Lezione introduttiva al Laboratorio - Democenter
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Lezione introduttiva al Laboratorio test tribologici e prove di corrosione & accenni di nanoindentazione, scratch e profilometria confocale Luca Lusvarghi luca.lusvarghi@unimore.it SHORT MASTER - Tecnologie avanzate per la surface engineering di materiali di interesse industriale – 19 e 26 maggio 2016
CENNI DI TRIBOLOGIA – ATTRITO E USURA Da Engineering Tribology, 3rd edition, Elsevier Butterworth-Heinemann, 2005: “Tribology, which focuses on friction, wear and lubrication of interacting surfaces in relative motion, is a new field of science defined in 1967 by a committee of the Organization for Economic Cooperation and Development. 'Tribology' is derived from the Greek word 'tribos' meaning rubbing or sliding.” Per una soluzione ottimale dei problemi tribologici, devono essere noti e tenuti in considerazione tutti gli elementi che compongono un “ tribosistema ”, nonché le loro interazioni. REGOLA EMPIRICA: Quando si sta discutendo un problema tribologico, occorre sempre chiedere informazioni almeno sulle controparti in gioco, se è presente o meno un materiale intermedio, il carico applicato e la velocità relativa fra i due corpi. OSSERVAZIONE: la figura illustra un fenomeno di strisciamento, ma vi sono molte altre modalità di contatto (rotolamento, etc)
ATTRITO L’attrito è la resistenza al moto di strisciamento o rotolamento che si verifica quando un corpo solido si muove tangenzialmente sopra un altro con il quale è a contatto. L’attrito non è una proprietà di un materiale, ma la risposta di un sistema. L’attrito di un corpo sferico o cilindrico su un piano si dice attrito volvente e il coefficiente di attrito è solitamente molto più basso che in un puro strisciamento (cuscinetti a sfera, ruota-strada, ruota-rotaia). Se un carico FN e una forza tangenziale F sono applicati su due corpi solidi in contatto fra loro, allora il valore della forza tangenziale che è necessaria per iniziare il moto è chiamata forza di attrito statico, Fs. Possono essere necessari pochi millisecondi prima che il moto relativo avvenga all’interfaccia. La forza tangenziale necessaria per mantenere il moto relativo è chiamata la forza di attrito dinamico, Fk. La forza di attrito statico è maggiore o uguale a quella di attrito cinetico. Il coefficiente di attrito è definito come il rapporto tra la forza tangenziale e quella normale. Fk k FN Fk μk
ATTRITO L’ attrito è un fenomeno dissipativo una teoria realistica dell’attrito deve includere meccanismi di dissipazione dell’energia. 1) Inizialmente, fu proposto che si sviluppassero pressioni molto alte nei punti locali di contatto tra due metalli che strisciavano fra loro In corrispondenza delle asperità a contatto si raggiunge una temperatura più elevata che nelle zone superficiali adiacenti. Questa temperatura è detta temperatura di flash (Tf) ed è raggiunta per poco tempo. OSSERVAZIONE: le superfici reali dei materiali hanno comunque una rugosità diversa da zero esiste un’area reale di contatto tra le asperità diversa (minore) da (di) quella nominale dei due corpi in movimento fra loro. tali da indurre saldature locali e che, successivamente, le giunzioni formate in questo modo venissero spezzate dal moto relativo delle due superfici. Più avanti, fu scoperto che non era necessario che le asperità si saldassero, ma che l’adesione all’interfaccia tra le asperità fosse sufficiente per spiegare l’attrito di metalli e ceramici. 2) In aggiunta all’energia (forza) di attrito necessaria per superare l’adesione sviluppata presso le reali aree di contatto tra le superfici (contatti tra le asperità), è richiesta energia per la deformazione a livello microscopico delle superfici a contatto durante il moto. Se le asperità di una superficie solca la controparte attraverso la deformazione plastica, è necessaria energia per questa deformazione microscopica (formazione del solco). 3) In materiale viscoelastici (come i polimeri), esiste anche una componente legata alle perdite nel ciclo di isteresi elastica (elastic hysteresis losses).
LUBRIFICAZIONE E I LUBRIFICANTI La riduzione dell’attrito tra due corpi a contatto e in mutuo strisciamento può essere ottenuta interponendo tra le due superfici una sostanza in grado di ridurre lo sforzo di taglio necessario per permettere lo strisciamento stesso. Questa sostanza, che può essere solida, liquida o gassosa, è detta lubrificante. Può avere anche compiti di raffreddamento e anticorrosivi. Lubrificanti liquidi sono gli oli minerali e sintetici, le emulsioni e i grassi (semiliquidi). Un parametro particolarmente adatto a caratterizzare il regime di lubrificazione, che si può ottenere impiegando i lubrificanti liquidi, è il cosiddetto fattore lambda Λ, definito come: dove hmin è il minimo spessore del lubrificante hmin tra i corpi a contatto e R1 e R2 rappresentano le rugosità quadratiche medie dei due materiali R12 R22 a contatto attrito - meccanismi di dissipazione
ESEMPIO 1: deformazione plastica dovuta a prova tribologica (strisciamento a secco) ESEMPIO 2: deformazione plastica dovuta a prova tribologica con trasferimento di materiale zone con lega di Cu trasferita Il fenomeno dell’usura si verifica quando la superficie di un corpo viene danneggiata da un altro corpo a contatto. Questo danneggiamento comporta generalmente la formazione di detriti di usura, che possono abbandonare o meno il sistema tribologico.
MISURA DI ATTRITO E USURA Esempio di geometria: pin on disk (POD) - ASTM G 99 Esempio di geometria: block on ring (BOR) – ASTM G 77
Quale geometria ? MISURA DI ATTRITO E USURA NOTA: non esiste solo lo strisciamento/sliding! Quale «scala» ? Test tribologici normati (esempi)
Lubrificanti solidi possono essere materiali a struttura lamellare (come la grafite o il bisolfuro di molibdeno, MoS2), alcuni polimeri come il teflon (PTFE) con alta inerzia chimica o metalli teneri a bassa compatibilità tribologica con i materiali da lubrificare (come il piombo, l’oro e l’argento nel caso della lubrificazione del ferro e delle sue leghe). E’ necessario che il lubrificante solido riesca ad aderire intensamente a una o entrambe le superfici da lubrificare e che l’interfaccia, dove si realizza il distacco delle asperità a contatto, sia caratterizzata da un basso valore di sforzo di taglio.
ESEMPIO 1 CURVA DI ATTRITO ESEMPIO 2 film in CrN su films in TiN su acciaio; 5N, vs Al2O3 acciaio; 5N, vs Al2O3 Rivestimenti in TiAlN & DLC su acciaio geometria POD 5N, 10cm/s, a secco μ =0.5 SUBSTRATO OSSERVAZIONE 1: quando compare un brusco SCOPERTO salto del valore di coefficiente di attrito, questo USURA ELEVATA corrisponde solitamente ad un forte cambiamento nel sistema tribologico. μ il rivestimento TiAlN è delaminato (freccia t(s) nera, curva rossa) e dopo poco l’attrito di attesta all’equilibrio tra acciaio, allumina e detriti RIVESTIMENTO il rivestimento DLC non è delaminato (attrito INTATTO costante) USURA MINIMA OSSERVAZIONE 2: il rivestimento DLC (“Diamond =0.5 Like Carbon”) è un rivestimento sottile a base t(s) carbonio ed è un lubrificante solido
«WEAR RATE» o «TASSO DI USURA» Il campione prima del test tribologico deve essere preparato: • pulizia della superficie • SI - lappatura e lucidatura della superficie si toglie la variabile rugosità tra i parametri tribologici e ci si avvicina alla finitura superficiale di molte applicazioni • NO - lappatura e lucidatura della superficie si è interessati all’influenza della finitura superficiale o è stato realizzato uno specifico patterning o si rischia di abradere via un film sottile superficiale Usura del pin ? area abrasa del pin Misura della perdita in peso (mg) Profilometria (mm3)
PROFILOMETRIA A CONTATTO E A NON-CONTATTO (OTTICHE) PROBLEMA GENERALE: «sharp edge» CONTACTING STYLUS inductive capacitor 1) it can be very precise if the diamond tip is small enough (stylus radius down to 20nm) 2) it can scratch the sample skate profile to be measured In white light confocal profilometry, the visible light spectrum is now encoded with z-coordinate data as a function of varying focal distance from the end of the lens CONFOCAL PROFILERS - light in light out By raster scanning the sample underneath a stationary lens it is possible to define a scan area which is only limited by the size and accuracy of the automated tables and the ‘spot’ size of the focal point PROBLEMA: materiali trasparenti
ESEMPI DI «FRICTION» & WEAR MAPS WEAR MAP – COMPOSITO A MATRICE POLIMERICA 1 WEAR MAP – COMPOSITO A MATRICE POLIMERICA 3 WEAR MAP – COMPOSITO A MATRICE POLIMERICA 2 PIN = CMP; disco = coating ceramico FRICTION MAP – COMPOSITO A MATRICE POLIMERICA 4 & 5 PIN = CMP; disco = coating PIN = allumina; disco = CMP ceramico
LA CORROSIONE Nel corso del loro impiego, i materiali metallici sono spesso in contatto con un mezzo aggressivo liquido oppure gassoso: la tendenza generale dei sistemi fisici a raggiungere lo stato termodinamicamente più stabile si manifesta attraverso il fenomeno della corrosione. I processi di corrosione comportano la totale distruzione del materiale metallico ed è, quindi, di notevole importanza conoscere i principi chimico-fisici che ne stanno alla base così da attuare i rimedi atti a prevenirli o rallentarli. I due tipi principali di corrosione sono: · la corrosione chimica: ad esempio la corrosione a secco in atmosfera ossidante ad alta temperatura. · la corrosione elettrochimica: ad esempio la corrosione in ambiente marino. In ogni caso, il fenomeno della corrosione è un problema di superficie o, più precisamente, di interfaccia fra un metallo ed un ambiente aggressivo liquido oppure gassoso. ossidazione ad alta temperatura in due tubi corrosione elettrochimica in ambiente raggianti di un bruciatore marino
LA CORROSIONE Quando un metallo è immerso in un certo ambiente, si può comportare in tre modi: 1) I metalli che mossi dimostrano immuni, vengono chiamati generalmente chiamati metalli nobili (es.: platino, oro). Per una certa combinazione tra metallo e ambiente che risulta in un comportamento immune, non c’e’ alcuna reazione del metallo, e, quindi, corrosione. 2) Un altro comportamento possibile è che il metallo si corroda a causa dell’ambiente che lo circonda. Quando il comportamento è attivo, il metallo si dissolve nella soluzione e forma prodotti solubili (es.: in soluzione corrosiva acquosa) e non protettivi. La corrosione o la dissoluzione del metallo continua fino a che i prodotti di corrosione non impediscano la successiva corrosione. La perdita in peso risulta notevole. 3) Quando il comportamento è passivo, il metallo si corrode in quanto esiste una reazione con l’ambiente. Tuttavia, uno strato insolubile e protettivo, costituito dai prodotti di corrosione, si forma (es.: l’ossido di cromo superficiale negli acciai inossidabili). Questo film molto sottile (alcuni nm), detto film di passivazione, riduce drasticamente la velocità di corrosione. La resistenza alla corrosione dipende fortemente dall’integrità del film di passivazione. Se questo film è rotto o dissolto, il metallo può passare allo stato attivo e essere fortemente corroso (es: acciaio in acido nitrico non sollecitato o sollecitato meccanicamente in superficie).
QUALE STRATEGIA ADOTTARE ? - 1 GRADO DI NOBILTÀ ELETTROCHIMICA RIVESTIMENTO PIU’ NOBILE DEL SUBSTRATO RIVESTIMENTO MENO NOBILE DEL SUBSTRATO
QUALE STRATEGIA ADOTTARE ? - 2 CAPACITA’ PROTETTIVA DELL’OSSIDO PASSIVANTE Esempio condizioni ossidanti/riducenti e il titanio
PROVE DI CORROSIONE Metodi elettrochimici - Monitoraggio del potenziale a circuito aperto (Open Circuit Potential (OCP)) - Test di polarizzazione elettrochimica (ASTM G5) - Electrochemical impedance spectroscopy (EIS) - Chronoamperometry - Cyclic voltammetry -… Test accelerati - Tesi in nebbia salina (ASTM B117, ASTM B368, UNI EN ISO 9227, ….) - Test Corrodkote (ASTM B380) - Field testing
TEST DI POLARIZZAZIONE ELETTROCHIMICA REFERENCE ELECTRODE (RE) Ag/AlCl/KCl(sat.) CAMPIONE Connected to working electrode COUNTER ELECTRODE (CE) (WE) (Pt mesh) ELECTROCHEMICAL CELL containing test solution (es.: HCl 0.1 M) • Il potenziostato fornisce corrente continua • Sono necessari 3 elettrodi: WE, RE, CE • Il potenziostato regola la corrente tra il WE (campione) e il contro elettrodo (Pt) in modo che la differenza di potenziale tra il WE e il RE sia costante. Per misurare una curva di polarizzazione, si impone un potenziale costante e si misura la corrente corrispondente. Cambiando lentamente il potenziale, si misurano tutte le correnti corrispondenti («all’ equilibrio»).
LE CURVE DI POLARIZZAZIONE - 1 AMBIENTE COMPOSIZIONE Si misura la densità di corrente di corrosione (mA/m2), ma è possibile giungere ad una velocità di corrosione («corrosion rate», μm/y) Esempio Metallo attivo-passivo: acciaio inossidabile, titanio in ambiente ossidante Metallo attivo: acciaio al carbonio, titanio in ambiente riducente
LE CURVE DI POLARIZZAZIONE - 2 Calcolo della corrente di corrosione: l’equazione di Tafel La soluzione di questo sistema (intersezione dei fit lineari delle curve di polarizzazione catodica e anodica) fornisce Ecorr = potenziale di corrosione icorr = densità di corrente di corrosione
ESEMPIO: DECAPAGGIO CHIMICO DEGLI ACCIAI INOSSIDABILI saldatura TIG Es.: passivazione (H3PO4 + H2O2)
TEST ACCELERATI TEST DI NEBBIA SALINA - Widespread qualitative chemical corrosion method - Long-term exposure of samples to a “mist” obtained by the atomisation of a NaCl aqueous solution TEST DI NEBBIA SALINA - Test run in closed cabinets with periodic inspection NSS = neutral salt spray ISO 9227 / ASTM B117 - Samples not exposed directly to the atomised spray Test environment: NaCl (50 g/l), T = 35 °C, pH = 6.0 – 7.0 (ASTM) or pH = 6.5 – 7.2 (ISO) - Samples placed in suitable frames, 20° inclination AASS = acetic acid salt spray Corrosion products from a sample must not drip onto ISO 9227 / ASTM G85-02 underlying samples Test environment: NaCl (50 g/l) + acetic acid up to pH = 3.1 – 3.3, T = 35 °C - Visual inspection of the samples after testing Criterion (usual): n° of hours before first sign of CASS = copper accelerated acetic acid salt spray (ISO 9227 / ASTM B368) corrosion Test environment: NaCl (50 g/l) + CuCl2·2H2O (0.26 g/l) + acetic acid up to pH = 3.1 – 3.3, T = 50 °C
TEST ACCELERATI CORRODKOTE TEST - Alternative qualitative chemical corrosion method - ASTM B380 / ISO 4541 - Samples are spread out with a slurry consisting of: 30 g kaolin 50 ml of aqueous solution with Cu(NO3)2 + FeCl3 + NH4Cl - Test run in climatic chamber: T = 38±2 °C; R.H. = 80 – 90% - Test cycle duration: 20 h (ASTM) / 16 h (ISO) - Visual inspection of the samples after testing and washing
DUREZZA PROBLEMA – INDENTAZIONE IN Indentatore Rockwell SUPERFICIE: i rivestimenti sottili e/o «bulk» o rivestimenti molto spessi morbidi (es.: polimerici) e l’influenza del substrato controllo della profondità Indentatore Vickers o Knoop rivestimenti spessi PROBLEMA – INDENTAZIONE IN SEZIONE: i rivestimenti sottili e la dimensione dell’impronta controllo del carico e carichi bassi
«DEPTH-SENSING INDENTATION TESTING» Lo strumento misura continuamente lo NOTA: la tecnica della nanoindentazione è spostamento dell’indentatore (es.: sensori un’indentazione depth-sensing con carichi nel range tipo LVDT, Linear Variable Differential dei millinewton o inferiori. Si può lavorare senza problemi nei range tradizionali, es. 1-10N. Transformer) e il carico applicato (es.: cella di carico) durante l’applicazione del carico e Berkovich Knoop «cube-corner» in fase di ritiro. Si può utilizzare qualsiasi tipo di punta, ma le norme, es.: ASTM E2546 o ISO 14577, indicano la Berkovich Load (mN) Penetration (nm)
«DEPTH-SENSING INDENTATION TESTING» SECONDO ISO 14577 (Oliver-Pharr approximation) DUREZZA P H IT AC Ac = area proiettata di contatto, Ac(hc) => hc calcolato = S attraverso l’approssimazione di Oliver-Pharr P = carico applicato S = pendenza della curva in fase di rilascio del carico hr = profondità finale dell’impronta hc = «actual contact depth» (sink-in elastico) hmax = profondità massima a Pmax S he = recupero elastico durante il ritiro Er dell’indentatore AC 2 MODULO ELASTICO Relazione approssimata tra durezza strumentata e durezza Vickers (secondo ISO 14577) HV = 0.0926 * HIT
FORMA DELLA CURVA DI CARICO E SCARICO ESEMPIO: DUREZZA RIVESTIMENTE «SPRAY» = CRICCATURA ESEMPIO: DUREZZA FILM SOTTILI FRAGILE Diamond-like carbon films su C40 (stesso spessore)
ASTM C 1624 – 05 – RIVESTIMENTI SOTTILI (“FRAGILI”) - quantitativa Standard Test Method for Adhesion Strength and Mechanical Failure Modes of Ceramic Coatings by Quantitative Single Point Scratch Testing This test method covers the determination of the practical adhesion strength and mechanical failure modes of hard (Vickers Hardness HV = 5 GPa or higher), thin (≤30 μm) ceramic coatings on metal and ceramic substrates at ambient temperatures. RIVESTIMENTI: The defined test method is not directly applicable to metal or polymeric coatings which fail in a ductile, plastic manner, because plastic deformation mechanisms are very different than the brittle damage modes and features observed in hard ceramic coatings. The test method may be applicable to hard metal coatings which fail in a brittle mode with appropriate changes in test parameters and damage analysis procedures and criteria. SUBSTRATI: Under narrow circumstances, the test may be used for ceramic coatings on polymer substrates with due consideration of the differences in elastic modulus, ductility, and strength between the two types of materials. Commonly, the low comparative modulus of the polymer substrate means that the ceramic coating will generally tend to fail in bending (through-thickness adhesive failure) before cohesive failure in the coating itself. In the test method, a diamond stylus of defined geometry (Rockwell C, a conical diamond indenter with an included angle of 120° and a spherical tip radius of 200 μm) is drawn across the flat surface of a coated test specimen at a constant speed and a defined normal force (constant or progressively increasing) for a defined distance. The damage along the scratch track is microscopically assessed as a function of the applied force. Specific levels of progressive damage are associated with increasing normal stylus forces. The force level(s) which produce a specific type/level of damage in the coating are defined as a critical scratch load(s).
ASTM C 1624 – 05 – RIVESTIMENTI SOTTILI (“FRAGILI”) - quantitativa SENSORE indentatore DELLA FORZA o scratcher TANGENZIALE – OPZIONALE => the tangential force is the force that opposes(0.01N-1gf 30N-3kgf) the relative motion between a moving stylus and the surface that is being scratched by the profilometro stylus and which is perpendicular to the normal force exerted by the stylus. microscopio ottico confocale SENSORE DELL’EMISSIONE DONAZIONE Fondazione ACUSTICA (20 m & 350 => – OPZIONALE µm) ottico is class of the acoustic emission Cassa in phenomena di Risparmio di Modena which elastic waves are generated by the rapid release of energy from localized sources within a material, or the transient waves so generated BRITTLE DAMAGE EVENTS
ASTM C 1624 – 05 – RIVESTIMENTI SOTTILI (“FRAGILI”) - quantitativa Perché nella norma è specificato che la natura del rivestimento non deve essere metallico o polimerico, salvo eccezioni ? 18 N Cr duro 18 N presenza solco centrale = 15N 30 N TiN – PVD Lc1 = 10N Lc2 = 25N Lc3 = 29N 30 N
POWDER COATINGS – SPRUZZATURA ELETTROSTATICA PILE- FULL WIDE PLOUGHING PLOUGHING IRONING UP FILM SPREAD WITH FAILURE FRACTURES FRACTURES ANDAMENTO DELLA “PENETRATION DEPTH”, dp in funzione di T in funzione di t
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