LETTERATURE COMPARATE 2020-2021 - PROF.SSA SERGIA ADAMO - Moodle@Units
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Jorge Luis Borges 1899-1986
Italo Calvino 1923-1985
Livro do desassossego [1982]
Pierre Menard , autor del Quixote 1939
Se una notte d’inverno un viaggiatore 1979
Fernando Pessoa 1888-1935
Fernando Pessoa 1888-1935 Lisbona Giovinezza a Durban Rientro a Lisbona nel 1905 Corrispondente commerciale in ditte di import-export Opera pubblicata a partire dal 1942 Livro do desassossego, 1982 (postumo)
Livro do desassossego 1982 Bernardo Soares
Eteronimi Bernardo Soares Alberto Caeiro Ricardo Reis Alvaro de Campos
Bernardo Soares Contabile di Lisbona Alla finestra Autore di un journal intime Libro-progetto Work-in-progress
Pur non essendo la sua personalità la mia, dalla mia non è diversa, ma ne è una semplice mutilazione: sono io senza il raziocinio e l’affettività F. Pessoa su Bernardo Soares
Jorge Luis Borges 1899-1986
Pierre Menard , autor del Quixote 1939
Italo Calvino 1923-1985
Se una notte d’inverno un viaggiatore 1979
Ipertesti Gli ipertesti sono testi registrati su memoria magnetica, in cui le singole sotto-unità (che possono essere indifferentemente pagine, capitoli, paragrafi, frasi, brani, ecc.) non sono disposte, e quindi leggibili, secondo un ordine sequenziale (come le pagine, o i paragrafi, o i capitoli, all'interno di un libro), bensì secondo un ordinamento reticolare: in questo modo, da ogni sotto-unità di un ipertesto - che viene chiamata nodo - si può accedere direttamente a qualsiasi altra sotto-unità ad essa collegata. I collegamenti tra le sotto-unità sono gestiti mediante links, legami arbitrari che l'utente istituisce liberamente, e che possono venir modificati ad ogni uso successivo del testo.
Ipertesti Caratteristiche Mancanza di linearità sequenziale Organizzazione reticolare delle unità testuali Possibilità di infinite letture Labilità della distinzione autore/lettore Possibilità di espansione del testo
Ipertesti e autorialità Bachtin sul romanzo moderno come luogo della plurivocità, come contenitore di generi, di voci, di culture; attraversando la nozione di intertestualità, intesa come interazione testuale che si verifica all'interno di un solo testo (Kristeva 1969, 1970) architesto di Genette (1979) concetto di testo (Lotman 1981: 252) come produttore di significati all'interno della semiosfera: "... un testo è fatto di scritture molteplici, provenienti da culture diverse e che intrattengono reciprocamente rapporti di dialogo, parodia o contestazione; esiste però un luogo in cui tale molteplicità si riunisce, e tale luogo non è l'autore, come sinora è stato affermato, bensì il lettore: il lettore è lo spazio in cui si inscrivono, senza che nessuna vada perduta, tutte le citazioni di cui è fatta la scrittura; l'unità di un testo non sta nella sua origine ma nella sua destinazione... prezzo della nascita del lettore non può essere che la morte dell'Autore." Naturalmente l'indebolimento dell'autore è una prospettiva destinata a suscitare perplessità e interrogativi, soprattutto riguardo alla tenuta letteraria della narrativa basata su procedimenti combinatori: proprio in quanto è la presenza dell'autore a garantire invece un percorso, il percorso all'interno dell'opera, e quindi la presenza del tempo nella storia (Nota 32). D'altra parte i periodici preannunci di Morte (dell'Autore, del Romanzo, della Letteratura, ecc.) andrebbero considerati senza eccessivi allarmismi: di solito non sono altro che spie della difficoltà, che tutti abbiamo, di capire e accettare fino in fondo le situazioni di mutamento; e nella dimensione ipermediale l'indebolimento della figura dell'autore non è un postulato astratto, filosofico o ideologico, è piuttosto un fenomeno percepibile, da interpretare in quanto legato alle mutate condizioni di organizzazione materiale dei testi. Anche Socrate si lamentava del fatto che la scrittura provoca la Morte dell'Autore, in quanto separa il testo dal suo locutore, allontana l'autore dalla realtà della situazione comunicativa, toglie la possibilità di discutere faccia a faccia del contenuto dell'opera. Adesso però sappiamo che non di morte si trattava, ma di una ridefinizione delle funzioni dell'autore: anzi, sappiamo anche che la scrittura ha potenziato la figura dell'autore, pur modificandone i contorni rispetto alle coordinate della cultura orale. Nelle pagine precedenti abbiamo tentato di seguire questa strada, di illustrare cioè il fenomeno degli ipertesti (o di come vorremo chiamarli un domani) come strettamente legato alle possibilità di lettura offerte dalle memorie ad accesso casuale. Questo è un dato di fatto, è un portato dell'innovazione tecnologica, a partire dal quale, e non in alternativa al quale è opportuno pensare ai futuri sviluppi della lettura e della scrittura. Il supporto esiste, e offre rispetto al libro a stampa determinate possibilità: l'autore, lungi dal dover morire per questo, è libero di usarle o non usarle per quello che sono, e di metterci dentro quello che il talento, il mestiere, la voglia di sperimentare o altro gli suggeriranno di metterci. In questa prospettiva, allora, la Morte dell'Autore andrebbe vista piuttosto come una necessità - sentita dell'autore stesso - di ripensarsi, di vedersi nella sua stratificazione interna, di accettare insomma una sorta di "io multiplo" come quello evocato da Calvino nell'ultima delle sue Lezioni americane, dedicata appunto alla Molteplicità: "Qualcuno potrà obiettare che più l'opera tende alla moltiplicazione dei possibili più s'allontana da quell'unicum che è il self di chi scrive, la sincerità interiore, la scoperta della propria verità. Al contrario, rispondo, chi siamo noi, chi è ciascuno di noi se non una combinatoria d'esperienze, d'informazioni, di letture, d'immaginazioni? Ogni vita è un'enciclopedia, una biblioteca, un inventario d'oggetti, un campionario di stili, dove tutto può essre continuamente rimescolato e riordinato in tutti i modi possibili." (1988: 120).
Questa molteplicità, che caratterizza il testo letterario anche quando non è percepibile a livello superficiale, provoca un rovesciamento dei ruoli tra autore e lettore: se il testo è molteplice, stratificato, allora la decisione sui percorsi da compiere spetta al lettore, non dipende soltanto dalla strategia dell'autore. Per questo secondo aspetto, e cioè lo spostamento dell'attenzione sulla figura del lettore, sarà allora da considerare il filone dell'ermeneutica dell'interpretazione fino alle posizioni di Iser (1976), accanto al decostruzionismo e a tutto il post-strutturalismo americano, e alle proposte di Eco (1979) nel Lector in fabula. Entrambi questi aspetti, molteplicità del testo e attenzione alla figura del lettore, portano indubbiamente verso un indebolimento della figura dell’autore.
Lezioni americane Molteplicità "Qualcuno potrà obiettare che più l'opera tende alla moltiplicazione dei possibili più s'allontana da quell'unicum che è il self di chi scrive, la sincerità interiore, la scoperta della propria verità. Al contrario, rispondo, chi siamo noi, chi è ciascuno di noi se non una combinatoria d'esperienze, d'informazioni, di letture, d'immaginazioni? Ogni vita è un'enciclopedia, una biblioteca, un inventario d'oggetti, un campionario di stili, dove tutto può essere continuamente rimescolato e riordinato in tutti i modi possibili."
Ipertesti letterari Letteratura elettronica Opere fondanti: Michael Joyce, Afternoon, 1987 Judy Malloy, Uncle Roger (1986) John McDaid, Uncle Buddy's Phantom Funhouse (1993) Shelley Jackson, Patchwork Girl (1995) Bill Bly, We Descend (1997) https://directory.eliterature.org/works/by-year https://vimeo.com/363445600 https://www.artaigallery.com/products/it-is-all-here
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