LA RINASCITA PERUGINA DELLA PIZZICA

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LA RINASCITA PERUGINA DELLA PIZZICA
Pierpaolo De Giorgi

LA RINASCITA PERUGINA DELLA PIZZICA

   La genesi delle opere poetiche, musicali,        ripreso, come tanti altri brani, dal gruppo
artistiche può seguire percorsi molto lunghi.       Radici e da altri nuovi gruppi che, a loro volta,
Come un fiume carsico che a volte scorre            da essi si formeranno:
soltanto nel sottosuolo, a volte affiora d’un
colpo, ex abrupto. La mia idea comincia a           Caru patrunu ci nu me ne porti
vedere la luce a Perugia, dove mi laureo in         me ssettu ‘nterra e fazzu li carotti
filosofia, nel giugno del 1979, con una tesi in     te li fazzi larghi e tundi
estetica, e dove apprendo molti segreti della       quandu passi cu tte scunfundi.
musica popolare salentina dai miei amici
                                                    E’ sempre a Perugia, che alcuni componenti
universitari Luigi Marzo e Carlo Lubello.
                                                    del gruppo Radici vengono sensibilizzati alla
Questi ultimi, qualche anno prima, a Presicce,
                                                    musica popolare ugualmente da Luigi Marzo e
assieme ad altri musicisti avevano dato vita al
                                                    ancor più da Carlo Lubello. Il canto Caru
gruppo di riproposta Salento Domani. Prima di
                                                    patrunu e altri documenti del gruppo Radici
ogni altro gruppo salentino, e con una precoce
                                                    possono essere consultati nel significativo
e corretta coscienza etnomusicologica,
                                                    volume Il ritorno della taranta: storia della
avevano fatto ricerca “sul campo” a Presicce,
                                                    rinascita della musica popolare salentina,
Melissano e Acquarica, vale a dire in una zona
                                                    scritto con eleganza e nitore da Vincenzo
ancora incontaminata del Basso Salento.
                                                    Santoro1. Nel saggio l’autore rende
Avevano poi ripresentato molti brani della
                                                    testimonianza di come la riproposta della
tradizione popolare del Salento, senza alterarli,
                                                    pizzica e la relativa riflessione abbiano origini
in numerosi concerti, purtroppo senza
                                                    perugine. L’acume e la capacità di scavo di
giungere alla pubblicazione di un album.
                                                    Santoro, che attraversa l’Italia per questa
Un’idea abbastanza vicina al sound dei
                                                    utilissima ricerca, riescono a dar voce ai
Salento Domani si può avere ascoltando un
                                                    protagonisti Luigi Marzo e Carlo Lubello,
interessante canto di protesta contro i padroni,
                                                    come pure al mio lavoro iniziale. I lettori
che spesso in Salento sono piccoli latifondisti
                                                    vengono così portati a conoscenza di
o baroni insensibili agli orari “te sule a sule”,
vale dire dall’alba al tramonto, dei miserevoli
                                                    1
braccianti. Il canto è Caru patrunu, vera e           V. SANTORO, Il ritorno della taranta: storia della
propria bandiera del gruppo, poi puntualmente       rinascita della musica popolare salentina, pref. di S.
                                                    Portelli, Squilibri, Roma 2009, pp. 51 segg.

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LA RINASCITA PERUGINA DELLA PIZZICA
quell’impegno e di quelle intuizioni dei            20043. Le canzoni complete dei Salento
Salento Domani che tanto hanno giovato alla         Domani, vera e propria avanguardia culturale
rinascita della pizzica. Subito dopo, però, la      di tutta la riproposta salentina, sono più di
prospettiva del volume appare condizionata          venti. Per quanto attiene la mia formazione,
dalla concezione politica e non artistica della     altri brani, non pochi, mi giungono dal
musica tradizionale che informa tutto il            folklore di Cavallino, soprattutto dai canti con
volume. Santoro giunge a ritenere che questa        i quali la mia bella nonna mi cullava da
musica e questa danza siano sostanzialmente         bambino e mi intratteneva da ragazzo. Uno di
un marcatore di identità geografico e               questi, Fimmene te Caddhinu, è molto simile
politico2. Così il resoconto di Santoro             al celebre Fimmene fimmene:
dapprima prezioso e accurato per la rinascita
della musica tradizionale salentina in generale,    Fimmene te Caddhinu musilonghe
si fa inaspettatamente carente delle vicende        sciati ccugghiendu lu mucchiu seccatu
multiformi e travagliate della pizzica del          poi bbunde turnati a casa longhe longhe
gruppo dei Tamburellisti di Torrepaduli. Le         fimmene te Caddhinu musilonghe.
vicende dei Tamburellisti di Torrepaduli, al
                                                    C’è anche un frammento di pizzica con versi
contrario,    in    molte     fasi   facilmente
                                                    vicini ai canti di questua:
documentabili sugli autorevoli giornali locali
“Il Quotidiano di Lecce” e “La Gazzetta del         E nu bbu nde curati ca lu cantu è pocu
Mezzogiorno”, si trovano a coincidere con la        imu scire a cantare a n’auru locu.
storia stessa della rinascita della pizzica nel
suo complesso.                                         Mi piace poi rammentare come, nelle serate
    Tornando al gruppo Salento Domani,              perugine, Carlo proponga il repertorio con un
composto da Luigi Marzo, Carlo Lubello,             entusiasmo davvero inconsueto e come
Carmelo Orlando, Andrea Brigante e il               soprattutto Luigi, con un timbro vocale intenso
presentatore Gino Orlando, bisogna notare che       e coinvolgente, riesca a ricreare le ecologiche
nei concerti salentini aveva in repertorio          atmosfere sonore contadine direttamente
almeno tre diverse pizziche pizziche, e cioè        ereditate dalla sua famiglia. E cioè da suo
Beddha ci a mare vai, Omu fidatu e Santu            padre Cesario Marzo, storico e orgoglioso
Paulu. La voce principale del gruppo era            carrettiere di Presicce che canta struggenti arie
quella inimitabile di Luigi Marzo, che riusciva     trainiere, e dalle incantevoli voci delle sue
a reggere concerti lunghi anche tre ore. Luigi e    sorelle Celeste Marzo e Carmela Marzo.
gli altri avevano imparato anche le bellissime         In quel periodo c’è un luogo unico in
arie a ddoi, ossia una forma di canti alla stisa,   Umbria e forse nell’Italia intera, un punto di
dai cantori delle osterie. Ma sono le tre           incontro di genti ed esperienze di tutto il
pizziche pizziche, le tre perle preziose del        mondo, dove spesso ci diamo convegno
gruppo. Eseguite ora, a metà degli anni             accendendo le coscienze con chitarre,
Settanta, a Perugia da Luigi Marzo e da Carlo       tamburelli e numerosi altri strumenti,
Lubello, con cura e dovizia di particolari, sono    anch’essi provenienti da ogni paese del globo.
il sorprendente patrimonio che io posso             Sono le Scalette del Duomo di Perugia, che
apprendere e studiare. Un quarto brano più          presto, anche per la bella risposta acustica del
lento ma anch’esso di grande interesse, in          luogo e per la presenza in città dell’Università
parte analogo alla pizzica, da Luigi è              per stranieri, diventano teatro di una vera e
considerato una tammurriata o qualcosa di           propria rivoluzione culturale. Una dolcissima
molto simile. E’ la descrizione di quel             utopia trasformata in realtà, ecco cosa sono per
paradiso terrestre che è il campo per il            noi le “Scalette” di allora. Un raro frutto dei
contadino: Ci te l’ha ditta beddha ca nu            tempi che stanno cambiando, come vuole Bob
tt’amu, che verrà ripreso tel quel dagli Zoè nel
                                                    3
                                                     OFFICINA ZOÈ, Allu sciardinu, in cd Crita, Polosud
2
    Ivi, p. 62.                                     Records 2004.

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LA RINASCITA PERUGINA DELLA PIZZICA
Dylan che canta il celeberrimo brano The               insegna anche il difficile ritmo ambivalente di
times are changin’. Un vero e proprio luogo            questa musica. Insieme ben presto formiamo il
mitico, che oggi nel ricordo “cambia in                duo Luigi Marzo e Pierpaolo De Giorgi.
meglio”, come dice Francesco Guccini, e che            Siamo il primo gruppo a fare un uso cosciente
pertanto diventa un contenitore di tutti gli           della pizzica in quegli anni. Suoniamo in
slanci ribellanti di allora. Le Scalette, alla fine,   manifestazioni pubbliche organizzate in
sono una location umbra del movement                   diverse zone di Perugia, e cioè a piazza
mondiale, che non sappiamo come meglio                 Grimana, a corso Garibaldi, al ristorante Lilli,
definire, dal momento che la parola                    in piazza della Repubblica, a Montelaguardia e
Sessantotto è troppo legata alla violenza              in altre località. C’è in me una maturità nuova.
politica. E’ sulle Scalette del Duomo di quel          Oltre che far echeggiare sulle Scalette la mia
periodo, che io e tanti altri musicisti e poeti        “lunga” voce, mi accade di cantare quasi
viviamo la musica e la poesia come un fatto            professionalmente sui palchi, nelle piazze, in
d’arte concreto, come un pane quotidiano, in           teatro e nei locali assieme a Luigi e, più tardi,
una forma autonoma, libera, indipendente,              assieme a Carlo. Talvolta si unisce a noi
autosufficiente, immediata, festosa, e proprio         Sandro Cazzato. Così apprendo a menadito
per questo unica e irripetibile. Transitiamo           tutti i brani da loro riproposti, arricchendo
tutti entro un heideggeriano e tangibile abitare       notevolmente il mio bagaglio di musica
poetico. Per esser tale, quest’abitare poetico         tradizionale della Terra d’Otranto. Corrosivo,
contesta ogni abitare scialbo e privo di vita. Ed      allegro, vitale e ora “pizzicato”, il movement
è, di per se stesso, rivoluzionario, e non per il      perugino avanza in tutto il suo splendore.
fatto di manifestare contenuti conflittuali o              Una fonte relativamente tardiv\a, ma di
violenti.                                              grande importanza per me, e per tutti i cultori
    E’ qui, sulle Scalette, che Luigi Marzo ed         di questa musica, sono trentuno brani registrati
io gorgheggiamo, cinguettiamo, tuoniamo,               in Salento “sul campo” da Luigi Chiriatti e da
cantiamo in bell’allegria le nostre prime              altri ricercatori, pubblicati nel doppio LP
pizziche. Luigi, che poi abbandonerà la musica         Musica e canti popolari del Salento
attiva per diventare un affermato pittore,             dall’etichetta Albatros e curati da Brizio
salmodia con un tono in pari tempo dolce e             Montinaro4. Il primo volume contiene due
impetuoso, facendo sapientemente vibrare la            pizziche complete e un frammento, provenienti
sua voce traboccante di armonici gravi:                da registrazioni effettuate a Melendugno e ad
                                                       Aradeo nel 1977. In questo periodo circolano a
Beddha ci a mare vai a mare vegno                      Perugia, accanto a questi dischi, anche altre
ci visciu ca te mini me nde tornu.                     rarissime registrazioni, come quelle di un
Beddhu lu pettu tou tuttu muddhica                     interessante gruppo polifonico da osteria, gli
beatu a cci lu zzicca e lu spuddhica.
                                                       Amici de l’Angelieddhu, fatte “sul campo” dai
                                                       componenti di Salento Domani, ma non ci
    Ed io, se non canto pizziche o blues, gli
                                                       sono pizziche. Anche l’ascolto dei brani degli
faccio eco con atti di devozione verso il mio
                                                       Amici de l’Angelieddhu mi fa comprendere
grande amore di sempre: Lecce. Ed eccomi
                                                       che quest’area etnomusicologica ha una sua
intonare la canzone che l’immenso tenore Tito
                                                       identità definita, diversa da quella delle altre
Schipa portò alla Scala di Milano, Quando te
                                                       aree italiane e ricca di particolarità. Avrò
llai la facce alla matina, oppure una mia cover
                                                       modo, una decina di anni dopo, di conoscere e
di Lecce gentile e beddha. Quanto al lavoro
                                                       comparare le forme della polifonia salentina,
musicale predominante che faccio nei primi
                                                       che anche Luigi e Carlo conoscono bene,
anni Settanta, è quello di cantautore, ma dopo
                                                       tramite uno studio costante dei brani eseguiti
qualche anno cambio pelle. Il mio fiume
                                                       dai cantori anziani Argalìo, prima di chiudere
carsico di nome pizzica percorre dapprima
                                                       con una pizzica. La polifonia salentina è un
sentieri underground, ma, al momento
opportuno, nelle occasioni propizie, comincia          4
                                                         Aa. Vv., Musica e canti popolari del Salento, voll. I e
ad affiorare. E’ merito di Luigi, che mi               II, a cura di B. Montinaro, Albatros 1977.

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LA RINASCITA PERUGINA DELLA PIZZICA
altro modo di far vibrare, assieme alle corde               Germania nell’ottobre del 1979, in un grande
vocali, anche la psiche, elevandola ad una                  salone dello stadio olimpico di Monaco di
trance leggera. La polifonia salentina, fatta di            Baviera. E’ un successo imprevisto che mi
flussi ritmico-sonori “ondivaghi”5, di armonie              incoraggia moltissimo e mi fa comprendere i
“quasi” tonali e spesso di “enarmonie antiche”              risvolti artistici, cosmopoliti e non identitari
(scivolamenti di frazioni di tono sulla nota che            della pizzica: migliaia e migliaia di tedeschi
governa la scala), è infine una tecnica che                 gridano “ancora, ancora!”. Qualche tempo
consente di ottenere una comunione di persone               dopo fondiamo il gruppo dei Tarantula, al
rara in altri settori. Non può non evocare la               quale partecipano musicisti di altre regioni e
formidabile cultura popolare bizantina e                    con il quale suoniamo in tutta l’Umbria, e
basiliana che ha dapprima preceduto, poi                    anche a Lecce. Veniamo chiamati spesso
attraversato e infine proseguito quella della               dall’Arci di Perugia. Suoniamo in alcuni
Terra d’Otranto.                                            concerti organizzati per la campagna elettorale
    Anche la pizzica pizzica appartiene a                   di Enrico Manca, che più tardi diventa
questo mondo popolare bizantino e basiliano,                presidente della RAI TV. Un nostro
che affonda le sue radici nell’orfismo-                     appassionato sostenitore è Marco Bertozzi, che
dionisismo insieme orientale e magnogreco.                  ci chiama anche per fare uno storico concerto,
Grande merito, pertanto, è quello dei                       al teatro Turreno di Perugia, in occasione della
ricercatori che ci consentono di scoprire queste            visita di Bettino Craxi.
radici. Mi piace qui sottolineare la reale                      Il nome del gruppo Tarantula non allude
importanza del gruppo Salento Domani che,                   soltanto al celebre ragno che morde i tarantati,
come ricorda Carlo Lubello nel volume di                    ma anche all’omonimo romanzo poetico e
Vincenzo Santoro Il ritorno della taranta,                  sperimentale di Bob Dylan, una narrazione
comincia a riproporre la musica popolare                    concepita come flusso di coscienza e di libere
salentina, imparandola dagli anziani già sul                associazioni mentali, con lo stile della beat
finire degli anni Sessanta6. E questo accade                generation8. In ogni caso, non è “la sintassi
parecchi anni prima sia della raccolta di Brizio            sconvolta” e non sono i periodi che “si
Montinaro che della significativa riproposta                contorcono e smaniano come tarantolati”,
del     Canzoniere      Grecanico     Salentino.            come dice in proposito il traduttore Andrea
Quest’ultimo gruppo si costituisce nel 1975 e               Dell’Anna, quello che mi interessa9. E’ la
pubblica la nota raccolta Canti di terra                    comunicazione dei due principi del bello e del
d’Otranto e della Grecia salentina, che                     buono associati (in greco classico è il termine
contiene una sola pizzica pizzica, con la Fonit             kalokagathía che rende bene la commistione),
Cetra nel 19777.                                            ovunque riescano a splendere, e la implicita
    Partendo dal cumulo di esperienze sopra                 denuncia del male, ovunque si annidi, quello
menzionato, verso la fine degli anni Settanta               che desidero più di ogni altra cosa. Sono
fondiamo a Perugia due ensemble, dapprima il                principi sacrosanti del movement.
Gruppo Popolare Salentino, composto da me,                      E’ vero, a volte la denuncia deve essere
Luigi Marzo, Carlo Lubello e Sandro Cazzato,                esplicita, ma non credo che la musica
con il quale arriviamo a fare un concerto in                tradizionale sia importante per noi oggi solo
                                                            come musica delle classi oppresse. Né credo
5
  R. RAHELI, Qualcosa in più, qualcosa in meno:             che serva per esacerbare i conflitti tra le classi,
purismo e contaminazione nella musica salentina, in         o come un inno che incita alla rivoluzione. Si
AA. VV., Il ritmo meridiano: la pizzica e le identità       pensi a Contessa di Paolo Pietrangeli, che a
danzanti del Salento, a cura di V. Santoro e S. Torsello,   Perugia viene ogni tanto. No, no, la musica
Edizioni Aramirè, Lecce 2002, p. 95.
6
  V. SANTORO, Il ritorno della taranta: storia della
                                                            8
rinascita della musica popolare salentina, Squilibri,         B. DYLAN, Tarantola, trad. it. di A. Dell’Anna,
Roma 2009, pp. 54-55.                                       Mondadori, Milano 1973 (ID., Tarantula, Macmillan &
7
  CANZONIERE GRECANICO SALENTINO, lp. Canti di              Scribner, New York 1971).
                                                            9
Terra d’Otranto e della Grecìa salentina, Fonit Cetra,        A. DELL’ANNA, Nota del traduttore, in B. DYLAN,
Milano 1977.                                                Tarantola, op. cit., p. 13.

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LA RINASCITA PERUGINA DELLA PIZZICA
tradizionale è molto di più del gramsciano             il tarantismo appassioni studiosi, medici e
vessillo di rappresentanza delle classi                gente comune, pochissimi comprendono
oppresse. Può benissimo, in determinate                davvero il significato del rito delle tarantate.
situazioni contigenti, esprimere la rabbia per le      Sento il dovere, allora, di divulgare meglio i
ingiustizie e la protesta degli ultimi. Può            miei studi in proposito. A ben vedere, nel rito
denunciare crimini, viltà, oppressioni. Ma è la        dopo la fase iniziale di malessere, la musica e
musica di tutti, ossia del popolo concepito            la danza sono un’ingegnoso ricorso
come collettività delle coscienze, dei ruoli e         tradizionalizzato all’ordine, alla bellezza e alla
delle classi. Ed è arte collettiva.                    salute, in una parola all’armonia. Dai
    In fin dei conti nell’Augusta Peroscia, mi         bellissimi suoni tarantati e dalla grazia eccitata
ritrovo a coltivare con studi rigorosi e con           delle danzatrici in trance traspare in filigrana
frequentazioni idonee, la speranza di un “volo         la luce greca e magnogreca del kosmos.
magico” dell’essere umano verso cieli                  L’ordine bello del rito e la sua singolare arte
migliori, che a volte d’estate come miraggi,           collettiva, findata sul ritmo, sono una risorsa
come “mutate”, intravedo tra le onde                   unica nelle tradizioni di tutta Europa. Decido
iridescenti del Canale d’Otranto. O ancora             di attingere a quella risorsa per la mia arte.
verso i cieli migliori delle mie escursioni tra le     Anzi, per l’amplesso da sempre agognato tra
nuvole basse che avvolgono le dolcissime               musica e poesia, comincio a costruirmi
montagne umbre, così spesso percorrendo i              l’intrigante alcova della pizzica.
sentieri d’aria e l’Asia generosa del monte                Nell’Augusta Peroscia faccio amicizia con
Subasio. Vale a dire i luoghi della perfetta           il critico jazz Arrigo Polillo e con il chitarrista
letizia e comunione con la natura di Francesco         Mario       Cenci.     Incontro      numerosissimi
d’Assisi. Il mio maturo tuttifrutti poetico di         musicisti, filosofi e poeti, e mi ritrovo a
queste esperienze è pronto. Luigi Marzo nel            leggere, tra l’altro, libri significativi per la mia
frattempo diventa un innovativo pittore dal            ricerca. Nella leggendaria Biblioteca Augusta
grande respiro. Scrivo, a quattro mani, con            mi si presenta davanti, senza che io lo abbia
Luigi che dipinge, Le strade che portano al            cercato, Orfismo e paolinismo di Vittorio
Subasio passando dal Salento, un significativo         Macchioro, che si rivelerà molto importante
libro di poesie a lungo discusso, meditato e           per la mia ricerca sul tarantismo e sugli
rimeditato. Il libro incontra ovunque un               antecedenti orfici11. E incontro Kunsertu di
silenzioso e discreto successo10. Dalle Strade         Luigi Cinque, che è tra i primi a fare un
immaginate da me e da Luigi nasceranno                 resoconto etnomusicologico sulle forme di
pizziche e tantissimi altri percorsi: canzoni,         pizzica non coinvolte dal fenomeno del
filmati, readings, concerti, mostre, e persino         tarantismo. Cinque, allievo di Carpitella,
un’attivissima associazione culturale di               conosce bene il Salento e scrive frasi che si
salentini in Umbria: la Subasiosalento.                scolpiscono sul mio petto. Per lui il ritmo è
    Ad anni Settanta avanzati, tra quelle visioni
utopiche umbre e salentine tutte mie, si               - […] lo specchio più limpido della visione del
insinuano i miti concreti e le allucinazioni           mondo di una determinata cultura12 -.
tangibili della taranta. Ed eccomi pizzicato.
Con la lettura della Terra del rimorso,                Ma allora, mi ritrovo spesso a pensare in
l’incendio divampa. I dati forniti da Ernesto          quegli anni, il Salento con il ritmo eccezionale
De Martino e da Diego Carpitella sono per me           dei tamburelli della pizzica potrebbe far
come una rivelazione mistica. Ma qualcosa
                                                       11
non quadra nell’interpretazione di De Martino.            V. MACCHIORO, Orfismo e paolinismo, Casa editrice
                                                       cultura moderna, Montevarchi 1922. Cfr. anche V.
Ci metto un bel po’ a venirne a capo. Oggi
                                                       MACCHIORO, Zagreus, studi intorno all’orfismo,
posso affermare con decisione che, nonostante          Vallecchi, Firenze 1930, e V. MACCHIORO, Eraclito:
                                                       nuovi studi intorno all’orfismo, Laterza, Bari 1922; L.
10
  P. DE GIORGI - L. MARZO, Le strade che portano al    CINQUE, Kunsertu: la musica popolare in Italia,
Subasio passando dal Salento, pref. di D. Valli e I.   Longanesi, Milano 1977.
                                                       12
Laudisa, Edizioni del Grifo, Lecce 1991.                  L. CINQUE, Kunsertu, op. cit., p. 46.

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LA RINASCITA PERUGINA DELLA PIZZICA
questo, e quest’altro e quest’altro ancora.           nel 1964 Michele L. Straniero, fondatore di
Intanto in quella nuova Parigi, che è la Perugia      Cantacronache, venne denunciato con l'accusa
di quegli anni, non mancano atmosfere di              di vilipendio alle forze armate per aver cantato
grande poesia. Penso ai versi e alla misera fine      durante lo spettacolo “Bella Ciao”, al Festival
del povero Sandro Penna, che commuovono               dei due mondi di Spoleto, la canzone
l’Italia intera. O ai versi così tante volte          antimilitarista “Gorizia tu sia maledetta”. E nel
recitati del geniale mio amico Sergio                 1967 il mio caro poeta Allen Ginsberg, profeta
Carmesini, che incarna la figura un po’               della beat generation, venne arrestato a
romantica un po’ jazzata                              Spoleto per avere letto, al Festival dei due
                                                      mondi una propria poesia ritenuta oscena dai
[…] di un borghese-bohémien                           censori di stato. Per merito di eroi come
che va fluttuando senza mare vento                    Ginsberg, Eros è finalmente libero di aggirarsi
Achab ingenuo marinaio                                per le piazze olimpiche della nostra
guida che cerca il suo altro Io                       rivoluzione, mentre Afrodite sorride languida
Balena bianca
                                                      sulle Scalette del Duomo. E risuona ancora
in ogni shubertiana sera folle
quando Francesco canta                                forte, in tanti di noi, l’eco non violenta e
le sue Stanze 13.                                     pacifista ugualmente di Allen Ginberg, che
                                                      tornerà al Festival dei Due Mondi di Spoleto
Leggiamo Rimbaud, Mallarmè, Baudelaire,               nel 1990, e del filosofo Aldo Capitini, che
Apollinaire,      Prevert,      Vian,      Aragon,    sfugge ai fascisti nascosto nello studio della
Majakoski, Esenin, Breton, Eluard, Ginberg,           sua abitazione, collocata nella torre
Keruac, Corso, Ferlinghetti, Pasolini, Pavese,        campanaria del palazzo comunale di Perugia e
Tagore, Machado, Jmenez, Blake, Neruda,               preceduta da centotré scalini. Capitini è
Ungaretti, Montale, Bodini, Bodini, Bodini…           l’ideatore della 1a Marcia della Pace da
    Teniamo molti concerti in quel periodo,           Perugia ad Assisi, del 1961. Dalla sua torre
con tanto di pizzica, e per lo più siamo io e         campanaria Capitini, eccezionale figura di
Luigi in duo. La nostra musica risuona nei            studioso e grande propugnatore di idee di
vecchi cinema, al teatro Morlacchi, allo Story        libertà individuale e di uguaglianza sociale, a
Teller, nelle piazze della Repubblica, IV             me sembra ancora benedire la rivolta
Novembre, Partigiani, sul lago Trasimeno, a           gandhiana, spirituale e rigorosamente non
Montepulciano, a Gubbio, a Spoleto, ad                violenta, di noi giovani intellettuali di allora.
Assisi, ovunque capiti, e persino in un grande        La dedizione alla gente di Gandhi non è
raduno all’isola Polvese del Trasimeno, la            lontana dalla mia concezione della pizzica,
nostra “Isola di Wight”. Cresciamo con mostre         sconvolgente arte collettiva, enigmatico sapere
di Burri, Dottori, D’Orazio, Norberto, Andy           del popolo:
Wharol, Pietro Vannucci, Il Pinturicchio e
                                                      - Pormi al servizio dei poveri è sempre stato il
tanti altri. Discorsi e discorsi d’arte e di poesia   desiderio del mio cuore e mi ha sempre sospinto in
si susseguono incessantemente. Facciamo               mezzo ad essi, consentendomi di identificarmi con
trasmissioni d’arte, di musica e di poesia nelle      loro […] La mia vita è un tutto indivisibile. Tutte
epiche, eroiche, fumose ed accattivanti radio         le mie attività si fondono l’una nell’altra; e
libere di allora. Cerchiamo un nuovo mondo e          traggono origine dal mio insaziabile amore per
non ci accorgiamo d’averlo in parte già               l’umanità14.
trovato, almeno nella comunità fatta delle
relazioni che abbiamo intessuto.                         Come Eros, rigogliosa, la natura troneggia.
    Il nostro impegno politico e sociale è            Verde e azzurra la luce, con bagliori di rame
continuo e pervasivo. Non ci sfuggono le tante        che provengono dagli edifici alti della città
miserie del potere. Mi piace rammentare che
                                                      14
                                                         M. K. GANDHI, Il mio credo, il mio pensiero, trad. it.
                                                      di L. Angelini, Newton Compton, Roma 2008 (ID., The
13
  S. CARMESINI, Il Minotauro, Tipolitografia Fabri,   Mahatma Gandhi, The Navajian Trust, Ahmedabad
Rieti 1990, p. 15.                                    1967), p. 35.

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LA RINASCITA PERUGINA DELLA PIZZICA
antica di Perugia, mentre echeggiano su di noi        amare fino in fondo lo studio e la ricerca. E’ a
anche i versi di Francesco “Laudato sii mi            Perugia, che ho sgombrato la mia psiche da
signore cum tutte le tue creature”. L’umbro           molti pregiudizi e da gusti falsi, guadagnando
paesaggio sonoro, cromatico, in pari tempo            una nuova sensibilità artistica. Ho vissuto così
erotico e spirituale, sul quale aleggia la nuova      un’esperienza musicale vasta ed esuberante.
pizzica, è questo. Potrebbe mai, allora, la           Dal respiro mondiale di Umbria jazz al rock
musica dell’armonia, la terapeutica pizzica           sinfonico del Banco del Mutuo Soccorso e
diventare un’arma nelle mani di contestatori          della Premiata Forneria Marconi, dal folklore
violenti? Avrebbe senso che la musica                 innovativo di Eugenio Bennato alla musica
dell’armonia contraddicesse la spiritualità di        classica     contemporanea       di   Karlheinz
Francesco d’Assisi e di Aldo Capitini? No, la         Stockausen, dal genio vocale di Lucio Dalla ai
pizzica è una lotta per la pace, penso. La sua        concerti-denuncia di Giorgio Gaber, dai voli
danza scherma sconfigge il male. Anche per            magici di Claudio Rocchi al realismo jazz di
questo, la pizzica è un bene di tutti, e non può      Giorgio Gaslini, Dal sublime Francesco
diventare un’arma della politica violenta.            Guccini alle meraviglie polifoniche popolari di
    Intanto, meditando su queste ed altre cose,       Giovanna Marini, all’epoca tutto sembra
studiando e cantando, ad un certo punto, arriva       passare da Perugia.
l’inverno del 1979, e d’un colpo                          Ora, invece, tutto questo si allontana. I
quell’atmosfera mi sembra perduta per                 concerti mozzafiato dei miti viventi Charles
sempre. Sempre o quasi, arriva il momento in          Mingus, Miles Davis e Don Cherry stanno
cui gran parte degli universitari si laureano e       diventando già un nebuloso ricordo. In questo
vanno via da Perugia, purtroppo. Ne arrivano          tramonto, la pizzica mi appare una timida
altri, smarriti, giovanissimi, ma tutto è diverso.    aurora di speranza. Forse molte cose possono
Ormai sopraggiungono gli anni Ottanta e la            rinascere con la rinascita della pizzica. Nel
scena cambia enormemente dal punto di vista           cordone ombelicale perugino, dal quale negli
culturale. Il movement perde pezzi e guizzi           anni Settanta ho tratto alimento, non scorre più
spirituali, e viene sempre più assorbito dai          per me linfa vitale. Da laureato vedo il mondo
partiti. Il vecchio movement è finito. La             con occhi un po’ diversi. Recido il cordone
musica diventa aggressiva, violenta, a volte          ombelicale con un taglio netto, che mi brucia
brutale. La droga pesante suona trombe di             come il fuoco di un eretico sul rogo. Lascio il
morte, anche sulle Scalette. Giovani rampanti         gruppo dei Tarantula e anche la RAI, con
tentano squallide scalate in borsa. Le brigate        l’idea ben definita nel cuore di approfondire la
rosse seminano il terrore, rovinando il               musica popolare salentina e di andare a vivere
movement e la già dilaniata scena politica.           nel verde della mia campagna, secondo i
    Nel 1980 lavoro in Rai a Perugia, assieme a       principi che l’Umbria mi ha insegnato. Torno
Mario Cenci, come cantautore di brani in              a Lecce con l’immensa Perugia nel cuore, ma
italiano e come conduttore di un programma            con una moglie, una famiglia in fieri e fase
radiofonico della terza rete. Ma presto, nello        nuova da cominciare.
stesso anno, faccio la difficile scelta di lasciare       Tutto, tradizioni popolari e arte, una vita
la RAI per tornare a Lecce, dove comincio a           poetica e musicale, una nuova visione della
lavorare stabilmente negli uffici della Regione       natura, una socialità che valorizza ogni
Puglia. Lasciare Perugia è una decisione molto        persona, può ricominciare a Lecce, ma
dolorosa. Perugia, meraviglioso e alternativo         stavolta, chissà, con maggiore durevolezza,
salotto di scambi culturali internazionali,           con efficacia istituzionale e con rigore
dimora di un’avanguardia sociale cosmopolita,         scientifico. Occorre un saldo veicolo per
è per me un cordone ombelicale. A quel                attraversare il mare-futuro che mi si prospetta
cordone per anni e anni mi sono alimentato            dinanzi. Mi giunge in soccorso un carro di
d’un nuova socialità e di un nuovo modo di            Tespi per il Parnàso, una barraca di Garcia
concepire la cultura e la vita. E’ a Perugia,         Lorca per l’Andalusia, una vela omerica per
dopo dubbi e incertezze, che ho imparato ad           Itaca, una conchiglia di Afrodite per Cipro. E’

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la nave di Dioniso con una pianta di vite e
grappoli d’uva come albero, con Satiri e
Menadi che danzano e suonano, col timone
fisso sulla rotta che porta da Taranto a Delfi e
viceversa. Si accosta finalmente, i tamburelli
fremono ed io m’imbarco ormai senza più
alcuna titubanza.

Info e contatti:
339.3081563
pierpaolodegiorgi@libero.it
www.pierpaolodegiorgi.it
www.tarantismo.it
www.tamburellistiditorrepaduli.it

                              Pierpaolo De Giorgi

Gruppo Popolare Salentino Monaco 1979

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