessario indossare la mascherina (chirurgica o FFP2). Il ritrovo è previsto all’ingresso del Campus, in via Bissolati 74, Cremona. Durante l’apertura sarà possibile apprezzare non solo la straordinaria struttura architettonica del campus e le significative decorazioni di Robert De Longe ma anche la Crocifissione di Cristo cinquecentesca della biblioteca emersa durante i lavori (in foto), e gli affreschi dell’ex refettorio, raffiguranti la Deposizione e la Caduta di Cristo.
Il Campus Santa Monica Il Campus Santa Monica si trova a pochi passi dal centro storico di Cremona. Un tempo monastero, poi caserma militare e campo profughi per gli sfollati della Seconda Guerra Mondiale, rimase in stato di abbandono fino al recente intervento di recupero, che ha restituito alla città una delle sue pagine storiche più significative. Attualmente il complesso è sede del campus universitario dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, inaugurato il 25 maggio 2021 alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Tra gli edifici che avrebbero costituito il “Parco dei Monasteri”, il complesso di Santa Monica è il più antico e fu fondato alla fine dell’VIII secolo dalle monache benedettine con la dedicazione a San Salvatore. Negli ultimi decenni del ‘400 si registra il passaggio alla regola agostiniana, dando origine al monastero femminile più grande e, per lungo tempo, più importante della città, al punto da essere definito “duomo delle monache”. Intorno agli anni ’80 del ‘600 si collocano gli interventi pittorici assegnati all’artista fiammingo Robert De Longe, raffiguranti Dio Padre, Santa Monica e Sant’Agostino. Dopo la soppressione settecentesca anche Santa Monica fu convertita ad uso militare, il che comportò drastiche trasformazioni architettoniche e la perdita di numerose opere d’arte. Dopo aver ospitato gli sfollati della Seconda Guerra Mondiale, l’ex monastero cremonese fu lasciato in completo abbandono fino a tempi recenti, quando l’accurato programma di recupero ha consentito la trasformazione del complesso in campus universitario.
Giornata della Terra, sabato 7 maggio pomeriggio di festa a “La Isla de Burro” di Zanengo Sabato 7 maggio, a partire dalle 14, presso “La Isla de Burro” di Zanengo, opera segno di Caritas Cremonese, sarà celebrata la “Giornata della Terra”. L’iniziativa, inizialmente programmata per il 23 aprile è stata slittata di una settimana per le incerte condizioni meteo del fine settimana. “La Isla de Burro” è principalmente un centro specializzato nell’elaborazione e gestione di qualificati progetti di Interventi assistititi con animali: attraverso la relazione con gli asini propone percorsi educativi e di socializzazione a persone con problemi psichici, ragazzi e bambini della neuropsichiatria infantile, disabili, ma anche a tutti coloro che in vite ricche di stress e fatiche cercano oasi di pace per ricaricare energie fisiche, mentali e spirituali. Però, fin dalla sua fondazione e ancora prima che venisse pubblicata la rivoluzionaria enciclica di Papa Francesco Laudato si’’, il progetto ha fatto propria anche un’altra missione: aggregare realtà ecclesiali, associazioni, cooperative, famiglie, singole persone, all’impegno per promuovere una nuova cultura di responsabilità, attenzione e custodia di tutto il creato. Ed è in questo contesto che, passato il momento di chiusura dovuta alla pandemia da Covid 19, l’Isla torna ad aprirsi al pubblico per celebrare la “Giornata della Terra 2022”.
Intenso e ricco il programma del pomeriggio che prevede: possibilità di conoscere e interagire con gli asini, sperimentando alcune attività con loro, laboratori botanici, a tema “Terra” e ritmico/sonoro (con gli asini). Come da tradizione, sarà poi messo a dimora e benedetto un nuovo albero. Alle ore 18 il direttore di Caritas Cremonese, don Pierluigi Codazzi, presiederà la Messa, celebrata all’aperto. Fondazione Redentore, sabato a Castelverde Messa in ricordo degli ospiti e dei dipendenti defunti Sabato 30 aprile, alle 16, nel giardino della Fondazione “Opera Pia Ss. Redentore” di Castelverde sarà celebrata una Messa in suffragio degli ospiti e dei dipendenti defunti, in modo particolare di quanti sono deceduti durante i terribili mesi della pandemia. Un ricordo speciale sarà riservato al medico di struttura, dottor Alberto Omo, deceduto il 4 aprile 2020, al ragioniere Ivo Barbisotti, già vicepresidente della Fondazione, mancato il 2 aprile 2021, e alla oss Emanuela Melchiorri, scomparsa il 14 gennaio 2021. Preghiere di suffragio saranno elevate anche per le asa Carmen Mori (26 dicembre 2017) e Andreina Assirati (11 dicembre 2017), morte qualche anno fa, ma ancora nel cuore di tutti. L’Eucaristia sarà presieduta dal presidente, don Claudio Rasolim e concelebrata dal parroco di Castelverde, don Giuliano Vezzosi, e dal vicario, don Matteo Bottesini. I canti saranno animati dal coro giovanile dell’unità pastorale
“Madonna della Speranza” insieme ai ragazzi di Casa San Giuseppe. Alla celebrazione sono state invitate l’Amministrazione Comunale e le Associazioni di volontariato del territorio: realtà con le quali la Fondazione sta intessendo una fattiva e proficua collaborazione. «È bello poter riaprire i nostri giardini – commenta il presidente don Rasoli – per celebrare insieme l’Eucaristia ricordando quanti ci hanno lasciato in questi anni così duri. Questo evento, inoltre, vuole essere un segno di speranza e di ripartenza anche se dobbiamo mantenere ancora una certa cautela perché il Covid19 non è stato ancora vinto del tutto. Stiamo comunque mettendo le basi per riannodare un rapporto con il paese e il territorio che per noi è fondamentale. Appena potremo faremo tante belle iniziative di carattere aggregativo e ludico, ma anche culturale. La voglia di fare c’è!». Al termine della Messa saranno estratti i numeri vincenti della “Grande Lotteria dell’Opera Pia”: in palio ci sono trenta premi gentilmente offerti da esercenti e imprenditori di Castelverde e non solo. «L’accoglienza di questa iniziativa – continua il sacerdote – è stata grande. Non solo da parte di chi ha donato i premi, ma anche di chi ha venduto e comprato i biglietti: negozi, associazioni, privati cittadini. Contiamo di arrivare a vendere tutti i 10.000 i biglietti stampati. Un grazie va anche ai fratelli Fanti – Palmiro, Mauro e Massimo – per il supporto decisivo a questa iniziativa. Non risolveremo certamente i nostri problemi finanziari, ma l’aver coinvolto così tante persone e l’aver mantenuto viva l’attenzione dell’opinione pubblica sulla nostra Fondazione è per noi un obiettivo fondamentale». La manifestazione – celebrazione eucaristica ed estrazione dei biglietti – è aperta a tutti, ma per poter accedere alla struttura è necessario possedere il Mega Green Pass e indossare la mascherina FFP2. Il triage sarà aperto a partire dalle ore 15.15.
In caso di maltempo l’evento si terrà nella chiesa parrocchiale di S. Archelao in Castelverde. «Abbiamo bisogno di coscienze inquiete!». Don Ciotti commenta la “Laudato si'” tra pace, ecologia e accoglienza dei poveri
Qui la photogallery completa della serata Un intervento appassionato, coinvolgente e a tutto tondo quello tenuto da don Luigi Ciotti nella chiesa parrocchiale del Maristella a Cremona nel pomeriggio di giovedì 21 aprile. L’evento dal titolo “Laudato si’, laudato qui: pace, giustizia, cura del creato” è stato organizzato nell’ambito della rassegna “La Trama dei Diritti” da Pax Christi, Comunità “Laudato si’” di Cremona, Tavola della Pace di Cremona, Libera contro le mafie e in collaborazione con CSV Lombardia Sud. Al suo arrivo don Ciotti è stato accolto con tanto affetto, al quale non si è sottratto a scambiando qualche parola con tutti e scattando foto con le tante persone presenti. Dopo l’introduzione di Fabrizio Aroldi e don Antonio Agnelli, sacerdote collaboratore nelle parrocchie dell’unità pastorale Madre Nostra, hanno preso la parola per una presentazione e per un saluto i rappresentanti delle diverse associazioni
organizzatrici. L’audio integrale dell’intervento di don Ciotti iFrame is not supported! L’ampio intervento del sacerdote fondatore del Gruppo Abele e di Libera contro le mafie è iniziato con una condanna alla guerra e alla corsa al riarmo: «Negli anni scorsi, anche durante la terribile pandemia, sempre più risorse economiche sono state investite per il riarmo e questo è uno scandalo». Non è quindi mancato un affondo sulla situazione Ucraina e in particolare sull’accoglienza dei profughi: «Giusto accogliere fratelli e sorelle in fuga dalla guerra, ma come mai non abbiamo messo la testa sulle altre trentatre guerre in atto nel mondo. Perché non toccano i nostri interessi. Questa è una riflessione che si impone». Dal tema della guerra è stato, quindi, collegato anche il tema dei profughi e dei poveri: «Nell’enciclica “Laudato si’” il papa si dimostra preoccupato ancora una volta per quello che sta avvenendo e per la qualità della vita di tutti. Siamo chiamati anche noi a diventare attivi per occuparci insieme del futuro, che è un tempo che va vissuto, non sprecato perché la vita è un tempo imprevedibile e inafferrabile». «La crisi è unica, una crisi socio-ambientale, la strada tracciata dal Papa è quella della conversione ecologica: tutela della natura e dei diritti umani. È in gioco la vita! – ha così proseguito don Luigi nel commentare l’ecologia integrale, tema centrale dell’enciclica – con l’aggettivo integrale il Papa sottolinea come il nostro rapporto con la natura deve essere esteso a tutti gli ambiti della vita a cominciare da quello sociale e relazionale: c’è allora un grande richiamo all’accoglienza, perché non basta accorgersi che gli altri esistono intorno a noi. Non basta però accogliere gli altri perché dobbiamo anche sentirli dentro di
noi e anche politici in Europa dovranno un giorno rendere conto di come mai l’Europa paga miliardi perché la Turchia si tenga i profughi, come qualcuno dovrà dirci di tutti questi investimenti che abbiamo fatto per la guardia costiera libica che continua a tenere nei lager tantissime persone, come qualcuno dovrà spiegare perché abbiamo venduto armi all’Egitto con cinquemila persone nelle carceri e che non ci consegna la verità su Giulio Regeni». Il lungo intervento è terminato con un invito forte e sincero: «Vi auguro il conflitto delle coscienze: con la coscienza è sempre bene dialogare, a volte anche litigare in modo acceso, perché non sia una coscienza inerme che porta a mafia e guerra. Abbiamo bisogno di coscienze inquiete!». Un libro sul vescovo Fiorino Tagliaferri in occasione del centenario della nascita “Fiorino Tagliaferri sacerdote – Una vita per il Vangelo animata da forte e gloriosa passione educativa” è il titolo del libro curato da Giulio Cirignano, Anna Teresa Monari e Ferdinando Montuschi e pubblicato da Baraldini editore. Presentata attraverso la citazione del protagonista, “fidarsi di Dio è il grande segreto della vita”, l’opera raccoglie frammenti e ricordi della vita di monsignor Fiorino Tagliaferri, vescovo di Cremona dal 1978 al 1983, in occasione del centenario delle nascita. «Il Vescovo Fiorino – le parole di monsignor Antonio Napolioni sul testo edito da Baraldini – ha lasciato nei Cremonesi un
grande ricordo: uomo carismatico, dal carattere forte e deciso, ma soprattutto un cristiano autentico. Di lui si esaltano ancora la grande capacità di intraprendere e coltivare i rapporti interpersonali con freschezza ed originalità contagiose. Il distacco da Cremona fu molto sofferto. Molti preti ricordano ancora l’accorato saluto quando dovette lasciare la Diocesi per assumere altri impegni. Il volume mi ha richiamato questi sentimenti nei confronti del mio venerato predecessore». Per ordini e informazioni contattare Baraldini Editore all’indirizzo e-mail info@baraldini.net o telefonando al numero 0535-99106. Prevista anche la pubblicazione di un’edizione economica dell’opera, a cura della casa editrice Feeria, della comunità di San Leonino. Scarica la brochure informativa A Trigolo l’ultimo saluto a Giuseppina Cattaneo, una vita in compagnia del Signore e in ascolto della sua Parola come i discepoli di Emmaus
Il gran numero di persone che ha partecipato al funerale di Giuseppina Cattaneo, per tutti semplicemente Giusi, nella chiesa parrocchiale di Trigolo nel pomeriggio di mercoledì 20 aprile, è stata la prova più autentica del bene da lei seminato in tutta la comunità, nei tanti anni di servizio
presso la Casa delle Figlie di Sant’Angela Merici, istituto secolare di cui era superiora. Le esequie sono state presiedute dal vescovo emerito Dante Lafranconi, che ha portato la vicinanza della Diocesi e del vescovo Antonio Napolioni, assente in questi giorni. La celebrazione è stata concelebrata dal parroco di Trigolo, don Marino Dalè, e alcuni altri sacerdoti, tra i quali il vicario episcopale don Gianpaolo Maccagni e il rettore del Seminario don Marco D’Agostino; ha prestato servizio all’altare il diacono permanente Raffaele Ferri. Nella sua omelia monsignor Lafranconi ha ricordato come celebrando la memoria della morte e della risurrezione del Signore, la si celebri partecipando alla morte di Giusi, che già gode il volto del Signore in attesa della resurrezione finale. Una coincidenza che ricorda che il senso ultimo della vita è la risurrezione. Secondo Lafranconi attraverso la lettura del Vangelo dei discepoli di Emmaus si può leggere qualcosa che contrassegna la vita di tutti. I discepoli di Emmaus camminavano tristi e desolati, ma quando riconoscono il Signore scompare la tristezza, ritorna l’entusiasmo e vogliono ritrovare gli amici con cui hanno condiviso tanti momenti di vita con Gesù e annunciare che Gesù è veramente risorto. Da qui discende che la gioia e il senso della vita, che lo si trova solo in rapporto al Signore: senza di lui la vita è triste. Giusi ha vissuto la sua vita come i due discepoli di Emmaus – ha evidenziato il vescovo Lafranconi – in compagnia del Signore e in ascolto della sua Parola. Proprio da qui, secondo il Vescovo emerito, nasce la serenità del gusto di fare il bene in tutte le occasioni della vita con la parola, con il sorriso, con la carità. Dalla volontà di vivere in comunione con il Signore derivava per Giusi l’amore per la Chiesa, vissuta concretamente sul territorio della parrocchia, nell’ascolto delle persone, nella vicinanza alle situazioni difficili, nel senso dell’ospitalità, nella capacità della battuta di spirito per risollevare il morale di chi si sentiva
abbattuto. Prima della benedizione conclusiva, tre testimonianze hanno tracciato il senso del percorso di vita di Giusi, deceduta il Lunedì dell’Angelo presso la casa di riposo Brunenghi di Castelleone dove era stata trasferita alcuni giorni prima, dall’Ospedale di Cremona dove era stata ricoverata per un malore. La prima tenuta da una rappresentante delle Figlie di Sant’Angela Merici, che ha ricordato la sua attività e la sua fedeltà nella vita della Congregazione; la seconda del sindaco di Trigolo, Mariella Marcarini, che ha sottolineato il suo impegno verso l’intera comunità; la terza di una giovane, che ha messo in risalto il suo servizio come educatrice. Profilo di Giuseppina Cattaneo Nata a Valleve, in provincia di Bergamo, nel 1942, aveva lì conosciuto la Compagnia di S. Orsola e aveva deciso di aderirvi il 31 dicembre 1973 nella cappella della casa madre in via Geromini, a Cremona, davanti all’assistente spirituale mons. Folchini e alla direttrice Ida Balzacchi aveva emesso la professione perpetua. Presso la Casa delle Figlie di Sant’Angela Merici, istituto secolare che opera ininterrottamente a Trigolo dal 1863, era arrivata giovanissima, formandosi spiritualmente e culturalmente, diplomandosi come maestra dell’infanzia e prendendo i voti. A Trigolo, dove risiedeva, ha profuso in tanti anni tutto il suo impegno generoso a servizio della parrocchia e della gioventù femminile, diventando un punto di riferimento per tanti situazioni di fragilità. Sempre disponibile, aveva accettato di ricoprire il ruolo di superiora delle Figlie di Sant’Angela Merici per diversi mandati.
Le Figlie di Sant’Angela Merici La Compagnia di Sant’Orsola, comunemente conosciuta come Compagnia di Sant’Angela, è stata fondata da Angela Merici il 25 novembre 1535 a Brescia. Dopo una prima diffusione in città l’esperienza della Compagnia si è dilatata in molte altre diocesi italiane e all’estero. Nel 1810 ha subito la soppressione decretata dalle leggi napoleoniche; nel 1866 è rinata a Brescia ad opera del vescovo Gerolamo Verzeri e delle Sorelle Elisabetta e Maddalena Girelli. Il carisma è ben delineato dalle parole che Angela stessa propone nel proemio della Regola: le sue Figlie sono state “… elette ad essere vere e intatte spose del Figliol di Dio…” e lo spazio in cui vivono questa luminosa chiamata – che afferma il primato dell’amore – non è la solitudine di un chiostro ma il mondo, il luogo vasto e complesso del convivere umano nel quale sono chiamate a servire il regno di Dio con responsabilità propria, nella fedeltà alla santa madre Chiesa, in comunione con il vescovo diocesano. Pur essendo nata senza dedicarsi ad opere specifiche, la Compagnia nel corso dei secoli ha orientato l’attività delle Figlie all’insegnamento della dottrina cristiana, alla educazione della gioventù femminile e all’apostolato parrocchiale in genere. Anche oggi le Figlie di Sant’Angela (chiamate familiarmente Angeline) vivono nelle proprie famiglie, esercitano un lavoro con il quale si sostengono, partecipano alla vita sociale e civile, alle condizioni ordinarie della vita; non si distinguono esternamente dagli altri né accentuano questa distinzione in alcuna altra forma. Sono presenti nelle realtà del mondo con l’intento di vivere all’interno di esso lo spirito evangelico, perché non prevalga la logica dell’uomo egoista, ma la logica di Dio e quindi dell’amore, della solidarietà, della pace, della giustizia.
Vivono intensamente la loro appartenenza alla Chiesa ed esprimono il loro amore ad essa ponendosi al servizio della chiesa locale, nella Parrocchia, all’interno della quale operano preferibilmente nei settori della catechesi, nell’animazione di iniziative e gruppi a favore della gioventù, particolarmente della gioventù femminile. “Laudato si’, laudato qui”, il 21 aprile al Maristella l’incontro con don Luigi Ciotti Costruito sui temi di pace, giustizia e cura del creato, giovedì 21 aprile, alle 18.30, presso la parrocchia del Maristella, a Cremona, è in programma l’incontro con don Luigi Ciotti, fondatore del “Gruppo Abele”, onlus impegnata nell’accoglienza e nel sostegno a persone con problemi di tossicodipendenza, e di “Libera”, associazione contro i soprusi della mafia. L’evento si presenta con lo slogan “Laudato si’, laudato qui”. L’incontro, organizzato da Pax Christi, dalla comunità Laudato si’ di Cremona, da Libera e dalla Tavola della pace, in collaborazione con il Csv Lombardia sud, si inserisce nell’ambito de “La trama dei diritti”, spazio culturale aperto a tutte le organizzazioni che si riconoscono come parte di un sistema di enti e realtà che nei territori concorrono alla costruzione della cultura dei diritti. L’ingresso sarà consentito solo ai possessori di green pass rafforzato e con mascherina.
Scarica la locandina
Puoi anche leggere