LAVORARE SICURI NEL COMPARTO ALIMENTARE NELLA "FASE 2" DELL'EPIDEMIA DI COVID-19 - Questa presentazione è stata curata dalle UOC SIAN e SPreSAL ...
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LAVORARE SICURI NEL COMPARTO ALIMENTARE NELLA «FASE 2» DELL’EPIDEMIA DI COVID-19 21 Maggio 2020 Questa presentazione è stata curata dalle UOC SIAN e SPreSAL Epi Occ di ASUR MARCHE AV3
ALCUNE COSE SU SARS-CoV-2 E’ un virus che entra nel nostro organismo in massima parte attraverso le mucose delle vie respiratorie (in subordine tramite quelle di bocca e occhi. Si trasmette principalmente in via diretta con le goccioline (in Inglese «droplets») che emettiamo con il respiro, parlando, ed ancor più con i colpi di tosse e gli starnuti. Può trasmettersi anche per via indiretta, quando vengano contaminati oggetti e arredi (telefoni, tastiere e schermi di PC, maniglie delle porte, tavoli …), che dopo poco tempo vengono toccati da una persona che poi si porta le mani alle prime vie respiratorie, alla bocca, agli occhi.
ALCUNE COSE SU COVID-19 COVID-19 è la malattia causata da SARS-CoV-2: si tratta di una malattia principalmente (anche se non unicamente) respiratoria. Il contagio da SARS-CoV-2, quando diviene sintomatico, si manifesta soprattutto con tosse significativa e/o febbre sopra a 37.5° e/o affanno respiratorio; spesso questi sintomi si accompagnano a perdita dell’olfatto e del gusto e/o a mancanza di forze e/o a disturbi intestinali.
Infettandoci con SARS-CoV-2 possiamo ammalarci noi e infettare chi viene a contatto con noi. Dopo di che quando, nonostante tutto questo, una persona venisse contagiata, bisognerà rendersene conto subito e fare in modo che l’infezione non venga ulteriormente trasmessa.
La sicurezza degli alimenti, nel quadro normativo europeo, è garantita tramite un approccio combinato di prevenzione e controllo, che abbraccia le filiere agroalimentari “dal campo alla tavola”. Non vi sono evidenze di trasmissione di SARS-CoV-2 per via alimentare, in conseguenza di manipolazioni da parte di operatori del comparto alimentare o di contaminazione di imballaggi.
Nel corso dell’epidemia di COVID-19, tuttavia, prudenzialmente si attuano misure di igiene degli alimenti AGGIUNTIVE a quelle ordinarie e che si integrano con tutte le altre azioni mirate a fronteggiare i rischi che potrebbero derivare dalla presenza di soggetti potenzialmente infetti in ambienti destinati alla produzione e commercializzazione di alimenti. In questa presentazione si forniscono indicazioni e raccomandazioni specifiche per la «fase 2» dell’emergenza epidemica COVID-19 mirate a massimizzare l’igiene degli alimenti e degli imballaggi alimentari nelle fasi di produzione, commercializzazione e consumo domestico.
Quando siamo al lavoro, facciamo le cose che facciamo sempre come le dovremmo fare sempre: cioè bene e in sicurezza. Valutiamo bene tutti i rischi, compreso quello di un contagio da SARS-CoV-2 e organizziamoci di conseguenza.
RESISTENZA DI SARS-CoV-2 SULLE SUPERFICI IN FUNZIONE DELLA TEMPERATURA I dati disponibili su SARS-CoV-2 mostrano che il virus ha una diversa sopravvivenza in base alla tipologia di superficie. In diversi studi di laboratorio si è rilevato che il virus può resistere per poche ore fino ad un massimo di alcuni giorni a seconda del tipo di superficie e delle condizioni ambientali di temperatura ed umidità. SARS-CoV-2, come altri Coronavirus e come gran parte dei virus, risulta stabile alle temperature di refrigerazione (+4°C). A temperatura ambiente, di contro, SARS-CoV-2 mostra una stabilità molto ridotta: virus infettante può essere rilevato fino a 7 giorni di distanza dalla contaminazione a 22°C, ma solo fino a 1 giorno di distanza a 37°C.
RESISTENZA DI SARS-CoV-2 SULLE SUPERFICI IN FUNZIONE DELLA TEMPERATURA SARS-CoV-2 mostra, nei confronti delle temperature rilevanti per i processi di preparazione dei cibi (cottura e mantenimento dalla temperatura nelle attività di ristorazione), un comportamento analogo a quello di altri Coronavirus: non è più possibile rilevare virus infettante dopo 30 minuti a 56°C e dopo 5 minuti a 70°C.
RESISTENZA DI SARS-CoV-2 SULLE SUPERFICI IN FUNZIONE DELL’ESPOSIZIONE AD AGENTI CHIMICI DISINFETTANTI
I DISINFETTANTI: ASPETTI GENERALI I prodotti che garantiscono un’azione disinfettante battericida, fungicida, virucida o una qualsiasi altra azione volta a distruggere, eliminare o rendere innocui i microrganismi i, ricadono in due distinti processi normativi: quello dei PRESIDI MEDICO-CHIRURGICI (PMC) e quello dei BIOCIDI. In entrambi i casi i prodotti, prima della loro immissione in commercio, devono essere autorizzati a livello nazionale o europeo. PRESIDI MEDICO-CHIRURGICI (PMC) I PMC disponibili in commercio sul territorio nazionale per la disinfezione della cute e/o delle superfici sono, per la maggior parte, a base di principi attivi come ipoclorito di sodio, etanolo, propan-2-olo, ammoni quaternari, Clorexidina digluconato, perossido di idrogeno, bifenil-2-olo, acido peracetico e Troclosene sodico (vedi Tabella 1 nella slide successiva): alcuni di essi sono efficaci anche contro i virus.
I PRESIDI MEDICO-CHIRURGICI (PMC) Alcuni PMC sono ad uso esclusivo degli utilizzatori professionali poiché il loro impiego richiede una specifica formazione e l’obbligo di indossare i Dispositivi di Protezione Individuali (DPI); tali prodotti riportano in etichetta la dicitura “Solo per uso professionale”. In assenza di tale dicitura il prodotto si intende destinato per l’uso al pubblico.
I BIOCIDI Per la disinfezione umana e per quella delle superfici il la normativa comunitaria vigente identifica due distinte tipologie di prodotti (Product Type, PT): PT1 per l’igiene umana La tipologia di prodotto PT1 include tutti quei “prodotti applicati sulla pelle o il cuoio capelluto, o a contatto con essi, allo scopo principale di disinfettare la pelle o il cuoio capelluto”. PT2 per i prodotti destinati alla disinfezione delle superfici La tipologia di prodotto PT2 comprende i “prodotti disinfettanti non destinati all'applicazione diretta sull'uomo o sugli animali”. La normativa identifica anche altri tipi di disinfettanti, quali quelli per l’igiene veterinaria (PT3), per le superfici a contatto con gli alimenti (PT4) e per le acque potabili (PT5).
I BIOCIDI L’efficacia dei prodotti nei confronti dei diversi microrganismi, come ad esempio i virus, deve essere dichiarata in etichetta sulla base delle evidenze scientifiche presentate dalle imprese e pertanto la specifica “efficacia dichiarata” che si riferisce al claim – rivendicazione in etichetta – è stabilita a seguito dell’esame della documentazione presentata al momento della richiesta di autorizzazione del prodotto (Tabella 2).
I DISINFETTANTI ANTIVIRALI I Coronavirus (ai quale appartiene SARS-CoV-2, l’agente eziologico di COVID-19) sono dotati di involucro (envelope) e, contrariamente a quanto potrebbe sembrare, questo li rende in linea generale meno resistenti dei cosiddetti virus “nudi”, cioè privi di involucro. I virus privi di involucro sono alquanto resistenti alle alte temperature, agli acidi, ai detergenti e all’essiccamento. I virus con involucro, inclusi i Coronavirus, sono agevolmente distrutti da calore, acidi, detergenti, essiccamento.
I DISINFETTANTI ANTIVIRALI Diversi agenti disinfettanti sono stati testati su alcuni Coronavirus (anche se non direttamente su SARS-CoV-2). Le vigenti linee guida emesse dal Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC) indicano per la decontaminazione delle superfici dure: quando possibile, l'uso di ipoclorito di sodio allo 0,1% dopo pulizia con acqua e un detergente neutro; quando le superfici potrebbero essere danneggiate dall'ipoclorito di sodio, l’uso di prodotti a base di etanolo al 70%, sempre dopo la pulizia con acqua e detergente neutro.
Le buone pratiche igieniche (Good Hygiene Practices, GHP) costituiscono un elemento fondamentale per la prevenzione della dispersione di SARS CoV-2 negli ambienti di produzione, trasformazione e commercializzazione degli alimenti. L’adesione scrupolosa a tali pratiche deve essere rafforzata (anche mediante idonee attività di formazione / training) in fase epidemica da SARS CoV-2 per ridurre il rischio di contaminazione delle superfici, incluse quelle degli alimenti e degli imballaggi ad essi destinati. Nelle fasi di commercializzazione degli alimenti è necessario considerare le criticità poste: a) dalla presenza di soggetti potenzialmente infetti in aree di esposizione/distribuzione degli alimenti; b) dalla contemporanea presenza di molteplici soggetti, tra i quali alcuni potrebbero essere infetti, all’interno di luoghi chiusi.
NORME IGIENICHE E PRECAUZIONI DURANTE LA PRODUZIONE DEGLI ALIMENTI Le ordinarie pratiche igieniche, efficaci per evitare la contaminazione degli alimenti da parte di microrganismi nocivi per la salute umana, costituiscono un approccio adeguato anche nei confronti della diffusione del SARS-CoV-2. In particolare tali pratiche igieniche includono: accurata pulizia e sanificazione con prodotti idonei di superfici, linee produttive, attrezzature e materiali; assiduo lavaggio delle mani da parte di tutti gli operatori ; utilizzo di abbigliamento idoneo per gli ambienti di produzione (indumenti specifici per il lavoro, camici, copricapo, calzari, ecc.) utilizzo di maschere di tipo chirurgico e guanti ad uso alimentare durante la manipolazione, la preparazione e il confezionamento degli alimenti (tali dispositivi, già largamente adottati nelle industrie alimentari come presidio igienico, sono idonei a anche ridurre la possibilità di diffusione di SARS-CoV-2 da parte di soggetti inconsapevolmente infetti ).
NORME IGIENICHE E PRECAUZIONI DURANTE LA PRODUZIONE DEGLI ALIMENTI Rispetto delle ordinarie regole di igiene personale (taglio delle unghie, rimozione di monili e accessori di abbigliamento, mantenimento in ordine di capelli, barba, baffi, etc.) Adesione alle regole di segregazione delle aree destinate alle materie prime, al prodotto, ai materiali di confezionamento e imballaggio e ai materiali diversi da quelli destinati alla produzione; Utilizzo di idonee modalità di stoccaggio e di adeguate istruzioni operative per gli addetti alle operazioni di movimentazione (lavaggio frequente delle mani, utilizzo di guanti, ecc.) Relativamente alle tipologie di prodotto: per gli alimenti destinati a essere consumati senza cottura vanno massimizzate le buone pratiche igieniche, a partire dalla produzione primaria I trattamenti termici a cui sono sottoposti gli alimenti a livello di produzione industriale devono essere tenuti sotto controllo come da piani HACCP I prodotti cotti e gli alimenti crudi devono essere mantenuti idoneamente segregati nelle diverse fasi della produzione.
NORME IGIENICHE E PRECAUZIONI DURANTE LA PRODUZIONE DEGLI ALIMENTI Rigorosa applicazione del principio generale di astensione dal lavoro del personale che accusi sintomatologia compatibile con malattie trasmissibili con alimenti (Regolamento (CE) 852/2004) nonché, in ottemperanza alle indicazioni per fronteggiare l’epidemia di COVID-19 (DPCM 26 aprile 2020), sintomatologia da infezione respiratoria e febbre (temperatura corporea maggiore di 37,5°C) con segnalazione immediata al Medico di Medicina Generale ovvero al Servizio di Continuità Assistenziale di riferimento.
NORME IGIENICHE E PRECAUZIONI NELLA COMMERCIALIZZAZIONE DEGLI ALIMENTI Per tutti gli addetti a preparazione e distribuzione degli alimenti, gestione dei magazzini e scaffali, operazione di cassa: utilizzo di maschere di tipo chirurgico e guanti, in applicazione delle disposizioni nazionali e regionali e di eventuali procedure integrative adottate dall’azienda. Per gli addetti che manipolano direttamente gli alimenti (ad esempio nei reparti Macelleria, Gastronomia, Panetteria): disponibilità e uso assiduo di dispensatori di gel a base alcoolica per la disinfezione delle mani, oltre che di maschere chirurgiche e guanti in quantitativi adeguati a un ricambio particolarmente frequente.
NORME IGIENICHE E PRECAUZIONI NELLA COMMERCIALIZZAZIONE DEGLI ALIMENTI La movimentazione e la sistemazione dei prodotti sugli scaffali e nei banchi frigoriferi possono svolgersi anche durante l’orario di apertura al pubblico, con l’accortezza di garantire il maggior distanziamento possibile fra operatori e clienti. Le operazioni di pulizia straordinaria dei locali devono invece essere svolte previo allontanamento della clientela dall’area di interesse. Utile una frequente disinfezione dei carrelli e dei cestini che messi a disposizione della clientela nelle aree di vendita, con particolare attenzione alle maniglie. Utile una frequente disinfezione anche di altre superfici che vengono toccate di frequente, quali maniglie di banchi o armadi frigoriferi, tastiere, touchscreen, piatti di bilance, nastri trasportatori e aree di deposizione degli acquisti alla cassa, aree di imbustamento degli acquisti, tastiere dei terminali POS.
NORME IGIENICHE E PRECAUZIONI NELLA COMMERCIALIZZAZIONE DEGLI ALIMENTI E’ fondamentale promuovere e controllare il corretto comportamento dei clienti all’interno delle aree di vendita (rispetto delle distanze interpersonali, rispetto dei percorsi indicati, etc.). tenuto conto della tipologia di esercizio commerciale e delle possibilità organizzative, vanno promossi l’ordinazione preventiva, anche online, la consegna a domicilio, il ritiro diretto da parte del cliente presso il punto vendita in fascia oraria concordata. Laddove l’operatore alimentare gestisca servizi di consegna a domicilio dei prodotti acquistati, anche gli addetti alla preparazione e alla consegna di tali prodotti vanno formati per dare garanzia dell’igiene degli alimenti e dei relativi involucri.
ACCESSO AI PUNTI O ALLE AREE DI VENDITA Porre all’ingresso del punto o dell’area di vendita una segnaletica di divieto di accesso in presenza di sintomi simil-influenzali o comunque riconducibili ad infezioni COVID-19. Porre all’ingresso del punto o dell’area di vendita istruzioni sul comportamento che il cliente deve tenere all’interno, in base alle disposizione nazionali e regionali come, se del caso, a specifiche modalità organizzative aziendali. Garantire, nei limiti del possibile per le aree che non sono di diretta pertinenza degli esercizi commerciali, che le code per l’accesso al punto o all’area di vendita si svolgano nel rispetto del corretto distanziamento interpersonale. Garantire l’ingresso esclusivamente a un numero di persone tale da assicurare, all’interno del punto o dell’area di vendita, il corretto distanziamento interpersonale. Per locali fino a 40 m2 è consentito l’accesso ad una persona alla volta oltre a un massimo di due operatori dell’esercizio commerciale; per locali di dimensioni superiori l’accesso è regolamentato in funzione degli spazi disponibili (Allegato 5 DPCM 10.04.2020).
ACCESSO AL PUNTO O ALLE AREE DI VENDITA Regolare l’accesso in modo da evitare code interne, in particolare in prossimità delle casse. Valutare, laddove la struttura del locale o dell’area commerciale lo consenta, l’istituzione di percorsi obbligati unidirezionali, per garantire un flusso ordinato della clientela. Differenziare, laddove possibile, i percorsi di entrata e di uscita. Mettere a disposizione all’ingresso dell’esercizio o dell’area commerciale spray o gel sanificante per le mani. Mettere a disposizione all’ingresso dell’esercizio o dell’area commerciale dispensatori di gel disinfettante a base alcoolica oppure salviette detergenti monouso per consentire ai clienti di igienizzare le parti dei carrelli e dei cestini che vengono a contatto con le mani.
ACCESSO AL PUNTO O ALLE AREE DI VENDITA Verificare che i clienti che accedono all’esercizio o all’area commerciale aderiscano alle indicazioni relative all’uso delle maschere e all’igienizzazione delle mani. Mantenendosi aggiornati all’evoluzione delle normative nazionali e regionali finalizzate al fronteggiamento dell’epidemia COVID-19, agevolare la possibilità di accessi preferenziali o prioritari per specifici gruppi di popolazione quali persone con difficoltà motoria, anziani, personale impegnato in servizi di pubblica utilità quali sanità, pubblica sicurezza, protezione civile, etc.
ATTIVITÀ ALL’INTERNO DEL PUNTO O DELLE AREE DI VENDITA Assicurare la presenza, in tutte le aree con vendita di alimenti sfusi (es. ortofrutta, panetteria), di idonei quantitativi di guanti monouso per l’utilizzo da parte della clientela (Allegato 5 DPCM 10.04.2020) (29). Evidenziare l’obbligo di utilizzo di tali guanti monouso anche mediante apposita segnaletica in corrispondenza dell’area destinata all’esposizione dei prodotti. Poiché i guanti utilizzati per la manipolazione degli alimenti devono rispondere alle specifiche per i materiali a contatto con gli alimenti (MOCA), tali guanti devono essere utilizzati anche dai clienti che, all’accesso al punto/area vendita, siano già dotati in proprio di guanti (cioè sovrapposizione del guanto monouso da ortofrutta/panetteria al guanto già indossato dal cliente). Laddove possibile, posizionare barriere di protezione per il personale onde minimizzare il contatto con i clienti nei punti in cui sia più difficile rispettare rigorosamente il distanziamento (es. casse). Laddove possibile, agevolare l’uso di strumenti di pagamento contactless.
MISURE CHE DERIVANO DAL PROTOCOLLO NAZIONALE SOTTOSCRITTO IL 24 APRILE 2020 PER LA TUTELA DEI LAVORATORI SUL POSTO DI LAVORO • Limitare i contatti personali diretti con fornitori, tecnici, manutentori, pulitori etc. esterni all’azienda, individuando procedure di ingresso, transito e uscita (mediante modalità, percorsi e tempistiche predefinite) che aumentino le distanze interpersonali. • L’azienda deve assicurare la pulizia giornaliera e la sanificazione periodica degli ambienti di lavoro e delle aree comuni e di riposo oltre che delle aree di distribuzione di bevande e snack.
MISURE CHE DERIVANO DAL PROTOCOLLO NAZIONALE SOTTOSCRITTO IL 24 APRILE 2020 PER LA TUTELA DEI LAVORATORI SUL POSTO DI LAVORO • E’ obbligatorio che le persone presenti in azienda adottino tutte le misure di igiene personale raccomandate, in particolare per le mani. L’azienda deve mettere a disposizione idonei mezzi di pulizia e sanificazione delle mani. • Qualora il lavoro non consenta una distanza interpersonale di sicurezza e non siano possibili altre soluzioni organizzative, è necessario dotare i lavoratori di protezioni respiratorie individuali (vedremo più avanti quali).
MISURE CHE DERIVANO DAL PROTOCOLLO NAZIONALE SOTTOSCRITTO IL 24 APRILE 2020 PER LA TUTELA DEI LAVORATORI SUL POSTO DI LAVORO • L’accesso a mense, spogliatoi, aree fumatori o qualsiasi altro tipo di area comune è contingentato e ridotto al minimo indispensabile, aumentando le distanze interpersonali rispetto alla situazione ordinaria; è garantita la ventilazione costante e continua dei locali. • Va sviluppato, dove possibile, il «lavoro a distanza» (smart working) e vanno rimodulati i turni di lavoro per cercare di ridurre il numero di lavoratori contemporaneamente presenti in azienda. • Vanno limitate quanto più possibile le trasferte e le riunioni in persona. Queste ultime, se indispensabili e indifferibili, vanno con il minimo numero di persone in compresenza, comunque mantenendo distanze interpersonali di sicurezza e indossando tutti una maschera di tipo chirurgico.
MISURE CHE DERIVANO DAL PROTOCOLLO NAZIONALE SOTTOSCRITTO IL 24 APRILE 2020 PER LA TUTELA DEI LAVORATORI SUL POSTO DI LAVORO • Va adottata una procedura interna per l’identificazione immediata e la successiva gestione dell’eventuale presenza in azienda di persone possibilmente affette da COVID-19. Se un lavoratore presente in azienda presenta tosse significativa e/o febbre sopra a 37.5° e/o affanno respiratorio, deve immediatamente porsi in luogo quanto più possibile isolato e avvertire il suo preposto. Vanno immediatamente informati il Medico di Medicina Generale dell’ammalato e il Dipartimento di Prevenzione dell’ASUR. • Va promossa la collaborazione tra Datore di Lavoro, Medico Competente e Rappresentate dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS), anche per il fronteggiamento di eventuali casi di lavoratori che presentano sintomi indicativi di COVID-19.
LE MASCHERE RESPIRATORIE L’USO DI MASCHERE RESPIRATORIE ALL’INTERNO DEGLI AMBIENTI DESTINATI ALLA PRODUZIONE, ALL’ESPOSIZIONE E ALLA COMMERCIALIZZAZIONE DEGLI ALIMENTI MINIMIZZA LA DIFFUSIONE DI DROPLET DALLE VIE RESPIRATORIE E QUINDI LA POSSIBILITA’ CHE INDIVIDUI INCONSAPEVOLMENTE INFETTI , OLTRE A POTER INFETTARE ALTRE PERSONE POSTE A DISTANZE INFERIORI A QUELLE DI SICUREZZA, POSSANO CONTAMINARE GLI ALIMENTI E I LORO IMBALLAGGI. E’ CHIARO CHE, NELLE OPERAZIONI DI ACQUISTO, NON È TECNICAMENTE POSSIBILE GARANTIRE UN DISTANZIAMENTO TRA L’ACQUIRENTE E GLI OGGETTI ESPOSTI.
QUANDO NON SIAMO CERTI DI POTER MANTENERE LA DISTANZA DI DUE METRI TRA LE PERSONE … NEI CASI IN CUI NORMALMENTE NON INDOSSEREMMO UNA PROTEZIONE RESPIRATORIA, PER TUTTO IL TEMPO IN CUI PERDURERA’ L’EMERGENZA EPIDEMICA INDOSSIAMO UNA MASCHERA DI TIPO CHIRURGICO. NEI CASI IN CUI GIA’ IN TEMPI ORDINARI INDOSSEREMMO, PER QUALUNQUE MOTIVO, UNA MASCHERA RESPIRATORIA FFP1 O FFP2 o FFP3, CONTINUIAMO A USARE QUELLA.
MASCHERE DI TIPO CHIRURGICO Sono nate per abbattere la dispersione dei droplet emessi dalla bocca e dal naso degli operatori sanitari durante il loro lavoro. Queste particelle possono costituire un rischio per gli assistiti che siano in una situazione particolarmente «fragile», ad esempio i pazienti durante un intervento chirurgico. Queste maschere frappongono un ostacolo anche al transito di particelle sospese in aria che potrebbero essere inalate da chi indossa la maschera. Se indossate correttamente da tutti danno una protezione «di base», ma concreta, contro la circolazione di virus eventualmente contenuti nei droplet.
LE MISURE DI IGIENE PERSONALE E COLLETTIVA Vanno distinte due situazioni diverse, con necessità diverse: quella del tutto speciale in cui, durante quella ordinaria in cui ci si il lavoro o durante uno spostamento da confronta con una mera possibilità o verso il lavoro, un lavoratore inizia a della presenza di SARS-CoV-2; presentare disturbi che fanno pensare a COVID-19.
IGIENE PERSONALE E COLLETTIVA Se sentiamo che stanno per arrivare un colpo di tosse o uno starnuto, tossiamo o starnutiamo contro il cavo del gomito (come del resto si dovrebbe fare sempre). Non scambiamoci mai un telefono cellulare. Laviamoci le mani spesso e con particolare cura. Dedichiamo una cura particolare a mantenere puliti gli spogliatoi (armadietti personali compresi) e i servizi igienici. Evitiamo ogni assembramento, anche nei luoghi dove mangiamo e ci riposiamo.
E SE QUALCUNO DI NOI STA MALE? Bisogna essere prudenti, anche se non allarmisti (non è che qualsiasi colpo di tosse sia un segno di COVID-19, ma la tosse va valutata con attenzione). In caso di tosse significativa e/o febbre sopra a 37.5° e/o affanno respiratorio: se non siamo ancora usciti per andare al lavoro, rimaniamo dove siamo, telefoniamo al nostro medico di fiducia e aspettiamo istruzioni (non appena possibile, avvertiamo il nostro responsabile); se ci troviamo già sul luogo di lavoro, mettiamoci subito in un luogo isolato, avvertiamo subito il responsabile e i colleghi con cui siamo stati a contatto stretto, telefoniamo al nostro medico di fiducia e aspettiamo istruzioni.
ANDARE A LAVORARE «AI TEMPI DEL CORONAVIRUS»: COME SI VA E COME SI TORNA A CASA ? Se si usano i mezzi pubblici: sulla base della compatibilità con il nostro orario di lavoro, possibilmente viaggiamo negli orari di minor affollamento, sempre indossando una maschera di tipo chirurgico. Dove questo non sia possibile, rispettiamo le distanze di sicurezza, seguiamo le regole di prevenzione dettate dalla ditta di autotrasporti e indossiamo sempre una maschera di tipo chirurgico. Se si usa una autovettura privata: non più di due persone per volta (il passeggero sul sedile posteriore a destra, per stare il più lontano possibile dal guidatore; tutti indossano una maschera di tipo chirurgico).
Conoscere per prevenire e proteggere PARTECIPARE PER PREVENIRE E PROTEGGERE
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