Le raccolte locali: opinioni a confronto - FOCUS - Biblioteche Oggi
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FOCUS Le raccolte locali: opinioni a confronto ALBERTO SALARELLI Dipartimento di Discipline umanistiche, sociali e delle imprese culturali, Università degli studi di Parma DOI: 10.3302/2421-3810-202101-045-1 alberto.salarelli@unipr.it Introduzione alla tavola rotonda di approfondimento»3. Il perché di questa eclissi rimane una questione meritevole di approfondimento; ci limi- Il diradarsi, da una ventina di anni a questa parte, dei tiamo in questa sede a qualche spunto di riflessione. contributi nella letteratura biblioteconomica italiana re- Se è vero che la ricerca storica di ambito locale, come lativi alle raccolte di ambito locale è un’evidenza difficil- dicevamo, è stata uno dei motori di interesse in grado mente contestabile. Dopo la vivace stagione degli studi di stimolare nel recente passato la riflessione delle bi- sul tema culminata, e ben presto terminata, alla fine blioteche pubbliche attorno al tema della preservazione del secolo scorso con il lavoro seminale di Rino Pen- e valorizzazione delle fonti, bisognerebbe innanzitutto sato1 – una stagione coincisa con un revival degli studi chiedersi in che stato di salute versi oggi tale tendenza storici di ambito locale2, fenomeno che può essere fat- storiografica. to risalire al periodo post-sessantottino, caratterizzato Ci sentiamo di affermare che essa – pur in un conte- da un lato dalla crisi dei principali modelli ideologico- sto generale di tormento che la storia vive in relazione interpretativi con la conseguente necessità di riscrivere alla progressiva perdita di importanza della dimensione la storia partendo da nuove basi spaziali e documentali diacronica quale chiave interpretativa della contempo- e contestualmente, dall’altro lato, dalle nuove compe- raneità – appare ai nostri occhi come un filone alquanto tenze degli enti locali in tema di beni culturali a seguito vivace, se ammettiamo che tale categoria possa esse- della devoluzione dei poteri alle Regioni – pochissime re misurata in base al numero di cultori coinvolti nelle sono state le occasioni per una significativa ripresa ricerche e alle risultanze da tali ricerche generate: studi, del discorso, come se esso fosse ormai collocato in pubblicazioni di fonti, siti web, gruppi di discussione posizione defilata rispetto a «tematiche più cool, che sui social. Insomma, ha osservato Isabella Zanni Ro- hanno conquistato posizioni di privilegio nella consi- siello, «che l’interesse per la memoria e la storia locale, derazione professionale, egemonizzando i seminari di sia pure inteso nella sua sfaccettata polisemia, sia a aggiornamento, i convegni, le riviste di divulgazione e tutt’oggi diffuso, è indubbio. Tanto diffuso che, per ri- Per tutti i siti web la data di ultima consultazione è il 29 aprile 2021. 1 Cfr. [Pensato, 2000]. 2 La cerimonia ufficiale di benedizione da parte degli storici accademici italiani nei confronti della storiografia locale ebbe luogo durante il conve- gno pisano del dicembre 1980 i cui atti sono stati pubblicati in [Violante, 1982]. Di tutt’altro segno – ma di uguale evidenza nei confronti di un interesse verso la ricerca sui territori locali – la pubblicazione, a partire dal 1977, della serie dedicata alle regioni nell’alveo della Storia d’Italia edita da Einaudi. 3 [Rasetti, 2013, p. 128]. Biblioteche oggi Trends • giugno 2021 45
prendere le parole di Cantimori […], sarebbe sciocco soprattutto, come l’impegno di centinaia di docenti nel negarlo o ignorarlo»4. coinvolgimento dei loro studenti in percorsi di ricerca in È difficile non leggere dietro questo fervore di iniziative grado di affinare le capacità di lettura delle stratificazio- una risposta nei confronti dei rischi di una omogeneiz- ni cronologiche7 rappresenti un veicolo di esperienze zazione della cultura in termini globali: si tratta di una diffuse e significative, esperienze che non dovrebbero visione delle cose che, se sul piano politico ha fecon- essere derubricate in modo frettoloso come sottopro- dato il terreno per nuovi nazionalismi, nel campo della dotti (variamente denominabili: identitarismo, eruditi- ricerca storica ha alimentato un ulteriore trasporto ver- smo, rimembranza ecc.) della “vera” storia8. so orizzonti territoriali più limitati, quelli più prossimi alla Torniamo perciò ai documenti, dal momento che la vi- dimensione ove si svolge la vita quotidiana, ovvero una vacità che caratterizza la storia locale oggi si riflette in dimensione – come ha scritto Marco De Nicolò – «che teorizzazioni e in pratiche molto differenti che si affian- dia modo di scoprire identità più omogenee, più com- cano, senza soppiantarle, alle strategie di ricerca più patte, in grado di ancorare gli studi a una comunità di tradizionali: ci riferiamo alla public history, alla digital hi- cui si riescano a vedere solide radici di lungo periodo»5. story, a quegli approcci che, allargando il perimetro se- Non è questa l’occasione per ragionare nel merito at- mantico, potremmo riferire agli studi culturali o alla citi- torno alla qualità storiografica di tali ricerche che vedo- zen science; in tutti questi casi siamo di fronte a nuove no sovente come protagonisti i cosiddetti storici “non modalità di approccio che sollecitano le istituzioni della professionisti” (categoria notoriamente composita che memoria, responsabili dell’allestimento e della gestione comprende maestri, eruditi, collezionisti e, un tempo, delle «macchine per esplorare il tempo e lo spazio»9, a ora meno, i parroci) quanto prendere atto che “pas de un continuo ripensamento in ordine alle tipologie di fon- documents, pas d’histoire”, da cui il ruolo insostituibi- ti da prendere in considerazione e, altresì, alle strategie le delle istituzioni deputate alla conservazione. Ci tro- da adottare per il loro trattamento. Giusto per scegliere viamo perciò nel bel mezzo dell’ennesimo paradosso un esempio non casuale, le pratiche di digitalizzazione di questa nostra età delle contraddizioni: ha ragione e l’utilizzo di internet – questioni a cui Pensato aveva Adriano Prosperi quando lamenta la perdita della me- dedicato lo stringato ma non banale capitolo conclusi- moria e l’ignoranza della storia che affligge tanta parte vo della sua monografia – hanno profondamente ridise- della società, ed è altrettanto condivisibile la denuncia gnato in questi anni il panorama entro il quale la docu- della poca cura riservata in Italia a «biblioteche, archivi mentazione locale viene ad essere offerta e fruita. Non e musei, considerati enti inutili e non redditizi, colpiti è solo la quantità di documentazione oggi disponibile in da continue riduzioni di personale, mezzi e strumenti»6. rete a rendere palesemente diverso il modo attraverso Ma è altresì evidente come, al di là di queste consi- cui si può impostare una strategia di indagine storica derazioni di carattere generale, qualora si voglia ab- ma, insieme ad essa, è la varietà delle esperienze che bandonare una visione a volo d’uccello abbassando possono essere attivate partendo da un patrimonio do- invece lo sguardo sui singoli territori, si noterà come cumentale condivisibile online che configurano nuove tanti siano i soggetti (individuali o collettivi) coinvolti nel- modalità di collaborazione tra i bibliotecari e gli utenti. lo scavo documentario, nell’analisi del paesaggio, nella E allora, se sul versante storico questo nuovo contesto valorizzazione di tanta parte della cultura materiale e, ha dato origine a una copiosa letteratura, perché nel 4 [Zanni Rosiello, 2017, p. 74]. 5 [De Nicolò, 2010, p. 26]. 6 [Prosperi, 2021, p. 7]. 7 Si fa tesoro, insomma, delle riflessioni sulla memoria collettiva di Halbwachs formulate nella prima metà del secolo scorso: «Del resto, a parte i libri e le stampe, nella società di oggi il passato ha lasciato numerose tracce, a volte visibili, che si colgono nelle espressioni, nell’aspetto dei luoghi e anche nei modi di pensare e di sentire, conservati e riprodotti inconsciamente da certe persone o in certi ambienti. Di solito non ci se ne accorge. Ma basta farci attenzione per accorgerci che i costumi moderni sono adagiati su strati più vecchi, che riaffiorano in molti punti» [Halbwachs, 2001, p. 141]. 8 Sottolineo il “soprattutto” perché dovrebbe essere scontato come «sul piano formativo la storia locale è in grado di contribuire in maniera signi- ficativa all’educazione civica, al rispetto per l’ambiente e alla formazione dell’identità della persona (con tutti i suoi legami culturali e sociali che proprio a livello locale cominciano a formarsi fin dalla tenera età). In estrema sintesi, la dimensione locale può essere utilmente sperimentata come una porta di accesso alla conoscenza storica, grazie al rapporto ravvicinato con le cose che ci circondano» [De Maria, 2017-2018, p. 18]. 9 «The practical aim of the Science of bibliography is the organisation of documentation on an increasingly comprehensive basis in an increa- singly practical way in order to achieve for the intellectual worker the ideal of a “machine for exploring time and space”» [Otlet, 1990, p. 86]. 46 Biblioteche oggi Trends • giugno 2021
nostro Paese si avverte la mancanza di una riflessione bibliotecario di Potenza), Giovanni Galli (già direttore del- di pari livello in campo biblioteconomico? Azzardiamo le Biblioteche comunali di Parma; presidente dell’As- un’ipotesi: manca un punto di sintesi. Infatti, a diffe- sociazione Amici Biblioteca di San Leonardo), Claudio renza del mondo anglosassone per il quale sono di- Gamba (già dirigente della Struttura Patrimonio culturale sponibili monografie recenti che riassumono sul piano di Regione Lombardia), Maria Carmen Locci (Sardegna teorico i termini del dibattito fornendo al contempo una Digital Library ), Eusebia Parrotto e Mauro Hausbergher serie di indicazioni di natura metodologica10, da noi si (Biblioteca comunale di Trento). avverte l’assenza di opere di taglio analogo. Dopo la monografia di Pensato nessuno si è fatto carico di un tale onere, imbastendo cioè un lavoro in grado di riunire In un mondo come quello attuale, caratterizzato in una trattazione organica le riflessioni e le esperienze da dinamiche sociali complesse, che ruolo che, a ben vedere, non mancano anche nella nostra gioca la documentazione locale nel definire (o letteratura ma che rimangono confinate nella presen- ri-definire) il rapporto tra una biblioteca e la sua tazione di casi singoli quando non, a volte, poste in utenza? secondo piano rispetto a tagli prospettici volti a porre in luce l’innovatività di specifiche soluzioni tecniche11. Alessandra Boccone Abbiamo quindi colto l’occasione del tema scelto per In molti casi la sezione di documentazione locale funge questo numero monografico della nostra rivista per ri- da nucleo di fusione fra la biblioteca, la sua utenza e il attizzare un discorso mai del tutto spento ma di certo suo territorio: ad esempio, nel caso di una biblioteca un po’ sopito; la formula scelta è quella della tavola accademica multidisciplinare come quella dell’Universi- rotonda “virtuale” (già sperimentata nel primo numero tà degli studi di Salerno, si è avvertita forte l’esigenza di di Biblioteche oggi Trends) con la quale abbiamo coin- creare una raccolta specializzata, sia per soddisfare le volto alcuni esperti ponendo loro quattro domande che necessità di studio e ricerca dei propri utenti istituziona- sintetizzano quattro tematiche cruciali per l’argomen- li, ma anche con l’intento di incrementare e divulgare il to in questione, vale a dire il rapporto tra biblioteca e patrimonio scientifico e culturale legato al territorio, an- comunità, la proattività della biblioteca come stimolo che a vantaggio di imprese, istituzioni, studenti non uni- all’approfondimento degli studi di storia locale, le po- versitari e, più in generale, dell’intera collettività. Questa tenzialità della rete come strumento di valorizzazione e riflessione ha portato alla nascita del Fondo Studi e arricchimento delle collezioni locali e, infine, il ruolo del- ricerche sul territorio, dove sono conservati documen- la biblioteca nella scelta dei documenti da preservare. ti, monografie e periodici di argomento o produzione Come leggerete, le esperienze alle quali i nostri interlo- campana, e in particolar modo salernitana, molti dei cutori fanno riferimento sono molto differenti le une dal- quali digitalizzati e inseriti in Salernum: biblioteca digi- le altre, a dimostrazione del fatto che, per sua natura, tale salernitana13. Data la natura stessa del fondo, mol- l’argomento si presta ad essere declinato secondo le te risorse sono particolarmente rare e legate a luoghi, scelte e le possibilità che caratterizzano ogni specifica personaggi e vicende assolutamente peculiari; anche realtà, ma soprattutto perché il locale si è ben prestato per questo motivo tali materiali vanno ad assumere una in passato, e ancora oggi si presta, come laboratorio rinnovata rilevanza, grazie alla possibilità di diventare per sperimentare forme innovative di gestione e valoriz- oggetto di studio della public history, per lo sviluppo zazione documentale12. della quale è cruciale il rapporto con il territorio e la do- Hanno accolto il nostro invito, e di questo li ringraziamo, cumentazione prodotta in quel determinato contesto. Alessandra Boccone (Università degli studi di Salerno, Come afferma Alberto Petrucciani, tale combinazione Centro bibliotecario di Ateneo), Valeria Calabrese e Da- è vera soprattutto in Italia, dove la comunità locale ha vide Monge (Biblioteche civiche torinesi, Area Biblioteca un radicamento «visibile e palpabile» nelle proprie tra- musicale, fondi speciali e studi locali), Luigi Catalani (Polo dizioni e nel proprio patrimonio culturale, inteso come 10 Tra le pubblicazioni più recenti si segnalano: [Phillips, 2017; Marquis - Waggener, 2015; Nelson, 2018; Clark - Wedemeyer Miller, 2016; Thomas - Whittaker, 2016]. 11 È significativo come l’unico volume sul tema pubblicato nel nuovo millennio sia, di fatto, una raccolta di singole esperienze presentate durante il seminario pistoiese del 2009 [Rasetti, 2013]. 12 Fino al punto di pensare a «un uso del locale come luogo che suggerisse problemi e punti di vista finora non identificati o trascurati» [Levi, 2016]. 13 Cfr. Salernum: biblioteca digitale salernitana, . Biblioteche oggi Trends • giugno 2021 47
patris munus, che conferisce alla raccolta documentale quali pubblicate in una quantità limitata di esemplari, di interesse locale «il senso di un’eredità e un dono da che sarebbe difficile consultare tutte insieme altrove. Allo accettare, custodire e tramandare [...per] conciliare il stesso tempo, la cura nello sviluppo di questa raccol- ruolo sociale e di costruzione della cittadinanza (mis- ta contribuisce a definire la peculiarità dell’istituto e del sion, pratiche e servizi) con quello patrimoniale e di pubblico di riferimento. Se in altri ambiti la ricerca di ele- conservazione (beni materiali e immateriali)»14, secon- menti identitari può apparire come una forzatura, un fat- do le parole di Fiammetta Sabba. tore strumentale di chiusura se non di contrapposizione, in questo caso costituisce un esercizio di arricchimento Valeria Calabrese e Davide Monge sociale e culturale. La comunità cerca questo tipo di do- L’interesse alla documentazione locale fu uno dei prin- cumentazione per approfondire la conoscenza di sé, per cipi ispiratori dell’editore Giuseppe Pomba, propugna- risalire all’indietro nel tempo nel racconto delle vicende tore e fondatore a Torino, nel 1869, della prima moder- che hanno segnato la storia del proprio microcosmo. La na biblioteca pubblica italiana, soltanto un ventennio documentazione locale risulta attrattiva anche agli occhi dopo la promulgazione in Inghilterra del Public Libraries del ricercatore esterno al pubblico di riferimento, ovvero Act che aveva favorito la costituzione su tutto il territo- dello studioso, del lettore curioso che cerca collegamen- rio inglese delle local history collection. Non è casua- ti, conferme, smentite attraverso il confronto tra le pagi- le, quindi, che nel suo programma di “biblioteca per ne, le voci, le cronache dei “mille campanili”. Il rapporto tutti” Pomba ritenesse necessario che il nuovo istituto tra una biblioteca e la sua utenza ruota attorno alla sua dovesse comprendere anche «un archivio di memorie sezione di storia locale: è in questa raccolta che risiede, relative alla città». anche agli occhi delle amministrazioni più distratte, gran Ancora oggi la Carta dei servizi indica, tra le principa- parte di quello che può definirsi il suo valore patrimoniale li finalità delle Biblioteche civiche torinesi, «favorire la e al contempo il suo capitale sociale. conoscenza della storia, delle tradizioni, dell’ambiente locali, in primo luogo attraverso l’insieme di libri e altre Giovanni Galli risorse documentarie in cui è sedimentato il patrimonio Come il lutto si addice a Elettra, così ai pensionati si ad- di sapere e di conoscenza, che la comunità torinese dicono i ricordi e i cantieri. Dei ricordi dirò poi. Ora vorrei ha saputo esprimere nel corso della sua storia»15. In parlarvi di un cantiere, cui tengo molto. Un po’ per caso piena armonia, quindi, con la tradizionale definizione di mi sono trovato coinvolto – finalmente dall’altra parte “raccolta locale” di Giuliano Vigini, intesa come «l’in- della barricata – in un progetto di rigenerazione urbana sieme organico e ordinato degli studi, dei documenti e per dir così culture driven, ovverossia l’idea che un quar- dei materiali che concorrono a preservare e trasmettere tiere periferico e problematico della mia città – il Quartiere l’eredità storica e culturale di una determinata comunità San Leonardo nella zona nord di Parma – possa essere e del territorio su cui essa vive»16. rivitalizzato dall’istituzione di una biblioteca-centro cultu- Ne consegue che la Biblioteca civica di Torino rivolge rale capace di agire come fattore di coesione e integra- oggi la propria attenzione non soltanto ai gruppi etni- zione. L’associazione che si è prefissa questo obiettivo, ci locali, originari del luogo, ma anche alle culture dei mentre ne discute e cerca di mobilitare l’opinione pub- gruppi etnici immigrati sul territorio, in un’ottica di inte- blica e sensibilizzare un Comune renitente, ha ritenuto razione e scambio di conoscenze. di dovere contemporaneamente sviluppare quelle attività che il centro culturale, una volta creato, meglio saprebbe Luigi Catalani realizzare, quasi per preparare un pubblico consapevole Credo che la documentazione locale rappresenti il cuore e partecipe. Un filone di attività riguarda la ricostruzione di una biblioteca pubblica, la sua parte più caratterizzan- dell’identità del quartiere, già stato sede delle principali te, per ragioni che si possono facilmente intuire e che industrie cittadine ormai migrate da anni verso una più fanno riferimento tanto alla specificità dell’offerta quanto remota ma contigua periferia. Un gruppo di cittadini ha all’identità della raccolta e della comunità con cui essa iniziato a raccogliere testimonianze, si è prodotto un film instaura un dialogo costante. Da un lato, alimentando che ricorda un tragico evento bellico e ora si è iniziata questa sua collezione, la biblioteca consente l’acces- la ricerca e la raccolta di documenti, specie audiovisivi, so a un insieme di risorse documentarie, alcune delle posseduti dai privati, intercettando anche attività docu- 14 [Sabba, 2020]. 15 [Città di Torino, 2019]. 16 [Vigini, 2015, p. 85]. 48 Biblioteche oggi Trends • giugno 2021
mentarie promosse da altri soggetti. Si collabora con Maria Carmen Locci un’associazione di veterani di un’industria dismessa che La complessità richiamata nella domanda ha investito lottano da anni per allestire un museo di civiltà industriale anche le biblioteche con concezioni e modalità inno- nella vecchia fabbrica abbandonata (il Museo del vetro vative. La Sardegna Digital Library17 presenta questi promosso dal Gruppo Medaglie d’oro Vetreria Bormioli aspetti innovativi. Per quanto l’espressione digital libra- Rocco e figli). Per questa via particolare possiamo im- ry sia correntemente tradotta come biblioteca digitale, maginare si costruisca una raccolta di documentazione la raccolta digitale non ha più necessariamente corri- locale che entrerà a far parte delle risorse della futura spondenza con una raccolta fisica di supporti, carta- biblioteca mantenendo un rapporto genetico/generativo cei o digitali, né presenta necessariamente una loca- con la sua comunità di riferimento. lizzazione in una sede accessibile al pubblico. Ci sono esempi prestigiosi come la British Library, eccellenza a Claudio Gamba livello internazionale, in cui alla biblioteca tradizionale si Le biblioteche non sono, in generale, istituzioni “forti”. In affianca l’attività virtuale, una realtà come la Sardegna particolare in Italia, dove l’attenzione dei decisori politici Digital Library è invece nativa digitale. e finanziari su di esse è spesso assai scarsa, e dove L’interazione fra l’utente e i documenti offerti in consul- peraltro la stessa frequentazione da parte dei cittadini tazione non ha quindi uno spazio fisico e non è media- è piuttosto bassa. Ma anche in paesi in cui la biblioteca ta o regolata da un bibliotecario. In questo la fruizione è un’istituzione riconosciuta e utilizzata, nel panorama è esattamente quella di un sito web, in cui l’accesso è dell’informazione di oggi (intendendo per “informazio- libero, senza vincoli di tempo e di quantità e non è previ- ne” qualsiasi tipo di contenuto documentario) le biblio- sta la procedura di prestito, neppure digitale. Non esiste teche subiscono un potente “assalto” da mezzi ben un’anagrafica degli utenti, non sono tracciabili le abitu- più potenti e influenti, fino a determinare una sorta di dini personali di lettura, neppure anonimizzate; i dati di crisi del loro ruolo di intermediazione informativa, a tut- accesso ai singoli documenti e i percorsi di ricerca sono to vantaggio di una disintermediazione spesso appros- analizzabili da strumenti statistici legati alla visualizzazio- simativa e addirittura falsa, ma certamente di grande ne di pagine web e degli eventuali download. impatto pubblico. E tuttavia le biblioteche dimostrano Una modalità che travalica la dimensione areale della una grande capacità di resistenza e longevità, attraver- raccolta locale: la Sardegna Digital Library ha già nel- sando – più di altri istituti culturali – secoli o millenni con la sua denominazione l’evidente riferimento alla scala la loro storia. Ritengo che questa capacità di resilienza regionale che non è l’unità minima di segmentazione, si fondi sulla loro straordinaria diversità e dunque sulla ma è aggregazione di ulteriori articolazioni locali, dalle capacità di rispondere a esigenze eterogenee. regioni storiche (Gallura, Ogliastra, Marmilla ecc.) ai sin- In questa “varietà di specie”, la biblioteca che conserva goli Comuni, realtà culturalmente omogenee con una e fa fruire la documentazione locale – in generale, in- orgogliosa affermazione della propria comunità di riferi- tendendo con questo termine tutto ciò che riguarda un mento, declinata nella parlata, nei costumi tradizionali, territorio, una comunità e la loro “identità specifica” – nella cerchia sociale. può essere un attore importante nel suo proprio conte- Il riferimento alla scala regionale non prescinde dun- sto, conquistare un pubblico, attenzione, peso sociale. que dalle realtà sottordinate che la costituiscono pur Il concetto di “identità” peraltro non è scevro di pericoli: restando individue e riconoscibili, ma funge da cata- chiaramente identifica un limite, un confine all’interno lizzatore aggregante nella più ampia comunità isolana. del quale si ritrovano caratteristiche che accomunano chi è dentro questo limite, con il conseguente rischio Eusebia Parrotto e Mauro Hausbergher di escludere chi ne è fuori. Ecco, da questo pericolo La Biblioteca comunale di Trento, fino dalla sua co- la biblioteca – di qualunque tipologia essa sia – do- stituzione nei prima anni dell’Ottocento, si è confi- vrebbe guardarsi con la massima attenzione, per il suo gurata come istituzione culturale attenta alla docu- carattere, ormai da secoli conquistato, di inclusività e mentazione e alla storia e cultura locali. La biblioteca di fruizione allargata e democratica del sapere. Una bi- divenne così “biblioteca e museo civico” e il modello blioteca, dunque, che conosce e valorizza le identità di biblioteca universale di studio, al quale si ispirava, spesso plurali presenti nel suo territorio e che le mette era intimamente connesso con quello, mutuato dal- a disposizione di tutti senza esclusioni. la Landesbibliothek tedesca, dell’istituzione deputata 17 Cfr. Sardegna Digital Library, . Biblioteche oggi Trends • giugno 2021 49
alla memoria e alla documentazione della cultura del offerti dalle biblioteche, che molto spesso puntano la territorio. Il passaggio del Trentino all’Italia nel 1918 loro attenzione sulla raccolta locale per avvicinare un non cambiò l’impianto e le finalità originari: la biblio- pubblico più ampio rispetto all’utenza abituale e per teca rimase l’unico istituto bibliotecario importante coinvolgerlo nella salvaguardia delle testimonianze di della città e si ripropose ancora come strumento per una cultura avvertita come un bene, che allo stesso lo studio, ma anche per la memoria del territorio. Ac- momento è comune e individuale, due concetti fra loro quisizione di documenti (non solo bibliografici), attività antinomici, che però dal mio punto di vista esprimono di catalogazione, iniziative di ricerca negli ambiti della bene la singolarità delle raccolte e dei beni locali. storia, della cultura e della bibliografia trentina si sono Oltre alle proposte tradizionali, come mostre fisiche, così naturalmente intessuti nelle sue funzioni. Lo stes- seminari, convegni, visite guidate in biblioteca, oggi è so regolamento che ne definisce e disciplina l’attività possibile avvalersi di tecnologie e iniziative che garan- riconosce all’art. 17 “Attività culturali e di valorizzazio- tiscono una comunicazione di qualità e duratura nel ne” questi compiti come costitutivi, prevedendo nello tempo delle collezioni locali: basti pensare all’imple- specifico che «per il perseguimento delle sue finalità la mentazione di biblioteche e mostre digitali, all’utilizzo Biblioteca e l’Archivio storico programmano iniziative della realtà aumentata, alla creazione di percorsi turisti- culturali, sia di livello scientifico che divulgativo, quali ci e laboratori a tema, con un’attenzione continua alla esposizioni documentarie e bibliografiche, convegni, qualità della proposta, in linea con le vocazioni delle presentazioni di opere e di autori, pubblicazioni, inizia- singole biblioteche. Inoltre, abbiamo a disposizione una tive di didattica della biblioteca e dell’archivio, dirette serie di strumenti validissimi e assolutamente sosteni- in particolare: [...] alla promozione della conoscenza bili sotto più punti di vista: mi riferisco ad esempio ai della produzione editoriale, in particolare attinente al progetti Wikimedia (in primis Wikipedia, Wikisource e territorio; alla valorizzazione del patrimonio bibliogra- Commons) con cui le biblioteche e i bibliotecari si con- fico e documentario posseduto, con particolare at- frontano sempre più spesso, che permettono di valo- tenzione; alla documentazione riferita al territorio, ai rizzare, nel senso più ampio del termine, a costo zero personaggi, alle istituzioni, alla vita intellettuale, arti- e in maniera del tutto collaborativa il patrimonio docu- stica [...]»18. In questo senso quindi la sezione locale mentale (ma anche i metadati) delle proprie collezioni, ha da sempre costituito oggetto di grande interesse e soprattutto se rare e specializzate come quelle locali. investimento di risorse nella politica bibliotecaria della Grazie a questa rinnovata sensibilità e a una tale varietà città. Ora con circa 150.000 documenti bibliografici, di strumenti a disposizione delle biblioteche e dei loro più di 6.000 manoscritti e oltre 70 fondi archivistici utenti (o member, per sottolineare un senso di appar- di interesse locale la Sezione trentina della biblioteca tenenza all’istituzione, come suggerisce David Lankes), comunale è il punto di riferimento obbligato per chi la conoscenza del patrimonio documentale di una co- si occupa o si interessi a qualsiasi livello alla storia e munità diventa il fattore costituente della valorizzazione cultura della città, del Trentino e più in generale dell’in- della comunità stessa. tero territorio del Tirolo storico. Le raccolte della se- zione locale sono oggetto di studi e tesi di laurea, ma Valeria Calabrese e Davide Monge anche punto informativo per interessi meno struttu- Come diretta applicazione dei princìpi a cui abbiamo rati: le collezioni di periodici, di fotografie, di cartoline fatto cenno, in tutte le sedi del sistema bibliotecario incontrano un pubblico meno professionalizzato ma cittadino esiste una sezione di studi locali che offre do- comunque ampio e diversificato. cumenti relativi al Piemonte, a Torino e al quartiere di pertinenza. In particolare, la valorizzazione della storia locale (che Quali sono le attività più efficaci attraverso le ben presto ha abbracciato quale campo d’interesse quali una raccolta locale può fungere da stimolo l’intero Piemonte) ha dapprima mirato alla completezza per valorizzare la storia di un territorio? della documentazione raccolta, per poi concretizzarsi anche in iniziative di promozione della lettura, organiz- Alessandra Boccone zate insieme con case editrici e autori. La valorizzazione del patrimonio è parte integrante e Oggi lo strumento più efficace è sicuramente rappre- universalmente riconosciuta delle attività e dei servizi sentato dalla collaborazione con altre realtà del terri- 18 [Comune di Trento, 2012]. 50 Biblioteche oggi Trends • giugno 2021
torio, con le quali condividere idee, progetti, contributi, tutti quanto sia problematico questo rapporto fra una strumenti. Dall’anno 2000 l’Ufficio Studi locali si trova comunità e l’immagine che ha/dà di sé e quanto l’i- al centro di una fitta e feconda trama di rapporti, che dea stessa di “identità” si carichi di equivoci e produ- coinvolge servizi comunali, enti e istituti cittadini. Ed è ca addirittura forme di distopia, in una parola quanto soprattutto attraverso il coordinamento e la partecipa- sia “ideologica”. Per non dire che la stessa nozione zione a interventi di digitalizzazione che realizza la tute- di “comunità” dovrebbe essere sottoposta a critica e la e la valorizzazione di documenti d’interesse locale, quantomeno declinata al plurale. Tuttavia, forse proprio come dimostrano i casi di MuseoTorino19 e CoBiS Digi- questo percorso di ricostruzione documentaria potreb- tal library & archives20. be fornire una base per affrontare dialetticamente que- sta contraddizione. In altri termini proprio la modalità, il Luigi Catalani metodo partecipativo di costruzione della collezione da Qui entra in gioco il ruolo dei bibliotecari, senza i quali un lato, e dall’altro l’uso produttivo-creativo che di que- la raccolta locale rischia di restare una materia inerte. sti materiali sarà fatto (filmati, mostre ecc.) potrebbero L’accesso a questa documentazione non dovrebbe assicurare o almeno favorire l’istaurazione ed il man- configurarsi come un’operazione di archeologia cultu- tenimento di un rapporto “organico” con la comunità rale. Non si tratta di riesumare lettere morte, di scio- di riferimento. In fondo “documentazione” è nozione gliere le incrostazioni che avvolgono opere dimenticate, attiva e passiva ad un tempo, anche se in biblioteca di radunarsi attorno al focolare di un piccolo mondo siamo più facilmente propensi a vederne la dimensione antico attraverso descrizioni e testimonianze valutate a passiva (raccolta di documentazione) rispetto a quella volte con troppa generosità o con eccessiva deferenza. attiva (produzione di nuova documentazione). La raccolta va animata, aggiornata, posta in relazione con il resto della collezione, anzi con il resto dell’eco- Claudio Gamba sistema informativo, cartaceo e digitale. Credo che il Come diverso può e deve essere il ruolo della bibliote- modo migliore per valorizzare la raccolta sia favorire un ca nella società, così molto diversificate possono esse- approccio che non la consideri come un vicolo cieco re le attività che definiscono e sviluppano una “raccolta ma come uno scrigno di fonti utili per la produzione locale”. Certamente la biblioteca dovrebbe conservare di nuova conoscenza. Attività che risultano partico- e far fruire quel materiale documentario tipico e speci- larmente efficaci sono quelle che collegano le risorse fico di un luogo (libri e periodici di pubblicazione o di documentarie all’universo Wikimedia. Negli ultimi anni argomento locale, documenti archivistici e altre testi- diverse biblioteche hanno messo in campo progetti ba- monianze materiali della vita di una comunità), senza sati sulla riscoperta di questa documentazione da parte peraltro cadere nella tentazione della “conservazione a degli studenti delle scuole, degli operatori volontari di tutti i costi”: intendo dire che altri sono – rispetto a una Servizio civile universale, dei tirocinanti delle università, biblioteca pubblica locale, per esempio – gli istituti re- che si accostano a queste raccolte con l’intento di ri- gionali e nazionali deputati alla conservazione. Tuttavia, cavarne voci enciclopediche, e-book, guide turistiche, anche la biblioteca locale può giocare il proprio ruolo a collezioni fotografiche nel pubblico dominio. Queste patto di una selezione precisa: quindi certamente tutto attività possono coinvolgere anche il resto della comu- ciò che potrebbe sfuggire alla conservazione ad altri nità, in particolare i cultori di storia locale, gli operatori livelli, come pubblicazioni minori o a diffusione limitata, culturali, i docenti, le associazioni, in un processo vir- così come tutto ciò che – a differenza di monografie tuoso di valorizzazione del proprio territorio e del patri- e periodici – rappresenta un documento unico (docu- monio culturale materiale e immateriale che trova nella menti archivistici, carteggi, manoscritti, fotografie e al- raccolta di storia locale la materia prima e viva per la tri tipi di documentazione non seriale e ripetibile). Ciò creazione condivisa di nuovi contenuti informativi. che deve fare una biblioteca per creare e sviluppare una raccolta locale per un verso fa parte della missio- Giovanni Galli ne specifica della biblioteca, cioè testimoniare con le L’esperienza di San Leonardo è appena iniziata e quin- proprie raccolte il proprio orizzonte di interesse (vale di sarebbe prematuro darne un giudizio conclusivo o per una biblioteca pubblica come per una biblioteca trarne conseguenze definitive. Inoltre, conosciamo specialistica). In più, la biblioteca potrebbe coinvolgere 19 Cfr. MuseoTorino, . 20 Cfr. CoBiS Digital library & archives, . Biblioteche oggi Trends • giugno 2021 51
attivamente la sua comunità di riferimento nel reperi- ne che si muove anche il progetto di Biblioteca digitale re fonti e documenti che per loro natura sfuggirebbero trentina (BDT)24. La Biblioteca digitale trentina è il sito anche a una attenta gestione della raccolta. Parlo di web dove sono conservati e resi disponibili i documen- documenti personali e famigliari, o anche patrimonio ti digitali della Biblioteca comunale di Trento. Si tratta di gruppi o associazioni (scritti, fotografie, registrazioni di riproduzioni fotografiche di materiali bibliografici di audio e video, reperti di vita sociale e culturale ecc.) che cui la Biblioteca conserva gli originali: libri, carte geo- la biblioteca può raccogliere e sistematizzare in sezioni grafiche, cartoline, spartiti ecc. Nasce sostanzialmen- specifiche fisiche o anche digitali. te dalla necessità, anche amministrativa, di unificare i preesistenti siti che trattavano materiale digitale gestiti Maria Carmen Locci dalla biblioteca comunale: Catina: catalogo trentino di Sicuramente una scelta accurata dei documenti da ac- immagini e Stabat: stampe antiche delle Biblioteca co- quisire, cercando un giusto amalgama di lavori a diver- munale di Trento. Il primo è il catalogo della collezione so livello di approfondimento, dalla caratura scientifica iconografica della biblioteca, un fondo di svariate mi- al taglio divulgativo. L’attenzione ai contributi degli stu- gliaia di unità in cui sono conservate incisioni, disegni, diosi locali va a colmare spazi e settori che potrebbero fotografie, carte geografiche e una notevole raccolta di essere non coperti da raccolte generaliste, ma vanno cartoline illustrate di soggetto trentino. Mentre Stabat, accompagnati da una bibliografia di confronto che ne nato come progetto che si riproponeva di digitalizzare permetta la contestualizzazione, evitando la tentazione e rendere disponibili le pubblicazioni uscite sul territo- del particolarismo. rio trentino dalle origini (1475) a tutto il XVII secolo, è La narrazione di un contesto locale è anche integrazio- man mano diventato il luogo della memoria digitale dei ne del vissuto quotidiano con la sua vita “pubblica” e materiali testuali della Sezione di conservazione della in questo senso una raccolta come la Sardegna Digital biblioteca implementando altri nuclei importanti di do- Library accoglie contenuti istituzionali, notiziari in lingua cumentazione bibliografica quali il fondo di bandi e ma- locale, eventi di interesse regionale. nifesti (Tridentina manifesta) e il Preserving the World’s Tutto questo accompagnato da una vetrina che pe- rarest books, progetto tuttora in corso che riguarda riodicamente propone focus tematici, con un appun- le edizioni rare (fino a due esemplari sopravvissuti nel tamento teso ad interessare e fidelizzare l’utenza. La mondo) stampate dalle origini fino al 1650. La BDT è filosofia è quella di raccogliere e proporre documen- stata organizzata in tre collezioni: iconografia, testi a tazione che offra spunti e tematiche di identificazione stampa, manoscritti, nell’intento di raggruppare nella positiva con il vissuto della propria comunità e le eccel- stessa base dati le varie tipologie di materiali presenti lenze del territorio negli aspetti antropici e naturalistici, in biblioteca, ben consapevoli della trasversalità e del- utili a stimolare la coscienza collettiva. la fragilità concettuale di queste categorizzazioni. At- tualmente la banca dati contiene più di 14.000 oggetti Eusebia Parrotto e Mauro Hausbergher digitali: 8.152 nella collezione iconografia, 4.241 nella Le linee di principio stabilite dal regolamento della bi- collezione testi a stampa e 1.243 nella collezione ma- blioteca si sono concretizzate sia attraverso iniziative noscritti per un totale di circa 100.000 immagini digitali di ambito editoriale, promuovendo la pubblicazione di e un peso di 100 GB con un incremento annuo di circa saggi e strumenti bibliografici21, sia per mezzo di studi, 15 GB. L’eterogeneità dei materiali trattati dalla BDT attività di ricerca, organizzazione di convegni ed espo- (cartoline, disegni, testi a stampa, spartiti, codici me- sizioni22 e attività didattiche rivolte prevalentemente, ma dievali e recentemente anche i quadri della biblioteca) non esclusivamente, alle scuole23. È in questa direzio- che scherzosamente può ricordare un bazar di paese 21 Questi gli studi e i cataloghi più recenti: [Borrelli - Groff - Hausbergher, 1993; Cappelletti, 1996; Garbari, 1992; Hausbergher, 1997; Hausber- gher, 2005; Ravelli - Hausbergher, 2000; Hausbergher - Groff, 2006]. 22 Si segnalano ancora: “Bibliotheca Tridentina. Libri trentini del XV e del XVI secolo nelle collezioni della Biblioteca comunale” del 2000 dedicata agli esordi della stampa nel territorio trentino; “D’ordine, e comando delli Signori Consoli. Editoria pubblica e comunicazione a Trento dal Cinquecento al Settecento” del 2006 sulla funzione pubblica della stampa per la produzione di bandi e testi giuridici; “Per multa saecula con- servati”, della fine del 2006, in cui furono esposti codici e incunaboli proveniente dalla Biblioteca vescovile e infine “Lo stesso suolo lo stesso nome: immagini di Trento dal XVI al XX secolo” del 2010 dedicata all’iconografia urbana tra incisioni, litografie e cartoline. 23 Si segnalano in particolare i percorsi dedicati alla storia del libro, alla censura libraria, al Concilio di Trento e all’evoluzione urbanistica della città di Trento in quanto particolarmente legati alla Sezione locale della biblioteca. 24 Cfr. Biblioteca digitale trentina, . 52 Biblioteche oggi Trends • giugno 2021
dove c’è un po’ di tutto, è in realtà il suo punto di forza alla storia locale, ritenuti di secondaria importanza per confermato anche dai lusinghieri dati statistici che indi- decenni, riescono a ricollocarsi naturalmente al centro cano una media di più di 1.000 contatti al mese. di un ambiente ampio e multisfaccettato come il nuovo La digitalizzazione dei documenti e la loro disponibilità ecosistema informativo, all’interno del quale è possibi- al pubblico per il riuso libero da vincoli autorizzativi ha le anche l’integrazione con fonti di soggetto comune indubbiamente aumentato e diversificato la fruizione dislocate in luoghi e istituzioni differenti, in una visione dei documenti storici, in particolare di quelli iconogra- unitaria che supera la frammentarietà tipica dei luoghi fici, usati e diffusi ora non soltanto per scopi di stu- di conservazione della cultura. dio e ricerca, ma anche per attività divulgative e per la creazione di nuovi contenuti. In questo modo si è Valeria Calabrese e Davide Monge ampliato il pubblico che fruisce della documentazione L’Ufficio Studi locali della Biblioteca civica centrale è locale, che comprende ora anche persone creative, cu- coinvolto ogni anno nella partecipazione alle più impor- riose, esperti di strumenti digitali che sono in grado di tanti manifestazioni e ai principali progetti della città, raccontare il territorio con nuovi linguaggi e tecnologie. quali il Salone internazionale del libro, Portici di carta, Si offre così una nuova vitalità a ciò che prima era con- Torino che legge. A queste attività si affiancano, in si- finato nel passato; si permette al grande pubblico di nergia con le altre sedi del sistema bibliotecario cittadi- rielaborare la conoscenza e il senso di appartenenza al no, la redazione di bibliografie e l’allestimento di mostre territorio. Inoltre, sempre attraverso la digitalizzazione, tematiche, mentre in collaborazione con numerose isti- questi documenti escono dall’interesse della comunità tuzioni culturali presenti sul territorio è sempre più si- locale in senso stretto, perché possono essere fruiti in gnificativa l’attività di digitalizzazione conservativa delle qualunque parte del mondo e per qualunque interesse raccolte, con particolare interesse alla documentazione anche non legato strettamente al territorio di riferimento locale. Infine, la ricezione del deposito legale (la Biblio- della biblioteca. teca civica centrale è l’istituto designato dalla Regione Piemonte per il deposito legale nella Città metropolita- na di Torino) agevola una costante e utile interazione In che senso i servizi di rete possono contribuire con le case editrici in ambito provinciale. non solo a far conoscere una raccolta locale ma Tra le attività dell’Ufficio Studi locali della Biblioteca civi- anche ad arricchirla? ca torinese vi è il coordinamento scientifico della Biblio- teca digitale di MuseoTorino, creata con l’obiettivo di Alessandra Boccone mettere a disposizione dell’utenza, in formato digitale, Nella maggior parte dei casi le biblioteche che pos- opere su Torino e la sua storia a partire da edizioni an- siedono una raccolta locale sono forti di un rapporto tiche e rare e di fornire indicazioni sulla collocazione dei consolidato con la cultura e le iniziative del proprio ter- testi citati all’interno delle biblioteche dell’area metro- ritorio; nel caso del CBA dell’Università degli studi di politana torinese grazie a un metaOPAC appositamen- Salerno, biblioteca accademica ma aperta nei servizi te sviluppato. Al coordinamento della biblioteca digitale e nell’interesse verso la propria comunità territoriale, si affianca la quotidiana attività di normalizzazione ca- il flusso culturale diventa bidirezionale, perché, da un talografica delle notizie bibliografiche che corredano le lato, il valore dei documenti di interesse locale si accre- schede di MuseoTorino. sce se inseriti nel contesto internazionale tipico delle università e, d’altro canto, le fonti locali offrono agli isti- Luigi Catalani tuti di ricerca spunti nuovi per costruire un’altra storia, I progetti basati sulle piattaforme Wikimedia hanno un quella delle memorie delle comunità, attraverso le quali valore aggiunto, poiché non confinano le risorse do- il passato si svela nella sua più ampia complessità. cumentarie all’interno di compartimenti digitali stagni, Tutto ciò si realizza ancora più facilmente se questo ma favoriscono l’incrocio tra questi nuovi contenuti e il scambio bidirezionale avviene in rete, con la potenza resto delle informazioni online. In linea generale, credo della tecnologia informativa contemporanea: penso in vadano privilegiate piattaforme in grado di offrire garan- particolar modo alle possibilità delle biblioteche e archi- zie relativamente alla persistenza e all’interoperabilità vi digitali di ultima generazione, del web semantico e dei contenuti. Quella che Andrea Zanni ha battezzato dei linked open data, grazie ai quali i documenti relativi qualche tempo fa la «filiera dell’open»25 mi pare sia un 25 [Zanni, 2018]. Biblioteche oggi Trends • giugno 2021 53
modello che funziona particolarmente bene con la do- allora ebbe qualche modesta risonanza. Vinse anche cumentazione locale, che più di altre può giovarsi di un premio della Provincia di Milano nel concorso “La azioni di digitalizzazione non fini a se stesse, ma fina- biblioteca desiderata”. È passato molto tempo, ma cre- lizzate alla creazione di nuove connessioni. L’adozione do che l’idea di base (un ipertesto dinamico a tematica sistematica di piattaforme come Internet Archive, Wi- locale distribuito via web) fosse e sia ancora buona. E kimedia Commons, Wikisource, il loro inserimento nel l’avranno avuta in tanti autonomamente questa idea, processo di lavoro delle biblioteche, permette di cen- perché quale sito di biblioteca pubblica non ha una se- trare diversi obiettivi, tutti importanti e legati tra loro: la zione locale più o meno fatta così? conservazione a lungo termine, la diffusione dei con- tenuti presso una platea sconfinata, l’apertura a nuovi Claudio Gamba contributi da parte di soggetti pubblici e privati, istitu- Nel punto precedente ho accennato al fatto che la bi- ti della memoria, semplici cittadini. L’applicazione di blioteca potrebbe coinvolgere direttamente la comunità standard di metadatazione condivisi su larga scala e di del suo territorio nello sviluppo di una raccolta locale, licenze d’uso che favoriscono modifiche, integrazioni e composta non solo da documenti editi ma anche da forme di riutilizzo creativo (che non escludono lo scopo testimonianze uniche, personali o famigliari. La Rete, commerciale), è alla base di un processo collaborativo gli strumenti di digitalizzazione e telecomunicazione or- potenzialmente inesauribile che risponde a una logica mai alla portata di tutti, possono grandemente facilitare bottom-up. questa raccolta. Però occorre molta attenzione, come sempre in fondo quando si va a interagire con i “me- Giovanni Galli dia” le cui potenzialità – in termini di opportunità ma Questo è il momento dei ricordi. Dovete sapere che sui anche di rischi – sono enormi e poco controllabili. In primi anni Novanta (ero allora un bibliotecario già abba- termini di opportunità, è da rilevare come la rete possa stanza navigato: avevo consultato la BNI da un termina- creare una profonda vicinanza tra la biblioteca e i suoi le di Italgiure in tribunale – altri canali non ce n’erano – , utenti favorendo la comunicazione e dunque anche la avevo fatto le mie gite a Chiasso, ovvero a Fiesole a far- raccolta di documenti dispersi (cartacei o digitalizzati) mi spiegare l’SBN: insomma mi davo da fare) anche qui che a pieno titolo possono entrare nella raccolta locale. in provincia si faceva un gran parlare di internet, senza Ma è subito chiaro che occorre una selezione basata saper bene cosa fosse. Sembrava però che si trattasse su criteri chiari e pubblici (ad esempio: la rilevanza per di una ricca fonte di informazioni tecnico-scientifiche, il la storia di un territorio, la “leggibilità” dei documenti, cui uso in una biblioteca pubblica, tuttavia, sembrava, l’assenza di problematiche di riservatezza, la dispo- almeno a me, alquanto problematico. Mi sbagliavo, ov- nibilità alla libera pubblicazione ecc.) per non intasare viamente, ma tant’è: questo pensavo allora (ero solo le raccolte con documenti di scarso interesse (un po’ avanguardista). E mi chiedevo se non ci fosse un modo come capita con certe donazioni cartacee). E un altro per avvicinare questo misterioso tesoro ai bisogni dei problema, troppo spesso trascurato, è quello del “con- nostri utenti. Un paio d’anni prima mi era capitato per tenitore finale” di questa documentazione. Fare un sito, le mani Da Memex a Hypertext26 e mi ero ingenuamen- un portale, una piattaforma di pubblicazione, è oggi fa- te innamorato degli ipertesti. Ne parlavo spesso ma cile ed economico: ma qui si tratta di mantenere saldo, in realtà non sapevo che farne. Quando si cominciò a per così dire, uno dei “mestieri primari” della biblioteca, parlare del web, uno zampillo che di lì a poco sarebbe che è quello di garantire la conservazione delle proprie diventato un’alluvione, mi sembrò che potesse essere raccolte nel tempo. Dunque non basta un bel progetto la strada buona. Quale poteva essere l’ambito tematico (magari finanziato da uno sponsor) che metta in linea, che in una biblioteca pubblica non poteva mancare e forse anche con un estetica accattivante, una raccolta di cui nessun altro poteva fornire la copertura? La do- locale di documenti: qui occorre che si utilizzino degli cumentazione locale. Quale forma organizzativa dare standard consolidati, che si pensi alla conservazione a agli elementi informativi? Quella ipertestuale come nel lungo termine, che si prevedano le modalità di utilizzo web, che sarebbe stato anche il canale di circolazione. pubblico, che si garantisca una conoscibilità e accessi- Ecco l’idea – allora meno chiara di come la racconto bilità delle risorse anche da livelli catalografici di ampio oggi – che prese il nome di Iperloc27 un progetto che utilizzo pubblico (catalogo SBN, cataloghi collettivi ter- 26 [Nyce - Kahn, 1992]. 27 [Galli, 1996]. 54 Biblioteche oggi Trends • giugno 2021
ritoriali, portali di risorse digitali ecc.). Altrimenti avremo degli studi umanistici, il flusso di donazioni si è inaridito, l’effetto di un “fuoco di paglia”: qualcosa di grande visi- ed è sempre più difficile intercettare donazioni o depositi bilità immediata, ma a rischio di prematura dispersione di materiali bibliografici o archivistici. Negli ultimi tempi con evidente spreco di risorse finanziarie e organizzati- però in concomitanza con l’affaccio web della biblioteca ve, nonché un sicuro effetto boomerang di disaffezione sembra di essere in presenza di una timida, ma presen- da parte del pubblico. te, inversione di tendenza. Recente è la donazione di un Per parlare invece di quanto i servizi di rete possano far cospicuo e interessantissimo fondo di 700 tra cartoline e conoscere una raccolta locale, è certo che le potenzia- lastre fotografiche per la gran parte di soggetto trentino lità sono davvero tante: la digitalizzazione e pubblica- e sudtirolese fatta alla Biblioteca comunale di Trento da zione di documenti locali, poco o per niente reperibili, Filippo e Lorenzo Racioppi nel 2019. Ma non solo. La riesce a dar loro la stessa “dignità” di testimonianze continua attività di promozione attraverso i canali social famose e pubblicate, e questo, oltre a valorizzare l’i- della biblioteca dei materiali digitalizzati sembra avere dentità dei luoghi, è una chance nuova e potente per attivato un circolo virtuoso con gli utenti che interven- lo sviluppo degli studi, ma anche per una più diffusa gono spesso, chiedendo informazioni e a volte anche conoscenza, anche solo per svago o passatempo. suggerendo e migliorando le schede bibliografiche e le identificazioni di persone e luoghi. Maria Carmen Locci I servizi di rete assicurano una più capillare dissemina- zione della conoscenza; incoraggiare la consultazione Di fronte all’ipertrofia documentaria che dell’esistente porta a un’emulazione positiva e a nuovi caratterizza la contemporaneità, quali criteri spunti di ricerca soprattutto a livello non accademico. possono essere individuati per scegliere i Tramite la rete è possibile accogliere con maggiore fa- documenti di interesse locale che andranno cilità i contributi generati dagli utenti, in aggiunta alle preservati in biblioteca? pubblicazioni rilasciate con un tradizionale processo di edizione; si coglie l’opportunità di avvalersi della rapi- Alessandra Boccone dità e gratuità dei contributi spontanei, che possono Partendo dal presupposto che, dal mio punto di vista, andare a intercettare momenti e contesti non altrimenti ogni biblioteca dovrebbe avere e seguire la sua carta documentati. Questo è tanto più vero in una raccolta delle collezioni (e dei servizi) in cui esplicita le politiche e multimediale che può accogliere materiali immediata- i criteri di selezione, acquisizione e gestione delle pro- mente fruibili dopo la loro realizzazione anche senza un prie risorse, credo che i documenti di interesse locale, processo di edizione. per le loro peculiari caratteristiche e specifici interessi, A fronte di un ampio ingresso di nuovo materiale, i ser- dovrebbero derogare a selezioni particolarmente strin- vizi di rete rendono possibile un rapido riscontro del genti. Dal mio punto di vista, quasi tutta la produzione pubblico, tramite recensione e feedback sulle nuove locale va conservata e tutelata in biblioteca (o archivio), accessioni. indipendentemente dalla qualità intrinseca o dalla rile- vanza scientifica, perché il valore di tali raccolte risiede Eusebia Parrotto e Mauro Hausbergher nell’essenza stessa dei singoli documenti, e precisa- I fondi librari e documentari antichi della biblioteca sono mente nell’essere una testimonianza della vita culturale stati alimentati all’inizio più da generosi donatori che dalle di una comunità in un determinato periodo storico. casse municipali; ai libri si affiancarono interi archivi (e tra questi anche, dal 1876, lo stesso Archivio storico comu- Valeria Calabrese e Davide Monge nale) o singoli documenti, ma anche oggetti d’arte, colle- La Biblioteca civica centrale di Torino fin dai primi anni zioni di monete e reperti archeologici, nel tentativo di fare della sua istituzione svolge anche un ruolo conservati- della nascente istituzione il luogo della memoria cittadi- vo. In particolare, cura l’accrescimento, la conservazio- na. Di particolare rilievo, sia per la consistenza (11.000 ne e la valorizzazione di alcuni sezioni “speciali”, di cui volumi a stampa e 1.500 manoscritti), sia per la forte le principali sono quelle dedicate a Torino e Piemonte, connotazione locale, è il lascito testamentario di Antonio all’Arte, ai Ragazzi e all’Automotive. Mazzetti (1841), il quale già nel 1827 aveva manifestato Nel caso di queste sezioni non si pone il problema dello il desiderio di «lasciare la mia biblioteca alla città regia scarto, quanto piuttosto quello della selezione. È quin- di Trento o al magistrato civico». Ora, negli ultimi anni, di opportuno che gli acquisti siano affidati a personale forse per la nascita di altri soggetti culturali in città che preparato, conoscitore delle raccolte, costantemente in parte “occupano” spazi storicamente presidiati dalla aggiornato sulla produzione editoriale e informato sulle biblioteca comunale, o forse per una perdita di appeal richieste degli utenti. In un contesto di forte contrazione Biblioteche oggi Trends • giugno 2021 55
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