LA R-EVOLUTION DEL TRASPORTO - Gruppo TIM
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44 notiziariotecnico anno 29 3/2020 45 LA R-EVOLUTION Le sfide tecnologiche di R-Evolution territorio e la stratificazione tecno- logica rendono molto difficoltoso requisiti posti dal 5G (ridotta laten- za, sincronismo, etc.) e di abilitare DEL TRASPORTO un trasporto efficiente del traffico la diffusione dei punti di erogazio- Flessibili, efficienti, affidabili e a pro- raccolto in questo segmento. ne dei servizi di rete (Edge Com- va di futuro (senza limiti di scalabi- Nel corso del 2017, quindi, le nuo- puting, EC), consentendo quindi lità). ve sfide poste dall’avvento del 5G di realizzare una rete flessibile e Queste le principali caratteristiche come dal continuo incremento di adattabile a nuovi scenari. Raffaella Asmone, Paolo Gelosia, Lorella Parmeggiani, Rossella Tavilla delle nuove tecnologie in rete che traffico hanno portato a ripensar- consentono di fornire alla clientela ne completamente il trasporto. L’estensione della copertura IP e servizi digitali di altissima qualità, DWDM facilita l’accesso dei clien- capaci di adattarsi rapidamente alla Con il progetto R-Evolution in TIM ti alla connettività e, per ridurre i continua crescita del traffico e alle si è deciso di indirizzare lo svilup- tempi di delivery, gli apparati sono trasformazioni della domanda. po verso una rete unica per il tra- equipaggiati in misura tale da ga- Portando l’IP ai bordi della rete, R- sporto di tutto il traffico: voce, bro- rantire nuove attivazioni in moda- Evolution si pone come “accelera- adband e ultrabroadband, fisso e lità “touchless”. tore” della diffusione di applicazio- mobile, generato da clienti retail, Inoltre sugli apparati del progetto ni legate alla sfera del 5G (con alta business e wholesale. R-Evolution viene ribaltato, sede capacità e bassa latenza quali Video per sede, tutto il traffico traspor- ad altissima qualità, Augmented Per massimizzare l’efficienza si tato su tecnologie precedenti, Reality, IoT), dell’Edge Computing e è stabilito di puntare solo su due abilitando una grande efficienza di nuovi servizi per la clientela Busi- tecnologie, IP/MPLS e DWDM, di in termini di semplicità di gestio- ness e Wholesale, abilitando scena- estenderne la copertura a tutte le ne, risparmio energetico e spazi in ri di Cloud, automazione e virtualiz- sedi di centrale (circa 3200 quelle centrale. zazione. da coprire) e di consolidare il nu- mero di fornitori di apparati (2 per Insomma, una vera rivoluzione del il layer IP e 2 per il layer DWDM) trasporto dei bit. con rilevanti ottimizzazioni gestio- Perché R-Evolution nali. Come vedremo nel seguito Questo ar ticolo si propone di raccontare dell’articolo, la tecnologia IP/MPLS R-Evolution, la nuova rete di Raccolta e Aggrega- Il segmento di Raccolta e Aggrega- consentirà di aggregare traffico Architettura zione di TIM. zione rilega le sedi di centrale pe- generato dai più disparati utilizzi e R-Evolution riferiche, alle quali sono attestati caratterizzato da qualsiasi esigen- i clienti finali e le Stazioni Radio za di banda, mentre con il DWDM Nei paragrafi vediamo come si arti- Descrivendone gli obiettivi di progetto, l’archi- Base della rete mobile, con i PoP si avrà una enorme capacità di cola l’architettura di trasporto a ten- tettura, la struttura complessiva e le tecnologie principali della rete, a loro volta trasporto di dati e la possibilità di dere, frutto delle nuove implemen- IP e fotoniche utilizzate. collegati tra loro da un Backbone ridurre al minimo la necessità di tazioni dettate da R-Evolution. nazionale. posa di nuovi cavi in fibra ottica. Le due nuove tecnologie in siner- Il Layer IP La grande numerosità delle sedi gia saranno in grado di supportare Oggi il layer IP nel segmento di rete (in TIM sono circa 3.750 quelle con la promessa di grande efficienza di Raccolta e Aggregazione consi- prospettiva di utilizzo a lungo ter- operativa della Network Automa- ste nella rete OPM che ripartisce mine), la loro diffusione sparsa nel tion, di rispondere agli stringenti il territorio nazionale in 30 Macro
46 notiziariotecnico anno 29 3/2020 47 (RTR), ciascuna con almeno due trasmissive di generazioni prece- tion (RA), che collega le sedi di punti di interconnessione con denti. centrale periferiche ai Feeder. la Rete di Trasporto Nazionale (RTN). La struttura ad albero della rete, Anche dal punto di vista architet- che concentra il traffico verso i turale i due segmenti sono diversi Oggi le reti regionali sono caratte- PoP Nazionali, determina un diffe- e sono posti in comunicazione al rizzate dalla stratificazione di di- renziale nella capacità trasmissiva livello delle sedi Feeder, come me- verse tecnologie. Questa situazio- necessaria, che è minore verso le glio descritto in seguito. ne eterogenea determina enormi sedi periferiche e via via crescen- differenze nelle prestazioni della te verso il livello intermedio di ag- Il segmento RC, che comprende connettività offerta da ciascuna gregazione (Feeder) e poi verso gli tutte le sedi Feeder e altri impor- sede ed una grande disottimizza- stessi PoP Nazionali. tanti snodi di rete, è caratterizzato zione a livello operativo. da una maglia di collegamenti resa Questa circostanza ha reso conve- possibile dalla buona disponibilità Il progetto R-Evolution prevede niente suddividere ciascuna delle di cavi in questo segmento di rete. la diffusione di apparati ROADM 14 reti regionali in due segmenti La magliatura consente di riparti- in tutte le sedi COLT, in modo da disgiunti con caratteristiche pre- re il traffico su più instradamenti 1 L’evoluzione del progetto R-Evolution nel layer IP del uniformare ed adeguare la capa- stazionali diverse, il Regional Core diversi, garantendo al contempo segmento di raccolta e aggregazione cità di connettività ed abilitare la (RC), che collega i Feeder ai PoP maggiore capacità trasmissiva e dismissione di tutte le tecnologie Nazionali, e il Regional Aggrega- protezione dai guasti. Aree (MAN) che fanno capo cia- che fa capo a ciascun Feeder ne Packet Regional) e costituito dai scuna ad un PoP di backbone na- costituisce il Bacino di Raccolta. Local Aggregator, che uniforma le zionale (fanno eccezione le MAN L’estensione capillare del layer IP, tecnologie di raccolta con grandi di Roma e di Milano che hanno 2 prevista dal progetto R-Evolution, benefici in termini di prestazioni, 2 PoP ciascuna, per un totale di 32 si realizza introducendo nuovi rou- efficienza nell’utilizzo di risorse di Schema PoP nazionali). In ciascuno di tali ter denominati “Local Aggregator” rete ed effort operativo. architetturale di una Rete Trasmissiva PoP si trova una coppia di nodi Me- in ciascuna sede periferica, che Regionale tro, router di grande capacità che non sia già sede di Feeder. Per migliorare l’affidabilità com- R-Evolution assicurano la raccolta del traffico plessiva, inoltre, ciascun Local dell’intera MAN. La funzione di questi apparati è Aggregator viene collegato tra- quella di raccogliere tutte le esi- mite link ottici su DWDM ad una In ciascuna MAN esiste poi un li- genze di connettività della sede, coppia di nodi Feeder, in modo vello intermedio di aggregazione che oggi vengono veicolati ai Fee- che in caso di fault di uno dei due, costituito dai Feeder, che sono ro- der in svariati modi (switch ether- il secondo possa continuare a tra- uter che raccolgono il traffico ori- net, PTN, OLT, DSLAM, fibra nuda). sportare il traffico verso il Metro. ginato dalle sedi periferiche e lo inoltrano in forma aggregata ver- Agli attuali due livelli di aggrega- Il layer DWDM so i nodi Metro. I Feeder costitui- zione della rete OPM (Metro/Fee- Il layer trasmissivo regionale di scono il perimetro della rete OPM der), quindi, si aggiunge un terzo TIM è territorialmente ripartito e l’insieme delle sedi di centrale livello denominato OPR (Optical in 14 Redi di Trasporto Regionali
48 APPROFONDIMENTO notiziariotecnico anno 29 3/2020 APPROFONDIMENTO 49 Il DWDM e i nodi ottici macro-gruppi di funzionalità, per cominciare quella di trasduzione ottica-elettrico-ottica, di interfaccia verso l’esterno della rete e che permette di adattare quali solo i canali ottici in pass-through attraversa- no la matrice ottica mentre i canali ottici generati localmente dai transponder/muxponder sono rigida- il bit rate e la frequenza di un generico servizio clien- mente associati ad una direzione (directional) e la te al bit rate e alle frequenze compatibili con la loro loro frequenza è definita dalla porta del (de)multi- multiplazione nella rete ottica. platore fisso al quale sono connessi (colored); quelli DWDM è l’acronimo di Dense Wavelength Di- in frequenza sono gli OADM (Optical Add-Drop Mul- Colorless-Directionless – Flexgrid (CD-F) in Fig.c, nei vision Multiplexing e si riferisce ad una ormai tiplexer). La funzionalità viene associata ai componenti HW quali tutti i canali ottici generati nel nodo possono consolidata tecnologia, che permette di mul- detti Transponder (se il bit rate del servizio cliente è essere attestati su qualsiasi porta del (de)multipla- tiplare su una sola coppia di f ibre in un unico Le frequenze multiplate sono spaziate tra loro se- paragonabile a quello del canale ottico) e Muxpon- tore (colorless) e possono essere instradati verso una f lusso ottico f ino ad oltre 96 lunghezze d’on- condo una griglia di riferimento (ITU G.694.1) fissa der (se il bit rate dei client è molto più piccolo di qualunque direzione del nodo (directionless), ma la da (chiamate anche frequenze o colori o canali per i bit-rate sino a 200Gbit/s o variabile (Flex-grid) quello del canale ottico e su questo possono essere matrice ottica non può gestire più cross-connessioni ottici) ad un estremo di una connessione e di per i bit rate più elevati. multiplati a divisione di tempo più servizi cliente); la locali con la stessa frequenza; nei R-OADM Colorless- separare all’altro estremo ogni singola lunghez- funzionalità di commutazione ottica è il cuore di un Directionless-Contentionless-Flexgrid (CDC-F) viene za d’onda; i nodi che nelle reti di trasporto ot- Le componenti fondamentali di un OADM, oltre quel- tiche attuano l’operazione di (de)-multiplazione la di (de)-multiplazione, possono essere riferite a tre superato anche il limite sul riutilizzo di una stessa frequenza per i canali generati localmente: la matri- nodo e permette di instradare ciascun canale di un ce ottica può instradare su direzioni distinte canali OADM su uno dei flussi aggregati del nodo (o dire- zioni o degree): se l’instradamento è fatto con una bretella fisica (o patchcord ottica) che richiede un ottici con la stessa frequenza. intervento manuale diretto, il nodo è detto Fixed- Infine la funzionalità di amplificazione fa in modo OADM (FOADM), vedi Fig.a; se invece si è in grado che la potenza luminosa del flusso aggregato in usci- di decidere la direzione di una singola frequenza uti- ta da un nodo sia opportunamente amplificata per lizzando una matrice ottica di commutazione ricon- permettere la trasmissione tra OADM posti a distan- A-B-C Caratterizzazione di una rete DWDM figurabile da sistema di gestione, il nodo viene det- ze geografiche (da qualche decina sino a un centi- to Reconfigurable-OADM o ROADM: esistono molte naio di km con gli amplificatori utilizzati in ambito varianti di ROADM, quelli Colored-Directional (b) nei terrestre). Rossella.Tavilla@telecomitalia.it
50 notiziariotecnico anno 29 3/2020 51 R-Evolution DWDM TIM ha sperimentato sinora la As You Grow (PAYG), per consen- potenza di trasporto del DWDM tire di costruire una rete quanto Le reti di trasporto DWDM sono ed ha verificato gli impatti di pro- più possibile provisioning ready e utilizzate per il trasporto traspa- cesso ed economici di apparati zero-touch: tutti i nodi di un arco rente su grandi distanze geogra- con flessibilità limitata e con la previsti dal PdS, come le compo- fiche e su una sola coppia di fibre necessità di interventi manuali in nenti ottiche di amplificazione ottiche, di una molteplicità di ser- fase di provisioning e delivery di e di multiplazione, sono infatti vizi cliente ad elevato bit-rate (da un nuovo servizio. installati alla prima esigenza di 1Gbit/s sino a 100Gbit/s), diversi connettività IP tra uno degli LA e tra loro per protocollo, velocità La proposizione elaborata per la i Feeder, ma i restanti nodi sono e applicazioni con throughput rete ottica di R-Evolution ha l’am- attivati, con un meccanismo di 3 complessivi di rete elevatissimi. bizione di spostare la nuova rete licenze, solo quando il traffico vi Caratterizzazione di una rete Per caratterizzare una rete ottica DWDM verso performance mol- sarà terminato. DWDM possono essere analizzati diversi to elevate (vedi linea continua parametri, ma per avere un focus in Fig.3), rilasciando in esercizio Nel perimetro Regional Core i sulla sua capacità complessiva nodi ROADM CD-F che possono nodi sono tutti ROADM Colored- di trasporto e sulla sua facilità di multiplare sino a 80 canali ottici Directional, che possono svilup- utilizzo possiamo riferirci a 3 in- a 200Gbit/s su ciascuna loro dire- parsi sino a 6 direzioni, ciascuna l segmento RA, che comprende so che dovessero avere le stesse cogliere gli apparati di acces- dicatori: zione, con l’obiettivo di superare con 80 canali a 200Gbit/s: que- le rimanenti sedi COLT, è carat- funzionalità attuali e innovative so fisso e mobili, tra cui i nodi 1. Il numero di canali multiplati le limitazioni emerse in anni di sta configurazione permette di terizzato da archi che rilegano un dei Feeder di OPM, ma taglia in- mobili 5G, nativi a 10G, su una coppia di fibre; esperienza diretta e di mettere a mantenere contenuti i costi di certo numero di sedi alla coppia di feriore, dato il bacino di raccolta • La QoS evoluta, per dare a 2. Il massimo bit rate di ciascu- disposizione dei processi di crea- prima installazione, ma allo stes- Feeder di afferenza. ridotto, e quindi prezzo inferiore. ciascun servizio il trattamento no di essi; tion e provisioning nuovi ed effi- so tempo consente a tutti i nodi Questo schema di collegamento Il requisito fondamentale riguar- corretto in base alle esigenze, 3. La flessibilità nel (re)instra- caci strumenti. di evolvere, senza alcun impatto consente di ottimizzare l’impiego da le funzionalità di routing IP/ • Un'elevata affidabilità e la damento del traffico; sul traffico, verso una configu- di fibra ottica, risorsa scarsa nel- MPLS, per poter costituire i mat- fast recovery da guasti (
52 APPROFONDIMENTO notiziariotecnico anno 29 3/2020 APPROFONDIMENTO 53 Le tecnologie innovative ne mai raggiunta in precedenza sulle reti TIM e potrebbe essere utilizzata anche per altre applicazioni e servizi. SDN e Automation La principale applicazione della Network Automation sul- nel layer IP la rete OPM/OPR riguarda la fase di inserimento in rete Segment Routing (Network Creation - NC) dei nuovi LA. Vista la numerosità Il Segment Routing2 è uno strumento che permette, in- degli apparati da dispiegare in tempi ristretti, sono sta- sieme alla QoS e alle VPN, di realizzare la Network Slicing, ti sviluppati dei package di automazione per facilitare e In questo box di approfondimento vediamo nel detta- rete OPM. Si realizza mediante l’installazione in ogni MAN espansione del concetto di slicing definito dal 3GPP per la parallelizzare le attività necessarie. Come riportato nella glio le principali funzionalità innovative del layer IP. di due Master Clock, che ricevono dal GPS il segnale di Core Network 5G, creando delle “fette” logiche della rete figura B, dopo le prime due fasi di installazione fisica e di sincronismo, lo inviano ai Metro, che lo rigenerano e lo con SLA garantiti. Il SR consente infatti, di differenziare configurazione minimale (per la raggiungibilità da remo- Sincronizzazione di Fase passano ai Feeder e questi ai LA, che lo forniscono infine il percorso in rete di un servizio in base alla latenza, alla to del nodo), vengono eseguite automaticamente le con- I nodi mobili 5G e LTE advanced richiedono la sincroniz- ai nodi mobili: ogni apparato dati della catena tra il Ma- disponibilità di banda , o alla completa differenziazione di figurazioni sui nodi LA e sugli altri nodi di rete coinvolti, zazione di fase, oltre a quella in frequenza, per imple- ster Clock ed il nodo mobile deve supportare la funziona- risorse di rete, in modalità evoluta e semplificata rispetto previste all’interno delle norme di NC. mentare nuovi servizi, raggiungere throughput elevati lità di “Boundary clock” (vedi figura A); inoltre il DWDM al tradizionale Traffic Engineering RSVP. Il Segment Rou- L’automazione della NC è diventata operativa fin dalle ed ottimizzare l’utilizzo delle risorse radio. Il metodo più che collega gli apparati deve essere perfettamente tra- ting è stato standardizzato in ambito IETF ed è alla base prime attivazioni: si può quindi dire che i LA di R-Evolution semplice per fornire tale sincronizzazione di fase è instal- sparente al segnale di sincronizzazione. della futura integrazione IP+ottico. nascono già “automatizzati”. lare un ricevitore GPS per ogni sito mobile, ma è anche il La sincronizzazione di fase sarà disponibile su tutte le più costoso, quindi in TIM si è studiata e messa a punto MAN entro fine 2020. La soluzione di fornitura del sincro- Lorella.Parmeggiani@telecomitalia.it una soluzione innovativa che prevede la distribuzione su nismo di fase tramite la rete OPM presenta una precisio- A Schema di rete di sincronizzazione su OPM (fonte Luciano Venuto) B Processo di automazione di Network Creation per i Local Aggregator (fonte Assunta Falco e Matteo Cravero) 2) Per tutorial sul Segment Routing si può consultare il sito https://www.segment-routing.net
54 APPROFONDIMENTO notiziariotecnico anno 29 3/2020 APPROFONDIMENTO 55 I Piani di Struttura di I Piani di Struttura sono documenti che descrivo- questi, rispettando il descritto criterio di diversi- no l’architettura e la struttura delle reti di TIM, ficazione. intendendo per architettura lo schema logico che rappresenta la rete, mentre per struttura il detta- Una volta definite in questo modo le coppie di R-Evolution glio degli apparati utilizzati, delle sedi di centrale Feeder ed i relativi bacini di sedi di afferenza, si nelle quali gli apparati vengono installati, nonché è passati a definire la struttura dei collegamenti dei portanti fisici (cavi in fibra ottica) che collega- trasmissivi necessari, che rispondono ai requisiti no apparati in sedi diverse. di massima diversificazione (per migliorare l’affi- dabilità della rete) e di minimo consumo di fibre, I Piani di Struttura sono generati, quindi, come anche tramite la massimizzazione delle sedi per conseguenza delle scelte tecnologiche ed archi- coppia Feeder senza superare i vincoli tecnologici tetturali, ma, al tempo stesso, possono portare (max 9 apparati WDM attraversati). essi stessi a modifiche architetturali. Di fatto la definizione dell’architettura di rete e dei relativi Anche in questo caso l’informatica ci è venuta in Piani di Struttura è un processo iterativo, che cer- soccorso con un algoritmo sviluppato ad hoc mo- ca di cogliere tutti i vantaggi tecnici, operativi ed dificando l’algoritmo di Dijkstra, noto in lettera- economici dall’applicazione in rete della tecnolo- tura per la ricerca di cammini minimi all’interno gia scelta. di un grafo. Nel caso del Progetto R-Evolution di TIM, per I risultati sono stati quindi integrati da un attento esempio, l’idea di attestare ciascun Local Aggre- lavoro di analisi e verifica in stretta collaborazio- gator ad una coppia di Feeder è nata proprio in ne con le strutture di Planning Territoriale: non è, fase di definizione della struttura di rete, vedendo infatti, possibile estrapolare in modo automatico che, la maggior parte dei percorsi dei cavi in fibra, le informazioni di dettaglio sulle strutture di posa da una sede di centrale al Feeder di afferenza, non diversificate, le fibre ad elevata guastabilità passa, in seconda via, anche da un'altra sede Fee- o le relazioni di traffico privilegiate. der. La variazione architetturale suggerita in fase di definizione strutturale inoltre migliora l’affida- bilità della rete senza costi aggiuntivi. mariachiara.bossi@telecomitalia.it Per semplificare l’operatività si è tuttavia richie- sto che le coppie Feeder da definire nei Piani di Struttura fossero fisse, ovvero che tutti i Local Aggregator di una data area fossero raccolti dalla stessa coppia Feeder (i Feeder sono monogami!). A questo scopo è stato sviluppato un algoritmo che, da un lato, individua per ciascuna sede di centrale i due Feeder più vicini raggiungibili con due percorsi in fibra massimamente disgiunti e, dall’altro, trova le coppie di Feeder che consento- no di massimizzare il numero di sedi attestabili a
56 notiziariotecnico anno 29 3/2020 57 vizi 100Gbe o di un mix dei due Conclusioni quindi facilmente accessibile, più ACRONIMI bit-rate: le unità Muxponder pos- affidabile, facilmente gestibile, e sono essere comunque installate TIM sta “R-Evolutionando” il seg- adattabile a nuovi scenari. 1. COLT (Central Office Long Term) Centrale che nei Multiplexing), può essere fisso (FOADM) o e completamente equipaggiate mento di Raccolta e Aggregazio- piani di trasformazione di lungo termine di TIM riconfigurabile (ROADM) per garantire il principio di una ne: il 5G, il video su internet e più Per ottenere questo risultato sono rimane necessaria per raccogliere la clientela 9. OLT. (Optical Line Termination) Elemento ottico rete Zero-Touch e Provisioning in generale la prospettiva di forte state valutate le architetture più NGAN mediante una rete di distribuzione in Fibra della rete PON (Passive Optical Network) che svolge Ready e un meccanismo di licenze crescita di traffico determinano idonee, selezionate le migliori Ottica. la funzione di interfaccia tra la PON stessa e la rete permette l’attivazione delle inter- l’esigenza di una rete con migliori tecnologie, aggiornati i processi 2. DSLAM. (Digital Subscriber Line Access Multiplexer) di Backbone. OLT è collocato in sede di centrale facce client solo quando ve ne è prestazioni, più flessibile ed ef- operativi e infine, ora, si sta co- Apparato Multiplatore di Linee di Accesso Digitali: 10. OPM. Optical Packet Metro, E’una rete metro- richiesta. ficiente, capillarmente diffusa e struendo la nuova rete ■ elabora segnali digitali di diversi clienti, le cui linee regionale di raccolta che fornisce connettività sono attrezzate di tecnologie xDSL, e ne multipla le Ethernet e IP per il traffico di rete fissa e mobile, comunicazioni su un collegamento ad alta velocità nonché per la clientela Retail o Wholesale. verso la dorsale internet. E’costituita da router IP distribuiti su tre livelli 3. DWDM (Dense Wavelength Division Multiplexing) gerarchici di aggregazione: Local Aggregator, Tecnologia per multiplare e trasmettere Feeder e Metro, interconnessi tra loro in double contemporaneamente segnali ottici con differenti homing mediante link in doppia via fisicamente lunghezze d’onda lungo una singola coppia di fibre diversificata (ove possibile). ottiche al fine di aumentare la quantità di banda 11. PDH. Plesiocronous Digital Hierarchy E’ una disponibile. tecnologia di livello fisico, ossia di trasporto, 4. FOADM. Fixed Optical Add Drop Multiplexer E’ usato per la multiplazione a divisione di tempo un multiplatore ottico in grado di commutare e la successiva trasmissione digitale di telefonia traffico in un sistema WDM (Wavelength-Division e dati in reti di telecomunicazioni geografiche su Multiplexing) utilizzando permute in fibra realizzate fibra ottica, cavo elettrico o ponte radio. Non è in situ necessaria una rete di sincronizzazione a scapito 5. IP/MPLS . (Internet Protocol/Multi Protocol di un aggravio economico e operativo rispetto alla LabelSwitching) Protocollo di commutazione a tecnologia SDH pacchetto che ottimizza le prestazioni della rete 12. PoP (Point Of Presence) Il POP è un punto di mediante la mappatura del flusso di dati end- accesso alla rete (router), fornito da un Internet to-end (IP) sul traffico tra nodi di rete adiacenti Service Provider (ISP), in grado di instradare il contrassegnato da Label con significato locale, su traffico per gli utenti finali connessi ad esso. cui si basa la commutazione dei router (MPLS). 13. PTN. (Packet Transport Network). E’una classe di L’MPLS è usato anche per “imbustare” il traffico apparati che implementa nativamente le tecnologie Ethernet non IP, e simulare la connettività di livello SDH e Ethernet, ovvero è in grado di trasportare e 2. commutare separatemente entrambi questi due tipi 6. MAN. Metropolitan Area Network, Macro area di di traffic. E’ utilizzata per collegare sedi di Centrali raccolta di traffico IP/Ethernet minori, periferiche, a sedi maggiori, che è un caso 7. EC. Edge Computing, architettura di rete che abilita di utilizzo dove accanto a traffico a pacchetto (es. la capacità di cloud computing o di servizi IT in backhauling di siti mobili e di accesso broadband) si prossimità del cliente può trovare anche traffico a circuito (es. telefonia, 8. OADM. Optical Add Drop multiplexer E’ un backhauling 2G). multiplatore ottico in grado di commutare 14. ROADM. (Reconfigurable Optical Add- traffico in un sistema WDM (Wavelength-Division Drop Multiplexer) E’ un multiplatore ottico
58 notiziariotecnico anno 29 3/2020 59 riconfigurabile da remoto in grado di commutare 17. SDN. Software Defined Network, controllo traffico in un sistema WDM (Wavelength-Division centralizzato e intelligente di singoli componenti Raffaella Asmone raffaella.asmone@telecomitalia.it Multiplexing). hardware tramite software Raffaella Asmone opera nel gruppo di Network Architecture con il ruolo di coordinamento del Piano Tecnologico di Gruppo e dal 2019 si occupa del Piano triennale delle architetture della rete metro regionale. 15. RSVP: Resource reSerVation Protocol, è un 18. VPLS. Virtual Private Lan service, servizio di tipo Si è laureata nel 1990 in Ingegneria delle Telecomunicazioni presso l’Università “la Sapienza” di Roma ed è protocollo di trasporto finalizzato a prenotare multipoint to multipoint che consente l’emulazione entrata nello stesso anno in Telecom Italia (SIP). Dopo l’anno di corso di specializzazione presso la SSGRR e il Brooklyn Polytechnic ha lavorato nella Pianificazione Strategica occupandosi dello di sviluppo di nuovi servizi risorse logiche o fisiche, utilizzato in particolare per di LAN Ethernet su una rete IP/MPLS per la clientela Consumer e sulla Rete Intelligente. Nel 1995 effettua un’internship presso Bellcore NJ (Telcordia, traffic engineering 19. VPN (Virtual Private Network). E’una rete iconective) sullo sviluppo delle reti a Larga Banda in fibra ottica. Nel 2001 entra in TILAB occupandosi di standardizzazione e IPR e dal 2006 inizia la sua attività di coordinamento del Piano Tecnologico di gruppo. Nel 16. SDH. (Synchronous Digital Hierarchy) E’ una progettata per cliente business o un ente pubblico 2014 passa nell’area di Planning and Architectures mantenendo la guida del Piano Tecnologico e lavorando tecnologia di livello fisico, ossia di trasporto, usato o per uno specifico servizio, utilizzando le al Piano di Sviluppo triennale. per la multiplazione a divisione di tempo e la infrastrutture di un carrier, e che opera in modo da Paolo Gelosia paolo.gelosia@telecomitalia.it successiva trasmissione digitale di telefonia e dati sembrare una rete fisica dedicata a quello specifico Paolo Gelosia dal 2017 si occupa di architetture delle reti di trasporto nazionali e regionali e in questo ambito in reti di telecomunicazioni geografiche su fibra utilizzatore. ha curato la definizione del Progetto R-Evolution. ottica, cavo elettrico o ponte radio. E’ caratterizzata Laureato in Ingegneria delle Telecomunicazioni presso l’Università La Sapienza di Roma, dopo una esperienza come system integrator presso la Ernst & Young Consultants, nel 1996 è entrato in Telecom Italia dove si è da un sincronismo comune a tutti gli apparati occupato del testing dei sistemi di gestione nell’ambito della linea di Esercizio. Dal 2001 è stato responsabile presenti in rete. del Provisioning dei collegamenti trasmissivi sulla rete SDH e DWDM, partecipando a progetti come la migrazione su IP del traffico voce nazionale e la realizzazione della rete mobile di terza generazione. Dal 2008 è passato alla linea di Pianificazione dove si è occupato del Piano di Sviluppo tecnico-economico, di progetti di cofinanziamento pubblico e del dimensionamento degli investimenti per la Rete di Trasporto Regionale. Lorella Parmeggiani lorella.parmeggiani@telecomitalia.it Lorella Parmeggiani dal 2006 coordina le attività di Ingegneria delle Reti Metro IP di TIM, conducendo l’industrializzazione di nuovi servizi e apparati della rete OPM e il progetto R-Evolution. Si è laureata con lode in Ingegneria Elettronica, indirizzo Telecomunicazioni, presso l’Università di Bologna. Entrata in Telecom Italia nella Direzione Territoriale Centro Nord, dal 1998 opera in Direzione Generale Technology, prima occupandosi di norme di realizzazione per impianti in fibra ottica, poi di sviluppo apparati di rete di accesso fissa e infine passando alle Reti Dati, con la nascita delle MAN GBE per clienti Business e poi di OPM, la rete Metro convergente multiservizio di TIM, con un’intermezzo di project management sul Backbone IP (OPB). Rossella Tavilla rossella.tavilla@telecomitalia.it Rossella Tavilla lavora nel gruppo di Ingegneria della rete ottica e cura le evoluzioni a breve e medio termine, gli sviluppi tecnologici e le sinergie delle reti DWDM metro-regionali. Ha lavorato alla definizione, alla validazione e al rilascio in esercizio di tutte le reti WDM metro-regionali di TIM e continua ad affrontarne tutti gli aspetti di integrazione gestionale e processiva. RT ha conseguito la Laurea in Ingegneria delle Telecomunicazioni presso l’Università “la Sapienza” di Roma ed è entrata in Telecom Italia nel 2000.
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