Transazioni Online - Sviluppo Cina

Pagina creata da Paolo Pisano
 
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La   Cina    leader                               nelle
transazioni Online
La Cina leader nelle transazioni Online
In Cina il commercio online sta esplodendo su tutti i
dispositivi, di conseguenza, le operazioni di pagamento online
stanno aumentando vertiginosamente (si stima che, nel terzo
semestre del 2015, i cinesi abbiano speso più di 2,42 miliardi
di Yuan Cinesi).

Questo fenomeno si deve, oltre che all’aumentare della
ricchezza pro-capite e alla possibilità di acquistare
dispositivi con connessione a internet a prezzi competitivi,
alla propensione degli utenti cinesi ad affidarsi a sistemi di
pagamento online come il famoso Alipay, di proprietà di
Alibaba (gigante dell’e-commerce orientale) e principale
metodo di pagamento per i siti come Taobao, Tmall e molti
altri.

Altro colosso dell’e-commerce, nonché concorrente di Alibaba,
è Tenpay, di proprietà del più popolare social network cinese,
WeChat. Wechat è una piattaforma che conta quasi 700 milioni
di utenti ogni mese, formata da: un tool di messaggistica
simile a WhatsApp, un feed di notizie come quello di Facebook
e un metodo di pagamento uguale a quello di PayPal. Infatti
grazie a quest’ultimo gli utenti sono in grado di effettuare
transazioni direttamente all’interno dell’applicazione via
smartphone. Comodissimo.

I due colossi combinati, hanno occupato il 90% della torta dei
pagamenti tramite mobile nel corso dell’ultimo semestre del
2015, percentuale in aumento che non sembra voler diminuire.
Nella Cina di un futuro non tanto
lontano, le transazioni in contanti
apparterranno al passato
L’abitudine ai pagamenti online è entrata nella quotidiana in
una maniera tale per cui è possibile effettuare qualsiasi tipo
di pagamento tramite mobile o computer. I cinesi, al momento
della transazione tirano fuori molto più spesso il proprio
smartphone piuttosto che il portafoglio, questo grazie a una
delle due app citate che permettono il trasferimento di somme
di denaro tramite una scannerizzazione del QRcode collegato al
proprio conto bancario.

Il nostro primo pensiero quando
parliamo di pagamenti online: la
sicurezza
La fiducia nel metodo di pagamento deve essere sempre al primo
posto quando si parla di e-commerce e di pagamenti online,
infatti il pericolo di frodi e la sicurezza del trattamento
dei dati personali è in cima alle priorità degli utenti di
tutto il mondo. Questa è una delle ragioni per cui Alipay e
Tenpay sono le due piattaforme preferite per le transazioni
online: sono le più sicure, le più affidabili e le più
convenienti. Nell’e-commerce, per esempio, consentono che il
venditore sia pagato solo dopo che il prodotto viene ricevuto
dal compratore: Alipay, dopo aver informato il commerciante
che il pagamento è stato effettuato, detiene il pagamento
dell’acquirente fino a quando il cliente conferma che la merce
è stata consegnata. A questo punto i fondi vengono ricondotti
al venditore.
In conclusione
L’innovazione e la consolidata familiarità della maggior parte
della popolazione di tutte le età nelle transazioni online,
apre un nuovo mondo nella gestione delle microtrasazioni
quotidiane. I numeri parlano chiaro: un giorno l’online,
sopperirà totalmente all’utilizzo della carta sonante. Il
Mobile Payment non è un caso solamente cinese, si sta anche
rapidamente diffondendo in Europa, Italia compresa, dove si
prevede che per il 2020 il 25% delle transazioni non
effettuate in contanti, avverrano tramite strumenti
alternativi tra cui appunto il Mobile Payment e Alipay.

Zhang Jindong: dalla Cina con
furore
Zhang Jindong: dalla Cina con furore
Come già ampiamente coperto dalla stra grande maggioranza dei
giornali sportive (e non) tutti gli appassionati di calcio
sono al corrente che ormai l’Inter è per il 70% di proprietà
del gruppo Cinese Suning Group. Ma chi c’è alla testa di
questo enorme conglomerato?

La grande multinazionale, è la risposta cinese a Jeff Bezos
(CEO e Founder di Amazon.com), Zhang Jindong.

In soli 15 anni, il piccolo negozietto nella periferia di
Nancino si trasforma in una delle 10 aziende più grandi di
tutta la Cina con un fatturato di quasi 16 miliardi di Euro.
Prima società straniera ad avere il proprio dipartimento di
ricerca e sviluppo nella Silicon Valley e proprietaria del 20%
di tutto il mercato cinese dei prodotti elettronici.

Jindong, come la maggior parte degli imprenditori, è anche un
eccellente investor. Investe nella fornitura di materie prime,
nel commercio al dettaglio, nell’e-commerce e persino nei
prodotti per bambini e neo madri. Gli piace il calcio e decide
di entrare in questo fantastico palcoscenico. Diventa così
proprietario dello Jiangsu, squadra militante nel primo
campionato cinese. Qui le strade si incrociano con quelle
dell’Inter, rimane colpito dal club, e decide di passare alle
luci della ribalta del calcio europeo. Il resto è già storia.

Ultima curiosità, grazie a questa nuova acquisizione per la
prima volta gli investimenti cinesi all’estero hanno superato
gli investimenti stranieri in Cina.

Gucci    Brucia   La    Sua
Reputazione   Sul   Mercato
Cinese
Gucci Brucia La Sua Reputazione Sul Mercato Cinese
Gucci e la sua madre francese Kering, hanno avuto un corso
accelerato di sensibilità culturale, dopo che i suoi legali
hanno inviato una lettera di diffida ai rivenditori di Hong
Kong che vendevano borse di carta da bruciare per l’annuale
Qingming Festival (festività comparabile al nostro Primo
Novembre). Non è mancata la condanna da parte dell’opinione
pubblica e dei media, provocando non poca pubblicità negativa
anche fuori dalla nazione.

Gucci e la sua madre francese Kering, hanno avuto un corso
accelerato di sensibilità culturale, dopo che i suoi legali
hanno inviato una lettera di diffida ai rivenditori di Hong
Kong che vendevano borse di carta da bruciare per l’annuale
Qingming Festival (festività comparabile al nostro Primo
Novembre). Non è mancata la condanna da parte dell’opinione
pubblica e dei media, provocando non poca pubblicità negativa
anche fuori dalla nazione.

La Kering, ha subito risposto scusandosi con un comunicato
stampa, asserendo “di avere il massimo rispetto per quanto
riguarda il contesto funebre, non avendo intenzione di
procedere legalmente contro i negozianti che hanno violato il
marchio Gucci. –giustificandosi che- “Le lettere sono state
inviate come procedura di routine per la protezione della
proprietà intellettuale.”

La Kering ha quindi riconosciuto l’errore e si è scusata per
il malinteso causato dalle lettere, notizia che senza dubbio
porterà sollievo ai rivenditori locali. La pratica di bruciare
repliche cartacee di oggetti reali, fa parte di un lungo
retaggio e profondo retaggio culturale, le offerte includono
anche modelli di carta di auto di lusso, gatti, cani,
sigarette, iPhone e birra, anche di marca.

Per concludere, Gucci ha dimostrato di non avere sensibilità
culturale, non riconoscendo il profondo segno di rispetto che
i consumatori nutrono per il brand e per lo status
aspirazionale che questo garantisce. Infatti la popolazione
non brucia semplicemente una borsa o una scarpa per farla
arrivare nell’aldilà, ma brucia un prodotto di lusso,
identificandolo come “il migliore” disponibile.
La tecnologia italiana è ogni
anno sempre più presente
all’estero come sinonimo di
qualità e di opportunità di
sviluppo.
La tecnologia italiana è ogni anno sempre più
presente all’estero come sinonimo di qualità e di
opportunità di sviluppo.
Dal 21 al 23 aprile si è svolta la quarta edizione della Fiera
Internazionale della Tecnologia di Shanghai, ampiamente
promossa dai ministeri del Commercio e della Scienza e
Tecnologia di Pechino, l’ospite d’onore di quest’anno è stata
è l’Italia.

Il tema di quest’anno è stato “Innovation Driven Developmente,
Intellectual Propoerty Protection and Technology Trade
Promotion”, in questa importante ricorrenza sono intervenute
diverse aziende del “bel paese” tra cui: Ansaldo Energia,
Finmeccanica, Italian Aerospace Network e un team di 30
ricercatori del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e
della Ricerca (MIUR) che presenteranno 12 progetti per la
smart city. Presente anche una delegazione del Ministero
dell’Ambiente, per discutere sulla cooperazione in materia
ambientale tra Cina e Italia.
Vinitaly e Cina: i frutti di
un       ventennio        di
collaborazioni
Vinitaly e Cina: i frutti di un ventennio di
collaborazioni
Durante la più recente edizione del Vinitaly gli operatori
provenienti dalla Cina sono aumentati del 40%, frutto del
continuo miglioramento dei rapporti tra quest’ultimo e
l’Italia. Durante lo stesso Expo, i visitatori cinesi del
padiglione “Vino: a taste of Italy” sono stati i primi per
nelle presenze estere.

Shanghai-Verona, 12 novembre 2015. Vinitaly e la Cina, una
liasion che dura da vent’anni e che si rinsalda in vista della
50^ edizione del Salone internazionale del vino e dei
distillati, in programma dal 10 al 13 Aprile 2016, per la
quale Verona fiere sta promuovendo una serie di incontri
internazionali.

Quest’anno, dopo le iniziative di promozione del vino italiano
verso i consumatori, il canale ho.re.ca e gli importatori a
Chengdu, Shanghai e Hong Kong, ora si ragiona anche nel senso
opposto per portare i primi produttori di vino cinese a
Vinitaly 2016. «Con la Cina, negli ultimi vent’anni, abbiamo
coltivato un rapporto di conoscenza e collaborazione che ci ha
portato ad essere scelti come riferimento di Expo 2015 per il
China Expo Road Show dello scorso anno – commenta il Direttore
Generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani -. Da due decenni
realizziamo numerose attività volte a far conoscere la
peculiarità dei vini italiani frutto della straordinaria ed
inimitabile biodiversità di oltre 540 vitigni. Un lavoro
costante e paziente che ci ha consentito di incrementare del
40% la presenza di buyer e operatori provenienti dall’Impero
Celeste nell’ultima edizione di Vinitaly e ha posizionato i
visitatori cinesi al primo posto delle presenze estere del
Padiglione VINO A Taste of Italy all’Expo. Non a caso,
l’allestimento ha previsto, oltre l’inglese, anche l’utilizzo
degli ideogrammi della lingua cinese. Un Padiglione richiesto
da molti paesi e che, in accordo con il console d’Italia a
Shanghai, Stefano Beltrame, porteremo nella capitale economica
della Repubblica Popolare il prossimo anno per rafforzare
ulteriormente la promozione e la conoscenza del vino
italiano.» «La Cina sta facendo, con i suoi tempi e modalità,
il medesimo percorso degli Stati Uniti d’America, che è
diventato un primario paese consumatore di vino solo quando ha
rafforzato il suo ruolo di paese produttore ed oggi è, per i
vini italiani, il primo mercato di sbocco all’estero in valore
– prosegue Mantovani -. Ora i tempi sono maturi per ospitare
anche i primi produttori di vino cinese nella nostra rassegna,
in modo da rafforzare questo legame ed essere sempre di più
l’hub di promozione e commerciale dei nostri vini verso la
Cina.»    È in tale ottica e con questa filosofia che martedì
scorso a Shanghai si è svolta la presentazione “Ripercorrendo
la Via della Seta – il debutto dei vini cinesi a Vinitaly
2016”, nell’ambito del quale Vinitaly International ha stretto
un accordo con la rivista professionale Wine in China
Magazine, una delle più rinomate del settore, che prevede,
oltre la presenza, per la prima volta, di produttori di vino
cinese al 50° Vinitaly (nel Vininternational Pavillion), anche
delle iniziative collaterali, quali degustazioni, seminari e
workshop sui prodotti e il mercato organizzati da Vinitaly
International e la partecipazione di vini cinesi al Premio
enologico di Vinitaly.
Le tre città più ricche della
Cina: Pechino, Shanghai e
Shenzhen
Le tre città più ricche della Cina: Pechino,
Shanghai e Shenzhen
Secondo la lista redatta da China Business News, portale di
economia cinese, queste sono le città dove si concentra la più
alta crescita economica e la maggiore crescita nel paese. Il
calcolo è basato sui saldi di deposito negli istituti
finanziari, essi infatti si riferiscono all’ammontare totale
del capitale e, di conseguenza, rappresentano l’indice di
crescita economica.

Pechino e Shanghai si confermano essere entrambe le più ricche
con un ampio vantaggio sulle altre regioni, infatti il loro
capitale totale si aggira intorno ai 10 bilioni di Yuan (circa
1.5 bilioni di Euro).

I dati forniti dal Municipal Bureau of Statistics mostrano che
i depositi tutti gli istituti finanziari nelle due città, in
RMB e in valute straniere ammontano a 12,86 bilioni di Yuan
per Pechino e 10,38 bilioni di Yuan per Shanghai alla fine del
2015. In crescita, rispettivamente di 1,52 bilioni e 1,33
bilioni rispetto all’inizio dell’anno. I depositi di Shenzhen,
hanno totalizzato 5,78 bilioni di yuan, confermandosi come
terzo motore economico del paese.

In termini di tasso di crescita dei fondi totali di capitale,
crescono anche le città capoluogo delle province centrali
della Cina, fra queste Changsha, Hefei, Wuhan e Zhengzhou. Il
loro successo è da attribuire al fatto che queste città
forniscono eccellenti risorse per l’educazione, le cure
mediche, la cultura e la finanza, dettagli che le rendono
molto attraenti per lo stazionamento di maggiori fondi.

La Cina è sempre più attratta
dai prodotti Made in Italy
La Cina è sempre più attratta dai prodotti Made in
Italy
Cresce la domanda dei consumatori cinesi per il cibo e la
cucina italiana, considerati come prodotti di qualità e di
lusso. Le cifre importanti aprono a uno scenario molto
interessante per questo settore.

Nel 2015 è stato un anno da record per le esportazioni del
settore alimentare italiano. Coldiretti comunica che le
vendite sono cresciute del 22%, superando per la prima volta
la soglia dei 400 milioni di euro. Il prodotto più esportato
rimane il vino, seguito a breve distanza dall’olio di oliva e
dai prodotti ortofrutticoli, distaccata invece è
l’esportazione di formaggi e i salumi. Fra i nuovi prodotti
che offrono ampio margine di crescita c’è il cioccolato,
l’Italia è i primo paese fornitore per la Cina con un continuo
aumento nelle esportazioni, e il gelato. Infatti i consumatori
cinesi stanno diventando dei veri e propri intenditori in
questo campo, richiedendo sempre di più un prodotto di
qualità, non paragonabile al prodotto nazionale.

Tutti i prodotti italiani si collocano nella fascia medio-alta
del mercato, rappresentando un vero e proprio sinonimo di
qualità e lusso, grazie all’esponenziale aumento del benessere
della popolazione cinese e alla rimozione delle barriere
doganali e fitosanitarie, il gigante orientale diventa anno
dopo anno una grande opportunità per tutte le aziende italiane
che intendono imbattersi in una nuova avventura commerciale.

Le linee politiche di Hong
Kong per il 2016
Le linee politiche di Hong Kong per il 2016
Il 13 Gennaio 2016 il governatore della regione amministrativa
di Hong Kong, C.Y. Leung, ha definito l’annuale linea politica
di Hong Kong per quanto riguarda le opportunità che Hong Kong
intende sfruttare per il suo futuro. Il 2015 ha visto la
creazione di due uffici governativi interamente dedicati allo
sviluppo del settore dell’ICT: l’Information and Technology
Bureau e l’Academy of Sciences of Hong Kong, a questi si va ad
aggiungere l’apertura di un laboratorio di ricerca da parte di
due celebri istituti tecnologici, Karolinska Institutet of
Sweden e il Massachussets Institute of Technology.

Leung ha annunciato lo stanziamento di HK$ 5 miliardi (circa
€595.63 milioni) che saranno interamente dedicati allo
sviluppo dell’ICT ad Hong Kong. L’investimento sarà suddiviso
come segue:

     HK$ 2 miliardi (circa €238.25 milioni) saranno destinati
     all’Innovation and Technology Bureau, per facilitare la
     commercializzazione della ricerca e incoraggiare la
     creazione di un numero sempre maggiore di borse di
     studio per le università, in moda tale da implementare i
     già presenti programmi di ricerca applicata e la
     creazione di nuovi.
HK$ 2 miliardi (circa EUR 238,25 milioni) per la
     creazione di un Fondo di Venture Capital destinato a
     finanziare il 50% degli investimenti in capitale a
     rischio di startup del settore Innovazione e Tecnologia.

     Il governo continuerà a incentivare le startup di tutti
     i settori e qualsiasi sia il proprio stage di sviluppo
     tramite l’Hong Kong Science Park e il Cyberport. In
     particolare al Cyberport saranno destinati HK$200
     milioni (circa € 23.82 milioni), da investire in startup
     del settore informatica e per lo sviluppo di nuovi
     cluster nei settori     “e-commerce”    e   “tecnologia
     finanziaria”.

     HK$ 500 milioni (circa €59.56 milioni) per la creazione
     di un Fondo destinato al settore Innovazione e
     Tecnologia per il miglioramento della qualità della
     vita.   Il fondo finanzierà i progetti ed idee che
     saranno in grado di migliorare la vita di tutti i giorni
     in numerose aree di applicazione, con particolare
     riguardo ai settori comunicazione, trasporti, ordine
     pubblico, sanità, ambiente, istruzione, ordine pubblico,
     spesa in prodotti di consumo e sicurezza alimentare.

     La reindustrializzazione è un settore in forte crescita
     e ha tutte le potenzialità per favorire la crescita
     economica nella regione. In merito a ciò il governo e i
     diversi parchi scientifici e tecnologici di Hong Kong
     hanno revisionato le proprie politiche industriali, per
     favorire lo sviluppo di produzioni automatizzate e
     attirare industies high tech ad alto valore aggiunto nel
     prodotto e nel processo di manifattura. L’ Hong Kong
     Productivity Council intende supportare sia lo sviluppo
     che la trasformazione industriale, aiutando la
     reindustrializzazione per la creazione di prodotti con
     un alto valore aggiunto.

Hong Kong sfrutterà al massimo i vantaggi derivati dalla
formula “Un Paese, Due Sistemi” (la famosa soluzione politica
proposta nel 1979 da Deng Xiaoping nell’ambito delle
trattative tra Repubblica Popolare Cinese e Regno Unito che
sintetizza il concetto dell’unicità della Cina come soggetto
politico all’interno del quale possano esistere aree
amministrate con un differente ordinamento istituzionale e
sistema economico) per cogliere le opportunità offerte dal
13esimo piano quinquennale del governo cinese e dal progetto
geostrategico denominato la “Nuova Via della Seta” (One Belt
One Road), che vedrà il suo adempimento nel lungo periodo. Il
programma avveniristico, che il governo di Pechino si impegna
ad iniziare già da quest’anno, si svilupperà sia via terra
(con la New Silk Road Economic Belt) sia via mare (con la 21st
Century Maritime Silk Road), lo scopo sarà quello di integrare
maggiormente la Cina ai paesi attraversati dalle antiche rotte
commerciali. A questo proposito il “Chief Executive” di Hong
Kong. Mr. C.Y. Leung, ha proposto la creazione di un comitato
direttivo con il compito di ideare ed implementare strategie
ed iniziative che consentano ad Hong Kong di partecipare
attivamente al programma di realizzazione della Nuova Via
della Seta. Il primo atto è la costituzione del “Belt and Road
Office”, il cui compito sarà quello di coordinare l’azione fra
i dipartimenti governativi e le organizzazioni pubbliche e
private operanti sia a Hong Kong che in Cina. Inoltre Hong
Kong sta partecipando attivamente ai lavori preliminari per
l’istituzione dell’Asian Infrastructure Investment Bank
(AIIB), che rappresenterà il motore finanziario di tutto il
progetto. Hong Kong ha manifestato la propria intenzione di
partecipare attivamente all’AIIB ribadendo la volontà di
fornire anche le proprie competenze in materia arbitrale e di
mediazione.

 Hong Kong punta inoltre a consolidare ed espandere il suo
ruolo di centro finanziario internazionale grazie
all’implementazione di nuove formule per il finanziamento
delle infrastrutture ed il rafforzamento del settore del “risk
management”. A fare da corollario il naturale rafforzamento
del ruolo di centro “offshore” per tutte le transazioni
commerciali/finanziarie in Renmimbi (RMB) fuori dal territorio
cinese.

Altri programmi degni di nota:

      HK$ 400 milioni (circa 47.65 milioni) saranno destinati
     all’iniziativa CreativeSmart per lo sviluppo di imprese
     culturali e creative e, in particolare, sostenere
     startup e talenti personali.
     L’apertura di sei nuovi uffici in Cina per favorire una
     maggiore cooperazione economica. Inoltre due nuovi
     uffici per lo sviluppo dell’economia e del commercio
     verranno aperti, rispettivamente in Indonesia e in Corea
     del Sud.
     Proseguono gli sforzi del governo per rendere la
     metropoli più “age friendly”, migliorando la sicurezza e
     i servizi per gli anziani, sia nei luoghi pubblichi che
     privati, con ulteriori strutture dedicate e il loro
     coinvolgimento nel mondo del digitale.
     Sono state avviate le procedure legislative per la messa
     al bando del commercio di avorio a Hong Kong, con
     l’imposizione di pesanti pene sul contrabbando e il
     commercio illegale di prodotti derivati da specie in via
     di estinzione.
     Sono state allocate risorse addizionali per
     l’implementazione di una strategia e un piano d’azione
     sulla biodiversità, per proteggere gli ambienti
     naturali.
     Il governo condurrà una consultazione pubblica nella
     prima metà dell’anno prima di promulgare il progetto per
     lo sviluppo dell’isola di Lantau.
     Saranno destinati HK$300 milioni (circa €35.74 milioni)
     da elargire in sovvenzioni paritarie per lo sviluppo
     dell’Arte.
     Sarà creato una commissione sportiva per sorvegliare i
     regolamenti degli sport all’interno della città.
Il governo si impegna a progressivamente raddoppiare il
     numero degli Hotspot Wi-Fi gratuiti presenti a Hong
     Kong, portandoli a un totale di 34 000 entro 3 anni. Il
     comitato per l’innovazione e la tecnologia, in
     cooperazione con gli istituti di ricerca pubblici e
     privati, studiarà lo sviluppo della “smart city”, che
     includerà la fornitura di servizi Wi-Fi alle fermato
     degli autobus e all’interno dei centri commerciali.

In fine, Leung si è impegnato a garantire i valori
fondamentali sui quali Hong Kong si fonda: diritti umani,
libertà, democrazia e trasparenza governativa. Ha anche
promesso di implementare il principio di “un paese, due
sistemi” – “Hong Kong è amministrata dalla popolazione di
Hong Kong e gode di un alto grado di autonomia, in accordo con
la sua costituzione.”
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