PANDEMIE NELLA STORIA LA PESTE NERA - Elena Cigolini
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INTRODUZIONE La peste nera è una pandemia che ha avuto origine da un focolaio ai piedi dell'Himalaya che nel 1331 arrivò in Cina e rappresenta una delle più grandi catastrofi europee. Questa pandemia si espanse velocemente in tutto il mondo e nel giro di qualche anno arrivò anche in Italia, più precisamente nel 1346. Questa pandemia colpì la popolazione indistintamente sia da un punto di vista del genere (donne, uomini, anziani e bambini) che da un punto di vista dello stato sociale (poveri, contadini, viandanti, commercianti, dotti, papi, imperatori e re, nobili e artigiani, clero ed autorità cittadine) mettendo sullo stesso piano tutte le persone, indipendentemente da chi fossero.
QUADRO CLINICO DELLA PESTE NERA La peste è una malattia infettiva causata da un batterio chiamato Yersinia pestis. Si tratta di una malattia animale che può essere trasmessa all’essere umano. La trasmissione avviene nella maggioranza dei casi attraverso i morsi di pulci o pidocchi ospitati dai ratti o da animali domestici infetti. Di conseguenza visto la scarsa igiene presente nel 1300 questa pandemia ebbe una diffusione molto rapida. La colpa di questo contagio del 1300 va principalmente ai ratti che passavano indisturbati per le città, salendo sulle navi utilizzate per i commerci, andando così ad infettare le persone di città in città.
La peste presenta sintomi quali febbre, rigonfiamento dei linfonodi e difficoltà respiratorie. Se non viene curata può essere mortale. Il tempo che passa tra il contagio e la manifestazione della malattia varia tra 1 e 7 giorni.
RIMEDIO La medicina del tempo non possedeva però gli strumenti per combattere la malattia. La peste in quel periodo era attribuita alla corruzione dell’aria provocata da una cattiva congiunzione degli astri. I rimedi dell’epoca erano quelli di rifugiarsi in campagna, lontano dall’affollamento delle città , chiudersi in casa, al riparo dei venti malvagi, respirare profumi, far fumo accendendo legna umida, ma soprattutto, fra i rimedi più consigliati, c’era il salasso, il quale consisteva nell’incidere una vena del malato e fargli perdere del sangue. Secondo la credenza il salasso serviva ad allontanare dal corpo gli umori corrotti e putridi e quindi la malattia.
Poi, la Chiesa avendo ipotizzato che si trattasse di un castigo di Dio, contribuì al contagio organizzando processioni quasi quotidiane in cui le folle di fedeli si infettavano.
PESTE DEL 1300 La peste del 1300 nacque ai piedi dell'Himalaya e nel 1331 arrivò in Cina dalle lunghe carovane dei mercanti. In pochi anni la popolazione dell’Impero cinese fu completamente devastata dalla peste, assistendo alle morti di tantissime persone. Da 125 milioni di abitanti passò a 90 milioni. Sempre al seguito di mercanti, nel 1346, la peste raggiunse la colonia genovese di Caffa in Crimea. A Caffa, la peste si imbarcò sulle navi genovesi, che nel 1347 contagiò la città di Messina. Da Messina infettò tutta la Sicilia per poi arrivare a Reggio Calabria. Nel 1348 l’epidemia colpì Amalfi e Napoli.
Dalla Sicilia la peste si diffuse in Nord Africa attraverso Tunisi, mentre la Sardegna e l’Elba erano state colpite via mare un po’ di tempo prima. Nel 1348 facendo scalo nei porti di Pisa e Genova, la peste si diffuse in tutta l’Italia settentrionale. Contemporaneamente, anche Venezia fu colpita attraverso la Dalmazia. A metà del 1348 la peste aveva raggiunto la Francia e la Spagna, mentre a fine anno si propagò anche in Inghilterra. Successivamente il contagio colpì Paesi Bassi, Svizzera, Germania, Austria e Ungheria. A metà del 1349 giunse in Scandinavia, nel 1350 in Svezia e nel 1351-52 l’attuale Russia.
PESTE DEL 1630 La diffusione in tutto il Nord nel corso del 1630 fu molto rapida e oltre a causare ingenti danni all'economia spesso le persone malate o morte venivano abbandonate. Feste e viaggi furono vietati e con delle ronde le autorità controllavano i punti di accesso alla città in modo tale da non far entrare persone contagiate. Gli untori, coloro che erano accusati di spargere il contagio, vennero puniti. Gli untori erano coloro che, si diceva, per conto del diavolo ungevano le porte con una poltiglia formata da vari ingredienti tra i quali lo sterco di animale.
I ricchi, a differenza della maggior parte delle persone contagiate, venivano curati a casa, mentre gli altri venivano trasferiti nel lazzaretto, luogo di confinamento e d'isolamento dove potevano avere cure gratuite da medici coperti da lunghe vesti e da maschere. Le famiglie del malato ricevevano cibo gratuito.
LA PESTE NELLA LETTERATURA La peste del 1300 venne citata in una famosa opera di Boccaccio il Decameron. Quest’opera parla di dieci giovani che si rifugiano in campagna lasciando la loro città, nella quale era presente l’ondata di peste. Ogni giorno a turno i giovani raccontavano una novella su un tema scelto dal re o dalla regina della giornata. La peste funge da cornice a quest’opera.
Un’altra opera famosa nella quale si ritrova la peste è quella di Manzoni, “ I promessi sposi”. I promessi sposi parlano delle nozze di Renzo e Lucia che vengono impedite da Don Rodrigo che minaccia Don Abbondio, il quale non celebrerà il matrimonio. Renzo e Lucia saranno costretti a scappare e a dividersi. Lucia viene accolta nel monastero della monaca di Monza, mentre Renzo si sposterà spesso compiendo molte peripezie. Nel monastero Lucia viene ingannata e poi rapita dall’ Innominato che lavora per Don Rodrigo. Successivamente l’Innominato si pente liberando Lucia e nello stesso momento Don Rodrigo muore di peste che arriva a Milano nel 1630. Infine, Renzo e Lucia si ritrovano e finalmente si sposano. L’opera de “I promessi sposi” fece conoscere in tutto il mondo la peste del 1630.
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