III. La temperatura ADATTAMENTI DEI VEGETALI AI DIVERSI FATTORI AMBIENTALI

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III. La temperatura ADATTAMENTI DEI VEGETALI AI DIVERSI FATTORI AMBIENTALI
ADATTAMENTI DEI VEGETALI AI DIVERSI
       FATTORI AMBIENTALI:

        III. La temperatura
III. La temperatura ADATTAMENTI DEI VEGETALI AI DIVERSI FATTORI AMBIENTALI
Adattamento delle piante alla temperatura

La temperatura rappresenta uno dei fattori più importanti che influenzano la produttività
e la crescita vegetale.
Ciascuna pianta presenta
•   Una temperatura ottimale di crescita
•   Una temperatura minima ed una massima al di sotto e al di sopra della quale cessa di
    crescere

                                                                                            www.pollicegreen.it
Stress da alte temperature  causato dall’esposizione
delle piante ad una temperatura superiore a quella
massima di crescita per periodi più o meno lunghi

                                                                                            www.focus.it
Stress da raffreddamento e congelamento  causato
dall’esposizione di piante a temperature molto basse, fino
al di sotto della temperatura di congelamento
III. La temperatura ADATTAMENTI DEI VEGETALI AI DIVERSI FATTORI AMBIENTALI
Adattamento delle piante alla temperatura

La temperatura influisce principalmente sulla fluidità delle membrane cellulari. Queste infatti sono
normalmente caratterizzate da una fase liquida-cristallina, che permette il movimento delle proteine di
membrana all’interno del doppio strato fosfolipidico e consente uno scambio regolato di ioni e molecole
attraverso le cellule.

La capacità delle piante di tollerare i cambiamenti di temperatura dipende dalla composizione degli acidi
grassi che compongono i lipidi di membrana:
-   Piante di climi caldi  maggior concentrazione di acidi grassi saturi
-   Piante di climi più freddi  maggior concentrazione di acidi grassi insaturi

La proporzione di acidi grassi insaturi/saturi varia nella stessa pianta anche in funzione della stagionalità:

-   Estate  maggior concentrazione di acidi grassi saturi
-   Inverno  maggior concentrazione di acidi grassi insaturi         Acclimatazione fondamentale
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Adattamento delle piante alla temperatura
                         Alta temperatura e stress termico
Lo stress termico è spesso associato a periodi di ridotta disponibilità idrica, per cui piante
di ambienti caldissimi in genere riescono a resistere sia allo stress da caldo che allo stress
idrico.

La maggior parte delle piante non riesce a
sopravvivere a temperature superiori a 45°C, con
eccezioni:
•   Alcune specie mediterranee e piante tropicali
     48-55°C
•   Piante legnose subtropicali
     50-60°C
A prescindere dalla capacità di sopravvivere a
temperature elevate, la condizione di stress
subentra quando la temperatura ambientale supera i
30°C. E’ necessario considerare che la lamina
fogliare può aumentare la temperatura di 5-10°C
maggiore rispetto a quella dell’aria.
I semi, i granuli pollinici e le piante con capacità di
                                                                     Taiz e Zeiger, Fisiologia Vegetale. Piccin
tollerare la disidratazione possono invece resistere
a temperature di 70-120°C
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Adattamento delle piante alla temperatura

                      Alta temperatura e stress termico

Fino a 30 °C, l’efficienza fotosintetica aumenta proporzionalmente con l’aumento della
temperatura. Tuttavia, a temperature più elevate l’efficienza fotosintetica diminuisce
drasticamente.
Punto di compensazione della temperatura  temperatura alla quale la quantità di
CO2 fissata grazie alla fotosintesi equivale a quella liberata mediante la respirazione.

A temperature più elevate, la
fotosintesi non è in grado di
rimpiazzare il carbonio utilizzato
come substrato per la respirazione
 Diminuzione delle riserve di
  carboidrati
 Perdita del contenuto in zuccheri
  di frutta e vegetali
  (importante per le specie di
  interesse agrario)
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Adattamento delle piante alla temperatura
                             Effetti dell’alta temperatura
•   L’alta temperatura comporta una maggiore fluidità dei lipidi di membrana
     perdita delle funzioni fisiologiche nelle cellule vegetali
• Alterata affinità delle proteine integrali di membrana (sia idrofile che lipofile), con
  spostamento dell’equilibrio verso l’associazione più tenace con la fase lipidica
   modifica della composizione della membrana cellulare, alterato passaggio di ioni,
  distruzione della membrana

La fotosintesi è particolarmente sensibile
alle alte temperature:
                                                                                       Attività della
 alterazione della composizione delle                                                 RUBISCO
  membrane tilacoidali in seguito al calore,
  con conseguente disaccoppiamento dei
  meccanismi di assorbimento della luce e                    Fotosintesi
  del trasporto elettronico, alterata                        netta
  permeabilità delle membrane che
  inducono la perdita di protoni dal lume
  allo stroma
 inattivazione della RUBISCO e
  denaturazione delle proteine tilacoidali
                                                        Salvucci e Crafts-Brandner.
                                                        Physiologia Plantarum 120:179-186. 2004
III. La temperatura ADATTAMENTI DEI VEGETALI AI DIVERSI FATTORI AMBIENTALI
Adattamento delle piante alla temperatura
                          Tolleranza ad alte temperature

Le piante esposte ad un eccesso di calore rispondono allo stress attivando speciali vie
metaboliche, conservate in tutti gli organismi viventi.
La risposta tipica allo stress da calore si manifesta con una diminuzione della sintesi
delle normali proteine ed un aumento della sintesi repentina di proteine conosciute come
heat shock proteins (HSP), che aiutano le cellule a sopportare lo stress da calore:

•   Mantenimento dello stato nativo delle proteine garantendone la funzionalità anche a
    temperature maggiori

•   Intervento nell’assemblaggio delle proteine

•   Ripiegamento di proteine in condizioni di alta temperatura per evitare la
    denaturazione

•   Altre funzioni ancora ignote
III. La temperatura ADATTAMENTI DEI VEGETALI AI DIVERSI FATTORI AMBIENTALI
Adattamento delle piante alla temperatura
Adattamenti morfologici in piante di climi caldi
Principale necessità  raffreddamento della lamina fogliare

 PIANTE TROPICALI                             PIANTE SUCCULENTE

 it.wikipedia.org

 Nelle foreste tropicali, l’abbassamento       Piante succulente: l’acqua trattenuta
 delle temperature nelle foglie avviene        nel parenchima acquifero contribuisce
 mediante elevata traspirazione. La            ad abbassare la temperatura delle
 disponibilità di acqua è abbondante, gli      foglie (e del fusto, nel caso in cui le
 stomi sono aperti                             foglie siano assenti)
III. La temperatura ADATTAMENTI DEI VEGETALI AI DIVERSI FATTORI AMBIENTALI
Adattamento delle piante alla temperatura
Adattamenti morfologici in piante di climi caldi
Gli adattamenti sono spesso vantaggiosi anche per combattere
la carenza di acqua

Il surriscaldamento delle foglie può essere infatti evitato
mediante:
1) Movimenti nictinastici o del sonno  movimento fogliare
   legato all’alternarsi del giorno e della notte.
   Orientamento delle lamine fogliari durante il giorno con
   un’inclinazione parallela ai raggi solari incidenti. Di notte,
   invece, la foglia torna in posizione plagiotropa
2) Riflettanza della luce che colpisce la lamina fogliare
   mediante spesse epidermidi, ricoperte di strati cerosi e
   produzione di tricomi morti
3) Formazione di una spessa
   corteccia (il sughero è un
   buon isolante termico), con                                      Foglie angolate che aiutano a
   ulteriore funzione di                                            ridurre il carico di calore in
   protezione di floema                                             Xanthostemon aurantiacum
   e del cambio dalla perdita
   di acqua.
                                                                    Tricomi di rivestimento in
                                                                    Sempervivum sp.
III. La temperatura ADATTAMENTI DEI VEGETALI AI DIVERSI FATTORI AMBIENTALI
Adattamento delle piante alla temperatura

Adattamenti morfologici in piante di climi caldi

                                                                                           www.actaplamtarum.org

www.actaplamtarum.org             www.actaplamtarum.org

Olea europea – Lotus creticus                                             Cynoglossum magellense
le foglie sono ricoperte da abbondanti tricomi che riflettono la luce e   le foglie sono ricoperte da peli
riducono l’accumulo di calore nelle foglie                                che conferiscono un colore
                                                                          blu-argenteo alla pianta. I peli
                                                                          riflettono la luce e riducono il
                                                                          carico di calore delle foglie.
                                                                          Pianta Europea tipica di climi
                                                                          caldi e aridi
Adattamento delle piante alla temperatura
Adattamenti fisiologici in piante di climi caldi

 Inoltre, piante con metabolismi fotosintetici di tipo CAM e C4 presentano un punto di
 compensazione più alto rispetto a quello delle piante C3, rendendo le piante adattate in
 climi caldi più efficienti dal punto di vista fotosintetico

                                          delle Piante. Zanichelli
                                          Buchanan et al., Biochimica e Biologia molecolare
Adattamento delle piante alla temperatura
                              Bassa temperatura e stress da raffreddamento
Avviene in specie vegetali che si ritrovano a crescere in ambiente con temperature inferiori
rispetto alle ottimali, ma che non inducono congelamento. Es: piante tropicali o sub-tropicali,
fagiolo, pomodoro, mais..
 riduzione delle attività metaboliche indotte dalla bassa temperatura, rigidità ed
alterazione delle membrane cellulari (formazione di buchi sulle membrane cellulari, rigidità
delle membrane e perdita della funzionalità delle proteine integrali di membrana), gravi danni
all’apparato fotosintetico che subisce fotoinibizione, necrosi fogliare
                                                Stress da congelamento
Si verifica quando la temperatura scende al di sotto del punto di congelamento. Il danno
maggiore è la formazione di cristalli di ghiaccio all’interno delle cellule vegetali. Il tipo di
stress che si verifica è analogo allo stress osmotico subito da piante in carenza idrica:
                                                                             1) l’acqua presente nell’apoplasto,
                                                                                meno ricca in soluti rispetto al
                                                                                simplasto, solidifica a livello di
                                                                                punti di nucleazione del ghiaccio
                                                                             2) H2O esce per osmosi dal simplasto
                                                                             3) PLASMOLISI della cellula
                                                                             Se la T°C continua a calare, anche il
                                                                             simplasto congela
Buchanan et al., Biochimica e Biologia molecolare delle piante. Zanichelli
Adattamento delle piante alla temperatura

                           Tolleranza al congelamento
Sebbene diverse piante mostrino differente tolleranza al congelamento, la formazione del
ghiaccio è prima o poi inevitabile, e nessuna Cormofita può sopravvivere. Tuttavia,
l’acclimatazione graduale al freddo permette alle piante di tollerare meglio il
congelamento.

ACCLIMATAZIONE  esposizione graduale a basse temperature prima dell’esposizione
al freddo vera e propria

I meccanismi che permettono la tolleranza al congelamento non sono del tutto chiari.
Tuttavia, i processi che possono intervenire nello sviluppo della tolleranza al
congelamento sono:
a) Stabilità delle membrane cambiamento della composizione dei lipidi di membrana
   per renderla più fluida in condizioni di bassa temperatura
b) Accumulo di zuccheri e osmoliti compatibili nel vacuolo
c) Cambiamenti dell’espressione genica

In generale, l’acclimatazione al freddo porta alla stabilizzazione e al mantenimento
dell’integrità delle membrane cellulari, al potenziamento della sintesi di antiossidanti,
all’aumento nella cellula di zuccheri e altre sostanze crioprotettive, in modo tale che la
pianta riesca a superare senza troppi problemi il periodo di disidratazione associato alle
basse temperature.
Adattamento delle piante alla temperatura
        Quiescenza vegetale per limitare il danno causato dalle basse
            temperature e conferire resistenza al congelamento
  Alcune piante legnose, durante la dormienza, sono in grado di resistere a temperature
  estremamente basse, anche minori di -50°C, se la dormienza è preceduta da un adeguato
  periodo di acclimatazione. L’acclimatazione nelle specie legnose avviene in due fasi
  distinte:

1. Le temperature fredde autunnali e
   l’accorciamento delle giornate inducono
   l’arresto della crescita. Durante questo
   periodo, le specie legnose svuotano d’acqua i
   vasi xilematici  evitare che si verifichi la
   spaccatura del fusto a causa dell’espansione
   dell’acqua durante il congelamento
2. La successiva esposizione al gelo induce la
   sintesi di molecole che proteggono le piante
   legnose e le rendono resistenti a questo tipo
   di stimolo

                                                   Taiga del Nord America, fonte: wikipedia.org
Adattamento delle piante alla temperatura

                                   Resistenza al gelo

                                        Cochlearia fenestrata, pianta tipica della Siberia
                                        settentrionale, è in grado di tollerare basse
                                        temperature, fino a -46°C

nature.ca

Alcune alghe e la maggior parte dei
licheni possono andare incontro a
raffreddamento fino alla temperatura
dell’azoto liquido (-195,8°C) senza
subire danni. Per questo adattamento
estremo, è tuttavia essenziale che il
contenuto di acqua all’inizio del periodo
freddo sia minimo.
                                               it.wikipedia.org
Adattamento delle piante alla temperatura

                 Piante adattate a climi freddi: le Camefite

Le Camefite sono piante rappresentate da
piccoli arbusti che portano le gemme di
rinnovamento non lontano dalla superficie del
terreno. Vivono spesso in climi rigidi
caratterizzati da abbondanti nevicate, come le
tundre nordiche o l’alta montagna.
Il portamento strisciante o prostrato di queste
piante consente loro di essere coperte dalla
neve durante l’inverno. La neve è un pessimo
conduttore di calore. Il terreno sottostante
                                                               www.sentierienatura.com
resta quindi a temperature maggiori, e la pianta
non    subisce    gli  effetti   delle    basse
temperature.
Le Camefite sono spesso caratterizzate da
germogli riccamente ramificati e a forma di
rosetta, spesso compressi in cuscinetti grossi e
compatti, che poggiano sul terreno piatti o a
forma di semisfera. Fanno parte di questo
gruppo di piante anche alcune xerofite come
Sempervivum sp.
Adattamento delle piante alla temperatura

                       Dormienza vegetale per limitare il danno
                          causato dalle basse temperature

Per evitare danni causati dalla diminuzione delle
temperature fino al di sotto del punto di congelamento, le
piante perenni hanno adottato delle strategie che
permettono loro di essere inattive mediante:
•   Perdita delle foglie
•   Interruzione o rallentamento dell’attività meristematica
•   Limitazione degli scambi gassosi
•   Protezione delle gemme ed accumulo di sostanze di
    riserva, che verranno utilizzate durante la ripresa
    vegetativa primaverile, in appositi organi

Il periodo del ciclo biologico in cui la pianta o alcuni organi
della pianta presentano funzioni vitali sospese o molto
rallentate è detto DORMIENZA
Adattamento delle piante alle variazioni stagionali
            Piante adattate a cambiamenti di clima: Tropofite
Nelle Tropofite la morfologia ed il ritmo fisiologico endogeno si adattano al ritmo
climatico annuale in funzione dei cambiamenti della disponibilità di acqua e della
variazione della temperatura.

Le cormofite sono caratterizzate da diverse forme biologiche, classificate sulla base
della modalità di protezione delle gemme durante la stagione sfavorevole.

              Strasburger, Trattato di Botanica. Antonio Delfino Editore
Adattamento delle piante alle variazioni stagionali
                 Protezione delle gemme apicali in piante legnose

Nella maggior parte delle piante legnose i meristemi apicali sono protetti nei periodi
freddi dell’anno in gemme dormienti. Queste sono spesso generate da brattee
strettamente compresse chiamate PERULE DELLE GEMME. In certi casi, le perule
derivano dalle stipole (perule stipolari).
Generalmente, l’aspetto è coriaceo e scuro, tuttavia, altre caratteristiche rendono le
perule molto efficaci contro i danni causati dal disseccamento e dal gelo:
•   Presenza di sughero   •   Secrezione di gomme, resine o mucillagini

•   Rivestimenti pelosi   •   Presenza di strati di aria racchiusi tra le perule

                                                                       Con la primavera, le gemme
                                                                       si aprono e le perule sono
                                                                       eliminate

                                    Perule stipolari in Salix caprea
                                    Fonte: www.actaplantarum.org
Adattamento delle piante alle variazioni stagionali
              Protezione delle gemme in piante erbacee perenni

Durante l’inverno, le piante erbacee perenni sacrificano almeno la parte dei germogli che
si protrude più verso l’esterno, a contatto con l’aria.
- Possibile mantenimento di gemme di rinnovamento su germogli epigei (subaerei) o
 ipogei (sulla superficie del terreno o appena al di sotto di esso
- Perdita completa di tutti i germogli aerei e mantenimento di germogli ipogei

 Mantenimento di germogli epigei Mantenimento di germogli ipogei
Adattamento delle piante alle variazioni stagionali
              Protezione delle gemme in piante erbacee perenni

Per la buttata primaverile delle gemme di rinnovamento nelle piante che hanno svernato, è
necessaria la disponibilità immediata di sostanze organiche strutturali e nutritive, che
vengono accumulate in organi di riserva durante il periodo di dormienza:
1) Germogli sotterranei: rizomi  crescita illimitata
2) Tuberi ipogei o epigei  crescita limitata                               Bulbi di Narciso

3) Bulbi  modificazioni del fusto
4) Radici tuberizzate

            Tubero di Topinambur

            Pancaldi et al., Fondamentidi Botanica Generale.McGraw-Hill
Adattamento delle piante alle variazioni stagionali
                   Protezione delle gemme in piante erbacee perenni
     1) Rizomi
 •     Fusti modificati ipogei carnosi, ricchi di tessuto parenchimatico di riserva contenente
       amido e zuccheri
 •     Presentano accrescimento verticale o, più frequentemente, plagiotropo
 •     Tipico di piante perenni che durante lo svernamento perdono la parte aerea, mentre
       mantengono negli anni la parte sotterranea
 •     Caratterizzati da nodi e internodi, gemme, foglie lamellari, radici avventizie. Una
       gemma apicale dà origine allo scapo fiorale. Lungo il rizoma restano le cicatrici delle
       gemme degli anni precedenti. La parte posteriore del rizoma è degradata nel tempo.

                    Germogli epigei                         Gemma apicale
                                                                            Cicatrici dei germogli epigei

                                                                                                            www.treccani.it
Gemma apicale

                                                       Radici avventizie

                                        Radici avventizie

Rizoma ad accrescimento monopodiale: la gemma                    Rizoma ad accrescimento simpodiale: la gemma
apicale permette l’accrescimento del rizoma in modo              apicale dà origine ogni anno ad un germoglio. La
indefinito. La crescita dei germogli fiorali avviene ad          crescita del rizoma avviene per opera di gemme
opera di gemme laterali                                          laterali
Adattamento delle piante alle variazioni stagionali
                   Protezione delle gemme in piante erbacee perenni

   1) Rizomi
                          Germogli epigei

                                                                                                       Nodi

                                                                                   Internodo

                                         Gemma apicale

                                                                                                 Radici avventizie

   Gemma apicale                Radici avventizie

Rizoma di Zenzero – accrescimento monopodiale       Rizoma si Iris – accrescimento simpodiale
en.wikipedia.com                                    Pancaldi et al., Fondamenti di Botanica Generale. McGraw-Hill
Adattamento delle piante alle variazioni stagionali
                                                                        Protezione delle gemme in piante erbacee perenni

                                             2) Tuberi
                      Porzione di fusto modificata in cui il midollo è sostituito da parenchima amilifero con
                      funzione di riserva. Possono originare:
                      •                                     Dall’ingrossamento di un ramo della pianta che penetra nel terreno  tuberi sotterranei
                                                            Es: tuberi di patata. Si formano mediante ingrossamento di rami sotterranei ad
                                                            orientamento plagiotropo (stoloni). Gli «occhi» presenti sui tuberi costituiscono i punti di
                                                                                                                           inserzione delle gemme
Straburger. Trattato di Botanica. Antonio Delfino Editore

                                                                                                                            laterali.
                                                                                                                                         I tuberi di patata sono
                                                                                                                                         sostituiti annualmente da
                                                                                                                                         nuovi tuberi. Dopo la
                                                                                                                                         formazione dei tuberi, la
                                                                                                                                         pianta muore.

                                                                                                                                              Gemma laterale

                                                            Tubero madre                                                                  Parenchima amilifero
                                                                                               Pancaldi et al., Fondamenti di Botanica
                                                                                               generale. McGraw-Hill
Adattamento delle piante alle variazioni stagionali
                             Protezione delle gemme in piante erbacee perenni
                2) Tuberi vs rizomi
Differenze rispetto ai rizomi:
•               Crescita limitata

 •              Sviluppo annuale
wikipedia.org

                                                            Rizoma di zenzero.   wikipedia.org
                                       www.elicrisio.it

                             Tubero di ciclamino
Adattamento delle piante alle variazioni stagionali
                         Protezione delle gemme in piante erbacee perenni
 3) Bulbi
Germogli sotterranei. Paragonabili ad un’intera pianta con
fusto modificato estremamente raccorciato, con foglie
squamose ispessite e carnose (catafilli). Le foglie più esterne
sono coriacee, con funzione di protezione, quelle più interne
sono ricche di sostanze di riserva. Il germoglio fiorale epigeo
si sviluppa dall’apice vegetativo del bulbo. I bulbi sono
generalmente annuali e bulbi figli si sviluppano da una gemma
posta all’ascella di un catafillo del bulbo dell’anno precedente,
ormai prossimo a morire.

 Catafilli                                    Catafilli             Gemma
 papiracei                                    carnosi

                                                                Radici
                                                                avventizie   Bulbi e bulbi figli in Allium
                                                                             sativum
 Bulbo di Allium cepa
Pancaldi et al., Fondamenti di Botanica generale. McGraw-Hill
Adattamento delle piante alle variazioni stagionali
                 Protezione delle gemme in piante erbacee perenni
    4) Radici tuberizzate
Radici ingrossate con specifica funzione di riserva, in grado di accumulare elevate quantità
di amido e zuccheri. Da gemme avventizie si svilupperanno nuovi germogli durante la
successiva stagione vegetativa
•    Ingrossamento della radice principale (radice a fittone). Spesso l’ingrossamento
     interessa anche l’asse ipocotile. Tipico di piante dicotiledoni, con radici allorriziche.

                                                                                             Pancaldi et al., Fondamenti di Botanica generale. McGraw-Hill
    Ingrossamento della radice      Ingrossamento della radice +
                                           asse ipocotile
Adattamento delle piante alle variazioni stagionali
                                                                        Protezione delle gemme in piante erbacee perenni
                              4) Radici tuberizzate

                                                            Ingrossamento dell’asse ipocotile                          Talvolta l’ingrossamento può riguardare
                                                                                                                                  anche l’asse epicotile
Straburger. Trattato di Botanica. Antonio Delfino Editore

                                                                                                                                                                   sos.culture.net
                                                                                                  Barbabietola rossa
                                                                                                                             Brassica oleracea (cavolo-rapa), tubero
                                                                                     Barbabietola da foraggio                formato anche da parti alte del germoglio,
                                                                        Barbabietola da zucchero                             dotato di foglie
Adattamento delle piante alle variazioni stagionali
              Protezione delle gemme in piante erbacee perenni
4) Radici tuberizzate

• Ingrossamento di radici avventizie (Es: Ipomoea batatas, patata americana
  - Dalia).

                                    Foto © http://www.citymarket.coop

Radici tuberizzate in Ipomoea batatas       Radici tuberizzate in Dahlia sp.
Adattamento delle piante alle variazioni stagionali
              Protezione delle gemme in piante erbacee perenni

www.actaplantarum.org
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