La lotta contro i cambiamenti climatici - L'UE apre la strada L'Europa in movimento - L'UE apre la strada

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La lotta contro i cambiamenti climatici - L'UE apre la strada L'Europa in movimento - L'UE apre la strada
L’Europa in movimento

             La lotta contro i cambiamenti
             climatici
             L’UE apre la strada

                                     Unione europea
La lotta contro i cambiamenti climatici - L'UE apre la strada L'Europa in movimento - L'UE apre la strada
Commissione europea

La lotta contro i cambiamenti climatici
L’UE apre la strada

Serie L’Europa in movimento

2008 — 24 pagg. — 16,2 × 22,9 cm

Questo opuscolo, insieme ad altre spiegazioni brevi e chiare sull’Unione europea, è disponibile
online sul sito:
ec.europa.eu/publications

Commissione europea
Direzione generale della Comunicazione
Pubblicazioni
B-1049 Bruxelles

Ultima redazione del manoscritto: settembre 2007; aggiornamento: settembre 2008

Illustrazione in copertina: © iStockPhoto

Ufficio delle pubblicazioni ufficiali delle Comunità europee, 2008

ISBN 978-92-79-09755-3
DOI 10.2775/21113

© Comunità europee, 2008
Riproduzione autorizzata

Printed in Germany

STAMPATO SU CARTA BIANCA NON CLORATA
La lotta contro i cambiamenti climatici - L'UE apre la strada L'Europa in movimento - L'UE apre la strada
La lotta contro i cambiamenti
climatici
L’UE apre la strada
La lotta contro i cambiamenti climatici - L'UE apre la strada L'Europa in movimento - L'UE apre la strada
Indice

La minaccia e la sfida                                  3

La strada da seguire: una risposta integrata             5

Partire dai traguardi raggiunti                         10

Il contributo della politica energetica                 13

Il ruolo della tecnologia                               21

Ridurre il proprio apporto alle emissioni di carbonio   22

Per approfondire                                        24

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La lotta contro i cambiamenti climatici - L'UE apre la strada L'Europa in movimento - L'UE apre la strada
La minaccia e la sfida

          Il cambiamento climatico è una delle         La temperatura media della terra è sta-
          più serie minacce per il futuro del no-      ta stabile per 10 000 anni, fino alla ri-
          stro pianeta. Se la temperatura media        voluzione industriale. Dal 1850, data a
          della terra aumenterà di oltre 2 °C ri-      partire dalla quale iniziano le misura-
          spetto al livello dell’era preindustriale,   zioni costanti e raffrontabili, essa è sa-
          i cambiamenti climatici diventeranno         lita di 0,76 °C. Se non interveniamo,
          probabilmente irreversibili, con conse-      essa salirà probabilmente di altri
          guenze immense a lungo termine. Le           1,8-4,0 °C entro questo secolo, o ad-
          zone basse del pianeta, comprese va-         dirittura fino a un massimo di 6,4 °C,
          ste regioni di numerosi paesi europei,       secondo un comitato scientifico inter-
          potrebbero infatti essere sommerse a         nazionale convocato dalle Nazioni
          causa dei crescenti livelli del mare; in     Unite (ONU). È partita dunque la cor-
          molte parti del mondo non ci sarebbe         sa conto il tempo per impedire che la
          più abbastanza acqua potabile; gli           terra raggiunga il probabile punto di
          eventi meteorologici estremi, causa di       non ritorno, e cioè un aumento di
          danni materiali ed economici, divente-       2 °C. Una corsa che verrà quasi sicu-
          rebbero sempre più frequenti. Il prezzo      ramente persa se non riusciremo a sta-
          da pagare per convivere con un clima         bilizzare le emissioni mondiali al più
          diverso sarebbe un crollo delle nostre       tardi intorno al 2020, e a portarle en-
          economie.                                    tro il 2050 a un livello equivalente cir-    Se i fenomeni climatici
                                                       ca alla metà di quello del 1990.             estremi continueranno ad
                                                                                                    aumentare, non sarà più
                                                                                                    solo Venezia a doversi
                                                                                                    difendere dall’acqua alta.
© Belga

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La lotta contro i cambiamenti climatici - L'UE apre la strada L'Europa in movimento - L'UE apre la strada
L a l o t t a c o n t ro i c a m b i a m e n t i c l i m a t i c i

Perché il clima sta cambiando?
L’atmosfera contiene vapore acqueo, anidride carbonica e altri gas presenti allo stato naturale
che lasciano passare i raggi solari ma assorbono il calore riflesso dalla terra. Questo processo
naturale, detto «effetto serra», mantiene la temperatura della terra a un livello tale da consen-
tire la vita sul pianeta. Senza di esso, la temperatura media globale sarebbe infatti insopporta-
bile: – 18 °C!

Attualmente, attività umane come la combustione dei combustibili fossili e la distruzione delle
foreste per ottenere terreni agricoli fanno aumentare i livelli atmosferici dell’anidride carbonica
e degli altri gas che «intrappolano» il calore. L’aggiunta di tali gas provoca un effetto serra arti-
ficiale che si aggiunge all’effetto serra naturale, rendendo la terra più calda e modificandone il
clima.

La soluzione sta nella riduzione delle emissioni mondiali di gas responsabili dell’effetto serra, in
particolare di anidride carbonica. Ciò richiede un miglior uso delle risorse naturali. I combusti-
bili fossili — ovvero il petrolio, il gas e il carbone che bruciamo per l’elettricità, il riscaldamento,
il raffreddamento e i trasporti — sono fonti massicce di emissione di gas responsabili dell’effet-
to serra. È necessario bruciarne di meno e bruciarli in maniera più efficace. Al contempo, è im-
portante impedire che l’anidride carbonica finisca nell’atmosfera, ad esempio «catturandola»
mentre viene prodotta e conservandola nel sottosuolo, presso giacimenti di gas o miniere di sa-
le in disuso.

Invertire la deforestazione, in particolare la sparizione delle foreste tropicali, che fungono da
«pozzi» di carbonio che assorbono l’anidride carbonica, è un altro punto fondamentale nella lot-
ta contro i cambiamenti climatici. Le foreste, infatti, assorbono il biossido di carbonio mentre
crescono, ma lo rilasciano quando vengono tagliate.

Vi sono altri fattori che contribuiscono al riscaldamento del pianeta, come il metano emesso dal-
l’agricoltura e dallo smaltimento dei rifiuti nelle discariche o le emissioni provocate dall’uso ec-
cessivo di fertilizzanti, ma i colpevoli principali rimangono l’uso di combustibili fossili e la defo-
restazione.

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La lotta contro i cambiamenti climatici - L'UE apre la strada L'Europa in movimento - L'UE apre la strada
La strada da seguire:
                    una risposta integrata
                    L’UE pensa che la strada da seguire sia       l’aumento delle emissioni mondiali di
                    una politica integrata in materia di ener-    gas responsabili dell’effetto serra entro
                    gia e di cambiamento climatico, essen-        10-15 anni e ridurle a metà dei livelli
                    do ormai appurato che bruciare i com-         del 1990 entro il 2050. L’UE punta a un
                    bustibili fossili a fini energetici contri-   nuovo patto mondiale per raggiungere
                    buisce in maniera sostanziale al cam-         tali obiettivi. Essa ritiene che il primo
                    biamento climatico. I leader dell’UE          passo dovrebbe essere la riduzione col-
                    hanno sancito tale strategia sin dal mar-     lettiva, da parte delle potenze industria-
                    zo 2007. Ciò dimostra che l’Europa ha         li, delle proprie emissioni di gas respon-
                    assunto un ruolo di leadership nella lot-     sabili dell’effetto serra, raggiungendo
                    ta al cambiamento climatico, preparan-        entro il 2020 un livello inferiore del       Per ulteriori informazioni sulla
                    do al contempo il terreno per il rafforza-    30 % rispetto ai livelli del 1990. Anche     risposta integrata dell’UE:
                    mento della propria sicurezza di approv-      i paesi in via di sviluppo, come ad esem-    ec.europa.eu/climateaction
                    vigionamento energetico e della propria       pio la Cina e l’India, dovranno iniziare a
                    concorrenzialità.                             contenere la crescita delle proprie emis-
                    La politica integrata in materia di ener-     sioni.
                    gia e cambiamento climatico preannun-         Per sottolineare la propria determinazio-
                    cia il lancio di una nuova rivoluzione in-    ne e per dare un buon esempio ai propri
                    dustriale, volta a trasformare il modo in     partner, l’UE ha accettato di ridurre le
                    cui produciamo e usiamo l’energia non-        proprie emissioni di gas responsabili del-
                    ché i tipi di energia che utilizziamo. L’o-   l’effetto serra almeno del 20 % entro il
                    biettivo è passare a un’economia com-         2020, a prescindere da quel che faran-
                    patibile con il clima, basata su una com-     no gli altri paesi. L’UE pensa di raggiun-
                    binazione di tecnologie e di risorse ener-    gere tale riduzione attraverso le azioni
                    getiche a bassa emissione di anidride         programmate nel quadro della nuova
                    carbonica.                                    politica integrata in materia di energia
                    Per contenere il surriscaldamento del         e di cambiamento climatico, che si ag-
                    pianeta a 2 °C sarà necessario fermare        giungeranno alle misure già in vigore.

                                                                                                               Bruciare carbone per
                                                                                                               produrre elettricità è
© Van Parys Media

                                                                                                               particolarmente
                                                                                                               dannoso per il clima.
                                                                              5
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L a l o t t a c o n t ro i c a m b i a m e n t i c l i m a t i c i

                                I capi di Stato o di governo dell’UE           tali tecnologie apportino un contri-
                                hanno deciso di:                               buto essenziale alla riduzione delle
                                 economizzare il 20 % del consumo             emissioni entro il 2020;
                                   di energia rispetto alle previsioni        integrare meglio i mercati energeti-
                                   per il 2020, migliorando l’efficien-        ci dell’UE, creando ad esempio un
                                   za energetica;                              mercato europeo del gas e dell’e-
                                 aumentare la quota di energie rin-           lettricità improntato alla concor-
                                   novabili sul consumo energetico             renza;
                                   totale del 20 % entro il 2020, an-         integrare meglio la politica energe-
                                   dando così vicini a triplicare il li-       tica dell’UE con altre azioni, non
                                   vello attuale;                              solo nel quadro della politica am-
                                 decuplicare entro il 2020 la quota           bientale ma anche di quella in ma-
                                   di carburanti rinnovabili, compresi i       teria di ricerca, agricoltura e com-
                                   biocarburanti, sul consumo totale           mercio;
                                   di benzina e gasolio, raggiungendo         rafforzare la cooperazione interna-
                                   almeno una quota del 10 %. Tutti            zionale: se l’UE riuscirà ad adotta-
                                   i biocarburanti, sia quelli prodotti        re un approccio comune nel setto-
                                   nell’UE sia quelli importati, do-           re dell’energia e ad articolarlo in
                                   vranno essere stati prodotti in ma-         maniera univoca, essa potrà assu-
                                   niera sostenibile. Verranno forniti         mere un ruolo di leader del dibatti-
                                   incentivi allo sviluppo di biocarbu-        to a livello mondiale.
                                   ranti ricavati dai rifiuti, dai residui
                                   e da altre fonti non alimentari;          Nel gennaio 2008 la Commissione
                                 sviluppare e promuovere tecnologie         europea ha presentato le sue propo-
                                   a bassa emissione o a emissione           ste politiche specifiche su questi pun-
                                   zero, fra cui la cattura e lo stoccag-    ti, con l’obiettivo di portare l’UE — e
                                   gio del carbonio, per impedire che        i suoi cittadini — sulla strada giusta
                                   il CO2 penetri nell’atmosfera cattu-      per lottare contro il cambiamento cli-
                                   randolo e conservandolo nel sotto-        matico e rafforzare la sicurezza in
                                   suolo presso giacimenti di gas o          materia di approvvigionamento ener-
                                   miniere di sale in disuso, affinché       getico, promuovendo al contempo
                                                                             una costante crescita economica.

     In treno si viaggia più
 veloce e pulito: diminuire
  le emissioni dei mezzi di
trasporto è fondamentale
                                                                                                                                                    © Deutsche Bahn

        per la lotta contro i
    cambiamenti climatici.
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La lotta contro i cambiamenti climatici - L'UE apre la strada L'Europa in movimento - L'UE apre la strada
Cosa dicono gli scienziati
Nel corso degli ultimi 100 anni la temperatura media è aumentata quasi di 0,74 °C a livello
mondiale. L’Europa si riscalda più velocemente rispetto alla media mondiale: la nostra tempe-
ratura media è aumentata infatti di circa 1 °C. Dodici dei tredici anni più caldi a livello mon-
diale da quando, nel 1850, sono iniziate misurazioni affidabili sono stati registrati tra il 1995
ed il 2007. Le conseguenze della crescita delle temperature sono lo scioglimento dei ghiacciai
e della calotta artica, i cambiamenti nelle precipitazioni piovane e nevose, l’inasprimento del-
la siccità e delle ondate di calore nonché l’aumentata intensità dei cicloni tropicali.

Secondo molti esperti, se vogliamo impedire che il cambiamento climatico provochi conse-
guenze irreversibili, dobbiamo limitare il riscaldamento del pianeta a non più di 2 °C in più
rispetto alla temperatura dell’era preindustriale. Negli ambienti scientifici vi è comunque un
consenso generalizzato sul fatto che, in mancanza di provvedimenti, è probabile che nel corso
di questo secolo la temperatura media del mondo aumenti di un valore compreso tra 1,8 e 4 °C
oltre i livelli odierni, e nella peggiore delle ipotesi addirittura di 6,4 °C.

Tra il 1970 ed il 2004 a livello mondiale vi è stato un aumento del 70 % delle emissioni di
gas responsabili dell’effetto serra. Nel settore della fornitura di energia l’aumento è stato del
145 %. La crescita dovuta ai trasporti è stata del 120 %, quella dovuta all’industria del 65 %.
Inoltre, vi è stato un aumento del 40 % a causa della ridotta capacità delle foreste di «intrap-
polare» le emissioni di anidride carbonica in seguito ai cambiamenti dello sfruttamento del ter-
ritorio.

Il forum internazionale incaricato di valutare le prove scientifiche del cambiamento climatico e
le sue conseguenze è il gruppo intergovernativo per il cambiamento climatico (IPCC), creato nel
1988 su iniziativa congiunta del programma ambientale delle Nazioni Unite e dell’Organizza-
zione meteorologica mondiale (OMM). L’IPCC si incarica di valutare le informazioni scientifiche,
tecniche e socioeconomiche utili alla comprensione del rischio di cambiamento climatico pro-
vocato dall’uomo, avvalendosi della collaborazione di centinaia di esperti di primo piano in tut-
to il mondo. Dal 1990 l’IPCC ha pubblicato quattro relazioni di valutazione, la più recente nel
2007. La convinzione del gruppo secondo cui i cambiamenti climatici siano da attribuire in pri-
mo luogo ai gas responsabili dell’effetto serra è andata via via consolidandosi con ciascuna re-
lazione.

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La lotta contro i cambiamenti climatici - L'UE apre la strada L'Europa in movimento - L'UE apre la strada
L a l o t t a c o n t ro i c a m b i a m e n t i c l i m a t i c i

                              Per il bene delle generazioni               Si tratta di un prezzo assai limitato
                              future                                      da pagare per scongiurare i poten-
                                                                          ziali costi a lungo termine del cam-
                              È probabile che la lotta contro i cam-      biamento climatico, senza tenere poi
                              biamenti climatici richieda importan-       conto del valore aggiunto di altri be-
                              ti adeguamenti delle nostre abitudini       nefici, come la riduzione dell’inquina-
                              quotidiane, ma non dovremo certo            mento atmosferico, la sicurezza del-
                              sacrificare la qualità della nostra vita.   l’approvvigionamento energetico a
                              Tali cambiamenti sono infatti perfet-       prezzi prevedibili e il rafforzamento
                              tamente compatibili con le priorità         della concorrenzialità grazie all’inno-
                              dell’UE in materia di occupazione e         vazione. In pratica, i costi economici
                              crescita nonché con lo sviluppo so-         della riduzione delle emissioni ver-
                              stenibile.                                  ranno con ogni probabilità più che
                                                                          compensati da questi benefici.
                              I costi della nostra azione saranno
                              estremamente limitati, e in ogni caso
                              assai inferiori ai costi dei danni che
                              causerebbe il cambiamento climatico
                              se non agissimo affatto. Se i paesi
                              sviluppati concorderanno di ridurre le
                              proprie emissioni collettive del 30 %
                              entro il 2020, la crescita economica
                              mondiale subirebbe un ridimensiona-
                              mento inferiore allo 0,2 %.

     Se non interveniamo
subito, per le generazioni
           future le nostre
     «settimane bianche»
 potrebbero diventare un
                                                                                                                                                 © Bilderbox

          lontano ricordo.

                                                         8
Emissioni di gas responsabili dell’effetto serra per persona nei paesi dell’UE, 1990 e 2006

                      Belgio                                             14,5
                                                                       13,0
                    Bulgaria                                           13,3                              1990
                                                           9,2
             Repubblica ceca                                                        18,7
                                                                         14,5                            2006
                 Danimarca                                             13,4
                                                                      13,0
                   Germania                                                15,5
                                                                     12,2
                     Estonia                                                                   26,5
                                                                           14,0
                     Irlanda                                                  15,8
                                                                                16,6
                      Grecia                                   10,3
                                                                  12,0
                     Spagna                         7,4
                                                             9,9
                     Francia                                9,7
                                                          8,6
                       Italia                              9,1
                                                             9,7
                       Cipro                                 10,3
                                                                       13,1
                    Lettonia                                   9,9
                                             5,1
                    Lituania                                           13,4
                                                   6,8
               Lussemburgo                                                                                      34,8
                                                                                                  28,4
                   Ungheria                                9,5
                                                     7,8
                      Malta                    6,2
                                                         7,9
                 Paesi Bassi                                             14,2
                                                                       12,7
                     Austria                                   10,4
                                                                11,0
                     Polonia                                      11,9
                                                               10,5
                  Portogallo                  5,9
                                                     7,9
                   Romania                                      10,7
                                                    7,3
                    Slovenia                               9,3
                                                            10,3
                  Slovacchia                                               13,9
                                                          9,1
                   Finlandia                                               14,3
                                                                             15,3
                      Svezia                          8,4
                                                    7,3
                Regno Unito                                           13,4
                                                                 10,8
                      EU-27                                        11,8
                                                                10,4

                                0                        10                         20            30                   40

                                                           Emissioni in tonnellate equivalente di CO2
                                Fonte: CE.

                                                                       9
L a l o t t a c o n t ro i c a m b i a m e n t i c l i m a t i c i

Partire dai traguardi raggiunti

L’UE non parte da zero nella sua lot-     Il protocollo di Kyoto
ta contro il cambiamento climatico.
                                          Il protocollo di Kyoto è stato adotta-
Da molti anni essa ha infatti gra-
                                          to nel 1997: firmandolo, tutti i paesi
dualmente incentivato le misure vol-
                                          industrializzati si sono impegnati a ri-
te ad aumentare l’efficienza energe-
                                          durre del 5,2 %, in media, le proprie
tica, a limitare le emissioni delle in-
                                          emissioni di gas responsabili dell’ef-
dustrie e delle automobili e ad inco-
                                          fetto serra tra il 1990 ed il 2012. I 15
raggiare il risparmio energetico. An-
                                          paesi che all’epoca componevano
che le normative sul riciclaggio e le
                                          l’UE sono andati ancora più in là, im-
restrizioni riguardo all’uso delle di-
                                          pegnandosi collettivamente a ridurre
scariche contribuiscono a ridurre la
                                          le proprie emissioni dell’8 %. Il pro-
quantità di carbonio emessa dall’UE,
                                          tocollo ha inoltre introdotto dei mec-
la cosiddetta «impronta carbonica». Il
                                          canismi flessibili basati sul mercato,
settimo programma quadro in mate-
                                          fra cui lo scambio dei diritti d’emis-
ria di ricerca e sviluppo tecnologico è
                                          sione, per aiutare i paesi industrializ-
solo l’ultimo di una serie di program-
                                          zati a raggiungere l’obiettivo soste-
mi comunitari di ricerca mirati a por-
                                          nendo meno spese nonché per inco-
re l’accento sull’ambiente, sulle ener-
                                          raggiare gli investimenti in progetti a
gie pulite a basso tasso di carbonio e
                                          energia pulita nei paesi in via di svi-
sul cambiamento climatico.
                                          luppo e nelle economie in transizione.
Ma l’UE si prepara innanzitutto a lan-
                                          Benché gli Stati Uniti non abbiano
ciare un programma volto a ridurre le
                                          ratificato il protocollo e non contri-
emissioni dell’8 % entro il 2012. L’U-
                                          buiscano dunque ufficialmente al
nione si è impegnata a raggiungere
                                          suo obiettivo, l’UE ha continuato a
tale obiettivo in conformità al proto-
                                          portare avanti misure concrete per
collo di Kyoto della convenzione qua-
                                          raggiungerlo, tenendo conto dei li-
dro delle Nazioni Unite sui cambia-
                                          velli di sviluppo economico e indu-
menti climatici.
                                          striale di ciascuno Stato membro. La
                                          maggior parte dei paesi che hanno
                                          aderito all’UE nel 2004 aveva nego-
                                          ziato obiettivi individuali nel quadro
                                          del protocollo di Kyoto, prima della
                                          propria adesione all’UE.

                         10
Raggiungere gli obiettivi                   L’UE è riuscita a spezzare il legame
                                                                tra crescita economica ed emissioni
                    Il programma che mira ad aiutare
                                                                di gas responsabili dell’effetto serra:
                    l’UE ed i suoi Stati membri a rag-
                                                                infatti tra l’anno di base 1990 e il
                    giungere i propri obiettivi nel quadro
                                                                2006, nel pieno di una crescita eco-
                    del protocollo di Kyoto si intitola
                                                                nomica nell’UE, le emissioni globali
                    «Programma europeo per il cambia-
                                                                dei suoi 27 Stati membri sono dimi-
                    mento climatico» (ECCP). Gestito dal-
                                                                nuite del 10,8 %. Per quanto riguar-
                    la Commissione europea, il program-
                                                                da i 15 Stati membri «più anziani»
                    ma ha finora consentito l’attuazione
                                                                (UE-15), tale ribasso è stato pari al
                    di circa 40 strategie e misure a livel-
                                                                2,7 %. Si tratta di cifre incoraggian-
                    lo europeo. Le misure comunitarie,
                                                                ti, ma bisogna fare ben di più per rag-
                    che completano le azioni intraprese
                                                                giungere l’obiettivo UE-15 di una ri-
                    da ciascuno Stato membro a livello
                                                                duzione dell’8 % entro il 2012. Le ul-
                    nazionale, comprendono norme ener-
                                                                time proiezioni indicano che tale
                    getiche sugli edifici nonché regola-
                                                                obiettivo può essere raggiunto a con-
                    menti volti a limitare l’uso di alcuni
                                                                dizione che i paesi dell’UE attuino ve-
                    gas industriali che contribuiscono
                                                                ramente tutte le azioni previste.
                    particolarmente al riscaldamento cli-
                    matico. Finora il sistema comunitario
                    di scambi di quote d’emissione di gas
                                                                                                          Le turbine a vento
                    responsabili dell’effetto serra (cfr. ri-
                                                                                                          potrebbero diventare un
                    quadro a pagina 12) rappresenta la                                                    elemento sempre più
                    misura più importante introdotta dal                                                  comune del paesaggio
                    programma ECCP.                                                                       futuro.
© Van Parys Media

                                                                           11
L a l o t t a c o n t ro i c a m b i a m e n t i c l i m a t i c i

Un meccanismo innovativo
Il sistema di scambio delle quote di emissione dell’UE («sistema UE ETS»), introdotto nel gen-
naio 2005, rappresenta la pietra angolare della strategia dell’UE per la lotta al cambiamento
climatico. Si tratta del primo sistema internazionale di scambio di quote per le emissioni di CO2
e ha fatto scuola nel mondo intero. Lo scambio delle quote di emissione consente una riduzio-
ne dei costi per la riduzione delle emissioni.

Attualmente, il sistema UE ETS è applicato a circa 11 600 impianti del settore energetico e in-
dustriale, collettivamente responsabili di circa la metà delle emissioni di CO2 nell’UE. Appli-
cando un costo alle emissioni di carbonio di tali impianti, il sistema crea per le imprese parte-
cipanti un incentivo permanente a ridurre le proprie emissioni nella misura del possibile.

Il sistema prevede che le autorità nazionali di ciascun paese dell’UE assegnino un determina-
to numero di diritti di emissione a ciascun impianto. L’imposizione di un «tetto», o massimale,
del numero totale di diritti dà origine alla penuria di diritti necessaria perché il mercato fun-
zioni. Le imprese che mantengono le loro emissioni al di sotto del livello dei loro diritti posso-
no vendere i diritti di cui non hanno bisogno. Quelle che fanno fatica a conservare i propri di-
ritti devono invece adottare misure per ridurre le emissioni (ad esempio, investendo in tecniche
più efficaci o utilizzando meno fonti d’energia a forte tasso di carbonio) o rivolgersi al merca-
to per acquistare i diritti supplementari di cui necessitano, pagando altre imprese perché ridu-
cano le emissioni a loro nome.

Le imprese partecipanti al sistema UE ETS possono anche utilizzare crediti di emissione gene-
rati da progetti di riduzione delle emissioni in paesi terzi. Si tratta di due meccanismi previsti
dal protocollo di Kyoto, ovvero del meccanismo di sviluppo ecologico (CDM) e dell’attuazione
congiunta (JI). La domanda di tali crediti rappresenta un potente motore per investimenti in
idee che contribuiscono a ridurre le emissioni in altri paesi.

Tuttavia, gli impianti dei settori dell’energia e dell’industria non sono gli unici responsabili del-
l’aumento del livello di CO2 nell’atmosfera. È per questo che la Commissione europea ha pro-
posto di estendere il sistema UE ETS, a partire dal 2011, anche al settore aeronautico, fonte di
emissioni sempre più massicce. La revisione del sistema attuale in corso potrebbe portare al-
l’inclusione di ulteriori settori e gas.

                                                    12
Il contributo della politica energetica

Le emissioni di gas responsabili del-                                                                   Una maggiore efficacia dei
l’effetto serra provengono in gran                                                                      mercati dell’energia e del gas
parte dall’utilizzo e dalla produzione
                                                                                                        Le scelte che facciamo come consu-
di energia. Ecco perché la politica
                                                                                                        matori hanno un impatto reale sulle
energetica è essenziale per raggiun-
                                                                                                        emissioni di gas responsabili dell’ef-
gere gli obiettivi in materia di lotta al
                                                                                                        fetto serra derivate dall’utilizzo e dal-
cambiamento climatico. Agire con-
                                                                                                        la produzione di energia. Praticamen-
giuntamente nel settore dell’energia
                                                                                                        te tutti i consumatori europei sono
non rappresenta una novità: da mol-
                                                                                                        ormai liberi di acquistare il gas e l’e-
ti anni l’UE dispone infatti di un qua-
                                                                                                        nergia presso fornitori di loro scelta,
dro strategico comune in materia.
                                                                                                        tra cui alcuni specializzati in energie
Anche una risposta comunitaria con-
                                                                                                        rinnovabili. L’accresciuta efficienza
giunta a una crisi energetica non sa-
                                                                                                        dei mercati sta rendendo l’energia
rebbe una novità: infatti, in seguito
                                                                                                        più accessibile, contribuendo a supe-
alla crisi di approvvigionamento dei
                                                                                                        rare gli ostacoli che si frappongono
primi anni 1970, l’UE si è dotata di
                                                                                                        alla riduzione delle emissioni di gas
una politica coordinata per quanto ri-
                                                                                                        responsabili dell’effetto serra. Al con-
guarda le riserve strategiche di petro-
                                                                                                        tempo essa aiuta l’industria europea
lio greggio e di prodotti petroliferi.
                                                                                                        a conservare il proprio vantaggio
                                                                                                        concorrenziale. Tuttavia, vi è ancora
Di fronte agli avvertimenti sempre
                                                                                                        spazio per dei miglioramenti: dobbia-
più pressanti lanciati degli scienziati
                                                                                                        mo assicurare condizioni eque per
sugli effetti del cambiamento clima-
                                                                                                        tutti, non svantaggiando le nuove im-
tico, l’UE ha riconosciuto la necessità
                                                                                                        prese del settore e facendo circolare
urgente di raccogliere una serie di te-
                                                                                                        liberamente il gas e l’energia all’in-
mi in un’unica politica integrata in
                                                                                                        terno delle frontiere dell’UE. Il com-      È possibile acquistare
materia di clima e di energia per l’Eu-                                                                                                             crediti di emissione per
                                                                                                        mercio transfrontaliero è infatti fon-
ropa. Tale politica punta ad assicura-                                                                                                              investire in questa
                                                                                                        damentale perché i mercati siano ca-
re la competitività, la sostenibilità e                                                                                                             tecnologia alternativa e
                                                                                                        ratterizzati da un livello ottimale di
la sicurezza degli approvvigionamen-                                                                                                                non dannosa per il clima
                                                                                                        concorrenza.
ti energetici nonché la loro integra-                                                                                                               per la produzione di
zione con pratiche ambientali otti-                                                                                                                 mattoni in India.
mali al fine di ridurre le emissioni di
CO2 e di altri gas responsabili dell’ef-
fetto serra.

Gli elementi chiave della politica
                                            © World Bank photo/CDCF India carbon finance project VSBK

energetica dell’UE sono i seguenti:

 una maggiore efficacia dei mercati
  dell’energia e del gas;
 la diversificazione;
 una politica ambiziosa a favore del-
  le energie rinnovabili;
 il risparmio energetico;
 la cooperazione internazionale.
                                                                                                                   13
L a l o t t a c o n t ro i c a m b i a m e n t i c l i m a t i c i

                            Diversificazione                             prezzi e degli approvvigionamenti. Se
                            Più sicurezza nell’approvvigionamento        non metteremo sotto controllo il nostro
                            significa non dover fare affidamento         consumo energetico e non differenzie-
                            su una sola fonte energetica o su un         remo le nostre fonti energetiche, la no-
                            pugno di paesi fornitori esterni all’UE.     stra dipendenza dalle importazioni di
                            Significa produrre più energia all’inter-    petrolio e gas potrebbe raggiungere ri-
                            no dell’UE e, se necessario, assicurarsi     spettivamente il 95 % e l’84 % entro
                            l’approvvigionamento da altre regioni        il 2030. Attualmente il 50 % circa de-
                            del mondo politicamente stabili. Signi-      gli approvvigionamenti di gas dell’UE
                            fica anche accettare di condividere gli      proviene da tre sole fonti: Russia, Nor-
                            approvvigionamenti durante i periodi         vegia e Algeria; inoltre, l’UE importa
                            di crisi, giacché il livello di dipendenza   circa due terzi del proprio fabbisogno
                            dalle importazioni varia considerevol-       petrolifero dall’Organizzazione dei
                            mente da un paese all’altro dell’UE.         paesi esportatori di petrolio (OPEC) e
                            Circa l’80 % dell’energia che consuma        dalla Russia. Nel 2006 il livello gene-
                            l’UE proviene da combustibili fossili —      rale della dipendenza dell’UE in rela-
                            petrolio, gas naturale e carbone — che       zione alle energie importate era pari al
                            rappresentano importanti fonti di            53,8 %.
                            emissioni di CO2. La tecnologia contri-      Visto che l’UE non possiede risorse pro-
                            buisce a ridurre tali emissioni, e le tec-   prie in combustibili fossili, la diversifi-
                            niche «pulite» di utilizzo del carbone       cazione verso una maggiore produzio-
                            dovrebbero diventare operative nel cor-      ne energetica interna imporrà un mag-
                            so del prossimo decennio. Tuttavia, le       gior ricorso alle tecnologie a tenore di
                            risorse in combustibili fossili sono limi-   carbonio basso o nullo basate su fonti
                            tate e saranno quasi esaurite entro la       d’energia rinnovabili, quali l’energia so-
                            metà del secolo. Limitare il ricorso ai      lare, l’energia eolica, l’energia idraulica
                            combustibili fossili contribuisce quindi     e la biomassa. A lungo termine una
                            a migliorare la sicurezza energetica del-    quota della nostra energia potrebbe ve-
                            l’UE e a limitare il cambiamento clima-      nire anche dall’idrogeno. In alcuni pae-
                            tico.                                        si dell’UE anche l’energia nucleare farà
                            In più, le risorse proprie di combustibi-    parte del mix di energie. Nel prossimo
                            li fossili dell’UE si stanno esaurendo       futuro l’energia nucleare proverrà dalla
                            più rapidamente di quelle del resto del      fissione nucleare, poiché la tecnologia
                            mondo. L’UE è sempre più dipendente          basata sulla fusione nucleare non sarà
                            dalle importazioni e dunque sempre           probabilmente disponibile prima della
                            più vulnerabile di fronte alle crisi dei     seconda metà del secolo.

Berlino è solo una delle
                                                                                                                                                © Berliner Verkehrsbetriebe, BVG

molte città dell’UE dove
 grazie ai contributi dei
     fondi UE circolano
       autobus pubblici
alimentati ad idrogeno.
                                                       14
Consumo di energia per tipo di combustibile, 2006

         Belgio
       Bulgaria
Repubblica ceca
     Danimarca
      Germania
        Estonia
        Irlanda
         Grecia
        Spagna
        Francia
          Italia
          Cipro
       Lettonia
       Lituania
  Lussemburgo
      Ungheria
          Malta
     Paesi Bassi
        Austria
        Polonia
     Portogallo
      Romania
       Slovenia
     Slovacchia
      Finlandia
         Svezia
   Regno Unito
         EU-27

                   0%                  20%              40%        60%              80%           100%

                         Combustibili        Petrolio        Gas         Nucleare         Rinnovabili
                         solidi
                    Fonte: Eurostat.

                                                        15
L a l o t t a c o n t ro i c a m b i a m e n t i c l i m a t i c i

 Se non useremo l’energia
      in modo più saggio,
i ghiacciai continueranno

                                                                                                                                                 © Corbis
              a sciogliersi.

                               Una politica ambiziosa                     energetico da fonti rinnovabili entro
                               a favore delle energie                     il 2010. Per raggiungerlo sono state
                               rinnovabili                                adottate nuove leggi che fissano
                                                                          obiettivi nazionali riguardo all’elettri-
                               Sin dagli anni novanta l’UE ha inizia-     cità prodotta a partire da fonti d’e-
                               to a sviluppare ed incoraggiare l’uti-     nergia rinnovabili ed ai biocarburan-
                               lizzo e la produzione di energie rin-      ti nei trasporti, in modo da alzare la
                               novabili per sostituirle ai combustibi-    quota di energie rinnovabili nei pae-
                               li fossili. La promozione dell’energia     si dell’UE. Inoltre il settore privato è
                               rinnovabile permette di differenziare      stato incoraggiato a compiere gli in-
                               l’utilizzo delle fonti di energia e con-   vestimenti necessari.
                               tribuisce alla sicurezza dell’approvvi-
                               gionamento energetico nonché allo          Nel 2007 i capi di Stato o di governo
                               sviluppo di nuove industrie e tecno-       dell’UE hanno adottato una posizio-
                               logie.                                     ne ancor più rigorosa, fissando l’o-
                                                                          biettivo di ricavare il 20 % della no-
                               Inizialmente i paesi dell’UE avevano       stra energia da fonti rinnovabili entro
                               concordato un obiettivo indicativo         il 2020. In seguito a tale decisione
                               del 12 % per l’approvvigionamento          sono stati fissati obiettivi nazionali

                                                        16
Previsioni di crescita nella produzione di elettricità verde nell’UE

                                      Produzione di energia in terawatt/ora per anno

                                                                                                         Eolica in mare aperto

                                                                                                         Eolica sulla terraferma

                                                                                                         Moto ondoso e maree

                                                                                                         Elettricità termica solare

                                                                                                         Cellule solari

                                                                                                         Grandi impianti idroelettrici

                                                                                                         Piccoli impianti idroelettrici

                                                                                                         Elettricità geotermica

                                                                                                         Rifiuti organici

                                                                                                         Biomassa solida

                                                                                                         Biogas
          Tutte le cifre successive al 2004 sono previsioni

          Fonte: CE.

diversi per ciascun paese, al fine di                         to ma riutilizzato, ad esempio nei si-
raggiungere il 20 % per l’UE come                             stemi di riscaldamento urbano. Le
entità unica. L’obiettivo del 20 % da                         caldaie a biomassa saranno sempre
fonti rinnovabili presuppone un nuo-                          più diffuse negli edifici, sostituendo
vo obiettivo vincolante: infatti, entro                       gli impianti di riscaldamento elettrici
il 2020 il 10 % dei nostri carburanti                         ad acqua calda o a combustibile li-
destinati ai trasporti dovrà provenire                        quido. È previsto anche un aumento
da fonti rinnovabili, compresi i bio-                         dell’estrazione di calore dal suolo
carburanti. Questi obiettivi permette-                        (fonti geotermiche) e del ricorso all’e-
ranno di aumentare in maniera radi-                           nergia solare. L’aumento più marcato
cale il ricorso alle energie rinnovabili.                     nella produzione di elettricità avverrà
                                                              assai probabilmente nel campo del-
In futuro aumenterà il ricorso alle                           l’energia eolica, grazie a turbine sem-
biomasse (legno), al biogas e ai rifiu-                       pre più numerose ed efficaci. Infine,
ti biodegradabili, ad esempio nelle                           un maggiore ricorso ai carburanti rin-
centrali elettriche, nonché alla coge-                        novabili nei trasporti permetterà di ri-
nerazione, tecnica in base alla quale                         durre le emissioni di CO2 di questo
il vapore generato durante la produ-                          settore in rapida crescita.
zione di elettricità non viene spreca-

                                                                         17
L a l o t t a c o n t ro i c a m b i a m e n t i c l i m a t i c i

Un nuovo ruolo per l’agricoltura e la silvicoltura
La bioenergia (una delle fonti d’energia rinnovabile insieme all’energia solare, all’energia eoli-
ca, all’energia idraulica e all’energia geotermica) ricavata in agricoltura e in silvicoltura svolge
un ruolo chiave nella lotta al cambiamento climatico e nel rafforzare la sicurezza del riforni-
mento energetico.

La bioenergia viene ricavata dalla biomassa solida, dal biogas o da biocombustibili liquidi di-
sponibili in tutta Europa. La biomassa è fornita dalla silvicoltura, dall’agricoltura nonché dai ri-
fiuti organici e dai residui, mentre i biocombustibili liquidi provengono attualmente soprattut-
to dai seminativi. La biomassa, il biogas e i biocombustibili in generale sono facilmente stoc-
cabili, il che significa che la bioenergia può essere ricavata da essi a seconda della necessità.
Questi combustibili generano sia elettricità sia calore diretto, e fungono anche da combustibi-
li per i trasporti. La bioenergia rappresenta circa la metà dell’energia rinnovabile consumata
nell’UE.

Nel settore dei trasporti, i biocarburanti rappresentano finora l’unica alternativa disponibile su
grande scala alla benzina e al gasolio. Incoraggiare l’utilizzo di biocarburanti contribuisce a ri-
durre le emissioni e amplia la scelta per quanto riguarda l’approvvigionamento.

L’Unione dispone di un significativo potenziale agricolo per produrre biocarburanti. Nel futuro
prossimo i biocarburanti non saranno più prodotti solo a partire da colture già utilizzate per
l’alimentazione umana ed animale, ma anche da una gamma assai più ampia di prodotti agri-
coli e forestali e di rifiuti organici. Che sia basata nell’Unione o al suo esterno, dobbiamo fare
sì che la produzione di biocarburanti abbia carattere sostenibile, cioè non comporti il disbo-
scamento o la perdita di biodiversità, né comprometta la produzione alimentare.

                          Risparmiare energia
                          Il mezzo più semplice per migliorare la       di ridurre le spese energetiche di ben
                          sicurezza dell’approvvigionamento e           100 miliardi di euro all’anno.
                          combattere il cambiamento climatico           Questo traguardo può sembrare diffici-
                          consiste nel ridurre la domanda di ener-      le da raggiungere, ma nella pratica esi-
                          gia. Si tratta dunque di utilizzare l’ener-   stono grandi margini per utilizzare l’e-
                          gia in maniera più efficiente per evita-      nergia in modo assai più efficiente, a
                          re qualsiasi spreco. Questo obiettivo         volte con pochi sforzi. Ad esempio, l’eti-
                          può essere raggiunto grazie alle tecno-       chettatura indicante il consumo di
                          logie che consentono il risparmio ener-       energia, le norme minime di efficienza
                          getico, oppure cambiando il nostro            e gli accordi volontari dei produttori di
                          comportamento, o tramite una combi-           apparecchi elettrodomestici hanno fi-
                          nazione dei due metodi. Ma il risparmio       nora permesso di ridurre il consumo di
                          energetico è innanzitutto un intelligen-      energia di un frigorifero o congelatore
                          te comportamento economico: infatti,          nuovo medio di circa il 50 % dal 1990.
                          l’obiettivo dell’Unione di usare il 20 %      Per quanto riguarda molti altri appa-
                          di energia in meno entro il 2020 ri-          recchi, come le lavatrici o le lavastovi-
                          spetto agli standard attuali permetterà       glie, sono stati ottenuti risparmi di oltre
                                                     18
il 25 %. Il programma internazionale           vi e più efficienti materiali isolanti. Tali
                    «Energy Star» fornisce consulenze sulle        misure potrebbero ridurre entro il 2020
                    apparecchiature informatiche e da uffi-        il consumo di energia negli edifici del
                    cio più efficienti dal punto di vista ener-    28 %, pari a un risparmio di oltre il
                    getico.                                        10 % del consumo energetico totale
                    I trasporti sono uno dei settori dove esi-     dell’Unione.
                    ste ancora un considerevole potenziale         Gli apparecchi elettrici inefficienti sono
                    non sfruttato in materia di efficienza         causa di enormi perdite d’energia. È per
                    energetica: l’Unione sta collaborando          questo che l’Unione europea cerca di
                    con l’industria automobilistica e con          favorire la produzione di apparecchia-
                    quella petrolifera per invertire questa        ture ancora più efficienti attraverso
                    tendenza e ridurre la quantità di CO2          l’obbligo di etichettatura indicante il
                    emessa dagli autoveicoli. Considerando         consumo di energia e le norme minime
                    che gli ingorghi stradali comportano           di efficienza.
                    enormi sprechi di carburante, si sta la-       Una gestione più efficiente dell’illumi-
                    vorando anche a una serie di progetti          nazione nelle nostre strade, nei nostri
                    infrastrutturali e di iniziative volte a ri-   uffici e nelle nostre case è relativamen-
                    durre la congestione del traffico.             te facile da raggiungere, e le nuove nor-
                    Gli edifici sono responsabili del 40 %         me comunitarie a questo riguardo en-
                    dell’intera domanda di energia dell’U-         treranno probabilmente in vigore entro
                    nione europea. Inasprire le norme per          la fine del decennio. Ad esempio, pas-
                    gli edifici e i loro sistemi di riscalda-      sare dalle lampadine normali a quelle a
                    mento e di produzione di acqua calda           risparmio energetico permette di ridur-
                    permetterà di ridurre il consumo ener-         re il consumo energetico di oltre il
                    getico e le emissioni generate da ineffi-      75 %. Certo, queste lampadine costa-
                    cienti sistemi di riscaldamento e raf-         no di più, ma l’investimento verrà più         Procuratevi informazioni
                                                                                                                  sul consumo di energia;
                    freddamento. Inoltre, la ricerca indu-         che compensato dalla riduzione della
                                                                                                                  l’etichetta energetica UE
                    striale contribuirà allo sviluppo di nuo-      bolletta dell’elettricità.                     nei colori rosso, giallo e
                                                                                                                  verde vi aiuterà.
© Van Parys Media

                                                                               19
L a l o t t a c o n t ro i c a m b i a m e n t i c l i m a t i c i

Una lampadina a basso
consumo di energia è la

                                                                                                                                                © Carofoto
 scelta più economica a
          lungo termine.

                           Molti di noi usano energia senza ren-         La cooperazione internazionale
                           dersi conto di quanti sprechi siano pro-
                                                                         La nostra dipendenza dalle importazio-
                           vocati dal nostro comportamento. Do-
                                                                         ni diminuirà, ma certo non scomparirà.
                           tare le nostre automobili e le nostre ca-
                                                                         Sarà dunque fondamentale mantenere
                           se di sistemi di misurazione più sofisti-
                                                                         buone relazioni con i paesi produttori di
                           cati ci permetterà di utilizzare l’energia
                                                                         energia o di transito dell’energia. Ciò si-
                           in modo più intelligente. Questo però
                                                                         gnifica cooperare con i paesi orientali e
                           comporta un cambiamento delle nostre
                                                                         meridionali: la Russia, i paesi dell’Euro-
                           abitudini. La campagna «Energia soste-
                                                                         pa orientale che confinano con l’Unio-
                           nibile per l’Europa» fornisce una serie di
                                                                         ne, i paesi dell’Asia centrale e i paesi
                           lungimiranti esempi in proposito.
                                                                         che si affacciano sul Mar Caspio, sul
                                                                         Mar Nero e sul Mediterraneo.
                           I luoghi con le maggiori probabilità di
                           produrre idee fresche e innovative ri-
                                                                         Sarà altrettanto importante cooperare
                           guardo alla lotta contro il riscaldamen-
                                                                         con gli altri paesi consumatori, siano es-
                           to globale sono le nostre città, ma in
                                                                         si paesi industrializzati o in via di svi-
                           questo settore il successo dipende dal-
                                                                         luppo, per decidere insieme le misure
                           la partecipazione attiva dei cittadini.
                                                                         volte a ridurre i gas responsabili dell’ef-
                           Questo principio è alla base del «Patto
                                                                         fetto serra, a utilizzare più efficiente-
                           dei sindaci», con cui le città aderenti ga-
                                                                         mente l’energia e a sviluppare tecnolo-
                           rantiscono il proprio impegno incondi-
                                                                         gie energetiche rinnovabili e a bassa
                           zionato a superare gli obiettivi posti
                                                                         emissione, in particolare la cattura e lo
                           dall’UE in materia di riduzione delle
                                                                         stoccaggio del carbonio. Il settore della
                           emissioni di CO2.
                                                                         ricerca svolgerà un ruolo chiave nella
                                                                         diffusione di tecnologie energetiche in-
                                                                         sieme pulite e accessibili.

                                                      20
Il ruolo della tecnologia

Ridurre l’utilizzo dei combustibili fos-    venzioni per la ricerca nelle tecnolo-
sili può significare che in futuro vi-      gie energetiche a tasso di carbonio
vremo diversamente, ma non che do-          basso o pari a zero. Il programma co-
vremo sacrificare la qualità della no-      munitario per la competitività e l’in-
stra vita, oggi o domani. Le tecnolo-       novazione, che include un sottopro-
gie possono apportare un contributo         gramma intitolato «Energia intelli-
essenziale a un utilizzo più efficace       gente — Europa», prevede anche fi-
dell’energia nelle nostre vite quoti-       nanziamenti per la ricerca in materia
diane, nell’industria, nei trasporti e      di energia e la promozione dei rispar-
nel contesto dello sviluppo sosteni-        mi energetici.
bile.
                                            Un’ampia quota di questi finanzia-
L’industria dell’Unione europea è la        menti andrà a progetti dedicati diret-
prima al mondo nel campo dell’e-            tamente o indirettamente al cambia-
coinnovazione e dell’energia sosteni-       mento climatico. In particolare ricor-
bile, e questo la pone in prima fila        diamo: lo sviluppo dell’idrogeno e
nella corsa alla crescita e alla crea-      delle celle a combustibile, ai quali do-
zione di posti di lavoro. L’industria eu-   vremo ricorrere in misura sempre
ropea è posizionata così bene perché        maggiore via via che il nostro utilizzo
un terzo circa del mercato mondiale         di combustibili fossili diminuirà; la
delle eco-industrie e dei sistemi di        cattura e lo stoccaggio del CO2; l’ef-
energia sostenibile sono di suo ap-         ficienza energetica; trasporti non in-
pannaggio. Le imprese europee sono          quinanti ed efficienti e materiali ri-
inoltre dominanti nel campo della so-       spettosi dell’ambiente.
stenibilità in quasi tre quarti dei prin-
cipali settori industriali, e le eco-in-    Inoltre, l’Unione contribuisce alla dif-
dustrie, così come i sistemi e i servizi    fusione delle migliori pratiche e ha
energetici sostenibili, offrono centi-      creato una piattaforma scientifica in
naia di migliaia di posti di lavoro.        seno alla quale esperti di alto livello
                                            possono scambiare le proprie cono-
Promuovere                                  scenze. Queste attività prevedono un
l’innovazione pulita                        piano strategico per le tecnologie
                                            energetiche, mirato a consentire al-
Il programma d’azione UE per la tec-        l’UE di fungere da apripista verso una
nologia ambientale prevede un ven-          vera e propria rivoluzione nel nostro
taglio di misure volte a favorire l’e-      approccio all’approvvigionamento,
coinnovazione e le tecnologie am-           alla produzione e alla distribuzione
bientali. Esso promuove la ricerca e lo     dell’energia. Sono anche previste
sviluppo, mobilita fondi e migliora le      piattaforme tecnologiche, come ad
condizioni del mercato. Nell’ambito         esempio la piattaforma europea per
del suo settimo programma quadro di         le tecnologie dell’idrogeno e delle
finanziamento a favore della ricerca e      celle a combustibile.
dello sviluppo tecnologico (2007-
2013), l’Unione stanzia notevoli sov-

                                                       21
L a l o t t a c o n t ro i c a m b i a m e n t i c l i m a t i c i

Ridurre il proprio apporto alle emissioni
di carbonio
La riduzione del contributo dell’Unione alle emissioni di carbonio non richiede solo decisioni poli-
tiche da prendere nella lontana Bruxelles o ingenti investimenti da parte delle imprese. Si tratta
anche di fornire un contributo individuale e di tenersi informati. Cambiando di poco le nostre abi-
tudini possiamo ottenere grandi risultati.
A casa
Il 70 % dell’energia usata dai nuclei familiari nell’UE viene impiegata per riscaldare le case e il
14 % per scaldare l’acqua. Prendendo le misure seguenti potremo ridurre le emissioni, spesso an-
che risparmiando.
 Ridurre la temperatura del riscaldamento centralizzato anche solo di 1 °C; regolando il termo-
   stato a una temperatura ancora inferiore quando si è fuori casa o di notte, si può riuscire a ri-
   durre la bolletta energetica di un quarto.
 Isolare i condotti del riscaldamento centralizzato e le pareti. Le perdite di calore tramite le pa-
   reti, il tetto e il pavimento rappresentano oltre il 70 % delle perdite totali di calore. Approfit-
   tiamo dei lavori di ristrutturazione per perfezionare le prestazioni energetiche della nostra abi-
   tazione.
 Allontanare il frigorifero dai fornelli o dal boiler, in modo che il calore non costringa il frigori-
   fero a lavorare a ritmi più elevati. Impedire che si crei della brina; lasciare raffreddare il cibo pri-
   ma di riporlo nel frigorifero.
 Usare gli elettrodomestici con intelligenza. Usare la lavatrice o la lavastoviglie solo quando so-
   no piene, riflettere sul programma da impostare, utilizzare l’asciugabiancheria solo se stretta-
   mente necessario. Quando si prepara il tè o il caffè, usare solo la quantità d’acqua necessaria.
   Se noi tutti evitassimo di far bollire un litro di acqua superflua al giorno, l’energia risparmiata
   basterebbe ad alimentare un terzo dell’illuminazione stradale europea.
 Spegnere. Spegnere cinque lampade nei corridoi e nelle stanze di casa quando non servono può
   farci risparmiare circa 60 euro all’anno. Spegniamo anche il computer nel nostro ufficio e non di-
   mentichiamoci di staccare il caricatore del cellulare dalla presa elettrica quando non lo utilizziamo.
 Non lasciare gli elettrodomestici in «standby». Spegnere completamente gli apparecchi elet-
   tronici, i computer, i modem ecc. e non lasciarli in modalità «standby». Questo accorgimento può
   farci risparmiare ben 100 euro all’anno.
 Chiudere il rubinetto mentre ci laviamo i denti e fare la doccia invece del bagno. Facendo un
   bagno si consuma fino al quadruplo di acqua in più che facendo una doccia di media durata.
 Differenziare per riciclare. Riciclare una lattina d’alluminio fa risparmiare il 90 % dell’energia
   necessaria per produrne una nuova. Riciclare i rifiuti organici per trasformarli in compost. Ridur-
   re la quantità di rifiuti usando meno prodotti e imballaggi «usa e getta», fare acquisti intelligenti:
   una bottiglia da 1,5 litri richiede meno energia nella produzione e nel cassonetto ingombra me-
   no di tre bottiglie da mezzo litro.
 Passare all’elettricità «verde». Approfittare del mercato per scegliere i fornitori che offrono ener-
   gia pulita e una maggiore qualità.
In macchina
Guidare in maniera rispettosa per l’ambiente può abbattere i consumi di carburante del 5 %. Ec-
co alcuni esempi di guida ecologica.

                                                       22
 Partire subito dopo avere messo in moto. Riscaldare il motore consuma più carburante. Non pi-
                      giare troppo sull’acceleratore e passare alle marce alte appena possibile: fanno risparmiare car-
                      burante.
                     Controllare la pressione degli pneumatici. Bastano 0,5 bar in meno per consumare il 2,5 % di
                      carburante in più.
                     Usare oli motore a bassa viscosità. Un olio di qualità superiore può ridurre il consumo di carbu-
                      rante e le emissioni di CO2 di oltre il 2,5 %.
                     Chiudere i finestrini, soprattutto alle velocità più elevate, e smontare il portabagagli dal tet-
                      to. Perfino un portabagagli vuoto può far salire il consumo di carburante e le emissioni di CO2 fi-
                      no al 10 %.
                     Rallentare e guidare con regolarità. Chi viaggia a oltre 120 km orari consuma il 30 % di car-
                      burante in più per chilometro di chi viaggia a 80 km orari. Anche mantenere una velocità stabi-
                      le riduce i consumi.
                    Inoltre...
                     Viaggiare in treno. Una persona che viaggia in treno emette due terzi di anidride carbonica in
                      meno rispetto a una persona che viaggia in automobile da sola.
                     Pensare a mezzi di trasporto alternativi all’aereo. I trasporti aerei sono la fonte di emissioni di
                      CO2 che cresce al ritmo più veloce a livello mondiale. Oggi però chi prende l’aereo può «compen-
                      sare» le proprie emissioni di carbonio. Esistono infatti apposite organizzazioni a cui si possono ver-
                      sare modeste somme di «compensazione», che esse provvederanno a investire in energia rinnova-
                      bile o nella piantagione di alberi.
                     Andare in bicicletta, camminare, ricorrere al car pooling, usare i mezzi di trasporto pubblici e
                      avvalersi del telelavoro.
                     Fare acquisti intelligenti. Acquistare apparecchi contrassegnati da etichette che ne testimoniano
                      l’efficienza energetica, merci con imballaggi leggeri e riciclabili, prodotti alimentari locali e auto-
                      mobili a basso consumo di carburante e con un basso livello di emissioni di CO2 per chilometro.
© Van Parys Media

                                                                                                           Sprecare acqua
                                                                                                           spreca energia.
                                                                   23
Per approfondire:
  Azione sul clima — Energia per un mondo che
  cambia: ec.europa.eu/climateaction
  Cambiamento climatico:
  ec.europa.eu/environment/climat/home_en.htm
  L’azione dell’UE contro il cambiamento climatico: lanciare l’azione globale verso il 2020 e oltre
  (opuscolo):
  ec.europa.eu/environment/climat/pdf/bali/post_2012.pdf
  Campagna «Energia sostenibile per l’Europa»:
  www.sustenergy.org
  Iniziativa «ManagEnergy»:
  www.managenergy.net
  Informazioni dettagliate sul cambiamento climatico a cura dell’Agenzia europea dell’ambiente
  (dati e relazioni): www.eea.europa.eu/themes/climate

L’Unione europea

                       Stati membri dell’Unione europea (2008)
                       Paesi candidati

                                                   24
Altre informazioni sull’Unione europea
                    Collegatevi online
                    Informazioni in tutte le lingue ufficiali dell’Unione europea sono disponibili all’indirizzo
                    europa.eu

                    Visitateci
                    In tutta l’Europa esistono centinaia di centri locali di informazione UE. Potete trovare
                    l’indirizzo del centro più vicino a voi sul sito europedirect.europa.eu

                    Chiamateci o scriveteci
                    Europe Direct è un servizio che risponde alle vostre domande sull’Unione europea. Potete
                    contattare questo servizio telefonando al numero verde 00 800 6 7 8 9 10 11 oppure,
                    dall’esterno dell’UE, al numero di telefono a pagamento (32-2) 299 96 96 o ancora per
                    posta elettronica attraverso il formulario accessibile dal sito europedirect.europa.eu
                    Informatevi sull’Europa
                    Consultate pubblicazioni sull’UE con un semplice clic sul sito web EU Bookshop:
EU Bookshop
                    bookshop.europa.eu

Per ottenere informazioni e pubblicazioni sull’Unione europea in lingua italiana, rivolgersi a:

RAPPRESENTANZE                               UFFICI
DELLA COMMISSIONE EUROPEA                    DEL PARLAMENTO EUROPEO

Rappresentanza in Italia                     Ufficio per l’Italia
Via IV Novembre, 149                         Via IV Novembre, 149
I-00187 Roma                                 I-00187 Roma
Tel. (39) 06 69 99 91                        Tel. (39) 06 69 95 01
Fax (39) 066 79 16 58/36 52                  Fax (39) 06 69 95 02 00
Internet: ec.europa.eu/italia                Internet: www.europarl.it
E-mail: comm-rep-it-info@ec.europa.eu        E-mail: eproma@europarl.europa.eu

Per richiedere le pubblicazioni:             Ufficio di Milano
CIDE                                         Corso Magenta, 59
Via IV Novembre, 149                         I-20123 Milano
I-00187 Roma                                 Tel. (39) 02 43 44 171
Tel. (39) 06 69 99 92 27/30                  Fax (39) 024 34 41 75 00
Fax (39) 066 78 61 59                        Internet: www.europarl.it
E-mail: info@cide.it                         E-mail: epmilano@europarl.europa.eu

Rappresentanza a Milano
Corso Magenta, 59
I-20123 Milano
Tel. (39) 024 67 51 41
Fax (39) 024 81 85 43
Internet:
ec.europa.eu/italia/milano/milano_it.htm
E-mail: comm-rep-mil@ec.europa.eu

Altre rappresentanze e uffici della Commissione europea e del Parlamento europeo si trovano nei paesi membri dell’U-
nione europea. Delegazioni della Commissione europea si trovano anche in altri paesi del mondo.
                                                                                                                   Maggio 2007
IT
ec.europa.eu/climateaction

                                                                 Ormai è un dato acquisito in
                                                                 tutto il mondo: se non
                                                                 agiremo in fretta, il nostro
                                                                 pianeta subirà un
                                 Energia per un mondo che cambia cambiamento climatico
                                                                 irreversibile. L’UE ha già dato

                                                                                                   NA-AB-08-128-IT-C
                      una risposta chiara adottando una politica integrata in materia di
                      energia e di cambiamento climatico e impegnandosi a ridurre le
                      emissioni di gas responsabili dell’effetto serra di almeno il 20 %
                      entro il 2020 nonché a condurre negoziati internazionali mirati a
                      raggiungere obiettivi ancora più ambiziosi. Ciò contribuirà a
                      evitare che la temperatura del pianeta salga di più di 2 °C, cioè al
                      livello che sempre più scienziati considerano come il punto di non
                      ritorno. Per raggiungere questo obiettivo dobbiamo utilizzare le             ISSN 1022-8284
                      risorse energetiche in maniera più sostenibile, optare per forme
                      d’energia rinnovabili, catturare e stoccare l’anidride carbonica e
                      lottare più fermamente per invertire il disboscamento delle foreste.
                      Questa sfida potrebbe richiedere dei cambiamenti nelle nostre
                      abitudini quotidiane, ma consentirà di salvaguardare la qualità
                      della nostra vita e quella delle generazioni future.

                                                                          ISBN 978-92-79-09755-3
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