Libri: Oriana Conte, racconti SuiGeneris

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Libri: Oriana Conte, racconti SuiGeneris
Libri: Oriana Conte, racconti SuiGeneris - 02-26-2015
di Katya Maugeri - Sicilia Journal, Giornale online di notizie - http://www.siciliajournal.it

Libri: Oriana Conte, racconti SuiGeneris
di Katya Maugeri - 26, feb, 2015

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di Katya Maugeri

Oriana Conte giovane scrittrice catanese, costituisce nel 2014 a Torino, la casa editrice SuiGeneris.
Fortemente convinta che i giovani debbano investire nei loro talenti, creare nuovi percorsi ed essere
promotori e veicoli di idee innovative. Il primo libro, Racconti Gialli è solo l’esordio, raccolta scritta da
14 autori. Il genere, il giallo, è solo un pretesto per fare avventurare il lettore in modalità di scrittura
distanti tra loro, in percorsi – i racconti brevi – che gli diano una panoramica inaspettata. SuiGeneris
vuole infatti pubblicare opere che rivelino ai lettori “esigenze che non sapevano di avere”. In
preparazione, nella linea editoriale Racconti d’ogni genere la prossima raccolta: Racconti surreali. Si
occuperà, oltre che di narrativa, di poesia e saggistica.

                                                                   “C’è sempre qualcosa a cui non avevi
pensato”, a cosa non aveva pensato il protagonista del tuo racconto?

«Bella domanda, non pensavo che me l’avresti fatta! Il protagonista del mio racconto è un Ispettore che
combatte contro la Legge di Murphy. La trama ruota attorno a tutto ciò che non “aveva pensato” o
previsto, insomma gli accade di tutto: impedimenti, inciampi, inconvenienti, intoppi. Per risolvere il suo
caso, c’è una cosa in particolare che gli sfugge, forse proprio quella più prevedibile, ma per scoprire di
cosa si tratta bisogna arrivare alla fine della storia. Diciamo che non me l’hai fatta del tutto, perché ti ho
risposto senza svelare troppo».

Quali elementi deve contenere una trama per essere considerata avvincente?

«In assoluto non saprei rispondere, trovo noiosi romanzi che per altri sono interessanti. Personalmente
considero avvincenti le trame non scontate, formate e portate avanti dall’autore in maniera originale. In
altre parole se lo scrittore riesce a non farmi capire dopo poche righe dove andrà, cosa succederà e come
finirà, mi fa venir voglia di continuare a leggere. Concedo su per giù cinquanta pagine al genio creativo
per tracciarmi il suo soggetto, e se mi ha incuriosito proseguo spedita fino alla fine, in caso contrario
chiudo il libro prendendomi il diritto di non leggere. Potrebbe anche verificarsi che l’interessante non sia
l’intreccio. A dispetto di Aristotele, vi sono testi sublimi in cui non ha importanza l’azione e dunque la
trama, dove la tragedia è il personaggio».

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Quanto è importante delineare la personalità di un personaggio?

«Dipende. Un autore può avere infiniti modi e innumerevoli ragioni per delineare la personalità di un
personaggio o per non delinearla. Quanto è importante che siano delineate le personalità di Vladimir ed

Estragon nel teatro dell’assurdo di Beckett?
                                                                                             È forse
fondamentale per Italo Calvino in L’avventura di un automobilista esplicitare le personalità di Y e Z, a
cui non ha attribuito un nome? E come la mettiamo con la tecnica narrativa Show don’t tell (mostra non
raccontare)?Ancora quanto è necessario per Mark Haddon in Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte
esporre il modo di percepire del bambino autistico protagonista della storia? Cosa sarebbero i libri di
Elena Ferrante se non vi fosse in ogni pagina la personalità dei personaggi?
La domanda rimbalza di autore in autore in un range tanto vasto da abbracciare tutto ciò che sta dal futile
all’imprescindibile. Nello specifico, nel mio racconto nella raccolta Racconti Gialli ha un’importanza
quasi nulla. Luran, il mio Ispettore, ha i tratti solo abbozzati, è una caricatura del personaggio
dell’Ispettore classico. La storia è un pretesto per discutere sulle variabili: nella vita (grazie al dispettoso
caso), nel paradigma del giallo (cliché, su cliché; stereotipo su stereotipo), nell’impaginazione (“se vuoi
fare una copertina dritta, stai sicuro che verrà storta”)».

K.M.

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