La democrazia deliberativa per lo sviluppo socio-economico Una proposta per Parma
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Bozza (elaborazione di Franco Mosconi e Giacomo Degli Antoni in collaborazione con Il Borgo) La democrazia deliberativa per lo sviluppo socio-economico Una proposta per Parma I. Obiettivo dell’iniziativa è discutere l’opportunità di avviare una: istituzione condivisa fra più soggetti (multi-stakeholder), che includa Università e altri Istituti formativi, Imprese, Associazioni di categoria, Enti locali e Società civile. Ciò al fine di elaborare, avvalendosi dei principi della democrazia deliberativa, politiche e iniziative pubbliche basate sull’idea di responsabilità sociale condivisa e capaci di incrementare il benessere collettivo. II. Contesto di riferimento Parma evoca, in Italia e nel mondo, l’immagine di una città d’arte e cultura. E’ un'antica sede universitaria. E’ ai primi posti in Italia per diffusione dell’associazionismo. Ha infrastrutture importanti. E’ sede di una authority europea. Vanta una serie di eccellenze nella produzione agroalimentare che contribuiscono, in modo peculiare, alla sua notorietà. Sotto il profilo strettamente economico (tralasciando quindi, ma solo in questa prima analisi, gli aspetti di carattere sociale e culturale), Parma mostra il volto classico delle ricche province emiliane, pur con alcune rilevanti specificità, che ne determinano una spiccata identità: • una solida base manifatturiera, anche se non mancano, sul territorio, crisi aziendali; • una spiccata vocazione all’export; • la compresenza sul territorio, benché con pesi diversi, di tutte le tipologie dimensionali d’impresa, dalle microimprese, con meno di dieci addetti, a multinazionali attive in vari settori e di eccellenza riconosciuta; • la localizzazione delle imprese sul territorio in numerosi «distretti industriali»; Non desta dunque sorpresa, trovare per la nostra città una situazione sicuramente privilegiata rispetto al contesto nazionale in termini di tenore di vita e qualità della vita delle famiglie. Sebbene la prosperità ancora oggi rappresenti la cifra distintiva della società parmense, appare evidente come la crisi economica e finanziaria abbia posto anche il nostro territorio di fronte a sfide nuove e complesse che emergono dalle tendenze non incoraggianti di alcuni indicatori (distribuzione del reddito, Pil pro capite, statistiche sulla qualità della vita etc.). 1
Bozza (elaborazione di Franco Mosconi e Giacomo Degli Antoni in collaborazione con Il Borgo) Per completare il quadro, occorre anche evidenziare la sensazione sempre più nitida di una realtà socio-economica che fatica a sfruttare a pieno le proprie potenzialità, con particolare riferimento ai “fattori immateriali dello sviluppo”; fra questi l’attrattività e l’immagine stessa del territorio, che a loro volta derivano dalla capacità di utilizzare, in una logica di benessere collettivo, tutte le risorse culturali, ambientali, infrastrutturali e relazionali a disposizione, avendo il coraggio di uscire dallo status quo. III. La proposta L’idea chiave è quella di un modello di governo in grado di proporre interventi di policy a favore: della promozione del territorio; della creazione e gestione di beni pubblici e risorse collettive; della riduzione della povertà; del rafforzamento della coesione sociale; della ricerca scientifica; dell’innovazione; del trasferimento tecnologico e della formazione del capitale umano. Questo modello di governo va costruito attraverso la definizione di principi condivisi, da far emergere mediante una consultazione, la più ampia possibile, del mondo della ricerca, della business community, della società civile e della cittadinanza nel suo complesso. L’implementazione di un simile modello, improntato ai principi di massima trasparenza e di definizione ex ante degli obiettivi, porta con sé la nascita di un'istituzione multi-stakeholder che potrà assumere un carattere più o meno formale, andando da un iniziale «tavolo di consultazione» che coinvolga tutti i possibili portatori di interesse a un eventuale successivo «ente» formalmente più definito. Occorre da subito chiarire che quanto qui si discute e propone non è la costituzione dell’ennesima società commerciale «mista» di emanazione dell’Ente pubblico e con partecipazione dei privati (ve ne sono fin troppe!). Quello che qui si propone è dunque qualcosa di nuovo e di diverso, sia nel metodo che nella sostanza. A) Nel metodo, due sono i capisaldi su cui si fonda la proposta di un organismo che coinvolga una pluralità di attori per lo sviluppo socio-economico e la coesione sociale: 2
Bozza (elaborazione di Franco Mosconi e Giacomo Degli Antoni in collaborazione con Il Borgo) 1) la responsabilità sociale condivisa. La responsabilità sociale condivisa consiste nella condivisione, da parte di un insieme di individui/attori, di obbligazioni reciproche attraverso un accordo basato su un processo di democrazia deliberativa. L’accordo dovrebbe portare a una consensuale accettazione dei doveri reciproci (definiti sulla base di principi di benessere sociale e giustizia distributiva) relativi alle azioni dei vari partecipanti all’accordo, così che ciascuno possa essere premiato o biasimato per il rispetto o meno delle obbligazioni prese. Applicare il concetto di responsabilità sociale condivisa significa interpretare i territori come luoghi in cui si attivano iniziative di cooperazione per un mutuo vantaggio di tutti i membri. 2) la democrazia deliberativa. La democrazia deliberativa specifica i valori e i vincoli procedurali e sostanziali relativi alle procedure di deliberazione attraverso cui i diversi soggetti coinvolti possono raggiungere un accordo su principi e politiche per lo sviluppo territoriale. Il processo deliberativo è vincolato sia da principi di carattere sostanziale (come libertà e uguaglianza delle opportunità per i diversi partecipanti) sia da principi procedurali (come imparzialità delle ragioni avanzate da ciascuno). Fra le diverse caratteristiche che dovrebbero connotare un processo di democrazia deliberativa possiamo citare: l’ammissibilità al processo deliberativo solo di argomentazioni imparziali; la necessità di garantire a tutti i potenziali partecipanti uguali opportunità di partecipare alla deliberazione; la necessità di rendere pubblici, e conseguentemente verificabili nella loro effettiva implementazione, i termini dell’accordo. B) Nella sostanza l’istituzione multi-stakeholder oggetto della proposta andrebbe a concentrare i propri sforzi su temi centrali per lo sviluppo e la salvaguardia del tessuto socio-economico territoriale. Oggetto di discussione sarebbe quindi l’elaborazione di proposte su: • lotta alla povertà; • coesione sociale; • gestione e rilancio della sostenibilità ambientale; • promozione di iniziative di carattere culturale; • gestione e creazione di beni pubblici e risorse collettive; • promozione del capitale umano e di sinergie fra mondo della formazione e imprese. L’importanza e la complessità dei temi da affrontare è tale da suggerire un approccio pragmatico che proceda per step successivi. Sembra naturale avviare la discussione concordando singoli temi sui quali orientare i primi incontri dell’istituzione multi- stakeholder oggetto della presente proposta. Quanto preme maggiormente sottolineare è l’importanza che i temi trattati rilancino il “brand” Parma come modello di sviluppo sostenibile sotto il profilo sociale, ambientale ed economico. In questo modo accrescendo il valore delle attività che insistono sul nostro territorio e rendendo Parma sempre più 3
Bozza (elaborazione di Franco Mosconi e Giacomo Degli Antoni in collaborazione con Il Borgo) attrattiva e competitiva. Possibile priorità potrebbero riguardare gli aspetti legati al tessuto sociale (il tema della lotta alla povertà e all’emarginazione) e lo sfruttamento delle risorse (territorio, qualità dell’aria etc.) nella logica di uno sviluppo sostenibile e favorevole al nostro tessuto produttivo. IV. Risultati attesi La crisi del welfare state ha reso evidente l’impossibilità da parte del pubblico di occuparsi in modo efficace della produzione e gestione di una serie di beni e servizi che appaiono tuttavia fondamentali per garantire la tenuta del contesto sociale ed economico. Ci riferiamo a due situazioni principali: • la produzione e gestione di risorse collettive e beni pubblici (pensiamo al rilancio dei principali assets strategici, alla cultura, all’ambiente e alla gestione del suolo, agli spazi e servizi collettivi, all'organizzazione del territorio, quindi, nel complesso, al rilancio del Brand Parma); • la produzione di beni e servizi che generano «esternalità» positive. Consideriamo l’istruzione e, più in generale, tutte quelle attività che, se realizzate all’interno di una città contribuiscono alla sua attrattività e reputazione, favorendo il turismo e la visibilità per le imprese che insistono su di essa. Si pensi a eventi culturali di alto livello, quali mostre e festival musicali; a iniziative innovative a favore dell’imprenditorialità e dell’occupabilità; ad attività pionieristiche nel campo della salvaguardia ambientale; etc. Il mercato, lasciato a sé stesso, è inefficiente nella produzione e gestione di questi beni e servizi, come sia la teoria sia l’evidenza empirica dimostrano ampiamente. L’Ente pubblico non è più economicamente in grado di integrare adeguatamente il mercato dove questo «fallisce». Ne consegue un impoverimento del contesto sociale e produttivo che, nel medio e lungo periodo, rischia di interessare l’intera collettività. E’ quindi necessario trovare una soluzione adeguata, che non può prescindere da un contributo da parte di tutti gli attori del territorio, i quali, in una logica collaborativa, si facciano carico di una parte di responsabilità nel proporre e sostenere politiche pubbliche efficaci. Occorre quindi dar vita a un contesto in cui, secondo regole chiare e trasparenti (democrazia deliberativa) sia possibile a ciascun soggetto interessato farsi carico della sua parte nel rilancio del territorio in una logica collaborativa. L’istituzione multi-stakeholder che qui si propone 4
Bozza (elaborazione di Franco Mosconi e Giacomo Degli Antoni in collaborazione con Il Borgo) potrà assumere inizialmente la forma di «tavolo di consultazione», per poi trasformarsi, dopo la fase di assestamento iniziale, in un «ente» formalmente più definito. La collaborazione diviene fondamentale per evitare la classica trappola dei dilemmi sociali, in cui lo sforzo di pochi è frustrato dall’atteggiamento non-cooperativo di altri. Iniziative già presenti nel nostro territorio hanno mostrato i benefici che la collaborazione fra istituzioni pubbliche, terzo settore e for profit possono produrre nell’affrontare temi delicati e rilevanti (quali l’educazione alimentare, il sostegno a famiglie in difficoltà nell’acquisto di beni di prima necessità). La convinzione alla base della presente proposta è che molte altre iniziative potrebbero essere avviate se esistesse una sede stabile in cui avanzare e valutare proposte di interesse collettivo. Questo farebbe di Parma, grazie ai partecipanti al tavolo multi-stakeholder, un laboratorio, primo in Italia e pioniere in Europa, di democrazia e cooperazione per lo sviluppo, in grado di affrontare, con strumenti moderni ed efficaci, le conseguenze sociali della recente crisi. Il territorio di Parma potrebbe quindi trarre grande giovamento dalla costituzione dell’istituzione multi-stakeholder in cui possano essere coinvolte tutte le parti interessate (direttamente o indirettamente) all’elaborazione di politiche e iniziative pubbliche mirate al rilancio del territorio. PROSSIME FASI • Un convegno (bozza di programma allegato) per approfondire le modalità di attuazione della proposta e avviare una discussione pubblica. • Primo incontro del tavolo, a seguito del convegno, per impostare le principali caratteristiche operative del tavolo (periodicità degli incontri, modalità di adesione) e i primi temi oggetto di discussione. Parma, 28 ottobre 2013 Il Borgo Associazione Culturale Via Turchi 15/a - 43125 Parma Tel e fax 0521 284203 E-mail: circoloilborgo@virgilio.it Website: www.ilborgodiparma.it Newsletter: http://newsletter.ilborgodiparma.net 5
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