La crisi dei mutui subprime - VFinance
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La crisi dei mutui subprime Continuando i racconti sulle grandi crisi finanziarie dalla Bolla delle DotCom facciamo un salto di circa 10 anni… nel biennio 2007/2008 scoppia un terribile terremoto finanziario con epicentro a New York… la crisi dei mutui subprime! Il sogno di tutti i cittadini americani, che nella file degli anni 90 compravano con avidità azioni di aziende tecnologiche diventa dal 2001 quello di poter comprare una casa di proprietà… non solo per motivi residenziali ma anche per realizzare facili guadagni sfruttando la costante e incessante crescita dei prezzi delle abitazioni. Proseguono negli Usa le strategie di sostegno alla “casa” avviate dalle autorità governative americane negli anni di Roosvelt e del New Deal mentre la Federal Reserve contribuisce ad alimentare il mercato immobiliare con una politica monetaria accomodante e tassi di interesse ai minimi storici. Le Banche fiutano il grosso affare e spingono la leva dei finanziamenti per gli acquisti degli immobili… l’unico elemento che frena gli istituti di credito nell’erogare massivamente mutui ipotecari è il rischio di insolvenza e l’incidenza sul capitale degli accantonamenti imposti dalla normativa! Ma l’occasione di grandi e facili guadagni è troppo ghiotta… nasce quindi l’esigenza di trovare uno stratagemma per poter espandere i volumi dei finanziamenti senza appesantire i bilanci di rischi di inadempienza! Dalla mente brillante di giovani e rampanti banchieri, riuniti nelle direzioni finanziarie delle principali Banche Mondiali, viene scoperta la gallina dalle uova d’oro… la Cartolarizzazione!
Già utilizzata in una versione basica negli anni settanta dalle agenzie Fannie Mae, Ginnie Mae e Freddie Mac (società private ma di emanazione governativa che avevano lo scopo di sostenere il mercato dei mutui immobiliari) viene “geneticamente modificata” grazie a sofisticate tecniche di ingegneria finanziaria… Ma in cosa consiste la cartolarizzazione? Nella fase I, quella già sperimentata con successo dalle agenzie governative, una Banca cede ad un soggetto esterno creato ad hoc (“società veicolo”) un pacchetto di mutui, esternalizzando di fatto il rischio di insolvenza e anticipando il rientro dei flussi di cassa di diversi anni (le scadenze dei mutui ipotecario sono solitamente di 10,15,20,30 anni). Nella fase 2, e qui subentra l’innovazione finanziaria… le Banche creano dei titoli obbligazionari collegati ai mutui ceduti… questi titoli vengono denominati MBS (Mortage Based Securities) e vengono collocati presso i consumatori ai quali viene di fatto trasferito il rischio finale di insolvenza. Le istituzioni finanziarie hanno quindi trovato il modo di espandere sensibilmente le attività in rapporto al capitale proprio (fenomeno del leverage o leva finanziaria)… Inevitabilmente viene dato un forte impulso alla concessione dei mutui persino a soggetti che non posseggono adeguati requisiti di reddito, lavoro e patrimonio (Ninha – No Income, No Job, No Asset)… i cosiddetti mutui subprime! Un ruolo rilevante lo rivestono anche le principali agenzie di rating che per anni valutano in maniera eccessivamente positiva i prodotti derivanti dalla cartolarizzazione favorendone la diffusione virale (superficialità o confitti di interesse???). Giudizi che poi nel 2007/2008 vengono rivisti
al ribasso (downgrading) quando a seguito degli aumenti dei tassi della Fed, crescono le rate e iniziano a verificarsi rilevanti casi di insolvenza da parte delle famiglie… in particolare da parte di quei soggetti che già all’origine non avevano i requisiti per l’accesso al credito! E poi, quasi per magia, accade quello che sempre succede quando si è in presenza di una “bolla”!… Inizia un inesorabile processo di contrazione della domanda di immobili e un conseguente crollo verticale dei prezzi che sembrava fossero destinati a crescere sempre (“il mattone è il mattone!”). La Bolla Immobiliare si sgonfia in maniera inesorabile… i costruttori che hanno investito nella realizzazione di nuovi immobili non riescono a vendere gli appartamenti. Il declassamento dei titoli Abs e Mbs garantiti dai mutui (ora in sofferenza…) porta ad un contesto di grande sfiducia, le Banche non si prestano più denaro fra di loro, diminuisce la liquidità e la Fed e il Tesoro sono costrette ad intervenire per salvare alcuni grandi gruppi bancari… ma si tirano indietro quando la quarta banca di investimento americana, Leman Brothers dichiara il proprio stato di difficoltà. Il 15 settembre 2008 Leman annuncia il ricorso al Chapter 11 (paragonabile alla nostra amministrazione controllata) e le sue azioni perdono l’80% del valore… l’indice Dow Jones perde oltre 500 punti in un solo giorno… dagli Stati Uniti si diffonde un clima di paura e di incertezza che destabilizza i mercati finanziari. In breve tempo, la crisi dei mutui subprime contagia l’economia reale statunitense ed europea, provocando una caduta di reddito e occupazione. In Europa il propagarsi della crisi coinvolge per prima il
Regno Unito, costretto alla nazionalizzazione di Northern Rock, istituto specializzato in mutui ipotecari e tra le prime cinque banche del paese (impegno di circa 110 miliardi di sterline) poi a seguire anche tutti gli altri paesi… In Germania lo stato interviene con 436 miliardi di euro tra garanzie e acquisto di titoli subordinati mentre in Italia lo Stato mette in campo misure decisamente soft (solo 4 miliardi per l’acquisto di subordinati di quattro banche per sostenere l’erogazione del credito…). Grazie ai poderosi interventi fiscali dei governi, alle politiche monetarie sempre più accomodanti e la nascita e l’esplosione del quantitative easing i mercati negli anni successivi hanno ritrovato la giusta serenità tornando a crescere con regolarità; l’indice globale Msci World dai minimi del 2009 (circa 670 $) si è apprezzato costantemente negli anni recuperando i valori pre-crisi nel corso del 2011 (circa 1,400 $) per poi arrivare a quotare oltre 2.000 $ nel 2020 (+189% rispetto al 2009). Ancora una volta i comportamenti emulativi e non sempre razionali degli investitori hanno innescato dinamiche speculative che hanno prima portato euforia e crescita dei mercati per poi generare incertezza e panico con gravi conseguenze anche per l’economia reale! La Bolla delle Dotcom… La nostra ricerca sulle grandi crisi che nel corso degli anni si sono scatenate sui mercati finanziari ci porta oggi tra fine degli anni 90 e l’inizio del nuovo secolo… In contrapposizione con la Old Economy fondata sull’industria tradizionale e gravata da alti costi di gestione nasce il
sogno di fare impresa senza l’esigenza di uno spazio definito e con la possibilità di accedere ad un mercato “globale”.. Nasce la Net Economy che si basa sullo sviluppo del digitale e della rete Internet… le aziende protagoniste vengono definite dotcom companies dal suffisso dotcom (.com) con il quale generalmente operano. Uno dei simboli di questa nuova era è Netscape, il primo broswer con testo e immagini incorporate, un’innovazione sconvolgente per gli utenti di Internet che nel frattempo aumentano in maniera esponenziale… L’azienda ideata dal giovane Marc Andreessen anticipa sul mercato il colosso dell’informatica Microsoft e Netscape diventa in poco tempo il browser più utilizzato nella rete! Il 9 agosto 1995 Netscape fa il suo debutto in Borsa con una IPO di grandissimo successo… si era deciso di offrire le azioni a 14 dollari, ma all’ultimo minuto il prezzo dell’offerta iniziale raddoppia a 28 dollari! Gli investitori credono nello sviluppo del digitale e della tecnologia… in tutto il mondo giovani visionari creano progetti aziendali innovativi che riescono a sviluppare grazie alle tante società di venture capital e alla riduzione dei tassi interessi bancari… non servono ingenti capitali, non occorrono migliaia di dipendenti e capannoni e macchinari sofisticati… basta (sembra…) un’idea originale, un minimo di competenza informatica e la voglia di cambiare il mondo del business! Dagli Stati Uniti all’Europa si assiste a una crescita economica che sembra senza fine, una disoccupazione sempre più bassa, un miglioramento della qualità della vita… Le Borse mondiali vanno in fermento! L’indice dei titoli tecnologici Nasdaq che nel 1997 quotava
1.300 $ e nel 1999 arrivava a circa 2.200 $ nel 10 marzo del 2000, nel pieno dell’euforia dei mercati finanziari arriva a toccare 5.132.52 punti nel trading intraday.. prima di chiudere a 5048.62 punti raddoppiando i valori dell’anno precedente! Società di investimento, venture capital e persino istituzioni e banche centrali sembrano non temere la fine di questo virtuoso ciclo di crescita economica… Il presidente della Federal Reserve Alan Greenspan nel 1999 dichiara che “È difficile valutare se il rialzo della Borsa negli anni ‘90 sia una bolla insostenibile. Generalmente le bolle vengono percepite solo a fatti accaduti. Individuare una bolla in anticipo implica ritenere sbagliato il giudizio di centinaia di migliaia di investitori ben informati». Negli Stati Uniti iniziano in questi anni un virtuoso percorso di crescita due aziende di eccellenza… Amazon nasce nel garage del geniale Jeff Besos con il sogno di diventare il più grande store mondiale di libri e film… nel maggio del 1997 fa il suo ingresso in Borsa al prezzo di 1,5 $… nel 1999 il titolo arriva a quotare 85 $… un incredibile incremento del 5.571% nonostante i grandi sforzi economici e gli esigui profitti. Inizia a brillare anche la luce di Apple, azienda di Cupertino fondata dal visionario Stev Jobs… quotata per la prima volta nel 1980 al prezzo di 50 centesimi di dollaro nel settembre del 2000 già quota 4,53 $! Ma anche in Italia, il paese del Bot e dei Btp arriva la mania delle azioni delle società tecnologiche… tutti in fila negli Uffici Titoli delle Banche (i cosiddetti Borsini…) per acquistare le azioni di società finora sconosciute. Il sardo Soru offre il primo accesso gratuito ad Internet e lancia Tiscali… nel settembre del 99
viene quotata in borsa al prezzo di 46 €. Nel febbraio del 2000 quota 1.200 €…. con 3.500 dipendenti e una capitalizzazione addirittura superiore a quella dell’azienda simbolo del paese… la Fiat! E tutti desiderano avere nel proprio portafoglio le azioni della Ebiscom, la società che ha dato vita a Fastweb. Il giorno della quotazione in Borsa, nel marzo del 2000 solo pochi fortunati si sono visti assegnare le azioni e il titolo viene sospeso per eccesso di rialzo… introdotta al presso di 160 € nel febbraio del 2000 sfiora il valore di 820 € (+ 412%) Ma il caso più eclatante è il collocamento di Finamatica… il 24 novembre 1999 il titolo viene quotato in Borsa e registra uno straordinario quanto sconvolgente incremento del 700%! Le azioni inizialmente introdotte a 5 € chiudono la giornata a 40 €… nel marzo del 2000 valgono addirittura 191 €… una crescita miracolosa del 3.730%! Ma… Inaspettatamente a marzo del 2000 i bilanci pubblicati da molte aziende risultano deludenti e mostrano criticità sinora ignorate (scarsa capitalizzazione, debito elevato, risultati economici insufficienti…). Inevitabilmente iniziano le vendite e i disinvestimenti… l’euforia viene sostituita dal panico! L’indice Nasdaq perde rapidamente valore… in soli tre giorni scende del 9%! Nell’ottobre del 2001 arriva a quotare 1.700 € registrando un inquietante -66% rispetto al valore di marzo del 2000. Nel corso del 2001 molte Dotcom companies chiudono o diventano oggetto di operazioni di acquisizione e fusione. Nel 2004, solo il 50% delle società quotate nel 2000 sono ancora attive e a quotazioni infinitesimali rispetto ai loro massimi… Tiscali perde circa il 90% del suo valore in un solo anno (oggi quota 0,10 €…), Ebiscom e Finmatica dopo gli “anni ruggenti” e i momenti di gloria sono uscite fuori dai listini! Ma non tutti i mali vengono per nuocere… dalle macerie di
questa grande crisi sono nate aziende che oggi rappresentano i pilastri dell’economia globale.! Solo per citare i casi più clamorosi Amazon dopo anni di sofferenza è diventata leader del commercio elettronico e quota sul Nasdaq 2.350 $ (+ 33.00% rispetto ai minimi del 2001!) mentre Apple, dopo aver rivoluzionato il mondo dell’informatica e della telefonia quota 305 $… +29.000% rispetto ai minimi del post bolla! Il Nasdaq nonostante le crisi dei mutui subprime (2007/2008) e del debito sovrano (2010/2011) e le forti perdite causate dalla pandemia Covid-19 quota oggi 8.900 $, + 400% rispetto ai minimi del 2001. Ancora un volta gli investitori, con i loro comportamenti irrazionali e influenzati dal comportamento della massa, passando dall’euforia nei momenti di crescita al panico nella fase di crisi hanno generato andamenti dei i mercati finanziari decorrelati rispetto ai valori dell’economia reale! p.s. Anche io prenotai le azioni in collocamento di Finmatica per me e per molti clienti della Banca in cui lavoravo… ma, come immaginerete, non fui trai fortunati assegnatari! La crisi del 29… Dagli Anni Ruggenti alla Grande Depressione! Dopo la Bolla dei Tulipani (1637…) facciamo un bel salto nel tempo per ricordare un’altra grande crisi scoppiata dopo anni di grande euforia! Ancora una volta il ruolo da protagonista
lo interpreta l’essere umano umano e i suoi comportamenti irrazionali! Ci troviamo negli Stati Uniti d’America alla fine del primo conflitto mondiale… i ruggenti anni Venti! Anni di benessere e spensieratezza… negli Usa il pensiero principale è comprare, consumare e divertirsi… gli anni ruggenti… l’età del Jazz! Il cuore pulsante di questa prosperità è Wall Street, la Borsa di New York! Nel periodo che va dal 1922 al settembre 1929 l’indice azionario Dow Jones passa da 63,0 a 381,17… registra quindi uno straordinario incremento di circa il 500%. Molti risparmiatori iniziano a investire in borsa attratti dal miraggio degli affari facili… un milione di americani investe in Borsa. E non è nemmeno necessario avere soldi per poter sfruttare le opportunità dei mercati… Le banche infatti, spinte da una politica monetaria decisamente espansiva, rendono disponibili ingenti risorse che vengono in gran parte investite nell’acquisto di azioni. La tecnica utilizzata è quella del “riporto” con cui i risparmiatori possono acquistare titoli tramite la liquidità fornita dagli Agenti di Cambio mettendo in garanzia i titoli stessi… gli Operatori di Borsa a loro volta si finanziano presso le Banche portando a garanzia le azioni concesse in riporto dai risparmiatori.
Un meccanismo finanziario all’apparenza perfetto che si basa però sul presupposto (subdolo e fallace…) che i titoli azionari crescano costantemente e comunque in misura superiore agli interessi (molto elevati…) applicati dalle Banche. Ma l’euforia e lo splendore di Wall Street non sembra coerente con quello che si osserva nell’economia reale… l’agricoltura e l’industria vivono il fenomeno della sovrapproduzione, i consumi si contraggono e la merce rimane invenduta… si assiste al fenomeno dell’Economia di Carta. Nel marzo del 29 si intravedono i primi segnali di un possibile crollo dei mercati… ma la Riserva Federale, in linea con la politica liberista del governo e del suo presidente Hoover (“presto l’America si riprenderà…”) decide di non intervenire… E si arriva cosi al 24 ottobre del 1929… il Giovedì nero di Wall Street! In due ore 8 miliardi di perdite, le banche richiedo la restituzione dei prestiti serviti per l’acquisto delle azioni ormai ai mini valori. I risparmiatori sfiduciati prelevano denaro dai conti e vendono in massa le azioni… Il mercato crolla! Ma è il 29 ottobre del 1929, il Martedì nero il giorno in cui la Borsa di New York vive il peggior momento della sua storia… in 1 giorno vengono bruciati 25 miliardi di dollari!
Al fallimento della Bank of United States (colloso da 400.000 clienti…) segue il default di oltre 5.000 istituti bancari… si innesca un circolo vizioso che genera milioni di disoccupati… in 1 anno 2 milioni e mezzo di cittadini perdono il lavoro! Si genera una catena di suicidi senza precedenti. L’America è in ginocchio! E’ la fine degli Anni Ruggenti e inzia la Grande Depressione… Come uscirà l’America da questa grande cirsi? La storia racconta che bisognerà aspettare il 1932 per intravedere l’inizio di un percorso virtuoso di rinascita… il popolo americano elegge come Presidente il democratico Franklin Roosvelt sposando il suo visionario progetto… il New Deal! Vengono introdotte iniziative a sostengo dei consumi, si avviano importanti opere pubbliche, si mettono in sicurezza le Banche con controlli per evitare fenomeni speculatori e vengono introdotte tasse progressive per i più benestanti… Si inizia inoltra a parlare di assistenza e di welfare! Negli Stati Uniti torna la fiducia e l’ottimismo… ma solo fino al 1939 quando ha inizio il più grande conflitto della Storia… La Seconda Guerra Mondiale. DIAGNOSI DEL PORTAFOGLIO FINANZIARIO A seguito dell’espandersi della pandemia Covid 19 e dei conseguenti timori di recessione economica i gli indici azionari e obbligazionari globali hanno subito pesanti perdite
nel mese di marzo… Niente di nuovo per chi da anni segue i mercati finanziati! Il crollo delle Torri Gemelle e la bolla delle dot-com nei primi anni 2000, la crisi dei mutui subprime e il fallimento di Lehman Brothers del 2008, il “credit crunch” del 2011, la grande crisi della Cina nel 2015 e i timori per la Brexit nel 2016 sono solo alcuni degli eventi che nel nuovo millennio hanno generato panico sui mercati e generato perdite sui portafogli. La storia ci ha insegnato che dopo rapidi movimenti in discesa delle quotazioni seguono movimenti altrettanto rapidi in salita… i mercati hanno sempre reagito con forza e recuperato, talvolta anche in brevissimo tempo, le perdite subite… I consulenti finanziari e i private banker ne sono consapevoli e hanno sempre assistito i risparmiatori nelle fasi recessive guidandoli nelle scelte ed evitandogli di prendere decisioni dettate dall’emotività… C o s a c ’ è d i n u o v o i n questa crisi? A seguito delle stringenti limitazioni della mobilità imposte dal governo al fine di contenere i contagi i
risparmiatori hanno difficoltà ad incontrare fisicamente i propri consulenti e gestori ed essere rassicurati sull’andamento dei propri investimenti… Questo ha amplificato ancora di più la paura di perdere gran parte del proprio patrimonio… DIAGNOSI GRATUITA DEL PORTAFOGLIO FINANZIARIO Vfinance, grazie al servizio offerto dal suo fondatore, Vincenzo Faragalli, Consulente Finanziario, ha deciso di mettere a disposizione dei suoi lettori un servizio di DIAGNOSI DEL PORTAFOGLIO FINANZIARIO completamente gratuito fino al 30 aprile del 2020! Questo strumento ha un solo obiettivo: verificare lo stato di salute dei propri risparmi ed evidenziare eventuali aree di inefficienza! Il Report della Diagnosi riporterà le seguenti informazioni: DIVERSIFICAZIONE PER TIPOLOGIA DI PRODOTTO (Titoli, Fondi, Sicav, Polizze Unit, etc…) DIVERSIFICAZIONE PER ASSET CLASS (Azionario, Obbligazionario, Monetario, etc…) DIVERSIFICAZIONE PER VALUTA CONTROVALORE DEGLI INVESTIMENTI ANALISI DEI RENDIMENTI PASSATI ANALISI DEI RISCHI ANALISI DEI COSTI DEL PORTAFOGLIO Il report, di semplice consultazione, verrà realizzato in Pdf e potrà essere analizzato in videoconferenza utilizzando lo strumento che il cliente preferisce (Wathsapp, Skype, Zoom Meeting…). SE VUOI USUFRUIRE GRATUITAMENTE DEL SERVIZIO DI DIAGNOSI DEL PORTAFOGLIO NON ESITARE A CONTATTARMI: Mobile & WhatsApp: 3472935182
Facebook: https://www.facebook.com/VfinanceX Mail: info@vfinance.it Tassi negativi sui mutui… Fake News??? Buongiorno cari lettori di Vfinance… Oggi vi racconto la chiacchierata con un mio cliente passato in ufficio per adeguare le credenziali dell’accesso all’Internet Banking (la famigerata Psd2!!!)… ha approfittato per chiedermi chiarimenti su una notizia letta su Internet: Le banche erogano mutui a tassi negativi! Franco: Buongiorno Vincenzo, ho letto una notizia su internet ma credo che si tratti della solita fake news… secondo questo articolo una banca avrebbe concesso un mutuo con tasso di interesse negativo… non posso crederci… io per acquistare casa negli anni settanta ho pagato più del 10 per cento di interessi!!! Caro Franco… non si tratta di una fake news… può sembrare assurdo ma la Jyske Bank, terzo gruppo bancario della Danimarca, ha annunciato che intende offrire ai propri clienti mutui a 10 anni a tasso fisso negativo per lo 0,5%… Proprio così… i clienti che sottoscriveranno questo mutuo restituiranno alla Banca un importo inferiore a quanto erogato al cliente! E in questi giorni anche banche svizzere e tedesche stanno valutando di collocare sul mercato mutui a tassi negativi!
Franco: Quindi vuoi dirmi che le Banche si sono messe a fare beneficenza? No Franco… Le Banche, come saprai non amano fare beneficenza! Sono diversi i fattori che hanno generato questo scenario che solo qualche anno fa sarebbe stato considerato fantascientifico! La paura della recessione Secondo Lise Nytoft Bergmann, analista di Nordea Banca, il più grande istituto di credito scandinavo, le Banche preferiscono accettare una piccola perdita finanziaria sulla singola operazione piuttosto che applicare tassi di interessi positivi generando rate mensili più alte con il rischio di non ottenere il rimborso delle somme erogate… considerazione che lascia trasparire la paura di un prossimo deterioramento della situazione economica globale! La politica monetaria accomodante Da oltre cinque anni in Eurozona i tassi dei depositi interbancari sono negativi… dal lontano 2014 il presidente della Bce Mario Draghi ha deciso che le Banche non debbano più ricevere remunerazione per depositare presso la Banca Centrale… al contrario devono pagare! Inoltre la Bce da oltre 7 anni ha iniettato liquidità sul sistema economico per favorirne la ripresa e supportarne l’espansione… Il tasso medio degli scambi tra le principali Banche Europee (euribor) a 3 mesi è pari a circa -0,40%. Le obbligazioni a tassi negativi La Jyske Bank finanzia le operazioni di credito ipotecario con le emissioni di obbligazioni con cedole negative… un’obbligazione a 10 anni coperta dai mutui residenziali è stata offerta sul mercato a un tasso fisso del -0,50%; obbligazioni con durata trentennale hanno
rendimenti vicini allo 0,50%… pur essendo difficile capirne il motivo tali obbligazioni con cedole negative o prossime allo zero stanno riscuotendo ampio successo tra gli investitori. Questo permette alle Banche di recuperare quanto perso a causa dei tassi negativi sui mutui erogati! Il peso delle commissioni Parte della perdita generata dai flussi finanziari negativi viene anche recuperata grazie alle commissioni applicate sui mutui… in molti casi l’importo dei costi fissi determina per il mutuatario un rimborso totale comunque superiore all’erogato seppur in presenza di tassi negativi! Franco: Ma quali sono le conseguenze di questa situazione? La notizia di tassi negativi sui mutui è stata accolta positivamente in Danimarca ma anche nel resto dell’Eurozona… anche in Germania e in Svizzera si inizia a parlare di questo e gli investitori sono in fibrillazione in quanto intravedono la possibilità di finanziare l’acquisto di immobili rimborsando una somma inferiore rispetto a quella ottenuta dalla Banca… Ma proprio questa circostanza ha provocato nel paese scandinavo un “surriscaldamento” del mercato immobiliare che ha spinto al rialzo i prezzi delle case, costringendo le autorità di vigilanza a mettere in campo specifiche misure. Si teme quindi una bolla immobiliare! Franco: Grazie… anche se per me è un concetto del tutto nuovo credo di aver compreso quello che c’è dietro al fenomeno dei tassi negativi sui mutui!
Se anche tu vuoi approfondire il tema dei Tassi negativi sui Mutui non esitare a contattarmi!
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