LA RINASCITA PERUGINA DELLA PIZZICA
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Pierpaolo De Giorgi LA RINASCITA PERUGINA DELLA PIZZICA La genesi delle opere poetiche, musicali, ripreso, come tanti altri brani, dal gruppo artistiche può seguire percorsi molto lunghi. Radici e da altri nuovi gruppi che, a loro volta, Come un fiume carsico che a volte scorre da essi si formeranno: soltanto nel sottosuolo, a volte affiora d’un colpo, ex abrupto. La mia idea comincia a Caru patrunu ci nu me ne porti vedere la luce a Perugia, dove mi laureo in me ssettu ‘nterra e fazzu li carotti filosofia, nel giugno del 1979, con una tesi in te li fazzi larghi e tundi estetica, e dove apprendo molti segreti della quandu passi cu tte scunfundi. musica popolare salentina dai miei amici E’ sempre a Perugia, che alcuni componenti universitari Luigi Marzo e Carlo Lubello. del gruppo Radici vengono sensibilizzati alla Questi ultimi, qualche anno prima, a Presicce, musica popolare ugualmente da Luigi Marzo e assieme ad altri musicisti avevano dato vita al ancor più da Carlo Lubello. Il canto Caru gruppo di riproposta Salento Domani. Prima di patrunu e altri documenti del gruppo Radici ogni altro gruppo salentino, e con una precoce possono essere consultati nel significativo e corretta coscienza etnomusicologica, volume Il ritorno della taranta: storia della avevano fatto ricerca “sul campo” a Presicce, rinascita della musica popolare salentina, Melissano e Acquarica, vale a dire in una zona scritto con eleganza e nitore da Vincenzo ancora incontaminata del Basso Salento. Santoro1. Nel saggio l’autore rende Avevano poi ripresentato molti brani della testimonianza di come la riproposta della tradizione popolare del Salento, senza alterarli, pizzica e la relativa riflessione abbiano origini in numerosi concerti, purtroppo senza perugine. L’acume e la capacità di scavo di giungere alla pubblicazione di un album. Santoro, che attraversa l’Italia per questa Un’idea abbastanza vicina al sound dei utilissima ricerca, riescono a dar voce ai Salento Domani si può avere ascoltando un protagonisti Luigi Marzo e Carlo Lubello, interessante canto di protesta contro i padroni, come pure al mio lavoro iniziale. I lettori che spesso in Salento sono piccoli latifondisti vengono così portati a conoscenza di o baroni insensibili agli orari “te sule a sule”, vale dire dall’alba al tramonto, dei miserevoli 1 braccianti. Il canto è Caru patrunu, vera e V. SANTORO, Il ritorno della taranta: storia della propria bandiera del gruppo, poi puntualmente rinascita della musica popolare salentina, pref. di S. Portelli, Squilibri, Roma 2009, pp. 51 segg. 1
quell’impegno e di quelle intuizioni dei 20043. Le canzoni complete dei Salento Salento Domani che tanto hanno giovato alla Domani, vera e propria avanguardia culturale rinascita della pizzica. Subito dopo, però, la di tutta la riproposta salentina, sono più di prospettiva del volume appare condizionata venti. Per quanto attiene la mia formazione, dalla concezione politica e non artistica della altri brani, non pochi, mi giungono dal musica tradizionale che informa tutto il folklore di Cavallino, soprattutto dai canti con volume. Santoro giunge a ritenere che questa i quali la mia bella nonna mi cullava da musica e questa danza siano sostanzialmente bambino e mi intratteneva da ragazzo. Uno di un marcatore di identità geografico e questi, Fimmene te Caddhinu, è molto simile politico2. Così il resoconto di Santoro al celebre Fimmene fimmene: dapprima prezioso e accurato per la rinascita della musica tradizionale salentina in generale, Fimmene te Caddhinu musilonghe si fa inaspettatamente carente delle vicende sciati ccugghiendu lu mucchiu seccatu multiformi e travagliate della pizzica del poi bbunde turnati a casa longhe longhe gruppo dei Tamburellisti di Torrepaduli. Le fimmene te Caddhinu musilonghe. vicende dei Tamburellisti di Torrepaduli, al C’è anche un frammento di pizzica con versi contrario, in molte fasi facilmente vicini ai canti di questua: documentabili sugli autorevoli giornali locali “Il Quotidiano di Lecce” e “La Gazzetta del E nu bbu nde curati ca lu cantu è pocu Mezzogiorno”, si trovano a coincidere con la imu scire a cantare a n’auru locu. storia stessa della rinascita della pizzica nel suo complesso. Mi piace poi rammentare come, nelle serate Tornando al gruppo Salento Domani, perugine, Carlo proponga il repertorio con un composto da Luigi Marzo, Carlo Lubello, entusiasmo davvero inconsueto e come Carmelo Orlando, Andrea Brigante e il soprattutto Luigi, con un timbro vocale intenso presentatore Gino Orlando, bisogna notare che e coinvolgente, riesca a ricreare le ecologiche nei concerti salentini aveva in repertorio atmosfere sonore contadine direttamente almeno tre diverse pizziche pizziche, e cioè ereditate dalla sua famiglia. E cioè da suo Beddha ci a mare vai, Omu fidatu e Santu padre Cesario Marzo, storico e orgoglioso Paulu. La voce principale del gruppo era carrettiere di Presicce che canta struggenti arie quella inimitabile di Luigi Marzo, che riusciva trainiere, e dalle incantevoli voci delle sue a reggere concerti lunghi anche tre ore. Luigi e sorelle Celeste Marzo e Carmela Marzo. gli altri avevano imparato anche le bellissime In quel periodo c’è un luogo unico in arie a ddoi, ossia una forma di canti alla stisa, Umbria e forse nell’Italia intera, un punto di dai cantori delle osterie. Ma sono le tre incontro di genti ed esperienze di tutto il pizziche pizziche, le tre perle preziose del mondo, dove spesso ci diamo convegno gruppo. Eseguite ora, a metà degli anni accendendo le coscienze con chitarre, Settanta, a Perugia da Luigi Marzo e da Carlo tamburelli e numerosi altri strumenti, Lubello, con cura e dovizia di particolari, sono anch’essi provenienti da ogni paese del globo. il sorprendente patrimonio che io posso Sono le Scalette del Duomo di Perugia, che apprendere e studiare. Un quarto brano più presto, anche per la bella risposta acustica del lento ma anch’esso di grande interesse, in luogo e per la presenza in città dell’Università parte analogo alla pizzica, da Luigi è per stranieri, diventano teatro di una vera e considerato una tammurriata o qualcosa di propria rivoluzione culturale. Una dolcissima molto simile. E’ la descrizione di quel utopia trasformata in realtà, ecco cosa sono per paradiso terrestre che è il campo per il noi le “Scalette” di allora. Un raro frutto dei contadino: Ci te l’ha ditta beddha ca nu tempi che stanno cambiando, come vuole Bob tt’amu, che verrà ripreso tel quel dagli Zoè nel 3 OFFICINA ZOÈ, Allu sciardinu, in cd Crita, Polosud 2 Ivi, p. 62. Records 2004. 2
Dylan che canta il celeberrimo brano The insegna anche il difficile ritmo ambivalente di times are changin’. Un vero e proprio luogo questa musica. Insieme ben presto formiamo il mitico, che oggi nel ricordo “cambia in duo Luigi Marzo e Pierpaolo De Giorgi. meglio”, come dice Francesco Guccini, e che Siamo il primo gruppo a fare un uso cosciente pertanto diventa un contenitore di tutti gli della pizzica in quegli anni. Suoniamo in slanci ribellanti di allora. Le Scalette, alla fine, manifestazioni pubbliche organizzate in sono una location umbra del movement diverse zone di Perugia, e cioè a piazza mondiale, che non sappiamo come meglio Grimana, a corso Garibaldi, al ristorante Lilli, definire, dal momento che la parola in piazza della Repubblica, a Montelaguardia e Sessantotto è troppo legata alla violenza in altre località. C’è in me una maturità nuova. politica. E’ sulle Scalette del Duomo di quel Oltre che far echeggiare sulle Scalette la mia periodo, che io e tanti altri musicisti e poeti “lunga” voce, mi accade di cantare quasi viviamo la musica e la poesia come un fatto professionalmente sui palchi, nelle piazze, in d’arte concreto, come un pane quotidiano, in teatro e nei locali assieme a Luigi e, più tardi, una forma autonoma, libera, indipendente, assieme a Carlo. Talvolta si unisce a noi autosufficiente, immediata, festosa, e proprio Sandro Cazzato. Così apprendo a menadito per questo unica e irripetibile. Transitiamo tutti i brani da loro riproposti, arricchendo tutti entro un heideggeriano e tangibile abitare notevolmente il mio bagaglio di musica poetico. Per esser tale, quest’abitare poetico tradizionale della Terra d’Otranto. Corrosivo, contesta ogni abitare scialbo e privo di vita. Ed allegro, vitale e ora “pizzicato”, il movement è, di per se stesso, rivoluzionario, e non per il perugino avanza in tutto il suo splendore. fatto di manifestare contenuti conflittuali o Una fonte relativamente tardiv\a, ma di violenti. grande importanza per me, e per tutti i cultori E’ qui, sulle Scalette, che Luigi Marzo ed di questa musica, sono trentuno brani registrati io gorgheggiamo, cinguettiamo, tuoniamo, in Salento “sul campo” da Luigi Chiriatti e da cantiamo in bell’allegria le nostre prime altri ricercatori, pubblicati nel doppio LP pizziche. Luigi, che poi abbandonerà la musica Musica e canti popolari del Salento attiva per diventare un affermato pittore, dall’etichetta Albatros e curati da Brizio salmodia con un tono in pari tempo dolce e Montinaro4. Il primo volume contiene due impetuoso, facendo sapientemente vibrare la pizziche complete e un frammento, provenienti sua voce traboccante di armonici gravi: da registrazioni effettuate a Melendugno e ad Aradeo nel 1977. In questo periodo circolano a Beddha ci a mare vai a mare vegno Perugia, accanto a questi dischi, anche altre ci visciu ca te mini me nde tornu. rarissime registrazioni, come quelle di un Beddhu lu pettu tou tuttu muddhica interessante gruppo polifonico da osteria, gli beatu a cci lu zzicca e lu spuddhica. Amici de l’Angelieddhu, fatte “sul campo” dai componenti di Salento Domani, ma non ci Ed io, se non canto pizziche o blues, gli sono pizziche. Anche l’ascolto dei brani degli faccio eco con atti di devozione verso il mio Amici de l’Angelieddhu mi fa comprendere grande amore di sempre: Lecce. Ed eccomi che quest’area etnomusicologica ha una sua intonare la canzone che l’immenso tenore Tito identità definita, diversa da quella delle altre Schipa portò alla Scala di Milano, Quando te aree italiane e ricca di particolarità. Avrò llai la facce alla matina, oppure una mia cover modo, una decina di anni dopo, di conoscere e di Lecce gentile e beddha. Quanto al lavoro comparare le forme della polifonia salentina, musicale predominante che faccio nei primi che anche Luigi e Carlo conoscono bene, anni Settanta, è quello di cantautore, ma dopo tramite uno studio costante dei brani eseguiti qualche anno cambio pelle. Il mio fiume dai cantori anziani Argalìo, prima di chiudere carsico di nome pizzica percorre dapprima con una pizzica. La polifonia salentina è un sentieri underground, ma, al momento opportuno, nelle occasioni propizie, comincia 4 Aa. Vv., Musica e canti popolari del Salento, voll. I e ad affiorare. E’ merito di Luigi, che mi II, a cura di B. Montinaro, Albatros 1977. 3
altro modo di far vibrare, assieme alle corde Germania nell’ottobre del 1979, in un grande vocali, anche la psiche, elevandola ad una salone dello stadio olimpico di Monaco di trance leggera. La polifonia salentina, fatta di Baviera. E’ un successo imprevisto che mi flussi ritmico-sonori “ondivaghi”5, di armonie incoraggia moltissimo e mi fa comprendere i “quasi” tonali e spesso di “enarmonie antiche” risvolti artistici, cosmopoliti e non identitari (scivolamenti di frazioni di tono sulla nota che della pizzica: migliaia e migliaia di tedeschi governa la scala), è infine una tecnica che gridano “ancora, ancora!”. Qualche tempo consente di ottenere una comunione di persone dopo fondiamo il gruppo dei Tarantula, al rara in altri settori. Non può non evocare la quale partecipano musicisti di altre regioni e formidabile cultura popolare bizantina e con il quale suoniamo in tutta l’Umbria, e basiliana che ha dapprima preceduto, poi anche a Lecce. Veniamo chiamati spesso attraversato e infine proseguito quella della dall’Arci di Perugia. Suoniamo in alcuni Terra d’Otranto. concerti organizzati per la campagna elettorale Anche la pizzica pizzica appartiene a di Enrico Manca, che più tardi diventa questo mondo popolare bizantino e basiliano, presidente della RAI TV. Un nostro che affonda le sue radici nell’orfismo- appassionato sostenitore è Marco Bertozzi, che dionisismo insieme orientale e magnogreco. ci chiama anche per fare uno storico concerto, Grande merito, pertanto, è quello dei al teatro Turreno di Perugia, in occasione della ricercatori che ci consentono di scoprire queste visita di Bettino Craxi. radici. Mi piace qui sottolineare la reale Il nome del gruppo Tarantula non allude importanza del gruppo Salento Domani che, soltanto al celebre ragno che morde i tarantati, come ricorda Carlo Lubello nel volume di ma anche all’omonimo romanzo poetico e Vincenzo Santoro Il ritorno della taranta, sperimentale di Bob Dylan, una narrazione comincia a riproporre la musica popolare concepita come flusso di coscienza e di libere salentina, imparandola dagli anziani già sul associazioni mentali, con lo stile della beat finire degli anni Sessanta6. E questo accade generation8. In ogni caso, non è “la sintassi parecchi anni prima sia della raccolta di Brizio sconvolta” e non sono i periodi che “si Montinaro che della significativa riproposta contorcono e smaniano come tarantolati”, del Canzoniere Grecanico Salentino. come dice in proposito il traduttore Andrea Quest’ultimo gruppo si costituisce nel 1975 e Dell’Anna, quello che mi interessa9. E’ la pubblica la nota raccolta Canti di terra comunicazione dei due principi del bello e del d’Otranto e della Grecia salentina, che buono associati (in greco classico è il termine contiene una sola pizzica pizzica, con la Fonit kalokagathía che rende bene la commistione), Cetra nel 19777. ovunque riescano a splendere, e la implicita Partendo dal cumulo di esperienze sopra denuncia del male, ovunque si annidi, quello menzionato, verso la fine degli anni Settanta che desidero più di ogni altra cosa. Sono fondiamo a Perugia due ensemble, dapprima il principi sacrosanti del movement. Gruppo Popolare Salentino, composto da me, E’ vero, a volte la denuncia deve essere Luigi Marzo, Carlo Lubello e Sandro Cazzato, esplicita, ma non credo che la musica con il quale arriviamo a fare un concerto in tradizionale sia importante per noi oggi solo come musica delle classi oppresse. Né credo 5 R. RAHELI, Qualcosa in più, qualcosa in meno: che serva per esacerbare i conflitti tra le classi, purismo e contaminazione nella musica salentina, in o come un inno che incita alla rivoluzione. Si AA. VV., Il ritmo meridiano: la pizzica e le identità pensi a Contessa di Paolo Pietrangeli, che a danzanti del Salento, a cura di V. Santoro e S. Torsello, Perugia viene ogni tanto. No, no, la musica Edizioni Aramirè, Lecce 2002, p. 95. 6 V. SANTORO, Il ritorno della taranta: storia della 8 rinascita della musica popolare salentina, Squilibri, B. DYLAN, Tarantola, trad. it. di A. Dell’Anna, Roma 2009, pp. 54-55. Mondadori, Milano 1973 (ID., Tarantula, Macmillan & 7 CANZONIERE GRECANICO SALENTINO, lp. Canti di Scribner, New York 1971). 9 Terra d’Otranto e della Grecìa salentina, Fonit Cetra, A. DELL’ANNA, Nota del traduttore, in B. DYLAN, Milano 1977. Tarantola, op. cit., p. 13. 4
tradizionale è molto di più del gramsciano il tarantismo appassioni studiosi, medici e vessillo di rappresentanza delle classi gente comune, pochissimi comprendono oppresse. Può benissimo, in determinate davvero il significato del rito delle tarantate. situazioni contigenti, esprimere la rabbia per le Sento il dovere, allora, di divulgare meglio i ingiustizie e la protesta degli ultimi. Può miei studi in proposito. A ben vedere, nel rito denunciare crimini, viltà, oppressioni. Ma è la dopo la fase iniziale di malessere, la musica e musica di tutti, ossia del popolo concepito la danza sono un’ingegnoso ricorso come collettività delle coscienze, dei ruoli e tradizionalizzato all’ordine, alla bellezza e alla delle classi. Ed è arte collettiva. salute, in una parola all’armonia. Dai In fin dei conti nell’Augusta Peroscia, mi bellissimi suoni tarantati e dalla grazia eccitata ritrovo a coltivare con studi rigorosi e con delle danzatrici in trance traspare in filigrana frequentazioni idonee, la speranza di un “volo la luce greca e magnogreca del kosmos. magico” dell’essere umano verso cieli L’ordine bello del rito e la sua singolare arte migliori, che a volte d’estate come miraggi, collettiva, findata sul ritmo, sono una risorsa come “mutate”, intravedo tra le onde unica nelle tradizioni di tutta Europa. Decido iridescenti del Canale d’Otranto. O ancora di attingere a quella risorsa per la mia arte. verso i cieli migliori delle mie escursioni tra le Anzi, per l’amplesso da sempre agognato tra nuvole basse che avvolgono le dolcissime musica e poesia, comincio a costruirmi montagne umbre, così spesso percorrendo i l’intrigante alcova della pizzica. sentieri d’aria e l’Asia generosa del monte Nell’Augusta Peroscia faccio amicizia con Subasio. Vale a dire i luoghi della perfetta il critico jazz Arrigo Polillo e con il chitarrista letizia e comunione con la natura di Francesco Mario Cenci. Incontro numerosissimi d’Assisi. Il mio maturo tuttifrutti poetico di musicisti, filosofi e poeti, e mi ritrovo a queste esperienze è pronto. Luigi Marzo nel leggere, tra l’altro, libri significativi per la mia frattempo diventa un innovativo pittore dal ricerca. Nella leggendaria Biblioteca Augusta grande respiro. Scrivo, a quattro mani, con mi si presenta davanti, senza che io lo abbia Luigi che dipinge, Le strade che portano al cercato, Orfismo e paolinismo di Vittorio Subasio passando dal Salento, un significativo Macchioro, che si rivelerà molto importante libro di poesie a lungo discusso, meditato e per la mia ricerca sul tarantismo e sugli rimeditato. Il libro incontra ovunque un antecedenti orfici11. E incontro Kunsertu di silenzioso e discreto successo10. Dalle Strade Luigi Cinque, che è tra i primi a fare un immaginate da me e da Luigi nasceranno resoconto etnomusicologico sulle forme di pizziche e tantissimi altri percorsi: canzoni, pizzica non coinvolte dal fenomeno del filmati, readings, concerti, mostre, e persino tarantismo. Cinque, allievo di Carpitella, un’attivissima associazione culturale di conosce bene il Salento e scrive frasi che si salentini in Umbria: la Subasiosalento. scolpiscono sul mio petto. Per lui il ritmo è Ad anni Settanta avanzati, tra quelle visioni utopiche umbre e salentine tutte mie, si - […] lo specchio più limpido della visione del insinuano i miti concreti e le allucinazioni mondo di una determinata cultura12 -. tangibili della taranta. Ed eccomi pizzicato. Con la lettura della Terra del rimorso, Ma allora, mi ritrovo spesso a pensare in l’incendio divampa. I dati forniti da Ernesto quegli anni, il Salento con il ritmo eccezionale De Martino e da Diego Carpitella sono per me dei tamburelli della pizzica potrebbe far come una rivelazione mistica. Ma qualcosa 11 non quadra nell’interpretazione di De Martino. V. MACCHIORO, Orfismo e paolinismo, Casa editrice cultura moderna, Montevarchi 1922. Cfr. anche V. Ci metto un bel po’ a venirne a capo. Oggi MACCHIORO, Zagreus, studi intorno all’orfismo, posso affermare con decisione che, nonostante Vallecchi, Firenze 1930, e V. MACCHIORO, Eraclito: nuovi studi intorno all’orfismo, Laterza, Bari 1922; L. 10 P. DE GIORGI - L. MARZO, Le strade che portano al CINQUE, Kunsertu: la musica popolare in Italia, Subasio passando dal Salento, pref. di D. Valli e I. Longanesi, Milano 1977. 12 Laudisa, Edizioni del Grifo, Lecce 1991. L. CINQUE, Kunsertu, op. cit., p. 46. 5
questo, e quest’altro e quest’altro ancora. nel 1964 Michele L. Straniero, fondatore di Intanto in quella nuova Parigi, che è la Perugia Cantacronache, venne denunciato con l'accusa di quegli anni, non mancano atmosfere di di vilipendio alle forze armate per aver cantato grande poesia. Penso ai versi e alla misera fine durante lo spettacolo “Bella Ciao”, al Festival del povero Sandro Penna, che commuovono dei due mondi di Spoleto, la canzone l’Italia intera. O ai versi così tante volte antimilitarista “Gorizia tu sia maledetta”. E nel recitati del geniale mio amico Sergio 1967 il mio caro poeta Allen Ginsberg, profeta Carmesini, che incarna la figura un po’ della beat generation, venne arrestato a romantica un po’ jazzata Spoleto per avere letto, al Festival dei due mondi una propria poesia ritenuta oscena dai […] di un borghese-bohémien censori di stato. Per merito di eroi come che va fluttuando senza mare vento Ginsberg, Eros è finalmente libero di aggirarsi Achab ingenuo marinaio per le piazze olimpiche della nostra guida che cerca il suo altro Io rivoluzione, mentre Afrodite sorride languida Balena bianca sulle Scalette del Duomo. E risuona ancora in ogni shubertiana sera folle quando Francesco canta forte, in tanti di noi, l’eco non violenta e le sue Stanze 13. pacifista ugualmente di Allen Ginberg, che tornerà al Festival dei Due Mondi di Spoleto Leggiamo Rimbaud, Mallarmè, Baudelaire, nel 1990, e del filosofo Aldo Capitini, che Apollinaire, Prevert, Vian, Aragon, sfugge ai fascisti nascosto nello studio della Majakoski, Esenin, Breton, Eluard, Ginberg, sua abitazione, collocata nella torre Keruac, Corso, Ferlinghetti, Pasolini, Pavese, campanaria del palazzo comunale di Perugia e Tagore, Machado, Jmenez, Blake, Neruda, preceduta da centotré scalini. Capitini è Ungaretti, Montale, Bodini, Bodini, Bodini… l’ideatore della 1a Marcia della Pace da Teniamo molti concerti in quel periodo, Perugia ad Assisi, del 1961. Dalla sua torre con tanto di pizzica, e per lo più siamo io e campanaria Capitini, eccezionale figura di Luigi in duo. La nostra musica risuona nei studioso e grande propugnatore di idee di vecchi cinema, al teatro Morlacchi, allo Story libertà individuale e di uguaglianza sociale, a Teller, nelle piazze della Repubblica, IV me sembra ancora benedire la rivolta Novembre, Partigiani, sul lago Trasimeno, a gandhiana, spirituale e rigorosamente non Montepulciano, a Gubbio, a Spoleto, ad violenta, di noi giovani intellettuali di allora. Assisi, ovunque capiti, e persino in un grande La dedizione alla gente di Gandhi non è raduno all’isola Polvese del Trasimeno, la lontana dalla mia concezione della pizzica, nostra “Isola di Wight”. Cresciamo con mostre sconvolgente arte collettiva, enigmatico sapere di Burri, Dottori, D’Orazio, Norberto, Andy del popolo: Wharol, Pietro Vannucci, Il Pinturicchio e - Pormi al servizio dei poveri è sempre stato il tanti altri. Discorsi e discorsi d’arte e di poesia desiderio del mio cuore e mi ha sempre sospinto in si susseguono incessantemente. Facciamo mezzo ad essi, consentendomi di identificarmi con trasmissioni d’arte, di musica e di poesia nelle loro […] La mia vita è un tutto indivisibile. Tutte epiche, eroiche, fumose ed accattivanti radio le mie attività si fondono l’una nell’altra; e libere di allora. Cerchiamo un nuovo mondo e traggono origine dal mio insaziabile amore per non ci accorgiamo d’averlo in parte già l’umanità14. trovato, almeno nella comunità fatta delle relazioni che abbiamo intessuto. Come Eros, rigogliosa, la natura troneggia. Il nostro impegno politico e sociale è Verde e azzurra la luce, con bagliori di rame continuo e pervasivo. Non ci sfuggono le tante che provengono dagli edifici alti della città miserie del potere. Mi piace rammentare che 14 M. K. GANDHI, Il mio credo, il mio pensiero, trad. it. di L. Angelini, Newton Compton, Roma 2008 (ID., The 13 S. CARMESINI, Il Minotauro, Tipolitografia Fabri, Mahatma Gandhi, The Navajian Trust, Ahmedabad Rieti 1990, p. 15. 1967), p. 35. 6
antica di Perugia, mentre echeggiano su di noi amare fino in fondo lo studio e la ricerca. E’ a anche i versi di Francesco “Laudato sii mi Perugia, che ho sgombrato la mia psiche da signore cum tutte le tue creature”. L’umbro molti pregiudizi e da gusti falsi, guadagnando paesaggio sonoro, cromatico, in pari tempo una nuova sensibilità artistica. Ho vissuto così erotico e spirituale, sul quale aleggia la nuova un’esperienza musicale vasta ed esuberante. pizzica, è questo. Potrebbe mai, allora, la Dal respiro mondiale di Umbria jazz al rock musica dell’armonia, la terapeutica pizzica sinfonico del Banco del Mutuo Soccorso e diventare un’arma nelle mani di contestatori della Premiata Forneria Marconi, dal folklore violenti? Avrebbe senso che la musica innovativo di Eugenio Bennato alla musica dell’armonia contraddicesse la spiritualità di classica contemporanea di Karlheinz Francesco d’Assisi e di Aldo Capitini? No, la Stockausen, dal genio vocale di Lucio Dalla ai pizzica è una lotta per la pace, penso. La sua concerti-denuncia di Giorgio Gaber, dai voli danza scherma sconfigge il male. Anche per magici di Claudio Rocchi al realismo jazz di questo, la pizzica è un bene di tutti, e non può Giorgio Gaslini, Dal sublime Francesco diventare un’arma della politica violenta. Guccini alle meraviglie polifoniche popolari di Intanto, meditando su queste ed altre cose, Giovanna Marini, all’epoca tutto sembra studiando e cantando, ad un certo punto, arriva passare da Perugia. l’inverno del 1979, e d’un colpo Ora, invece, tutto questo si allontana. I quell’atmosfera mi sembra perduta per concerti mozzafiato dei miti viventi Charles sempre. Sempre o quasi, arriva il momento in Mingus, Miles Davis e Don Cherry stanno cui gran parte degli universitari si laureano e diventando già un nebuloso ricordo. In questo vanno via da Perugia, purtroppo. Ne arrivano tramonto, la pizzica mi appare una timida altri, smarriti, giovanissimi, ma tutto è diverso. aurora di speranza. Forse molte cose possono Ormai sopraggiungono gli anni Ottanta e la rinascere con la rinascita della pizzica. Nel scena cambia enormemente dal punto di vista cordone ombelicale perugino, dal quale negli culturale. Il movement perde pezzi e guizzi anni Settanta ho tratto alimento, non scorre più spirituali, e viene sempre più assorbito dai per me linfa vitale. Da laureato vedo il mondo partiti. Il vecchio movement è finito. La con occhi un po’ diversi. Recido il cordone musica diventa aggressiva, violenta, a volte ombelicale con un taglio netto, che mi brucia brutale. La droga pesante suona trombe di come il fuoco di un eretico sul rogo. Lascio il morte, anche sulle Scalette. Giovani rampanti gruppo dei Tarantula e anche la RAI, con tentano squallide scalate in borsa. Le brigate l’idea ben definita nel cuore di approfondire la rosse seminano il terrore, rovinando il musica popolare salentina e di andare a vivere movement e la già dilaniata scena politica. nel verde della mia campagna, secondo i Nel 1980 lavoro in Rai a Perugia, assieme a principi che l’Umbria mi ha insegnato. Torno Mario Cenci, come cantautore di brani in a Lecce con l’immensa Perugia nel cuore, ma italiano e come conduttore di un programma con una moglie, una famiglia in fieri e fase radiofonico della terza rete. Ma presto, nello nuova da cominciare. stesso anno, faccio la difficile scelta di lasciare Tutto, tradizioni popolari e arte, una vita la RAI per tornare a Lecce, dove comincio a poetica e musicale, una nuova visione della lavorare stabilmente negli uffici della Regione natura, una socialità che valorizza ogni Puglia. Lasciare Perugia è una decisione molto persona, può ricominciare a Lecce, ma dolorosa. Perugia, meraviglioso e alternativo stavolta, chissà, con maggiore durevolezza, salotto di scambi culturali internazionali, con efficacia istituzionale e con rigore dimora di un’avanguardia sociale cosmopolita, scientifico. Occorre un saldo veicolo per è per me un cordone ombelicale. A quel attraversare il mare-futuro che mi si prospetta cordone per anni e anni mi sono alimentato dinanzi. Mi giunge in soccorso un carro di d’un nuova socialità e di un nuovo modo di Tespi per il Parnàso, una barraca di Garcia concepire la cultura e la vita. E’ a Perugia, Lorca per l’Andalusia, una vela omerica per dopo dubbi e incertezze, che ho imparato ad Itaca, una conchiglia di Afrodite per Cipro. E’ 7
la nave di Dioniso con una pianta di vite e grappoli d’uva come albero, con Satiri e Menadi che danzano e suonano, col timone fisso sulla rotta che porta da Taranto a Delfi e viceversa. Si accosta finalmente, i tamburelli fremono ed io m’imbarco ormai senza più alcuna titubanza. Info e contatti: 339.3081563 pierpaolodegiorgi@libero.it www.pierpaolodegiorgi.it www.tarantismo.it www.tamburellistiditorrepaduli.it Pierpaolo De Giorgi Gruppo Popolare Salentino Monaco 1979 8
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