La teoria del tutto Regia di James Marsh - Lumsa
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Corso: Diversity Management e Cambiamento Organizzativo Unità: 4 Docente: Marcella Mallen Disability Diversity
COSA DICONO I NUMERI QUADRO DEFINITORIO QUADRO GIURIDICO E NORMATIVO: LE FONTI IL DISABILITY MANAGER LA DISABILITA’ GESTITA IN CHIAVE MANAGERIALE : CASI AZIENDALI
Cosa dicono i numeri Secondo l’OMS 1/10 della popolazione mondiale presenta forme di disabilità 650 milioni di disabili al mondo (l’80% in paesi in via di sviluppo) 38 milioni di cittadini europei 4,1 milioni di cittadini italiani (6,7% della popolazione) 800 mila i potenziali lavoratori disabili Fonte: Censis Cosa dicono i numeri
Cosa dicono i numeri • Un italiano su quattro afferma che non gli è mai capitato di avere a che fare con persone disabili • Due italiani su tre fa combaciare la disabilità con una limitazione nei movimenti, ignorando che sono le disabilità intellettive quelle più diffuse e quindi nascoste Fonte: Censis Dei disabili c’è tuttavia una parte emersa e una ancora sommersa che sfugge alle attuali tecniche di misurazione per l’eterogeneità dei dati, per le modalità di raccolta e per il livello di precisione. Cosa dicono i numeri
"Sono stato sfortunato nella salute, ma molto fortunato in tutto il resto. Ho avuto la fortuna di lavorare in fisica teorica in un momento affascinante ed è una delle poche aree in cui la mia disabilità non era un grave handicap. È anche importante non arrabbiarsi, non importa quanto difficile possa sembrare la vita perché puoi perdere ogni speranza se non riesci a ridere di te stesso e della vita in generale", Cit. Stephen Hawking Cosa dicono i numeri
Tecnologia che abilita Anche la tecnologia può essere uno strumento per favorire l’inclusione nel mondo del lavoro. L’azienda può fornire alla persona con disabilità le tecnologie assistive, cioè strumenti giusti per esprimere al meglio le proprie competenze ed essere produttivi. Per esempio: - un computer con screen reader o uno smartphone con sintesi vocale per non udenti - il video ingranditore per un ipovedente - un mouse speciale per la carrozzina se si ha una disabilità motoria grave Cosa dicono i numeri
L’importanza della scuola La scuola gioca un ruolo fondamentale a fianco della famiglia, nel processo di presa in carico e inclusione della persona con disabilità nella società, rappresentando forse l'unica risposta istituzionale efficace, su questo fronte. Ricorda il Censis che il numero di alunni disabili nella scuola statale è cresciuto dai 202.314 dell'anno scolastico 2012/2013 ai 209.814 del 2013/2014 (+3,7%). Contemporaneamente è aumentato il numero dei docenti di sostegno: dai 101.301 del 2012/2013 ai 110.216 del 2013/2014 (+8,8%)". Cosa dicono i numeri
Inclusione lavorativa E dopo la scuola? E' lì che la persona con disabilità intellettiva diventa invisibile. DOWN PERSONE AUTISTICHE Solo il 31,4% over 24 ha un lavoro, di cui il 60% non Solo il 10% delle persone è inquadrato con un over 20 affette da disturbi contratto e oltre il 70% non dello spettro dell’autismo riceve compensi adeguati ha un lavoro al lavoro Cosa dicono i numeri
Il carico sulle famiglie Il vero perno del welfare è la famiglia I sostegni istituzionali sono limitati e focalizzati quasi esclusivamente sul supporto economico Cosa dicono i numeri
Il carico sulle famiglie Il vero perno del welfare è la famiglia Dal confronto con gli altri Paesi europei emerge che la spesa per le prestazioni di protezione sociale per la disabilità, cash e in natura, è pari a 437 euro pro-capite all'anno, superiore solo al dato della Spagna (404 euro) e molto inferiore alla media europea di 535 euro (il 18,3% in meno). Cosa dicono i numeri
Il carico sulle famiglie Tra le ore dedicate all'assistenza diretta e quelle di semplice sorveglianza, i genitori delle persone autistiche e di quelle Down spendono 17 ore al giorno. E il costo annuo arriva a circa 44.000 euro per famiglia nel caso delle persone Down e circa 51.000 euro per le persone affette da disturbi dello spettro autistico. Cosa dicono i numeri
Il carico sulle famiglie E quando il disabile cresce? Tra le persone con Sindrome di Down di 25 anni e oltre, il 32,9% frequenta un centro diurno, ma il 24,3% non fa nulla, sta a casa. Tra le persone con autismo dai 21 anni in su, il 50% frequenta un centro diurno, ma il 21,7% non svolge nessuna attività. Cosa dicono i numeri
Il colore nascosto delle cose Regia di Silvio Soldini Cosa dicono i numeri
L’OMS il 22 maggio 2001 ha approvato la nuova classificazione ICF (classificazione internazionale del funzionamento della disabilità e della salute) che tiene conto anche della variabile ambientale e propone un approccio di tipo bio-psico-sociale per meglio evidenziare la complessità dei fattori che intervengono tra le determinanti della salute. Quadro definitorio
«La salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non solo assenza di malattia o infermità, per cui le conseguenze di una condizione di salute vanno considerate in termini di funzionamento. La descrizione del funzionamento e della disabilità prende quindi in considerazione tre prospettive differenti: corpo, persona e persona in un contesto (sociale, fisico, attitudinale, ecc….)» Quadro definitorio
ICF è una classificazione delle componenti della salute anziché una conseguenza delle malattie. Una sorta di rovesciamento dei termini, usando un vocabolario positivo e propositivo (funzioni e strutture corporee, attività e partecipazione), anziché affidarsi ad un lessico esclusivamente negativo e puramente descrittivo (menomazioni, disabilità, handicap). Quadro definitorio
Conseguenze delle malattie – Modello ICIDH MENOMAZIONE DISABILITA’ HANDICAP LIVELLO LIVELLO LIVELLO CORPOREO PERSONALE SOCIALE Quadro definitorio
Componenti della salute – Modello ICF FUNZIONI E STRUTTURE ATTIVITA’ PARTECIPAZIONE CORPOREE FATTORI FATTORI AMBIENTALI PERSONALI Quadro definitorio
Definizioni Il funzionamento umano è definito come la possibilità dell’individuo di eseguire un compito o un’azione (attività) e di essere coinvolto in una situazione di vita (partecipazione). La disabilità finisce cosi per divenire un termine “ombrello” per limitazioni dell’attività e restrizioni alla partecipazione. Quadro definitorio
Definizioni L’ICF è una classificazione che riguarda tutti, poiché qualunque persona, in un contesto ambientale sfavorevole, può avere una condizione di salute che la rende disabile. La disabilità, quindi, è interpretata come un aspetto universale dell’umanità, e non come la caratteristica di un gruppo minoritario. Quadro definitorio
Definizioni In sostanza “disabile” non è un soggetto privo di abilità ma semplicemente una persona con abilità “diverse” da quelle riscontrabili in persone con condizioni lavorative normali e standard. Quadro definitorio
La Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità del 13 dicembre 2006 – ratificata in Italia con legge n° 18 del 3 marzo del 2009 - la prima legge vincolante sui diritti delle persone disabili inaugura un’epoca in cui i disabili possano diventare cittadini a pieno titolo della società. Gli Stati che hanno ratificato la Convenzione sono obbligati ad un impegno concreto, sia emanando leggi e misure per garantire i diritti, sia rimuovendo eventuali pratiche discriminatorie. Quadro giuridico e normativo: le fonti
Contesto internazionale Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità Ratificata in Italia con legge 3 marzo 2009 n. 18 DEFINIZIONE DI DISABILITA’ Si riconosce il diritto al lavoro delle persone con disabilità, su base di uguaglianza con gli altri, ossia il diritto di potersi mantenere attraverso un lavoro liberamente scelto o accettato in un mercato del lavoro e in un ambiente lavorativo aperto, che favorisca l’inclusione e l’accessibilità alle persone con disabilità". […] Quadro giuridico e normativo: le fonti
Contesto internazionale Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità Ratificata in Italia con legge 3 marzo 2009 n. 18 DEFINIZIONE DI DISABILITA’ “Al fine di promuovere l’uguaglianza ed eliminare le discriminazione, gli Stati Parti adottano tutti i provvedimenti appropriati, per garantire che siano forniti accomodamenti ragionevoli”, ossia modifiche e adattamenti necessari e appropriati che non comportino onere sproporzionato o eccessivo. Quadro giuridico e normativo: le fonti
Contesto europeo Direttiva 2000/78/CE contiene un quadro generale sulla parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro e rende obbligatorio per i datori di lavoro realizzare adeguate modifiche strutturali in azienda per le persone disabili. A livello di policy nel 2003 - anno europeo delle persone con disabilità - veniva approvato il Piano d’azione europeo a favore delle persone disabili 2003-2010. Quadro giuridico e normativo: le fonti
Contesto europeo La strategia europea sulla disabilità 2010-2020 contiene l’individuazione di 8 specifiche aree di intervento: accessibilità, partecipazione, uguaglianza, occupazione, istruzione, formazione, protezione sociale e salute. Quadro giuridico e normativo: le fonti
Contesto europeo La Strategia prevede l’adozione del cd European Accessibilità act, uno strumento normativo in grado di incrementare l’accessibilità di beni e servizi nel mercato interno (es.sportelli bancomat e servizi bancari, personal computer, telefoni e apparecchi televisivi, sevizi audiovisvi , trasporti, ebook e servizi di commercio elettronico. Quadro giuridico e normativo: le fonti
Costituzione italiana Art 4 “La Repubblica Art 38 “ Gli inabili ed i minorati riconosce a tutti i cittadini il hanno diritto all’educazione e diritto al lavoro e promuove all’avviamento professionale”. le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”. Quadro giuridico e normativo: le fonti
Leggi italiane Legge n. 482/1968 su collocamento obbligatorio Il primo regolamento del fenomeno con l’istituzione di una corsia preferenziale sui percorsi lavorativi con la riserva di posti di lavoro, per legge, alle fasce deboli. Legge n. 68/1999 Norme per il diritto al lavoro dei disabili La legge con l’introduzione del collocamento mirato vuole restituire ai disabili la dignità di sentirsi persone attive nella società in cui vivono. Quadro giuridico e normativo: le fonti
Leggi italiane – non solo legge 68 Quadro giuridico e normativo: le fonti
Leggi italiane La sostituzione del termine «collocamento obbligatorio» con l’espressione «collocamento mirato» lascia intendere il cambiamento di prospettiva del legislatore, che non si accontenta più di garantire un sistema a vocazione puramente assistenziale, ma si preoccupa di costruire un modello di piena integrazione sociale, dove il ruolo delle aziende sia attivo e l’inserimento del disabile sia produttivo. Quadro giuridico e normativo: le fonti
Leggi italiane Un posto su misura per il disabile Il significato del collocamento mirato è spiegato nell’art.2 della legge: «Per collocamento mirato dei disabili si intende quella serie di strumenti tecnici e di supporto che permettono di valutare adeguatamente le persone con disabilità nelle loro capacità lavorative e di inserirle nel posto adatto, attraverso analisi di posti di lavoro, forme di sostegno, azioni positive e soluzioni dei problemi annessi con gli ambienti, gli strumenti e le relazioni interpersonali sui luoghi quotidiani di lavoro e di relazione». Quadro giuridico e normativo: le fonti
Il Jobs Act La «nuova» Legge 68 (D. Lgs. 151/2015: razionalizzazione e semplificazione in materia di collocamento mirato) La chiamata nominativa: assunzione mediante richiesta nominativa di avviamento agli uffici competenti o mediante stipula di apposite convenzioni La Banca dati del collocamento mirato : interoperabilità flussi amministrativi e statistici L’ estensione obblighi di assunzione a tutte le imprese con 15- 35 dipendenti non più solo in relazione alle nuove assunzioni Semplificazione per invalidi INPS e non vedenti Quadro giuridico e normativo: le fonti
Il Jobs Act La «nuova» Legge 68 (D. Lgs. 151/2015: razionalizzazione e semplificazione in materia di collocamento mirato) I nuovi incentivi all’assunzione: • Riduzione capacità lavorativa superiore al 79%: incentivo pari al 70% della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali per 36 mesi • Riduzione capacità lavorativa tra il 67% e il 79%: incentivo pari al 35% della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali per 36 mesi • Riduzione della capacità lavorativa superiore al 45% per lavoratore con disabilità psichica o intellettiva: incentivo pari al 70% della RML per 60 mesi mediante conguaglio nelle denunce contributive mensili Quadro giuridico e normativo: le fonti
Il Jobs Act La «nuova» Legge 68 (D. Lgs. 151/2015: razionalizzazione e semplificazione in materia di collocamento mirato) L’introduzione del finanziamento forfettario parziale di tutti gli accomodamenti ragionevoli previsti dalla Convenzione ONU inclusa l’istituzione di un responsabile dell’inserimento lavorativo delle persone con disabilità nei luoghi di lavoro, a valere sul Fondo regionale per l’occupazione secondo linee guida nazionali che dovranno disciplinare limiti e modalità .. In attesa decreti attuativi Quadro giuridico e normativo: le fonti
Il contesto nazionale - barriere e complessità mansione NoN idonea disinformazione sicurezza STRESS normativa inapplicata Carenza di formazione specializzata Rigidità di orari Riqualificazione?? Carriera NO aUsiLi Periodo comporto pregiudizio Quadro giuridico e normativo: le fonti
Il contesto nazionale - facilitatori e fattori di successo Integrazione delle politiche accomodamenti ambiente fisico ragionevoli adattato cultura trasporti accessibi litÀ ausili Reti e fliiere Tecnologie CCNL di informazione e comunicazione Quadro giuridico e normativo: le fonti
Inquadramento A livello globale, l'approccio al Disability Management nasce alla fine degli anni '80 all'interno di diverse discipline e si diffonde in alcuni Paesi quali il Canada, gli USA e nel Nord Europa mentre in Italia questa figura viene definita per la prima volta nel «Libro bianco su accessibilità e mobilità urbana» (Comune di Parma e Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali 2009). Il disability manager
Inquadramento In Italia la figura del Disability manager è stata introdotta dal 2006 a partire dal Master, dell’Università Cattolica, al quale hanno partecipato esperti esperti in Bioetica, di ICF e di politiche sociosanitarie con riferimento alla scuola, al lavoro, all’accessibilità ambientale e ai diritti umani. Il disability manager
Inquadramento Nel 2013 il DM fa un salto ulteriore come ruolo in Italia e trova la sua ufficializzazione nelle politiche nazionali grazie al suo inserimento come figura importante nel Primo Piano di Azione Nazionale Disabilità redatto dall’Osservatorio Nazionale sulla condizione delle persone con disabilità, OND. Con il Secondo Piano di Azione Nazionale Disabilità del 2016 il Disability Manager viene definitivamente accreditato come un ruolo essenziale anche nel mondo del lavoro. Il disability manager
Inquadramento Il Programma d'Azione riconosce l'importanza cruciale delle tutela della salute delle Persone con Disabilità e per questo individua tutta una serie di azioni specifiche e puntuali per arricchire e consolidare i Livelli Essenziali di Assistenza e l'integrazione sociosanitaria. I primi 10 anni dei Disability Manager Italiani sono stati caratterizzati da un crescendo di ambiti di applicazione e ci sono tutte le premesse perchè questo ruolo si definisca sempre meglio e possa servire a migliorare la partecipazione di chiunque ne possa avere bisogno, con o senza disabilità. Il disability manager
Il Ruolo Il Disability Manager è un professionista che si occupa in genere di temi più vasti dei soli lavoratori con disabilità con l’obiettivo di soddisfare i bisogni delle persone con disabilità e contemporaneamente di valorizzarle, apportando vantaggi e opportunità a beneficio dell’intero contesto aziendale. Il disability manager
Il Ruolo Deve ricoprire un ruolo aziendale adeguato ad incidere in maniera significativa sulle strategie e sulle politiche dell’azienda stessa. La coincidenza della figura professionale con il responsabile delle Risorse Umane è una buona scelta, ma non l’unica possibile. Molto dipende dalle dimensioni aziendali Il disability manager
Il Profilo La Regione Lombardia, in attesa dell’emanazione dei Decreti Attuativi previsti dal Jobs Act (articolo 1 del Decreto Legislativo 151/15), con il Decreto Dirigenziale n. 2922 del 1° marzo scorso pubblicato il 9 marzo nel Bollettino Ufficiale Regionale Lombardo, ha inserito il profilo e le competenze del disability manager nel «quadro regionale degli standard professionali». Il disability manager
Il Profilo Nella descrizione del profilo viene previsto che il disability manager sia il responsabile di tutto il processo di integrazione socio-lavorativa delle persone con disabilità all’interno delle imprese: dalla pianificazione, ricerca e selezione, all’inserimento e mantenimento in azienda, fino allo sviluppo professionale e organizzativo. Si prevede che il contesto in cui opera questo profilo professionale sia la Direzione Risorse Umane, presso imprese di grandi e medie dimensioni, mentre in aziende meno strutturate, possa collocarsi come consulente esterno al Responsabile delle Risorse Umane. Il disability manager
Le funzioni specifiche 1. E’ il primo referente di supporto del lavoratore con disabilità sia in fase di accesso all’impiego che per lo svolgimento delle sue mansioni. 2. Elabora, con il coinvolgimento del lavoratore, soluzioni operative a situazioni di disagio che condizionino negativamente la piena inclusione lavorativa nello specifico contesto aziendale 3. promuove interventi di sensibilizzazione e cultura aziendale sugli specifici temi Il disability manager
Le funzioni specifiche 4. relativamente all’adeguamento delle postazioni di lavoro e degli strumenti di lavoro, pianifica e sovraintende a interventi di formazione del lavoratore ad eventuali dispositivi adattati e l’accesso, ove possibile, da parte dell’azienda ai rimborsi attivabili presso INAIL o presso il Fondo regionale per l’occupazione dei disabili. 5. promuove e sostiene percorsi di abilitazione e empowerment del lavoratore con disabilità 6. si relaziona con strutture, servizi, figure interne (addetti sicurezza, IT, etc.) ed esterne (centri per l’impiego, medico competente, associazioni di rappresentanza, etc.) Il disability manager
Le funzioni specifiche 7. monitora costantemente le singole situazioni, i cambiamenti del contesto lavorativo e delle caratteristiche individuali al fine della prevenzione e della rimozione di eventuali problematiche, della costruzione di opportunità di valorizzazione professionale e della definizione di soluzioni organizzative e adattamenti ragionevoli da adottare 8. Partecipa come figura chiave a eventuali osservatori aziendale sull’inclusione lavorativa Il disability manager
Gli strumenti Gli strumenti possono essere: 1. di natura informatica, tecnologica, ergonomica e iniziative formative di tutoraggio e di mentoring. 2. Economici e qui ricordiamo due incentivi: - Decreto Legislativo 151/15, art.10 (Jobs Act) - Fondo Regionale per l’Occupazione dei Disabili, Legge 68/99 art. 14: contributo in favore dei datori di lavoro come rimborso per le spese di adeguamento degli ambienti di lavoro e per agevolare il telelavoro delle persone con disabilità Il disability manager
Gli strumenti 3. Politiche attive del lavoro dedicate alla disabilità, queste prevedono l’utilizzo di strumenti (non solo incentivi e tirocini) e la collaborazione di operatori specializzati per favorire l’inserimento e il reinserimento delle persone con disabilità 4. Smart Working ossia la possibilità di lavorare in parte o totalmente fuori dalla sede aziendale, grazie al supporto d una serie di strumenti aziendali. Lo smart working riduce i costi di assenteismo relativo alla disabilità a beneficio dell’efficienza produttiva 5. Welfare Contrattuale di Previdenza e la Sanità Integrativa Il disability manager
Le competenze Il Disability Manager deve avere una serie di competenze molto diverse fra loro, per questo non è possibile trovarle in una sola persona quindi a livello pratico il DM deve essere un «facilitatore» che coordina e gestisce diverse figure professionali guidando: Istituzioni, in particolare quelle locali Sindacati, in fase di contrattazione collettiva aziendale Professionisti, Hr-consulenti del lavoro-architetti-medici- informatici-ecc… Il disability manager
IBM IBM, azienda che sviluppa prodotti e soluzioni tecnologicamente avanzate in ambito IOT e Cognitive, è presente un team che si occupa del progetto MWA (mobile, wireless, accessibily) che consiste nella creazione di tecnologie e processi per l’integrazione delle persone con disabilità. Tale progetto funge da incubatore di soluzioni innovative rivolte in primo luogo al mondo della disabilita’ ma che possono anche essere adottate per semplificare la vita quotidiana di tutti. Casi aziendali
Merck Serono La farmaceutica Merck Serono e le rappresentanze sindacali di settore di CISL, CGIL e UIL, hanno sottoscritto un accordo per un progetto sperimentale della durata di due anni, volto all’inserimento dei lavoratori con disabilità, con la presenza di uno specifico Osservatorio Aziendale sull’Inclusione Lavorativa e con la nomina di un disability manager. Rappresenta una proposta strutturata -azienda, sindacati, lavoratori, professionisti - garantiti dalla presenza di un Osservatorio Tecnico Aziendale sull’inclusione lavorativa, ossia di un organismo paritetico bilaterale aziendale Casi aziendali
Everis Italia Everis Italia, società di consulenza informatica, ha aderito al progetto di Specialisterne, organizzazione danese che offre sbocchi professionali alle persone affette da autismo. Everis Italia ha assunto 10 persone con disabilità, tutte formate da Specialisterne, che le segue passo passo e una volta alla settimana si reca in azienda per seguire tutti i ragazzi appena assunti e migliorare i punti deboli (scrivere mail, parlare in riunione, capire il contesto). Casi aziendali
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