La teoria della relatività ristretta: Le idee di fondo - AnnaDe Ambrosis Dipartimento di Fisica "A. Volta"

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La teoria della relatività ristretta: Le idee di fondo - AnnaDe Ambrosis Dipartimento di Fisica "A. Volta"
La teoria della relatività ristretta:
         Le idee di fondo

           Anna De Ambrosis

      Dipartimento di Fisica “A. Volta”
            Università di Pavia

             La relatività - Brescia: ottobre 2009
La teoria della relatività ristretta: Le idee di fondo - AnnaDe Ambrosis Dipartimento di Fisica "A. Volta"
INSEGNAMENTO DELLA RELATIVITA’ : TRADIZIONE E
                  INNOVAZIONE

Riferimenti internazionali per l’insegnamento della Relatività, a partire
dagli anni ’60 :

•la proposta formulata da Resnick (1968) INTRODUCTION TO
SPECIAL                                                           RELATIVITY

•quella elaborata da Taylor e Wheeler (1966) SPACETIME PHYSICS

A differenza del grande successo ottenuto dalla proposta di Resnick fin
dalla sua formulazione, quella di Taylor e Wheeler si è configurata come
un riferimento culturale “d’elite” almeno fino alla sua versione del 1992.

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LA TRADIZIONE ITALIANA

 Fin dagli anni settanta in Italia si è dibattuto il tema dell’introduzione
 della Relatività Speciale nella Scuola Secondaria
 Il dibattito è stato sostenuto da progetti e da sperimentazioni a livello
 nazionale

• il Progetto Relatività coordinato da G. Cortini
    Vedute recenti sull’ Insegnamento della Relatività Ristretta
    Quaderni del Giornale di Fisica V.2, n.4, 1977
    La relatività ristretta, con nota storica di S. Bergia, Loesher Editore, 1978

• la proposta di E. Fabri
    Per un insegnamento moderno della Relatività, AIF sezioni di Lucca
    e Pisa 1989
    Insegnare relatività nel XXI secolo – Dal “navilio” di Galileo
    all’espansione dell’Universo
    Quaderno 16 Bollettino AIF, n1 Supplemento, 2005

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LE MOTIVAZIONI PER INSEGNARLA A SCUOLA

 Valore culturale della teoria

 Possibilità di trattare i concetti base con una matematica semplice

 Possibilità di suscitare il coinvolgimento degli studenti e il loro interesse

 Valore didattico di far sperimentare il passaggio da una teoria ad un’altra

 Importanza di riconoscere come una teoria fisica possa essere in
 contrasto con il senso comune e l’esperienza di tutti i giorni

 Allo stesso tempo in accordo con esperimenti eseguiti ogni giorno nei
 Laboratori e con tecnologie di uso ormai quotidiano

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PROPOSTE DI RIFERIMENTO:
                                                     Resnick / Taylor e Wheeler

La proposta di Resnick si caratterizza come una presentazione della teoria
effettuata ripercorrendo l’evoluzione storica e in coerenza con l’approccio
operazionista riconosciuto nei lavori originali di Einstein.

La relatività come “una teoria della misura”
Che utilizza il linguaggio algebrico delle trasformazioni di Lorentz
Il cui significato fisico è illustrato con i classici esperimenti mentali di
Einstein.

Lo sforzo richiesto allo studente è quello di immaginare un mondo popolato da
regoli, orologi, treni che si muovono a velocità prossime a quelle delle luce e di
accettare, come conseguenza dell’invarianza della velocità della luce, il fatto
che misure di lunghezze e di intervalli di tempo non siano più assolute ma
dipendenti dal sistema di riferimento rispetto al quale si effettuano le misure
stesse

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PROPOSTE DI RIFERIMENTO:
                                                    Resnick / Taylor e Wheeler

Il successo della proposta di Resnick è probabilmente riconducibile a:

lucidità e coerenza con cui la presentazione della teoria si sviluppa

scelta di ripercorrere alcune tappe dell’evoluzione storica, solitamente
accolta e accettata come strategia didattica efficace per ammorbidire
l’impatto con una nuova teoria

uso dell’approccio operazionista che ha un forte potere persuasivo per
l’immagine di concretezza che restituisce.

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PROPOSTE DI RIFERIMENTO:
                                                  Resnick / Taylor e Wheeler

La scelta di privilegiare il linguaggio geometrico è alla base della proposta
elaborata da Taylor e Wheeler.

 La proposta è una vera e propria ricostruzione a-storica della teoria
 effettuata alla luce della relatività generale

Evidenzia gli aspetti concettuali che si sono mostrati maggiormente fecondi
nello sviluppo successivo della fisica: la struttura quadri-dimensionale e gli
aspetti invarianti, tra i quali, soprattutto, il quadrintervallo e il quadri-
impulso.

Il punto di forza della proposta sta nella profonda ed elegante coerenza
interna nonché nella lucidità con cui si costruiscono strumenti potenzialmente
fecondi per capire la relatività generale.

                           La relatività - Brescia: ottobre 2009
UNO SGUARDO ALLA PROPOSTA DI TAYLOR E WHEELER

    Come ricostruzione della relatività in prospettiva didattica

 Taylor e Wheeler: Spacetime Physics, second edition, Freeman, N.Y., 1992
                 Fisica dello spazio tempo, Zanichelli, Bo, 1996

  Approccio non storico: la relatività come teoria viva, che si usa oggi, che
  ha continue verifiche sperimentali, e su cui si basa il funzionamento di
  dispositivi diventati ormai di uso quotidiano

Approccio di tipo geometrico in cui l’idea centrale per la formalizzazione è
quella di intervallo nello spazio-tempo

                            La relatività - Brescia: ottobre 2009
UNO SGUARDO ALLA PROPOSTA DI TAYLOR E WHEELER

Fin dal primo capitolo vengono anticipati i concetti cardine dell’intera
proposta, concetti che poi saranno ripresi e sviluppati nei capitoli
successivi.

si sceglie un’impostazione geometrica basata sul concetto di evento e
sulla costruzione di grandezze invarianti.

sono subito evidenti scelte comunicative che si discostano nettamente
dal linguaggio e dal tipo di argomentazione di un libro di testo
tradizionale.

Per cominciare… LA PARABOLA DEGLI AGRIMENSORI

                        La relatività - Brescia: ottobre 2009
LA PARABOLA DEGLI AGRIMENSORI:
 DIVERSI SISTEMI DI COORDINATE

Che cosa cambia, che cosa rimane invariato?

              d2 = ∆x2 + ∆y2

               La relatività - Brescia: ottobre 2009
DIVERSI SISTEMI DI RIFERIMENTO

                      Rif. Gianluca             Rif. Anna

Che cosa
cambia,
che cosa
rimane
invariato?

                      La relatività - Brescia: ottobre 2009
Che cosa cambia, che cosa rimane invariato?
                                      Rif. Gianluca               Rif. Anna

∆t= 10,1000 m         Esprimiamo le distanze e gli intervalli di tempo con la stessa     ∆t’= 9,9000 m
∆t2= 102, 010 m2      unità di misura usando la velocità della luce                      ∆t’ 2= 98,010m2

                                         I2 = ∆t2 - ∆x2
                                                                          Un nuovo invariante
                                      La relatività - Brescia: ottobre 2009
UNA NUOVA GEOMETRIA

 Misurare con la stessa unità di misura distanza e tempo, usando la velocità
 della luce come fattore di conversione

           I2 = ∆t2 - ∆x2                             d2 = ∆x2 + ∆y2

se ∆x   = 0 cioè nel riferimento in cui gli eventi avvengono nella stessa posizione

            τ2 = ∆t2              τ intervallo di tempo proprio

           ∆t’/τ = γ = 1/(1- v2)1/2
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UNA NUOVA GEOMETRIA

Il fattore   γ

       τ2 = ∆t’2 – ∆x’2                          ∆x’ 2 = v2 ∆t’2

             τ2 = ∆t’2 – ∆x’2 = ∆t’2 - v2 ∆t’2 = ∆t’2 (1- v2)

                      ∆t’ = τ 1/(1- v2)1/2

                       γ = 1/(1- v2)1/2

                      ∆t’/τ = 1/(1- v2)1/2 =        γ

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IL SISTEMA DI RIFERIMENTO INERZIALE

Il secondo Capitolo del Taylor e Wheeler affronta il problema specifico
della definizione e individuazione dei sistemi di riferimento inerziali.

La posizione espressa dagli autori è insolita per la relatività ristretta e
deriva da consapevolezze che provengono dalla relatività generale.

Si introduce una nuova idea di osservatore;

Si mostra come sia necessaria una procedura di sincronizzazione degli
    orologi all’interno di un riferimento inerziale

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IL SISTEMA DI RIFERIMENTO INERZIALE

 Il sistema di riferimento:
 definizione di sistema di riferimento inerziale
 come sistema in volo libero

 Il sistema di riferimento inerziale ha un
 carattere locale

Tenendo presente la Relatività Generale….
                                                                   Dalla terra alla Luna
                                                                          J.Verne

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IL RETICOLO DI REGOLI E OROLOGI

 L’”OSSERVATORE”
 è l’insieme degli orologi di
 registrazione associati ad un
 sistema inerziale

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IL PRINCIPIO DI RELATIVITA’

A questo punto si ridiscutono i postulati alla base della relatività (Principio
di relatività e Invarianza della velocità della luce) e se ne mettono in
evidenza le conseguenze sulla visione dello spazio-tempo.
La relatività della simultaneità, la contrazione delle lunghezze

L’esistenza di una grandezza invariante che lega tra loro la dimensione
spaziale e quella temporale, il “quadrintervallo” Ι2 = ∆t2 - ∆x2, è
ricavata dal principio di relatività e dal principio di invarianza della
velocità della luce.

Si conferma così la validità e l’efficacia dell’idea di intervallo invariante che
era stato introdotta sulla base di una semplice analogia con la geometria
Euclidea.
IL PRINCIPIO DI RELATIVITA’

    Da Galileo a …Lorentz, Poincaré, Einstein…

Tutte le leggi della fisica sono le stesse in ogni sistema
di riferimento inerziale

  Nessuna verifica delle leggi della fisica fornisce alcun modo per distinguere
  Un sistema di riferimento inerziale da un altro

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LA RELATRIVITA’ DELLA SIMULTANEITA’

          Invarianza della velocità della luce

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DALLA RELATRIVITA’ DELLA SIMULTANEITA’
ALLA CONTRAZIONE DELLE LUNGHEZZE

  La separazione spaziale tra gli estremi del treno misurata in un
  riferimento in cui esso è in moto è minore di quella misurata nel
  Riferimento in cui è fermo

Le dimensioni trasversali rispetto alla direzione del moto sono invarianti

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L’INVARIANZA DELL’INTERVALLO: UNA DIMOSTRAZIONE

                 La relatività - Brescia: ottobre 2009
Equazioni della TRASFORMAZIONE DI COORDINATE DILORENTZ

   Uno strumento utile per:

   Trovare le coordinate spaziali e temporali in diversi sistemi di
   riferimento inerziali

   Trovare la velocità di un oggetto in diversi sistemi di riferimento
   Inerziali

                Le equazioni possono essere ricavate
          dall’invarianza dell’intervallo spazio-temporale

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Equazioni della TRASFORMAZIONE DI COORDINATE DI LORENTZ

       Coordinate nel                                           Coordinate nel
        laboratorio                                                 razzo
                           x = γx’ + vrelγt’
                                                                γ = 1/(1− vrel2)1/2
                           t = vrelγx’ + γt’
                           y = y’
                           z = z’
                   v = (v’+vrel)/(1+ v’ vrel)
         Non si può superare la velocità della luce nel vuoto

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Equazioni della TRASFORMAZIONE DI COORDINATE DI GALILEI

       Coordinate nel                                           Coordinate nel
        laboratorio                                                 razzo
                                x = vrelt’
                                t = t’
                                y = y’
                                z = z’
                              v = (v’+vrel)
                  Non esiste una velocità limite

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MAPPE SPAZIO-TEMPORALI E LINEE D’UNIVERSO

      Le mappe spazio-temporali sono un utile strumento di
      rappresentazione degli eventi nello spazio-tempo.

       La concatenazione
       degli eventi
       relativi a una
       particella può
       essere
       visualizzata
       mediante una
       linea d’universo in
       un dato sistema di
       riferimento.

La misura della lunghezza delle linee d’universo diventa il criterio guida per
confrontare storie diverse che si sviluppano tra una stessa coppia di eventi.
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MAPPE SPAZIO-TEMPORALI E LINEE D’UNIVERSO

   Come si
   misura la
   lunghezza di
   una linea nello
   SPAZIO
   TEMPO?

   La “metrica”
   nella
   geometria di
   Lorentz

τ = (∆t2 – ∆x2)1/2
                                   misura della lunghezza di una linea di universo
                                   con “l’orologio da polso”

                     La relatività - Brescia: ottobre 2009
UN A MISSIONE POSSIBILE

mappe dello spazio-tempo

  τ = (∆t2 – ∆x2)1/2

benché non si possa
superare la velocità
della luce, si può
andare lontano quanto
si vuole in un tempo
breve quanto si vuole
nel proprio riferimento

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IL CONO LUCE COME PARTIZIONE NELLO SPAZIO-TEMPO

                 La relatività - Brescia: ottobre 2009
LA DINAMICA RELATIVISTICA

L’impostazione geometrica basata sulla definizione dell’intervallo
invariante come metrica nella geometria di Lorentz porta a delineare
un nuovo approccio alla dinamica relativistica.

Partendo dal “quadrintervallo” invariante, vengono ridefinite le
grandezze quantità di moto ed energia, legate tra loro e alla massa
sia dai vincoli posti dalla geometria dello spazio-tempo, sia dalle
regole di invarianza e conservazione a cui le grandezze fisiche in
gioco devono soddisfare.

Si definisce un nuovo quadrivettore: il MomentoEnergia o Enermoto

Da qui deriva un sostanziale mutamento nella interpretazione delle
grandezze dinamiche e delle loro relazioni.

                        La relatività - Brescia: ottobre 2009
LA DINAMICA RELATIVISTICA

       La relatività - Brescia: ottobre 2009
LA DINAMICA RELATIVISTICA

 Quantità di moto energia e massa Æ MomentoEnergia

                                          ds
                MomentoEne rgia = massa ×
                                          dτ
La quantità di moto di una particella è ridefinita
utilizzando il tempo proprio della particella per                    px = m dx/dτ
scandirne il moto
La massa m è la massa

L’energia è la componente temporale del vettore di
                                                                     E = m dt/dτ
cui la quantità di moto costituisce la componente
spaziale.

  “it is the momentum with which you travel from                     E2 - p2 = m2
  past to future while sitting still” (Jon Ogborne)

                             La relatività - Brescia: ottobre 2009
LA DINAMICA RELATIVISTICA
               Quantità di moto, energia, e massa -> un unico quadrivettore

                     E2 - p2 = m2                          px = m dx/dτ = mvxγ
                                                               Essendo dt/dτ = γ

                                                             E = m dt/dτ = mγ

                                                                Se v = 0
                                                                E=m
                                                                 E = mc2
                                                          Nelle unità convenzionali

                  La relatività - Brescia: ottobre 2009
LA MASSA DI UN SISTEMA DI PARTICELLE

Un urto anelastico

E    sistema   = 2m + 2K         Prima dell’urto
                                                                       M   sistema =   2m + 2K

 E   sistema   = M   sistema      Dopo l’urto

        In un sistema di particelle che possiede energia interna
        la massa del sistema è maggiore della somma delle masse

                  La massa è invariante e non è additiva

                               La relatività - Brescia: ottobre 2009
CREAZIONE DI PARTICELLE

                    M2 = E2 - P2

                 La relatività - Brescia: ottobre 2009
ANNICHILAZIONE DI PARTICELLE

                       M2 = E2 - P2

                 La relatività - Brescia: ottobre 2009
FISSIONE E FUSIONE
                       M2 = E2 - P2

                 La relatività - Brescia: ottobre 2009
LA PROPOSTA DI J. OGBORNE

 Introducing relativity: less may be more
                           Physics Education, 2005, V.40, N.3

Misure con il Radar di distanze e di velocità relative

L’effetto Doppler

Mappe nello spazio-tempo: l’intervallo invariante tra eventi

Energia, quantità di moto e massa: massa ed energia a riposo

L’insegnate valuta dove fermarsi, un passo dopo l’altro. L’importante è che
ad ogni passo “something of the essence of relativistic thinking has been
put on show”

                             La relatività - Brescia: ottobre 2009
LE DIFFICOLTA’ DEGLI STUDENTI

L’idea di sistema di riferimento, l’invarianza della velocità della luce
                   e la relatività della simultaneità

R.E.Scherr, P. S. Shaffer and S. Vokos
Student understanding of time in special relativity: Simultaneity and
reference frames
Phys. Educ. Res., Am. J. Phys. Suppl. 69 (7), July 2001

                           La relatività - Brescia: ottobre 2009
SULLA RELATIVITA’ DELLA SIMULTANEITA’ 1
Due vulcani, Rainer e Hood, distano tra loro 300 km (nel sistema di riferimento
in cui sono a riposo). Entrambi, improvvisamente hanno una eruzione
accompagnata da emissione di luce.
Un vulcanologo, fermo in un laboratorio a metà strada tra i due vulcani riceve
allo stesso istante i segnali luminosi provenienti dai due vulcani. Un suo
collaboratore si trova in un laboratorio alla base del vulcano Rainier.

Definisci Evento 1 l’eruzione del vulcano Rainier ed Evento 2 l’eruzione del
vulcano Hood.
Tutti gli osservatori sono osservatori intelligenti, cioè tengono conto del tempo
di propagazione dei segnali per determinare l’istante in cui avvengono gli eventi
nel loro sistema di riferimento. Inoltre gli orologi degli osservatori sono tra loro
sincronizzati.

Per l’osservatore ai piedi del vulcano Rainier, l’evento 1 avviene prima, dopo o
contemporaneamente all’evento 2? Spiega la tua risposta

                              La relatività - Brescia: ottobre 2009
SULLA RELATIVITA’ DELLA SIMULTANEITA’ 2

Due vulcani, Rainer e Hood, distano tra loro 300 km (nel sistema di riferimento
in cui sono a riposo). Improvvisamente i due vulcani eruttano,
contemporaneamente, nel sistema di riferimento in cui sono a riposo.

Un razzo che viaggia a velocità costante pari a 0.8 volte la velocità della luce
verso il vulcano Hood, si trova proprio sopra il vulcano Rainier quando questo
erutta.
Chiamiamo         Evento 1 l’evento “eruzione di Rainier”
                  Evento 2 l’evento “eruzione di Hood”

Nel sistema di riferimento del razzo l’evento 1 avviene prima,
dopo o contemporaneamente all’evento 2? Spiega il tuo ragionamento

                             La relatività - Brescia: ottobre 2009
LE DIFFICOLTA’ DEGLI STUDENTI

L’idea di tempo proprio, la dilatazione del tempo e l’invarianza della
                         velocità della luce

 Villani A. and Pacca J.L.A.
 Students’ spontaneous ideas about the speed of light
 International Journal of Science Education, Vol. 9, N. 1, 1987

                           La relatività - Brescia: ottobre 2009
CONFRONTO DI TEMPI

Un razzo di lunghezza L è dotato di un’antenna A posta
sulla sua estremità posteriore e di uno specchio M
posizionato su quella anteriore. Quando il raggio, che
viaggia ad una velocità pari a metà della velocità della
luce nel vuoto, passa sopra una stazione terrestre,
l’antenna A emette un segnale luminoso: il segnale è
riflesso dallo specchio M e ritorna all’antenna A dove
viene assorbito.

  Per un passeggero sul razzo il segnale luminoso impiega più tempo ad andare dall’antenna A allo
  specchio M o a tornare da M ad A? Spiega la tua risposta
  Per una persona a terra il segnale impiega più tempo ad andare da A ad M o a tornare da M ad A?
  Spiega la tua risposta
  Il segnale impiega più tempo ad andare A a M per un passeggero del razzo o per una persona a terra?
  Spiega la tua risposta
  Il segnale impiega più tempo a tornare da M ad A per un passeggero del razzo o per una persona a
  terra? Spiega la tua risposta

                                      La relatività - Brescia: ottobre 2009
UNO STUDIO SULLE ESIGENZE DEGLI INSEGNANTI
    NEI CONFRONTI DI PROPOSTE SULLA RELATIVITA’

De Ambrosis A., Levrini O. (2007), Insegnare relatività ristretta a scuola: esigenze degli
insegnanti e proposte innovative, Giornale di Fisica, vol. XLVIII, n.4, pp. 255-276.

A. De Ambrosis, N. Grimellini Tomasini, O. Levrini (2008), Approcci a confronto per
l’insegnamento della relatività, in P. Guidoni, O. Levrini (eds),
Approcci e proposte per l’insegnamento-apprendimento della fisica a livello preuniversitario,
dal progetto PRIN F21, Forum Editrice, Udine, Italy

                                  La relatività - Brescia: ottobre 2009
CHE FARE

Abbiamo a disposizione proposte e materiali basati sulla ricerca che
consentono di insegnare la relatività nella scuola secondaria

La ricerca mostra come anche in questo caso sia necessario tener
presente:
- difficoltà tipiche di comprensione
- modi di vedere “semplificati” che vanno ridiscussi e approfonditi

Le idee degli studenti vanno tenute in conto e riviste, alcuni
cortocircuiti dipanati

Il lavoro degli insegnanti va sostenuto nel tempo con l’obiettivo che
poi si auto-sostenga
                        La relatività - Brescia: ottobre 2009
PER FINIRE…

  Citando Giulio Cortini:

  “Sembra giustificato esplorare la possibilità d’insegnare
  anche la relatività ristretta avendo in mente in primo luogo
  le caratteristiche strutturali della teoria, le sue difficoltà
  concettuali più ardue ed i modi più convenienti per
  superarle, nonché le sue basi sperimentali più interessanti
  e persuasive, pur cogliendo le occasioni che si presentano
  per inserire nel discorso i richiami storici più suggestivi e
  più adatti ad una migliore chiarificazione dei concetti”

                       La relatività - Brescia: ottobre 2009
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