Lezione del 7 aprile 2021 - Produzione e commercializzazione della vacanza organizzata - La stagionalità - Tecnologia e turismo

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Lezione del 7 aprile 2021 - Produzione e commercializzazione della vacanza organizzata - La stagionalità - Tecnologia e turismo
Lezione del 7 aprile 2021
Produzione e commercializzazione della vacanza organizzata –
 La stagionalità - Tecnologia e turismo
Lezione del 7 aprile 2021 - Produzione e commercializzazione della vacanza organizzata - La stagionalità - Tecnologia e turismo
Produzione e commercializzazione della vacanza organizzata

Per mettere in relazione con maggiore efficienza produttori e consumatori di «turismo» il mercato si
è organizzato in un complesso di imprese specializzate nella predisposizione e commercializzazione
del prodotto turistico che prendono il nome di tour operator, e di un complesso ancora più vasto di
imprese professionali che provvedono alla distribuzione del prodotto ed alla resa di servizi turistici
diversi (servizi semplici o tra loro assemblati). Queste imprese prendono il nome di agenzie di
viaggio.

Fondamentalmente, utilizzando i termini più usuali nel commercio, i tour operator hanno funzione
di grossisti, le agenzie di viaggio di dettaglianti.

Consuetudini e soprattutto ragioni economiche di efficienza regolano nel mercato del turismo i
rapporti tra i vari soggetti: fornitori, agenzie, tour operator, turisti formano una rete di contratti, in
cui i rapporti non sono sempre identici e ripetitivi, ma piuttosto rispondono a criteri di utilità.
segue Produzione e commercializzazione della vacanza organizzata

In teoria i canali che si possono ipotizzare tra i 4 tipi di soggetti sono:
1) fornitori → turista
2) fornitori→ agenzia →turista
3) fornitori→ tour operator →turista
4) fornitori → tour operator → agenzia →turista.

Talora il tour operator ha non solo funzioni di grossista, ma anche di dettagliante. Sempre più
frequentemente il turista si autoproduce la propria vacanza, riferendosi direttamente ai fornitori,
senza relazionarsi con tour operator ed agenzie.

Questo complesso di operazioni che possono assumere l’aspetto di distribuzione diretta e
distribuzione indiretta sono sinteticamente presentate nella figura che segue.
segue Produzione e commercializzazione della vacanza organizzata
La stagionalità nel turismo

Il turismo è fenomeno stagionale per vari motivi: alcune forme di turismo sono conseguenza del
clima (es. il turismo balneare, il turismo invernale in montagna in presenza di neve), il tempo libero
coincide con le ferie che a loro volta coincidono normalmente con la chiusura delle scuole e/o con le
festività.

In conseguenza le destinazioni turistiche risultano più o meno affollate in alcuni periodi dell’anno.

Questo fenomeno è noto come stagionalità del turismo. Questa può essere definita come una
variazione sistematica, anche se non necessariamente regolare, delle presenze e degli arrivi turistici
nel corso dell’anno.

Il riferimento all’anno è usuale, ma la stagionalità può essere letta anche con altri riferimenti
temporali. Ad esempio si può configurare una stagionalità settimanale, se ci si riferisce ad arrivi e
presenze nel fine settimana.
segue La stagionalità nel turismo
Come vedremo, si possono produrre conseguenze importanti sulla produzione e sulla
commercializzazione del turismo in presenza della stagionalità e ciò consiglia di approfondire
motivazioni e trend, ma anche provvedimenti di produzione e distribuzione per attenuarne gli
effetti quando questi possono comportare ricadute negative sulle destinazioni.

Per studiare la stagionalità, solitamente si fa riferimento alle serie storiche degli arrivi e delle
presenze su base mensile (o di altro riferimento temporale) nelle località prese in esame.

Si può partire dalle diverse componenti in cui l’osservazione storica delle presenze turistiche P(t) di
una destinazione r può essere idealmente scomposta. Essa può essere letta come la combinazione
delle seguenti componenti:

 P(t) = f (T, C, E, F, S, IR, U)
segue La stagionalità nel turismo

I simboli tra parentesi indicano:
- Trend (T), vale a dire le variazioni sistematiche di lungo o di medio periodo delle presenze,
 imputabili a fenomeni di fondo, quali ad esempio le variazioni della popolazione, lo sviluppo
 economico;
- Ciclo (C), le variazioni di breve periodo determinate dal mutamento degli indicatori
 macroeconomici, quali ad esempio le oscillazioni dei tassi di cambio;
- Eventi multiannuali periodici (E), variazioni cicliche delle presenze collegate al succedersi di eventi
 periodici sportivi quali ad esempio le olimpiadi (estive ed invernali), espositivi quali ad esempio
 l’Expo, o artistici quali ad esempio i vari festival e manifestazioni del cinema, religiosi quali ad
 esempio l’Anno Santo. Tali eventi possono riferirsi sempre ad un’unica destinazione: è il caso della
 Biennale di Venezia, oppure a destinazioni diverse: è il caso delle olimpiadi sia estive che
 invernali;
segue La stagionalità nel turismo

- Stagionalità (S), oscillazioni che ricorrono di anno in anno (ma anche di settimana in settimana ed
in questo caso sarebbe utile introdurre un’altra componente con la denominazione di variazione
giornaliera D), con tempi e con intensità statisticamente simili;
- Festività (F), fluttuazioni imputabili sia alle festività fisse (come il Natale o il Primo Maggio) e
variabili (quali ad esempio la Pasqua) sia all’accadere di particolari congiunture festive, conosciute
abitualmente come «ponti»;
- Componenti irregolari (IR), sono variazioni dovute ad eventi del tutto imprevedibili quali disastri
naturali, terrorismo, (ed aggiungo nel presente pandemie), ecc.;
- Irregolarità residue (U), variazioni nelle presenze che non possono essere spiegate con le
precedenti componenti e che sono riferiti abitualmente al caso. Tale componente è indicata come
«rumore», noise.

Per il nostro fine, in questa lezione ci riferiamo alla componente S, cioè stagionalità. Essa può avere
profili diversi, così come indicato nella Figura che segue.
Profili della stagionalità
segue Profili della stagionalità
Il profilo a) è tipico delle destinazioni caratterizzate da un unico picco di presenze, in corrispondenza
dei mesi estivi. E’ il caso delle località balneari del Nord Italia. Il picco positivo è dovuto al clima e
alle ferie (con la chiusura sia di alcune attività economiche sia delle scuole) che si concentrano nei
mesi estivi.
Il profilo b) è tipico delle destinazioni con una stagionalità estiva ed una seconda primaverile. E’ il
caso delle località balneari del Sud Italia. I picchi positivi sono dovuti: il più consistente al clima e
alle ferie (con la chiusura sia di alcune attività economiche sia delle scuole) che si concentrano nei
mesi estivi, il meno consistente in corrispondenza delle festività primaverili (Pasqua ed alcune
festività civili: 25 aprile, 1 maggio).
Il profilo c) è tipico delle destinazioni con una doppia stagionalità. E’ il caso delle località di
montagna: una stagione, come per il caso delle località balneari, è rappresentata dalla stagionalità
estiva, ma altrettanto importante è quella invernale dovuta alla presenza di neve e quindi
all’opportunità di poter praticare sport invernali.
Il profilo d) è il caso limite di assenza di stagionalità. Vi è un andamento altalenante di presenze, ma
i picchi non sono evidenti. E’ il caso delle cosiddette città d’arte dove le ragioni del turismo, e cioè la
presenza di opere d’arte e/o reperti archeologici, sono presenti tutto l’anno e dove le permanenze
medie dei turisti sono molto più contenute rispetto a quelle che si registrano per le destinazioni
degli altri profili. In Italia è il caso di Roma, Firenze, Venezia, Napoli, ecc.
segue Profili della stagionalità
Naturalmente le presenze possono essere analizzate scindendo la componente nazionale da quella
internazionale. Si noterebbero delle sovrapposizioni sull’andamento generale, ma anche delle
differenze, dovute ad esempio in alcuni casi alla non coincidenza della chiusura delle scuole tra Italia
ed altri Paesi europei, tradizionali aree di provenienza del nostro turismo internazionale.

Così come si può osservare che le tipologie di turismo hanno stagionalità diverse: il turismo
balneare è legato al clima, il turismo montano ha una doppia stagione perché sfrutta la neve in
inverno e le possibilità di fare passeggiate in estate, il turismo termale è proprio essenzialmente
delle stagione intermedie, il turismo culturale in pratica non subisce stagionalità, il turismo degli
affari è caratterizzato da presenze minime in corrispondenza delle ferie ed in generale nei mesi
estivi.

Inoltre si registrano anche delle microstagionalità, allorché ci si riferisce ad esempio alle presenze
nell’arco della settimana.
Indicatori sintetici della stagionalità
Se ci si pone l’obiettivo di misurare quantitativamente la stagionalità delle destinazioni e dei turismi,
si può fare ricorso sia ad indicatori sintetici sia ad indicatori analitici.

Gli indicatori sintetici potrebbero essere, prendendo in esame le presenze massime Pmax, le
presenze minime Pmin e le presenze medie Pm:

1) il tasso di stagionalità: Pmax / Pmin

2) l’intensità della stagionalità Pmax – Pmin

3) il fattore di picco stagionale Pmax / Pm

Naturalmente i tre indicatori danno risultati diversi. Inoltre si potrebbero ipotizzare indicatori molto
più complessi e soprattutto che rispondono meglio alle esigenze di interpretazione del fenomeno
turistico.
Segue Indicatori sintetici della stagionalità
Per semplificare qui si può annotare che la stagionalità di una destinazione dovrebbe essere
misurata rispetto a due insiemi:
- una stagionalità infrastagionale, che si riferisce ai mesi della singola stagione, la quale può essere
utile per stabilire quali possano essere gli interventi di destagionalizzazione che puntano sullo stesso
turismo (ad esempio allungare la stagione balneare ai mesi di maggio e di settembre);
- una stagionalità interstagionale, che fa riferimento all’intero anno, la quale può essere utile per
stabilire quali possano essere gli interventi di destagionalizzazione che puntano ad affiancare ad una
tipologia di turismo altri turismi che si fondano su un profilo stagionale diverso.

Hylleberg (1992) identifica le cause delle fluttuazioni stagionali in: cause naturali (clima
generalmente denominato), date del calendario con festività religiose o civili, cause istituzionali
(vacanze scolastiche, ferie), cause sociali (ad esempio inerzia, tradizioni, mode), eventi (così
importanti da causare spostamenti).
Effetti della stagionalità

Diversi sono gli effetti della stagionalità e non necessariamente tutti negativi.

Certamente non si può negare che il fenomeno della stagionalità ponga interrogativi su come
affrontarla, ma non si può negare che sarebbe più corretto cercare di mantenere quella che viene
definita una ottima stagionalità piuttosto che negarla del tutto.

Le ricadute della stagionalità sui soggetti che intervengono nella produzione e nella
commercializzazione del turismo sono notevoli, così come sono notevoli gli effetti di «affollamento»
in alcune destinazioni con tutti i problemi gestionali che ne conseguono. Ma purtroppo ci sono
alcuni tipi di turismo che hanno la loro ragione di esistere proprio sulle cause della stagionalità, ad
esempio il clima.
segue Effetti della stagionalità
Il libro enumera i vari effetti. Essi possono essere:
- di natura economica. Una ricettività tarata sulle dimensioni del picco di stagionalità significa un
sovraffollamento in alcuni periodi, ma una sottoutilizzazione in altri periodi. Naturalmente il
problema in questo caso è quello di limitare i costi derivanti dalla sottoutilizzazione;
- effetti sull’ambiente. I picchi massimi stagionali possono comportare danni all’ambiente naturale e
costituiscono un grave problema per l’individuazione della capacità di carico. In questo caso il fermo
fuori stagione potrebbe essere necessario per permettere all’ambiente di recuperare, soprattutto
nel caso delle risorse riproducibili;
- effetti socio-culturali. Una forte stagionalità con picchi massimi accentuati ha normalmente un
impatto negativo sui residenti innestando fenomeni di turismo unfriendly.

Infine vi è da annotare che la stagionalità permette agli operatori turistici di usufruire di «ferie» nei
periodi di fermo o di picco minimo.
Politiche di destagionalizzazione

Da quanto osservato precedentemente ne consegue che possono essere attuate politiche di
destagionalizzazione. Esse sono di diversa natura e quindi sarà necessario studiare caso per caso
quale tipo di politica possa essere più efficiente per le diverse destinazioni e turismi.

Essenzialmente si possono individuare due forme che la politica del turismo può consigliare per
attenuare la stagionalità e portarla all’obiettivo del livello ottimo di stagionalità.

Le due forme sono: politiche per il controllo della stagionalità e politiche di destagionalizzazione.
Vediamole, anche se sinteticamente:

1) le politiche per il controllo della stagionalità, sono congrue al caso in cui si valuti che la
 stagionalità abbia effetti positivi e che quindi sia sufficiente controllarla. Strumenti possono
 essere la politica dei prezzi, creazione di percorsi alternativi per la mobilità. Gli interventi
 possibili possono consistere in azioni costrittive, azioni organizzative;
segue Politiche di destagionalizzazione
2) le politiche di destagionalizzazione si possono distinguere in:
 2a) politiche di riequilibrio infrastagionale. E’ l’unica alternativa per quelle destinazioni che
basano il loro turismo solo in alta stagione. Si tratta di politiche tendenti a ridurre le presenze in alta
stagione, favorendo gli arrivi nei periodi immediatamente precedenti o seguenti l’alta stagione
stessa. Gli interventi possono essere: diretti con contingentamento degli arrivi; indiretti, ad esempio
con una tassa sulle presenze; si può passare da un sistema dei prezzi lineari a una tariffa a due parti;

 2b) politiche di riequilibrio interstagionale. E’ il caso di politiche turistiche che abbiano
come obiettivo la redistribuzione degli arrivi e delle presenze nell’arco dell’intero anno. Si attuano
allorché si voglia intervenire sulla monocultura turistica che è propria di talune destinazioni. Sono le
politiche più complesse da attuare, poiché non tutte le destinazioni possono essere trasformate da
mete di un unico turismo a mete di più tipologie di turismi. Gli interventi possono assumere la
forma di: diversificazione del prodotto turistico, differenziazione dei prezzi, introduzione di
infrastrutture idonee a richiamare turisti tutto l’anno, attività di marketing che puntino
all’informazione più puntuale sulle opportunità rivolte ai turisti.
Tecnologia e turismo

Ultimo argomento da affrontare per completare il capitolo della produzione nel turismo è il
rapporto tra questo e la tecnologia, e come quest’ultima possa aiutare nell’individuare forme di
destagionalizzazione.

E’ noto che in tutte le imprese, di qualsiasi tipo e di qualsiasi dimensione, uno dei fattori di
produzione è rappresentato dalla tecnologia e dall’uso che se ne fa. Ma è convinzione comune che
nelle imprese turistiche non essa non sia troppo presente, e comunque non con l’intensità ed il
continuo aggiornamento che essa impone nelle altre imprese, sia che queste ultime operino
nell’ambito della produzione e commercializzazione dei beni che dei servizi.

Naturalmente ciò non è vero, e comunque non è vero per le imprese che non vogliono uscire dal
mercato. Ne consegue che gli investimenti in tecnologia sono importanti e possono contribuire a
modificare, ed anche di molto, il complesso delle attività di produzione e delle attività di
commercializzazione del prodotto turismo.
segue Tecnologia e turismo
Né bisogna credere che gli interventi tecnologici riguardino soltanto le strutture ed infrastrutture
necessarie al turismo, essi sovente riguardano anche quelle risorse che sono ritenute meno
riproducibili con la tecnica come le risorse naturali. Un esempio per tutti: se le condizioni climatiche
sono tali per cui anche in inverno non vi è neve sulle montagne si potrebbe ipotizzare che la
stagione invernale per le imprese turistiche sia catastrofiche. Nulla di più falso, ormai è usuale
ricorrere all’innevamento artificiale.
Inoltre si affida proprio alla tecnologia la possibilità di individuare politiche di destagionalizzazione
mediante interventi mirati.
Si può procedere come esempio, esaminando quale risultato può permettere l’introduzione di
investimenti in tecnologia in un turismo che è caratterizzato dalla presenza di risorse turistiche
esogene, come è appunto il caso del clima, della presenza di neve, ecc. Si tratta dei cosiddetti
turismi en plein air.
Preliminarmente la domanda è: esistono strumenti di destagionalizzazione anche per i prodotti
turistici outdoor recreation?
Per rispondere a questa domanda è necessario partire dalla soddisfazione che il turista prova se il
fattore esogeno (o contingente) è positivo, e la non soddisfazione se questo è negativo. Nell’ipotesi
che questo fattore esogeno costituisca l’unico vincolo per il turista.
segue Tecnologia e turismo

E’ sufficiente considerare tre grandezze fondamentali: Rc, la rendita del turista-consumatore; pr, il
prezzo di riserva del consumatore (il prezzo massimo che è disposto a pagare per la vacanza); ν, il
prezzo effettivamente pagato.

La rendita del consumatore è data da:
 Rc = pr – ν

Se indichiamo con U l’utilità della vacanza con tempo buono e con υ quella con tempo cattivo (con
υ< ), e con π la probabilità del tempo buono e con (1 – π) la probabilità complementare del
tempo cattivo, possiamo definire il prezzo di riserva del turista con la seguente utilità:
 pr = Uπ + υ(1 – π) = υ + π(U – υ)
segue Tecnologia e turismo

Se poniamo senza perdita di generalità, υ = 0 e U = 1, avremo:
 pr = π

Sostituendo alla prima di questa slide avremo che:
 Rc = π – ν

In pratica con questa formula si afferma che la destagionalizzazione di un’attività turistica outdoor
recreation, che si caratterizza per una risorsa di qualità esogena, può avvenire cercando di ridurre le
variazioni di Rc nelle diverse stagioni dell’anno. Variazioni che sono dovute alla diversa probabilità di
tempo buono.
Indicatori sintetici di stagionalità

 Tab. 7 - Presenze di turisti in Italia nel 2019
 Mesi Presenze
 gennaio 17.451.462
 febbraio 18.102.339
 marzo 21.432.670
 aprile 28.548.438
 maggio 31.059.622
 giugno 54.372.738
 luglio 74.677.001
 agosto 84.573.606
 settembre 46.402.325
 ottobre 27.151.590
 novembre 15.308.653
 dicembre 17.658.827
 Fonte: Istat.
segue Indicatori sintetici di stagionalità

Tasso di stagionalità
84.573.606/15.308.653 = 5,52

Intensità della stagionalità
84.573.606-15.308.653 = 69.264.933

Picco di stagionalità
84.573.606/36.394.939 = 2,32
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