Le attività ludico-ricreative, il caffè Alzheimer e il sostegno
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L’assistenza ai pazienti con demenza: il Chronic Care Model Esempio di sanità d’iniziativa Le attività ludico-ricreative, il caffè Alzheimer e il sostegno Francesca Frangipane Centro Regionale di Neurogenetica Lamezia Terme ASP- CZ Lamezia Terme, 13 dicembre 2014
Piano Nazionale Demenza 2014 Il "modello della gestione integrata" è oggi considerato l'approccio più indicato per migliorare l'assistenza alle persone con malattie croniche. Queste persone, infatti, hanno bisogno, oltre che di trattamenti efficaci e modulati sui diversi livelli di gravità, anche di continuità di assistenza, informazione e sostegno per raggiungere la massima capacità di autogestione possibile.
OBIETTIVI • Aumentare la consapevolezza e ridurre lo stigma per un miglioramento della qualità della vita • Supportare le persone con demenza e i loro familiari fornendo loro corrette informazioni sulla malattia e sui servizi disponibili per facilitare un accesso ad essi quanto tempestivo possibile • Migliorare la qualità di vita e della cura e promuovere la piena integrazione sociale per le persone con demenze anche attraverso strategie di coinvolgimento personale e familiare
La seconda vittima della malattia: il caregiver • Accettazione della diagnosi • Assistenza Riduzione dei contatti sociali. Tendenza all’isolamento (favorita dall’inadeguatezza del malato, che provoca imbarazzo). Ripercussioni sull’equilibrio psicologico del caregiver e sulla stessa qualità dell’assistenza.
SOSTEGNO SOCIOPSICOLOGICO PER CAREGIVER Il caregiver è da considerare come un secondo paziente e, in quanto tale, un target legittimo di intervento. Gli incontri informativi proposti vertono su tematiche sociali (servizi formali e informali, assistenza domiciliare, pratiche invalidità, ecc.) e psicologiche (strategie per la buona gestione dell’anziano, problematiche clinico-assistenziali e psicologiche, ecc.) EQUIPE STRUTTURA • Psicologo 2 cicli: il primo da 10 incontri • Assistente sociale il secondo da 5 • Neurologo 2 volte al mese TARGET • 16 caregiver (figlia/o 64%; coniuge 21%; nuora/genero 15%)
Caffè Alzheimer Biere Miesem Il primo Alzheimer Café è nato nel 1997 a Leida, Olanda, da un progetto dello Psicogeriatra olandese Bere Miesen, che lo ha pensato come uno spazio informale e de-istituzionalizzato per i malati ed i loro familiari: un luogo accogliente, in cui trascorrere qualche ora insieme, socializzare, e parlare dei propri problemi, con la presenza di operatori esperti.
L’esperienza del Caffè Alzheimer è nata proprio per combattere l’isolamento sociale, attraverso il recupero dei contatti e degli scambi interpersonali, e favorire il mantenimento di abilità e funzioni altrimenti destinate ad essere perdute, anche perché non impiegate in modo adeguato.
Gli obiettivi del Caffè Tener@mente Combattere l’isolamento favorendo il potenziamento dei contatti sociali sia per il malato che per i suoi familiari, coinvolgendo le risorse del territorio. Riabilitare il malato ed i familiari, attraverso contatti più allargati ed in un contesto di normalità, ad avere una capacità relazionale più “sana”. Migliorare la qualità dell’assistenza mediante una formazione da parte di esperti della materia. Creare reti di solidarietà fra le famiglie dei malati di Alzheimer, con funzione di auto-mutuo-aiuto.
Equipe • 2 Psicologhe • 1 Medico Neurologo • 1 Assistente sociale Altri partecipanti: infermiere, volontari ARN, giovani volontari del Servizio Civile Nazionale
I Frequentatori 20 pazienti con demenza di grado lieve-moderato ed il loro caregiver Età media pazienti 77,5 Età media caregiver 51 (donne 73%; coniugi 60%; figli 40%) Struttura 13 incontri a cadenza quindicinale
Organizzazione Caffè Tener@mente Luogo facilmente accessibile per persone con disabilità motoria, ampio parcheggio per i caregiver, arredamento informale. Uno spazio creato nel contesto di un bar, che diventa luogo ludico-ricreativo e stimolativo-riabilitativo (giochi, letture, musica, attività motorie, ecc.), per i malati di Alzheimer.
Intervento (in un locale separato dal precedente) di esperti del settore che sensibilizzano e formano/informano i familiari dei malati su temi inerenti la malattia, permettendo agli stessi di avere spazi di condivisione e di scambio che fungano anche da auto-mutuo-aiuto.
Un momento comune più conviviale che apporti coesione tra i partecipanti, in un clima di empatia e di "festosità" assaporando insieme un caffè e gustando dei pasticcini, con un sottofondo musicale di intrattenimento.
Le attività per i pazienti e per i caregiver • L’accoglienza • Il momento delle attività per i pazienti e, per alcuni, di formazione dei caregiver • Momento conviviale • Il saluto finale
Interventi indirizzati al paziente • Intellettuale • Psicologico-relazionale • Attività espressivo-creativa • Attività manuale-operativa • Ricreativa
E’ importante sottolineare come quello che può apparire come un “pomeriggio diverso in compagnia e serenità” sia in realtà un intervento assolutamente professionale, fatto di una progettazione, di una metodica ben precisa, di momenti di riflessione atti al miglioramento continuo; ogni fase dell’attività è pensata in funzione di determinati obiettivi e comporta un accurato lavoro di preparazione.
Partecipazione • 30 pazienti hanno dato la loro disponibilità (hinterland di Lamezia Terme) • 23 pazienti hanno dato la loro adesione • 20 pazienti hanno usufruito del servizio proposto: • 4 hanno partecipato ad un unico incontro • 16 hanno partecipato assiduamente (ogni paziente ha partecipato a più di 6 incontri )
Iniziative del caffè tener@mente ...per diffondere la conoscenza della malattia di Alzheimer e le altre demenze…
RISULTATI Incremento attività sociali: condivisione dei problemi personali con i pari, capacità di ascolto, rispetto dei tempi della conversazione. Miglioramento del tono dell’umore e dell’autostima attraverso dinamiche di rispecchiamento attivate. Nascita di relazioni amicali tra i nuclei familiari, anche al di fuori del contesto formale. Fruizione di altri servizi socio-assistenziali: 3 pazienti hanno iniziato a frequentare il centro diurno Casa Alzal. Coinvolgimento del territorio: sensibilizzazione e partecipazione delle varie componenti della società civile (comune di Lamezia Terme, associazione TALIA che gestisce il parco Peppino Impastato, Associazione per la Ricerca Neurogenetica, Servizio civile Nazionale).
Considerazioni finali Nel complesso l’Alzheimer Caffè rappresenta un ipotesi operativa per migliorare la qualità della vita delle persone ammalate, che può essere realizzata con risorse limitate.
«Core Guest» Abituale frequentatore del Caffè Alzheimer Indicatore del successo dell’iniziativa che conferma la qualità del servizio offerto.
Simpatici, accoglienti interessanti e rilassanti è utile!!
Innovativo e importante anche per comunicare con il personale sanitario …per farmi stare bene
Sono G. A., nato il 15 agosto del ’29 … è una bella esperienza! Gradevoli e incoraggianti!
Sono degli incontri positivi, sto insieme agli altri, parliamo e facciamo delle cose Belli!!
Grazie per l’attenzione
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