Letture con musica dal vivo, a cura di TeatrO dell'Orsa I suggerimenti di lettura del 49 appuntamento, 19 Dicembre 2019 Pianeta Terra. Memorie di ...

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Letture con musica dal vivo, a cura di TeatrO dell'Orsa I suggerimenti di lettura del 49 appuntamento, 19 Dicembre 2019 Pianeta Terra. Memorie di ...
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Letture con musica dal vivo,
a cura di TeatrO dell’Orsa

I suggerimenti di lettura del 49° appuntamento,
19 Dicembre 2019
Pianeta Terra. Memorie di futuro
Pagine di letteratura, saggi, biografie a raccontare il filo che ci
lega alla terra. Dai romanzi distopici alle voci dei tanti giovani
che si muovono e ci chiedono cambiamenti nello stile di vita.

POSSIAMO SALVARE IL MONDO PRIMA DI CENA. Perchè il clima
siamo noi
Foer, Jonathan Safran
Qualcuno si ostina a liquidare i cambiamenti climatici come fake news, ma la gran parte di noi è ben consapevole che
se non modifichiamo radicalmente le nostre abitudini l'umanità andrà incontro al rischio dell'estinzione di massa. Lo
sappiamo, eppure non riusciamo a crederci. E di conseguenza non riusciamo ad agire. Il problema è che l'emergenza
ambientale non è una storia facile da raccontare e, soprattutto, non è una buona storia: non spaventa, non affascina,
non coinvolge abbastanza da indurci a cambiare la nostra vita. Per questo rimaniamo indifferenti, o paralizzati: la stessa
reazione che suscitò Jan Karsky, il «testimone inascoltato», quando cercò di svelare l'orrore dell'Olocausto e non fu
creduto. In tempo di guerra, veniva chiesto ai cittadini di contribuire allo sforzo bellico: ma qual è il confine tra
rinuncia e sacrificio, quando in gioco c'è la nostra sopravvivenza, o la sopravvivenza dei nostri figli? E quali sono le
rinunce necessarie, adesso, per salvare un mondo ormai trasformato in una immensa fattoria a cielo aperto? Nel suo
nuovo libro, Jonathan Safran Foer mette in campo tutte le sue risorse di scrittore per raccontare, con straordinario
impatto emotivo, la crisi climatica che è anche «crisi della nostra capacità di credere», mescolando in modo
originalissimo storie di famiglia, ricordi personali, episodi biblici, dati scientifici rigorosi e suggestioni futuristiche. Un
libro unico, che parte dalla volontà di «convincere degli sconosciuti a fare qualcosa» e termina con un messaggio
rivolto ai figli, ai quali ciascun genitore – non solo a parole, ma con le proprie scelte – spera di riuscire a insegnare «la
differenza tra correre verso la morte, correre per sfuggire alla morte e correre verso la vita».
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LA NOSTRA CASA È IN FIAMME. La nostra battaglia contro il
cambiamento climatico
Thumberg, Greta
Greta Thunberg ha parlato chiaro ai grandi del mondo e ha iniziato così la sua battaglia contro il cambiamento
climatico, convinta che «nessuno è troppo piccolo per fare la differenza». Lo “sciopero della scuola per il clima” di una
solitaria e giovanissima studentessa davanti al parlamento svedese è diventato un messaggio globale che ha coinvolto in
tutta Europa centinaia di migliaia di ragazzi che seguono il suo esempio in occasione dei #Fridaysforfuture. Greta ha
dato inizio a una rivoluzione che non pare destinata a fermarsi, una battaglia da combattere per un futuro sottratto
alle nuove generazioni al ritmo furioso dei 100 milioni di barili di petrolio consumati ogni giorno. La nostra casa è in
fiamme è la storia di Greta, dei suoi genitori e di sua sorella Beata, che come lei soffre della sindrome di Asperger. È il
racconto delle grandi difficoltà di una famiglia svedese che si è trovata ad affrontare una crisi imminente, quella che ha
travolto il nostro pianeta. È la presa di coscienza di come sia urgente agire ora, quando nove milioni di persone ogni
anno muoiono per l’inquinamento. È il «grido d’aiuto» di una ragazzina che ha convinto la famiglia a cambiare vita e ora
sta cercando di convincere il mondo intero.

LA TERRA DOPO DI NOI
Pievani, Telmo
Nell'evoluzione vige un'asimmetria: noi abbiamo bisogno della biosfera per vivere; la biosfera invece non ha alcun
bisogno di un mammifero proclamatosi Homo sapiens. Come sarebbe la Terra senza la nostra pervasiva presenza?
Selvaggia, indomita, indifferente alle nostre sorti, nuovamente rigogliosa. Frans Lanting ci permette di fare questa
esperienza estetica, emozionale e spiazzante. Per ritrovare un'alleanza con la Terra, sapendo di non essere
indispensabili.

COME È PROFONDO IL MARE. La plastica, il mercurio, il tritolo e il
pesce che mangiamo
Carnimeo, Nicolò
Quanta “plastica” può tollerare il nostro organismo? Quanto mercurio c’è nel pesce che mangiamo? L’Adriatico è una
discarica di tritolo? Perché meduse e alghe aliene invadono i nostri mari? A queste domande pochi sanno rispondere,
non vi è coscienza di quanto oggi accade nel mare, come e perché il Mediterraneo e gli oceani stiano mutando
rapidamente sotto i nostri occhi inconsapevoli. Da qui nascono tre reportage che Carnimeo ha scritto navigando oltre
le rotte convenzionali nel mare di plastica, nel mare di mercurio e nel mare di tritolo: un’immensa discarica, fotografia
e conseguenza del modo in cui abbiamo scelto di vivere. C’è però chi non ci sta a lasciare questa pesante eredità alle
generazioni future. Un libro che è denuncia e racconto insieme.

LA GRANDE CECITÀ. Il cambiamento climatico e l’impensabile
Ghosh, Amitav
Nei primi anni del XXI secolo Amitav Ghosh lavorava alla stesura de Il paese delle maree, il romanzo che si svolge
nelle Sundarban, l’immenso arcipelago di isole che si stende fra il mare e le pianure del Bengala. Occupandosi della
grande foresta di mangrovie che le ricopre, Ghosh scoprì che i mutamenti geologici che ciclicamente vi avvenivano –
un argine poteva sparire nell’arco di una notte, trascinando con sé case e persone – stavano diventando qualcos’altro:
un cambiamento irreversibile, il segno di un inarrestabile ritrarsi delle linee costiere e di una continua infiltrazione di
acque saline su terre coltivate. Che un’intera area sotto il livello del mare come le Sundarban possa essere
letteralmente cancellata dalla faccia della terra non è cosa da poco. Mostra che l’impatto accelerato del
surriscaldamento globale è giunto ormai a minacciare l’esistenza stessa di numerose zone costiere della terra. La
domanda, per Ghosh, nacque perciò spontanea. Come reagisce la cultura e, in modo particolare, la letteratura dinanzi
a questo stato di cose? La risposta è contenuta in questo libro in cui l’autore della trilogia della «Ibis» ritorna con
efficacia alla scrittura saggistica. La cultura è, per Ghosh, strettamente connessa con il mondo della produzione di
merci. Ne induce i desideri, producendo l’immaginario che l’accompagna. Una veloce decappottabile – un prodotto
per eccellenza dell’economia basata sui combustibili fossili – non ci attrae perché ne conosciamo minuziosamente la
tecnologia, ma perché evoca l’immagine di una strada che guizza in un paesaggio incontaminato; pensiamo alla libertà e
al vento nei capelli; a James Dean e Peter Fonda che sfrecciano verso l’orizzonte; a Jack Kerouac e a Vladimir
Nabokov. Questa cultura, così intimamente legata alla storia del capitalismo, è stata capace di raccontare guerre e
numerose crisi, ma rivela una singolare, irriducibile resistenza ad affrontare il cambiamento climatico. Quando il tema
del cambiamento climatico appare, infatti, in una qualche pubblicazione, si tratta quasi sempre di saggistica. La rara e
fugace comparsa di questo argomento in narrativa è sufficiente a relegare un romanzo o un racconto nel campo della
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fantascienza. Che cosa è in gioco in questa resistenza? Un fallimento immaginativo e culturale che sta al cuore della
crisi climatica? Un occultamento della realtà nell’arte e nella letteratura contemporanee tale che «questa nostra epoca,
così fiera della propria consapevolezza, verrà definita l’epoca della Grande Cecità»?

L’ISOLA DEI FUCILI
Ghosh, Amitav
Commerciante di libri rari e oggetti d’antiquariato, Deen Datta vive e lavora a Brooklyn, ma è nato nel Bengala, terra
di marinai e pescatori. Non c’è stato perciò tempo della sua infanzia in cui le leggende fiorite nelle mutevoli piane
fangose del suo paese, affascinanti storie di mercanti che scappano al di là del mare per sfuggire a dee terribili e
vendicatrici, non siano state parte del suo mondo fantastico. In uno dei suoi ritorni a Calcutta, o Kolkata come viene
detta oggi, Deen ha la ventura di incontrare Kanai Dutt, un lontano parente ciarliero e vanesio che, per sfidarlo sul
terreno delle sue conoscenze del folklore bengali, gli narra la storia di Bonduki Sadagar, che nella lingua bengali o
bangla significa «mercante di fucili». Bonduki Sadagar era, gli dice, un ricco mercante che aveva fatto infuriare Manasa
Devi, la dea dei serpenti e di ogni altra creatura velenosa, rifiutando di diventare suo devoto. Tormentato dai serpenti
e perseguitato da alluvioni, carestie, burrasche e altre calamità, era fuggito, trovando riparo al di là del mare in una
terra chiamata Bonduk-dwip, «Isola dei fucili». Braccato, infine, di nuovo da Manasa Devi, per placare la sua ira, era
stato costretto a far erigere un dhaam, un tempio in suo onore nelle Sundarban, nelle foreste di mangrovie infestate
da tigri e serpenti. La leggenda del mercante dei fucili resterebbe tale per Deen, una semplice storia, cioè, da custodire
nell’armadio dei ricordi d’infanzia, se il vanesio Kanai non aggiungesse che sua zia Nilima Bose ha visto il tempio e
sarebbe ben lieta se Deen l’andasse a trovare. Comincia così, per il commerciante di libri rari di Brooklyn, uno
straordinario viaggio sulle tracce di Bonduki Sadagar che dalle Sundarban, la frontiera dove il commercio e la natura
selvaggia si guardano negli occhi, il punto esatto in cui viene combattuta la guerra tra profitto e Natura, lo porterà
dall’India a Los Angeles, fino a Venezia.

L’ULTIMO DEGLI UOMINI
Atwood, Margaret
Uomo delle Nevi vive su un albero vicino al mare, avvolto in un lenzuolo sporco. Non sa che ore sono, nessuno lo sa
più. Cerca cibo e medicine nelle terre desolate e infestate da ibridi di animali. Fruga fra i resti e rimugina sulle scelte
che hanno portato la Terra al tracollo, in nome di una scienza onnipotente. Si abbandona al ricordo di Oryx, donna
enigmatica e quieta, e al rancore per l’amico Crake, responsabile del disastro. Le loro esistenze si erano intrecciate nel
più classico, e tragico, dei triangoli. Uomo delle Nevi cerca una spiegazione, per sé e per i «figli di Crake», unica forma
di vita intelligente sopravvissuta sulla Terra, frutto esemplare dell’ingegneria genetica. Sono tante le cose che vogliono
capire, ignari come sono dell’insensatezza degli uomini. Come hanno dimostrato Orwell, Huxley, Vonnegut e la stessa
Atwood (nel Racconto dell’ancella), la rappresentazione letteraria di un’utopia fallita può aprirci gli occhi più di
innumerevoli verità sullo stato del pianeta. Quello dell’Ultimo degli uomini è un mondo che potrebbe essere a pochi
anni, a poche folli decisioni di distanza da quello in cui viviamo.

L’ANNO DEL DILUVIO
Atwood, Margaret
In un mondo pericolosamente vicino al nostro, la Creatura si è sostituita al suo Creatore e, grazie all'ingegneria
genetica, ha stravolto la Natura. La fede nella scienza è ormai un credo assoluto, integralista, fanatico. Tutto si vende,
tutto si compra - l'identità, il sesso, la giovinezza - ma a che prezzo? Eppure c'è chi ha deciso di sottrarsi a questa
logica perversa e distruttiva: è la setta dei Giardinieri di Dio. Novelli Adami e Ève, vivono nel sacro rispetto delle
Specie animali e vegetali del pianeta sfuggite all'estinzione, cercando di convertire gli altri esseri umani in vista
dell'imminente catastrofe. Anno venticinque del calendario dei Giardinieri di Dio: la profezia si è avverata, un Diluvio
Senz'Acqua si è abbattuto sul pianeta, l'umanità è decimata. Un quadro desolante, in cui però si apre un flebile
spiraglio: due voci, quelle di Toby e Ren. Un tempo adepte dei Giardinieri di Dio, si ritrovano catapultate in un mondo
stravolto e scoprono che la lotta per la sopravvivenza è appena iniziata. Armate unicamente dell'amicizia che le unisce
e animate dal desiderio di ritrovare i compagni di un tempo, si avventurano in un coraggioso viaggio, costellato di
pericoli a ogni angolo. Che ne sarà di loro? Faranno sorgere una nuova alba per la specie umana, oppure ogni speranza
di vita è ormai perduta per sempre?

LA FINE DELLA FINE DELLA TERRA
Franzen, Jonathan
Che differenza c'è fra un tweet dell'«attuale presidente degli Stati Uniti» e un saggio come quelli cui da sempre
Jonathan Franzen si dedica fra l'uno e l'altro dei suoi romanzi? Si tratta in entrambi i casi di «micronarrazioni personali
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e soggettive», eppure puntano in direzioni diametralmente opposte. Se i 280 caratteri con cui Trump bombarda a ogni
piè sospinto i suoi follower mirano a semplificare la realtà nel modo piú brutale possibile, il saggio letterario produce,
o dovrebbe produrre, l'effetto contrario: esplorare, comprendere e illustrare la complessità. È il risultato che, grazie
alla sua magistrale scrittura, Franzen ottiene in ognuno dei sedici testi raccolti in questo libro. Testi che, pur toccando
una molteplicità di argomenti, sono legati da un evidente filo rosso. Chiunque abbia letto Le correzioni , Libertà o
Purity ritroverà in queste pagine la vivace intelligenza dell'autore, la sua volontà di mettersi continuamente in
discussione, il suo ostinato desiderio non solo di capire il mondo che lo circonda, ma di cambiarlo per il meglio, anche
quando tutto parrebbe indicare che quel mondo stia correndo verso l'apocalisse. E cosí, col suo stile sempre pacato e
meditato, col suo approccio sempre schivo e trattenuto, Franzen finisce per spingersi «alla fine della fine della terra»,
ad esempio stringendo amicizia con uno degli scrittori americani piú radicali e intrattabili degli ultimi decenni, William
Vollmann, di cui in queste pagine viene fornito un indimenticabile ritratto, oppure piazzandosi sul ponte di una nave
diretta verso l'Antartide, «esposto al vento pungente e agli spruzzi salmastri, lo sguardo fisso nella nebbia o nella luce
abbagliante», nella speranza di intravedere un pinguino imperatore. Perché, come recita il titolo di uno dei piú accorati
fra questi saggi, «gli uccelli sono importanti». Gli uccelli infatti, che si tratti di un colibrí che attraversa in volo il Golfo
del Messico, di un falco pellegrino che si tuffa in picchiata a trecentosessanta chilometri all'ora o di un albatro che si
libra solitario a centinaia di miglia da qualunque altro membro della sua specie, fanno «quello che tutti vorremmo
saper fare, ma che ci riesce solo in sogno». Un po' come la letteratura.

FURORE
Steinbeck, John
Pietra miliare della letteratura americana, "Furore" è un romanzo pubblicato negli Stati Uniti nel 1939 e
coraggiosamente proposto in Italia da Valentino Bompiani l'anno seguente. Il libro fu perseguitato dalla censura fascista
e solo ora, dopo più di 70 anni, vede la luce la prima edizione integrale, nella nuova traduzione di Sergio Claudio
Perroni. Una versione basata sul testo inglese della Centennial Edition dell'opera di Steinbeck, che restituisce
finalmente ai lettori la forza e la modernità della scrittura del Premio Nobel per la Letteratura 1962. Nell'odissea della
famiglia Joad sfrattata dalla sua casa e dalla sua terra, in penosa marcia verso la California, lungo la Route 66 come
migliaia e migliaia di americani, rivive la trasformazione di un'intera nazione. L'impatto amaro con la terra promessa
dove la manodopera è sfruttata e mal pagata, dove ciascuno porta con sé la propria miseria "come un marchio
d'infamia". Al tempo stesso romanzo di viaggio e ritratto epico della lotta dell'uomo contro l'ingiustizia, "Furore" è
forse il più americano dei classici americani, da leggere oggi in tutta la sua bellezza.

GLI ULTIMI GIGANTI
Place, François
Un vecchio marinaio vende al narratore "un enorme dente coperto da incisioni strane". Il marinaio pretende che si
tratta del dente di un gigante. Il narratore studia le incisioni, fa delle ricerche, poi intraprende una spedizione solitaria,
al termine della quale scopre la civiltà degli ultimi giganti...

LA PESTE SCARLATTA
London, Jack
Nell'anno 2013, in un mondo dominato dal Consiglio dei Magnati dell'Industria, scoppia un'epidemia che in breve
tempo cancella l'intera razza umana. Sessantanni dopo, nello scenario post-apocalittico di una California ripiombata
nell'età della pietra, un vecchio, uno dei pochissimi superstiti (e a lungo persuaso di essere l'unico), di fronte a un
pugno di ragazzi selvaggi - i nipoti degli altri scampati - riuniti intorno a un fuoco dopo la caccia quotidiana, racconta
come la civiltà sia andata in fumo allorché l'umanità, con il pretesto del morbo inarrestabile, si è affrettata a riportarsi
con perversa frenesia a stadi inimmaginabili di crudeltà e barbarie. "La peste scarlatta" è uno dei grandi testi visionari di
Jack London, che qui ancora una volta anticipa temi che, un secolo dopo, diventeranno ossessivi.

BAMBINI NEL BOSCO
Masini, Beatrice
C'è un campo, la Base, dove crescono i bambini senza ricordi o memoria. Tra loro c'è un gruppo più vivace, composto
da Hana, capo del Guscio, dura e metodica, Dudu, sempre attento e guardingo, Glor, grande e goffo, Cranach, il più
lento di tutti, Orla, la più piccola, e infine ZeroSette, l'ultimo arrivato. C'è anche Tom, ma lui appare diverso: si perde
in mille pensieri e a volte sente riaffiorare un Coccio, un frammento di vita passata. Un giorno convince i ragazzi a
spingersi nel bosco per esplorare il mondo di fuori. Porta con sé un libro di fiabe appena ritrovato, che comincia a
leggere ad alta voce suscitando emozioni e curiosità. Ma ben presto nel gruppo si alterneranno rivalità e gelosie,
scoperte e amori: tutto seguito da lontano da Jonas, addetto al sistema di controllo del campo, che in realtà ha
programmato una fuga. Così, quasi per incanto, quel libro e quella lettura doneranno a ognuno di loro un filo di
speranza e gioia.

IL MONDO ALLA FINE DEL MONDO
Sepulveda, Luis
Il 16 giugno 1988, un inquietante messaggio proveniente dal Cile approda ad Amburgo: la nave officina giapponese
Nishin Maru, comandata dal capitano Tanifuji, ha subito gravi danni in acque magellaniche; si registra la perdita di
diciotto marinai, insieme a un numero imprecisato di feriti. È l'inizio dell'avventura. Il protagonista, un giornalista cileno
esule dal suo paese per motivi politici, grazie a febbrili ricerche e a ingegnose congetture giunge alla conclusione che il
Nishin Maru stava praticando illegalmente, e del tutto impunito, la caccia alle balene nei mari australi. Una giovane
attivista di Greenpeace, inoltre, lo mette in contatto telefonico con un misterioso personaggio, il capitano Jorge
Nilssen, che di tutta la faccenda sa senz'altro qualcosa in più? In queste pagine il lettore potrà ascoltare il grido
indignato - ma anche il canto ammaliatore - della natura ferita, la protesta contro una cieca follia di cui pure l'uomo
rimane vittima: il «mondo alla fine del mondo», questo lembo estremo del pianeta si trasforma, simbolicamente, nel
luogo dell'apocalisse. Ma può anche essere l'universo in cui l'uomo ritrova l'unione con le proprie origini, l'armonia con
gli elementi e, soprattutto, un anelito indistruttibile alla speranza.

WALDEN OVVERO LA VITA NEI BOSCHI
Thoreau, Henry David
Nel luglio 1845 Henry Thoreau, a ventotto anni, lascia la sua città natale e va a vivere sulle rive del lago Walden, in una
capanna da lui stesso costruita, e vi rimane oltre due anni. Nella quiete dei boschi coltiva il suo orto, legge, osserva gli
animali, passeggia nella natura o fino a qualche villaggio vicino, scrive, fa piccoli lavori in casa, nuota. Thoreau vuole
"marciare al suono di un tamburo diverso" e cerca la libertà immergendosi nei ritmi della natura. Testo seminale della
consapevolezza ambientalista e caposaldo della controcultura americana, "Walden" è il resoconto autobiografico di
questo esperimento di vita solitaria, la cronaca quotidiana di un ritorno alla semplicità, una dichiarazione
d'indipendenza dalla pochezza morale di una società dedita all'accumulazione di ricchezza.

LA RANA CHE FINÍ COTTA SENZA ACCORGERSENE E ALTRE
LEZIONI DI VITA
Clerc, Olivier
Una rana, immersa in una pentola d'acqua che si riscalda molto lentamente, inizialmente si trova bene, ma quando
l'acqua incomincia a scottare non ha più le forze per saltare fuori. In molti casi della vita quotidiana ci troviamo in
situazioni simili: il contesto peggiora lentamente, impercettibilmente, e quando ci accorgiamo del pericolo è ormai
troppo tardi, come è avvenuto per la degenerazione dei programmi tv, del livello di istruzione o delle condizioni
ambientali. Diversamente il bambù, quando viene piantato, per molto tempo non dà segni di vita, fino a quando
improvvisamente viene fuori un'intera pianta: ancora una metafora dalla natura per stigmatizzare un comportamento
umano, in una società che ci abitua ad avere e volere tutto subito e dimentica che i risultati più importanti sono frutto
di una lunga preparazione. Partendo da questo e altri apologhi, Clerc alza la voce e invita a prendere consapevolezza
della realtà che ci circonda, un inno alla libertà di pensiero: per imparare ad accorgersi, nelle occasioni di tutti i giorni,
quando è il momento giusto per saltare fuori dalla pentola.

IL GIRO DEL MONDO IN 80 ALBERI
Drori, Jonathan
Gli alberi sono tra i più costanti ma anche più vari compagni dell'uomo. Dal sacro baniano dell'India al profumato
cedro del Libano, offrono rifugio e ispirazione, oltre alle materie prime per fabbricare di tutto, dall'aspirina alle capsule
spaziali. Ne "Il giro del mondo in 80 alberi", Jonathan Drori viaggia nel tempo e attraverso le culture usando la
botanica più attuale per mostrare il ruolo che gli alberi giocano in ogni parte della vita umana. I racconti spaziano dai
dettagli romantici a quelli incresciosi, illuminando le relazioni storiche tra la gente e le specie apparentemente familiari,
come olmo e faggio, mentre altri sottolineano l'esotico e lo straordinario, come l'esplosivo albero dinamite o la
singolare pianta della Polinesia che raccoglie metallo.

L’UOMO CHE PIANTAVA GLI ALBERI
Giono, Jean
Durante una delle sue passeggiate in Provenza, Jean Giono ha incontrato una personalità indimenticabile: un pastore
solitario e tranquillo, di poche parole, che provava piacere a vivere lentamente, con le pecore e il cane. Nonostante la
sua semplicità e la totale solitudine nella quale viveva, quest'uomo stava compiendo una grande azione, un'impresa che
avrebbe cambiato la faccia della sua terra e la vita delle generazioni future. Una parabola sul rapporto uomo-natura,
una storia esemplare che racconta "come gli uomini potrebbero essere altrettanto efficaci di Dio in altri campi oltre la
distruzione".

LA NAZIONE DELLE PIANTE
Mancuso, Stefano
«In nome della mia ormai pluridecennale consuetudine con le piante, ho immaginato che queste care compagne di
viaggio, come genitori premurosi, dopo averci reso possibile vivere, vengano a soccorrerci osservando la nostra
incapacità a garantirci la sopravvivenza. Come? Suggerendoci una vera e propria costituzione su cui costruire il nostro
futuro di esseri rispettosi della Terra e degli altri esseri viventi. Sono otto gli articoli della costituzione della Nazione
delle Piante, come otto sono i fondamentali pilastri su cui si regge la vita delle piante, e dunque la vita degli esseri
viventi tutti.»

IL SERMONE DEL FUOCO (III canto, da “La terra desolata”)
Eliot, Thomas Sterns
La tenda del fiume è rotta: le ultime dita di foglie
Stringono e affondano nell’argine fradicio. Il vento
Attraversa la terra bruna, inascoltato. Le ninfe sono partite.
Dolce Tamigi, scorri piano, finché non concludo il mio Canto.
Il fiume non porta vuoti di bottiglia, buste di sandwich,
Fazzoletti di seta, scatole di cartone, mozziconi
O altre testimonianze delle notti d’estate. Le ninfe son partite.
E i loro compagni, gli eredi fannulloni dei dirigenti della City;
Partiti, non hanno lasciato l’indirizzo.
Presso le acque dei Lemano mi sono seduto e ho pianto…
Dolce Tamigi, scorri piano, finché non concludo il mio canto.
Dolce Tamigi, scorri piano, perché non parlo né forte né tanto.
Ma alle mie spalle sento un turbine gelato
Il suono di ossa smosse, e un sogghigno spalancato.
[…]

IL PIANETA DI TUTTI. Come il capitalismo ha colonizzato la Terra
Shiva, Vandana – Shiva, Kartikey
Di fronte alla concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi attori sempre più potenti che ragionano secondo la
logica di un capitalismo imperialista, è urgente liberarsi delle illusioni create dalla fede in un modello economico di
crescita illimitata. Questo modello, che ha favorito il monopolio delle risorse globali da parte dell'1 per cento della
popolazione mondiale, ha provocato la crisi umanitaria dei migranti e sta distruggendo il pianeta, scontrandosi con i
suoi limiti ecologici. Secondo Vandana Shiva, la storia dell'uomo è una storia di colonizzazioni. Oggi la colonizzazione
riguarda la natura del pianeta e la maggior parte della sua popolazione. Per cambiare il corso della storia è necessario
riscoprire il significato della libertà, e questo è possibile solo imparando a pensare e a vivere come un'unica specie che
condivide la responsabilità di abitare lo stesso pianeta. Questo è il cambio di paradigma necessario per superare le
illusioni della democrazia in crisi e dell'economia capitalista e per non rinunciare alla prospettiva di un futuro
sostenibile. Basandosi sull'analisi di fatti esplosivi e poco conosciuti, Shiva espone il modello dell'1 per cento di
filantrocapitalismo, che investe enormi quantità di denaro per aggirare le strutture democratiche e imporre idee
totalitarie, basate su una sola verità scientifica, un solo modello agricolo e una sola versione della storia. "Devono
risorgere la vera conoscenza, la vera intelligenza, la vera ricchezza, il vero lavoro, il vero benessere", in modo che le
persone possano riacquisire il loro diritto a vivere liberamente, pensare liberamente, respirare liberamente e mangiare
liberamente.
GRETA. LA RAGAZZA CHE STA CAMBIANDO IL MONDO
Mazza, Viviana
Greta Thunberg è svedese, ama i cani e i cavalli e non sa ancora cosa farà da grande. Le piace la scuola e non ha una
materia preferita perché è brava in tutte, ma il venerdì, ogni venerdì, salta le lezioni. Sciopera a favore del clima. Si
siede davanti al Parlamento svedese con un cartello e protesta. Ha scoperto che la situazione ambientale del nostro
pianeta è sull'orlo del baratro e che se non si comincia subito a fare qualcosa di concreto, nel giro di pochi anni il
problema raggiungerà il punto di non ritorno. Perciò ha deciso che se gli adulti non fanno niente per risolvere la
questione tocca alle ragazze e ai ragazzi costringerli a non distruggere il loro futuro. Per prima cosa Greta ha cambiato
il suo modo di vivere e di alimentarsi, poi ha convinto la sua famiglia a fare lo stesso. E con lo "sciopero scolastico a
favore del clima" è riuscita a coinvolgere milioni di coetanei nel mondo, che ora fanno sentire ovunque la loro voce.

STORIA DI BA
Gozzi, Annamaria – Niccolai, Viola
C'era, in Africa, il villaggio di Tomi. Era un piccolo villaggio arrampicato su una roccia piena di buchi come un
formicaio. Nonno Ba diceva che a bucare la roccia erano state due stelle molto tempo prima, quando cielo e terra
erano ancora vicini.

UN MONDO SOSTENIBILE IN 100 FOTO
Giovannini, Enrico - Speroni, Donato
La nostra era si definisce ‘Antropocene’ perché, per la prima volta, l’habitat e il clima della terra sono fortemente
condizionati, localmente e globalmente, dall’azione degli uomini sullo spazio circostante. Se gli esiti del comportamento
umano sulla salute della Terra diventano ogni giorno più devastanti e manifesti, è evidente che per garantire la
sostenibilità della nostra vita dobbiamo preservare l’esistenza di una natura sana e vitale. Tuttavia, la sostenibilità non
riguarda soltanto il rapporto dell’uomo con l’ambiente: l’aumento demografico e la crescita delle legittime aspettative
di benessere da parte di tutte le popolazioni, unite alla diffusa percezione di squilibri inaccettabili nel reddito e nella
ricchezza, tendono ad accentuare le tensioni, l’instabilità sociale, la conflittualità. C’è una risposta a tutto questo? Nel
settembre 2015 i governi di 193 nazioni, compresa l’Italia, hanno sottoscritto l’Agenda 2030, un programma di azione
articolato in 17 obiettivi di sviluppo sostenibile da realizzarsi entro il 2030. Questo programma non risolve tutti i
problemi esistenti, ma rappresenta una base comune da cui partire per costruire un mondo diverso e dare ai giovani la
possibilità di vivere su un Pianeta che non sia degradato: un mondo sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale,
economico. Questo libro fa il punto, attraverso la combinazione di una ricchissima selezione di fotografie e testi, sullo
stato del mondo: il clima e l’energia; la povertà e le diseguaglianze; l’economia, l’innovazione e il lavoro; il capitale
umano, la salute e l’educazione; la qualità dell’ambiente; il capitale sociale. L’introduzione di Enrico Giovannini,
portavoce dell’Alleanza Italiana per lo sviluppo sostenibile, descrive il percorso necessario per arrivare davvero a un
mondo sostenibile.

NON C'È PIÚ TEMPO. Come reagire agli allarmi ambientali
Mercalli, Luca
Siamo un pezzo di natura, lo dice la scienza ecologica, e se la natura si degrada anche noi facciamo la stessa fine.
Partiamo da dove posiamo i nostri piedi. Ogni secondo in Italia spariscono sotto cemento e asfalto 2 metri quadrati di
suolo. Eppure il suolo è la nostra assicurazione sul futuro, per produrre cibo, per filtrare l'acqua, proteggerci dalle
alluvioni, immagazzinare CO2. La sua perdita irreversibile è un grave danno per noi e per figli e nipoti. Tanto piú in
epoca di riscaldamento globale che, inducendo fenomeni meteorologici estremi – alluvioni, siccità, ritiro dei ghiacciai e
aumento dei livelli marini – minaccia il benessere dei nostri figli e nipoti. Eppure ci sono molti modi per risparmiare
energia evitando di aggravare l'inquinamento atmosferico o per non sprecare inutilmente le risorse naturali che
scarseggiano mettendo a rischio il futuro. Mercalli lo dice e lo scrive da oltre vent'anni, e propone qui un compendio
di riflessioni, prendendo lezioni di metodo e di vita da Primo Levi.

PREPARIAMOCI A VIVERE IN UN MONDO CON MENO RISORSE,
MENO ENERGIA, MENO ABBONDANZA... E FORSE PIÚ FELICITÀ
Mercalli, Luca
Mai tante crisi tutte insieme: clima, ambiente, energia, risorse naturali, cibo, rifiuti, economia. Eppure la minaccia della
catastrofe non fa paura a nessuno. Come fare? Ci vuole una nuova intelligenza collettiva. Stop a dibattiti tra politici
disinformati o in conflitto d'interessi. Se aspettiamo loro sarà troppo tardi, se ci arrangiamo da soli sarà troppo poco,
ma se lavoriamo insieme possiamo davvero cambiare. L'autore racconta il suo percorso verso la resilienza, ovvero la
capacità di affrontare serenamente un futuro più incerto, e indica il programma politico che voterebbe. Il cambiamento
deve partire dalle nostre case (più coibentate), dalle nostre abitudini, più sane ed economiche (dal consumo d'acqua ai
trasporti, dai rifiuti alle energie rinnovabili, dall'orto all'impegno civile). Oggi non possiamo più aspettarci soluzioni
miracolistiche: meglio dunque tenere il cervello sempre acceso, le luci solo quando servono.

IL MONDO SIA LODATO
Marcoaldi, Franco
Soltanto un poeta poteva compiere oggi l'azzardo di una lode del mondo, basata sull'immaginazione e sulla sensibilità.
Tornando alla forma già sperimentata del poemetto, Franco Marcoaldi sviluppa un flusso verbale dal ritmo incalzante
che orchestra i temi della vita quotidiana e dello spirito in un rimando continuo dall'universo naturale al mondo
storico, dall'autobiografia alla letteratura in una libera e viva scorribanda nei territori del pensiero analogico.
All'apparenza "II mondo sia lodato" è una preghiera laica di intonazione francescana sulla bellezza e la meraviglia del
creato. In realtà Marcoaldi loda il mondo nonostante gli infiniti turbamenti in cui incorre chi lo abita, e proprio quel
nonostante è l'anima nascosta del libro. Nel suo procedere, il poemetto attraversa l'amarezza delle cose umane nella
loro vicissitudine di violenza, malattia, depressione, morte, ma incontra anche il demone erotico, e con esso il sogno,
la fantasia, e i libri e le figure del passato che illuminano il presente. Se l'invocazione di lode resiste come un mantra è
per lo sforzo generoso di una pietas consapevole e di un'attenzione costante alle pieghe infinite e alle corrispondenze
sotterranee dell'esistenza. Cosi il poemetto che loda il mondo si fa mondo, e convoca in coro altre voci, altri poeti,
altri pensatori, in una ridda di rimandi e citazioni che immancabilmente si accordano nell'antifona ricorrente: "Mondo,
ti devo lodare". Espressione di umiltà e gratitudine nei confronti della vita.

SENZA ALIBI
Flynn, James
Il dibattito sul riscaldamento globale è forse il più importante confronto pubblico che l'umanità abbia mai affrontato.
Ne va della sopravvivenza della nostra specie, e non in un lontano futuro, bensì tra pochi anni. Se i climatologi dicono
il vero (e non c'è ragione di dubitarne), il "punto di non ritorno" - il momento oltre il quale qualsiasi intervento umano
sarebbe ormai inutile - si situa intorno al 2050, tra meno di 35 anni. Conviene quindi conoscere i termini del
problema, perché tutti noi saremo presto chiamati a fare delle scelte su scala planetaria per la prima volta nella storia.
E per decidere bisogna sapere. È questo che ha spinto James Flynn a scrivere questo libro. Essendo autore
notoriamente attento ai temi più accesi del dibattito pubblico, Flynn si è reso conto che è terribilmente difficile
districarsi tra le migliaia di pubblicazioni sulla crisi climatica globale. A chi credere tra i molti che ne parlano? Ci sono
"negazionisti" che non credono ai dati scientifici e spingono per non fare assolutamente nulla e ci sono ambientalisti un
po' ingenui che pensano che l'umanità rinuncerà volentieri al benessere pur di abbassare il livello di C02 dell'atmosfera.

LA SESTA ESTINZIONE
Kolbert, Elizabeth
La specie che, a un certo punto della sua storia, si è autonominata "specie dell'homo sapiens", nel corso della sua
"evoluzione" ha alterato profondamente la vita del pianeta. Tra le catastrofi da essa causate, cinque sono state così
grandi da meritare il nome di "Big Five". Questo libro, che ha avuto uno strabiliante successo al suo apparire negli Stati
Uniti, ripercorre la storia dei "Big Five" per gettare luce su un altro allarmante evento che gli esseri umani stanno
producendo. È presto per dire se esso è comparabile, per forza e portata, ai "Big Five", ma è in corso ed è noto col
nome di Sesta Estinzione. Dalla foresta pluviale amazzonica alla cordigliera delle Ande, dalla Grande Barriera Corallina
alla moria di organismi riscontrabile nel giardino di casa propria, Elizabeth Kolbert conduce il lettore nei luoghi di
questa Estinzione attraverso un avvincente racconto in cui all'entusiasmo per le nuove, recenti conoscenze
sull'argomento si unisce l'orrore che esso comporta.

I FIGLI DEI GIORNI
Galeano, Eduardo
Questo libro è un'insolita agenda, dove i giorni passati rinascono nei giorni presenti. Da ogni pagina ha origine un
racconto, un evento dimenticato o conosciuto in altro modo. In ciascuna data rivivono figure provenienti da tutte le
epoche e da ogni parte del mondo: i personaggi famosi, i cui nomi sono ricordati dalla Storia ufficiale, ma soprattutto
gli umiliati di sempre, gli schiavi, i popoli colonizzati, i ribelli sconfitti, gli emarginati. Sono loro, "gli invisibili che
meritano di essere guardati, gli inascoltati che hanno qualcosa da dire", i protagonisti di queste brevi, essenziali storie,
scritte da Eduardo Galeano con un linguaggio poetico e dissacrante e un'ironia che non perdona nessuna ingiustizia,
dall'abitudine alla guerra alla violenza contro le donne, dalle perversioni della religione alla devastazione della Terra.
Sono loro a indicarci la realtà più autentica, a mostrarci come sono andate davvero le cose, se solo impariamo ad
ascoltarli. Anche se, riconosce l'autore, "non è facile sentire questi sussurri, quando ci siamo adattati a una vita
trasformata in un gigantesco e clamoroso spettacolo".

IL CLIMA CHE CAMBIA
Carraro, Carlo – Mazzai, Alessandra
La temperatura media globale è in crescita ormai da più di cent'anni. Con sempre maggiore frequenza eventi estremi
come uragani, piogge torrenziali o siccità prolungate rovesciano sul nostro habitat e le nostre vite i loro effetti
disastrosi. Al pari della disoccupazione e delle crisi monetarie internazionali, il cambiamento climatico è uno dei grandi
problemi economici (oltre che etici) da fronteggiare. Possiamo ancora farlo? La direzione giusta - ci indicano gli autori
è quella dello sviluppo sostenibile: una strada che, agendo con urgenza, è ancora possibile percorrere.

TRASH. Tutto quello che dovreste sapere sui rifiuti
Martin, Piero – Viola, Alessandra
I rifiuti parlano di noi e della civiltà che abbiamo sviluppato, eppure ne sappiamo ancora pochissimo. Li produciamo da
duecentomila anni e stiamo appena iniziando a capire che sono un enorme problema, ma anche un'opportunità.

A QUALCUNO PIACE CALDO
Caserini, Stefano
Nell’informazione sui cambiamenti climatici si assiste a una pericolosa biforcazione. Da un lato, la quasi totalità degli
scienziati concorda nell’individuare le attività umane quali principali responsabili dell’aumento di CO2 nell’atmosfera e
quindi della crescita delle temperature globali; dall’altro, sui media trovano spazio argomentazioni che di scientifico
spesso hanno poco e che negano qualunque valore all’imponente mole di evidenze che si va accumulando. Per
riportare il dibattito entro i limiti di una discussione scientificamente corretta, in “A qualcuno piace caldo” si
analizzano le posizioni dei “negazionisti” evidenziandone, con ironia e senza tecnicismi, le fragilità, le incoerenze, le
manipolazioni e, in alcuni casi, i condizionamenti esercitati da lobby e gruppi di pressione. Una lettura indispensabile
per comprendere un fenomeno che tocca molto da vicino la vita di ciascuno di noi.

COLLASSO. Come le società scelgono di morire o vivere
Diamond, Jared
Sono molte le civiltà del passato che parevano solide e che invece sono scomparse. E se è successo nel passato,
perché non potrebbe accadere anche a noi? Diamond si lancia in un ampio giro del mondo alla ricerca di casi
esemplari con i quali mettere alla prova le sue teorie. Osserva somiglianze e differenze, storie e destini di antiche
civiltà (i Maya, i Vichinghi, l'Isola di Pasqua), di società appartenenti al Terzo Mondo (Ruanda, Haiti, Repubblica
Dominicana) o che nel giro di un solo secolo si sono impoverite, e individua le cause principali che stanno dietro al
collasso: degrado ambientale, cambiamento climatico, crollo dei commerci, avversità dei popoli vicini, incapacità
culturali e politiche di affrontare i problemi.

I GUERRIERI DELL'ARCOBALENO
Clima, Gabriele
Tim ha tredici anni, e sa che la sua vita non è tutta in quel cantiere nautico dove lavora. Quando in città arrivano quei
tipi strani coi capelli lunghi, quegli hippy come li chiama papà, Tim vuole conoscerli; perché parlano di cose che lui non
ha mai sentito, parlano di impegno, di ambiente, di cambiare il mondo. Vogliono andare fino in Alaska a fermare
un'esplosione nucleare. Perciò una mattina, non visto, Tim si imbarca sul Greenpeace. Ha così inizio il viaggio di un
piccolo gruppo di eroi che darà vita al più grande movimento ambientalista della storia.

TU SEI IL MIO MONDO
Fombelle, Timothée de
Quando una storia d'amore diventa impegno ecologico. Una riflessione sull'ambiente e il futuro del pianeta in cui
ritroviamo tutta la poesia di Timothée De Fombelle, l'autore di Tobia. Celeste è comparsa una mattina nell'ascensore
e poi rieccola a scuola, in classe. E dopo? Celeste è sparita e ha lasciato un piccolo cuore infranto. Dov'è Celeste?
Celeste è malata, ma di una strana malattia: tutte le ferite del mondo appaiono sul suo corpo. Sulla fronte ha una
piccola macchia, come un cuore smangiato. Quella macchia ricorda qualcosa: l'ultimo ettaro di foresta amazzonica. E la
spalla? La pelle è spelata e disegna nettamente i contorni dell'Artide. La desertificazione dell'Africa, l'immersione delle
coste indiane, tutte le catastrofi ecologiche del mondo appaiono sul corpo di Celeste. Non si può curare Celeste, per
salvarla si deve curare il mondo, ma come fare? L'!ndustry - una delle aziende più grandi del mondo - non vuole che la
notizia venga diffusa e tiene Celeste nascosta...e allora? Che cosa fare? Rapire Celeste e cercare di avvisare tutte le
persone del pianeta... Timothée De Fombelle è nato nel 1973. Dopo essere stato insegnante di lettere, presto si è
dedicato al teatro. Nel 1990 ha creato una compagnia, per la quale scrive testi di cui poi cura personalmente la regia.
Da allora, non ha mai smesso di scrivere per il teatro.

L’ALBERO AL CENTRO DEL MONDO
Jacobs, Jaco
Marnus, tredici anni, si sente invisibile. Ad attirare le attenzioni dei genitori, infatti, ci pensano i suoi fratelli: Donovan,
adolescente tutto muscoli con in testa solo le ragazze, e Adrian, nove anni e un'intelligenza fuori dal comune. Un
giorno alla porta di casa loro bussa una ragazza, ma stranamente non è lì per le lezioni di bacio a pagamento di
Donovan, l'ultimo eccentrico business messo in piedi da Adrian. Leila – così si chiama – sta raccogliendo firme per una
petizione. C'è da difendere un albero, l'albero che per lei significa tutto e che il comune vuole abbattere per far posto
a un gasdotto. Sorprendendo anche se stesso, Marnus si arrampica insieme a Leila, deciso a non scendere finché la
loro causa non sarà vinta. Presto i due capiranno che non sono i soli ad avere qualcosa per cui lottare: il loro gesto
attira come una calamita tantissime persone, tutte diverse e ognuna con una storia da raccontare.

L’ESPLORATORE
Rundell, Katherine
Mentre sorvola la Foresta Amazzonica, un piccolo velivolo precipita per un malore del pilota. I quattro ragazzini a
bordo sono illesi. Presto si rendono conto di essere soli: non ci sono adulti nei paraggi, nessuno a cui chiedere aiuto.
Sta a loro trovare di che nutrirsi e proteggersi. Quando in una scatolina di tabacco scoprono una mappa che indica un
misterioso punto X, si avventurano sul fiume a bordo di una zattera improvvisata. Il viaggio è più travagliato del
previsto e, una volta arrivati alla meta, i quattro si trovano davanti una città abbandonata. Tra le rovine abita un uomo
vestito in modo strano e loro cominciano a chiamarlo l’Esploratore.

IL MONDO SOMMERSO
Ballard, James G.
Lo scienziato Robert Kerans fa parte di una squadra di ricercatori diretta dal colonnello Riggs che ha l'incarico di
perlustrare quel che resta di intere città sommerse dalle acque in seguito a una catastrofe naturale di dimensioni
straordinarie. Una sessantina di anni prima delle tempeste solari hanno causato un surriscaldamento globale che a sua
volta ha prodotto lo scioglimento dei ghiacci polari e quindi un innalzamento delle acque a livello planetario. Ora, con
temperature roventi, tropicali anche ai poli, e in mezzo a lagune malsane, ci si trova di fronte a metropoli
irriconoscibili, precipitate come sono in un'atmosfera primordiale, e ai sopravvissuti di una civiltà scomparsa,
psicopatici, malnutriti, contaminati dalle radiazioni.

UN MARE DI PLASTICA
Borgogno, Franco
Quasi 5500 miliardi di pezzi di plastica galleggiano nei mari di tutto il mondo. Circa trecentomila tonnellate, cinquanta
grammi per ogni essere umano presente sulla Terra. Numeri in continua, esponenziale crescita: si stima che nel 2050 il
peso delle plastiche in mare supererà quello dei pesci. Queste sono le dimensioni del problema 'rifiuti di plastica'
nell'oceano. Negli ultimi anni il tema ha conquistato un interesse crescente e in molti, dal papa all'Onu, dalle stelle di
Hollywood alla Commissione Europea, hanno sollecitato attenzione e soluzioni. Ma l'argomento resta ancora poco
conosciuto. Nell'agosto 2016 un gruppo di ricercatori ha percorso il mitico passaggio a Nord Ovest, dalla Groenlandia
al Canada Occidentale, per raccogliere dati sulla presenza di plastiche e microplastiche in quel tratto estremo del mare
Artico, luogo preziosissimo per la fauna marina. Franco Borgogno ha partecipato per l'European Research Institute alla
spedizione organizzata dal 5 Gyres Institute, ong specializzata nello studio e nella divulgazione sul tema plastic
pollution. Attraverso il racconto del viaggio e dell'esperienza di ricerca, l'autore ci aiuta a prendere coscienza del più
grave e diffuso inquinamento moderno, guidandoci ai comportamenti da evitare, nella vita di ogni giorno, per non
compromettere il mare e il futuro del nostro pianeta.
QUALCOSA LÀ FUORI
Arpaia, Bruno
Pianure screpolate, argini di fango secco, fiumi aridi, polvere giallastra, case e capannoni abbandonati: in un’Europa
prossima ventura, devastata dai mutamenti climatici, decine di migliaia di «migranti ambientali» sono in marcia per
raggiungere la Scandinavia, diventata, insieme alle altre nazioni attorno al circolo polare artico, il territorio dal clima
più mite e favorevole agli insediamenti umani. Livio Delmastro, anziano professore di neuroscienze, è uno di loro. Ha
insegnato a Stanford, ha avuto una magnifica compagna, è diventato padre, ma alla fine è stato costretto a tornare in
un’Italia quasi desertificata, sferzata da profondi sconvolgimenti sociali e politici, dalla corruzione, dagli scontri etnici,
dalla violenza per le strade. Lì, persi la moglie e il figlio, per sedici anni si è ritrovato solo in un mondo che si sta
sfaldando, senza più voglia di vivere, ma anche senza il coraggio di farla finita. Poi, come migliaia di altri, ha pagato guide
ed esploratori e ora, tra sete, fame e predoni, cammina in colonna attraverso terre sterili, valli riarse e città in rovina,
in un continente stravolto e irriconoscibile… Un romanzo visionario e attualissimo, che ci fa vivere le estreme
conseguenze del cambiamento climatico già in atto e realizza quel «ménage à trois» fra scienza, arte e filosofia che,
come sosteneva Italo Calvino, costituisce la vocazione profonda della migliore letteratura italiana.

SOLAR
McEwan, Ian
Pochi altri autori riescono come McEwan a far appassionare il lettore ai destini di personaggi quantomeno discutibili,
"eroi" che attraggono in misura proporzionale al disgusto che suscitano. È il caso di Michael Beard: basso, grasso,
inverosimile seduttore, fedifrago patentato e marito seriale al quinto matrimonio, a poco più di cinquant'anni è ormai
uno svogliato e dispotico burocrate della scienza da quando la genialità, che pure in gioventù gli valse il Nobel per la
Fisica, lo ha abbandonato. Da successore di Einstein ad almanacco vivente dei sette peccati capitali (con una certa
predilezione per gola e lussuria): la parabola esistenziale di Beard sembra condurlo inesorabilmente verso la
malinconica contemplazione della propria decadenza. Almeno fino al giorno in cui gli viene affidato il Centro nazionale
per le energie rinnovabili: tra i suoi sottoposti non tarda a mettersi in luce un giovane, Tom Aldous, tanto brillante
quanto ingenuo (almeno agli occhi del cinico Beard) nella sua aspirazione a "salvare il mondo". Eppure il progetto di
Tom non è cosi campato per aria se, come dice, la sua scoperta è in grado di risolvere una volta per tutte i problemi
energetici del pianeta. L'incontro tra il giovane ricercatore e il maturo scienziato avrà sviluppi inaspettati: un intreccio
che, lungi dall'essere fine a se stesso, è l'occasione per un confronto spietato con una morale collettiva indifferente, al
di là degli slogan, ai rischi del riscaldamento globale.

IMPERFEZIONE. UNA STORIA NATURALE
Pievani, Telmo
Noi siamo il risultato di una serie di imperfezioni che hanno avuto successo. Il nostro cervello e il nostro genoma, due
tra i sistemi più complessi che la natura abbia prodotto, sono pieni di imperfezioni. Sono le strutture imperfette a farci
capire come funziona l’evoluzione, che non è un ingegnere che ottimizza le sue invenzioni ma un artigiano che fa quel
che può e trasforma con fantasia il materiale a disposizione, arrangiandosi e rimaneggiando. Anche la storia naturale
che ci ha condotto fin qui è un catalogo di imperfezioni che hanno funzionato, a partire da quella infinitesima
deviazione nel vuoto quantistico primordiale da cui nacque l’universo. Il filosofo della scienza ed evoluzionista Telmo
Pievani, tra gli scrittori di scienza italiani più affermati, ritorna con un saggio sorprendente in cui Lucrezio e la scienza
del XXI secolo vanno a braccetto. Ripercorrere la storia dell’imperfezione è importante perché oggi una potentissima
specie imperfetta domina il pianeta: dunque, comprereste un’auto usata da Homo sapiens?

L'ANIMA SMARRITA
Tokarczuk, Olga
"Se qualcuno fosse in grado di guardarci dall'alto, vedrebbe che il mondo è pieno di persone che corrono in fretta e
furia. sudate e stanche morte nonché dello loro anime in ritardo, smarrite."

QUANTA TERRA SERVE A UN UOMO
Heurtier, Annelise – Urwiller, Raphaël
Sul suo fazzoletto di terra, nella Siberia orientale, il contadino Pachòm vive con la moglie e i loro tre bambini. Non è
ricco, ma alla sua famiglia non manca nulla. Tuttavia, nel suo piccolo campo spazzato dai venti, Pachòm ci sta stretto.
"Se solo avessi più terra" sospira guardando al di là del recinto "potrei essere davvero felice."
IL SOGNO DEL NAUTILUS
Almond, David
Le acque degli oceani hanno sommerso ogni cosa. Il mondo intero è sprofondato negli abissi. Ora ad attraversare il
Tower Bridge non sono i londinesi, ma i delfini. E ad ammirare il Davide di Donatello o la Fontana di Trevi, neanche
una persona. Solo capodogli e squali. Balenottere azzurre e pesci scorpione sguazzano ai piedi della grande Muraglia e
della Sfinge come un tempo schiere di esseri umani. Insieme ai tonni che s’interrogano sul significato della Statua della
Libertà, anche tutti gli altri abitanti del mare si domandano il perché di quei monumenti, il loro senso. E anche il
perché della scomparsa dell’umanità. Umanità che però continua a vivere nei sogni, nelle storie e nelle canzoni del
popolo del mare.

ALBERI SAPIENTI ANTICHE FORESTE
Zovi, Daniele
Siamo abituati a guardare le piante che ci circondano con indifferenza. Nel millennio dell’iperconnessione, dei social,
della corsa all’ultimo dispositivo tecnologico e della facilità di spostamento abbiamo perso il nostro rapporto con gli
alberi. Lo sviluppo delle città ci ha portato ad allontanarci dalla natura: non conosciamo più i nomi degli alberi, non
sappiamo capirne lo stato di salute, l’età, la storia né, spesso, prendercene cura. Recuperare un legame con gli alberi,
imparare a conoscerli e amarli, tuttavia può essere un modo per ritrovare noi stessi, per metterci in contatto con le
nostre radici. Daniele Zovi, camminatore infaticabile e sensibilissimo osservatore della natura, negli anni, ha imparato
ad ascoltare e interpretare i suoni che vengono dagli alberi: ha attraversato i sentieri che tagliano i boschi alpini di
conifere, ha perlustrato le antiche foreste croate e slovene, si è arrampicato fino alle cime dei Picos de Europa, in
Spagna, ha contemplato il più vecchio eucalipto al mondo, il Giant Tingle Tree, in Australia; seguito i semi dell’abete
rosso vorticare nel vento prima di atterrare sulla neve o la chioma contorta di secolari pioppi bianchi grandi come
piazze; ha rincorso le specie pioniere, gli alberi coloni che si sviluppano in territori abbandonati; analizzato cortecce e
radici, fronde e resine…
Un bosco, ci dice, non è solo l’insieme degli alberi che lo compongono, e neppure la somma di flora e fauna. Un bosco
è il risultato di azioni e reazioni, alleanze e competizioni, crescita e crolli. Un mondo mobile, che sebbene continuiamo
a sforzarci di studiare e catalogare, limitare e controllare, resterà sempre un selvaggio, vibrante spazio di meraviglia.
Zovi guida il lettore in questo spazio, addentrandosi sempre più nel folto della foresta, alla ricerca dello spirito del
bosco. Una ricerca che, pagina dopo pagina, appare sempre più come una ricerca del nostro spirito.

LA CREAZIONE
Buzzati, Dino
Nella raffinata collana dei “Lampi light”, che contengono anche un manifesto del disegno di copertina, Orecchio
Acerbo ha realizzato un bellissimo racconto di Dino Buzzati, “La creazione” con le illustrazioni fantasmagoriche di
Gerda Martens, estone ma con una formazione e una carriera artistica realizzate in Italia. Il racconto di Buzzati è
straordinario come soltanto un autore così particolare potrebbe aver concepito, tra l’ironico e il fantastico, in bilico
tra il mondo delle favole e l’apologo morale. La storia si svolge nell’universo, realizzato dall’Onnipotente “con
fantasiosa irregolarità” e anche con “un certo compiacimento” quando però uno degli angeli più alacri, un certo
Odnom, che non aveva le ali come l’iconografia dei pittori antichi ci ha abituato a pensare, si affanna per attirare
l’attenzione del Creatore con un piccolo progetto conclusivo di quell’opera magnifica: la Terra. L’Onnipotente che
ovviamente già è consapevole di questo dettaglio dell’universo perché sa tutto, fa finta di essere sorpreso di questo
nuovo lavoro, ma poi lo approva perché gli viene presentata una miriade di progetti riguardanti un divertente
fenomeno: la vita. Quindi si affollano davanti al Massimo Fattore gli spiriti disegnatori con i progetti più curiosi e
svariati, suddivisi secondo i loro vari “temperamenti”, per esempio la schiera degli umili con progetti di
microorganismi, insetti e muschi. Poi vengono i genialoidi che ci tengono a fare colpo presentando creature complicate
di cui alcune vengono bocciate (tipo i draghi a sette teste). E così via fino al dibattito tra i progettisti di cammelli e
quelli di dromedari e le risate generali che accolgono l’elefante e i dubbi che suscitano quei bestioni dei dinosauri.
Mentre procede la creazione, la più varia possibile, si fa avanti un progettista antipatico a tutti, un petulante che vuole
a tutti i costi presentare il più sgradevole dei progetti: l’uomo e la donna. Il Creatore però sembra assai perplesso
anche perché esseri di quel tipo sarebbero capaci di combinargliene di tutti i colori. Però mentre tutti festeggiano i
progetti approvati quel noioso con lo scartafaccio sul progetto più folle e più osteggiato non si stanca di tirare la giacca
dell’Onnipotente fino a che questo alla fine si arrende a tanta insistenza solo per stanchezza e dice: “Da’ qua”
afferrando il progetto per la creazione della prima coppia dell’umanità.
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