LA PRIMAVERA ARABA:SFIDE ECONOMICHE E SOCIALI E RUOLO DELL'EUROPA - CNEL Intervento del Presidente del Consiglio Nazionale dell'Economia e del ...
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LA PRIMAVERA ARABA:SFIDE ECONOMICHE E SOCIALI E RUOLO DELL’EUROPA Intervento del Presidente del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro On. Prof. Antonio Marzano CNEL Roma, 13 dicembre 2011
La premessa da cui partire – e di qui il riferimento al ruolo d’Europa già nel titolo del Convegno – è che il Mediterraneo meridionale è lo specchio d’Europa. Non solo per le comuni radici culturali e antropologiche – i movimenti profondi delle civilizzazioni di cui scriveva Fernand Braudel – ma anche per i riflessi politici che qualsiasi evento mediterraneo suscita dall’altra parte del Mare, per riverberarsi fino al cuore dell’Europa continentale. Il Mediterraneo non è soltanto la linea di confine fra l’Europa meridionale e il Nord Africa, è il confine meridionale dell’Europa nel suo insieme. Un anno fa il suicidio di un giovane venditore ambulante in Tunisia diede inizio alle proteste popolari che portarono, prima in Tunisia e poi in Egitto, alla caduta dei regimi di Ben Ali e di Mubarak. Tutta la regione del Mediterraneo è stata investita dall’ondata di mobilitazione dal basso e dai venti di cambiamento della cosiddetta Primavera Araba, dal Marocco alla Siria. A un anno di distanza questi paesi stanno attraversando una fase di transizione politica il cui esito, in alcuni casi, appare ancora incerto. Allo stesso tempo le precarie condizioni socio-economiche della popolazione di questi paesi rappresentano una delle sfide principali per dare continuità e stabilità ai cambiamenti in corso. 2
Il titolo di questa Conferenza pone l’accento proprio sulle sfide economiche e sociali che questi paesi, e in particolare Tunisia, Egitto e Algeria, si trovano ad affrontare. Un secondo aspetto su cui intendiamo riflettere in questa sede sono le risposte che ha dato e può dare l’Unione Europea all’attuale fase di cambiamento, alla luce dei rapporti strategici e degli interessi che i singoli paesi membri, compresa l’Italia, hanno nella regione. Per questo la Conferenza sarà articolata in due sessioni. Nella prima verranno presentate e discusse le sfide e le opportunità in campo economico e sociale che Tunisia, Egitto e Algeria in particolare dovranno affrontare e cogliere. Tali elementi sono analizzati in dettaglio nel rapporto che viene qui presentato e che è stato steso dall’Istituto Affari Internazionali, un centro di ricerca noto per i suoi studi sul Mediterraneo e il Medioriente. Il rapporto si concentra inoltre sul ruolo degli attori socio-economici – quali sindacati, gruppi giovanili e associazioni di donne –, all’interno di questi paesi. I CNEL, dove esistono, possono dare un contributo importante nel disegnare l’indirizzo delle politiche economiche e sociali. La centralità della dimensione sociale per la Primavera Araba è evidenziata dal fatto che, nonostante molte delle rivendicazioni dei manifestanti in Tunisia ed Egitto siano state e continuino a essere di natura politica, in questi paesi vi è un forte deficit di politiche sociali ed economiche adatte a risolvere i problemi della disoccupazione, soprattutto giovanile, delle disuguaglianze tra aree geografiche, della scarsa 3
partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Inoltre, vi è il problema della scarsa diversificazione dei sistemi economici di questi paesi che risentono anche dell’eccessiva dipendenza dal mercato europeo e di un’assai scarsa integrazione regionale. Questi fattori sono alla base del deterioramento delle condizioni di vita di una parte considerevole della popolazione, ed hanno contribuito decisamente ad alimentare le proteste, gli scioperi e i sit-in iniziati un anno fa. La dimensione sociale tuttavia non può essere vista solo come la causa e il fattore scatenante della Primavera Araba. Essa deve anche divenire parte integrante della soluzione ai molteplici problemi che affliggono i paesi del Mediterraneo. Per questo motivo ci è apparso indispensabile, in questa fase di transizione, promuovere un dibattito sulla situazione socio-economica e discutere soluzioni concrete che tengano conto delle specificità di ciascun contesto nazionale e del ruolo che in esso possono giocare i differenti attori socio-economici. La seconda sessione della Conferenza consisterà in una tavola rotonda tra diversi esponenti della realtà sociale ed economica italiana e mediterranea oltre a rappresentanti della diplomazia del nostro paese e dell’Unione Europea. Il dibattito sarà incentrato su quello che l’Europa ha fatto e può fare per rispondere alle profonde trasformazioni in corso nella regione e per incoraggiare l’adozione di politiche socio- economiche che possano garantire uno sviluppo veramente inclusivo nella regione. 4
E’ importante ricordare che l’Unione Europea ha presentato a maggio 2011 i primi risultati della revisione della Politica Europea di Vicinato (PEV), che, com’è noto, si rivolge anche ai nostri partner mediterranei. La revisione della politica di vicinato era in realtà iniziata prima dello scoppio della Primavera Araba, ma ha cercato poi di tenere conto del nuovo contesto regionale e delle nuove sfide che si presentano. Un bilancio provvisorio di tale revisione, rispetto al Mediterraneo, al nostro vicinato del Sud, include sia elementi di novità e positivi, quali la maggiore enfasi sulla collaborazione con la società civile, sia nodi ancora da sciogliere, soprattutto per quanto riguarda la concreta attuazione delle misure di sostegno alla democrazia, allo sviluppo di un settore privato veramente indipendente e competitivo e alla circolazione delle risorse umane tra le due sponde del Mediterraneo. Non dimentichiamo che le sfide hanno innanzitutto un connotato politico e istituzionale. Le elezioni che si sono appena svolte in Tunisia e Egitto, quelle che si svolgeranno in altri paesi, la crisi della Siria, la ricostruzione della Libia: sono i tasselli di un mosaico ancora in via di definizione. Il mosaico è in corso d’opera. A questo sforzo di aggiornamento e revisione delle politiche europee verso il Mediterraneo, l’Italia e il suo Meridione sono ovviamente molto interessati, essendo quella mediterranea una delle dimensioni cruciali della nostra proiezione internazionale. E’ importante che il dibattito su questi punti continui e si sviluppi tenuto conto che siamo soltanto all’inizio del processo di revisione e senza 5
dimenticare le condizioni di difficoltà oggettiva che il progetto europeo sta attraversando in questi mesi. 6
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