Lelio Basso San Gimignano Lelio Basso San Gimignano - Conferenza di Sergio Dalmasso su Lelio Basso, a San Gimignano
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Lelio Basso San Gimignano Lelio Basso San Gimignano Conferenza di Sergio Dalmasso su Lelio Basso, a San Gimignano
Sergio Dalmasso, storico e studioso del Movimento Operaio, con la presentazione del libro “Lelio Basso.
La ragione militante: vita e opere di un socialista eretico” a San Gimignano per Sinistra&Culture ha ripercorso fasi decisive di storia della sinistra eretica dal dopoguerra ad oggi. La lettura non conformista del marxismo di Basso, vicina a quella di Rosa Luxemburg, propone domande attualissime alla sinistra contemporanea. Introduce il dibattito Ernesto Nieri, Presidente di Sinistra&Culture. 4 aprile 2019. Video di Dante Pallecchi. LELIO BASSO – Sergio Dalmasso La ragione militante: vita e opere di un socialista eretico Prefazione di Piero Basso «Quando Lelio Basso morì / contammo gli anni passati / della nostra giovinezza / e adulti ci inerpicammo / sugli impervi sentieri / del movimento operaio / alla resa dei conti con la storia» (Antonio Lombardi). Sinossi Non aveva ancora compiuto 25 anni, Lelio Basso, quando venne tratto in arresto e confinato all’isola di Ponza. La sua “colpa”, nel 1928, era quella di essere un convinto antifascista e di comportarsi come tale. Un’attitudine che, nel corso di un memorabile esame di filosofia morale sostenuto da Basso, costrinse il professore da cui era interrogato ad affermare: «Io non ho alcun diritto d’interrogarla sull’etica kantiana: resistendo a un regime oppressivo lei ha dimostrato di conoscerla molto bene. Qui il maestro è lei. Vada, trenta e lode». E se allo studioso Lelio Basso si dovrà, tra le tante cose, la diffusione del pensiero di Rosa Luxemburg in Italia, fu grazie alla sua visione della lotta partigiana se la Resistenza guadagnò un respiro di massa. Ancora, per comprendere la complessità e l’importanza del personaggio, è a Lelio Basso, in quanto membro della Costituente, che si devono gli articoli 3 e 49 della Costituzione mentre, da strenuo difensore dei diritti umani quale fu, diede un contributo fondamentale alla fondazione di organismi quali il Tribunale Russell, chiamato a giudicare i crimini statunitensi in Vietnam.
Con partecipazione e competenza, Sergio Dalmasso rievoca la vita di Lelio Basso, dà voce alle sue lotte e entra nei particolari del suo lavoro politico, spiegando le rielaborazione bassiana del materialismo storico e restituendo il giusto merito a una delle figure più importanti della storia italiana contemporanea. Libri DALMASSO su AMAZON: Lelio Basso Genova Lelio Basso Genova Prosegue il tour italiano di presentazione dei libri di Sergio DALMASSO a Genova con
Lelio Basso. Un socialista eretico LELIO BASSO A GENOVA PRA’, Sabato 6 aprile 2019 alle ore 18.00 presentazione, presso il Circolo PRC Curiel – Casa della Sinistra Orsola Paone in Piazza Sciesa Amatore, Genova, del libro Lelio basso. La ragione militante: vita e opere di un socialista eretico.
Seguirà Apericena di autofinanziamento Un cordiale invito a tutti coloro che vorrano e potranno esserci. Sergio Non aveva ancora compiuto 25 anni, Lelio Basso, quando venne tratto in arresto e confinato all’isola di Ponza.
La sua “colpa”, nel 1928, era quella di essere un convinto antifascista e di comportarsi come tale. Intanto, se allo studioso Lelio Basso si dovrà, tra le tante cose, la diffusione del pensiero di Rosa Luxemburg in Italia, fu grazie alla sua visione della lotta partigiana se la Resistenza guadagnò un respiro di massa. Ancora, per comprendere la complessità e l’importanza del personaggio, è a Lelio Basso, in quanto membro della Costituente, che si devono gli articoli 3 e 49 della Costituzione mentre, da strenuo difensore dei diritti umani quale fu, diede un contributo fondamentale alla fondazione di organismi quali il Tribunale Russell, chiamato a giudicare i crimini statunitensi in Vietnam. Con partecipazione e competenza, Sergio Dalmasso rievoca la vita di Lelio Basso, dà voce alle sue lotte e entra nei particolari del suo lavoro politico, spiegando le rielaborazione bassiana del materialismo storico e restituendo il giusto merito a una delle figure più importanti della storia italiana contemporanea. Prefazione di Piero Basso. Libro disponibile anche su AMAZON Conversazione vangelo di Tommaso Conversazione vangelo di Tommaso Franco Di Giorgi e Domenico Curtotti dialogheranno coinvolgendo il pubblico, il 12 aprile 2019 presso la sala arancione – ZAC (Movicentro, Ivrea) dalle ore 18.00 alle ore 19.30, sul vangelo di Tommaso. Di seguito la locandina dell’evento, assieme ad un cordiale invito a tutti gli interessati.
Il Vangelo di Tommaso, scoperto nel 1945 in un vaso insabbiato nei pressi di Khenoboskhion, in alto Egitto, è coevo al Vangelo di Giovanni e la testimonianza di un cristianesimo molto antico, al di qua dell’opposizione di “ortodossia” ed “eterodossia”. Se il Gesù del Vangelo di Giovanni domanda che si “creda” perché non ci colpisca “l’ira di Dio”, il Gesù di Tommaso ci esorta a cercarlo strenuamente dentro di noi e dovunque intorno a noi: è il taglio interioristico e pan- cristico di questo straordinario vangelo, che scuote dalle fondamenta l’edificio dottrinale di secoli di cristianesimo. Per la Pagels, è “la scoperta più sconvolgente del cristianesimo delle origini”; per altri studiosi e teologi, anche cattolici, è senz’altro “il quinto evangelo”, che per antichità, dignità, profondità e bellezza dovrebbe ritrovare il suo posto accanto ai vangeli “canonici”. La presente edizione, corredata dal puntuale commento ad ogni “detto” di Gesù e da un vasto apparato informativo, vuole rendere il testo pienamente fruibile anche al lettore comune. In appendice l’edizione offre un’altra straordinaria testimonianza del cristianesimo antico: la Danza pasquale di Cristo, l’abbraccio nel Crocifisso del donare e dell’accogliere, della vita e della morte, del bene e del male, dell’uomo e di Dio. Hodós eirénes Hodós eirénes di Franco Di Giorgi
Presentazione di “Hodós eirénes” Non c’è nessuno che sia giusto, neppure uno. Non c’è uomo che sia sensato, non c’è chi cerchi Dio. Tutti deviarono, insieme si ridussero a inutilità. Non c’è chi faccia il bene, neppure uno (Salmi 14, 1-3). Sepolcro spalancato la loro gola, con la loro lingua tramavano inganni (Salmi 5, 10).
Veleno di serpenti sotto le loro labbra (Salmi 140, 4). Piena di maledizione e di amarezza la loro bocca (Salmi 10, 7). Rapidi i loro piedi a versare sangue. Distruzione e disgrazia sui loro cammini. E il sentiero della pace lo ignorarono (Rm 3, 10-17). Vivere e non accorgersi di ex-sistere, di star fuori. Esservi o essere già in questo sentiero e tuttavia non saperlo, ignorarlo, non poterlo (non potersi) raggiungere e quindi essere costretti a cercarlo (a cercarsi) continuamente: ecco l’essenza dell’hodós eirénes. Un sentiero che passa dall’essere e dall’esserci: li accomuna, li collega, li mette in relazione, in comunicazione. Informazione del libro Edizione : 2a Anno pubblicazione : 2019 Formato : 11,4×17,2 Foliazione : 324 pagine Copertina : morbida Stampa : bn Spero sia di vostro gradimento questa nuova segnalazione libraria. Un cordiale saluto. Franco Di Giorgi Rosa Luxemburg Grosseto Rosa Luxemburg Grosseto Una donna chiamata rivoluzione Vita e opere di Rosa Luxemburg di Sergio Dalmasso
GIORNO: SABATO 30 MARZO 2019 alle ore 18:00 La cultura della politica … la politica della cultura PRESENTAZIONE DEL LIBRO: “UNA DONNA CHIAMATA RIVOLUZIONE. VITA E OPERE DI ROSA LUXEMBURG” interverranno: SERGIO DALMASSO Saggista, storico – Autore del libro ADRIANO POLETTO LUOGO: Capannone viale Europa 65 – Grosseto ORGANIZZATO dalla Federazione Provinciale di Rifondazione Comunista Grosseto A SEGUIRE PER CHI LO DESIDERA Alle ore 20.00 Cena di auto finanziamento – Prezzi popolari *** Sergio dalmasso: Nato a Boves, in provincia di Cuneo, nel 1948, è impegnato in politica fin dai tempi della scuola superiore e del Movimento Studentesco. Militante del Pdup e, in seguito, di Democrazia Proletaria, è stato segretario provinciale di Rifondazione Comunista dal 1991 al 1995 e dal 2003 al 2005. Consigliere regionale Piemonte dal 2005-2010. Parallelamente, sia come presidente del CIPEC di Cuneo, sia come
collaboratore avendone ceduto le redini al giovane Nello Fierro, porta avanti un’intensa attività di studio e divulgazione della storia e della cultura del movimento operaio con i quaderni del CIPEC (e non soltanto) arrivati al 25- esimo anno di pubblicazione. Tra le sue pubblicazioni, per Red Star Press, anche il volume Lelio Basso. La ragione militante: vita e opere di un socialista eretico (2018). Ha inoltre insegnato lettere per 40 nelle scuole superiori.
Conferenza Rosa Luxemburg Vigevano Conferenza Rosa Luxemburg Vigevano Sabato 23 marzo 2019 si è svolta la conferenza su Rosa Luxemburg di Sergio Dalmasso presso il circolo del PRC Hugo Chavez a Vigevano. In occasione è stato presentato agli astanti il libro su Lelio Basso e su Rosa Luxemburg di Dalmasso. La conferenza è stata videoripresa da Rino Arrigoni. Notizia pubblicata anche sul sito Rifondazione comunista Vigevano Un momento della conferenza estrapolata dal filmato:
Per tutti coloro che non lo hanno e volessero acquistare il libro Una donna chiamata rivoluzione, Rosa Luxemburg ricordiamo che è presente in anche in Amazon, assieme all’ottimo testo su Lelio Basso un socialista eretico. Presentazione libreria UBIK Presentazione libreria UBIK Una donna chiamata rivoluzione Venerdì 22 marzo alle ore 18 Libreria UBIK: incontro con lo scrittore Sergio Dalmasso e presentazione del libro “Una donna chiamata rivoluzione” Vita e opere di Rosa Luxemburg nel centenario della sua uccisione (Editore Red Star Press). Introduce
Franco Zunino Presentazione libreria UBIK CORSO ITALIA, 116R 17100 Savona Telefono: 019 838 6659 Sergio Dalmasso ricostruisce con la mente e con il cuore la storia e le opere di Rosa Luxemburg (tra i classici fondamentali del marxismo). La sua scelta di campo della sovversione dell’ordine costituito da industriali, proprietari terrieri, sbirri e regnanti già quando frequentava ancora il liceo a Varsavia. La sua inesauribile battaglia contro il riformismo, la lotta contro la guerra, l’opposizione al cedimento della socialdemocrazia europea. Gli anni del carcere, la tragica sconfitta del tentativo rivoluzionario e, infine, l’assassinio del gennaio 1919: una perdita di portata epocale per il movimento operaio. I suoi assassini, uccidendola, non riuscirono però a far tacere la sua voce che, più attuale che mai, continua a parlare a chiunque nel tempo continuerà a schierarsi dalla parte degli oppressi.
Foto da facebook di Marco Sferini Convegno Rosa Luxemburg Convegno Rosa Luxembug 100 ANNI DOPO
Convegno Rosa Luxemburg 100 anni dopo. Roma, sabato 16 marzo 2019 ore 10:00 al Centro Congressi Cavour in via Cavour 50/a Introducono: Eleonora Forenza, parlamentare GUE/NGL Paolo Ferrero, vicepresidente Sinistra Europea/European Left Lidia Menapace su Rosa (video) Relazioni: Imma Barbarossa: Genere e Classe, individuale e collettivo Giovanna Capelli: La rivoluzione e la democrazia Sergio Dalmasso: Classe, Consigli, Partito Guido Liguori: Nazionalismo, internazionalismo e guerra Conclusioni di Maurizio Acerbo, segretario nazionale PRC-SE
Fonte: Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea Gruppo parlamentare europeo GUE/NGL *** Rosa Luxemburg, in polacco Róża Luksemburg (Zamość, 5 marzo 1871 – Berlino, 15 gennaio 1919), è stata una filosofa, economista, politica e rivoluzionaria polacca naturalizzata tedesca, teorica del socialismo. Fiera propugnatrice del socialismo rivoluzionario, oltreché tra le principali teoriche del comunismo consiliarista in Germania, che contrappose ideologicamente, rispettivamente, alle più moderate posizioni riformiste del Partito Socialdemocratico di Germania, di cui fu per buona parte della sua
vita una sua esponente di spicco, e alla prassi rivoluzionaria dell’avanguardismo partitico e del conseguente centralismo democratico leninisti, fondò, assieme al sodale Karl Liebknecht, la Lega di Spartaco, col quale prese parte alla fallita rivoluzione tedesca del 1919, durante la quale fu uccisa per mano dei Freikorps. Fonte: Wikipedia Intervento di Sergio Dalmasso al convegno di Roma del 16 marzo 2019 su Rosa Luxemburg
Foto, postata in fb da Sergio Ruggieri
Foto, postate in fb da Rosa Rinaldi Due Rose Due Rose di Diego GIACHETTI
Due sono i libri che la casa editrice Red star press di Roma dedica a Rosa Luxemburg in occasione del centenario della sua morte, avvenuta nella notte fra il 15 e il 16 gennaio quando, assieme a Karl Liebknecht, fu arrestata a Berlino e trucidata dalla soldataglia. Il primo, di Sergio Dalmasso, Una donna chiamata rivoluzione, traccia un succinto e avvincente ritratto della protagonista, cogliendo e intrecciando la dimensione personale con quella pubblica. Il secondo, curato da Nando Simeone e pubblicato in collaborazione col Centro studi Livio Maitan, riprende uno degli scritti più citati, Socialismo o barbarie, di Rosa Luxemburg, col quale è ricordato un saggio che nelle principali raccolte degli scritti della rivoluzionaria polacca appare con il nome di La crisi della socialdemocrazia e ha come riferimento la denuncia dell’atteggiamento dei partiti socialisti della Seconda Internazionale di fronte allo scoppio della Prima guerra mondiale, descritta come un vero e proprio precipitare dell’umanità in una crisi di civiltà, provocata dall’imperialismo capitalista. Tra i classici del marxismo Sia l’autore che il curatore tracciano un ritratto a tutto campo dei temi politici e teorici da lei trattati nel corso della sua vita. La sua opera appartiene pienamente alla definizione di classici del marxismo. Per classici, precisa Dalmasso, sono da intendersi quei testi che davanti ai nodi dell’oggi si rivelano più vivi che mai. Tuttavia, i suoi lavori restano ancora misconosciuti e la sua eredità a dir poco problematica, certamente però è ricca e preziosa, una miniera i cui filoni sono ancora in parte da esplorare e ancora parlano al nostro tempo. Solo con l’impetuoso e gioioso clima prodotto dalle lotte studentesche e operaie degli anni Sessanta e Settanta e la contemporanea nascita di formazioni politiche “eretiche” alla sinistra dei partiti tradizionali, con un certo seguito soprattutto tra le fasce giovanili politicizzate, si ebbe la riscoperta del pensiero di Rosa Luxemburg, come alternativa alla deriva riformista socialdemocratica in Occidente, al socialismo reale di stato ad Oriente e allo stesso leninismo, come provò a fare Lelio Basso, sostenendo
che mentre Lenin aveva concentrato il fuoco della sua battaglia sull’anello più debole della catena capitalistica mondiale, la Luxemburg invece aveva una visione meno tattica e più strategica, a lunga scadenza sui problemi di una rivoluzione in una società capitalistica altamente sviluppata. Fu una riscoperta che faceva i conti con abiure, condanne e calunnie vere e proprie operate da politici e “storici” dei partiti comunisti a partire dall’affermazione dello stalinismo in Unione Sovietica. Nella seconda metà degli anni Venti si coniò l’accusa di luxemburghismo, al pari di trotskismo, bordighismo, anche se meno grave, secondo il vademecum dei peccati stabiliti da Stalin; tutte però erano trattate come deviazioni tipiche dei sostenitori dei nemici della classe operaia. CONTINUA… in dalla parte del torto Giobbe di Roberto Anglisani Giobbe di Roberto Anglisani di Franco Di Giorgi Davvero commovente il Giobbe di Joseph Roth proposto al teatro civico di Chivasso dall’attore Roberto Anglisani nell’adattamento teatrale di Francesco Niccolini.
A proposito del “Giobbe” di Roberto Anglisani Davvero commovente il Giobbe di Joseph Roth proposto al teatro civico di Chivasso dall’attore Roberto Anglisani nell’adattamento teatrale di Francesco Niccolini. Stupefacenti anzitutto due cose. La prima: la capacità sintetica del Niccolini, il quale è riuscito con maestria a ridurre quel meraviglioso romanzo dello scrittore ucraino- austriaco, nel quale si condensa una molteplicità poliedrica di vicende che riflettono in parte la vita di Roth vissuta quasi da “ebreo errante”. La seconda: l’abilità narrativa dell’attore, il quale ha saputo raccontare l’essenza di ogni singolo personaggio, prestando ad essi la voce e adattandovi l’inflessione tonale, senza mai cadere nel banale e nel ridicolo. Anche perché la storia che egli raccontava, pur riguardando persone umili e semplici come Mendel Singer – ulteriore pseudonimo di Giobbe, che nel testo sacro viene presentato come ‘ish tam veiashàr, uomo integro e retto –, tratta in realtà di una tragedia, ossia della banalità attraverso cui si insinua e si manifesta non solo il tragico e il male, ma anche la dolorosa insensatezza dell’esistenza.
Sia Giobbe di Uz, sia Mendel Singer di Zuchnov, infatti, sono la simbolica attestazione del fatto che dinanzi alle dure prove che la vita riserva, l’uomo è tentato di negare un senso a ciò che invece, seppure difficile a vedersi, un senso ce l’ha e come. Sono la rappresentazione del tentativo di voler ridurre e ricondurre, anche inconsapevolmente, il senso solo all’umano e non al divino, come se la dimensione del senso dipendesse solo dall’agire dell’uomo, ossia da un agire calcolabile e programmabile e non anche invece dall’intervento miracoloso del divino o del divino caso. In fondo, malgrado la loro pur evidente e persino ostentata sottomissione al Signore, nonostante il loro timore e tremore dinanzi a Dio, i loro “perché?” – Làmmah? Maddùa’? – innalzati dai due sventurati come suppliche al loro Signore non esprimono altro che questa specie di hýbris ferita, ossia l’arroganza umana che si vede di punto in bianco privata della propria (illusoria) autorità in merito alla costituzione del senso. Sia il dramma biblico sia la ripresa rothiana di esso, con modalità e con efficacia differenti, sono la drammatizzazione di questa specie di pólemos, di contesa sul senso: una drammatizzazione che gioca narratologicamente sulla possibilità del miracoloso e del sorprendente, capace di umiliare l’uomo (che è humus, polvere e cenere, è terra, adamàh) e di persuaderlo, malgrado la sua ostinata protervia, circa il fatto che non tutto dipende dalla volontà umana, e che quanto c’è di più importante per lui, vale a dire la sua vita e la sua morte, dipende sempre da altro. Certo, sia Giobbe sia Mendel Singer sono profondamente devoti al Signore: la loro vita e la loro morte sono quotidianamente rimesse nelle sue mani. Ma in virtù di questa assoluta devozione essi, ragionando con l’unica logica di cui possono disporre, ossia quella umana, che è quella del do ut des, del dare per avere, si aspettano con una certa pretesa che Dio li tratti diversamente dagli altri che sono meno fedeli di loro. Quanto meno, dopo l’abbattimento su di essi dello spaventoso inatteso, dell’incalcolabile, dell’imprevedibile, insomma del disumano, essi si attenderebbero che Dio si abbassasse verso di loro e spiegasse per filo e per segno i motivi di cotanta durezza, mostrasse loro dove esattamente e cartesianamente hanno sbagliato per meritare questo castigo, questa pena insoffribile, questa assurda prova. Come se l’essere umano, gettato in un mondo in cui tutto è destinato alla consunzione, potesse con i suoi pharmakoi, con i suoi cataplasmi medicamentosi sempre più efficaci, sfuggire alla distruzione e all’annientamento. Eppure, non si avvede l’uomo che la vita altro non è che un diuturno sfuggire alle grinfie della morte? Non si accorge Giobbe che molti dei miserabili che tenta di salvare scompaiono nel nulla?
Eppure egli, secondo il Job di Fabrice Hadjadj, non sembra essere così ipocrita come i suoi amici. E poi, non si rende conto Mendel di quanto egli sia debole e impotente di fronte al destino dei suoi figli e di Menuchim in particolare? Egli infatti non ha la forza dell’Abdia (altro nome per Giobbe) di Adalbert Stifter né quella di sua moglie Deborah, non sa comprendere la saggezza della femme de Job nella pièce di Andrée Chedid. La speranza è l’ultima a morire: questo ci trasmette il mito giobbico, specie nella bella e luminosa versione di Joseph Roth. Il messaggio che esso ci tramanda, pur in quest’epoca della postverità e dell’assenza del divino, ribadisce un principio che sembra essere inscritto nel dna dell’uomo, un principio che, proprio per questo, la dura realtà satanica non riesce a smontare e a cancellare, non riesce a farla passare come una fake news: il principio della necessaria priorità del negativo, secondo cui il senso si può rivelare all’uomo solo nel e attraverso il dolore. 28 febbraio 2019 GIOBBE Storia di un uomo semplice / Teatro d'Aosta 2017:
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