La lotta contro i cambiamenti climatici - L'UE apre la strada L'Europa in movimento - L'UE apre la strada
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Commissione europea La lotta contro i cambiamenti climatici L’UE apre la strada Serie L’Europa in movimento 2008 — 24 pagg. — 16,2 × 22,9 cm Questo opuscolo, insieme ad altre spiegazioni brevi e chiare sull’Unione europea, è disponibile online sul sito: ec.europa.eu/publications Commissione europea Direzione generale della Comunicazione Pubblicazioni B-1049 Bruxelles Ultima redazione del manoscritto: settembre 2007; aggiornamento: settembre 2008 Illustrazione in copertina: © iStockPhoto Ufficio delle pubblicazioni ufficiali delle Comunità europee, 2008 ISBN 978-92-79-09755-3 DOI 10.2775/21113 © Comunità europee, 2008 Riproduzione autorizzata Printed in Germany STAMPATO SU CARTA BIANCA NON CLORATA
Indice La minaccia e la sfida 3 La strada da seguire: una risposta integrata 5 Partire dai traguardi raggiunti 10 Il contributo della politica energetica 13 Il ruolo della tecnologia 21 Ridurre il proprio apporto alle emissioni di carbonio 22 Per approfondire 24 2
La minaccia e la sfida Il cambiamento climatico è una delle La temperatura media della terra è sta- più serie minacce per il futuro del no- ta stabile per 10 000 anni, fino alla ri- stro pianeta. Se la temperatura media voluzione industriale. Dal 1850, data a della terra aumenterà di oltre 2 °C ri- partire dalla quale iniziano le misura- spetto al livello dell’era preindustriale, zioni costanti e raffrontabili, essa è sa- i cambiamenti climatici diventeranno lita di 0,76 °C. Se non interveniamo, probabilmente irreversibili, con conse- essa salirà probabilmente di altri guenze immense a lungo termine. Le 1,8-4,0 °C entro questo secolo, o ad- zone basse del pianeta, comprese va- dirittura fino a un massimo di 6,4 °C, ste regioni di numerosi paesi europei, secondo un comitato scientifico inter- potrebbero infatti essere sommerse a nazionale convocato dalle Nazioni causa dei crescenti livelli del mare; in Unite (ONU). È partita dunque la cor- molte parti del mondo non ci sarebbe sa conto il tempo per impedire che la più abbastanza acqua potabile; gli terra raggiunga il probabile punto di eventi meteorologici estremi, causa di non ritorno, e cioè un aumento di danni materiali ed economici, divente- 2 °C. Una corsa che verrà quasi sicu- rebbero sempre più frequenti. Il prezzo ramente persa se non riusciremo a sta- da pagare per convivere con un clima bilizzare le emissioni mondiali al più diverso sarebbe un crollo delle nostre tardi intorno al 2020, e a portarle en- economie. tro il 2050 a un livello equivalente cir- Se i fenomeni climatici ca alla metà di quello del 1990. estremi continueranno ad aumentare, non sarà più solo Venezia a doversi difendere dall’acqua alta. © Belga 3
L a l o t t a c o n t ro i c a m b i a m e n t i c l i m a t i c i Perché il clima sta cambiando? L’atmosfera contiene vapore acqueo, anidride carbonica e altri gas presenti allo stato naturale che lasciano passare i raggi solari ma assorbono il calore riflesso dalla terra. Questo processo naturale, detto «effetto serra», mantiene la temperatura della terra a un livello tale da consen- tire la vita sul pianeta. Senza di esso, la temperatura media globale sarebbe infatti insopporta- bile: – 18 °C! Attualmente, attività umane come la combustione dei combustibili fossili e la distruzione delle foreste per ottenere terreni agricoli fanno aumentare i livelli atmosferici dell’anidride carbonica e degli altri gas che «intrappolano» il calore. L’aggiunta di tali gas provoca un effetto serra arti- ficiale che si aggiunge all’effetto serra naturale, rendendo la terra più calda e modificandone il clima. La soluzione sta nella riduzione delle emissioni mondiali di gas responsabili dell’effetto serra, in particolare di anidride carbonica. Ciò richiede un miglior uso delle risorse naturali. I combusti- bili fossili — ovvero il petrolio, il gas e il carbone che bruciamo per l’elettricità, il riscaldamento, il raffreddamento e i trasporti — sono fonti massicce di emissione di gas responsabili dell’effet- to serra. È necessario bruciarne di meno e bruciarli in maniera più efficace. Al contempo, è im- portante impedire che l’anidride carbonica finisca nell’atmosfera, ad esempio «catturandola» mentre viene prodotta e conservandola nel sottosuolo, presso giacimenti di gas o miniere di sa- le in disuso. Invertire la deforestazione, in particolare la sparizione delle foreste tropicali, che fungono da «pozzi» di carbonio che assorbono l’anidride carbonica, è un altro punto fondamentale nella lot- ta contro i cambiamenti climatici. Le foreste, infatti, assorbono il biossido di carbonio mentre crescono, ma lo rilasciano quando vengono tagliate. Vi sono altri fattori che contribuiscono al riscaldamento del pianeta, come il metano emesso dal- l’agricoltura e dallo smaltimento dei rifiuti nelle discariche o le emissioni provocate dall’uso ec- cessivo di fertilizzanti, ma i colpevoli principali rimangono l’uso di combustibili fossili e la defo- restazione. 4
La strada da seguire: una risposta integrata L’UE pensa che la strada da seguire sia l’aumento delle emissioni mondiali di una politica integrata in materia di ener- gas responsabili dell’effetto serra entro gia e di cambiamento climatico, essen- 10-15 anni e ridurle a metà dei livelli do ormai appurato che bruciare i com- del 1990 entro il 2050. L’UE punta a un bustibili fossili a fini energetici contri- nuovo patto mondiale per raggiungere buisce in maniera sostanziale al cam- tali obiettivi. Essa ritiene che il primo biamento climatico. I leader dell’UE passo dovrebbe essere la riduzione col- hanno sancito tale strategia sin dal mar- lettiva, da parte delle potenze industria- zo 2007. Ciò dimostra che l’Europa ha li, delle proprie emissioni di gas respon- assunto un ruolo di leadership nella lot- sabili dell’effetto serra, raggiungendo ta al cambiamento climatico, preparan- entro il 2020 un livello inferiore del Per ulteriori informazioni sulla do al contempo il terreno per il rafforza- 30 % rispetto ai livelli del 1990. Anche risposta integrata dell’UE: mento della propria sicurezza di approv- i paesi in via di sviluppo, come ad esem- ec.europa.eu/climateaction vigionamento energetico e della propria pio la Cina e l’India, dovranno iniziare a concorrenzialità. contenere la crescita delle proprie emis- La politica integrata in materia di ener- sioni. gia e cambiamento climatico preannun- Per sottolineare la propria determinazio- cia il lancio di una nuova rivoluzione in- ne e per dare un buon esempio ai propri dustriale, volta a trasformare il modo in partner, l’UE ha accettato di ridurre le cui produciamo e usiamo l’energia non- proprie emissioni di gas responsabili del- ché i tipi di energia che utilizziamo. L’o- l’effetto serra almeno del 20 % entro il biettivo è passare a un’economia com- 2020, a prescindere da quel che faran- patibile con il clima, basata su una com- no gli altri paesi. L’UE pensa di raggiun- binazione di tecnologie e di risorse ener- gere tale riduzione attraverso le azioni getiche a bassa emissione di anidride programmate nel quadro della nuova carbonica. politica integrata in materia di energia Per contenere il surriscaldamento del e di cambiamento climatico, che si ag- pianeta a 2 °C sarà necessario fermare giungeranno alle misure già in vigore. Bruciare carbone per produrre elettricità è © Van Parys Media particolarmente dannoso per il clima. 5
L a l o t t a c o n t ro i c a m b i a m e n t i c l i m a t i c i I capi di Stato o di governo dell’UE tali tecnologie apportino un contri- hanno deciso di: buto essenziale alla riduzione delle economizzare il 20 % del consumo emissioni entro il 2020; di energia rispetto alle previsioni integrare meglio i mercati energeti- per il 2020, migliorando l’efficien- ci dell’UE, creando ad esempio un za energetica; mercato europeo del gas e dell’e- aumentare la quota di energie rin- lettricità improntato alla concor- novabili sul consumo energetico renza; totale del 20 % entro il 2020, an- integrare meglio la politica energe- dando così vicini a triplicare il li- tica dell’UE con altre azioni, non vello attuale; solo nel quadro della politica am- decuplicare entro il 2020 la quota bientale ma anche di quella in ma- di carburanti rinnovabili, compresi i teria di ricerca, agricoltura e com- biocarburanti, sul consumo totale mercio; di benzina e gasolio, raggiungendo rafforzare la cooperazione interna- almeno una quota del 10 %. Tutti zionale: se l’UE riuscirà ad adotta- i biocarburanti, sia quelli prodotti re un approccio comune nel setto- nell’UE sia quelli importati, do- re dell’energia e ad articolarlo in vranno essere stati prodotti in ma- maniera univoca, essa potrà assu- niera sostenibile. Verranno forniti mere un ruolo di leader del dibatti- incentivi allo sviluppo di biocarbu- to a livello mondiale. ranti ricavati dai rifiuti, dai residui e da altre fonti non alimentari; Nel gennaio 2008 la Commissione sviluppare e promuovere tecnologie europea ha presentato le sue propo- a bassa emissione o a emissione ste politiche specifiche su questi pun- zero, fra cui la cattura e lo stoccag- ti, con l’obiettivo di portare l’UE — e gio del carbonio, per impedire che i suoi cittadini — sulla strada giusta il CO2 penetri nell’atmosfera cattu- per lottare contro il cambiamento cli- randolo e conservandolo nel sotto- matico e rafforzare la sicurezza in suolo presso giacimenti di gas o materia di approvvigionamento ener- miniere di sale in disuso, affinché getico, promuovendo al contempo una costante crescita economica. In treno si viaggia più veloce e pulito: diminuire le emissioni dei mezzi di trasporto è fondamentale © Deutsche Bahn per la lotta contro i cambiamenti climatici. 6
Cosa dicono gli scienziati Nel corso degli ultimi 100 anni la temperatura media è aumentata quasi di 0,74 °C a livello mondiale. L’Europa si riscalda più velocemente rispetto alla media mondiale: la nostra tempe- ratura media è aumentata infatti di circa 1 °C. Dodici dei tredici anni più caldi a livello mon- diale da quando, nel 1850, sono iniziate misurazioni affidabili sono stati registrati tra il 1995 ed il 2007. Le conseguenze della crescita delle temperature sono lo scioglimento dei ghiacciai e della calotta artica, i cambiamenti nelle precipitazioni piovane e nevose, l’inasprimento del- la siccità e delle ondate di calore nonché l’aumentata intensità dei cicloni tropicali. Secondo molti esperti, se vogliamo impedire che il cambiamento climatico provochi conse- guenze irreversibili, dobbiamo limitare il riscaldamento del pianeta a non più di 2 °C in più rispetto alla temperatura dell’era preindustriale. Negli ambienti scientifici vi è comunque un consenso generalizzato sul fatto che, in mancanza di provvedimenti, è probabile che nel corso di questo secolo la temperatura media del mondo aumenti di un valore compreso tra 1,8 e 4 °C oltre i livelli odierni, e nella peggiore delle ipotesi addirittura di 6,4 °C. Tra il 1970 ed il 2004 a livello mondiale vi è stato un aumento del 70 % delle emissioni di gas responsabili dell’effetto serra. Nel settore della fornitura di energia l’aumento è stato del 145 %. La crescita dovuta ai trasporti è stata del 120 %, quella dovuta all’industria del 65 %. Inoltre, vi è stato un aumento del 40 % a causa della ridotta capacità delle foreste di «intrap- polare» le emissioni di anidride carbonica in seguito ai cambiamenti dello sfruttamento del ter- ritorio. Il forum internazionale incaricato di valutare le prove scientifiche del cambiamento climatico e le sue conseguenze è il gruppo intergovernativo per il cambiamento climatico (IPCC), creato nel 1988 su iniziativa congiunta del programma ambientale delle Nazioni Unite e dell’Organizza- zione meteorologica mondiale (OMM). L’IPCC si incarica di valutare le informazioni scientifiche, tecniche e socioeconomiche utili alla comprensione del rischio di cambiamento climatico pro- vocato dall’uomo, avvalendosi della collaborazione di centinaia di esperti di primo piano in tut- to il mondo. Dal 1990 l’IPCC ha pubblicato quattro relazioni di valutazione, la più recente nel 2007. La convinzione del gruppo secondo cui i cambiamenti climatici siano da attribuire in pri- mo luogo ai gas responsabili dell’effetto serra è andata via via consolidandosi con ciascuna re- lazione. 7
L a l o t t a c o n t ro i c a m b i a m e n t i c l i m a t i c i Per il bene delle generazioni Si tratta di un prezzo assai limitato future da pagare per scongiurare i poten- ziali costi a lungo termine del cam- È probabile che la lotta contro i cam- biamento climatico, senza tenere poi biamenti climatici richieda importan- conto del valore aggiunto di altri be- ti adeguamenti delle nostre abitudini nefici, come la riduzione dell’inquina- quotidiane, ma non dovremo certo mento atmosferico, la sicurezza del- sacrificare la qualità della nostra vita. l’approvvigionamento energetico a Tali cambiamenti sono infatti perfet- prezzi prevedibili e il rafforzamento tamente compatibili con le priorità della concorrenzialità grazie all’inno- dell’UE in materia di occupazione e vazione. In pratica, i costi economici crescita nonché con lo sviluppo so- della riduzione delle emissioni ver- stenibile. ranno con ogni probabilità più che compensati da questi benefici. I costi della nostra azione saranno estremamente limitati, e in ogni caso assai inferiori ai costi dei danni che causerebbe il cambiamento climatico se non agissimo affatto. Se i paesi sviluppati concorderanno di ridurre le proprie emissioni collettive del 30 % entro il 2020, la crescita economica mondiale subirebbe un ridimensiona- mento inferiore allo 0,2 %. Se non interveniamo subito, per le generazioni future le nostre «settimane bianche» potrebbero diventare un © Bilderbox lontano ricordo. 8
Emissioni di gas responsabili dell’effetto serra per persona nei paesi dell’UE, 1990 e 2006 Belgio 14,5 13,0 Bulgaria 13,3 1990 9,2 Repubblica ceca 18,7 14,5 2006 Danimarca 13,4 13,0 Germania 15,5 12,2 Estonia 26,5 14,0 Irlanda 15,8 16,6 Grecia 10,3 12,0 Spagna 7,4 9,9 Francia 9,7 8,6 Italia 9,1 9,7 Cipro 10,3 13,1 Lettonia 9,9 5,1 Lituania 13,4 6,8 Lussemburgo 34,8 28,4 Ungheria 9,5 7,8 Malta 6,2 7,9 Paesi Bassi 14,2 12,7 Austria 10,4 11,0 Polonia 11,9 10,5 Portogallo 5,9 7,9 Romania 10,7 7,3 Slovenia 9,3 10,3 Slovacchia 13,9 9,1 Finlandia 14,3 15,3 Svezia 8,4 7,3 Regno Unito 13,4 10,8 EU-27 11,8 10,4 0 10 20 30 40 Emissioni in tonnellate equivalente di CO2 Fonte: CE. 9
L a l o t t a c o n t ro i c a m b i a m e n t i c l i m a t i c i Partire dai traguardi raggiunti L’UE non parte da zero nella sua lot- Il protocollo di Kyoto ta contro il cambiamento climatico. Il protocollo di Kyoto è stato adotta- Da molti anni essa ha infatti gra- to nel 1997: firmandolo, tutti i paesi dualmente incentivato le misure vol- industrializzati si sono impegnati a ri- te ad aumentare l’efficienza energe- durre del 5,2 %, in media, le proprie tica, a limitare le emissioni delle in- emissioni di gas responsabili dell’ef- dustrie e delle automobili e ad inco- fetto serra tra il 1990 ed il 2012. I 15 raggiare il risparmio energetico. An- paesi che all’epoca componevano che le normative sul riciclaggio e le l’UE sono andati ancora più in là, im- restrizioni riguardo all’uso delle di- pegnandosi collettivamente a ridurre scariche contribuiscono a ridurre la le proprie emissioni dell’8 %. Il pro- quantità di carbonio emessa dall’UE, tocollo ha inoltre introdotto dei mec- la cosiddetta «impronta carbonica». Il canismi flessibili basati sul mercato, settimo programma quadro in mate- fra cui lo scambio dei diritti d’emis- ria di ricerca e sviluppo tecnologico è sione, per aiutare i paesi industrializ- solo l’ultimo di una serie di program- zati a raggiungere l’obiettivo soste- mi comunitari di ricerca mirati a por- nendo meno spese nonché per inco- re l’accento sull’ambiente, sulle ener- raggiare gli investimenti in progetti a gie pulite a basso tasso di carbonio e energia pulita nei paesi in via di svi- sul cambiamento climatico. luppo e nelle economie in transizione. Ma l’UE si prepara innanzitutto a lan- Benché gli Stati Uniti non abbiano ciare un programma volto a ridurre le ratificato il protocollo e non contri- emissioni dell’8 % entro il 2012. L’U- buiscano dunque ufficialmente al nione si è impegnata a raggiungere suo obiettivo, l’UE ha continuato a tale obiettivo in conformità al proto- portare avanti misure concrete per collo di Kyoto della convenzione qua- raggiungerlo, tenendo conto dei li- dro delle Nazioni Unite sui cambia- velli di sviluppo economico e indu- menti climatici. striale di ciascuno Stato membro. La maggior parte dei paesi che hanno aderito all’UE nel 2004 aveva nego- ziato obiettivi individuali nel quadro del protocollo di Kyoto, prima della propria adesione all’UE. 10
Raggiungere gli obiettivi L’UE è riuscita a spezzare il legame tra crescita economica ed emissioni Il programma che mira ad aiutare di gas responsabili dell’effetto serra: l’UE ed i suoi Stati membri a rag- infatti tra l’anno di base 1990 e il giungere i propri obiettivi nel quadro 2006, nel pieno di una crescita eco- del protocollo di Kyoto si intitola nomica nell’UE, le emissioni globali «Programma europeo per il cambia- dei suoi 27 Stati membri sono dimi- mento climatico» (ECCP). Gestito dal- nuite del 10,8 %. Per quanto riguar- la Commissione europea, il program- da i 15 Stati membri «più anziani» ma ha finora consentito l’attuazione (UE-15), tale ribasso è stato pari al di circa 40 strategie e misure a livel- 2,7 %. Si tratta di cifre incoraggian- lo europeo. Le misure comunitarie, ti, ma bisogna fare ben di più per rag- che completano le azioni intraprese giungere l’obiettivo UE-15 di una ri- da ciascuno Stato membro a livello duzione dell’8 % entro il 2012. Le ul- nazionale, comprendono norme ener- time proiezioni indicano che tale getiche sugli edifici nonché regola- obiettivo può essere raggiunto a con- menti volti a limitare l’uso di alcuni dizione che i paesi dell’UE attuino ve- gas industriali che contribuiscono ramente tutte le azioni previste. particolarmente al riscaldamento cli- matico. Finora il sistema comunitario di scambi di quote d’emissione di gas Le turbine a vento responsabili dell’effetto serra (cfr. ri- potrebbero diventare un quadro a pagina 12) rappresenta la elemento sempre più misura più importante introdotta dal comune del paesaggio programma ECCP. futuro. © Van Parys Media 11
L a l o t t a c o n t ro i c a m b i a m e n t i c l i m a t i c i Un meccanismo innovativo Il sistema di scambio delle quote di emissione dell’UE («sistema UE ETS»), introdotto nel gen- naio 2005, rappresenta la pietra angolare della strategia dell’UE per la lotta al cambiamento climatico. Si tratta del primo sistema internazionale di scambio di quote per le emissioni di CO2 e ha fatto scuola nel mondo intero. Lo scambio delle quote di emissione consente una riduzio- ne dei costi per la riduzione delle emissioni. Attualmente, il sistema UE ETS è applicato a circa 11 600 impianti del settore energetico e in- dustriale, collettivamente responsabili di circa la metà delle emissioni di CO2 nell’UE. Appli- cando un costo alle emissioni di carbonio di tali impianti, il sistema crea per le imprese parte- cipanti un incentivo permanente a ridurre le proprie emissioni nella misura del possibile. Il sistema prevede che le autorità nazionali di ciascun paese dell’UE assegnino un determina- to numero di diritti di emissione a ciascun impianto. L’imposizione di un «tetto», o massimale, del numero totale di diritti dà origine alla penuria di diritti necessaria perché il mercato fun- zioni. Le imprese che mantengono le loro emissioni al di sotto del livello dei loro diritti posso- no vendere i diritti di cui non hanno bisogno. Quelle che fanno fatica a conservare i propri di- ritti devono invece adottare misure per ridurre le emissioni (ad esempio, investendo in tecniche più efficaci o utilizzando meno fonti d’energia a forte tasso di carbonio) o rivolgersi al merca- to per acquistare i diritti supplementari di cui necessitano, pagando altre imprese perché ridu- cano le emissioni a loro nome. Le imprese partecipanti al sistema UE ETS possono anche utilizzare crediti di emissione gene- rati da progetti di riduzione delle emissioni in paesi terzi. Si tratta di due meccanismi previsti dal protocollo di Kyoto, ovvero del meccanismo di sviluppo ecologico (CDM) e dell’attuazione congiunta (JI). La domanda di tali crediti rappresenta un potente motore per investimenti in idee che contribuiscono a ridurre le emissioni in altri paesi. Tuttavia, gli impianti dei settori dell’energia e dell’industria non sono gli unici responsabili del- l’aumento del livello di CO2 nell’atmosfera. È per questo che la Commissione europea ha pro- posto di estendere il sistema UE ETS, a partire dal 2011, anche al settore aeronautico, fonte di emissioni sempre più massicce. La revisione del sistema attuale in corso potrebbe portare al- l’inclusione di ulteriori settori e gas. 12
Il contributo della politica energetica Le emissioni di gas responsabili del- Una maggiore efficacia dei l’effetto serra provengono in gran mercati dell’energia e del gas parte dall’utilizzo e dalla produzione Le scelte che facciamo come consu- di energia. Ecco perché la politica matori hanno un impatto reale sulle energetica è essenziale per raggiun- emissioni di gas responsabili dell’ef- gere gli obiettivi in materia di lotta al fetto serra derivate dall’utilizzo e dal- cambiamento climatico. Agire con- la produzione di energia. Praticamen- giuntamente nel settore dell’energia te tutti i consumatori europei sono non rappresenta una novità: da mol- ormai liberi di acquistare il gas e l’e- ti anni l’UE dispone infatti di un qua- nergia presso fornitori di loro scelta, dro strategico comune in materia. tra cui alcuni specializzati in energie Anche una risposta comunitaria con- rinnovabili. L’accresciuta efficienza giunta a una crisi energetica non sa- dei mercati sta rendendo l’energia rebbe una novità: infatti, in seguito più accessibile, contribuendo a supe- alla crisi di approvvigionamento dei rare gli ostacoli che si frappongono primi anni 1970, l’UE si è dotata di alla riduzione delle emissioni di gas una politica coordinata per quanto ri- responsabili dell’effetto serra. Al con- guarda le riserve strategiche di petro- tempo essa aiuta l’industria europea lio greggio e di prodotti petroliferi. a conservare il proprio vantaggio concorrenziale. Tuttavia, vi è ancora Di fronte agli avvertimenti sempre spazio per dei miglioramenti: dobbia- più pressanti lanciati degli scienziati mo assicurare condizioni eque per sugli effetti del cambiamento clima- tutti, non svantaggiando le nuove im- tico, l’UE ha riconosciuto la necessità prese del settore e facendo circolare urgente di raccogliere una serie di te- liberamente il gas e l’energia all’in- mi in un’unica politica integrata in terno delle frontiere dell’UE. Il com- È possibile acquistare materia di clima e di energia per l’Eu- crediti di emissione per mercio transfrontaliero è infatti fon- ropa. Tale politica punta ad assicura- investire in questa damentale perché i mercati siano ca- re la competitività, la sostenibilità e tecnologia alternativa e ratterizzati da un livello ottimale di la sicurezza degli approvvigionamen- non dannosa per il clima concorrenza. ti energetici nonché la loro integra- per la produzione di zione con pratiche ambientali otti- mattoni in India. mali al fine di ridurre le emissioni di CO2 e di altri gas responsabili dell’ef- fetto serra. Gli elementi chiave della politica © World Bank photo/CDCF India carbon finance project VSBK energetica dell’UE sono i seguenti: una maggiore efficacia dei mercati dell’energia e del gas; la diversificazione; una politica ambiziosa a favore del- le energie rinnovabili; il risparmio energetico; la cooperazione internazionale. 13
L a l o t t a c o n t ro i c a m b i a m e n t i c l i m a t i c i Diversificazione prezzi e degli approvvigionamenti. Se Più sicurezza nell’approvvigionamento non metteremo sotto controllo il nostro significa non dover fare affidamento consumo energetico e non differenzie- su una sola fonte energetica o su un remo le nostre fonti energetiche, la no- pugno di paesi fornitori esterni all’UE. stra dipendenza dalle importazioni di Significa produrre più energia all’inter- petrolio e gas potrebbe raggiungere ri- no dell’UE e, se necessario, assicurarsi spettivamente il 95 % e l’84 % entro l’approvvigionamento da altre regioni il 2030. Attualmente il 50 % circa de- del mondo politicamente stabili. Signi- gli approvvigionamenti di gas dell’UE fica anche accettare di condividere gli proviene da tre sole fonti: Russia, Nor- approvvigionamenti durante i periodi vegia e Algeria; inoltre, l’UE importa di crisi, giacché il livello di dipendenza circa due terzi del proprio fabbisogno dalle importazioni varia considerevol- petrolifero dall’Organizzazione dei mente da un paese all’altro dell’UE. paesi esportatori di petrolio (OPEC) e Circa l’80 % dell’energia che consuma dalla Russia. Nel 2006 il livello gene- l’UE proviene da combustibili fossili — rale della dipendenza dell’UE in rela- petrolio, gas naturale e carbone — che zione alle energie importate era pari al rappresentano importanti fonti di 53,8 %. emissioni di CO2. La tecnologia contri- Visto che l’UE non possiede risorse pro- buisce a ridurre tali emissioni, e le tec- prie in combustibili fossili, la diversifi- niche «pulite» di utilizzo del carbone cazione verso una maggiore produzio- dovrebbero diventare operative nel cor- ne energetica interna imporrà un mag- so del prossimo decennio. Tuttavia, le gior ricorso alle tecnologie a tenore di risorse in combustibili fossili sono limi- carbonio basso o nullo basate su fonti tate e saranno quasi esaurite entro la d’energia rinnovabili, quali l’energia so- metà del secolo. Limitare il ricorso ai lare, l’energia eolica, l’energia idraulica combustibili fossili contribuisce quindi e la biomassa. A lungo termine una a migliorare la sicurezza energetica del- quota della nostra energia potrebbe ve- l’UE e a limitare il cambiamento clima- nire anche dall’idrogeno. In alcuni pae- tico. si dell’UE anche l’energia nucleare farà In più, le risorse proprie di combustibi- parte del mix di energie. Nel prossimo li fossili dell’UE si stanno esaurendo futuro l’energia nucleare proverrà dalla più rapidamente di quelle del resto del fissione nucleare, poiché la tecnologia mondo. L’UE è sempre più dipendente basata sulla fusione nucleare non sarà dalle importazioni e dunque sempre probabilmente disponibile prima della più vulnerabile di fronte alle crisi dei seconda metà del secolo. Berlino è solo una delle © Berliner Verkehrsbetriebe, BVG molte città dell’UE dove grazie ai contributi dei fondi UE circolano autobus pubblici alimentati ad idrogeno. 14
Consumo di energia per tipo di combustibile, 2006 Belgio Bulgaria Repubblica ceca Danimarca Germania Estonia Irlanda Grecia Spagna Francia Italia Cipro Lettonia Lituania Lussemburgo Ungheria Malta Paesi Bassi Austria Polonia Portogallo Romania Slovenia Slovacchia Finlandia Svezia Regno Unito EU-27 0% 20% 40% 60% 80% 100% Combustibili Petrolio Gas Nucleare Rinnovabili solidi Fonte: Eurostat. 15
L a l o t t a c o n t ro i c a m b i a m e n t i c l i m a t i c i Se non useremo l’energia in modo più saggio, i ghiacciai continueranno © Corbis a sciogliersi. Una politica ambiziosa energetico da fonti rinnovabili entro a favore delle energie il 2010. Per raggiungerlo sono state rinnovabili adottate nuove leggi che fissano obiettivi nazionali riguardo all’elettri- Sin dagli anni novanta l’UE ha inizia- cità prodotta a partire da fonti d’e- to a sviluppare ed incoraggiare l’uti- nergia rinnovabili ed ai biocarburan- lizzo e la produzione di energie rin- ti nei trasporti, in modo da alzare la novabili per sostituirle ai combustibi- quota di energie rinnovabili nei pae- li fossili. La promozione dell’energia si dell’UE. Inoltre il settore privato è rinnovabile permette di differenziare stato incoraggiato a compiere gli in- l’utilizzo delle fonti di energia e con- vestimenti necessari. tribuisce alla sicurezza dell’approvvi- gionamento energetico nonché allo Nel 2007 i capi di Stato o di governo sviluppo di nuove industrie e tecno- dell’UE hanno adottato una posizio- logie. ne ancor più rigorosa, fissando l’o- biettivo di ricavare il 20 % della no- Inizialmente i paesi dell’UE avevano stra energia da fonti rinnovabili entro concordato un obiettivo indicativo il 2020. In seguito a tale decisione del 12 % per l’approvvigionamento sono stati fissati obiettivi nazionali 16
Previsioni di crescita nella produzione di elettricità verde nell’UE Produzione di energia in terawatt/ora per anno Eolica in mare aperto Eolica sulla terraferma Moto ondoso e maree Elettricità termica solare Cellule solari Grandi impianti idroelettrici Piccoli impianti idroelettrici Elettricità geotermica Rifiuti organici Biomassa solida Biogas Tutte le cifre successive al 2004 sono previsioni Fonte: CE. diversi per ciascun paese, al fine di to ma riutilizzato, ad esempio nei si- raggiungere il 20 % per l’UE come stemi di riscaldamento urbano. Le entità unica. L’obiettivo del 20 % da caldaie a biomassa saranno sempre fonti rinnovabili presuppone un nuo- più diffuse negli edifici, sostituendo vo obiettivo vincolante: infatti, entro gli impianti di riscaldamento elettrici il 2020 il 10 % dei nostri carburanti ad acqua calda o a combustibile li- destinati ai trasporti dovrà provenire quido. È previsto anche un aumento da fonti rinnovabili, compresi i bio- dell’estrazione di calore dal suolo carburanti. Questi obiettivi permette- (fonti geotermiche) e del ricorso all’e- ranno di aumentare in maniera radi- nergia solare. L’aumento più marcato cale il ricorso alle energie rinnovabili. nella produzione di elettricità avverrà assai probabilmente nel campo del- In futuro aumenterà il ricorso alle l’energia eolica, grazie a turbine sem- biomasse (legno), al biogas e ai rifiu- pre più numerose ed efficaci. Infine, ti biodegradabili, ad esempio nelle un maggiore ricorso ai carburanti rin- centrali elettriche, nonché alla coge- novabili nei trasporti permetterà di ri- nerazione, tecnica in base alla quale durre le emissioni di CO2 di questo il vapore generato durante la produ- settore in rapida crescita. zione di elettricità non viene spreca- 17
L a l o t t a c o n t ro i c a m b i a m e n t i c l i m a t i c i Un nuovo ruolo per l’agricoltura e la silvicoltura La bioenergia (una delle fonti d’energia rinnovabile insieme all’energia solare, all’energia eoli- ca, all’energia idraulica e all’energia geotermica) ricavata in agricoltura e in silvicoltura svolge un ruolo chiave nella lotta al cambiamento climatico e nel rafforzare la sicurezza del riforni- mento energetico. La bioenergia viene ricavata dalla biomassa solida, dal biogas o da biocombustibili liquidi di- sponibili in tutta Europa. La biomassa è fornita dalla silvicoltura, dall’agricoltura nonché dai ri- fiuti organici e dai residui, mentre i biocombustibili liquidi provengono attualmente soprattut- to dai seminativi. La biomassa, il biogas e i biocombustibili in generale sono facilmente stoc- cabili, il che significa che la bioenergia può essere ricavata da essi a seconda della necessità. Questi combustibili generano sia elettricità sia calore diretto, e fungono anche da combustibi- li per i trasporti. La bioenergia rappresenta circa la metà dell’energia rinnovabile consumata nell’UE. Nel settore dei trasporti, i biocarburanti rappresentano finora l’unica alternativa disponibile su grande scala alla benzina e al gasolio. Incoraggiare l’utilizzo di biocarburanti contribuisce a ri- durre le emissioni e amplia la scelta per quanto riguarda l’approvvigionamento. L’Unione dispone di un significativo potenziale agricolo per produrre biocarburanti. Nel futuro prossimo i biocarburanti non saranno più prodotti solo a partire da colture già utilizzate per l’alimentazione umana ed animale, ma anche da una gamma assai più ampia di prodotti agri- coli e forestali e di rifiuti organici. Che sia basata nell’Unione o al suo esterno, dobbiamo fare sì che la produzione di biocarburanti abbia carattere sostenibile, cioè non comporti il disbo- scamento o la perdita di biodiversità, né comprometta la produzione alimentare. Risparmiare energia Il mezzo più semplice per migliorare la di ridurre le spese energetiche di ben sicurezza dell’approvvigionamento e 100 miliardi di euro all’anno. combattere il cambiamento climatico Questo traguardo può sembrare diffici- consiste nel ridurre la domanda di ener- le da raggiungere, ma nella pratica esi- gia. Si tratta dunque di utilizzare l’ener- stono grandi margini per utilizzare l’e- gia in maniera più efficiente per evita- nergia in modo assai più efficiente, a re qualsiasi spreco. Questo obiettivo volte con pochi sforzi. Ad esempio, l’eti- può essere raggiunto grazie alle tecno- chettatura indicante il consumo di logie che consentono il risparmio ener- energia, le norme minime di efficienza getico, oppure cambiando il nostro e gli accordi volontari dei produttori di comportamento, o tramite una combi- apparecchi elettrodomestici hanno fi- nazione dei due metodi. Ma il risparmio nora permesso di ridurre il consumo di energetico è innanzitutto un intelligen- energia di un frigorifero o congelatore te comportamento economico: infatti, nuovo medio di circa il 50 % dal 1990. l’obiettivo dell’Unione di usare il 20 % Per quanto riguarda molti altri appa- di energia in meno entro il 2020 ri- recchi, come le lavatrici o le lavastovi- spetto agli standard attuali permetterà glie, sono stati ottenuti risparmi di oltre 18
il 25 %. Il programma internazionale vi e più efficienti materiali isolanti. Tali «Energy Star» fornisce consulenze sulle misure potrebbero ridurre entro il 2020 apparecchiature informatiche e da uffi- il consumo di energia negli edifici del cio più efficienti dal punto di vista ener- 28 %, pari a un risparmio di oltre il getico. 10 % del consumo energetico totale I trasporti sono uno dei settori dove esi- dell’Unione. ste ancora un considerevole potenziale Gli apparecchi elettrici inefficienti sono non sfruttato in materia di efficienza causa di enormi perdite d’energia. È per energetica: l’Unione sta collaborando questo che l’Unione europea cerca di con l’industria automobilistica e con favorire la produzione di apparecchia- quella petrolifera per invertire questa ture ancora più efficienti attraverso tendenza e ridurre la quantità di CO2 l’obbligo di etichettatura indicante il emessa dagli autoveicoli. Considerando consumo di energia e le norme minime che gli ingorghi stradali comportano di efficienza. enormi sprechi di carburante, si sta la- Una gestione più efficiente dell’illumi- vorando anche a una serie di progetti nazione nelle nostre strade, nei nostri infrastrutturali e di iniziative volte a ri- uffici e nelle nostre case è relativamen- durre la congestione del traffico. te facile da raggiungere, e le nuove nor- Gli edifici sono responsabili del 40 % me comunitarie a questo riguardo en- dell’intera domanda di energia dell’U- treranno probabilmente in vigore entro nione europea. Inasprire le norme per la fine del decennio. Ad esempio, pas- gli edifici e i loro sistemi di riscalda- sare dalle lampadine normali a quelle a mento e di produzione di acqua calda risparmio energetico permette di ridur- permetterà di ridurre il consumo ener- re il consumo energetico di oltre il getico e le emissioni generate da ineffi- 75 %. Certo, queste lampadine costa- cienti sistemi di riscaldamento e raf- no di più, ma l’investimento verrà più Procuratevi informazioni sul consumo di energia; freddamento. Inoltre, la ricerca indu- che compensato dalla riduzione della l’etichetta energetica UE striale contribuirà allo sviluppo di nuo- bolletta dell’elettricità. nei colori rosso, giallo e verde vi aiuterà. © Van Parys Media 19
L a l o t t a c o n t ro i c a m b i a m e n t i c l i m a t i c i Una lampadina a basso consumo di energia è la © Carofoto scelta più economica a lungo termine. Molti di noi usano energia senza ren- La cooperazione internazionale dersi conto di quanti sprechi siano pro- La nostra dipendenza dalle importazio- vocati dal nostro comportamento. Do- ni diminuirà, ma certo non scomparirà. tare le nostre automobili e le nostre ca- Sarà dunque fondamentale mantenere se di sistemi di misurazione più sofisti- buone relazioni con i paesi produttori di cati ci permetterà di utilizzare l’energia energia o di transito dell’energia. Ciò si- in modo più intelligente. Questo però gnifica cooperare con i paesi orientali e comporta un cambiamento delle nostre meridionali: la Russia, i paesi dell’Euro- abitudini. La campagna «Energia soste- pa orientale che confinano con l’Unio- nibile per l’Europa» fornisce una serie di ne, i paesi dell’Asia centrale e i paesi lungimiranti esempi in proposito. che si affacciano sul Mar Caspio, sul Mar Nero e sul Mediterraneo. I luoghi con le maggiori probabilità di produrre idee fresche e innovative ri- Sarà altrettanto importante cooperare guardo alla lotta contro il riscaldamen- con gli altri paesi consumatori, siano es- to globale sono le nostre città, ma in si paesi industrializzati o in via di svi- questo settore il successo dipende dal- luppo, per decidere insieme le misure la partecipazione attiva dei cittadini. volte a ridurre i gas responsabili dell’ef- Questo principio è alla base del «Patto fetto serra, a utilizzare più efficiente- dei sindaci», con cui le città aderenti ga- mente l’energia e a sviluppare tecnolo- rantiscono il proprio impegno incondi- gie energetiche rinnovabili e a bassa zionato a superare gli obiettivi posti emissione, in particolare la cattura e lo dall’UE in materia di riduzione delle stoccaggio del carbonio. Il settore della emissioni di CO2. ricerca svolgerà un ruolo chiave nella diffusione di tecnologie energetiche in- sieme pulite e accessibili. 20
Il ruolo della tecnologia Ridurre l’utilizzo dei combustibili fos- venzioni per la ricerca nelle tecnolo- sili può significare che in futuro vi- gie energetiche a tasso di carbonio vremo diversamente, ma non che do- basso o pari a zero. Il programma co- vremo sacrificare la qualità della no- munitario per la competitività e l’in- stra vita, oggi o domani. Le tecnolo- novazione, che include un sottopro- gie possono apportare un contributo gramma intitolato «Energia intelli- essenziale a un utilizzo più efficace gente — Europa», prevede anche fi- dell’energia nelle nostre vite quoti- nanziamenti per la ricerca in materia diane, nell’industria, nei trasporti e di energia e la promozione dei rispar- nel contesto dello sviluppo sosteni- mi energetici. bile. Un’ampia quota di questi finanzia- L’industria dell’Unione europea è la menti andrà a progetti dedicati diret- prima al mondo nel campo dell’e- tamente o indirettamente al cambia- coinnovazione e dell’energia sosteni- mento climatico. In particolare ricor- bile, e questo la pone in prima fila diamo: lo sviluppo dell’idrogeno e nella corsa alla crescita e alla crea- delle celle a combustibile, ai quali do- zione di posti di lavoro. L’industria eu- vremo ricorrere in misura sempre ropea è posizionata così bene perché maggiore via via che il nostro utilizzo un terzo circa del mercato mondiale di combustibili fossili diminuirà; la delle eco-industrie e dei sistemi di cattura e lo stoccaggio del CO2; l’ef- energia sostenibile sono di suo ap- ficienza energetica; trasporti non in- pannaggio. Le imprese europee sono quinanti ed efficienti e materiali ri- inoltre dominanti nel campo della so- spettosi dell’ambiente. stenibilità in quasi tre quarti dei prin- cipali settori industriali, e le eco-in- Inoltre, l’Unione contribuisce alla dif- dustrie, così come i sistemi e i servizi fusione delle migliori pratiche e ha energetici sostenibili, offrono centi- creato una piattaforma scientifica in naia di migliaia di posti di lavoro. seno alla quale esperti di alto livello possono scambiare le proprie cono- Promuovere scenze. Queste attività prevedono un l’innovazione pulita piano strategico per le tecnologie energetiche, mirato a consentire al- Il programma d’azione UE per la tec- l’UE di fungere da apripista verso una nologia ambientale prevede un ven- vera e propria rivoluzione nel nostro taglio di misure volte a favorire l’e- approccio all’approvvigionamento, coinnovazione e le tecnologie am- alla produzione e alla distribuzione bientali. Esso promuove la ricerca e lo dell’energia. Sono anche previste sviluppo, mobilita fondi e migliora le piattaforme tecnologiche, come ad condizioni del mercato. Nell’ambito esempio la piattaforma europea per del suo settimo programma quadro di le tecnologie dell’idrogeno e delle finanziamento a favore della ricerca e celle a combustibile. dello sviluppo tecnologico (2007- 2013), l’Unione stanzia notevoli sov- 21
L a l o t t a c o n t ro i c a m b i a m e n t i c l i m a t i c i Ridurre il proprio apporto alle emissioni di carbonio La riduzione del contributo dell’Unione alle emissioni di carbonio non richiede solo decisioni poli- tiche da prendere nella lontana Bruxelles o ingenti investimenti da parte delle imprese. Si tratta anche di fornire un contributo individuale e di tenersi informati. Cambiando di poco le nostre abi- tudini possiamo ottenere grandi risultati. A casa Il 70 % dell’energia usata dai nuclei familiari nell’UE viene impiegata per riscaldare le case e il 14 % per scaldare l’acqua. Prendendo le misure seguenti potremo ridurre le emissioni, spesso an- che risparmiando. Ridurre la temperatura del riscaldamento centralizzato anche solo di 1 °C; regolando il termo- stato a una temperatura ancora inferiore quando si è fuori casa o di notte, si può riuscire a ri- durre la bolletta energetica di un quarto. Isolare i condotti del riscaldamento centralizzato e le pareti. Le perdite di calore tramite le pa- reti, il tetto e il pavimento rappresentano oltre il 70 % delle perdite totali di calore. Approfit- tiamo dei lavori di ristrutturazione per perfezionare le prestazioni energetiche della nostra abi- tazione. Allontanare il frigorifero dai fornelli o dal boiler, in modo che il calore non costringa il frigori- fero a lavorare a ritmi più elevati. Impedire che si crei della brina; lasciare raffreddare il cibo pri- ma di riporlo nel frigorifero. Usare gli elettrodomestici con intelligenza. Usare la lavatrice o la lavastoviglie solo quando so- no piene, riflettere sul programma da impostare, utilizzare l’asciugabiancheria solo se stretta- mente necessario. Quando si prepara il tè o il caffè, usare solo la quantità d’acqua necessaria. Se noi tutti evitassimo di far bollire un litro di acqua superflua al giorno, l’energia risparmiata basterebbe ad alimentare un terzo dell’illuminazione stradale europea. Spegnere. Spegnere cinque lampade nei corridoi e nelle stanze di casa quando non servono può farci risparmiare circa 60 euro all’anno. Spegniamo anche il computer nel nostro ufficio e non di- mentichiamoci di staccare il caricatore del cellulare dalla presa elettrica quando non lo utilizziamo. Non lasciare gli elettrodomestici in «standby». Spegnere completamente gli apparecchi elet- tronici, i computer, i modem ecc. e non lasciarli in modalità «standby». Questo accorgimento può farci risparmiare ben 100 euro all’anno. Chiudere il rubinetto mentre ci laviamo i denti e fare la doccia invece del bagno. Facendo un bagno si consuma fino al quadruplo di acqua in più che facendo una doccia di media durata. Differenziare per riciclare. Riciclare una lattina d’alluminio fa risparmiare il 90 % dell’energia necessaria per produrne una nuova. Riciclare i rifiuti organici per trasformarli in compost. Ridur- re la quantità di rifiuti usando meno prodotti e imballaggi «usa e getta», fare acquisti intelligenti: una bottiglia da 1,5 litri richiede meno energia nella produzione e nel cassonetto ingombra me- no di tre bottiglie da mezzo litro. Passare all’elettricità «verde». Approfittare del mercato per scegliere i fornitori che offrono ener- gia pulita e una maggiore qualità. In macchina Guidare in maniera rispettosa per l’ambiente può abbattere i consumi di carburante del 5 %. Ec- co alcuni esempi di guida ecologica. 22
Partire subito dopo avere messo in moto. Riscaldare il motore consuma più carburante. Non pi- giare troppo sull’acceleratore e passare alle marce alte appena possibile: fanno risparmiare car- burante. Controllare la pressione degli pneumatici. Bastano 0,5 bar in meno per consumare il 2,5 % di carburante in più. Usare oli motore a bassa viscosità. Un olio di qualità superiore può ridurre il consumo di carbu- rante e le emissioni di CO2 di oltre il 2,5 %. Chiudere i finestrini, soprattutto alle velocità più elevate, e smontare il portabagagli dal tet- to. Perfino un portabagagli vuoto può far salire il consumo di carburante e le emissioni di CO2 fi- no al 10 %. Rallentare e guidare con regolarità. Chi viaggia a oltre 120 km orari consuma il 30 % di car- burante in più per chilometro di chi viaggia a 80 km orari. Anche mantenere una velocità stabi- le riduce i consumi. Inoltre... Viaggiare in treno. Una persona che viaggia in treno emette due terzi di anidride carbonica in meno rispetto a una persona che viaggia in automobile da sola. Pensare a mezzi di trasporto alternativi all’aereo. I trasporti aerei sono la fonte di emissioni di CO2 che cresce al ritmo più veloce a livello mondiale. Oggi però chi prende l’aereo può «compen- sare» le proprie emissioni di carbonio. Esistono infatti apposite organizzazioni a cui si possono ver- sare modeste somme di «compensazione», che esse provvederanno a investire in energia rinnova- bile o nella piantagione di alberi. Andare in bicicletta, camminare, ricorrere al car pooling, usare i mezzi di trasporto pubblici e avvalersi del telelavoro. Fare acquisti intelligenti. Acquistare apparecchi contrassegnati da etichette che ne testimoniano l’efficienza energetica, merci con imballaggi leggeri e riciclabili, prodotti alimentari locali e auto- mobili a basso consumo di carburante e con un basso livello di emissioni di CO2 per chilometro. © Van Parys Media Sprecare acqua spreca energia. 23
Per approfondire: Azione sul clima — Energia per un mondo che cambia: ec.europa.eu/climateaction Cambiamento climatico: ec.europa.eu/environment/climat/home_en.htm L’azione dell’UE contro il cambiamento climatico: lanciare l’azione globale verso il 2020 e oltre (opuscolo): ec.europa.eu/environment/climat/pdf/bali/post_2012.pdf Campagna «Energia sostenibile per l’Europa»: www.sustenergy.org Iniziativa «ManagEnergy»: www.managenergy.net Informazioni dettagliate sul cambiamento climatico a cura dell’Agenzia europea dell’ambiente (dati e relazioni): www.eea.europa.eu/themes/climate L’Unione europea Stati membri dell’Unione europea (2008) Paesi candidati 24
Altre informazioni sull’Unione europea Collegatevi online Informazioni in tutte le lingue ufficiali dell’Unione europea sono disponibili all’indirizzo europa.eu Visitateci In tutta l’Europa esistono centinaia di centri locali di informazione UE. Potete trovare l’indirizzo del centro più vicino a voi sul sito europedirect.europa.eu Chiamateci o scriveteci Europe Direct è un servizio che risponde alle vostre domande sull’Unione europea. Potete contattare questo servizio telefonando al numero verde 00 800 6 7 8 9 10 11 oppure, dall’esterno dell’UE, al numero di telefono a pagamento (32-2) 299 96 96 o ancora per posta elettronica attraverso il formulario accessibile dal sito europedirect.europa.eu Informatevi sull’Europa Consultate pubblicazioni sull’UE con un semplice clic sul sito web EU Bookshop: EU Bookshop bookshop.europa.eu Per ottenere informazioni e pubblicazioni sull’Unione europea in lingua italiana, rivolgersi a: RAPPRESENTANZE UFFICI DELLA COMMISSIONE EUROPEA DEL PARLAMENTO EUROPEO Rappresentanza in Italia Ufficio per l’Italia Via IV Novembre, 149 Via IV Novembre, 149 I-00187 Roma I-00187 Roma Tel. (39) 06 69 99 91 Tel. (39) 06 69 95 01 Fax (39) 066 79 16 58/36 52 Fax (39) 06 69 95 02 00 Internet: ec.europa.eu/italia Internet: www.europarl.it E-mail: comm-rep-it-info@ec.europa.eu E-mail: eproma@europarl.europa.eu Per richiedere le pubblicazioni: Ufficio di Milano CIDE Corso Magenta, 59 Via IV Novembre, 149 I-20123 Milano I-00187 Roma Tel. (39) 02 43 44 171 Tel. (39) 06 69 99 92 27/30 Fax (39) 024 34 41 75 00 Fax (39) 066 78 61 59 Internet: www.europarl.it E-mail: info@cide.it E-mail: epmilano@europarl.europa.eu Rappresentanza a Milano Corso Magenta, 59 I-20123 Milano Tel. (39) 024 67 51 41 Fax (39) 024 81 85 43 Internet: ec.europa.eu/italia/milano/milano_it.htm E-mail: comm-rep-mil@ec.europa.eu Altre rappresentanze e uffici della Commissione europea e del Parlamento europeo si trovano nei paesi membri dell’U- nione europea. Delegazioni della Commissione europea si trovano anche in altri paesi del mondo. Maggio 2007
IT ec.europa.eu/climateaction Ormai è un dato acquisito in tutto il mondo: se non agiremo in fretta, il nostro pianeta subirà un Energia per un mondo che cambia cambiamento climatico irreversibile. L’UE ha già dato NA-AB-08-128-IT-C una risposta chiara adottando una politica integrata in materia di energia e di cambiamento climatico e impegnandosi a ridurre le emissioni di gas responsabili dell’effetto serra di almeno il 20 % entro il 2020 nonché a condurre negoziati internazionali mirati a raggiungere obiettivi ancora più ambiziosi. Ciò contribuirà a evitare che la temperatura del pianeta salga di più di 2 °C, cioè al livello che sempre più scienziati considerano come il punto di non ritorno. Per raggiungere questo obiettivo dobbiamo utilizzare le ISSN 1022-8284 risorse energetiche in maniera più sostenibile, optare per forme d’energia rinnovabili, catturare e stoccare l’anidride carbonica e lottare più fermamente per invertire il disboscamento delle foreste. Questa sfida potrebbe richiedere dei cambiamenti nelle nostre abitudini quotidiane, ma consentirà di salvaguardare la qualità della nostra vita e quella delle generazioni future. ISBN 978-92-79-09755-3
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