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LA SETTIMANA VETERINARIA settimanale d’informazione professionale per il veterinario - supplemento al n. 967 - 29 giugno 2016 Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Brescia - In caso di mancato recapito ritornare al mittente che si impegna a pagare la corrispondente tassa DCB - Brescia Dubbi e certezze nella gestione della mastite della bovina da latte Supplemento
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Dubbi e certezze nella gestione della mastite della bovina da latte Sommario Point Vétérinaire Italie s.r.l. Edizioni Veterinarie e Agrozootecniche Via Medardo Rosso, 11 - 20159 Milano Tel. 02 608 52 31 r.a.; fax 02 668 28 66 4 Le mastiti cliniche e sub-cliniche sono ancora un problema in Italia? Alessandro Fantini ■ Direttore responsabile: Gabriele Lanzarotti ■ Redazione (e-mail: settimana@pointvet.it): Maria Rosa Cama (Tel. 02 60 85 23 41, e-mail: rosicama@pointvet.it) Monica Vajna de Pava 10 La nutrizione può (Tel. 02 60 85 23 29, e-mail: monica.vajna@pointvet.it) causare e risolvere le ■ A cura di mastiti? Alessandro Fantini Alessandro Fantini ■ Grafica: Roberta Covani ■ Pubblicità (Tel. 02 60 85 23 20) e-mail: marketing@pointvet.it: Riccardo Cini (responsabile) 17 Come migliorare la routine di mungitura ■ Assistente pubblicità (Tel. 02 60 85 23 20) e-mail: marketing@pointvet.it: Lucia Medas (annunci economici) attraverso ■Abbonamenti l’analisi delle Gestione e rinnovo abbonamenti: Donatella Sgaria - Tel. 02 60 85 23 32 curve di e-mail: abbonamenti@pointvet.it emissione del Registrazione Tribunale di Milano latte n. 541 del 27-11-1993 Carlo Boselli Iscr. Reg. Naz. della Stampa n. 4820 del 16/02/1995 Stampa: A.S.P. Italia SpA - Bergamo 25 Aspetti metodologici per la gestione della Questa rivista le è stata inviata tramite abbonamento. L’informativa sul trattamento dei dati personali è consultabile sul sito www.pointvet.it mastite clinica Daniele Sagrafoli Giuseppina Giacinti Supplemento de La Settimana Veterinaria - n° 967 del 29 giugno 2016 3
Dubbi e certezze nella gestione della mastite della bovina da latte Le mastiti cliniche e sub-cliniche sono ancora un problema in Italia? L Alessandro Fantini e cellule somatiche sono il sintomo chemiotattiche che si concentrano nel latte Presidente Sib principale di una malattia della per fattori diversi dalla presenza di un pa- F.P.A srl mammella, ossia della mastite. Que- togeno. afant@tin.it sta precisazione, che sembrerebbe La quantità di ricerche su quest’ultimo aspet- www.fantiniprofessionaladvice.com ovvia, spesso non lo è in quanto le to è molto esigua e le ragioni sono tante. La cosiddette “cellule alte” vengono spesso comunità scientifica si è concentrata sugli combattute in quanto tali intervenendo sulla aspetti eziologici microbiologici e sui fattori razione, riducendone concentrazione pro- di rischio. Si è accettato cioè il “paradigma” teica e i concentrati, oppure con alcuni ad- che la mastite è solo una malattia infettiva, ditivi. evitando di approfondire scientificamente l’ipotesi che la mastite possa essere anche LA MASTITE OGGI una patologia non solo infettiva. Questo at- Allo stato attuale delle conoscenze la mastite teggiamento della comunità scientifica ha è una malattia infettiva della mammella cau- come motivazioni molte ipotesi complesse sata da agenti patogeni batterici o alghe co- che meriterebbero approfondimenti. me la Prototheca. La genetica, l’ambiente, il È noto che la mastite bovina può decorrere management e la nutrizione altro non sono o presentarsi in forma clinica o sub-clinica. che fattori di rischio per l’accesso dei pato- La differenza sostanziale è che la prima “esi- geni dentro la mammella o per la piena ef- bisce” un complesso di sintomi facilmente ficienza delle difese fisico-chimiche e im- riconoscibili come alterazioni visibili del nor- munitarie di questo organo. Quelle che nel male aspetto del latte, mammella gonfia e a 1977 furono definite da Bruno Moretti nel volte dolorante e anche rialzo termico ossia suo libro “Malattie della mammella del bo- febbre. Nelle mastiti da batteri Gram-nega- vino” come “turbe secretorie asettiche della tivi, a causa del trasferimento in circolo di mammella”, ossia mastiti a prescindere da endotossine, si possono aggiungere alla sin- un patogeno, non sono mai state scientifi- tomatologia classica alterazioni del metabo- camente dimostrate. Molto dell’equivoco lismo che possono avere impatti negativi sul- nasce dal fatto che a volte non si isolano la produzione di latte e la fertilità. agenti patogeni in mammelle - o meglio da Le mastiti sub-cliniche esibiscono come sin- quarti - che presentano alterazioni infiam- tomatologia solo un rialzo più o meno tran- matorie o semplicemente alti livelli di cellule sitorio delle cellule somatiche del latte di somatiche. Questo fenomeno - che spesso quarto oltre le 200.000/ml, livello conside- sconcerta gli allevatori, rafforza l’ipotesi del- rato lo “spartiacque” tra una mammella, o le “turbe secretorie asettiche della mammella” meglio un quarto sano o ammalato. Anche e fa mettere in dubbio la capacità diagnosti- in questo caso, e se l’agente eziologico è un ca dei laboratori - è dovuto per lo più al ti- Gram-negativo, si verificheranno le altera- pico andamento di quelli che vengono de- zioni del metabolismo dovute alle endotos- finiti patogeni ambientali. Questo gruppo sine ma sarà difficile la diagnosi clinica. La di batteri viene prontamente distrutto dai legislazione europea, al fine di garantire la sistemi difensivi della mammella e quindi massima sicurezza ai consumatori di latte, spesso non viene isolato al momento dell’a- ha emanato numerose leggi in materia. Il re- nalisi, che il più delle volte avviene su latte golamento CE n. 853 del 2004 ed entrato in prelevato molte ore dopo l’insorgenza della vigore il 1° gennaio 2006 fissa come requisito mastite. Resta tuttavia il dubbio che più o igienico-sanitario del latte un livello massi- meno transitori aumenti delle cellule soma- mo di 400.000 cellule somatiche per millili- tiche del latte derivino da altri fattori, ossia tro, calcolato come media geometrica mobile che si possano verificare “reclutamenti”, dal di non oltre un prelievo mensile e per un sangue alla mammella, di elementi del si- periodo di tre mesi. Inoltre la legge stabilisce stema immunitario cellulo-mediato, come che un allevatore a cui viene notificata la macrofagi e neutrofili, da parte di sostanze non conformità deve adeguarsi entro tre me- 4 Supplemento de La Settimana Veterinaria - n° 967 del 29 giugno 2016
Le mastiti cliniche e sub-cliniche sono ancora un problema in Italia? si, pena il non ritiro del latte alla stalla. Que- logia dell’autocontrollo anche alla produ- sto regolamento prende atto che le cellule zione primaria di latte, carne e vegetali de- somatiche non sono di per sé dannose alla stinati al consumo umano. In pratica, l’al- salute umana, ma lo sono in quanto espres- levatore è tenuto a effettuare periodiche sione della presenza di patogeni nella mam- analisi del latte di massa presso laboratori mella. riconosciuti da allegare al piano di autocon- trollo. Questi laboratori possono essere pri- LO STATO DELL’ARTE vati oppure della rete degli Izs. L’Istituto Negli ultimi anni è stato condiviso a livello zooprofilattico sperimentale della Lombar- mondiale, sia dalla comunità scientifica che dia e dell’Emilia Romagna pubblica e ag- da quella dei tecnici, il protocollo da utiliz- giorna i dati dei risultati analitici dei suoi zare per ridurre la prevalenza della mastite laboratori, anche quelli delle cellule soma- bovina in allevamento. A parte variazioni tiche. I risultati aggregati (contenenti anche esecutive non sostanziali, la procedura com- quelli messi a disposizione da Granlatte e porta l’individuazione degli agenti eziologici, Aral) delle analisi dei campioni di massa di da effettuare in via preliminare sul latte di latte in Lombardia evidenziano un valore massa per poi approfondire, in caso di po- di 250.000 cs/ml. sitività, sul latte di quarto (meglio) o di pool Analizzando invece i dati derivanti non già di quarti. Una volta individuato il patogeno dalle analisi dei campioni di massa effet- ed eseguito l’antibiogramma, si deve proce- tuate per l’autocontrollo ma come media dere alla separazione degli animali infetti da delle determinazioni individuali, si eviden- patogeni contagiosi, da mungere alla fine, zia una situazione completamente diversa. oppure da eliminare se incurabili per la pre- Le metodiche di prelievo dei campioni di senza di Prototheca o per un’irreversibile cro- latte individuale delegate da Aia alle Asso- nicizzazione della mastite. ciazioni regionali degli allevatori sono stan- Il paradigma condiviso per le mastiti sub- dardizzate da Icar in quanto alcune delle cliniche è che il trattamento antibiotico d’e- informazioni derivanti vengono utilizzate lezione è quello alla “messa in asciutta”, oggi ai fini della selezione genetica delle bovine praticato su tutte le bovine, ma che proba- da latte, e ciò avviene nei 59 Paesi che han- bilmente in futuro sarà riservato solo a quelle no sottoscritto l’accordo. Questo per avere ammalate per la tendenza alla riduzione una base dati omogenea, che permette di dell’uso dei farmaci, soprattutto degli anti- utilizzare non gli stessi indici ma gli stessi microbici. dati per la selezione genetica. Lo stesso può Nonostante questo paradigma, dobbiamo dirsi per la rete dei laboratori che eseguono registrare un andamento delle mastiti sub- le analisi anche del latte individuale ai fini cliniche ancora piuttosto preoccupante, al- della selezione genetica. Tutti in rete con il meno analizzando i dati derivanti dalla mi- Laboratorio standard latte di Aia. Pertanto, surazione delle cellule somatiche del latte sia per quanto riguarda l’affidabilità anali- individuale raccolto negli allevamenti che tica dei laboratori che effettuano le analisi partecipano alla selezione genetica delle raz- dei campioni di massa anche per l’autocon- ze da latte più diffuse in Italia come la Fri- trollo, sia per quelli utilizzati dalle Ara ci sona, la Bruna e la Jersey. Può avere una si- sono pochi dubbi in merito. Resta però da gnificatività statistica soffermarsi sulla Fri- capire la grande discordanza delle informa- sona italiana in quanto il nucleo di alleva- zioni per dare una risposta al titolo di que- menti che partecipano alla selezione genetica sto articolo. è piuttosto rilevante. Al 2014 sono in sele- Analizzando i dati elaborati dall’Ufficio stu- zione 11.517 allevamenti, per un totale di di Aia relativi alle medie delle cellule so- 1.076.181 capi di bovine di questa razza. In matiche individuali, la situazione appare Italia abbiamo, nel periodo 2013/2014, poco tutt’altro che confortante nonostante gli meno di 35.000 allevamenti di bovine da latte enormi sforzi - gestionali ed economici - di di tutte le razze e quelli che partecipano alla questi ultimi anni nel ridurre la prevalenza selezione sono il 53%. Pertanto, utilizzare i delle infezioni mammarie di batteri conta- dati della misurazione individuale delle cel- giosi come Staphylococcus aureus, Streptococ- lule somatiche della razza Frisona italiana cus agalactiae e Mycoplama bovis. Sforzi pe- può avere una significatività statistica piut- raltro rivolti anche a migliorare la funzio- tosto “robusta”. nalità della mungitura e dell’ambiente di Altre fonti d’informazioni, ma piuttosto stalla. Nel grafico 1 (vedere a pag. 6) è pre- parziali, sono quelle pubblicate dagli Istituti sentata la media delle cellule somatiche in- zooprofilattici ai quali in molti casi è affi- dividuali delle bovine di razza Frisona ana- dato l’autocontrollo. Il Dlgs n. 155/1997 ha lizzate mensilmente nel latte durante i con- regolamentato fino al 2005 le produzioni trolli funzionali. Si tratta di quattro anni e post-primarie di derrate alimentari. Il Reg. di quasi 2.500.000 dati. Oltre a confermare CE n. 852/04 ha esteso dal 2006 la metodo- l’andamento stagionale delle cellule soma- Supplemento de La Settimana Veterinaria - n° 967 del 29 giugno 2016 5
Dubbi e certezze nella gestione della mastite della bovina da latte Questi fattori se normalizzati testimoniano GRAFICO 1. M EDIA DELLE CELLULE SOMATICHE che l’effetto negativo dell’estate può essere INDIVIDUALI DELLE BOVINE DI RAZZA FRISONA ben più grave. ANALIZZATE MENSILMENTE NEL LATTE Ma a questo punto, e grazie ai dati di sup- porto, si può criticamente valutare se le in- DURANTE I CONTROLLI FUNZIONALI dicazioni contenute nel protocollo standard di gestione della mastiti, e dai più condiviso, ha ancora una sua efficacia. STRATEGIE PER IL RISANAMENTO BATTERIOLOGICO DELLA MAMMELLA Abbiamo detto che è condiviso il fatto che la somministrazione di un antibiotico alla messa in asciutta è il metodo più efficace per Fonte Ufficio studi Aia risanare la mammella dai patogeni batterici acquisiti nella lattazione precedente. Questa metodologia affianca l’uso terapeutico di queste sostanze quando si presenta una ma- stite clinica in lattazione. Ovviamente per amplificare la probabilità di “guarigione” in asciutta, o meglio di risanamento batterio- GRAFICO 2. M EDIA DELLE CELLULE SOMATICHE logico della mammella, ciò deve essere ac- INDIVIDUALI: CONFRONTO 2013-2014-2015 compagnato da altre accortezze altrettanto importanti. È consuetudine far precedere alla messa in asciutta un periodo più o meno lungo di ri- duzione drastica di alimenti energetici e pro- teici. Per i gravi effetti collaterali sull’ecosi- stema ruminale è sconsigliabile la riduzione o la sospensione dell’acqua da bere. L’aumentata persistenza di lattazione porta molte bovine al momento dell’asciutta con Fonte Ufficio studi Aia produzioni piuttosto elevate: ciò è dovuto a diverse motivazioni. Sicuramente, più che la selezione genetica volontaria, quella na- turale (precoce eliminazione delle bovine dall’allevamento) ha modificato la persi- tiche, con picchi in estate e il nadir in pri- stenza di lattazione ossia la produzione do- mavera, si evidenzia come si è ancora troppi po il picco di lattazione. vicini alla soglia “d’inconsegnabilità” sta- In secondo luogo, la non diffusa abitudine bilita dal regolamento CE n. 853/2004, e co- di somministrare alle bovine “stanche” ra- munque al di sopra di quanto pubblicato e zioni meno concentrate e, in ultimo, l’ele- relativo ai campioni di massa. vata percentuale di primipare spesso pre- Il grafico 2 (vedere) altro non è che il confron- senti in allevamento che difficilmente sono to 2013-2014-2015 che conferma l’andamento meno del 35%. e i livelli e una tendenza, mese su mese, a un Una produzione elevata al momento dell’a- lieve miglioramento. sciutta, oggi tendenzialmente di durata in- Il costante monitoraggio in allevamento di feriore ai classici 60 giorni, rende difficoltoso quante bovine siano ammalate di mastite l’asciugamento e meno efficace la terapia an- sub-clinica si realizza facilmente, almeno tibiotica. per le stalle iscritte ai controlli funzionali, Oltre a queste accortezze gestionali e nutri- sapendo quale percentuale di bovine ha più zionali è da poco disponibile una molecola di 200.000 cs/ml. Nel grafico 3 (vedere a pag. piuttosto interessante e di cui vedremo gli 8) è riportato questo dato per la Frisona ita- eventuali effetti postivi dopo una diffusa uti- liana e l’andamento mensile. È bene però lizzazione. Si tratta della cabergolina, mole- sottolineare che, se è vero che nei mesi esti- cola nota in Medicina umana come potente vi l’effetto del caldo ha sicuramente una anti-prolattinico utilizzato nel trattamento correlazione positiva con il numero di bo- del morbo di Parkinson. vine con mastite sub-clinica e clinica, è an- In Veterinaria si sfrutta l’effetto che esercita che vero che questo dato è poco raffronta- sui recettori dopaminici delle cellule ipofi- bile con gli altri mesi proprio in virtù del- sarie che producono la prolattina rallentan- l’aumento dei giorni medi di lattazione e done la produzione. L’effetto ricercato nella la riduzione della produzione individuale. bovina da latte è quello di accelerare il tempo 6 Supplemento de La Settimana Veterinaria - n° 967 del 29 giugno 2016
® 250 mg cefalonio pomata intramammaria per bovine in asciutta ...buttafuori la... T TEMPI DI ATTESA CCarne e visceri: 2 giorni. LLatte: 168 ore dopo il parto (7 giorni - 14 mungiture) ccon un periodo minimo di 51 giorni tra il trattamento e il parto CCONFEZIONAMENTO CConfezione da 20 e 60 siringhe + salviette detergenti FATRO - Industria Farmaceutica Veterinaria FFA 40064 Ozzano Emilia (BO) Tel. 051 6512711 - Fax 051 6512714 www.fatro.it - e-mail: info@fatro.it lla salute l animale l salute i l per la l ddell’uomo ll’
Dubbi e certezze nella gestione della mastite della bovina da latte GRAFICO 3. M EDIA DELLE CELLULE SOMATICHE INDIVIDUALI DELLE BOVINE DI RAZZA FRISONA ANALIZZATE MENSILMENTE NEL LATTE DURANTE I CONTROLLI FUNZIONALI. CONFRONTO TRA LOMBARDIA, EMILIA ROMAGNA, LAZIO E PUGLIA Fonte Aia di asciugamento per un più rapido calo della GRAFICO 4. VALUTAZIONE DELL’EFFICACIA produzione di latte. DEL PERIODO D’ASCIUTTA PER LA RIDUZIONE Grazie ai dati elaborati da Aia, è possibile valutare quanto sia efficace attualmente il DELLA PREVALENZA DELLE INFEZIONI MAMMARIE periodo d’asciutta per la riduzione della prevalenza delle infezioni mammarie e quante bovine invece si infettano, vanifi- cando di fatto una delle principali motiva- zioni per cui si fa l’asciutta alle vacche da latte. Per valutare questo è stato verificato il livello di cellule somatiche presenti nel latte individuale all’ultimo controllo fun- zionale prima dell’asciutta e quello al pri- mo dopo il parto successivo, di solito effet- tuato mediamente a 30 giorni di lattazio- ne. Ovviamente, il livello d’imprecisione - o me- glio di non accuratezza - è piuttosto elevato, in quanto il tempo che trascorre dall’ultimo controllo funzionale può essere piuttosto va- riabile e quindi possono intercorrere nuove - OK, bovine con SCC < 200.000 all’ultimo controllo e al primo dopo il parto, infezioni mammarie. Lo stesso si può dire - G++ bovine asciugate con SCC > 200.000 e presentanti meno di questo valore dopo il parto (guarite), per il primo dopo il parto. In ogni caso l’e- - G bovine migliorate di 100.000 cs/ml, norme mole di dati elaborati è in grado di - A++ bovine peggiorate in asciutta, dare una rappresentazione chiara del feno- - A+ bovine ammalate in asciutta ossia all’ultimo controllo avevano SCC meno. < 200.000 e dopo il parto un valore superiore, Le bovine sono state classificate per queste Fonte Aia - NG bovine non guarite in asciutta. differenze in: - OK: se all’ultimo controllo hanno meno di 8 Supplemento de La Settimana Veterinaria - n° 967 del 29 giugno 2016
Le mastiti cliniche e sub-cliniche sono ancora un problema in Italia? 200.000 cellule somatiche come anche al pri- Se ciò non fosse crederemmo ancora che è il mo dopo il parto, sole a girare intorno alla Terra. L’esempio di - G++: se guariscono, ossia asciugate con più Galileo Galilei è il più classico per definire di 200.000 cellule somatiche e presentanti il divenire dei paradigmi. meno di questo valore dopo il parto, Due sono le considerazioni da fare sui risul- - G: se sono migliorate di 100.000 cellule so- tati della gestione delle mastiti bovine in Ita- matiche, lia. La prima è: soffermarsi con attenzione - A++: se sono peggiorate in asciutta, sul perché esiste la profonda differenza tra - A+: se ammalate in asciutta ossia all’ultimo i dati che derivano dai campioni individuali controllo avevano meno di 200.000 cellule dei controlli funzionali e quelli dei campioni somatiche e dopo il parto un valore supe- di massa, in parte o tutti utilizzati nel “ma- riore, nuale di autocontrollo”. - NG: se non guarite in asciutta. Personalmente ho delle perplessità sul con- Da come si evidenzia nel grafico 4 (vedere) cetto stesso e sull’utilità dell’autocontrollo. negli ultimi quattro anni presi in conside- Ovvio è che nel campione di massa non ven- razione e relativamente alla Frisona italia- gono inserite le bovine con mastite clinica na, oltre il 45% di queste bovine “transita” o con altre patologie in corso proprio per in asciutta senza problemi mammari. Qua- evitare di rappresentare un latte o non com- si il 25% guarisce e poco più del 5% mi- mercializzabile o molto penalizzato nel pa- gliora. Purtuttavia, le A++, le A+, le A e gamento a qualità. Queste tipologie di ana- le NG rappresentano le bovine che duran- lisi però possono essere pericolose in quanto te l’asciutta vedono peggiorare la loro con- impediscono la consapevolezza del proble- dizione sanitaria mammaria e nell’insieme ma delle mastiti sub-cliniche, rilevabili solo rappresentano circa il 24%. Regionalizzan- in quegli allevamenti dove vengono eseguiti do il dato delle bovine che contraggono mensilmente i campionamenti e le analisi un’infezione in asciutta (A e A+) si evi- del latte individuale. denzia come esso oscilla da poco più del Il secondo aspetto evidenziato nei grafici è 10% del Trentino Alto Adige al primato che la percentuale di bovine con più di della Toscana con quasi il 17%. Nelle Re- 200.000 cs/ml è ancora molto elevata nel no- gioni ad alta concentrazione di vacche da stro Paese. Questo dato, abbondantemente latte come la Lombardia e il Veneto tro- oltre il 30%, ci impone di verificare se i para- viamo il 14%, in Piemonte il 13% e in Emi- digmi attraverso i quali gestiamo questa pa- lia poco più del 10%. tologia sono ancora efficaci o se al loro in- terno sono annidate “distorsioni” più o meno CONCLUSIONI casuali. La comunità scientifica, attraverso la sua in- Nulla possiamo dire in Italia sulla prevalen- cessante attività di ricerca, ha come mission za delle mastiti cliniche in quanto i dati non quella di fornire e aggiornare quelle cono- vengono raccolti in maniera efficace e siste- scenze che, poi, la comunità dei tecnici uti- matica. In molti di noi è chiara la convinzio- lizzerà per l’attività professionale di sviluppo ne che alcune domande ce le dobbiamo por- di prodotti e metodologie. Quando la comu- re, per non fare come quelli che ostacolarono nità scientifica e la comunità dei tecnici con- Galileo Galilei. Siamo poi così sicuri che dividono pressoché all’unanimità alcuni con- nell’eziologia degli incrementi di cellule so- cetti, questi diventano paradigmi. matiche nelle bovine che noi classifichiamo Oggi sia gli scienziati che i professionisti si come mastiti sub-cliniche non ci possa essere trovano a gestire l’inedito problema dell’e- un’eziologia anche non infettiva? Siamo an- norme quantità di lavori scientifici disponi- cora così sicuri che Staphylococcus aureus vada bili, all’interno dei quali il rischio di bias è eradicato dall’allevamento? Siamo certi che molto più elevato che in passato. Molti sono il “gold standard” di taratura delle macchine i paradigmi attraverso i quali vengono ge- di mungitura sia ancora l’ideale? Visti i livelli stite dai professionisti le mastiti della bovina. produttivi raggiunti dalle singole bovine, so- Ne sono esempi il cosa fare alla messa in no ancora compatibili le due mungiture gior- asciutta, la suddivisione dei patogeni in con- naliere con il loro benessere e la salute della tagiosi e ambientali, la necessità di eradicare mammella? La pratica di utilizzare sistema- in allevamento i contagiosi, la regolazione ticamente antimicrobici alla messa in asciutta ideale degli impianti di mungitura, le tecni- a prescindere dal controllo della presenza in che di mungitura, etc. Questi paradigmi sono mammella di patogeni è ancora da racco- parte integrante dei cosiddetti protocolli di mandare? Queste rappresentano solo una gestione delle mastiti. piccola parte delle domande da porsi per ve- I protocolli però, come tali, sono modificabili rificare se i paradigmi che costituiscono i grazie proprio alle informazioni che deriva- protocolli sono ancora utilizzabili o vadano no dalla ricerca e dalla pratica professionale. sostituiti o modificati. Supplemento de La Settimana Veterinaria - n° 967 del 29 giugno 2016 9
Dubbi e certezze nella gestione della mastite della bovina da latte La nutrizione può causare e risolvere le mastiti? I Alessandro Fantini l legame tra nutrizione e mastite è uno modulare la risposta immunitaria, sia quella Presidente Sib degli argomenti più controversi della umorale e ancor più quella cellulomediata, F.P.A srl Medicina veterinaria, o meglio della dando ovviamente per scontato che la ma- afant@tin.it buiatria. Nelle specie diverse dai rumi- stite, sia essa clinica che sub-clinica, è una www.fantiniprofessionaladvice.com nanti questo argomento è preso in scar- malattia infettiva ossia che l’agente eziolo- sa considerazione, anche se è ovvio e condi- gico è un microrganismo patogeno. viso che la nutrizione ha un profondo lega- In pratica la nutrizione clinica “scende in me con la piena efficienza del sistema im- campo” quando, nonostante l’adozione di munitario. Un organismo vivente sottoposto tutte le misure igieniche generiche e speci- a restrizioni alimentari primarie, ossia man- fiche, il patogeno è riuscito a penetrare nella canza di nutrienti per indisponibilità, o se- mammella (o meglio all’interno del paren- condarie dovute a uno scompenso tra elevati chima mammario), e la salute di questo or- fabbisogni e approvvigionamento, è più su- gano dipende dalla piena efficienza del si- scettibile alle infezioni e al loro decorso. stema immunitario, in particolare quello cel- Nella bovina da latte, specialmente in Italia, lulo-mediato. È anche vero che la nutrizione si è sempre sopravvalutato il ruolo della ra- clinica viene coinvolta anche nell’efficacia zione attribuendole, in molti casi, un ruolo degli altri sistemi difensivi della mammella, terapeutico o eziologico per le produzioni come lo sfintere del capezzolo, e per i fattori di latte, la fertilità, le mastiti, le zoppie e anti-batterici del latte come la lattoferrina, quant’altro. Si modificano le razioni quando la lactoperossidasi e il lisozima. ci sono le mastiti, le cisti ovariche o i flem- moni, generalmente attribuendo alle carenze I nutrienti di energia, agli eccessi proteici e alle carenze Prima di dettagliare se e come i singoli nu- vitaminiche la causa primaria di queste che trienti o le loro interazioni possono essere sono le patologie a più elevata prevalenza fattori eziologici, predisponenti, “metafilat- in allevamento. Questo in un rapporto diret- tici” e terapeutici delle mastiti, è necessario to causa-effetto: ad esempio, dalla riduzione conoscerli. I nutrienti disponibili per le bo- delle proteine della razione ci si aspetta “il vine da latte vengono apportati con le diete, giorno dopo” una riduzione delle cellule so- e sono presenti solo negli alimenti vegetali matiche, oppure da un aumento dell’energia essendo vietato nei ruminanti l’uso di pro- un “dissolversi” delle cisti ovariche o un mi- dotti di origine animale. glioramento del tasso di concepimento. La bovina mangia cellule vegetali la cui pa- Questo avviene dimenticando che tra la ra- rete esterna è costituita da carboidrati strut- zione e la bovina c’è un rumine che per “im- turali come le emicellulose, le cellulose e la parare“ una nuova dieta impiega non meno lignina. All’interno della cellula vegetale tro- di un mese. viamo invece i carboidrati non strutturali co- Nello schieramento contrapposto troviamo me gli zuccheri, le pectine e gli amidi, le pro- la comunità scientifica, unita nel credere che teine, i grassi, i minerali e le vitamine. la mastite sia solo una malattia infettiva e I nutrienti ingeriti hanno lo scopo di fornire quindi che la mal-nutrizione non ne può es- tutte le molecole indispensabili per le fun- sere l’agente eziologico. L’unica apertura zioni vitali come la produzione d’energia per questa comunità la fa verso le carenze di mo- i processi metabolici, gli aminoacidi anche lecole antiossidanti (e altri aspetti di cui in per la loro funzione plastica, etc. Nello sche- seguito verranno approfonditi i contenuti); ma 1 (vedere) è sintetizzata una buona parte chiusura invece quasi totale verso il legame dei nutrienti che la bovina ingerisce. tra mastite e alterazioni degli alimenti, come Nei monogastrici gli alimenti ingeriti su- l’ingerire insilati di cattiva qualità o alimenti biscono per lo più processi enzimatici e fisici concentrati alterati. nella prima parte dell’apparato digerente (bocca, stomaco e intestino tenue) per poi ve- LA NUTRIZIONE E I SISTEMI nire assorbiti nell’intestino come singoli nu- DIFENSIVI DELLA MAMMELLA trienti e distribuiti attraverso il sangue a tutti Tipico argomento delle “nutrizione clinica” gli organi. Nei ruminanti, invece, buona parte è la possibilità che le carenze di alcuni nu- degli alimenti, prima di arrivare allo stomaco trienti o il sovradosaggio di altri possano ghiandolare, subisce un processo di fermen- 10 Supplemento de La Settimana Veterinaria - n° 967 del 29 giugno 2016
La nutrizione può causare e risolvere le mastiti? SCHEMA 1. I NUTRIENTI Supplemento de La Settimana Veterinaria - n° 967 del 29 giugno 2016 11
Dubbi e certezze nella gestione della mastite della bovina da latte tazione e idrolisi a carico del microbiota ru- e in microelementi, od oligoelementi, la cui minale. Solo una parte riuscirà a superare la presenza è misurabile nell’ordine di milli- barriera ruminale per subire gli stessi processi grammi. Ognuno di questi elementi ha uno enzimatici dei monogastrici nello stomaco e specifico ruolo nelle funzioni biologiche degli nell’intestino, sia tenue che grosso. organismi viventi e importanti sono le loro Quanta quota e quali alimenti riusciranno a interazioni. Carenze o eccessi, primari o rela- superare completamente o parzialmente in- tivi, possono avere effetti negativi sulla piena degradati il rumine dipende da molti fattori: funzionalità del sistema immunitario e più in alcuni intrinseci agli alimenti, altri dovuti al generale sui sistemi difensivi della mammella. processo tecnologico a cui sono stati sottoposti Oggi si punta l’attenzione su macro-elementi (macinatura, fermentazione, fioccatura, estru- come il calcio, il fosforo, il magnesio, lo zolfo, sione, ecc.) e, come ultimo fattore, in base alla il sodio e il cloro e su oligoelementi come il velocità di transito della razione. Più è alta la rame, lo zinco, lo iodio, il manganese, il ferro, quota di concentrati ingeriti e minore è la gra- il selenio e il molibdeno. Si conoscono gli ef- nuolometria della dieta, più intensa sarà la ve- fetti postivi di altri oligoelementi, ma vista locità di transito ruminale e quindi maggiore la loro potenziale tossicità, anche a bassi do- la probabilità di far giungere alimenti inde- saggi, per gli animali, per l’uomo e per l’am- gradati a valle del rumine. Questa concatena- biente, ne è vietato l’impiego come integra- zione di variabili rende spesso difficile valutare tori e se ne sorvegliano solo gli eccessi. È eccessi e carenze di specifici nutrienti. questo il caso del cromo e dell’arsenico. In ogni caso, con i modelli matematici oggi La sindrome ipocalcemica è una patologia disponibili si riesce a simulare con buona ap- classificata nel raggruppamento dei disordini prossimazione il tasso di crescita del micro- minerali e ha un sicuro ruolo tra i fattori pre- biota ruminale e la sua produzione dei sin- disponenti o di rischio delle mastiti. goli acidi grassi volatili, nonché quali e quan- Il calcio è un elemento importante nel meta- ti alimenti possono arrivare intatti o quasi a bolismo della bovina da latte sia in lattazione livello intestinale. Questi dettagli della nu- che non. Il pool ematico di calcio di una bo- trizione dei ruminanti sono indispensabili vina adulta è di circa 3 grammi (8,5-10 g/dl) per poter da un lato soddisfare tutti i fabbi- mentre il totale di quello extra-cellulare è di sogni nutritivi dei singoli nutrienti e, dall’al- 9-10 grammi. Metà del calcio ematico è pre- tro, evitare carenze che potrebbero compro- sente in forma ionizzata (iCa2+). Una parte mettere non solo la produzione e la riprodu- considerevole di calcio viene eliminata con zione ma anche la piena efficienza del siste- il latte che ne contiene lo 0,1%-0,15%. Per- ma immunitario. Inoltre, questo livello di tanto una bovina elimina, in funzione della conoscenze permette anche di utilizzare que- produzione giornaliera, anche fino a 60-70 ste molecole nella nutrizione clinica, ossia grammi di calcio al giorno nel latte. Inoltre quando si utilizzano singoli nutrienti, ridu- nelle feci ne vengono persi dai 5 ai 7 grammi cendoli o aumentandoli in deroga ai fabbi- al giorno e nelle urine 0,5-2 grammi. sogni, per incentivare la salute delle bovine. A mantenere l’omeostasi del pool ematico Carenze o eccessi di singoli nutrienti posso- di calcio contribuisce l’assorbimento intesti- no, nel caso della mastite, avere effetti nega- nale di questo elemento e la quota stoccata tivi sul sistema immunitario umorale e cel- nelle ossa. La regolazione di questa omeo- lulo-mediato ma, allo stato attuale delle co- stasi è affidata a tre ormoni: il paratormone noscenze, non sono in grado di rappresen- (PTH), la calcitonina (CT) e l’1,25 diidrossi- tare fattori eziologici della mastite. colecalciferolo. Il primo è secreto dalla para- tiroidi e ha la funzione di modulare l’assor- I disordini macro-minerali bimento intestinale, l’escrezione urinaria e Una ruolo importante delle difese immunitarie la mobilizzazione dalle ossa. Il PHT viene della mammella lo hanno proprio i minerali. secreto quando la calcemia si abbassa. La CT Una bovina in produzione ingerisce ogni gior- invece interviene nel ridurre la calcemia, no 2.000-2.500 grammi di ceneri costituite qua- agendo a livello osseo inibendo l’attività si completamente da questi elementi; in asciut- osteoclastica e promuovendo quella osteo- ta (o meglio nelle ultime 8 settimane di gravi- blastica. L’1,25 diidrossicolecalciferolo, anche danza), ne ingerisce circa 1.000 grammi. detto calciferolo o vitamina D3 (il calcitrolo Nelle ceneri di una razione ci sono i minerali è la forma attiva delle vitamina D3), viene naturalmente contenuti negli alimenti e quel- sintetizzato dalla pelle in seguito all’esposi- li aggiunti per soddisfare il fabbisogno delle zione dei raggi solari ed è in grado di stimo- singole molecole, almeno di quelle che si lare l’assorbimento intestinale del calcio pre- suppone abbiano un ruolo positivo e quelle sente negli alimenti. che la legge consente d’integrare. Nell’omeostasi del calcio intervengono anche A scopo esclusivamente di classificazione essi il fosforo e il magnesio. Una carenza ematica vengono raggruppati in macrominerali, la cui di magnesio (< 1,7 mg/dl) altera la secrezione presenza è misurabile nell’ordine di grammi, del PHT e la sua attività presso i recettori cel- 12 Supplemento de La Settimana Veterinaria - n° 967 del 29 giugno 2016
La nutrizione può causare e risolvere le mastiti? SCHEMA 2. L’OMEOSTASI DEL CALCIO lulari. L’eccesso di fosforo, o meglio del suo causa della più o meno rapida “montata lat- rapporto con il calcio, altera l’assorbimento tea”, vengono eliminate con il latte grandi intestinale anche del magnesio e la piena fun- quantità di calcio. Nel primo giorno di lat- zionalità del calciferolo (vedere schema 2). tazione può essere persa una quota pari a 10 La riduzione della quota di iCa2+ (< 1 mM) volte il calcio presente nel sangue. Durante sierico oppure di quello totale (
Dubbi e certezze nella gestione della mastite della bovina da latte zione di queste cellule (infiammazione cro- SCHEMA 3. GLI EFFETTI DEL BILANCIO ENERGETICO nica) e un continuo afflusso di neutrofili dal NEGATIVO (NEBAL) SUI NEUTROFILI (PMN) sangue e che ritroveremo nel latte come cel- lule somatiche. Il consumo di molecole an- tiossidanti è molto elevato a causa del grande metabolismo aerobico tipico delle grandi produttrici di latte. È di fatto indispensabile procedere a un’integrazione di molecole an- ti-ossidanti. I dosaggi consigliati sono ormai noti in letteratura scientifica e numerose le fonti disponibili. Alterazioni del metabolismo energetico e proteico Già nelle ultime settimane di gravidanza e nelle prime settimane di lattazione la bovina da latte è in bilancio energetico e proteico negativo. Ciò è dovuto alla ridotta capacità d’ingerire i nutrienti necessari per comple- tare lo sviluppo del feto e, dopo il parto, per la produzione di latte. Tutto questo perché dapprima il feto e la mammella poi hanno la priorità metabolica sulle altre funzioni me- prevalenza molto più elevata che va dal 25% taboliche, compreso il buon funzionamento delle primipare al 47% delle pluripare. Se del sistema immunitario. Quando la mam- poi accanto all’ipocalcemia si verifica, in ge- mella è invasa dai microrganismi patogeni, nere per un apporto insufficiente (carenza e il dry-off e il periparto per le ragioni già vi- primaria), una carenza di magnesio, la sin- ste sono momenti particolarmente rischiosi, drome ipocalcemica può avere un decorso i macrofagi, normalmente presenti nel latte, anche piuttosto grave. Per prevenire questa producono molecole chemio-attraenti come patologia, o meglio per garantire meglio l’o- le interleuchine (1,6,8) e il TNF-α. Queste ci- meostasi del calcio in tutta la fase di tran- tochine entrando anche in circolo richiamano sizione, è necessario gestire attentamente l’a- nella mammella l’altra componente impor- limentazione macro-minerale in asciutta e tante dei leucociti, che sono i polimorfonu- inizio lattazione equilibrando tutti i macro- cleati, anche detti neutrofili. Nel caso di ma- minerali. stiti da Gram-negativi questo meccanismo è ulteriormente stimolato dall’ingresso in cir- Lo stress ossidativo colo di endotossine o lipopolisaccaridi, ossia La distruzione dei patogeni che entrano in porzioni della parete cellulare di questi bat- mammella è affidata per lo più ai macrofagi teri. La presenza diretta di citochine pro-in- e ai neutrofili, i quali una volta fagocitati i fiammatorie provenienti dagli alveoli mam- patogeni li distruggono (respiratory burst) at- mari e di quelle prodotte dalle cellule del traverso la produzione di molecole dove è Kupffer e dai monociti, indotte dalle endo- presente l’ossigeno (ROS) come lo ione su- tossine, stimola la differenziazione cellulare perossido, il perossido d’idrogeno e lo ione per aumentare la produzione dei neutrofili. ipocloroso. In condizioni normali questa re- Per soddisfare le elevatissime necessità ener- lazione avviene all’interno dei leucociti e a getiche del sistema immunitario, verranno proteggere le membrane cellulari interven- messi in atto dei meccanismi collaterali per gono le molecole anti-ossidanti a cui appar- garantire a questo la massima disponibilità tengono enzimi come la glutatione-perossi- di nutrienti. I leucociti e i linfociti hanno un dasi (selenio dipendente), la superossidodi- tasso di crescita molto alto e ciò è dovuto an- smutasi (rame, zinco e manganese dipen- che all’elevato grado di apoptosi a cui vanno dente), le vitamine A, E e C e i carotenoidi. incontro. Come avviene negli altri tessuti Carenze primarie o secondarie di oligoele- dell’organismo, queste cellule per produrre menti come il rame, lo zinco, il manganese energia chimica (ATP) utilizzano glucosio, e il selenio oppure di vitamine come la A, la acidi grassi e aminoacidi e di questi in par- E e i carotenoidi possono da un lato ridurre ticolare la glutamina. Oltre all’energia, avran- la “killing activity” dei leucociti e dall’altro no bisogno anche di aminoacidi “plastici”. causare le leucocitosi croniche tipiche di ma- Pertanto in presenza di citochine pro-infiam- stiti in cui l’agente eziologico è stato elimi- matorie, sia nel tessuto immunitario che in nato, ma, a causa della diffusione dei ROS quello epatico e in quello muscolare verrà al di fuori dei neutrofili e dei macrofagi nel- stimolata la glicogenolisi e il catabolismo de- l’epitelio alveolare mammario, si ha distru- gli aminoacidi (vedere schema 3). 14 Supplemento de La Settimana Veterinaria - n° 967 del 29 giugno 2016
15_Publiredazionale_NEW.qxp_15_Publiredazionale_NEW 20/06/16 12:54 Pagina 15 Attualmente le vostre bovine sono ben protette? I l periodo di asciutta svolge un ruolo fon- damentale nell’epidemiologia della ma- stite, tuttavia, sorprendentemente, pochi studi hanno analizzato in dettaglio le dina- miche di infezione durante tale periodo. Boe- hringer Ingelheim ha pertanto intrapreso uno studio multicentrico di ampie dimensioni volto a esaminare le dinamiche di infezione intramammaria nelle mandrie da latte in tutta Europa1. Il progetto è stato diretto da Andrew Bradley, un eminente esperto di epidemio- logia delle bovine in asciutta. Sono state reclutate 522 bovine provenienti Figura 3. Le tre fasi dell’asciutta. da 12 aziende agricole di 6 Paesi europei (vedere figura 1). Tutti gli animali hanno ri- nella settimana immediatamente successiva cevuto una terapia antibiotica per l’asciutta. al parto. Durante il periodo di asciutta, si è Gli allevatori erano liberi di usare qualsiasi proceduto al prelievo del secreto delle bovine prodotto; non erano però consentiti sigillanti da due quarti ipsilaterali 2 e 6 settimane per capezzoli, in quanto le bovine dovevano dopo la messa in asciutta. Si è inoltre prov- essere sottoposte a numerosi prelievi durante veduto a valutare la pulizia dei capezzoli e il periodo di asciutta. Sono stati effettuati la presenza del tappo di cheratina. prelievi per l’esame batteriologico da tutti i quarti al momento della messa in asciutta e Una Azienda - Una Realtà La gestione dell’asciutta è una parte fon- damentale nell’allevamento moderno, tut- Figura 4. Apparente origine dell’infezione intramammaria nel primo tavia la standardizzazione delle singole va- post parto. riabili non è possibile poiché le mandrie mostravano notevoli differenze di stabula- in questo periodo (vedere figura 3). È ne- zione e anche all’interno delle mandrie cessario quindi porre la giusta attenzione stesse la stabulazione e l’alimentazione va- all’ultima fase dell’asciutta poiché dallo riavano a seconda della stagione. studio si evince che la maggior parte delle infezioni ha avuto origine in quel pe- Le bovine sono a rischio di infezione riodo, (vedere figura 4). I dati hanno confermato quanto risultava Nel complesso, questo studio conferma dalle ricerche precedenti, ossia che la bar- l’importanza del periodo di asciutta riera naturale rappresentata dal tappo di che- nell’epidemiologia della mastite. Eviden- ratina non offre sufficiente protezione contro zia inoltre quanto sia importante valutare e l’infezione. Un altro fattore osservato nello comprendere le dinamiche di infezione al- studio è il diverso grado di pulizia dei ca- l’interno della mandria nel periodo prece- Figura 1. La ricerca è stata condotta in Francia, Belgio, Paesi Bassi, pezzoli che risultavano sistematicamente dente all’asciutta (banca dati aziendale). Regno Unito, Spagna e Polonia. più sporchi rispetto alla lattazione, il che fa Quindi la scelta dell’antibiotico da usare in pensare che le bovine vengano spesso gestite asciutta deve tener conto della presenza dei in maniera non ottimale, aumentando la pro- batteri Gram positivi e dei Gram negativi babilità di infezione da germi ambientali. che si sviluppano nel ultima fase del- l’asciutta. Il prodotto scelto deve quindi ga- Attenzione ai Gram-negativi verso la fine rantire una protezione per tutto il periodo del periodo di asciutta interessato e avere tempi di attesa nel latte Lo studio ha evidenziato come la percen- che rispettano le necessità aziendali. • tuale di campioni positivi ai Gram - (vedere publiredazionale figura 2) aumenti considerevolmente nel- 1. Bradley AJ, De Vliegher S, Green MJ, Larrosa P, l’ultimo periodo dell’asciutta, confermando Payne B, Schmitt van de Leemput E. An investigation of the dynamics of intramammary infections acquired Figura 2. Prevalenza degli agenti patogeni della mastite al momento la divisione in tre fasi dell’asciutta per during the dry period on European dairy farms. J della messa in asciutta e a 6 settimane di distanza. quanto riguarda la dinamica delle infezioni Dairy Sci, Bd. 2015;98(9):1-19.
Dubbi e certezze nella gestione della mastite della bovina da latte SCHEMA 4 Inoltre, le citochine pro-infiammatorie sti- L’acidosi ruminale già nella sua forma sub- moleranno la produzione delle proteine della clinica, che può presentarsi già nella fase di fase acuta. Pertanto i linfociti, in particolare preparazione al parto e in tutta la lattazione, i leucociti “attivati” sia direttamente dalle a causa di una caduta del pH ruminale sotto endotossine che dalle citochine pro-infiam- 5,6 comporta un’imponente e progressiva matorie, aumentano i fabbisogni della bovina produzione di endotossine in grado poi di di glucosio, aminoacidi (in particolare di glu- passare nel sangue. Esse stesse, e la conse- tamina) e di lattati, in un momento in cui es- guente produzione di citochine pro-infiam- sa si trova in bilancio energetico e proteico matorie, aggraveranno il quadro critico fin negativo dovuto principalmente all’impo- qui descritto. nente e prioritaria sottrazione di nutrienti della mammella che - come abbiamo detto CONCLUSIONI precedentemente - ha la priorità metabolica L’igiene di stalla e la piena efficienza dei assoluta almeno fintanto che la bovina non meccanismi difensivi della mammella sono è nuovamente gravida. di fondamentale importanza per ridurre il Questo deficit proteico ed energetico inizia tasso d’infezioni mammarie. La nutrizione già prima del parto a causa di una ridotta può avere un ruolo decisivo sulla piena ef- capacità d’ingestione, a fronte di una ele- ficienza dei sistemi difensivi della mammel- vata domanda di nutrienti del feto. La bo- la; purtuttavia, rimangono alcuni dubbi sul- vina per far fronte a questa smisurata do- la possibilità che possano esistere dei rialzi manda di nutrienti “attaccherà” le proteine più o meno transitori delle cellule somatiche di riserva, dette anche “labili”, e le riserve del latte in assenza di un patogeno nella adipose. mammella. Endotossine, amine biogene, bu- Due importanti malattie metaboliche tipiche tirrati e quant’altro presente negli insilati della fase di transizione e delle prime setti- (anche non palesemente alterati) oppure de- mane di lattazione possono “esasperare” rivanti da cattive fermentazioni ruminali o questo quadro metabolico piuttosto critico. del grosso intestino potrebbero diffondere La prima è la chetosi, ossia quando il fegato nel latte ed esercitare un effetto chemiotat- non riesce a utilizzare a fini energetici l’im- tico nei confronti dei leucociti anche in as- ponente afflusso di acidi grassi (NEFA) che senza di un patogeno? Visti i dati non con- arrivano dal tessuto adiposo. L’aumentata fortanti presentati nell’introduzione di que- concentrazione ematica di corpi chetonici sto “Speciale mastite”, a fronte della ormai come il BHBA, l’acetone e l’aceto-acetato decennale diffusione di protocolli operativi esercita un’azione negativa sul sistema im- universalmente condivisi, probabilmente la munitario. La chetosi (sia a decorso clinico comunità scientifica dovrebbe approfondire che sub-clinico) induce una riduzione della la propria attività di ricerca anche in questa produzione di citochine proinfiammatorie, direzione, per non farsi magari dire che “l’o- dell’attività fagocitaria dei neutrofili e di perazione è tecnicamente riuscita ma il paziente quella chemiotattica. è morto”. 16 Supplemento de La Settimana Veterinaria - n° 967 del 29 giugno 2016
Come migliorare la routine di mungitura attraverso l’analisi delle curve di emissione del latte I l mercato del latte e dei prodotti lattiero I FATTORI COINVOLTI Carlo Boselli - caseari sta attraversando una profonda NELLA MUNGITURA Istituto zooprofilattico crisi dovuta a molteplici fattori, in ulti- La mungitura rappresenta una fase partico- sperimentale del Lazio e della mo il grave squilibrio tra aumento delle lare, delicata e fondamentale che si concre- Toscana M. Aleandri Comitato tecnico “Malattie della consegne di latte e stagnazione della do- tizza con l’estrazione del latte dalla mam- mammella” della Sib manda registrata in generale sul mercato co- mella, quest’ultimo deve essere rimosso in munitario ovvero mondiale delle importa- maniera rapida ed efficiente preservando il zioni. benessere degli animali e degli operatori. Se A oltre un anno dalla cessazione del regi- durante tale processo sono contemporanea- me di quote fisiche di produzione, il com- mente garantite idonee condizioni generali parto dei bovini da latte mostra sintomi che coinvolgono la macchina mungitrice, inequivocabili di difficoltà, attribuibili al l’uomo e l’animale, è possibile massimizzare continuo ribasso del prezzo del latte alla la produzione lorda vendibile e il reddito stalla, alla crescente incidenza dei costi di aziendale. produzione, in particolare di quelli ali- Alla base di questa apparentemente semplice mentari e della manodopera, se parago- operazione, sono sostanzialmente coinvolti nati con quelli dei Paesi stranieri, in par- tre fattori: l’animale, l’impianto di mungitura ticolare degli ultimi arrivati nella Comu- e l’uomo. nità europea. È sufficiente consultare i dati pubblicati dal L’animale Milk market observatory sui prezzi del latte All’interno della ghiandola mammaria il latte crudo di vacca pagati ai produttori di latte, è ripartito in due frazioni: cisternale e alveo- per osservare che nel mese di febbraio 2016 il prezzo medio italiano per 100 kg di latte era superiore a quello medio europeo (€ 34,36 vs € 29,47), mentre confrontando il prezzo medio del latte registrato a gennaio 2016 rispetto a gennaio 2015, si denota una differenza di -4%. Alla luce di questa breve premessa sullo stato dell’arte del settore, emerge un qua- dro tutt’altro che roseo, che orienta gli al- levatori più attenti a individuare, dove possibile, gli strumenti e le nuove tecno- logie adatte a massimizzare il profitto, at- traverso il contenimento dei costi di pro- duzione e il miglioramento, per quanto at- tuabile, del management aziendale e dei suoi punti critici. La mungitura rappresenta una delle princi- pali criticità dell’azienda zootecnica da latte, sia per l’impiego di risorse che incidono sui costi di produzione sia per gli effetti che le modalità di mungitura possono avere sulla produzione, sulla sanità della mammella e sulla qualità del latte. Supplemento de La Settimana Veterinaria - n° 967 del 29 giugno 2016 17
Dubbi e certezze nella gestione della mastite della bovina da latte la non oltre i due minuti dall’inizio della pre- FIGURA 1. CURVA DI FLUSSO CON INDICAZIONE stimolazione. DELLE PRINCIPALI FASI Nella routine quotidiana, possono interve- nire fattori che concorrono a impedire l’e- strazione della frazione alveolare, anche se l’animale è stato stimolato correttamente e possono essere ricondotti a fenomeni di ini- bizione centrale nella produzione di ossito- cina o a fenomeni di inibizione periferica dei recettori adrenergici della mammella indotta da elevate concentrazioni di catecolamine che riducono o annullano l’effetto dell’ossi- tocina (Wellnitz O, Bruckmaier RM, 2001). L’impianto di mungitura meccanica Sostanzialmente l’impianto opera generando un differenziale di pressione, originato da una pompa del vuoto e applicato sino ai ca- pezzoli, i quali attraverso l’apertura ciclica dello sfintere determinano la fuoriuscita del latte. I principali parametri operativi dell’im- pianto sono il vuoto operativo, i cicli di pul- sazione e il loro rapporto. lare, nella bovina da latte il rapporto fra le La velocità di deflusso del latte è influenzata due frazioni è a circa 20:80 (Bruckmaier et oltre che dalle caratteristiche anatomiche del al., 1991; 1996; 1998; 2001). capezzolo (interne ed esterne) anche dalla La frazione cisternale è quella prontamente differenza di pressione che si determina tra disponibile per la mungitura, infatti, per l’e- interno ed esterno della mammella. strazione è sufficiente vincere le forze oppo- ste dallo sfintere del capezzolo (in condizioni L’uomo di assenza di stimolazione sono necessari Ha il compito di gestire il management vuoti medi di apertura dello sfintere del ca- aziendale. Spesso tecniche di mungitura er- pezzolo variabili fra 17,8 e 21,0 kPa, per lun- rate e routine non sempre correttamente ese- ghezze medie del canale di circa 1,1 cm; guite, associate a un impianto non control- Weiss et al.; 2004). Per contro la frazione al- lato e manutenuto, conducono a un peggio- veolare, contenuta negli alveoli e nei piccoli ramento dello stato sanitario degli animali dotti, può essere rimossa solo per effetto e conseguentemente della qualità del latte. dell’ossitocina (secreta dalla neuroipofisi) È frequente osservare anomalie dell’impian- che, giunta al livello della mammella, si lega to dovute a pulsatori non sempre efficienti, a specifici recettori delle cellule mioepiteliali, a guaine particolarmente usurate, a tubi corti causandone la contrazione e quindi la disce- fessurati, che associati a vuoti elevati o a so- sa del latte nelle cisterne mammarie e capez- vramungitura finale danneggiano l’apice del zolari. capezzolo, provocando ipercheratosi e favo- La contrazione provoca un’azione di “spre- rendo processi di infezione batterica. Al ri- mitura” degli alveoli con conseguente flusso guardo, alcuni studi hanno evidenziato una del latte verso le cisterne, dove si accumula correlazione positiva fra punteggiatura di determinando un aumento della pressione teat score e conta delle cellule somatiche. endomammaria. In condizioni ordinarie le Per ottenere una completa e rapida rimozio- variazioni nella concentrazione ematica ne del latte è importante che la procedura di dell’ossitocina sono rapide, infatti, da un li- mungitura sia corretta anche per evitare con- vello basale di 3-5 picogrammi/ml, si rag- taminazioni da parte di germi contagiosi o giungono picchi di 60 picogrammi/ml, in ambientali, preservando per quanto possibile brevissimo tempo (Lollivier et al., 2002). Ma la salute e il benessere animale ed evitando già dopo pochi minuti la concentrazione un peggioramento delle caratteristiche chi- ematica inizia a decrescere, limitando l’ef- mico-fisiche e microbiologiche del latte pro- fetto sulla “spremitura” degli alveoli mam- dotto. mari, pertanto la scarica di ossitocina garan- tisce l’azione per un periodo limitato di tem- MUNGIBILITÀ E CURVE DI FLUSSO po: se si aspetta troppo tempo per mungere La valutazione della corretta emissione del l’animale, l’azione si riduce e l’estrazione del latte dalla mammella durante la mungitura latte dalla mammella è incompleta. può essere eseguita attraverso il controllo Per tali motivi è consigliabile eseguire l’at- della mungibilità della mandria. Tale carat- tacco dei gruppi di mungitura alla mammel- tere, attualmente considerato anche nei piani 18 Supplemento de La Settimana Veterinaria - n° 967 del 29 giugno 2016
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